La meglio gioventù – Alberto Aquilani: il talento romano frenato dai troppi infortuni

(S. Valdarchi) – In questo nostro viaggio a ritroso nel tempo, attraverso i migliori frutti del settore giovanile della Roma, incontriamo per la prima volta un giocatore che ha appeso gli scarpini al chiodo. Si tratta di Alberto Aquilani, nato nel luglio del 1984 e che l’estate scorsa, a 35 anni ancora da compiere si è ritirato dal calcio giocato. La sua carriera, comunque degna di nota e ricca di esperienze in club di livello, è stata probabilmente frenata da una certa attitudine ad infortunarsi negli anni decisivi della sua maturazione.

Il cammino a Roma

Cresciuto nella Spes Montesacro, si afferma fin da piccolo e viene portato a Trigoria, dove percorre tutto il percorso delle giovanili, fino all’approdo in prima squadra. Debutta in Serie A il 10 maggio del 2003, in un Roma-Torino 3-1 che verrà ricordato anche per il primo gol di Daniele De Rossi con la maglia romanista. Gioca anche un’altra gara in quell’annata, in Coppa Italia contro la Triestina, club nel quale gioca in prestito nella stagione 2003/04.
In Serie B Aquilani si afferma senza troppa difficoltà, arrivando a collezionare 41 presenze e 4 gol nel campionato cadetto.
Una volta tornato alla Roma, ancora ventenne, riesce a ritagliarsi un ruolo importante, fino a diventare, negli anni successivi, uno dei pilastri della formazione Spallettiana. Veste la maglia giallorossa fino al 2009, raggiungendo quota 149 gare disputate. Rimane comunque il rimpianto di aver solo intravisto il miglior Aquilani, quello della rabona di San Siro e delle grandi conclusioni dalla distanza, per colpa di diversi guai fisici – tra cui la lesione al collaterale mediale del ginocchio destro e innumerevoli stop muscolari – che ne hanno minato la continuità.
Nell’agosto del 2009, a 25 anni, viene ceduto al Liverpool per 20 milioni di euro, cifra molto importante per un mercato ancora non drogato” come quello di oggi.

Le rivali della ex

Partito dalla Capitale, Alberto Aquilani, da sempre dichiaratamente tifoso romanista, nel giro di 6 anni veste le maglie di quattro dei club storicamente poco affini al popolo giallorosso: il già citato Liverpool, Juventus, Milan e Fiorentina. Manca soltanto la Lazio per l’en plein.
Scherzi a parte, il centrocampista classe ’84 firma un contratto quadriennale con i Reds, ma in Inghilterra non riesce mai ad affermarsi fino in fondo. Dopo una prima stagione trascorsa per la maggior parte in panchina, 18 presenze in Premier di cui la metà da subentrato, il Liverpool decide di cederlo in prestito alla Juventus, alla fine del mercato estivo del 2010.
A Torino, nell’ultima Juve pre-dominio – dalla stagione successiva è partita la duratura ed ancora attuale egemonia bianconera – Aquilani ritrova la titolarità, disputando 33 gare. Questi numeri però, non spingono la società di Agnelli a riscattare il romano, che tornato oltremanica si prepara ad un ulteriore prestito. La direzione questa volta è Milano, sponda rossonera. Anche al Milan, l’ex Roma si afferma senza troppe difficoltà nello scacchiere tattico di Allegri e sfiora lo Scudetto, arrivando pochi punti dietro proprio alla Juventus.
Terminato quel campionato, il Liverpool decide per la terza cessione consecutiva, sempre in Italia, ma questa volta a titolo definitivo. Il 3 agosto del 2012 viene ufficializzato il suo passaggio alla Fiorentina. In viola rimane per 3 anni, accompagnato durante questo tempo da Vincenzo Montella in panchina, che gli mette sulle spalle la numero 10 e ne fa un cardine della sua squadra.

