Rewind, Roma-Torino. Il primo gol di De Rossi e la favola Totti

Alice Dionisi – Nell’attesa di poter vedere di nuovo la Roma in campo, ripercorriamo alcune partite storiche dei giallorossi in campionato nel corso degli anni. La vittima preferita in Serie A è il Torino, in 175 partite disputate i capitolini hanno vinto 73 volte, conquistando 265 punti totali contro i granata. Ad andare a segno il maggior numero di volte contro il Toro sono stati gli argentini Enrique Guaita e Pedro Manfredini (9 reti) seguiti da Rodolfo Volk, Roberto Pruzzo e Francesco Totti (8 gol). Tra i trasferimenti storici quello di Ruggiero Rizzitelli, che nel 1994 viene ceduto al club piemontese a causa del suo rapporto conflittuale con l’allenatore: “Mi spezzai il cuore da solo: non andavo d’accordo con Mazzone e dopo il primo anno, uno dei due doveva andare via”. Contro il Torino, il 10 maggio del 2003 arriva anche il primo gol in Serie A di De Rossi, tra le mura di casa dello Stadio Olimpico. Daniele ha 19 anni e sulle spalle non c’è ancora il numero 16, ma il 27. È la sua prima partita da titolare e trova la rete beffando Sorrentino in porta, poi replicherà nella stagione 2017/2018, con la fascia da capitano al braccio.

PARTITE

La prima vittoria arriva nella stagione 1928/29, la Roma dilaga e la partita termina 6-1. Nel 1933 il Torino incassa ancora più gol nei 90’ di gioco: una tripletta di Eusebio, una doppietta di Fasanelli e le reti di Costantino e Bernardini per il 7-1 finale. Quando i giallorossi conquistano per la prima volta il titolo nazionale nel 1941/42, al secondo posto in classifica, con appena 3 punti in meno, ci sono i granata, contro i quali la Roma non è riuscita ad andare oltre i due pareggi nell’arco della competizione. 3 dei 19 gol segnati dal capocannoniere del campionato 1962/63, Pedro Manfredini, sono arrivati contro il Torino quando l’argentino, accompagnato da una doppietta di De Sisti, fa uscire gli avversari sconfitti dal campo con un tondo 5-0. Il 15 maggio del 1983 l’ultima partita in casa della stagione è contro i granata, che diventano spettatori dei festeggiamenti all’Olimpico per il secondo scudetto, ottenuto già matematicamente la settimana precedente a Genova. La squadra allenata da Liedholm non vuole sfigurare davanti ai suoi tifosi nonostante sia già Campione d’Italia e vince l’ultima partita dell’anno 3-1 grazie alle reti di Pruzzo, Falcao e Conti.

TOTTI

È il 20 aprile del 2016 e la Roma allenata da Luciano Spalletti affronta in casa il Torino per il turno infrasettimanale della trentaquattresima giornata di Serie A. Manolas trattiene Belotti in area e l’arbitro Calvarese è costretto a fischiare il rigore. Il Gallo trasforma dal dischetto e porta in vantaggio la formazione ospite al 35’, ma nella ripresa è lo stesso difensore greco, resosi protagonista del fallo da penalty nel primo tempo, a regalare ai giallorossi il gol del pari. A 10’ minuti dalla fine Martinez gela l’Olimpico, segnando la rete dell’1-2 su cross di Bruno Peres (parlando di ex…). All’86’ entra in campo Francesco Totti, che nonostante abbia quasi 40 anni è ancora pieno di sorprese. Il numero 10 ci mette poco a rendersi decisivo, tocca il primo pallone dopo qualche secondo dal suo ingresso in tempo e lo infila nella rete di Padelli per il 2-2. Sarebbe stata una bella storia già così, con il capitano che salva la squadra da una sconfitta meritata. Totti però vuole strafare. 3 minuti dopo il gol del pareggio, Calvarese mette di nuovo bocca al fischietto, assegnando un rigore alla Roma. Dagli 11 metri va di nuovo Francesco, lui che di rigori ne ha segnati già 82 in carriera. 3 minuti dopo il suo ingresso in campo, ad un solo giro di lancette dalla fine del tempo regolamentare, fa gonfiare di nuovo la rete e segna il gol del 3-2. L’Olimpico esplode in un boato assordante, sugli spalti c’è un ragazzo che vorrebbe festeggiare, ma invece piange, sopraffatto dalle emozioni e impotente davanti ad un uomo che continua a scrivere la storia della Roma, anche 23 anni dopo il suo esordio. L’ennesimo episodio di una bellissima storia d’amore.

