Lucas Verissimo, più una buona riserva che un titolare fisso

Luca Fantoni – Il lupo perde il pelo ma non il vizio, o meglio, il direttore sportivo cambia squadra ma qualche pallino se lo porta dietro. È ormai di un anno fa il tram tram mediatico per un possibile arrivo di Lucas Verissimo al Torino. Il ds Petrachiera vicino a chiudere la trattativa ma poi le alte richieste del Santos ne hanno fermato lo sviluppo. Se però lo scorso anno la caratura della squadra (metà classifica) e la stagione del giocatore e dei brasiliani (quarto posto e quasi tutte le partite da titolare) ne potevano giustificare l’acquisto, ora in una piazza come Roma e dopo una stagione come quella appena passata dal Peixe, lo stesso possibile acquisto appare un po’ una forzatura. Nello scorso Brasileirão il Santos ha gravitato sempre nelle zone basse della classifica, concludendo al decimo posto (classifica molto corta con la prima retrocessa a 8 punti dai bianconeri), e il difensore centrale ha giocato solamente 14 partite, chiuso da Gustavo Henrique, il titolarissimo, e da Luiz Felipe e David Braz, utilizzati nelle rotazioni insieme a Verissimo.

CARRIERA E CARATTERISTICHE TECNICHE – Lucas Verissimo fa il suo esordio nel Santos non giovanissimo, a 20 anni (in Brasile di solito si esordisce dai 16/17). Piano piano, complice qualche infortunio dei titolari, si guadagna il posto nell’undici iniziale e mette a referto anche alcune prestazioni niente male come quelle nella doppia sfida contro l’Atletico Paranaense nella Libertadores 2017 dove, nel match di ritorno, salva un gol praticamente a porta vuota, mettendo in ghiaccio la qualificazione ai quarti. Riesce ad avere un ottimo posizionamento difensivo soprattutto sui cross e anche nell’uno contro uno si fa valere. La sua altezza (quasi 1.90) sicuramente lo aiuta in tutte le situazioni aeree ma non lo fa neanche sfigurare per quanto riguarda la velocità. Non brilla in fase di impostazione, il piede è discreto ma nulla di eccezionale. Pecca sotto il profilo tattico, giocando in un campionato come quello brasiliano dove tranne un paio di squadre (Gremio su tutte) la tattica non è sicuramente un aspetto preminente. Sarà necessario un periodo di ambientamento nel campionato italiano e, se alla fine dovesse arrivare, Fonseca dovrà fare un grande lavoro su di lui.

PIÙ CASTAN MENO MARQUINHOS – Se dovessimo paragonare Verissimo a due vecchi acquisti brasiliani della Roma, troveremmo delle somiglianze più con Castan che con Marquinhos. Il giocatore in forza attualmente al Paris Saint Germain arrivò in giallorosso a soli 18 anni (6 anni in meno), da semi sconosciuto ma con un potenziale importante. Verissimo ha già quasi 24 anni, tecnicamente è un giocatore completamente diverso e in Brasile si è già fatto un nome. Per certi versi sarebbe un acquisto simile a quello di Leandro Castan ma anche qui ci sono delle differenze molto importanti da sottolineare. Castan firmò con la Roma non dopo una stagione deludente dal punto di vista personale o di squadra, ma si presentò come titolare di un Corinthians che in due anni era riuscito a vincere Copa Libertadores e Brasileirão. In conclusione, Verissimo può essere un discreto acquisto ma non per una cifra superiore ai 5-6 milioni e soprattutto, per quello che ha dimostrato fino a questo momento, non è pronto per fare il titolare inamovibile in una squadra che milita in un campionato come la Serie A e che punta ad essere protagonista, sia in Italia che in Europa.

Luca Fantoni

Ismaily, un brasiliano ‘europeo’. Il terzino adatto per Fonseca

Luca Fantoni – È il 13 marzo del 2018 quando la Roma batte lo Shakhtar Donetsk e si qualifica ai quarti di finale di Champions League dove poi scriverà la storia contro il Barcellona. Gli ucraini escono dalla competizione a testa alta, mettendo in mostra giocatori interessanti come Fred (finito al Manchester United), Bernard e Ismaily. Il terzino brasiliano è l’arma in più della squadra di Fonseca. Nella partita di ritorno, in cui la Roma pensa soprattutto a verticalizzare e colpire in contropiede mentre lo Shakhtar gestisce il possesso palla, le più pericolose azioni ucraine arrivano proprio dalla sinistra grazie alla costante proiezione offensiva di Ismaily. La sue prestazioni in quella stagione europea (anche un gol contro il Manchester City) attirarono l’interesse della Juventus che voleva comprarlo in caso di partenza di Alex Sandro.

