Inter-Roma, intervista a Riccardo Ferri

Gianluca Notari – Riccardo Ferri, ex difensore di Inter e Sampdoria e attuale opinionista di Premium Sport, è stato intervistato dai microfoni della nostra redazione. Naturalmente, argomento principe dell’intervista è stata la gara di San Siro tra Inter e Roma. Le sue parole:

La partita tra Inter e Roma di questa sera è stata dipinta da molti come uno spareggio per la Champions League. Sei d’accordo?
E’ una partita che probabilmente non rappresenta il bivio finale, ma è certo che conti molto, specialmente per queste due squadre che prima della sosta avevamo lasciato l’impressione di aver perso un po’ le proprie caratteristiche, chi per convinzione, per fisicità o per velocità di manovra. E’ chiaro che questa partita può riaccendere un po’ di consapevolezza in entrambe. Detto questo, Inter-Roma è sempre stata una partita molto combattuta, dove le due squadre vorranno imporsi. La Roma è una squadra aggressiva, che ti attacca molto alta e che vuole sempre fare la partita, mentre l’Inter è molto brava a rispondere con delle ripartenze in velocità. Ricordando la partita d’andata, immagino che la Roma vorrà rifarsi, dopo una gara che l’ha vista un po’ delegittimata: colpì tre pali e fu certamente molto più protagonista dell’Inter. C’è curiosità di capire in che modo sarà affrontata la partita, sia dal punto di vista tattico che nell’atteggiamento.

Hai una tua idea riguardo alla flessione che entrambe le squadre hanno avuto?
Credo sia abbastanza fisiologico, anche se in maniera differente. La Roma arrivava da una stagione da protagonista, dove ha chiuso il campionato al secondo posto e, anche se eliminata ai preliminari in Champions League, ha portato al termine una stagione importante nonostante le diverse problematiche: il caso Totti, ad esempio, o altri piccoli problemi che dovevano essere gestiti all’interno dello spogliatoio. Dall’altra parte c’è un Inter neonata, con un progetto nuovo nato quest’estate. E’ cambiato l’allenatore, sono cambiati diversi giocatori, mentre quelli che c’erano lo scorso anno non avevano reso come invece stanno rendendo oggi: questo è senza dubbio merito di Spalletti. Inoltre, la partenza è stata davvero inaspettata da tutti: nessuno pensava che l’Inter potesse avere un tale approccio. Poi c’è stato un calo fisiologico probabilmente dettato dal fatto che la rosa è molto corta. Gli interpreti dall’inizio dell’anno sono quasi sempre gli stessi, specialmente sulle fasce che sono quelle che forniscono i palloni per Icardi, che se non fornito bene rimane isolato.

Credo che non ci siano dubbi sul fatto che il filo conduttore di questa partita è rappresentato da Luciano Spalletti…
Assolutamente. L’impressione che ho avuto su di lui fino ad oggi è estremamente positiva, ma lo era già lo scorso anno quando allenava la Roma. Lì vedevo un allenatore lasciato alla deriva, e che combatteva contro tutto e tutti portando avanti le proprie convinzioni. Partendo dall’inizio, quando Dzeko era spesso individuato come un problema, Spalletti lo ha sempre difeso fino all’ultimo, e Dzeko ha risposto con la cattiveria e la personalità che l’allenatore gli chiedeva. E poi il caso Totti, non facile da gestire. Per questo ho apprezzato molto Spalletti, perché nonostante le difficoltà è riuscito a non perdere di vista l’obiettivo finale che era quello della squadra, e non dei singoli. Non era facile, anche perché ho spesso avuto l’impressione che fosse lasciato solo dalla società che non aveva naturalmente intenzione di schierarsi contro Totti. La piazza per questo lo vedeva spesso come un nemico, ma lui ha portato a casa la stagione centrando l’obiettivo del secondo posto. Quest’anno  arrivato all’Inter, e come ho detto prima è stato determinante nel riportare alcuni giocatori su dei livelli altissimi: Perisic, Candreva, Handanovic, Icardi, Miranda. E poi gli acquisti, scelti in comune accordo con la società: Skriniar, Borja Valero, Vecino, tutti giocatori importanti. Questo mi sembra la dica lunga sulla qualità di questo allenatore.