Le ultime esperienze ed il ritiro

Dopo il suo addio a Firenze, Alberto Aquilani gioca soltanto altre tre stagioni, prima di svincolarsi per poi lasciare definitivamente il calcio giocato. Nel 2015 tenta fortuna all’estero, in Portogallo, con la maglia dello Sporting Lisbona. Nonostante un anno piuttosto positivo, i lusitani lo cedono al Pescara, neopromossa in Serie A. Aquilani trascorre soltanto i primi 6 mesi del campionato 2016/17 in Abruzzo, scendendo in campo per 9 volte, prima di essere girato in prestito al Sassuolo. A fine stagione, anche il Delfino decide di venderlo ed il classe ’84, dopo Inghilterra e Portogallo, va a giocare in Spagna, tra le fila del Las Palmas. Quella nelle Canarie rappresenta la sua ultima esperienza da giocatore. Nell’estate del 2018, con ancora un anno di contratto, rescinde con gli spagnoli. Passato un anno da svincolato, all’età di 34 anni si ritira dal calcio.
Attualmente è il presidente della Spes Montesacro, scuola-calcio nella quale è cresciuto e dallo scorso luglio è tornato a lavorare, in una nuova veste, nella Fiorentina. Nei viola ha iniziato come tecnico dell’Under 18, ma a dicembre 2019 Giuseppe Iachini, subentrato a Vincenzo Montella, lo assume come collaboratore tecnico nel suo staff.

(S. Valdarchi)

A breve nuovo incontro tra Roma e Napoli per Milik: distanza di 10 milioni

 

Pagine Romaniste (F. Belli) – Continua a tenere banco la questione legata a Milik e Dzeko. L’accordo tra la Roma e la Juventus per il bosniaco è già concluso. A bloccare l’operazione, per il momento, il mancato accordo tra capitolini e il Napoli per Milik. La distanza è di dieci milioni, infatti gli azzurri ne chiedono 20 oltre ai cartellini di Riccardi e Under mentre Fienga è disposto ad arrivare a 10. A breve le parti si aggiorneranno. Fondamentale chiaramente la partenza di Dzeko, che per la terza volta dal suo arrivo nella Capitale è dato per quasi certo partente da Trigoria. Senza la sua cessione, difficilmente il club capitolino potrà permettersi due attaccanti di spessore, anche perché il problema principale legato al bosniaco è il pesante ingaggio.

Francesco Belli

Pedro e il palmarès da sogno: “Ci auguriamo che possa ampliare il suo curriculum con la Roma”

Alice Dionisi – È finalmente arrivata l’ufficialità, Pedro è un nuovo giocatore della Roma. Il calciatore spagnolo, svincolato, ha firmato un contratto con il club giallorosso fino al 2023 dopo aver trascorso le ultime cinque stagioni al Chelsea. Il neoacquisto della Roma, sbarcato nella Capitale già la scorsa settimana, è il primo della nuova società targata Friedkin. I giallorossi dovranno ancora attendere per vederlo in campo, poiché lo spagnolo dovrà prima sottoporsi al percorso di fisioterapia in seguito all’infortunio alla spalla rimediato nella finale di FA Cup disputata con i Blues contro l’Arsenal.

Un palmarès da capogiro quello di “Pedrito”: 25 titoli totali, 3 Champions League vinte con il Barcellona, 3 Supercoppe UEFA (sempre con i blaugrana), 2 Mondiali per club, una Europa League con il Chelsea. Cinque volte vincitore del campionato spagnolo, una Premier League, una Coppa d’Inghilterra, 3 Coppe di Spagna e 4 Supercoppe spagnole. Un Mondiale e un Europeo vinti con la nazionale spagnola. L’amministratore delegato della Roma, Guido Fienga, si augura che Pedro possa aggiungere un’altra casella alla voce trofei, indossando la maglia giallorossa: “È per noi un privilegio poter accogliere nella famiglia giallorossa un calciatore del suo spessore. L’augurio che rivolgiamo a lui e a noi stessi è che possa ampliare con l’AS Roma il suo straordinario curriculum di successi”.