CARRIERA – Ismaily Gonçalves dos Santos nasce nel 1990 nello stato brasiliano del Mato Grosso do Sul, una regione che, contrariamente alle tradizioni carioca, non brilla certo per tradizione calcistica. All’epoca giocava attaccante nella squadra del suo paese, l’Ivinhema, e grazie ai suoi gol, ci mette poco a farsi notare e si trasferisce prima al Desportivo Brasil, dove inizia a giocare terzino, e poi in prestito al São Bento in serie B. È dopo questa stagione che Ismaily arriva in Europa, a soli 19 anni. Insieme ad una dozzina di altri giocatori del Desportivo Brasil viene mandato all’Estoril, nella seconda serie portoghese, per permettergli di abituarsi al calcio europeo. Qui gioca tutte le partite da titolare e si guadagna la chiamata dell’Olhanense prima e del Braga poi. Nel 2013 viene acquistato dallo Shakhtar Donetsk per 4 milioni di euro e va a rinforzare la colonia brasiliana creata e sviluppata da Lucescu. Diventa subito un punto fermo degli ucraini anche se nel 2014 rischia seriamente di lasciare la squadra (insieme agli altri sudamericani) a causa dello scoppio della guerra del Donbass. Rassicurato dallo spostamento della squadra a Charkiv, continua la sua avventura in arancionero con la definitiva consacrazione che arriva con la guida tecnica di Fonseca. In Nazionale ha avuto la sfortuna di giocare nello stesso ruolo di Marcelo, Alex Sandro e Filipe Luis quindi ha collezionato solo una convocazione senza però mai scendere in campo.

NELLO SCACCHIERE DI FONSECA – Ormai l’arrivo di Fonseca a Roma è quasi ufficialee in una prospettiva di gioco basata sul possesso palla a tutto campo e sullo sfruttamento degli esterni, un giocatore come Ismaily potrebbe essere utilissimo. Nella stagione appena conclusa ha raggiunto quota 12 assist in tutte le competizioni, confermando la sua già nota propensione per la fase offensiva. Nel campionato ucraino e spesso in Champions League ha dimostrato di essere affidabile anche quando si tratta di difendere. Il campionato italiano tatticamente è di un altro livello e questo potrebbe essere un rischio anche se ormai Ismaily, grazie al suo precoce trasferimento in Europa, ha poco del terzino brasiliano tipico più adatto a offendere. A sponsorizzarlo ci ha pensato anche l’ex giocatore della Roma Zago che ai microfoni de Il Corriere dello Sport ha detto: “Ho lavorato con lui per due anni, è un terzino che sa difendere molto bene, diverso dai terzini brasiliani a cui piace di più attaccare. Lui è completo nelle due fasi. È un professionista di alto livello”. L’adattamento nella capitale non dovrebbe essere un problema e per un costo intorno ai 15 milioni (una cifra superiore potrebbe risultare eccessiva) rappresenterebbe un buon colpo, un terzino affidabile che si esalta nel gioco di Fonseca.

Luca Fantoni

Pallotta, lettera ai tifosi: “Nessuno è più deluso e arrabbiato di me”

Alice Dionisi – James Pallotta si mette a nudo con i tifosi della Roma. Una lunga lettera pubblicata sul sito del club, rivolta ai tifosi “Ovunque essi siano”, in cui il presidente del club giallorosso esce alla scoperta e affronta diverse tematiche, dall’addio di Daniele De Rossi al contestato operato del direttore sportivo Monchi, passando per l’argomento stadio. Il numero uno della Roma è costretto a fare i conti con le decisioni prese finora. Le sue sono parole amareggiate, fa un bilancio della stagione trascorsa (la mancata qualificazione in Champions League, l’eliminazione agli ottavi contro il Porto, la sconfitta sonore in Coppa Italia contro la Fiorentina, l’esonero di Eusebio Di Francesco) ed è duro nei confronti dell’ex ds: “Mi dispiace per gli errori che abbiamo commesso, uno di questi si è rivelato molto grave a livello sportivo. È stato probabilmente uno dei più grandi errori che abbia mai commesso nella mia intera carriera e alla fine sono io che me ne devo assumere la responsabilità. L’ultima stagione secondo me è stata un completo disastro”. Il numero uno del club giallorosso affronta anche la questione stadio, un gioco al rimbalzo mediatico che però non ha ancora trovato sviluppi concreti: “L’ho già detto un milione di volte: se vogliamo competere con i maggiori club europei, abbiamo bisogno dello stadio. Non sono felice a causa dei risultati sportivi e non sono felice perché non abbiamo ancora uno stadio nonostante l’impianto e le sue infrastrutture saranno finanziati con fondi privati”. Daniele De Rossi? Anche qui Pallotta punta il dito contro Monchi, indicandolo come colpevole nella faccenda: “Era turbato per il fatto che qualcuno fosse stato acquistato per giocare nella sua posizione come riferito dall’articolo? Sì, lo era, ma ciò è dipeso dal fatto che il giorno precedente gli era stato detto da Monchi che non avremmo preso nessuno che potenzialmente avrebbe giocato davanti a lui nello stesso ruolo”. Il mea culpa del presidente però non ha sapore d’addio, perché sottolinea che il club non è in vendita. Adesso si prepara la rivoluzione: in arrivo Petrachi dal Torino per prendere le redini della direzione sportiva, da valutare invece il profilo di Mauro Baldissoni, il cui contratto è in scadenza il prossimo anno.

