SERIE A Dzeko all’ultimo respiro: la Roma espugna Frosinone (VIDEO)

(Keivan Karimi) – Ancora distratta, non bella da vedere, sofferente, ma stavolta ricca di cuore e volonta. La Roma ha battuto in extremis il Frosinone, con un 3-2 a dir poco emozionante e rocambolesco che ha premiato la formazione di Eusebio Di Francesco. Il tecnico ha scelto il turnover in vista del derby di sabato prossimo, ma le decisioni iniziali non lo hanno premiato.

Dopo pochi minuti i ciociari sono passati in vantaggio con il gol fortunoso di Ciano, aiutato dalla mezza papera del portiere Olsen. Una partenza shock che però ha maturato la reazione della Roma entro fine primo tempo, con le reti di Dzeko e Pellegrini abili a ribaltare il risultato nel giro di tre minuti.

Nella ripresa il Frosinone, senza grossi sforzi, è comunque riuscito a ritrovare il pari e mettere in difficoltà la Roma: distrazione della retroguardia giallorossa e l’ex interista Pinamonti ne approfitta segnando tutto solo il 2-2 momentaneo. L’infortunio di Manolas (uscito in barella a metà ripresa) e l’occasionissima cestinata da Trotta sembravano far presagire l’ennesima serata sventurata per la Roma. Ma all’ultimo respiro Dzeko servito da El Shaarawy sul filo del fuorigioco trova l’ancata vincente e regala un successo ormai quasi insperato. Roma che sale a quota 44 punti, a solo una lunghezza dal Milan vittorioso ieri contro l’Empoli.

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Roma-Milan, guerra per il quarto posto. Di Francesco prepara le sorprese, ma occhio a Piatek

Simone Burioni – La Roma questa mattina si è svegliata con le ossa rotte, tornata dalla gara di Coppa Italia contro la Fiorentina con una sconcertante per 7-1. La nottata per molti dirigenti è stata lunga, come lunghe sono state le riflessioni fatte su temi come allenatore e mercato. Per il momento, Monchi sembra intenzionato a confermare Di Francesco sulla panchina giallorossa, mentre sul fronte mercato – come già dichiarato ieri dopo il match – la Roma non farà nessuna operazione.

Adesso però bisogna ripartire subito: anche se la Coppa Italia rappresenta un obiettivo andato in fumo, i giallorossi sono ancora impegnati in Champions e in campionato. Fra tre giorni la Roma incontrerà il Milan, diretto avversario nella corsa alla quarta posizione in classifica, valida per un posto nella prossima Champions League. Per l’occasione, mister Di Francesco ritroverà il capitano Daniele De Rossi, complice anche la duplice assenza per squalifica di Bryan Cristante e Steven Nzonzi. Chance in difesa per Davide Santon, con Alessandro Florenzi alto sulla destra. Con lui, a completare il tridente alle spalle dell’unica punta Edin Dzeko, confermati Stephan El Shaarawy e Nicolò Zaniolo, che ritrova la posizione da trequartista. Non sono escluse però possibili sorprese: visto il momento di difficoltà, il tecnico abruzzese potrebbe mischiare le carte, tornando al 4-3-3. In quel caso, Florenzi potrebbe tornare sulla linea di difesa, con Schick inserito nel tridente d’attacco. Saranno invece poche le novità nella formazione di Gattuso, che sembra aver finalmente trovato una quadratura: Musacchio comporrà la coppia di difesa con l’ex Romagnoli, con Calabria e Rodriguez sulle fasce. Centrocampo muscolare con Paquetà, Kessie e Bakayoko, mentre in attacco, ai fianchi di Piatek, ci saranno Suso e Calhanoglu, quest’ultimo in ballottaggio con Borini.