A 17 anni inizia a giocare nelle giovanili del Barcellona, per poi debuttare in prima squadra quattro anni dopo, a gennaio del 2008. Nel 2015 passa al Chelsea per 27 milioni di euro (più tre di bonus), dopo aver collezionato 321 presenze, 99 gol e 20 trofei in Spagna. Va a segno nel suo esordio in Premier League, nel match vinto 3-2 contro il West Bromwich. Con i blues conquista l’Europa League nella stagione 2018/2019, trovando il gol nella finale contro l’Arsenal e aggiungendo l’ultimo tassello mancante alla sua bacheca trofei. Nonostante abbia già ottenuto tutto quello che un calciatore possa ottenere nella sua carriera, Pedro non è ancora sazio: “Come prima cosa, quando arrivi in ​​un nuovo club vuoi vincere ancora. Capisco che sia difficile, ma questo è l’obiettivo. La mia ambizione è sempre molto alta e una volta arrivato qui il mio obiettivo deve essere quello di voler vincere con la Roma, assieme a tutto lo staff. Vincere un trofeo è possibile e capisco che rappresenti una grande sfida per la squadra e per tutti.

Alice Dionisi

Inizia una nuova era, Roma ai Friedkin

Alice Dionisi – È arrivata l’ufficialità tramite una nota della società: Dan Friedkin, a capo del Friedkin Group, è il nuovo proprietario della Roma. Dopo nove anni di gestione, James Pallotta lascia il testimone al venticinquesimo proprietario della storia del club capitolino: “Voglio augurare a Dan, Ryan e a calciatori, staff e tifosi, buona fortuna per il futuro. Come tutti i tifosi della Roma nel mondo, mi auguro che i Friedkin possano ripartire da ciò che abbiamo costruito nel corso degli ultimi otto anni, trasformando la Roma in un club realmente internazionale, per portarla al prossimo livello. La Roma è una squadra di calcio incredibilmente speciale ed io lascio numerosi ricordi indimenticabili”. Un affare da 591 milioni totali, “Romulus and Remus Investments” sarà la società dove confluirà l’86% delle quote della Roma. “Il nostro impegno è totale. Saremo molto presenti a Roma, una città che occupa un posto speciale nei nostri cuori, mentre ci imbarchiamo in questo emozionante viaggio” Sono le parole di Dan Friedkin, “riconosciamo che ci è stata affidata una squadra che rappresenta una parte vitale dell’anima di Roma, e questa è una responsabilità che prenderemo sempre molto sul serio e umilmente.  Non posso infine non riconoscere l’incredibile forza, la passione e la lealtà dei tifosi e della Curva Sud. Saremo al vostro fianco nello sviluppo di questa squadra e nella sfida per i trofei del futuro. Non vediamo l’ora di iniziare a lavorare e di cominciare la nostra nuova stagione”. Nel comunicato ufficiale del club si leggono anche le dimissioni della “vecchia guardia”, mentre viene confermato l’amministratore delegato Guido Fienga.Ha dimostrato di essere un ottimo CEO per la Roma e insieme abbiamo costruito un ambizioso piano strategico -ha dichiarato il nuovo presidente- Gli forniremo tutto il supporto, l’assistenza e i mezzi necessari per sviluppare tali piani e per aiutarlo a rimanere focalizzato nel corso delle cruciali prossime settimane; sarà soprattutto la sua voce a parlare per l’AS Roma. La nostra visione condivisa per il club e la squadra è quella di privilegiare un approccio di investimento sostenibile e a lungo termine piuttosto che soluzioni rapide di dubbia durata”. Il nuovo cda accoglie anche il figlio di Dan, Ryan Friedkin, insieme a Marc Watts e Eric Williamson.