Alice Dionisi

 

Roma, le pagelle della stagione: Pastore e Schick i peggiori, bene El Shaarawy e Zaniolo

Luca Fantoni – La stagione della Roma si è conclusa. è stata un’annata caratterizzata da molte delusioni e pochi lampi di luce. Tanti giocatori da cui si pretendeva tanto hanno reso sotto le aspettative, mentre quelli più insospettabili si sono rivelate le sorprese del campionato. Questi sono i voti della stagione romanista:

OLSEN: 4.5 Sostituire Alisson era impossibile, ma lui neanche ci si avvicina. Il portiere svedese non è ovviamente l’unico colpevole dei tantissimi gol subiti ma non riesce mai a dare un senso di sicurezza alla difesa. 7 clean sheet in tutte le competizioni sono veramente pochi.

MIRANTE: 7 Era arrivato a Roma per fare il secondo e si è ritrovato a concludere la stagione da titolare indiscusso. Beneficia dell’effetto Ranieri che aiuta a compattare la difesa ma anche lui si rende protagonista di ottime prestazioni come quella contro la Juventus. 

FUZATO: S.V. Giudizi rimandati (forse) alla prossima stagione. Non vede mai il campo.

FLORENZI: 6 La stagione del terzino romano è discreta, nulla di più. Segna 3 gol, fa 2 assist ma sulla sua valutazione pesa anche il rigore causato nel ritorno degli ottavi di finale di Champions League contro il Porto. 

KARSDORP: 4 È passato un anno ma la situazione non è cambiata: l’olandese è spesso infortunato e le sue presenze sono ridotte al minimo. Scende in campo solo 14 volte, giocando solamente una volta tutti i novanta minuti e non lascia mai il segno, anzi, lascia alcune perplessità in fase difensiva, come quando si fa sovrastare da Fares contro la Spal.

SANTON: 6 Inizia alla grande con un’ottima prestazione nel derby d’andata. Cala alla distanza per poi concludere il campionato con due mesi di anticipo per un infortunio. Fa il suo, ma il voto non può andare oltre il sei. 

MANOLAS: 6.5 La sua stagione non sarà stata perfetta ma è sempre l’unico a rimanere in piedi quando la difesa della Roma sbanda. Può e deve sicuramente rappresentare le fondamenta dalle quali ricostruire la difesa giallorossa.

FAZIO: 5 Nonostante il record di gol segnati in campionato, la stagione del centrale argentino è negativa. La solidità difensiva della colonna portante della scorsa annata ha lasciato il posto a un insieme di errori e disattenzioni che costano alla Roma parecchi punti. Migliora con Ranieri ma non basta.

JUAN JESUS: 5.5 Non combina disastri ma neanche brilla. Viene utilizzato poco anche se in certi momenti della stagione sarebbe potuto servire per far riposare un Fazio in evidente difficoltà. 

MARCANO: 5.5 Lo spagnolo arrivato a parametro zero non dà mai l’idea di essersi integrato con il resto della squadra. Le prime prestazioni spaventano ma piano piano acquisisce sicurezza, migliorando il suo livello di gioco ma i minuti giocati restano comunque troppo pochi.

KOLAROV: 7.5 Lo stakanovista giallorosso prende mezzo voto in meno per qualche amnesia difensiva di troppo. La sua stagione però è più che positiva: 9 gol e 2 assist sono numeri importanti per un terzino che non si è potuto mai riposare per la mancanza di un’alternativa nel ruolo. Molto importante la rete nel derby contro la Lazio che ha permesso alla Roma di tornare subito in vantaggio dopo il pareggio di Immobile.

NZONZI: 5 Il francese in queste ultime partite ha anche dimostrato di essere in crescita ma le prestazioni di inizio campionato pesano tanto. Pagato 26,5 milioni, fino a febbraio non riesce minimamente ad adattarsi ai ritmi del campionato italiano, più veloci rispetto a quelli della Liga. Per quello visto nelle ultime partite merita forse un’altra chance.

DE ROSSI: 8 È vero che molto spesso è infortunato, ma quando c’è fa tutta la differenza del mondo. Con lui in campo, su 18 partite, arrivano solamente 4 sconfitte. Nel suo ruolo è il giocatore più forte che ha (ormai aveva) la Roma.