La Roma avrà bisogno di una prestazione maiuscola se vorrà sottomettere il Milan, impresa che al momento non sembra per nulla facile. Inoltre, dal punto di vista cabalistico, le cose non sembrano sorridere a Di Francesco: l’ex Sassuolo ha infatti perso entrambe le sfide in Serie A giocate contro Gattuso. Infine, un focus su colui che al momento ha catalizzato tutte le attenzioni su di sé: Krzysztof Piatek. Il polacco è certamente la rivelazione più grande di questa Serie A, tanto che il Milan ha investito su di lui per rimpiazzare un certo Gonzalo Higuaìn, non un attaccante qualunque. Ma le premesse per l’ex Genoa sono ottimali: a quota 21 reti, è il secondo più giovane giocatore, dopo Mbappé, ad aver raggiunto quota 20 gol considerando tutte le competizioni dei maggiori cinque campionati europei, e non sembra volersi fermare. La Roma è avvisata: la lotta al quarto posto sarà dura più che mai.

Simone Burioni

Atalanta-Roma 3-3, un tempo ciascuno. I nerazzurri rimontano tre gol

Alice Dionisi – La Roma affronta l’Atalanta allo Stadio Atleti Azzurri d’Italia per la seconda partita del girone di ritorno di Serie A. I giallorossi arrivano da tre vittorie consecutive in campionato contro Sassuolo, Parma e Torino; l’Atalanta aspetta la sua vittima preferita: 125 i gol segnati dai nerazzurri in 113 sfide disputate contro la Roma. 3-3 il risultato finale, come nel match d’andata, con il club capitolino che si fa rimontare il 3-0 iniziale. Edin Dzeko sblocca subito il risultato al terzo minuto di gioco grazie all’assist di Nicolò Zaniolo, beffando Berisha che non può fare nulla per salvare il risultato: è 0-1, ma l’Atalanta cerca subito di recuperare e si rende pericolosa con Ilicic e Zapata. Manolas e Karsdorp si fanno trovare pronti e salvano il risultato. Mezz’ora dopo la prima rete, al 33’ Dzeko raddoppia per la Roma. Il bosniaco raccoglie il lancio in profondità di Nzonzi e insacca alle spalle di Berisha. Al 40’ i giallorossi ripartono in contropiede e Stephan El Shaarawy sfrutta il cross dell’assist-man Zaniolo per segnare il gol dello 0-3. Il primo campanello dall’allarme per gli uomini di Eusebio Di Francesco però arriva allo scadere del primo tempo, con Castagne che supera Olsen e accorcia le distanze, portando il risultato sull’1-3 ad un minuto dall’intervallo. Nella ripresa Toloi di testa sul primo palo trova subito la rete del 2-3 (59’). Contatto tra Kolarov e Ilicic in area e con l’ausilio del VAR l’arbitro Manganiello assegna il rigore all’Atalanta, dopo aver inizialmente ammonito il calciatore nerazzurro per simulazione. Zapata sbaglia dal dischetto al 70’, ma l’illusione di poter portare a casa i tre punti dura poco per i giallorossi, perché appena un minuto dopo il penalty sbagliato, è proprio Zapata a siglare la rete del pareggio dei padroni di casa, rimontando la partita. Di Francesco fa entrare Fazio e schiera la difesa a tre per salvare il risultato, ma la Roma paga il calo fisico nel secondo tempo. Situazione analoga al girone di andata, dove i giallorossi erano riusciti a recuperare il 3-1 dell’Atalanta. Dzeko non ci sta: “Sbagliano un rigore, sei sul 3-2, puoi vincere la partita e prendi gol: è inspiegabile, non so che dire. Noi non abbiamo giocato nel secondo tempo, non abbiamo fatto 2-3 passaggi di fila e così non si può giocare”.

Alice Dionisi

Calciomercato, vicino il ritorno di Caceres alla Juventus. Prenderà il posto di Benatia

Gianluca Notari – “Certi amore non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano” cantava Venditti. E lo cantava pure Galliani, quando nel 2013 riuscì a riacquistare Kaka dopo i quattro anni passati a Madrid tra le fila dei Galacticos. Le storie dei “coming back” sono tante nel mondo del calcio: un’altra è certamente quella che riguarda Leonardo Bonucci, tornato alla Juventus dopo la stagione al Milan. Proprio alla Juventus, potrebbe presto tornare un altro difensore, fedelissimo di Conte ma che, con l’avvento di Allegri, aveva via via perso posizioni nelle gerarchie difensive. Si tratta di Martin Caceres, passato alla Lazio solamente un anno fa. L’urugaiano, ex Siviglia e Barcellona, quest’anno non ha certo lasciato il segno: soltanto 8 presenze tra Serie A ed Europa League, per un totale di 651 minuti.