Alice Dionisi

Sarà Pedro il nuovo innesto della Roma. A breve le visite mediche

Pagine Romaniste (F. Belli) – Sarà Pedro il primo innesto della nuova Roma. Lo spagnolo, che a breve atterrerà nella Capitale, sosterrà subito dopo l’arrivo a Villa Stuart delle visite mediche specifiche, a causa della sub-lussazione della spalla destra, rimediata nella finale di FA Cup contro l’Arsenal il primo agosto. Cruciale dunque per lo staff giallorosso valutare le condizioni dell’arto del giocatore prima di procedere con l’acquisto. La firma del contratto è legata al buon esito delle visite mediche. Nei prossimi giorni si definiranno tutti i dettagli dell’operazione, che rischia di essere una delle ultime dell’era Pallotta prima di cedere la Roma al nuovo corso dei Friedkin.

Francesco Belli

Che fine hanno fatto? Roma Primavera 2008/09

(S. Valdarchi) – Torna l’appuntamento con la rubrica di Pagine Romaniste“Che fine hanno fatto?”. Prosegue il nostro viaggio nel tempo durante il quale analizziamo le annate della Roma Primavera, andando a scoprire il presente dei calciatori che hanno indossato la maglia giallorossa nelle giovanili. Analizziamo oggi il destino ed i percorsi dei giocatori che erano a disposizione di mister Alberto De Rossi nella stagione 2008/09. Dall’elenco sono stati tolti i seguenti calciatori, dei quali abbiamo già scritto negli scorsi episodi: Valerio Frasca, Alexandru Pena, Alessandro Malomo, Simone Sini, Sebastian Mladen, Alessandro Florenzi, Davide Buono, Andrea Bertolacci, Adrian Stoian, Filippo Scardina e Stefano Pettinari.

Emanuele Trobiani

Iniziamo la nostra rassegna con il difensore centrale classe ’90, che ha appeso gli scarpini al chiodo lo scorso luglio. Passa soltanto la stagione 2008/09 con la maglia della Roma Primavera, raccogliendo 18 presenze, prima di lasciare per approdare allo Sporting Terni. Emanuele Trobiano trascorre la sua carriera nelle serie minori, passando di squadra in squadra, prima di lasciare come detto la scorsa estate. Queste i club in cui ha militato: Monterotondo, Pomezia, Almas Roma, Torre Angela e W3 Roma Team.

Riccardo Brosco

Chi invece si è affermato nel mondo del calcio professionistico è Riccardo Bosco. Il difensore centrale romano, da quando ha lasciato la Roma nell’estate del 2009, ha sempre e solo calcato i campi di Serie B. È vero gli è mancato il salto definitivo e l’esordio in Serie A, ma a 29 anni può vantare 281 presenze e 17 reti nel campionato cadetto. Da due stagioni si trova all’Ascoli, ma le squadre in cui ha militato sono diverse: Triestina, Pescara, Ternana, Latina, Carpi e, appunto, Ascoli.

Alessandro Crescenzi

Terzino in grado di giocare su entrambe le fasce, Alessandro Crescenzi era considerato uno dei maggiori prospetti di questa Primavera e i risultati in fondo non hanno smentito chi puntava su di lui. La sua carriera si è sviluppata tutta tra Serie A, Serie B e Ligue 1, in Francia. La squadra con cui ha giocato più a lungo è il Pescara, dove ha raccolto ben 79 presenze. Queste, invece, le altre società con le quali è stato sotto contratto nella sua carriera: Grosseto, Crotone, Bari, Pescara, Novara, Ajaccio, Perugia, Hellas Verona e Cremonese.

Luca Manganelli

Centrocampista mancino, dotato di buona tecnica, non è mai riuscito a farsi strada nel calcio professionistico. Luca Manganelli infatti, dopo l’esperienza con la Roma Primavera, è rimasto sempre nel calcio dilettantistico, senza allontanarsi mai dalla provincia romana. Tracciare tutto il suo percorso non è semplice, ma di lui sappiamo che ha vestito le maglie di Fidene e Pomezia, dal 2010 al 2015. Una curiosità che lo riguarda è la sua squadra attuale, il Grifone Gialloverde: società nata nel 2003 e approdata per la prima volta nello scorso anno al Campionato d’Eccellenza, rappresenta la squadra di calcio della Guardia di Finanza.