PELLEGRINI: 6.5 La stagione di Pellegrini si divide in tre parti: la prima in cui fatica da morire, la seconda, dopo il derby di andata, in cui, nel ruolo di trequartista, riesce finalmente a dimostrare le sue qualità, e la terza, dopo l’ultimo infortunio, nella quale cala un po’. Ha imboccato sicuramente la strada giusta per diventare un punto fermo della squadra giallorossa.

CRISTANTE: 6 Arrivato a Roma da trequartista, a causa dell’abbondanza nel ruolo è costretto a reinventarsi mediano. Alcune prestazioni sono decisamente sottotono ma alla fine, tra i nuovi acquisti, è uno di quelli che se la cava meglio, anche e soprattutto dal punto di vista dell’impegno.

ZANIOLO: 8 È scontato dire che è lui la sorpresa più piacevole di questa nefasta stagione romanista. Fa il suo esordio da titolare contro il Real Madrid per poi trovare il primo gol contro il Sassuolo, con un tocco sotto da campione. La sua gara contro il Porto all’Olimpico può essere considerata senza dubbio la miglior prestazione individuale della stagione.

PASTORE: 4 Quando gioca al top della forma e nel ruolo a lui più congeniale dimostra di essere ancora un giocatore valido. Peccato che questo succeda al massimo tre o quattro volte in tutta la stagione. Dal 24 novembre al 27 aprile gioca un totale di 76 minuti, basta questo dato per analizzare la stagione di Pastore.

CORIC: 5 Sarà giovane, si dovrà abituare ai metodi di lavoro italiani, ma se due allenatori su due non lo fanno mai scendere in campo la colpa è anche un po’ sua.

UNDER: 6 Non si ripete su i livelli della stagione passata dal punto di vista della continuità ma riesce a mettere a referto comunque 6 gol e 11 assist. Peccato per l’infortunio che lo tiene fermo da gennaio a marzo, nel momento decisivo della stagione della Roma. 

KLUIVERT: 5.5 Inizia bene con l’assist per Dzeko contro il Torino. Alla distanza si perde un po’, trovando pochissimo spazio con Di Francesco. La situazione migliora con Ranieri dove si ricomincia a vedere qualche spunto interessante. Per essere il primo anno poteva andare sicuramente meglio ma poteva andare anche molto peggio. La prossima stagione dovrà essere quella della consacrazione.

EL SHAARAWY: 7.5 Stagione eccellente quella dell’ala giallorossa. Da tanti visto solo come un giocatore discontinuo, arriva per il quarto anno consecutivo intorno ai 10 gol stagionali. Per la Roma è fondamentale trovare un accordo sul rinnovo di contratto.

PEROTTI: 5.5 In realtà la stagione di Diego Perotti è difficilmente valutabile. Appena torna in campo si infortuna e alla fine vede poco il campo. Mezzo voto in più per la rete che rimette sui giusti binari la festa di addio di Daniele De Rossi. Ormai l’argentino si è specializzato in questo tipo di gol.

DZEKO: 5 Un’annata da 14 gol in 40 partite non può essere considerata positiva. Trova il gol in casa solo alla terzultima giornata, dopo più di un anno di astinenza. Il bosniaco paga anche alcuni atteggiamenti avuti durante le partite in cui è sembrato svogliato e particolarmente nervoso.

SCHICK: 4 Doveva essere l’anno del riscatto, è stato quello della definitiva bocciatura. Sono solo 3 i gol segnati dal ceco che in campo diventa quasi irritante per gli atteggiamenti che ha. Difficilmente lo si vede andare a contrasto o attaccare il primo palo. I piccoli miglioramenti che si erano visti dopo l’assunzione del mental coach sono scomparsi nell’arco di due o tre partite.

Luca Fantoni

Tre nomi per la Roma che verrà

Alice Dionisi – La prossima stagione segnerà un nuovo anno zero nella storia della Roma. Dopo l’addio di De Rossi, l’esonero di Eusebio Di Francesco, la rescissione contrattuale di Monchi e il termine del contratto di Claudio Ranieri, la società valuta i profili degli allenatori che potrebbero sostituire il tecnico testaccino per guidare la squadra in campionato e in Europa League, con l’obiettivo di qualificarsi di nuovo per la Champions dopo il fallito tentativo della stagione appena conclusa. Il nome che fa sognare club e tifosi è quello di Antonio Conte, esonerato dal Chelsea la scorsa estate e ancora in cerca di una panchina per riscattarsi. Il salentino però avrebbe giù comunicato il suo “no” alla Roma, costringendo i giallorossi a ripiegare su altre opzioni.