Corsa scudetto: è ormai una questione tra Juventus e Napoli o pensi che Inter e Roma possano ambire al titolo fino all’ultimo?
Credo che il nostro sia un campionato 11 contro 9: 11 squadre che lottano per il titolo e per i posti per l’Europa e le altre 9 che lottano per non retrocedere. Al di là di questo, penso che fino alla fine Juve, Napoli, Inter, Roma e Lazio lotteranno per i primi 4 posti. Certo, al momento mi viene da pensare che Juventus e Napoli lotteranno per il titolo con le altre tre a scontrarsi per il terzo ed il quarto posto, a meno di clamorose sorprese. Mi auguro che a calare non siano Roma ed Inter: in quel caso la Lazio, vincendo il recupero, potrebbe lottare in maniera importante per un posto Champions.

Classifica finale per le prime quattro posizioni?
Vedo Napoli, Juventus, Inter e Roma. Ma la Lazio mi spaventa molto, specialmente dal punto di vista fisico, quindi vedo una Lazio equivalente a Roma e Inter: saranno queste tre a giocarsi gli ultimi due posti valevoli per la Champions fino a fine campionato. Fondamentali, in questo senso, saranno gli scontri diretti, come sono sempre stati. Già la partita di oggi potrebbe dire tanto: se l’Inter vincesse andrebbe a 45 punti, e toglierebbe inoltre un po’ di convinzione a questa Roma che è squadra davvero molto forte.

Gianluca Notari

Dzeko-Emerson al Chelsea, affare in chiusura per oltre 50 milioni: da limare la distanza di 5 milioni sui bonus

Gianluca Notari – Che vendere fosse necessario era cosa nota, magari non ci si aspettava che le cessioni fossero due. Ma tant’è: il trasferimento di Emerson Palmieri ed Edin Dzeko al Chelsea è in fase di chiusura. I due club hanno trovato l’accordo per entrambi i giocatori sulla base di 50 milioni di euro: a questo punto c’è solamente da limare la distanza di 5 milioni tra domanda e offerta riferita ai bonus, con i giallorossi che vorrebbero circa 60 milioni in totale.

Ma con due pedine in uscita, la Roma dovrà pensare anche agli acquisti: per la fascia sinistra le ipotesi più accreditate portano il nome di Barreca del Torino, Horn del Colonia e Darmian del Manchester United. Tre profili diversi tra loro, ma ugualmente in grado di fare rifiatare Kolarov, onnipresente nel’undici giallorosso.
Per quanto riguarda il ruolo di attaccante centrale, invece, si parla del possibile prestito di Michy Batshuayi: la punta belga, oltre ai giallorossi, è stata offerta a diversi club europei, su tutti Borussia Dortmund e Siviglia. Un altro nome accostato alla Roma per sostituire Dzeko è quello di Olivier Giroud, che in uno strano incrocio di mercato libererebbe il posto al Chelsea per il bosniaco per poi prenderne quello a Roma.

Squadra e dirigenti sono ora concentrati sulla partita contro l’Inter, ma gli agenti sono a lavoro per chiudere l’affare. Da tutte le parti coinvolte filtra comunque un diffuso ottimismo: c’è ancora distanza, ma la volontà è quella di voler chiudere l’affare. L’accelerata finale ci sarà probabilmente all’inizio della prossima settimana, dopo la gara di San Siro.

Gianluca Notari

2005, Inter-Roma 2-3. Totti diventa architetto, storia di un arco perfetto

Luca Fantoni – Riuscireste a mandare il pallone in uno spazio di poco più di 20 centimetri? Questa era la distanza tra la mano di Julio Cesar e la traversa. Impossibile, almeno per gli umani. In quella sera di ottobre di 13 anni fa però,Francesco Totti trascese il semplice essere calciatore, trasformandosi in un architetto capace di disegnare un arco perfetto. Solo 8 mesi dopo scoppierà il caso “Calciopoli” e questo Inter-Roma fu l’antipasto di un duello che divenne poi la sfida per eccellenza negli anni seguenti. Da una parte i campioni, dall’altra il bel gioco. A trionfare furono quasi sempre i nerazzurri ma i capitolini, a Milano, qualche soddisfazione sono riusciti a togliersela. Sulla panchina della Roma sedeva Luciano Spalletti, al suo primo anno in giallorosso. Il consueto 4-2-3-1 era formato da Doni in porta. Al centro della difesa c’erano Chivu e Kuffour (in una delle sue poche partite degne di essere chiamate tali), con Panucci e Cufrè come terzini. In mediana agivano De Rossi e Perrotta, ancora non reinventato trequartista, mentre dietro Montella giocavano Mancini, Totti e Taddei. La squadra di Roberto Mancini rispondeva con Julio Cesar tra i pali. La difesa a 4 era formata da Cordoba, Materazzi, il grande ex Samuel e Favalli. Sulle fasce giocavano Figoe Ze Maria con Veron e Cambiasso in mezzo. Dietro a Cruz c’era la fantasia di Recoba.