Emiliano Massimo

Passiamo al mediano classe ’89, considerato uno dei riferimenti a centrocampo da Alberto De Rossi nel 2008/09. Terminato il suo periodo nelle giovanili, la Roma lo cede in prestito biennale al Real Agro Aversa. Torna a Trigoria nel 2011, prima di essere ceduto a titolo definitivo all’Avellino. Le successive tre stagioni sono quelle in cui raccoglie i risultati maggiori, vestendo le maglie di Grosseto ed Avellino e raccogliendo presenze in Serie C e B. Da lì in poi però, inizia una discesa che lo porta a giocare in Serie D, dove ancora oggi milita. Attualmente si trova al Monterosi.

Marco D’Alessandro

Di tutta l’annata, l’unico a giocare una gara in una competizione europea (qualificazioni di Europa League con l’Atalanta) nella sua carriera. Marco D’Alessandro, esterno classe ’91 cresciuto nelle giovanili di Lazio e Roma, si è fatto presto strada nel mondo dei professionisti, raccogliendo ad oggi 140 presenze in Serie B e 130 in Serie A. I giallorossi hanno mantenuto il suo cartellino fino all’estate del 2014, girandolo sempre però in prestito, prima della cessione definitiva all’Atalanta. Oggi si trova alla SPAL, ma a fine stagione farà ritorno a Bergamo, a disposizione di mister Gasperini. Queste le squadre in cui ha giocato: Grosseto, Bari, Livorno, Hellas Verona, Cesena, Atalanta, Benevento, Udinese e SPAL.

Emiliano Tortolano

Emiliano Tortolano, un vero tuttofare. Nella sua carriera ha ricoperto, almeno una volta, ben 8 ruoli diversi in mezzo al campo, tutti dalla cintola in su. Il classe ’90, oltre che sul terreno di gioco, ha girato molto anche in Italia, giocando per quasi tutta la carriera in club di Serie C. Per parecchio tempo è rimasto sotto contratto con il Catania, ma con i siciliani è riuscito a debuttare soltanto in Coppa Italia per 44 minuti. Attualmente si trova all’Ostiamare in Serie D, queste invece le squadre con cui ha giocato nel corso della sua esperienza calcistica: Latina, Pergolettese, Sorrento, Catanzaro, Cosenza, Catania, Melfi, Sambenedettese, Viterbese, Atletico Terme Fiuggi e Ostiamare.

Johnny Giansante

Attaccante classe ’91 dotato di grandi qualità fisiche, riesce ad esordire in Serie C, prima di approdare nella Primavera della Roma. Nella stagione 2006/07, infatti, fa il suo debutto con la maglia del Giulianova, a soli 15 anni. Nell’estate successiva arriva a Trigoria, dove per due stagioni gioca con la squadra allenata da Alberto De Rossi, ma lo spazio per lui è poco (9 presenze totali) e viene ceduto al San Nicolò Notaresco, club di Serie D. Nel corso della sua carriera ha girato tra Eccellenza e Serie D, vestendo le maglie di: Jesina, Vastese, Castelfidardo, Torrese e Fontanelle.

(S. Valdarchi)