Caceres, dopo le parentesi 2009-2010 e 2012-2016, aveva lasciato la Juventus da svincolato. Nel febbraio del 2017 si era poi trasferito in Inghilterra, con la maglia del Southampton, dove però collezionò appena una presenza. Poi l’Hellas Verona nella stagione 2017-2018, ed infine la Lazio, nel gennaio del 2018. Ma dopo appena un anno, il classe ’87 sembra pronto a fare le valigie e ritornare per la terza volta a Vinovo. A fargli posto sarà Mehdi Benatia, in uscita dal club bianconero e propenso ad accettare un’offerta monstre dal Qatar.

Sebbene Caceres sia in vantaggio rispetto agli altri, il suo non è l’unico nome su cui Paratici ed il suo staff stanno facendo le dovute valutazioni. Il profilo cercato dalla Juve, in ogni caso, è quello di un difensore esperto e navigato, subito pronto per il ruolo di quarto centrale da affiancare ai tre italiani Chiellini, Bonucci e Rugani. Oltre all’uruguaiano, si sono fatti i nomi di Garay, Ivanovic, Cahill, Skrtel e Bruno Alves, quest’ultimo spinto in particolar modo da Cristiano Ronaldo, suo amico e compagno nel Portogallo Campione d’Europa nel 2016. Ma ormai le cose sembrano quasi fatte, e Caceres si appresta a diventare un nuovo giocatore della Juventus.

Gianluca Notari

Roma-Torino 3-2. I giallorossi inciampano ma si rialzano, terza vittoria di fila in Serie A

Gianluca Notari – Non convince, ma vince la Roma che batte il Torino per 3-2. Gara complicata dall’inizio per i giallorossi, che dopo i primi minuti di sofferenza riescono però a mettere la testa fuori dalla propria metà campo. Poco dopo, in una delle prime azioni pericolose, arriva il gol di Nicolò Zaniolo: sugli sviluppi di una punizione calciata dalla trequarti da Kolarov, Fazio fa la sponda sul secondo palo per l’accorrente Zaniolo, ma il suo tiro è ribattuto da Sirigu. Ma il giovane centrocampista è lesto nell’andare sulla palla vagante, e dopo l’aggancio con la suola del piede destro, infila il portiere granata con un sinistro da terra che si infila sotto la traversa: 1-0 Roma. La squadra di Mazzarri accusa il colpo e comincia a sbandare: così, dopo una palla geniale di Karsdorp, El Shaarawy anticipa Sirigu che butta giù il classe ’92. Dal dischetto si presenta Kolarov, che prende la mira e batte l’ex PSG. Il primo tempo si conclude sul velluto per gli uomini di miste Di Francesco, che lasciano spazio anche ad alcuni preziosismi come il dribbling sulla trequarti di uno Zaniolo sugli scudi.

Ma come troppe volte accade, la Roma si trasforma e nel secondo tempo torna sul campo di gioco molle ed impacciata. Il Torino ne approfitta dopo pochi minuti e trova il gol con Rincòn, che sfrutta la ribattuta della difesa giallorossa dopo una conclusione del capitano granata, Andrea Belotti. I capitolini accusano il colpo e non riescono a ritrovare il filo del gioco, complice anche una pioggia torrenziale che si abbatte sullo Stadio Olimpico. Gli uomini di Mazzarri capiscono che il momento è propizio e si fiondano in avanti cercando il gol del pari, che non tarda ad arrivare: dopo una punizione dal limite di Ansaldi che sfiora il palo alla sinistra di Olsen, è lo stesso argentino a punire il portiere svedese con un sinistro da fuori, sul quale l’estremo difensore ex Copenaghen si fa trovare leggermente impreparato, complice anche la foresta attraverso cui sfila il pallone. La Roma però non si dà per vinta, in primis il suo allenatore: fuori uno spento Kluivert e dentro Patrik Schick, che dopo pochissimi minuti dal suo ingresso in campo riceve palla sulla destra, smista al centro per Pellegrini il quale serve una palla perfetta in verticale per El Shaarawy che segna e raggiunge quota 6 reti in campionato.