LA PARTITA – Erano 11 anni che la Roma non vinceva a Milano, ma fin dai primi minuti si capisce che quella poteva essere la serata giusta per invertire questa tendenza. Dopo 12 minuti gli ospiti sono già in vantaggio. De Rossi inventa una splendida verticalizzazione per Taddei che mette in mezzo per Montella che appoggia facilmente in porta. La partita è frizzante e le due squadre prendono un palo per parte con Mancini e con “El Jardinero” Cruz. Al 30° il calcio si trasforma in arte. Totti prende palla a centrocampo, salta Cambiasso, resiste all’attacco di Veron, punta Materazzi, il movimento a portar via l’uomo di Mancini riesce a fargli avere quel minimo di spazio in più per provare l’impensabile e il pallonetto del capitano conclude la sua dolce traiettoria in fondo alla rete, è 2-0. Con ancora negli occhi la prodezza del numero 10, la ripresa si apre con un calcio di rigore (generoso) su Montella. Totti dagli undici metri non sbaglia. A quel punto, in pieno stile Roma, arriva il momento di soffrire. Il primo gol di Adriano è altrettanto bello. La punizione del brasiliano sbatte sul palo ed entra in rete. A 13 minuti dalla fine Doni esce in presa alta ma cadendo perde il pallonepermettendo all’Imperatore di segnare il definitivo 2-3. Nel finale scintille tra Veron e Totti che vengono espulsi.

Da un arco all’altro. Quello che sta percorrendo la Roma in questo momento volge pericolosamente verso il basso. Da quella festa sotto la Curva Sud per il passaggio del girone di Champions League, la squadra di Di Francesco sembra non essere più quella di prima. La speranza dei tifosi giallorossi è che la sconfitta con l’Atalanta sia il punto più basso dell’arco, e che ora si possa solo risalire. Le voci di mercato sicuramente non aiutano i giocatori a ritrovare la tranquillità. Prima Emerson, poi Nainggolan, poi Dzeko e poi ancora Emerson. È chiaro che se uno di questi giocatori dovesse andare via la rosa si indebolirebbe ma i capitolini hanno retto a cessioni ben più dolorose. In questo momento la mancanza di fiducia verso Monchi e soci è totale. Del resto quando i risultati non arrivano è facile criticare tutto e tutti. L’atteggiamento deve essere diverso perché, come cantava Dolores O’Riordan dei Cranberries, in uno dei suoi ultimi brani, “Tomorrow could be great, if only you had some faith”. Bisogna avere fede nella squadra, è arrivata l’ora di reagire.

Chelsea pigliatutto. Dopo il sondaggio per Emerson, i blues puntano anche Dzeko

Simone Burioni – Doppie sirene inglesi. “Chelsea su Emerson”, “Il Chelsea punta Dzeko”. Sono le due frasi che hanno fatto preoccupare i tifosi della Roma negli ultimi giorni. Il brasiliano era accostato alla Juventus, che già nella scorsa primavera si era avvicinata molto al terzino sinistro, ma improvvisamente è spuntato il Chelsea di Conte a fare la voce grossa. Senza perder tempo i blues si sono affacciati anche sulla possibile trattativa Dzeko.

MONCHI FA MURO – Riguardo al bosniaco, il ds giallorosso Monchi non vuole privare Di Francesco di uno dei suoi trascinatori e sembra non voler intavolare per nessun motivo una trattativa con il club inglese. Possibile pressing forsennato da parte dei blues nelle ultime ore del mercato invernale, ma per portare a Londra il numero 9 della Roma, che lo scorso anno ha chiuso la stagione da capocannoniere con 29 gol, servirà un’offerta irrinunciabile considerando anche che una vera alternativa a Dzeko nella rosa di Difra non esiste, se non Schick. Il ceco però deve ancora sbocciare e al momento non assicura una certezza per il tecnico giallorosso.