GASPERINI

Gasperini ha appena conquistato la storica qualificazione in Champions League con l’Atalanta, sulla cui panchina siede dal 2016, dopo aver perso in finale di Coppa Italia contro la Lazio. Il suo percorso professionale è iniziato nelle giovanili della Juventus nel 1994, dove ha scalato posizioni, dai Giovanissimi fino alla Primavera, prima di approdare al Crotone. In Calabria è riuscito a portare la formazione dalla Serie C1 alla B, prima di essere esonerato nel 2004. Nel 2006 viene chiamato ad allenare il Genoa, centrando la promozione in Serie A alla fine della stagione e guidandoli verso la qualificazione in Europa League due anni dopo. Dopo la breve parentesi all’Inter e la rescissione contrattuale con il Palermo dopo sei mesi, torna di nuovo sulla panchina del Genoa, dove rimane fino alla chiamata dell’Atalanta nel giugno del 2016.

SARRI

Nonostante la qualificazione per la finale di Europa League a Baku, dove affronterà l’Arsenal, l’esperienza di Maurizio Sarri sulla panchina del Chelsea (dove era subentrato proprio ad Antonio Conte) sembra essere giunta al capolinea e il tecnico ex-Napoli potrebbe essere uno dei profili adatti a guidare la Roma nella prossima stagione. La sua carriera da allenatore inizia in Seconda Categoria, sulla panchina dello Stia, per poi culminare con il secondo posto in Serie A (sulla panchina del Napoli, con il record di 91 punti) e la chiamata da Abramovich, che gli apre le porte alla Premier League.

GIAMPAOLO

Allenatore della Sampdoria dal 2016, Marco Giampaolo nasce come osservatore nel Pescara, club in cui diventa anche allenatore in seconda. Nel 2006 viene chiamato alla guida del Cagliari, dove però viene esonerato a dicembre dello stesso anno. Negli anni successivi allena Siena, Catania e Cesena, prima di scendere in Serie B con il Brescia, per poi allenare anche la Cremonese in Lega Pro nel 2014. A giugno del 2015 torna in Serie A, chiamato dall’Empoli, prima di ufficializzare il suo passaggio alla Sampdoria la stagione successiva.

Alice Dionisi

I tifosi salutano De Rossi e Ranieri. Inizia la rivoluzione in casa Roma

Alice Dionisi – Due anni dopo l’addio di Francesco Totti, anche Daniele De Rossi saluta per l’ultima volta squadra e tifosi. Roma-Parma è stato l’ultimo dei 616 match disputati dal numero 16 con la maglia giallorossa, ma anche l’ultima partita del tecnico Ranieri, alla sua seconda esperienza sulla panchina del club. L’allenatore testaccino è stato celebrato dalla Curva Sud, che ha esposto uno striscione in suo onore, “Nel momento del bisogno hai risposto presente. Adesso ricevi l’omaggio della tua gente”. I cori, l’inchino verso i tifosi e poi le lacrime, in una serata tutta all’insegna delle emozioni. Nel post-partita il tecnico ha ironizzato: “Non erano lacrime, ma pioggia. Non mi aspettavo questo gesto, per questo mi sono commosso. A saperlo mi sarei preparato mentalmente, ma è bello saper esternare le proprie emozioni. Questa serata per me sarà indimenticabile, adesso tornerò a fare il tifo sfrenato”. Saluta così la sua Roma Claudio Ranieri, che al minuto 81 sostituisce Daniele De Rossi, per fargli avere la standing ovation che merita, dai suoi tifosi e nel suo stadio. Dopo il triplice fischio il capitano è tornato in campo, un abbraccio commosso con Francesco Totti e un altro con Bruno Conti, un trio romano e romanista, poi il saluto della sua gente. L’ex Gervinho ha rischiato di rovinare la festa all’Olimpico, ma i gol di Pellegrini e Perotti hanno regalato alla squadra l’ultima vittoria della stagione. Una vittoria amara, perché i giallorossi non riescono a centrare l’obiettivo Champions. Dzeko esce dal campo infuriato con Ranieri per la sostituzione in quella che potrebbe essere la sua ultima partita con il club e i tifosi fischiano. Adesso sarà rivoluzione in casa Roma: inizia una nuova era.