 

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Le imprese della Roma in Europa: Champions League 2008/2009, giallorossi primi nel girone

Alice Dionisi – È fine agosto del 2008 e la Roma si trova al Grimaldi Forum di Montecarlo per assistere ai sorteggi di Champions League e scoprire quali saranno le sue avversarie. Sul palco c’è Bruno Conti, ambasciatore di questa edizione della massima competizione europea, indaffarato con l’estrazione delle squadre partecipanti alle urne. I giallorossi, in seconda fascia, pescano il Chelsea -finalista l’anno precedente-, il Bordeaux e il Cluj.  Non un girone proibitivo, ma neanche semplice. Il pensiero va alla finale, che si giocherà tra le mura dello Stadio Olimpico il 27 maggio.

 

Rosella Sensi è da poco diventata presidente del club, prendendo il posto del padre dopo la sua scomparsa. Sulla panchina invece, per il terzo anno consecutivo, siede Luciano Spalletti. Il direttore sportivo Daniele Pradè ha ufficializzato gli acquisti di John Arne Riise dal Liverpool e Jérémy Ménez dal Monaco, oltre alla cessione di Mancini all’Inter. Torniamo ai sorteggi: l’allenatore di Certaldo è ottimista, “Mi sembra un bel girone, sicuramente interessante, siamo soddisfatti. Il Chelsea ha qualcosa in più, noi però ci portiamo dietro la qualità raggiunta in questi anni. Spero sia un patrimonio che i ragazzi vorranno custodire come un tesoro”. I blues di John Terry e Frank Lampard, allenati da Scolari, sono gli avversari più pericolosi, ma la Roma avrà tempo per pensarci, prima dovrà affrontare il Cluj in casa e il Bordeaux in trasferta.

 

All’esordio in stagione in Champions League arriva la sconfitta contro i romeni del Cluj, il 16 settembre 2008. Non basta il vantaggio iniziale di Panucci, i giallorossi si fanno cogliere impreparati da Juan Culio che mette a segno la doppietta del ko all’Olimpico. La Roma premia i tifosi giunti in Francia per la trasferta contro il Bordeaux e si fa perdonare il risultato della prima partita, mettendo a segno un 3-1 firmato Júlio Baptista (due gol) e Vucinic. Nella gara d’andata a Londra contro il Chelsea arriva la seconda sconfitta e il gol di Terry al 77’ sembra mettere in dubbio la qualificazione agli ottavi. Al giro di boa i blues sono in testa al girone con 7 punti, seguiti dal Cluj a 4, con Roma e Bordeaux ferme a 3. Il 3-1 è un risultato ricorrente in questa fase a gironi, dopo la vittoria in Francia i giallorossi rifilano lo stesso risultato anche ai blues di Scolari, il 4 novembre 2008. La vittoria contro gli inglesi sembra scacciare il momento di crisi in cui si trova la squadra, proveniente da un momento delicato in campionato. A finire sul tabellino dei marcatori contro il Chelsea sono Panucci e Vucinic, che al secondo gol personale viene travolto dai compagni di squadra festeggianti, incluso mister Spalletti. Un altro 3-1 spetta anche al Cluj in Romania, questa volta firmato da Brighi (doppietta) e Totti, che saranno anche gli stessi protagonisti della vittoria per 2-0 contro il Bordeaux al termine della fase a gironi. Grazie alle tre vittorie europee consecutive la Roma vola al primo posto della classifica, con 12 punti. Il Chelsea, rallentato da un pareggio contro i francesi, si ferma al secondo posto ad 11 punti. Nella fase successiva i giallorossi affronteranno l’Arsenal. I Gunners troveranno la vittoria in casa grazie ad un gol di Van Persie, ma la Roma pareggerà i conti nel ritorno allo Stadio Olimpico grazie al gol di Juan. Il successo nei 90’ minuti non sarà abbastanza e saranno i rigori a negare l’accesso alla fase successiva.