La Roma perde col Siviglia e viene eliminata dall’ex Monchi

Pagine Romaniste (F. Belli) – La Roma affronta il Siviglia per il match più importante della stagione. La squadra di Fonseca punta forte sull’Europa League per risollevare il giudizio sulla sua stagione. Ecco dunque che il tecnico portoghese vuole mettere in campo il miglior undici possibile contro gli andalusi di Lopetegui. In porta c’era Pau Lopez, davanti a lui Mancini, Ibanez e Kolarov. Nel centrocampo del 3-4-2-1 titolari Bruno Peres, Diawara e Spinazzola, mentre per il secondo slot in mediana c’era Cristante, con Pellegrini in panchina. Zaniolo in campo dal primo minuto, al fianco di Mkhitaryan e alle spalle di Dzeko. Una brutta Roma manca l’accesso alle Final Eight di Europa League scivolando nella gara secca, perdendo 2-0 a causa dei gol di Reguilon e En-Nesyri. Gli uomini di Fonseca faticano fin dai primi minuti, sono sterili in attacco e in difesa risentono dell’addio di Chris Smalling, punto chiave della retroguardia giallorossa: tutti questi fattori portano all’addio anticipato all’Europa LeagueSi chiude con questa gara il ciclo di Pallotta, epilogo di una stagione non fortunata. Gianluca Mancini è stato espulso per una gomitata nel finale di gara. Un’espulsione pesante che rischia di condizionare in parte anche la prossima stagione. L’ex Atalanta infatti salterà la prossima gara in Europa League. La partita si chiude nel nervosismo di Dzeko, che a fine gara dichiara: Mi ha deluso tutto, non siamo mai stati in partita dall’inizio fino alla fine. Ci hanno mangiato in velocità, tecnica, preparazione della gara”. Si vocifera anche di una lite furibonda con Fonseca, nel silenzio delle parti. Intanto l’allenatore ha analizzato la sconfitta: In questo momento è facile trovare spiegazioni, ma il principale responsabile sono io senza scuse. Ma dobbiamo guardare la realtà. La realtà è che il Siviglia ha fatto molto meglio di noi”. Dopo la partita i giocatori hanno raggiunto Colonia in pullman (70 km dividono le due città) salvo poi tornare a Roma, ufficialmente in vacanza con l’impegno di ritrovarsi tutti il 24 agosto a Trigoria. Anche quest’anno il ritiro sarà effettuato al centro sportivo “Fulvio Bernardini”. Non sembra all’orizzonte ci sia un ritiro in montagna. Oltre il danno, anche la beffa per i tifosi della Roma, con Monchi che ha dichiarato: Le sensazioni contro la Roma sono state molto positive. Penso che siamo riusciti a trasformare la situazione della scorsa settimana, una situazione dura e difficile, in energia positiva. Quindi penso che la squadra abbia interpretato perfettamente il piano che aveva in mente l’allenatore. L’approccio alla partita è stato molto buono, con una perfetta conoscenza dell’avversario e delle nostre doti“.

Francesco Belli

Le statistiche di Juventus-Roma 1-3 – Massimo risultato con il minimo sforzo. Stadium espugnato nel segno di Perotti

(S. Valdarchi) – Massimo risultato con il minimo sforzo, Fonseca non poteva chiedere di più all’ultima di campionato. La Roma supera la Juventus all’Allianz Stadium (primo successo della storia romanista nell’impianto bianconero) per 3 a 1 ed il tecnico portoghese riesce anche a far rifiatare quasi tutti i titolari, in vista della gara di giovedì contro il Siviglia, sfida valida per gli ottavi di Europa League. I capitolini chiudono la loro Serie A al quinto posto, con 70 punti all’attivo (4 in più rispetto all’anno scorso), frutto di 21 vittorie7 pareggi e 10 sconfitte. Prosegue il momento positivo della Roma, che a Torino colleziona l’ottavo risultato utile consecutivo e la settima vittoria nelle ultime otto gare. I rimpianti per il quarto posto rimangono, ma la condizione con la quale i giallorossi arrivano all’appuntamento più importante della stagione è più che positiva, e fa ben sperare.