Il finale della partita non vede particolari momenti di interesse, con una Roma attenta e con la difesa sempre alta, che non permette al Torino di avvicinarsi troppo alla porta difesa da Olsen nonostante la trazione super-offensiva data dagli ingressi in campo di Zaza, Edera e Berenguer. La Roma vince quindi la terza vittoria di fila in Serie A, tante quante nelle ultime 10 partite del torneo. Per il Torino, invece, arriva la prima sconfitta in trasferta.

Gianluca Notari

Primavera, Juventus-Roma 1-3. La doppietta di Celar e un gol di Pezzella stendono i bianconeri

Simone Burioni – La Roma Primavera batte a Vinovo la Juventus di Baldini. I ragazzi di mister Alberto De Rossi hanno sconfitto i bianconeri per 3-1 grazie alla doppietta di Celar e al gol di Pezzella. Inutile la rete di Nicolussi che ha solo illuso i padroni di casa. I giallorossi si avvicinano così alla vetta della classifica guidata dall’Atalanta e raggiungono quota 26 punti scavalcando proprio la Juventus. Da segnalare l’assenza di Bianda a causa di un’influenza che lo ha costretto al forfait.

TABELLINO

JUVENTUS FC (4-3-3): Loria; Rafael Bandeira (75′ Meneghini), Capellini, Boloca, Anzolin; Nicolussi Caviglia, Morrone (75′ Leone), Portanova (45′ Pablo Moreno); Fagioli, Monzialo (54′ Baden Frederiksen), Petrelli.
A disposizione: Garofani, Gozzi Iweru, Boloca, Makoun, Pinelli, Francofonte, Penner, Di Francesco, Tongya, Markovic.
Allenatore: Baldini.

A.S. ROMA (4-3-3): S.Greco; Parodi (88′ Santese), Trasciani (79′ Coccia), Cargnelutti, Semeraro; Riccardi, Pezzella, F.Greco; D’Orazio (63′ Cangiano), Celar, Besuijen (63′ Sdaigui).
A disposizione: Zamarion, Masangu, Nigro, Simonetti, Chierico, Silipo, Bucri, Bamba, Meo, Buso.
Allenatore: Alberto De Rossi.

Arbitro: Giacomo Camplone di Pescara.
Assistente 1: Dario Gregorio di Bari.
Assistente 2: Giovanni Mittica di Bari

Marcatori: 43′ e 48′ Celar (Roma); 56′ Nicolusso (Juventus); 58′ Pezzella (Roma).
Ammoniti: 26′ Morrone (Juventus); 28′ Trasciani (Roma); 66′ Cargnelutti (Roma), 69′ Rafael Bandeira (Juventus).
Espulsi: –

LIVE

SECONDO TEMPO

90 + 4′ – Termina qui il match. La Roma batte la Juventus 3 a 1.

90′ – Saranno quattro i minuti di recupero.

88′ – Altro cambio per la Roma: fuori Parodi, dentro Santese.

88′ – Petrelli trova lo spazio alle spalle della linea difensiva della Roma, viene servito e lascia partire un buon tiro, ma Greco è bravissimo a bloccare la conclusione in due tempi.

85′ – Semeraro si smarca sulla sinistra e lascia partire un tiro che termina sul fondo.

84′ – La Roma mantiene la palla lontana dalla propria area guadagnando un corner con Cangiano.

82′  La Juventus reclama per un presunto rigore. Il direttore di gara però non concede il penalty e fa cenno a Petrelli di rialzarsi.

79′ – Cambio anche per la Roma: fuori Trasciani, dentro Coccia.

75′ – Doppio cambio per la Juventus: escono Rafael Bandeira e Morrone, entrano Meneghini e Leone.