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Agli ottavi il Siviglia dell’ex Monchi

Alice Dionisi – Da Nyon arriva il verdetto per le italiane in Europa League, che sono chiamate ad affrontare due spagnole agli ottavi di finale. La Roma pesca il Siviglia dell’ex direttore sportivo Monchi, mentre l’Inter si giocherà il passaggio del turno contro il Getafe. Il 12 marzo i giallorossi voleranno in trasferta in Spagna, per poi giocare il ritorno allo stadio Olimpico la settimana successiva, il 19 marzo. Al contrario, nelle stesse date i nerazzurri affronteranno la gara d’andata a San Siro e il ritorno in trasferta. Per quanto riguarda le altre avversarie ancora in corsa per la finale a Danzica il 27 maggio, i sorteggi hanno decretato che l’Istanbul Basaksehir, qualificatosi come primo nel girone che ospitava anche la Roma, affronterà il Copenaghen, mentre l’Olympiakos sfiderà il Wolverhampton. Strada spianata per il Manchester United, accoppiato contro il Lask Linz. Estratte Rangers-Leverkusen e Wolfsburg-Shakhtar, mentre il Basilea affronterà la vincente tra Eintracht Francoforte e Salisburgo.

Dopo aver eliminato il Gent ai sedicesimi (1-0 in casa e 1-1 in Belgio al ritorno), la Roma ritroverà il tanto contestato ex direttore sportivo Monchi, tornato a Siviglia dopo l’esperienza fallimentare in Italia. Gli andalusi, che al momento occupano il terzo posto in Liga, a pari punti con l’Atletico Madrid, si erano qualificati primi nel girone A, affrontando poi il Cluj ai sedicesimi. Dopo l’1-1 in Romania, gli spagnoli hanno pareggiato 0-0 nel ritorno allo stadio Ramón Sánchez-Pizjuán, con il brivido all’87’ del gol -poi annullato dal VAR- che li avrebbe eliminati dalla competizione. “Questa sfida ha un lato sentimentale per alcuni di noi” ha dichiarato il capo dell’area sportiva giallorossa Manolo Zubiria, “ma si tratterà soprattutto di due belle partite. Avrei preferito affrontare il Siviglia in finale”. La sfida contro gli andalusi allenati da Lopetegui sarà tutt’altro che semplice, dato che è la squadra che detiene il record per il maggior numero di vittorie nella competizione. Ogni qual volta che sono arrivati in finale, gli spagnoli hanno poi vinto il titolo (per ben cinque volte) che invece manca in Italia dalla stagione 1998-1999, quando fu il Parma ad alzare il trofeo. “La Roma non è certamente un piccolo rivale, ma noi abbiamo un feeling speciale con questa competizione e speriamo di andare avanti. So che per il nostro direttore sportivo Monchi queste partite saranno ancora più particolari” ha dichiarato il vice-direttore generale del Siviglia Jesus Arroyo.

