Candela: “In Champions andrà la Roma. È ancora lì per arrivare tra le prime quattro e salvare la stagione”

Luca Fantoni – Vincent Candela, campione d’Italia con la Roma, ha parlato a margine della conferenza di presentazione de “La Notte dei Re“. Queste le sue parole:

Hai scelto con quale squadra giocare? Sei molto conteso…
Sì sì, ho scelto. Francesco è un mio amico da tanto tempo e non ho avuto dubbi. Lui tutta la vita, senza dubbio.

E’ un passaggio funzionale per la creazione del marchio Legends, ex giocatori che continuano a lavorare per il calcio?
Ognuno deve fare il suo, l’hanno inventato e ci siamo adattati a questo perché il calcio è la nostra passione e in questo contesto troviamo anche una maniera diversa di viverlo. Si gioca 6vs6, con le sponde, è molto piacere e ci mettiamo tutta la passione e il cuore possibile. E’ molto piacevole, anche se scendiamo in campo con un po’ più di pance, ma con più testa. Ci divertiamo molto.

La tua Roma è risalita nel segno di De Rossi: come lo vedi?
E’ importante finire la stagione e arrivare in Champions prima di parlare di futuro, quello è l’obiettivo di De Rossi e della squadra. Non mi piace parlare del passato ma anche del futuro. Rimangono sette partite fondamentali. Lui è un ragazzo intelligente e sa che non è ora il momento di parlarne. Poi ci sarà gente al suo fianco che gli consiglierà la soluzione migliore. Penso solo a quello che può dare ora alla Roma.

Francesco può essere l’uomo giusto…
Lui va bene con tutti e in ogni situazione, ma devo dire che è un peccato non sfruttarlo a pieno. Ora si sta trovando meglio nel suo ruolo che deve essere però ben definito, ma non so fra di loro come sono rimasti. Lui è un patrimonio del calcio, come vede lui i giocatori ci sono poche persone al mondo che riescono a farlo. Deve essere pronto per cogliere l’opportunità.

Sul futuro di Zaniolo invece?
Sono quindici partite che gioca con continuità, ora deve proseguire su questa strada ma soprattutto deve essere contento di essere con la Roma e ringraziare Di Francesco e Ranieri.

Chi va in Champions?
La Roma, perché come dico da inizio anno ha la rosa e la base migliore. Poi sì, ha sbagliato moltissimo quest’anno, ma come tutte le altre in quella posizione di classifica. Siamo ancora lì per arrivare tra le prime quattro e salvare la stagione.

Luca Fantoni

La Giovine Roma, Ranieri riparte dai ’99. Kluivert e Zaniolo per risorgere

Simone Burioni – Un punto per ripartire. Come nella Giovine Italia di Giuseppe Mazzini, momento fondamentale per il Risorgimento italiano, Claudio Ranierivuole riportare la Roma a brillare e per farlo ricomincia – mantenendo la richiesta di supporto alla Curva Sud – dal punto conquistato con la Fiorentina di Stefano Pioli (2-2) dove Nicolò Zaniolo e Justin Kluivert hanno trascinato i giallorossi nella doppia rimonta completata dal gol di Diego Perotti. Il tecnico romanista si è detto soddisfatto dei due classe ’99 al termine del match: “Bene i due ragazzini, ho fiducia in Kluivert, è acerbo ma ha velocità e fa buoni cross. Avevo bisogno di coprire e attaccare Biraghi e lo ha fatto molto bene”. E se prima l’olandese veniva richiamato sulla tattica, adesso si riscopre attento anche alla fase di non possesso. 

Inoltre anche le statistiche pendono dalla parte di Justin. Con lui in campo dal primo minuto la Roma ha conquistato 6 delle 13 vittorie finora realizzate in Serie A (rispettivamente con Sampdoria, Genoa, Parma, Torino, Bologna nel match di ritorno ed Empoli). Altri due punti ottenuti (con Cagliari e Fiorentina) nelle 5 partite rimanenti dove Kluivert è partito titolare. Ammontano invece a tre le sconfitte, registrate con Bologna (nel match di andata), Udinese e SPAL. La media punti in campionato con il giovane orange in campo dall’inizio è di 1,8 punti a partita, quasi due vittorie ogni tre match, superiore alla media punti totale realizzata dalla squadra giallorossa che ammonta a 1,6 punti a partita.