71′  Petrelli lascia partire un tiro dal limite dell’area, ma la conclusione è centrale e non impensierisce Greco.

69′ – Ammonito anche lo juventino Rafael Bandeira.

66′ – Giallo per Cargnelutti per un fallo sulla linea mediana.

63′ – Doppio cambio per la Roma: escono Besuijen e D’Orazio, entrano Sdaigui e Cangiano.

61′ – Celar raccoglie un ottimo cross di Riccardi. Il giallorosso stoppa e lascia partire un buon tiro, Loria è bravo a respingere.

58′ – GOOOOOL!!!!! La Roma risponde subito a Nicolussi con Pezzella. 3-1 per i giallorossi adesso.

56′ – Gol della Juventus! Nicolussi trova la rete e accorcia le distanze.

54′ – Cambio per la Juventus. Esce Monzialo ed entra Baden Frederiksen.

48′ – GOOOOOOOL!!!!! Raddoppio della Roma, di nuovo Celar! Il giallorosso vince un duello di forza, supera i due centrali bianconeri e a tu per tu con Loria non sbaglia.

47′ – Subito Roma in avanti con Greco che conclude di poco a lato da posizione defilata.

45′ – Inizia il secondo tempo.

45′ – Primo cambio per la Juventus all’intervallo: esce Portanova, entra Pablo Moreno.

PRIMO TEMPO

45′ – Roma vicinissima al 2-0. Conclusione insidiosissima di Semeraro da fuori area, il pallone sfiora la traversa nella discesa e termina sulla rete esterna. Si chiude qui la prima frazione di gioco.

44′ – Ottimo intervento di Greco che alza il tiro di Fagioli sopra la traversa.

43′ – GOOOOOOL!!!! La Roma è in vantaggio grazie alla rete di Celar!

41′ – Petrelli colpisce di testa al centro dell’area giallorossa ma il suo tiro è troppo morbido e diventa facile preda di Greco. Sul capovolgimento di fronte è bravo Loria ad uscire al limite della propria area e a sventare il pericolo.

36′ – Roma ad un passo dal vantaggio con D’Orazio! Il calciatore giallorosso fa partire un magnifico tiro indirizzato verso il sette della porta bianconera, ma Loria compie un autentico miracolo e devia la sfera sulla traversa.

33′ – Rinvio corto di Trasciani, la Juventus recupera il pallone e arriva al tiro con Portanova, ma la sua conclusione termina alta.

28′ – Ammonito anche un calciatore della Roma. Si tratta di Trasciani che ha atterrato un bianconero in posizione defilata.

26′ – Fallo tattico di Morrone che blocca una ripartenza giallorossa. Giusta l’ammonizione.

23′ – Petrelli vicinissimo al gol! Il suo tiro a giro sfiora il palo alla sinistra di Greco e termina sul fondo.

19′ – Ancora giallorossi in avanti! D’Orazio sposta la palla e tira un bolide da fuori area, ma è bravissimo Loria a deviare il pallone in corner.

14′ – Gran tiro di Riccardi da fuori area, ma Loria è bravo ad alzare la sfera sopra la traversa.

12′ – Cargnelutti allontana un pallone pericoloso a pochi passi dalla porta di Greco. Contropiede della Roma che entra in area con Celar ma il suo tiro viene ribattuto.

10′ – Roma frizzante in questo avvio soprattutto sulla fascia destra: Riccardi guadagna una punizione sulla trequarti.

7′ – La Roma protesta per un presunto rigore su Trasciani, ma l’arbitro concede una punizione per la Juventus.

5′ – Ottima parata di Greco che risponde a Fagioli, l’azione viene però fermata per fuorigioco dell’attaccante bianconero.

4′ – La Juventus risponde subito con Anzolin che conclude da ottima posizione superando Greco, ma il tiro viene salvato sulla linea dalla difesa giallorossa.

2′ – Parte fortissimo la Roma che va subito vicina al gol. Riccardi crossa dalla destra, Loria non trattiene la sfera e Celar batte a colpo sicuro, ma il tiro si infrange sulla schiena di Capellini. Corner per i giallorossi.