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La Roma scende in campo al fianco dei cittadini

Alice Dionisi – La Roma per Roma. Attraverso la Onlus Roma Cares, fondata dal club nel 2014, la società si è impegnata nel sociale, schierandosi al fianco dei più bisognosi, sfruttando l’eco mediatico dei calciatori e sostenendo lo sviluppo sano dello sport e della cultura. Tra i progetti promossi dalla Fondazione c’è “A Scuola di Tifo”, dedicato agli studenti delle scuole elementari, medie e superiori, volto a promuovere il rispetto reciproco e la sana aggregazione. Non c’è spazio per bulli e razzisti nella vita: i ragazzi delle scuole coinvolte ne discutono insieme nel corso di un laboratorio didattico, al termine del quale ricevono la visita a sorpresa di uno o più calciatori della Roma, ai quali possono mostrare cosa hanno imparato e domandare il loro punto di vista su tematiche che (purtroppo) tengono banco sia fuori che dentro il campo da calcio. Un pensiero speciale anche per le associazioni sportive dilettantistiche, che vengono coinvolte nel progetto “Calcio con il cuore”. Roma Cares si impegna a fornire alle società dei corsi di primo soccorso, che alla fine ricevono in dono un defibrillatore che rimarrà in dotazione alla struttura partecipante. Tra i progetti più emozionanti sostenuti dalla Fondazione c’è anche il “Toys Day”, una giornata speciale in cui i calciatori si impegnano a visitare bambini e ragazzi ricoverati negli ospedali della Capitale, portando loro in dono i regali raccolti presso le scuole calcio AS Roma o i Roma Store. “Calcio insieme” invece è un’iniziativa rivolta ai ragazzi dai 6 ai 16 anni affetti da disabilità che attraverso il calcio possono migliorare il livello di integrazione con gli altri ragazzi, ma anche quello motorio. Attraverso il sito della Roma, nella sezione dedicata alla Fondazione, è possibile partecipare alle aste di beneficenza (si possono trovare spesso le maglie indossate dai calciatori durante le gare) per poter finanziare le iniziative promosse. È possibile anche donare il 5×1000 per offrire il sostegno ai progetti a sostegno dei più bisognosi.

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Maledette vacanze

Alice Dionisi – Il 2019 della Roma si era concluso con la vittoria per 4-1 ai danni della Fiorentina, con il poker calato da Dzeko, Kolarov, Pellegrini e Zaniolo. Ma il 2020 dei giallorossi si apre con uno scenario differente: l’anno solare comincia con una sconfitta per 0-2 contro il Torino, con la doppia firma di Belotti. Una striscia di cinque risultati utili consecutivi per gli uomini di Fonseca, interrotta dalla sosta natalizia e dai granata. Nell’ultima partita del girone di andata la Roma ha poi incontrato la Juventus, incassando però un’altra sconfitta: 1-2 per i bianconeri che sbloccano il match dopo appena 3 minuti di gioco. Contro il Genoa un sospiro di sollievo: i giallorossi ritrovano la vittoria, conquistando i 3 punti al Marassi grazie alle reti di Under e Dzeko. L’entusiasmo però dura poco, perché gli uomini di Fonseca sono di nuovo chiamati ad affrontare la Juventus per disputare i quarti di finale di Coppa Italia, ma vengono eliminati dai bianconeri che vincono 3-1 allo Juventus Stadium. In campionato arriva una grande prestazione contro la Lazio nel derby capitolino, ma la Roma non riesce ad andare oltre l’1-1. Il turno successivo conferma l’incubo giallorosso, con la sconfitta per 4-2 in casa del Sassuolo, incassando tre gol nei primi 26′. Sei partite disputate, quattro sconfitte, un pareggio e una vittoria. In tutte le partite giocate prima della sosta natalizia erano arrivate soltanto tre sconfitte: contro Atalanta, Parma e Borussia Monchengladbach. Nel 2020 i giallorossi hanno collezionato soltanto quattro punti: clamoroso crollo fisico e mentale degli uomini di Fonseca, che spazzano via le certezze di inizio stagione. Adesso il quarto posto è a rischio, in attesa dell’Atalanta.