TENTAZION-E-MERSON – Altro discorso è quello legato al terzino classe ’94 che potrebbe essere sacrificato. Sulla stessa fascia l’imponente Kolarov ha oscurato il ritorno del brasiliano, infortunatosi nella partita d’addio di Francesco Totti il 28 maggio scorso, e la società di Trigoria potrebbe essere invogliata a lasciarlo partire se il Chelsea metterà sul piatto un’offerta ragionevole, che però non è ancora arrivata. Intanto Monchi sta pensando a dei possibili sostituti come lo svincolato Siqueira, ex Atletico Madrid. Particolare attenzione alle ultime ore del mercato di gennaio, che potrebbero essere infuocate. Il countdown sta per iniziare.

Simone Burioni

Roma, Stadio: altro ritardo? Il progetto definitivo rischia di essere approvato dopo le elezioni

Simone Burioni – Odissea? No, Stadio della Roma. La storia dell’impianto giallorosso, che prima o poi sorgerà a Tor di Valle, sembra essere una disavventura senza fine. Arriva un altro prolungamento imprevisto, questa volta causato dalle imminenti elezioni politiche.

4 MARZO – Il 4 marzo l’Italia sarà chiamata al voto per le elezioni politiche, ma quel giorno per i tifosi romanisti potrebbe diventare una data dalla doppia importanza: la definitiva approvazione del progetto sullo stadio di Tor di Valle potrebbe slittare – come reso noto dal giornalista di Radio Radio Alessio Di Francesco – fino a dopo le elezioni.

ENNESIMO RITARDO – E sì, dopo più di cinque anni si parla ancora di ennesimo ritardo su un progetto che fin dall’inizio sembrava non voler trovare la via della luce (anche le rane si erano messe di mezzo), ma che adesso, con gli ultimi faticosissimi sforzi sembra poter diventare realizzabile, anche se non nell’immediato. Mauro Baldissoni, dg della Roma, disse che “Puntiamo ad iniziare i lavori in primavera” e che “L’obiettivo è iniziarli per fine aprile, inizio maggio 2018”. Al momento queste parole potrebbero diventare inverosimili se l’Assemblea Capitolina deciderà di far slittare l’approvazione del progetto a dopo le elezioni, visto che il verbale della Conferenza dei Servizi sarebbe ancora in fase di revisione e di armonizzazione con le osservazioni arrivate in Regione.

PONTE DI TRAIANO – Si attendono notizie anche per il Ponte di Traiano, nodo fondamentale del progetto. Il governo sembrava essersi impegnato a contribuire con 100 milioni di euro alla realizzazione dell’opera e si attendono ancora conferme. Ma… Ipse dixit.

Simone Burioni

Nainggolan-Cina, la Luxury-Tax blocca tutto. A gennaio Radja non si muove

Simone Burioni – Cinquanta milioni di euro. È questa la cifra che il Guangzhou Evergrande, club cinese, sarebbe pronto a versare nelle casse della Roma per Radja Nainggolan. Il centrocampista ha attirato su di sé anche l’interesse di società extraeuropee e l’ingaggio che il club di Liu Jong Zhuo potrebbe offrirgli si aggirerebbe intorno ai 12 milioni di euro.

IPOTESI GIUGNO – Il Ninja potrebbe veder apparire l’orizzonte cinese già dalla prossima sessione di mercato. Il belga però difficilmente si sposterà da Trigoria durante l’attuale finestra di calciomercato, ma il pressing del Guangzhou Evergrande potrebbe farsi più insistente con l’avvicinarsi dell’estate. Il giallorosso adesso è concentrato sul campionato, ma non si esclude una sua partenza nella prima parte del mercato estivo.

RADJA TAX – La Roma non chiude alla possibile partenza del belga: “Di fronte ad un’offerta significativa – ammettono da Trigoria ai microfoni dell’Ansa – ogni trattativa può essere aperta”. Il più grande ostacolo tra Nainggolan e la Cina è però rappresentato dalla Luxury-Tax, ovvero una tassa esistente nella Repubblica Popolare Cinese che è volta a tutelare i vivai del Paese e che apporterebbe un costo aggiuntivo di 44 milioni, che andrebbero nelle casse della Federcalcio locale, per un costo complessivo di 94 milioni. I tifosi gridano all’unisono: “Non toccate Radja”. Il club giallorosso fa sapere che “Non è assolutamente detto che nelle prossime sessioni di mercato ci debba necessariamente essere una partenza eccellente”. Il bilancio è in rosso, ma c’è ancora un possibile auto-finanziamento: proseguire il cammino in Champions League.