Tutto questo sembra esser stato notato da Claudio Ranieri che ha schierato titolare Kluivert in tre delle quattro partite di campionato disputate fino ad oggi con la Roma: l’attaccante infatti non è partito dall’inizio solo nel match con il Napoli. La percentuale di utilizzo dal primo minuto dell’esterno olandese dal tecnico giallorosso è del 75%, mentre con Eusebio Di Francesco l’ex Ajax era partito dal fischio iniziale solamente 8 volte su 26 gare di Serie A, per una percentuale pari a circa il 30%. Intanto chi è sicuro del posto è Nicolò Zaniolo che si gode il quarto sigillo in campionato e ha chiarito la situazione rinnovo attraverso un post su Instagram: A pochi minuti dal fischio finale mi sono espresso in una maniera che è stata male interpretata. Sono un giocatore della Roma, un professionista e mi esprimo in campo. Poi ci sono altri professionisti, come il mio agente e la dirigenza, che si occupano dei contratti e che sapranno gestire al meglio la situazione”. 

Simone Burioni

Zaniolo e Pellegrini le fondamenta per costruire la nuova Roma

Luca Fantoni – Chi pensava che la sosta per le Nazionali potesse aiutare la Roma a ritrovarsi è rimasto deluso. La squadra giallorossa cade contro il Napoli e lo fa senza lottare, senza un’anima. Eppure la Champions League resta sempre lì, a soli quattro punti, perché in questa strana stagione, si fa a gara per non entrarci. Le prospettive, comunque, non sono delle più rosee. La sconfitta contro i partenopei ha fatto scivolare i capitolini al settimo posto, dietro anche ad Atalanta e Lazio, ed ora la rincorsa alla quarta posizione si fa più complicata. Se non dovesse arrivare la qualificazione nella massima competizione europea assisteremmo ad un’altra rivoluzione. Molti giocatori partiranno e ne arriveranno altri con ingaggi più bassi (diminuire il monte ingaggi sarebbe una priorità). Il futuro direttore sportivo della Roma, chiunque sia, dovrà quindi superare un difficile banco di prova. Sabatini era un mago in questo: scovare giocatori molto forti, contenendo i costi (Marquinhos e Alissoni due casi più eclatanti). Certo è che anche con una rivoluzione non si potranno cambiare tutti i giocatori della rosa; si dovrà costruire intorno a coloro che questa stagione hanno dimostrato di poterci stare alla grande in una squadra come la Roma: Nicolò Zaniolo e Lorenzo Pellegrini.

ZANIOLO – Fino al 19 settembre 2018, giorno del suo esordio contro il Real Madrid, non era nessuno o quantomeno era un giovane di cui si parlava bene, alla pari di altri acquisti estivi come Bianda e Coric. Passati 6 mesi, Nicolò Zaniolo è diventato uno dei centrocampisti più forti di tutta la Serie A e uno dei punti cardine della prossima Nazionale. 20 partite, 3 gol e 2 assist solo in campionato, più le due reti nella sfida d’andata contro il Porto. È un giocatore che nasce centrocampista centrale ma che si è adattato a giocare più avanti. Per la Roma è stato fondamentale tanto in fase di creazione di gioco quanto in quella di rottura. Non è un caso che abbia il maggior numero di contrasti vinti (1,5 a partita) rispetto a tutti gli altri esterni in rosa: Under 0,3, Schick 0,6, Kluivert 0,8, Perotti 0,8 ed El Shaarawy 1.1. Qualità ma anche quantità, quindi, per uno dei pochi che questa stagione ha mostrato di avere il cambio di passo. Il rinnovo di contratto deve essere una priorità. La Roma del futuro non può prescindere da un giocatore come lui, deve diventare il faro che guida la nave verso il porto.

PELLEGRINI – Probabilmente il pensiero di gran parte dei tifosi della Roma che questo sarebbe stato l’anno della sua consacrazione lo ha condizionato. L’inizio di stagione di Pellegrini non è stato certo da ricordare ma tutto è cambiato dopo il gol di tacco al derby. È diventato, per distacco, il giocatore della Roma che crea più azioni pericolosecon una media di passaggi chiave a partita di 2,9, più del doppio di ogni suo altro compagno di squadra. Nel nuovo ruolo di trequartista sta trovando la sua dimensione e se qualche problema fisico di troppo non l’avesse fermato per alcune giornate, molto probabilmente staremmo parlando di una stagione individuale non più buonissima, ma straordinaria. Rispetto a Zaniolo lui ha più esperienza e può provare a prendere il posto di Daniele De Rossi come futuro leader della Roma. La clausola fissata a circa 30 milioni presente nel suo contratto mette paura ai tifosi ma, almeno per il momento, tutte le dichiarazioni che il centrocampista ha rilasciato sembrano portare verso un rinnovo e un proseguimento della strada giallorossa. Se sarà rivoluzione la Roma deve ripartire da loro due, possono diventare le fondamenta di una squadra più forte, più giovane ma soprattutto, e qui il forse è d’obbligo, anche vincente.