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De Rossi si maschera e assiste al derby in Curva Sud. Un amore viscerale per la Roma

Alice Dionisi – Una truccatrice professionista e il derby da spettatore, accanto i tifosi che lo hanno sempre amato. Attraverso un video pubblicato dalla moglie Sarah su Instagram, Daniele De Rossi rivela di essersi mascherato per poter assistere in incognito alla stracittadina, insieme all’amico Valerio Mastrandea. Parrucca, occhiali, cappello e sciarpa, così l’ex calciatore ha coronato il suo sogno e si è seduto sui seggiolini della Curva Sud allo Stadio Olimpico.

L’addio da calciatore alla sua Roma il 26 maggio 2019, ma mai da tifoso. Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, a seguito della breve parentesi con il Boca Juniors, il numero 16 torna nella Capitale e non perde l’occasione per ribadire, ancora una volta, il suo amore per i colori giallo e rosso. Nel corso della sua carriera, più di 600 presenze con il club, De Rossi ha più volte scaldato il cuore dei tifosi con le sue dichiarazioni.

Nella conferenza stampa in cui annunciava il suo “addio” alla Roma, disse: “Sulla mia decisione di rimanere sempre fedele a questa squadra non tornerei indietro, non cambierei una virgola”. Inizia a giocare in prima squadra l’anno dopo lo scudetto, senza mai riuscire a conquistare il titolo da protagonista, ma nel corso della sua carriera vince con i giallorossi due volte la Coppa Italia e una volta la Supercoppa. Si laurea campione del Mondo con la nazionale italiana nel 2006, segnando uno dei rigori decisivi con la Francia.

La frase che descrive meglio la meravigliosa storia d’amore tra De Rossi e la Roma l’ha detta lui stesso: “Ho un unico rimpianto, quello di poter donare alla Roma una sola carriera”. Dopo la vittoria per 3-0 sul Chelsea nella fase a gironi in Champions League, nella stagione della cavalcata giallorossa fino alla semifinale contro il Liverpool, i commentatori della gara nel post-partita gli chiesero se in serate come quella ringraziava di essere romanista. La risposta, di classe: “Noi non viviamo serate di gloria in Champions League, io ricordo ancora la vittoria sul Chelsea di dieci anni fa. Abbiamo preso tante batoste, ma dobbiamo ringraziare di essere nati romanisti anche dopo i 7-1”.

Protagonista della rimonta per 3-0 al Barcellona, da capitano, con la C maiuscola, si è preso la responsabilità di andare a calciare il rigore -quello del secondo gol- dopo l’autorete nella gara d’andata al Camp Nou. “Ai compagni ho detto, ‘se loro [i tifosi, ndr] ci credono, dobbiamo crederci come loro. Male che vada non passiamo, le tragedie sono altre’. Una delle serate più belle della mia carriera”.

“La Roma la amo troppo, viene dopo mia figlia. Non è ruffianeria. Quando segno non posso fare le orecchie alla Toni, non ci riesco. Mi viene da baciarla la Roma” (Roma-Inter 2-1, 2010).
“Io sono di proprietà dei tifosi della Roma” aveva dichiarato nel 2018, quegli stessi tifosi che, nonostante la situazione delicata, ha voluto rassicurare anche nella sua conferenza stampa di addio: “Tanti dicono per strada: ‘Ha smesso Francesco, se smetti anche tu siamo rovinati’, ma la Roma va avanti, è andata avanti dopo Di Bartolomei, dopo Bruno Conti, dopo Giannini, dopo Falcao, dopo le peggiori partite perse e le peggiori delusioni. Stiamo andando avanti anche senza Francesco, forse la cosa più dolorosa per un tifoso della Roma, figuratevi se non si può superare il post carriera del sottoscritto”.