I numeri

Entrambi gli allenatori hanno optato per il turn-over, ma la vittoria della Roma non è comunque da sminuire, visto che le seconde linee romaniste avevano di fronte giocatori del calibro di Szczesny, Bonucci, Danilo, Rabiot, Matuidi, Bernardeschi e Higuain. Il possesso palla è in perfetto equilibrio, 50% e 50%, con i padroni di casa in grado di mantenere il pallone per 9 secondi in più rispetto agli avversari: 27’22” a 27’13”. 9 tiri pari, ma gli uomini di Fonseca sono stati in grado di centrare più volte lo specchio: 7 a 4 per gli ospiti le conclusioni in porta. Così come accaduto contro il Torino, il possesso palla della Roma non consiste in una fitta rete di passaggi, ma si cerca di accelerare la manovra, andando spesso in verticale alla ricerca di occasioni da gol. 508 a 397 in favore della Juventus i passaggi riusciti, 5 a 6 il conteggio delle chance create.

Dal punto di vista atletico, dopo un inizio decisamente sotto ritmo, la gara si è accesa con il passare dei minuti. Al 90esimo, le due squadre hanno percorso rispettivamente 108,295 km e 106,051 km, dati nella media di questo fine-campionato. Giocando la ripresa in vantaggio, i giallorossi hanno aspettato di più i Campioni d’Italia, lasciando che il baricentro degli uomini di Sarri (assente per squalifica) salisse fino a 58,35 m, 9 in più rispetto ai 49,67 m del primo tempo.

Le prestazioni individuali

Per alcuni giocatori scesi in campo, quella contro la Juventus potrebbe rappresentare l’ultima apparizione in maglia giallorossa. Tra questi c’è anche Nikola Kalinic. L’attaccante croato, in prestito secco dall’Atletico Madrid, difficilmente verrà trattato dalla Roma in estate per un eventuale acquisto a titolo definitivo, ma ha deciso di salutare la squadra capitolina con un gol allo Stadium. Potrebbe tornare utile in Europa League, anche se ovviamente la maglia da titolare sarà data a capitan Dzeko. Nella vittoria in trasferta, Kalinic recupera 7 volte la palla, facendo un gran lavoro in pressing sui portatori di palla avversari. Calcia due volte nello specchio della porta, trovando il suo quinto gol in Serie A. In tutto il campionato, l’ex Fiorentina e Milan è entrato in campo per 19 volte, ma soltanto 6 da titolare. Il totale dei minuti disputati in Serie A è di 567, per una media di una rete ogni 113 minuti, non male.

Chiudiamo con Diego Perotti. Anche il Monito è nella lista dei giocatori che potrebbero lasciare Trigoria a fine stagione, ma dà il suo contributo fino all’ultimo, siglando un’importante doppietta. Calcia 3 volte, tutte e 3 nello specchio della porta difesa da Szczesny, suo ex compagno che batte dagli 11 metri con la solita freddezza. Confeziona anche l’assist per il momentaneo pareggio di Kalinic, gioca 35 palloni e chiude con l’85% di passaggi riusciti su quelli tentati.

(S. Valdarchi)

Le imprese della Roma in Europa: Villarreal, sottomarino affondato

Alice Dionisi – È il 16 febbraio del 2017 e la Roma è chiamata ad affrontare il Villarreal nei sedicesimi di finale di Europa League. Dopo essersi classificati primi nella fase a gironi contro Astra Giurgiu, Viktoria Plzen e Austria Vienna, i giallorossi devono fare i conti con la miglior difesa di Spagna. Sulla panchina siede per la seconda volta Luciano Spalletti mentre a sfidarlo c’è Escribá: la sua squadra solo una volta in campionato ha subìto più di due gol (nella sconfitta per 3-1 in Copa Del Rey contro la Real Sociedad).