Luca Fantoni

Tor di Valle, Roma estranea ai fatti. Baldissoni: “Fare lo stadio è un nostro diritto”

Gianluca Notari – Sembra non finire mai l’epopea legata allo Stadio della Roma. Il 20 marzo scorso, il Comune di Roma è stato travolto da un altro scossone: il reato è quello di corruzione e tra gli indagati risulta anche Marcello De Vito, uomo di spicco del Movimento 5 Stelle e soprattutto presidente del consiglio comunale cittadino. Secondo l’accusa, De Vito sarebbe colpevole di aver intascato tangenti da Luca Parnasi, arrestato a inizio indagini nello scorso giugno e proprietario di Eurnova, azienda a sua volta proprietaria dei terreni di Tor di Valle su cui dovrà sorgere il nuovo Stadio della Roma. Ciò che più colpisce, nei giorni seguenti alla disposizione dell’arresto per De Vito, è stata una comunicazione quantomeno distorta che ha fatto risaltare in modo inesatto il progetto sul nuovo stadio. Titoli di giornale, lanci d’agenzia, servizi al telegiornale: ovunque era riportata la dicitura “Stadio della Roma“, senza che però il progetto fosse minimamente invischiato nelle carte della Procura. Infatti, nonostante De Vito e Parnasi siano persone invischiate nel progetto dello stadio, l’iter non è stato in alcun modo toccato dalla vicenda, come confermato a giugno da Paolo Ielo, pubblico ministero a capo delle indagini: «Non ci sono atti amministrativi relativi allo stadio per cui si ravvisano alterazioni. La Roma non c’entra nulla».

Fatto sta che la il club di Pallotta, estraneo a tutti i fatti relativi alle indagini, si troverà nuovamente a dover difendere un diritto già acquisito due volte, tante quante sono state le delibere di pubblica utilità fornite dal Comune di Roma, prima con la giunta Marino e poi con quella targata Raggi. I dirigenti giallorossi intanto continuano a lavorare per trovare una nuova impresa a cui affidare la costruzione dell’impianto: le ultime voci parlano soprattutto della Salini Impregilo, colosso dell’ediliza romana, ma non sono da escludere anche altre ipotesi come alcune aziende del nord Italia.

Per la Roma, a commento della vicenda, ha parlato Mauro Baldissoni, curatore ormai a 360° del progetto di Tor di Valle: «Per noi non è un’aspettativa ma un diritto veder realizzato lo Stadio nei tempi più rapidi possibili visto che la conferenza di servizi l’ha approvato oramai da 15 mesi. Da un punto di vista giuridico non c’è alcun motivo per un rallentamento del processo». Purtroppo, con i tempi della burocrazia italiana, qualche rallentamento probabilmente ci sarà. La Roma, tuttavia, è ancora seriamente intenzionata a costruire la sua nuova casa e le parole di Baldissoni, alle orecchie dei tifosi, suonano come una promessa solenne.

Gianluca Notari

Roma, volano stracci tra Monchi e Pallotta. Incognita sul futuro direttore sportivo

Gianluca NotariVolano stracci in casa Roma, costretta ad affrontare l’ennesimo momento di difficoltà che ciclicamente si ripresenta. Questa volta, per non farsi mancare nulla, oltre alla crisi tecnica che sta vivendo la squadra – uscita malconcia dopo l’ennesima figuraccia della stagione dopo la partita persa a Ferrara contro la Spal – si è aggiunta anche la diatriba tra Pallotta e Monchi. Lo spagnolo è tornato ufficialmente da ieri a ricoprire il ruolo di direttore sportivo del Siviglia: dopo la separazione avvenuta lo scorso 8 marzo con la Roma, Monchi non ha aspettato un attimo per tornare da dove era venuto, rintanandosi nella realtà che lo aveva lanciato nel calcio che conta ormai tanti anni fa. Durante la sua conferenza di presentazioni, il direttore non ha risparmiato parole al vetriolo indirizzate ai vertici del club giallorosso: “Sono andato via prima per una semplice ragione. Ho capito che l’idea della proprietà era diversa dalla mia. Il presidente voleva andare a destra e io a sinistra. Continuare così non aveva senso“.