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Mercato Roma, tripletta in entrata

Alice Dionisi – Ha inizio l’avventura romana del nuovo acquisto scelto dal ds giallorosso Petrachi per rinforzare la rosa della Roma. Il brasiliano Roger Ibanez è sbarcato nella Capitale e ha svolto le consuete visite mediche nella clinica di Villa Stuart, prima di firmare il contratto con il club. Il difensore arriva in prestito gratuito dall’Atalanta, dove ha collezionato appena 2 presenze in un anno, per 18 mesi, fino a giugno 2021. Il suo riscatto è fissato a 8 milioni di euro, con pagamento variabile in base al raggiungimento di determinati obiettivi. Inoltre la Roma si impegna a riconoscere ai bergamaschi il 10% del prezzo di cessione qualora essa avvenga entro giugno 2024, o di un milione più il 10% se dopo tale data.

Concluso il capitolo difesa, Petrachi si è mosso anche a centrocampo: Gonzalo Villar del Fraile, classe 1998, proveniente dall’Elche (Segunda División), è atteso a Roma in giornata, per poi svolgere le visite mediche domani. Il mercato dei giallorossi rimane in terra spagnola, perché continuano i contatti con il Barcellona per Carlez Perez. A Trigoria attendono la risposta del club catalano dopo il summit: la Roma ha offerto 15 milioni per l’esterno d’attacco, ma non intende concedere ai blaugrana il diritto di recompra. Non solo arrivi, ma anche partenze: Mirko Antonucci andrà in prestito secco per sei mesi al Vitoria Setubal, in Portogallo.

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Derby: Roma, prova di carattere. Ma l’errore di Pau Lopez…

Alice Dionisi Finisce 1-1 il derby della Capitale tra Roma e Lazio. Stesso risultato ottenuto all’andata, ma scenario differente. Era dalla stagione 2002/2003 che la stracittadina non finiva in parità entrambe le volte. A settembre, Fonseca, appena alla seconda partita sulla panchina della Roma, aveva sofferto la pressione dei biancocelesti, pur riuscendo a portare a casa il pareggio. All’Olimpico si presenta la Lazio da favorita, reduce dalla vittoria contro la Sampdoria per 5-1, ma sono i giallorossi a fare la partita. Al 26’ Edin Dzeko sfrutta il cross di Cristante e beffa Strakosha, firmando la rete del vantaggio della Roma, ma non passano neanche 10’ prima che il risultato venga portato nuovamente sulla parità. La Lazio sfrutta il calcio d’angolo e l’errore di Pau Lopez, che sulla linea della porta non riesce a bloccare il pallone deviato da Santon e regala ad Acerbi l’occasione di pareggiare la partita. La partita termina 1-1 ma la Roma rimpiange le occasioni sprecate e gli errori sotto porta, che non le hanno permesso di portare a casa la vittoria nonostante la superiorità espressa sul campo di gioco. Inzaghi incassa il punto conquistato e ammette: “La Roma è stata più brava di noi, ha fatto una grande partita, ha vinto i duelli individuali. Ho fatto i complimenti a Fonseca, ma la Lazio ha saputo soffrire”. Il portoghese coccola i suoi “Siamo stati coraggiosi”, ma c’è il rammarico per il pareggio “Non rispecchia quello che si è visto in campo. Pau Lopez ha fatto un’uscita infelice, ma resta un grande portiere”. Nel frattempo, il nuovo acquisto Roger Ibanez si è recato nella clinica di Villa Stuart per svolgere le visite mediche, nei prossimi giorni sono attesi anche Villar e Carles Perez.