Simone Burioni

Pallotta attacca i media: “Non accetto manipolazione delle mie parole”. Sui tifosi: “Sono unici”

Simone Burioni – Chi sbaglia paga. È questo il concetto espresso da James Pallotta, presidente della Roma, che nei giorni passati aveva scatenato diverse polemiche relative alle sue parole durante il periodo trascorso a Londra. L’imprenditore americano ha voluto mettere fine ad ogni tipo di critica ripercorrendo la propria discussione ed ha accusato i media di aver strumentalizzato le dichiarazioni sostenendo – in un’intervista rilasciata al portale ufficiale della società giallorossa – che “Non accetto alcuna manipolazione da parte dei media”. Due i temi centrali del suo discorso:

SICUREZZA e TECNOLOGIA – Il presidente giallorosso è stato il primo ad effettuare l’applicazione della tecnologia recente sul campo della sicurezza allo stadio Olimpico. Su tutte l’utilizzo di telecamere di ultima generazione in grado di riconoscere i singoli tifosi – che dispongono di biglietto nominativo e di posto ad uso esclusivo – qualora compiano atti illeciti all’interno dell’impianto. Lo statunitense ha ribadito come le barriere divisorie che erano state poste in curva Sud non erano altro che un errore, dando luogo ad una punizione che “Colpiva in modo generalizzato – dice Pallotta – tutta la Curva Sud e non chi, effettivamente, si fosse reso protagonista di atti che violassero la legge”.

PUNIZIONE o PASSIONE? – “Chiunque violi la legge dovrebbe essere punito”. Ma il bivio è alla fonte: è giusto che l’innocua accensione di un fumogeno debba far scattare una sanzione? Pallotta ammette di voler tutelare i tifosi sostenendo che “Mi hanno permesso di innamorarmi di questa squadra grazie alla passione che li rende unici”. La stessa passione sarà possibile manifestarla nel nuovo stadio?

Simone Burioni

Su Alisson PSG e Liverpool, “no” secco di Monchi. Peres pronto a partire, Florenzi: aria di rinnovo

Simone Burioni – “Alisson no, punto e a capo”. È la risposta del ds Monchi alle telefonate di Liverpool e PSG. Il soggetto in questione, Alisson, è uno dei migliori giocatori romanisti della prima parte di stagione ed elemento cardine della squadra di mister Di Francesco.

MENTALITA’ VINCENTE – Monchi è stato chiaro: “Serve una mentalità vincente”. Il ds spagnolo dà l’esempio in primis e respinge con personalità gli interessamenti di Liverpool e PSG per il portiere brasiliano. Una proposta inferiore ai cinquanta milioni verrà difficilmente presa in considerazione e l’ipotesi di veder partire l’estremo difensore giallorosso già da gennaio è pressoché nulla. Altro discorso è quello relativo al mercato estivo, ma il prezzo rimane intrattabile.

BRUNO PERE$ – Profumo di entrate monetarie per la possibile cessione di Bruno Peres. Il brasiliano sembra prossimo alla partenza, il suo procuratore aveva incontrato Monchi prima di Natale per chiedere la cessione, ma la Roma intende cederlo con la formula del prestito con obbligo di riscatto per una cifra compresa tra i nove e i dodici milioni di euro. Senza mezzi termini il ds spagnolo è chiaro: queste le condizioni da rispettare o il calciatore rimarrà a Trigoria. Sull’ex Torino, costato circa 14-15 milioni di euro, in pole ci sarebbero Galatasaray e Benfica, con i turchi che sembrano essere in vantaggio.

RINNOVO FLORENZI – Ramon Monchi dovrà affrontare anche una trattativa riguardo ad un rinnovo contrattuale delicato: quello di Alessandro Florenzi. Il jolly della Roma si trova di fronte ad un bivio: seguire le orme di Totti e De Rossi o allontanarsi dalla Capitale, luogo nel quale è amatissimo. La situazione si sta muovendo proprio in questi giorni e potrebbero esserci novità di un rinnovo contrattuale sulla base di tre milioni, o almeno questo è quello che spera Monchi.

