Gianluca Notari – Questa storia non è una storia per romanisti. Questa è la storia di un gruppo di alieni, sbarcati per caso nei pressi dello Stadio Olimpico, che hanno affrontato e ribaltato la tradizione, l’equilibrio, lo status quo. Ed è solo un caso che questo invincibile gruppo di alieni abbia per una sera vestito la maglia della Roma, perché alla Roma, queste cose, non riescono mai. Roma-Barcellona doveva essere l’ennesimo Roma-Sampdoria, Roma-Liverpool o Roma-Lecce, l’ennesimo rimpianto di qualcosa che poteva essere ma che non è stato. L’ennesima gara in cui alla fine si esce dallo stadio e si impreca, ci si arrabbia, e si maledice il giorno in cui si è scoperto l’amore per questi colori. No: questa storia non è una storia per romanisti.
Eppure, dopo una notte troppo magica per poter sembrare vera, quello che doveva essere non è stato. La Roma è riuscita in qualcosa di straordinario, non ha disatteso i sogni dei tifosi e no, non è uscita dalla Champions League tra fischi e rimpianti. Roma-Barcellona 3-0, semifinale raggiunta e Barça eliminato ai quarti. Troppo bello per essere vero eppure, per una volta, è tutto vero.
E allora via ai caroselli, via alle adunate in piazza, via agli sfottò e alle grida di gioia. Perché Roma ha vinto, e nessuno se la sa godere più dei tifosi della Roma. Perché questa, oltre alla vittoria di Di Francesco, di Pallotta, di Dzeko, De Rossi e Manolas, sarà sempre e per sempre la vittoria dei tifosi. Un sogno, forse, o una bellissima storia da raccontare ai nipoti.
L’auspicio è che questa partita sia la prima pietra di un lungo percorso, ma ciò che importa adesso è che la Roma ha vinto e per la seconda volta nella sua storia raggiunge la semifinale della massima competizione europea. Ora tutto sembra possibile, anche pensare di arrivare allo Stadio Olimpico di Kiev per giocarsi una finale a dir poco insperata. Per ora c’è solo da sperare che quel gruppo di alieni non vada via da Roma prima della fine della stagione, lasciando i tifosi giallorossi liberi di sognare ancora un po’. Perché sognare sì che è per romanisti.
Gianluca Notari