0′ – Inizia il match.

Simone Burioni

Parma-Roma 0-2, Di Francesco salva la panchina: “Alla faccia dei nemici”

Simone Burioni – Servivano i tre punti e così è stato. La Roma esce vittoriosa dallo Stadio Tardini di Parma grazie alle reti di Bryan Cristante e Cengiz Under, i quali firmano lo 0-2 che permette a Eusebio Di Francesco di salvare la propria panchina. “E io sono ancora qua, eh già” ha detto il tecnico ex Sassuolo, citando Vasco Rossi togliendosi qualche sassolino dalla scarpa rispetto alle voci insistenti sul suo possibile esonero in caso di sconfitta: “Niente rancori, ognuno è stato libero di pensare quello che ha voluto ma anche io lo sono. Ce l’ho con tutti, amici e nemici, dentro e fuori Trigoria“. Forse questa partita riuscirà ad alleggerire un clima che si era fatto piuttosto pesante in casa Roma, figlio di un inizio di campionato ampiamente al di sotto delle aspettative di tutto l’ambiente giallorosso.

La gara di ieri è iniziata bene per la Roma, la quale ha tentato più volte di fare male alla formazione emiliana già nel primo tempo con un Edin Dzeko un po’ distratto in un paio di potenziali occasioni. La prima vera chance della partita è però del Parma, che va vicino al gol al minuto 28 con Siligardi: lancio di Gagliolo dalle retrovie, Gervinho buca l’intervento ma permette al suo compagno di reparto di ritrovarsi a tu per tu con Olsen. Il portiere svedese è bravo a rimanere in piedi fino all’ultimo, smanacciando il tiro di Siligardi, potente ma troppo centrale. Ad inizio ripresa è nuovamente la Roma a farsi avanti e al minuto 58 i giallorossi trovano il gol con Cristante, bravo a colpire di testa sul corner battuto da Under. Ancora un paio di potenziali occasioni per Dzeko, ieri non proprio nella sua forma ideale, dopodiché è Under a rendersi pericoloso ma il suo sinistro a giro viene deviato da un difensore del Parma. Al 76° i giallorossi trovano il raddoppio proprio con il turco, uno dei più pericolosi dei suoi: Pellegrini – subentrato al posto di uno spento Zaniolo – serve un assist al bacio per il compagno che, solo davanti a Sepe, scaraventa il pallone in rete. La partita si chiude sullo 0-2, nonostante un’occasione nel finale per il Parma non sfruttata da Ceravolo.

Abbiamo ritrovato l’identità: la squadra mi è piaciuta in maniera eccelsa, specie nella ripresa, abbiamo concesso solo l’occasione di Siligardi. Zaniolo? Deve continuare ad allenarsi, normale fare degli errori. Non è abituato a giocare a certi ritmi, sarebbe stato più logico farlo partire dalla panchina ma avevo bisogno di lui. Mi aspettavo un suo calo. Vedo la crescita di Kluivert, Under, lo stesso Pellegrini, che è diventato un leader“: è soddisfatto Di Francesco, che vede forse per la prima volta in stagione il frutto del suo lavoro. La Roma non dovrà però adagiarsi sugli allori proprio adesso, visto che il quarto posto – occupato dalla Lazio, fermata dal Torino – adesso dista solamente 2 punti. Un po’ di vacanze faranno bene a tutto l’ambiente giallorosso: appuntamento al 14 gennaio, data in cui la Roma affronterà in Coppa Italia la Virtus Entella.

Simone Burioni

Roma, la panchina trema: i possibili sostituti di Di Francesco

Gianluca Notari – Sono quasi le ore 21 e a Plzen fa un freddo boia. Al Mesta Stadion i giocatori della Roma sono negli spogliatoi e hanno appena perso per 2-1 contro i padroni di casa del Viktoria. Sul groppone, oltre all’umidità del campo, una bordata di fischi da parte dei circa 700 tifosi che hanno raggiunto la Repubblica Ceca nonostante il periodo nero che la squadra sta attraversando.
Nella testa di Monchi, così come in quella degli altri dirigenti, la domanda – uguale ormai da diverse settimane – è la stessa: andare avanti o cambiare allenatore?
La risposta, come è evidente, finora è sempre stata quella della continuità. Ma la pazienza ha un limite, e potrebbe non durare per sempre. E allora, su chi puntare in caso di esonero di Di Francesco?