Simone Burioni

Inter-Roma, San Siro si riempie. Sosta toccasana, torna Defrel

Simone Burioni – Cinquecentottantasei. Son i chilometri che separano lo Stadio Olimpico dal Meazza di Milano. Un tragitto durante il quale i calciatori della Roma dovranno ritrovare la concentrazione e riportare la testa al campo dopo le vacanze trascorse durante questo periodo di sosta.

SAN SIRO FA 50.000 – Al momento lo stadio San Siro conterà cinquantamila interisti a sostegno della squadra di Luciano Spalletti che nella conferenza stampa post Fiorentina aveva dichiarato che “Il gap con la Roma è stato colmato”. L’allenatore di Certaldo cercherà di rendere il tifo nerazzurro un fattore a proprio vantaggio dopo averlo definito come “Un tifo che ti fa tornare indietro nel tempo”. Dall’altra parte il settore ospite, tinto di giallorosso per l’occasione, conta attualmente 1800 unità che tenderanno ad aumentare nei prossimi giorni.

SOSTA BENEDETTA – Sia la Roma sia l’Inter stanno attraversando un momento di intensa difficoltà e lo stop dei match di campionato non può che aver ossigenato le due squadre, chiamate a reagire nell’immediato. I giallorossi nelle ultime cinque partite hanno ottenuto una sola vittoria (Cagliari), due pareggi e altrettante sconfitte, mentre analizzando lo stesso numero di gare i nerazzurri registrano un percorso di zero vittorie, tre pareggi e due sconfitte (Udinese e Sassuolo).

NESSUN RINFORZO, MA C’È DEFREL – Il mercato di gennaio, con molte probabilità, si chiuderà senza nuovi innesti per la Roma. Come già preannunciato dallo stesso Monchi “I migliori acquisti si chiameranno Defrel, Under, Schick…”. Il talentuoso ceco sta faticando a trovare la confidenza con il gol, mentre l’ex Sassuolo si è allenato a Trigoria per velocizzare il proprio rientro. Defrel infatti sembra essere sulla via del recupero per la sfida con l’Inter e potrebbe portare positività alla rosa di Di Francesco che appare preoccupato (ma non scoraggiato) dalle recenti prestazioni della squadra. Che sia il francese la soluzione? Per adesso “Marchons!”.

Simone Burioni

Roma, “Ricominciamo!”. Adesso c’è l’Inter… con uno Dzeko in più

Simone Burioni – “Ancora non siamo da scudetto”. Queste le parole di Eusebio Di Francesco rilasciate a Firenze durante l’evento “Ferrante-Pitti Uomo”. Verità o strategia? Il conto alla rovescia per la sfida di Milano contro l’Inter, in programma per domenica 21 gennaio, è iniziato. Serve una reazione. Tra tante difficoltà qualche guizzo da cui ripartire…

EDIN SBLOCCATO – La sconfitta con l’Atalanta, per quanto dolorosa, non è stata totalmente grigia. Qualche aspetto positivo è comunque riuscito ad emergere. Su tutti il ritorno al gol di Edin Dzeko che si è sbloccato dopo un digiuno che durava dal 1 dicembre (match contro la SPAL). Per trovare un’altra rete del bosniaco bisogna scorrere il calendario fino al 1 ottobre. L’avversario era il Milan e il numero 9 giallorosso riuscì a caricarsi la squadra sulle spalle portandola alla vittoria. San Siro potrebbe essere il posto giusto da cui far ripartire la striscia positiva di gol iniziata nella prima parte di stagione.

MODULO CONFERMATO – Schick fa il Defrel, ma il ceco pecca di lucidità negli ultimi metri se costretto a ripiegare costantemente sulla linea di centrocampo. Inoltre non è la posizione che predilige anche se al suo arrivo dichiarò: “Posso giocare ovunque in attacco”. Il mister è chiaro, il collettivo conta più dell’individuo: “Avanti con il 4-3-3”.

DIFRA VS SPALLETTI – All’andata, con un pizzico di fortuna e con un VAR acerbo, l’Inter dell’ex Spalletti era riuscita a spuntarla su una Roma ancora in rodaggio e che non aveva convinto pienamente nel pre-stagione. A quella sconfitta sono seguite le 5 vittorie consecutive in campionato, arrestate solo all’ottava giornata dal Napoli. Le statistiche più recenti pendono dalla parte di Di Francesco: i giallorossi nelle ultime 5 partite a San Siro in Serie A contro i nerazzurri sono riusciti ad ottenere tre vittorie. Roma, ascolta la Sud: “Ricominciamo!”.

Simone Burioni