Monchi era arrivato in Italia con la stigmate del talento, portando con sé un palmarès di tutto rispetto visti i 9 trofei conquistati con il club andaluso. Eppure, il Re Mida del calciomercato ha lasciato più problemi di quanti non ne avesse trovati al momento del suo arrivo: squadra fuori dalla zona Champions, infermeria piena, monte ingaggi alle stelle e molti dubbi sul futuro.

Pallotta, dal canto suo, non ha voluto far attendere la sua risposta, arrivata ieri tramite i canali ufficiali del club: “Sono rimasto un po’ sorpreso nel leggere le dichiarazioni di Monchi in conferenza stampa. Fin dal primo momento, sono stato molto chiaro sulla direzione che dovevamo intraprendere ed è questo il motivo per cui abbiamo speso tanti soldi per portare Monchi da noi. Gli ho dato il pieno controllo per ingaggiare l’allenatore che voleva, per assumere i collaboratori tecnici e i preparatori, per gestire lo scouting e per acquistare i giocatori che preferiva. Guardando i risultati e le nostre prestazioni, è chiaro che questo non abbia funzionato. Cosa avrebbe voluto fare Monchi di differente? Mi ha chiesto di fidarsi di lui e di lasciarlo fare a modo suo. Gli abbiamo dato il pieno controllo e ora abbiamo più infortuni di quanti ne abbiamo mai avuti e rischiamo di non riuscire a finire tra le prime tre per la prima volta dal 2014“.

Difficilmente, leggendo le parole del patron giallorosso, si può non essere d’accordo. Pallotta e soci hanno investito molto su Monchi, lasciandogli carta bianca su tutte le decisioni sportive intraprese dal club nell’ultimo biennio. Le cose, come dichiarato dallo stesso presidente, non sembrano aver funzionato, nonostante i lauti compensi percepiti dallo spagnolo: per i suoi due anni scarsi con la divisa della Roma ha incassato quasi due milioni di euro nella prima stagione, ricevendo l’intero stipendio stagionale nonostante fosse stato ufficialmente assunto solo nell’aprile del 2017. L’anno seguente ha incassato un milione e cinquanta mila euro, mentre per questa stagione ha ricevuto circa mezzo milione, senza contare un bonus da 1.454.000 euro per il “raggiungimento di determinati obiettivi sportivi. Un bel gruzzoletto, insomma, che però non ha portato i frutti sperati.

Ora la società sembra proiettata verso il futuro: serviranno un nuovo allenatore e probabilmente un nuovo direttore sportivo, qualora non venisse premiata la figura di Ricky Massara, fedelissimo di Baldissoni. I nomi per la panchina più caldi, al momento, sono quelli di Gasperini, Giampaolo e Sarri, mentre per il ruolo da ds si valutano i profili di Ausilio – che sembra essere il preferito al momento -, Petrachi del Torino oltre ad un clamoroso ritorno di Walter Sabatini. Le riserve saranno sciolte solamente in estate, quando la Roma dovrà affrontare l’ennesima rivoluzione. Sperando però che le cose, stavolta, possano finalmente andare in modo diverso.

Gianluca Notari

Campagna “No Bulli”, per la Roma presenti Baldissoni e Florenzi: “Il gruppo può salvarti la vita”

Luca Fantoni – Il Consiglio regionale del Lazio si è fatto promotore di una campagna di prevenzione e contrasto del fenomeno del bullismo e del cyberbullismo. Per l’occasione, saranno presenti i calciatori Daniel Ciofani del Frosinone, Alessandro Florenzi della Roma e Ciro Immobile della Lazio.L’incontro si sta tenendo alla sede della Regione Lazio in via della Pisana, presso la Sala Mechelli. Oltre ai rappresentanti delle società di Serie A, ci saranno anche il Presidente del Consiglio regionale Giuseppe Cangemi e il Garante dell’infanzia e dell’adolescenza Jacopo Marzetti. Inoltre, presenti i dirigenti di Lazio e Roma Claudio Lotito e Mauro Baldissoni, i responsabili dei settori giovanili Mauro Bianchessi e Massimo Tarantino, il presidente dell’Accademia Frosinone Calcio Luigi Lunghi e il direttore Rapporti istituzionali Frosinone Calcio, Salvatore Gautieri. Molto significativa la testimonianza di Florenzi: “Sono caduto due volte nella mia vita e nella mia carriera. Se vicino non avessi avuto dei compagni che mi avessero tirato su anche con una pacca o battuta sarebbe stato difficile, li ringrazio ogni giorno”, mentre Baldissoni ha ribadito come l’impegno sociale sia uno degli obiettivi principali della società: “Consideriamo la Roma come società una piattaforma sociale in grado di veicolare i messaggi alla comunità”.