Il primo nome che rimbalza su radio, tv e giornali è sempre quello di Paulo Sousa: amico di Franco Baldini, braccio destro – nascosto, ma neanche troppo – di James Pallotta, l’ex Fiorentina sembra essere il nome più accreditato in caso di cambio allenatore. Le sue squadre, come il Basilea o la Fiorentina, hanno sempre mostrato un bel gioco ed una spinta attitudine offensiva. Per dirne una, Bernardeschi con Sousa faceva l’esterno destro di un centrocampo a 5. Il suo sembra il percorso più fattibile, anche perché non più di qualche settimana fa il tecnico ha scoperto le carte: “Io alla Roma? Un giorno mi piacerebbe allenarla“.

Un altro nome attorno a cui si discute parecchio è quello di Laurent Blanc: fermo da un paio di stagioni, il francese ha allenato Bordeaux e Paris Saint-Germain, intervallando le due esperienze con il biennio alla guida della Nazionale della Francia. Con i due club ha vinto molto: 4 campionati francesi, 4 coppe di Lega, 5 Supercoppe e due Coppe di Francia. Un curriculum niente male ed un profilo certamente appetibile. C’è poi Vincenzo Montella, uno che la Roma l’ha già allenata e che, soprattutto, l’ambiente giallorosso lo conosce bene. Le sue ultime esperienze sulle panchine di Milan e Siviglia, però, fanno tentennare la dirigenza giallorossa, nonostante l’idea di calcio che l’areoplanino imprime alle sue squadre piaccia molto a Monchi ed al suo staff. Altri nomi che sono circolati sono quelli di Jardìm, Donadoni e Sampaoli, ma tutti e tre, per ragioni diverse, non sembrano rientrare nei piani del club capitolino.

Il sogno, come è noto a tutti, rimane sempre quello di Antonio Conte. La pista però sembra al momento impossibile sia per il budget a disposizione che per le esigenze del tecnico pugliese, il quale non avrebbe nessuna fretta di accasarsi – forte dello stipendio che ancora percepisce da parte del Chelsea -, specialmente se la situazione appare complicata come quella della Roma. Per il momento dunque Di Francesco resta, ma la panchina traballa: se nella gara con il Genoa le cose andassero male, il filo che lo lega ai giallorossi potrebbe spezzarsi definitivamente.

Gianluca Notari

Roma-Inter, ex ed Europa

Simone Burioni – Tutte le gare valgono tre punti, sì, ma esistono partite che possono significare molto di più. Per diversi motivi, Roma-Inter è una di queste: da Spalletti a Santon, da Zaniolo a Nainggolan. Da qualunque parte la si osservi, questo Roma-Inter sarà uno di quei Roma-Inter: non più decisivo per lo scudetto come fino a qualche anno fa, ma ugualmente emozionante ed estremamente importante.

Passato, presente e futuro – Partiendo dagli ex, la gara tra nerazzurri e giallorossi di quest’anno non può non avere il nome di Radja Nainggolan: dopo tre stagioni di amore, il Ninja ha dovuto lasciare la Capitale per scelte calate dall’alto. Non ci sarà, ma se Nanni Moretti ci ha insegnato qualcosa, forse la sua assenza sarà notata più della sua presenza.
L’altro grande ex della serata sarà Luciano Spalletti: dopo la prima, bellissima esperienza nei primi anni 2000, il tecnico di Certaldo è tornato dalle parti di Trigoria nel gennaio del 2016, rimanendo per un anno e mezzo sulla panchina della Roma e siglando il record di punti della storia del club, 87. Andato via tra le polemiche per il burrascoso rapporto con Totti, Spalletti si è accasato all’Inter, dove sembra aver finalmente trovato la quadra.