BATTAGLIA NAVALE

Al Madrigal (Stadio della Ceramica) la prima mezz’ora procede senza grandi colpi di scena. I primi due tiri in porta avvengono a distanza di un minuto l’uno dall’altro, Gaspar per gli spagnoli e Dzeko per i giallorossi, entrambi però vengono bloccati dai rispettivi portieri senza troppi sforzi. È Emerson Palmieri a sbloccare la partita al 32’, il brasiliano sfrutta un errore di Castillejo e spedisce la palla sotto l’incrocio dei pali, spiazzando Asenjo. Le formazioni vanno a riposo sullo 0-1, ma lo show della Roma deve ancora iniziare. Nella ripresa il Villarreal ci prova, ma si sbilancia troppo e permette la ripartenza di Salah (appena entrato dalla panchina) che serve Dzeko in area. Il bosniaco non si lascia sfuggire l’occasione e zittisce di nuovo i tifosi spagnoli con lo 0-2. La serata del cigno di Sarajevo è appena iniziata, perché Edin uscirà dal campo con in mano il pallone della tripletta. Juan Jesus gli fornisce la palla del terzo gol, poi all’86’ è ancora il numero 9 a trovarsi di fronte al portiere, chiudendo definitivamente la partita. Lo 0-4 finale premia l’impegno costante degli uomini di Spalletti nei 90 minuti e rende superflua la gara di ritorno.

IL PROTAGONISTA

La tripletta a Vila-Real porta Dzeko a quota 28 gol in 33 partite, coronandolo capocannoniere in Europa League con 8 reti. Il calciatore visto in campo il primo anno in maglia giallorossa è solo un brutto ricordo, il bosniaco è autore di una prestazione (e stagione) sontuosa. L’ultimo giocatore in grado di segnare tre volte nell’arco di un match al Madrigal era stato Patrick Kluivert sedici anni prima, papà di Justin -oggi alla Roma- che quell’anno disputò la finale proprio in Europa League con la maglia dell’Ajax. A fine gara Dzeko si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa, “Sono stato sempre così”, e aggiunge “Ora voglio dimostrare sempre di più”. Insaziabile. Il poker calato dalla Roma scaccia la paura della “difesa di ferro”, i giallorossi affondano il sottomarino spagnolo. Allo Stadio della Ceramica Spalletti lascia i cocci.

Alice Dionisi

 

La Roma vince e convince: col Torino arriva la terza vittoria consecutiva

Pagine Romaniste (F. Belli) – La Roma batte il Torino per 2-3 e si aggiudica il quinto posto, chiudendo il suo campionato con una giornata di anticipo. Fonseca per una gara così importante aveva deciso di affidarsi agli intoccabili, che hanno risposto sul campo: Dzeko e Smalling sono risultati per distacco i migliori, al di là dei gol siglati da entrambi e del rigore procurato dal bosniaco, che avrebbe messo a segno anche una seconda rete allo scadere se non fosse stato per un fuorigioco millimetrico. Da segnalare anche la buona partita di Diawara, capace di rendere sia in coppia con Cristante che con Veretout e autore del penalty del momentaneo 1-3. Unica vera insufficienza è quella di Pau Lopez, colpevole sulla rete di Singo, ma anche la prestazione di Mancini non è stata totalmente convincente. “19 punti su 21 disponibili” ci ha tenuto a specificarlo anche il presidente della Roma James Pallotta nel suo tweet di sostegno e congratulazioni nei confronti della squadra e del tecnico, anche perché è indubbio che questo sia un dato da non sottostimare. La formazione di Fonseca, dopo una immediata ripresa post-lockdown molto complicata (vittoria con la Sampdoria a parte), è riuscita ad alzare la testa, cambiare forma e trovare fiducia, gioco e punti. A Torino è arrivato il settimo risultato utile consecutivo, la sesta vittoria nelle ultime sette gare e la terza di fila. Altri 3 punti che portano il totale a 67 (+1 rispetto a quelli totalizzati nello scorso campionato con l’accoppiata Di Francesco-Ranieri) e il quinto posto praticamente blindato, viste le 4 lunghezze di distanza dal Milan che è sesto ad una giornata dal termine. E’ anche la settima gara con almeno 2 reti per i capitolini. Dalla dodicesima giornata del girone di ritorno, i capitolini hanno realizzato 20 gol, con una media di 2,85 realizzazioni a gara. Con la testa all’ultima giornata, allo Stadium contro la Juve, ma soprattutto ad agosto, dove ad attendere la Roma c’è il Siviglia.

Francesco Belli