Luca Fantoni

Roma, dopo Di Francesco salta anche Monchi: risoluzione consensuale tra le parti

Gianluca Notari – È caos totale in casa Roma: dopo l’esonero di Eusebio Di Francesco, termina anche il rapporto tra il club e il direttore sportivo Monchi. Lo spagnolo, appena dopo un giorno la decisione societaria di licenziare il tecnico ex Sassuolo, ha deciso di andarsene: tante le divergenze con la proprietà, soprattutto legate all’allenatore, a cui Monchi non ha mai fatto mancare il proprio appoggio.  “L’AS Roma e il direttore sportivo Monchi confermano di aver raggiunto un accordo per risolvere consensualmente il proprio rapporto lavorativo. Al dirigente vanno i ringraziamenti del Club per l’impegno profuso” la nota apparsa ieri sul sito ufficiale della squadra giallorossa, la cui direzione sportiva è stata momentaneamente affidata a Frederic Massara, scelto come direttore ad interim.

Anche Monchi, dal canto suo, ha voluto ringraziare club e tifosi per il tempo passato insieme: “Roma e la Roma sono una delle cose più passionali che possa offrire il calcio, ecco perché me ne sono innamorato subito. Ecco perché in questa avventura non ho mai diviso la passione dal lavoro. So che non abbiamo raggiunto tutti i risultati per i quali abbiamo lavorato, per i quali ci siamo appassionati, per i quali in alcuni momenti ci siamo anche scontrati. Vorrei ringraziare tutte le persone con cui ho lavorato in questi anni, non dimenticherò nessuno, tutti hanno contribuito a rendere Trigoria la mia casa” ha scritto il ds in un lungo posto sul proprio profilo Instagram. Una separazione dolorosa da entrambi le parti, che sembra tuttavia necessaria per provare a raggiungere l’obiettivo minimo stagionale, il quarto posto in campionato. Anche se, come molti tifosi fanno notare sui social network, questa doppia epurazione poteva (doveva?) avvenire prima che il cammino della Roma fosse irrimediabilmente compromesso.

SOSTITUTI – Archiviata la pratica Monchi, c’è ora da pensare al futuro. Ma se per quanto riguarda il ruolo di tecnico la casella è stata prontamente riempita con Claudio Ranieri – ufficiale da ieri il suo incarico, un milione di euro fino a fine stagione -, sono diversi i candidati per quello di direttore sportivo. I primi nomi usciti sono quelli dell’ex Milan Massimiliano Mirabelli, Daniele Faggiano del Parma, Piero Ausilio dell’Inter e Gianluca Petrachi del Torino. Ci sarebbe anche la pista estera che porta il nome di Luis Campos, ds portoghese del Lille, ma al momento sembra che la dirigenza giallorossa sia più orientata su un profilo che già conosca la Serie A. Infine, non è da escludere la possibilità che Massara possa essere il direttore sportivo anche nella prossima stagione, magari affiancato da figure di supporto come Federico Balzaretti e Morgan De Sanctis.

Gianluca Notari

La Roma è atterrata a Fiumicino, Totti e Di Francesco con la squadra. La dirigenza esce da una porta secondaria

Luca Fantoni – La Roma ha fatto rientro in Italia sul charter Alitalia AZ8951, dopo essere decollata da Oporto alle ore 11.53 italiane e aver subito la contestazione pesante dei tifosi presenti nella città portoghese. La squadra, dopo essere atterrata nella Capitale alle ore 14.09, è salita immediatamente sul pullman per lasciare l’aeroporto. Normalmente presenti Di Francesco e Totti, mentre il resto della dirigenzanon è salita nello stesso mezzo, uscendo da una porta secondaria. Nessun supporter ad attendere la squadra a Fiumicino.