Un altro ex, ma a casacche invertite, è Davide Santon. La sua storia è quella di un talento sbocciato in giovanissima età, bruciatosi in un club troppo grande per lui, emigrato all’estero e poi tornato a casa per cercare il riscatto. Ma Roma-Inter è da sempre una partita dove è facile che i destini che si insi incrocino: Santon arriva a Roma nell’operazione Nainggolan e, insieme a lui, Nicolò Zaniolo: enfant prodige classe 2000, Zaniolo è stata la carta che ha convinto Monchi a cedere il belga all’Inter. Fino ad ora il giovane trequartista ha convinto tutti, dimostrando una maturità difficile da trovare in un ragazzo di appena 18 anni.

A caccia di punti – Se l’Inter gode di una certa tranquillità, per quanto riguarda la classifica della Roma la situazione è molto differente: i giallorossi sono momentaneamente al nono posto, ma vincendo tornerebbero in zona Europa, a meno 3 punti dal Milan quarto. Le tante assenze certo non aiutano, ma Di Francesco dovrà necessariamente inventarsi qualcosa: non solo per non perdere di vista le prime quattro della classifica, ma anche per restare saldamente sulla panchina dei capitolini. Uomo avvisato.

Simone Burioni

Un segno di rossetto contro la cultura del bomber

Simone Burioni – In un sabato di pioggia, oltre all’acqua, a piovere sono le accuse contro la Roma, che perde 1-0 a Udine e compie un passo indietro rispetto alla vittoria contro la Sampdoria. Unica nota positiva, anche se passata sotto traccia, la manifestazione contro la violenza sulle donne. In occasione della giornata mondiale contro questa indicibile pratica, i giocatori della Roma, dell’Udinese e anche la squadra degli arbitri hanno sfoggiato un segno rosso di rossetto sulla guancia sinistra proprio in segno di vicinanza verso la donna, spesso vittima di una cultura che troppo spesso la relega ad un ruolo subalterno.

Per molti sarà stato un frivolo segnale di disturbo che interrompe la linea retta dell’attenzione tra poltrona e televisore, altri non l’avranno neanche notato, mentre altri ancora avranno pensato ad un’inutile perdita di tempo. In effetti, cosa c’entra il calcio con la violenza sulle donne?

Eppure, la cultura del machismo e del bomberismo, che ha le proprie basi nelle più becere menti del tifoso medio, si è resa spesso complice silente di un immaginario in cui la donna è arredo del salotto televisivo in cui si discute di un rigore o di un fuorigioco, o che ha reso il calcio femminile un ‘non sport‘. Oppure, più comunemente, la donna nel calcio è sempre stata il perfetto corredo all’idolo sportivo di turno, rapace in area di rigore così come a letto.
Veline, letterine, modelle, wags: ce n’è sempre stato per tutti i gusti, dalla mora alla bionda, dallo stile nostrano a quello esotico. Ciò che nel mondo del calcio invece non c’è mai stata, per la donna, è la dignità.
Risale a poche settimane fa il volantino distribuito nella Curva Nord della Lazio, la zona più calda – e a quanto pare più stupida – della tifoseria biancoceleste, in cui veniva ordinato alle donne di non posizionarsi nelle prime dieci file del settore poiché il tifo è roba da uomini, che non siamo mica al centro commerciale. Oppure, non sono rari i commenti da parte di aitanti ragazzoni che, nei profili delle sezioni femminili di alcuni club di Serie A come Roma e Juventus, si improvvisano cabarettisti di second’ordine twittando cose come “la domenica dovreste stare in cucina” o “tornate a stirare le camicie“.
Ogni commento a questo tipo di esternazione risulta superfluo. Probabilmente, non è con una striscia di rossetto sulla guancia che si combatte questo genere di subumani (che speravamo ormai estinto nel terzo millennio). La speranza, però, è che almeno qualcuno, seduto sulla poltrona di casa o sul seggiolino dello stadio, abbia notato quel segno rosso sul viso e, per un momento, sia stato fiero di essere profondamente diverso dallo spettatore seduto al suo fianco.

Simone Burioni