Alice Dionisi

Roma, uno 0-0 di rimorsi e speranza tra Europa League e Champions

Simone Burioni – La Roma non va oltre lo 0-0 in casa del Sassuolo. Gli uomini di Ranieri hanno perso una ghiotta occasione per rosicchiare qualche punto su Atalanta e Inter che hanno rispettivamente pareggiato e perso con Juventus (1-1) e Napoli (nerazzurri sconfitti 4-1). Il Milan invece ha battuto il Frosinone 2-0 allungando a +2 sui giallorossi. Unica nota positiva per i capitolini è la matematica qualificazione all’Europa League, perlomeno ai preliminari. Clamorosa, ma ancora possibile, sarebbe invece l’approdo in Champions League che non si può escludere ancora del tutto. La Roma infatti può qualificarsi alla massima competizione europea in due casi: il primo vede i giallorossi vincenti col Parma con ben cinque reti di scarto ed entrambe le milanesi sconfitte. Nella seconda situazione, da capire se più o meno complicata, né l’Atalanta né le due milanesi dovrebbero guadagnare punti e la Roma, ovviamente, dovrebbe battere il Parma. Difficile quindi, ma non impossibile, e Ranieri – nonostante l’ambiente “sconquassato” per la vicenda De Rossi – ci proverà fino alla fine caricando la squadra a dovere sia per cercare di riuscire in un autentico miracolo sportivo sia per salutare nel modo migliore un’altra bandiera romanista che dirà addio. Di imprese Claudio Ranieri se ne intende, basta far correre la mente a pochi anni fa quando con il Leicester si laureò campione d’Inghilterra in una delle stagioni più gloriose che la storia del calcio abbia mai conosciuto. Intanto però le voci di mercato vedono allontanarsi Dzeko, Kolarov e Manolas da Trigoria, con un occhio di riguardo anche a Zaniolo che è nel mirino di Juventus e Tottenham. Il centravanti sembra essere l’obiettivo numero uno dell’Inter, che proverà a portare a Milano il bosniaco a prescindere dall’ingresso in Champions. Kolarov invece, nonostante abbia ancora un anno di contratto, pare voglia cambiare aria e una sua partenza sembra essere cosa quasi certa. Inoltre la Roma si libererebbe dei 6 milioni di ingaggio lordi percepiti dal serbo. Discorso differente per Manolas, il suo futuro dipende dal mercato e la Roma non è padrona del destino del greco su cui c’è una clausola da 36 milioni di euro. Chi la Roma non vuole cedere è Nicolò Zaniolo: il centrocampista fa gola a molti top club europei, ma l’idea della dirigenza è quella di poter trattenere il giovane talento almeno per un altro anno considerata l’età e il margine di miglioramento con un anno di esperienza in Serie A. Rimane invece il rebus allenatore, con Gasperini in pole per la panchina giallorossa. Il tecnico dell’Atalanta dovrebbe facilmente trovare un accordo con il presidente Percassi per essere liberato a fine stagione e raggiungere Roma in quella che si preannuncia essere un’estate davvero complicata tra polemiche e ringiovanimento della rosa.

Simone Burioni

Primavera, Roma-Juventus 2-1: giallorossi vincenti con due bellissimi gol di Riccardi e Celar

Luca Fantoni – Torna a vincere la Roma Primavera dopo quattro pareggi consecutivi in campionato. I ragazzi di De Rossi hanno battuto la Juventus per 2-1, dominando per gran parte della gara. I giallorossi si sono portati sul doppio vantaggio già nel primo tempo grazie ad una percussione centrale di Riccardi e ad una splendida rovesciata di Celar. Nella ripresa Vlasenko ha accorciato le distanze ma non è bastato ai torinesi per raggiungere il pareggio.

IL TABELLINO

ROMA (4-3-3): Zamarion; Parodi (dal 90′ Nigro), Cargnelutti (C), Bianda, Semeraro; Riccardi (dal 73′ Bove), Pezzella (dal 51′ Darboe), Greco; Besuijen(dal 90′ Buttaro), Celar, Cangiano (dal 51′ D’Orazio).
A disposizione: Cardinali, Trasciani, Santese, Tripi, Silipo, Bucri, Felipe Estrella.
Allenatore: De Rossi.

JUVENTUS (4-3-3): Loria (C); Bandeira, Capellini, Vlasenko, Anzolin; Portanova (dal 78′ Markovic), Nicolussi Caviglia, Francofonte (dal 46′ Monzialo); Fagioli (dal 60′ Penner), Olivieri (dal 60′ Petrelli), Frederiksen (dal 46′ Sene).
A disposizione: Siano, Gozzi Iweru, Makoun, Leone, Mohamed Ahamada, Morrone, Fernandes.
Allenatore: Baldini.

Arbitro: Sig. Daniele Rutella di Enna.
Assistente 1: Sig. Michele Falco di Bari.
Assistente 2: Sig. Salvatore Marco Dibenedetto di Barletta.

Marcatori: 35′ Riccardi (ROM), 43′ Celar (ROM), 51′ Vlasenko (JUV).
Ammoniti: 31′ Fagioli (JUV).
Espulsi:

LIVE:

SECONDO TEMPO

94′ – Dopo 4 minuti di recupero termina il match. LA ROMA VINCE PER 2-1 CONTRO LA JUVENTUS.

90′ – Cambi per la Roma: dentro Nigro e Buttaro, fuori Parodi e Besuijen. Celar pericoloso di testa.

81′ – Botta dalla distanza di Celar che sfiora il palo.

78′ – Ultimo cambio per la Juventus: fuori Portanova e dentro Markovic.

73′ – Esce Riccardi per crampi ed entra Bove.