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Spinazzola: “Io rotto? Mi sembra una follia”

Alice Dionisi – Da ceduto all’Inter a titolare nella gara al Marassi contro il Genoa, Leonardo Spinazzola ha risposto sul campo ai dubbi sulla sua condizione fisica. “Ormai sto alla Roma e penso alla Roma, il direttore ha già parlato, non voglio aggiungere altro” ha dichiarato il terzino nel post-partita contro i rossoblù, dove i tifosi giallorossi lo hanno votato come migliore in campo. “Io rotto? Mi sembra una follia, sto bene. Mi sono allenato da solo a Milano e l’ho fatto quando sono tornato a Roma”. Il calciatore non si è lasciato amareggiare da quanto successo con l’Inter, anzi, è tornato nella Capitale con la giusta motivazione e Fonseca l’ha premiato con un posto da titolare. “Sono tornato con una carica di rabbia, perché mi hanno detto che sono rotto, che sono difettoso. Sono chiacchiere. Gioco nella Roma, ho giocato nella Juventus e nell’Atalanta, gioco in Nazionale. Tutti i medici sono incompetenti? Tutti i direttori, tutti i presidenti, tutte le società sono incompetenti? Mi sembra esagerato. Sono sereno anche di testa, oggi ho corso fino alla fine, mi ha dato una grossa carica”. La squadra di Fonseca ritrova la vittoria in campionato battendo il Genoa 3-1, Spinazzola non riesce a mettere a segno la rete personale, ma il cross da cui nasce l’autogol di Biraschi porta la sua firma. Apre le danze Cengiz Under al 4’, poi l’autorete per il 2-0, ma sullo scadere del primo tempo Pandev segna il gol dell’1-2. Nella ripresa Pau Lopez salva il risultato con un intervento su Goldaniga, poi ci pensa Dzeko a chiudere la partita al 74’. Rimane ottimo il rapporto tra il terzino e i compagni: “Ho passato la settimana della moda a Milano. Quando sono tornato mi sono ripresentato e tutti mi hanno dato il benvenuto come nuovo giocatore, sono così. Tutti ci tengono, mi faccio voler bene perché sono sempre allegro e educato, non rispondo mai male a nessuno, sono amico di tutti. Ci tenevano che oggi facessi una grande partita”. Non ha deluso le aspettative.

Alice Dionisi

 

 

 

 

Spinazzola, andata e ritorno

Alice Dionisi – Antonello Venditti cantava “Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”. Così ha fatto Leonardo Spinazzola, partito il 15 gennaio in direzione Milano per svolgere le visite mediche prima di poter firmare con l’Inter. Antonio Conte ha richiesto che il terzino svolgesse un ulteriore test di condizione ad Appiano Gentile, dopo quelli di rito già previsti, ma la Roma ha negato il permesso al suo calciatore. È saltato lo scambio con i nerazzurri anche a causa del mancato accordo sui termini del prestito, costringendo Politano a rinunciare al suo sogno di tornare nella Capitale. Il danno d’immagine procurato a Spinazzola (ritenuto idoneo dal Coni) potrebbe spingere i giallorossi a fare causa all’Inter. Il terzino ha così fatto ritorno a Roma, dopo un’avventura durata appena due giorni, ed è già pronto per tornare ad allenarsi a Trigoria. “Deluso? Penso solo a domenica e al Genoa” ha dichiarato il calciatore, che cercherà la rivincita sul campo del Marassi. Tiene banco la questione legata alle foto ritraenti Politano nella clinica di Villa Stuart con la sciarpa della Roma, scattate prima della firma sul contratto. Il direttore generale dell’Inter Beppe Marotta lancia una frecciatina al club capitolino: “Non dipende dalla nostra gestione, Spinazzola non ha fatto nessuna foto con noi”. Amareggiato Matteo Politano, su cui adesso si è fatto avanti il Napoli. Il calciatore, classe 1993, è cresciuto nelle giovanili della Roma e avrebbe voluto fare ritorno nella sua squadra del cuore, ma le tensioni tra i due club per le questioni legate a Spinazzola lo hanno costretto a tornare a Milano. “Nella sua testa era già a Roma– ha dichiarato il tecnico nerazzurro Conte in conferenza stampa, in vista del match contro il Lecce- e voleva restare. C’è ancora tempo per trovare una soluzione. Io ho fatto una scelta tecnica”.

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