Luca Fantoni

Roma, Panucci in pole per il dopo Di Francesco

Gianluca Notari – Sono giorni caotici quelli della Roma, che deve fare i conti con l’eliminazione dalla Champions League – fatale la sconfitta di Oporto – e, soprattutto, la ricerca forsennata di un nuovo allenatore pronto a rimpiazzare Eusebio Di Francesco. A questo punto della stagione non è cosa semplice: la priorità è quella di trovare un uomo che, visto il poco tempo che rimane alla fine dell’anno sportivo, sia in grado di lavorare principalmente sulla testa e sullo spirito della squadra più che sul gioco e sui tatticismi. Il problema, però, è che in questo momento non sembrano esserci tecnici liberi che riescano a convincere del tutto la Roma. Le strade percorribili dalla dirigenza giallorossa sono due: o prendere un allenatore che firmi un contratto di quattro mesi e che dopo una stretta di mano lasci la squadra senza pretese, oppure ingaggiare un tecnico su cui poter puntare anche nel prossimo anno. Dalle parti di Trigoria filtra una netta preferenza per la prima opzione, ma se già sono pochi gli allenatori liberi, ancor di meno sono quelli che accetterebbero senza riserve una soluzione di questo tipo.

PANUCCI – Per convincere un allenatore a firmare per soli quattro mesi – e in questa situazione – è evidente che le armi a disposizione della società siano ben poche. Una di queste, però, potrebbe essere il senso di appartenenza e la dedizione alla causa giallorossa. Per questi motivi, si stanno sondando i nomi di numerosi ex i quali, legati alla Roma da questioni sentimentali, potrebbero accettare l’incarico di traghettatore. Il nome che più sembra in voga al momento è quello di Christian Panucci, ex difensore della Roma e attuale ct dell’Albania.

Panucci, da quanto filtra, sarebbe entusiasta di giocarsi le proprie chance, e svincolarsi dal ruolo di ct non sarebbe un problema irrisolvibile. Lo spogliatoio – guidato da De Rossi – e parte della dirigenza – con Totti in prima fila – sembrano orientati verso questa scelta, anche se quello di Panucci non è l’unico nome in lizza.

RANIERI – Un altro tecnico a cui la dirigenza affiderebbe la guida tecnica della Roma fino a fine stagione è Claudio Ranieri. A lui i tifosi romanisti guardano sempre con ammirazione e con un pizzico di nostalgia, complice quello scudetto sfiorato nella stagione 2009/2010, quando l’allenatore testaccino subentrò a Luciano Spalletti. Reduce da un’esperienza piuttosto negativa con il Fulham, Ranieri è tornato disponibile solamente da pochi giorni: una sua risposta affermativa alla chiamata alle armi non è scontata, anche se il sentimento che lega Ranieri alla Roma potrebbe rappresentare un fattore.

ALTERNATIVE – Altre piste percorribili sono quelle che portano i nomi di Fabio Capello e Roberto Donadoni: per il primo sarebbe un clamoroso ritorno nella Capitale dopo il travagliato addio nel 2004, mentre per il secondo l’avventura sulla panchina della Roma rappresenterebbe un incredibile upgrade rispetto alle sue ultime esperienze. Infine, rimane appesa ad un filo la candidatura di Paulo Sousa: il suo nome è stato accostato prepotentemente alla Roma nei giorni precedenti all’ottavo di finale di Oporto, ma il tecnico portoghese non accetterebbe un contratto di soli quattro mesi. I dirigenti, dal canto loro, non sono affatto sicuri di voler puntare su di lui anche nella prossima stagione, per questo Sousa si sta allontanando sempre di più dalla Roma e si appresta a dire sì al Bordeaux.

Gianluca Notari

Allenamento Roma, riscaldamento e partitella a tema. Under lavora a parte, individuale in palestra per Pastore

Luca Fantoni – La Roma è scesa in campo per l’allenamento di rifinitura in vista del match di Champions League contro il Porto, in programma per domani sera alle ore 21. I giallorossi proveranno a rifarsi dopo il 3-0 subito dalla Lazio e, forti del 2-1 del match di andata, cercheranno di battere gli uomini di Conceiçao a Oporto. La seduta è iniziata con un riscaldamento con ostacoli ed è poi continuata con una partitella a tema 11 vs 11. Cengiz Under ha lavorato individualmente sul campo,mentre Pastore ha svolto un individuale in palestra.

Luca Fantoni