72′ – Ancora decisivo Zamarion con una bellissima parata su un tiro di Sene.

66′ – Il neo entrato Petrelli prova la botta da fuori ma Zamarion è reattivo e respinge.

60′ – Altro doppio cambio per la Juventus: fuori Olivieri e Fagioli, dentro Penner e Petrelli.

57′ – D’Orazio si accentra e calcia ma il suo tiro finisce alto.

51′ – La Juventus accorcia le distanze con un colpo di testa di Vlasenko. doppio cambio per De Rossi: dentro Darboe e D’Orazio, fuori Cangiano e Pezzella.

48′ – Olivieri prova il tiro da pochi passi ma Bianda gli sporca la conclusione.

46′ – Inizia la ripresa. Calcio d’inizio alla Juventus. Entrano Sene e Monzialo ed escono Francofonte e Frederiksen.

PRIMO TEMPO

45′ – Senza recupero termina il primo tempo. 2-0 per la Roma.

43′ – RADDOPPIO ROMA! Affondo sulla destra di Besuijen che mette in mezzo per Celarche si coordina e batte Loria in rovesciata. Gol numero 28 per lo sloveno.

37′ – Portanova stacca sul secondo palo ma il suo colpo di testa termina sull’esterno della rete.

35′ – ROMA IN VANTAGGIO! Riccardi ruba palla a centrocampo, salta secco il difensore e con il sinistro batte Loria.

32′ – Olivieri ha un’occasione importante ma calcia alto con il sinistro.

31′ – Ammonito Fagioli nella Juventus per un fallo tattico su Greco.

29′ – Ci prova ancora Pezzella, questa volta a giro, ma Loria è attento.

21′ – Sale la pressione della Roma con Pezzella che tira forte ma centrale.

18′ – Pericolosissimo Besuijen che entra in area di rigore e calcia con il destro ma il suo tiro è messo in angolo da Loria.

13′ – Celar prova a girarsi ma il suo tiro è ribattuto da un difensore.

7′ – La Juve reagisce con un tiro debole di Francofonte.

5′ – La Roma spinge e conquista il secondo calcio d’angolo della partita.

1′ – Colpo di testa di Greco dopo 30 secondi ma la palla finisce alta.

1′ – Inizia la partita. Batte la Roma.

Luca Fantoni

De Rossi dice addio alla Roma, ma non al calcio: “Mi farei un torto se smettessi ora”

Alice Dionisi – Daniele De Rossi terminerà la sua carriera in giallorosso al termine della stagione. Il numero 16 è il calciatore con più presenze nella Roma dopo Francesco Totti, 18 anni con il club capitolino, 615 presenze e 63 reti. “Capitan Futuro” è pronto a dire addio alla Roma, ma non al calcio giocato. “Le porte della Roma per lui rimarranno sempre aperte con un nuovo ruolo in qualsiasi momento deciderà di tornare” ha commentato il presidente James Pallotta. Roma-Parma sarà la sua ultima partita, ma prima il calciatore ha voluto chiarire la situazione in conferenza stampa davanti ai giornalisti: “Mi è stato comunicato ieri, ma ho quasi 36 anni e non sono scemo. Ho vissuto nel mondo del calcio, l’avevo capito: se nessuno ti chiama per un anno o per dieci mesi per ipotizzare un eventuale contratto la direzione è quella. Io ho sempre parlato poco anche quest’anno un po’ perché non mi piace, un po’ perché non c’era niente da dire e non volevo creare rumore che potesse distrarre la squadra e i tifosi. Mi sento ancora calciatore, mi ci sono sentito tutto quest’anno nonostante i problemi fisici ed ho voglia di continuare, mi farei un torto se smettessi ora”. In sala stampa era presente tutta la rosa, dirigenti compresi, che indossava una speciale maglia per l’occasione, con il nome del capitano e il simbolo dell’infinito. Una sola maglia in carriera, ma il club gli ha detto “basta”. De Rossi, però, ritiene che sia giusto lasciar scegliere la società: “Possiamo discutere ore sul fatto che secondo me io avrei potuto essere importante per la squadra, anche facendo 5, 10 o 20 presenze. La decisione sta alla società, io ogni maggio dico di voler fare un altro anno, ma qualcuno un punto deve metterlo. Il mio rammarico non è quello, ma che quest’anno ci siamo parlati poco, mi è dispiaciuto”. Alla conferenza era presente anche l’amministratore delegato del club, Guido Fienga, le cui parole però dimostrano una certa lontananza di idee con quelle del calciatore.Ho spiegato a Daniele che la società non poteva considerarlo più come calciatore -ha dichiarato il CEO- ma è pronto e maturo per poterci aiutare a sviluppare questa azienda”. Il calciatore però ha dichiarato di non essere attratto dal ruolo dirigenziale, pur non escludendo un futuro da allenatore. Per adesso, però, non è pronto a dire addio al campo e scherza: “Stamattina mi sono arrivati 500 messaggi, dopo controllo se c’è qualche offerta”.

Alice Dionisi

Primavera, Fiorentina-Roma 2-2: doppiette per Cangiano e Vlahovic. Manca un’espulsione ai toscani

Luca Fantoni – Poteva essere una vittoria importantissima e invece è arrivato un pareggio. La Roma Primavera esce con un 2-2 dal campo della Fiorentina. I ragazzi di De Rossi si sono portati subito sul doppio vantaggio nel primo tempo grazie alla doppietta di Cangiano. L’espulsione dubbia di Cargnelutti ha però indirizzato il resto della partita con i viola che hanno raggiunto il pareggio con due gol di Vlahovic. Nella ripresa il protagonista è ancora l’arbitro che non espelle il già ammonito Latki per una manata in faccia a Semeraro.

IL TABELLINO

ACF FIORENTINA (4-4-2): Ghidotti; Ferrarini, Gilekens, Antzoulas, Simonti; Hanuljak (Dal 74′ Pierozzi), Latki, Meli, Simic (Dal 62′ Ponsi); Koffi, Vlahovic.
A disposizione: Chiorra, Dutu, Gelli, Nannelli, E. Pierozzi, Longo, Fiorini, Gorgos, Kukovec, Bocchio.
Allenatore: Emiliano Bigica.
Indisponibili: Montiel, Beloko, Vlahovic.

AS ROMA (4-3-3): Fuzato, Parodi, Trasciani, Cargnelutti, Semeraro; Pezzella, Riccardi (Dal 84′ Buttaro), F. Greco (Dal 84′ Bove); Besuijen (Dal 27′ Bianda), Celar (Dal 68′ Estrella), Cangiano (Dal 84′ Tripi).
A disposizione: Cardinali, Santese, Silipo, Bucri, Darboe, Cancellieri, Milanese.
Allenatore: Alberto De Rossi.
Indisponibili: Chierico, Sdaigui, Simonetti, Riccardi.

Arbitro: Matteo Gariglio.
Assistenti: Giulio Fantino e Michele Pizzi.
Ammoniti: 7′ Cargnelutti (ROM), 36′ Latki (FIO), 72′ Trasciani (ROM).
Espulsi: 25′ Cargnelutti (ROM).
Marcatori: 4′ Cangiano (ROM), 19′ Cangiano (ROM), 34′ Vlahovic (FIO), 40′ Vlahovic (FIO).

LIVE

SECONDO TEMPO

94′ – Termina la partita senza ulteriori emozioni. Roma e Fiorentina pareggiano per 2-2

84′ – Triplo cambio per la Roma. Entrano Buttaro, Tripi e Bove, ed escono Riccardi, Cangiano e Greco.

83′ – Due errori consecutivi in disimpegno di Bianda. Il francese sembra totalmente fuori dalla partita.

74′ – Nei viola esce Hanuljak ed entra Pierozzi.

74′ – Occasionissima della Roma con Estrella che se ne va in profondità ma il suo sinistro sfiora solamente la traversa.

72′ – Ammonito Trasciani per un fallo tattico.

68′ – Nella Roma esce Celar ed entra Estrella.

64′ – Altro episodio dubbio in area della Fiorentina. Celar va giu ma l’arbitro lascia correre.

62′ – Cambio nella Fiorentina: esce Simic ed entra Ponsi.

57′ – Lakti della Fiorentina dà una manata a Cangiano ma non viene espulso. Errore dell’arbitro Gariglio.

50′ – Si rende pericoloso Koffi con un tiro a giro che finisce fuori.

46′ – Inizia la ripresa.

PRIMO TEMPO

47′ – Dopo due minuti di recupero termina il primo tempo.

40′ – La Fiorentina pareggia! Vlahovic firma la sua doppietta personale e riporta il punteggio in parità.

36′ – Ammonito Latki nella Fiorentina.

34′ – La Fiorentina riapre la partita. Traversone dalla destra di Ferrarini e di testa Vlahovic fa 1-2.

30′ – Cade in area Semeraro dopo un contatto con il giocatore viola. Il terzino giallorosso sanguina dalla testa ed è costretto a farsi applicare una fasciatura.

27′ – Esce Besuijen ed entra in campo Bianda.

25′ – Seconda ammonizione per Cargnelutti che viene espulso.

19′ – RADDOPPIO DELLA ROMA! Ancora Cangiano che si inserisce bene su un cross dalla destra di Riccardi.

7′ – Ammonito Cargnelutti nella Roma per un fallo a centrocampo.

4′ – LA ROMA IN VANTAGGIO! Lancio splendido di Pezzella e Cangiano di testa supera il portiere avversario.

1′ – Inizia la partita. La Roma dà il calcio di inizio.

Luca Fantoni