Roma, esame Napoli ad alta quota. Mou atteso al Maradona

Fabrizio Castellucci – Domenica 29 gennaio, ore 20:45, allo Stadio Diego Armando Maradona, scenderanno in campo Napoli e Roma. La sfida, valida per la ventesima giornata di Serie A, è uno di quei match dalle mille sfaccettature. Hanno fatto notizia gli scontri sull’A1 delle scorse settimane, tra i tifosi partenopei e giallorossi, che hanno portato al divieto di trasferta per i tifosi romanisti nel capoluogo campano. Assenza importante per la squadra di José Mourinho, soprattutto in uno stadio che promette un’atmosfera caldissima, forfait che si aggiunge a quelle di Çelik per squalifica, Wijnaldum per infortunio e Zaniolo, per motivi di mercato.

PRIMA CONTRO TERZA

Roma contro Napoli è anche terza contro prima. I giallorossi non hanno espresso i numeri offensivi dei partenopei (46 gol fatti, contro i 25 di Dybala e compagni), ma fanno della solidità difensiva un’arma forte (gol subiti 16 a 14 in favore del Napoli), in grado di tenere la squadra dello Special One sempre aggrappata a qualunque avversario. Nella gara di andata il Napoli si è imposto 1-0 grazie al guizzo di Osimhen, ma questa volta il portoghese spera di cambiare le carte in tavola. Forse Mourinho trarrà spunto dai bambini giallorossi, che sotto i suoi occhi hanno sconfitto il Napoli, nel match valido per i quarti di Coppa Italia Primavera.

LA SFIDA NELLA SFIDA

E proprio Mou contro Spalletti è un’altra sfida nella sfida. Quasi quindici anni fa iniziarono a incrociare le loro spade, quando l’allenatore toscano era sulla panchina della Roma e lo Special One su quella dell’Inter. Mou fece razzia di titoli e vinse il confronto con Spalletti. I precedenti sulla panchina della Roma invece sono a favore di “Spallettone“, definito cosí da José lo scorso anno, che vede pendere la bilancia dalla sua parte grazie alla vittoria della gara di andata, altrimenti vi erano a referto solo due pareggi.

13 sono i punti che distaccano Napoli e Roma, distanza molto grande, soprattutto solo dopo un girone, ma i campani stanno vivendo un momento magico ed entusiasmante. La Roma, nonostante le critiche e i malumori di alcuni giocatori, è in piena corsa Champions e con tutti gli obiettivi ancora validi. Cerca quindi la propria identità in match dal livello di difficoltà sempre più elevato. Inoltre, nei big match fuoricasa, la Roma non ha ancora perso (vittoria con l’Inter e pareggi con Juventus e Milan), in attesa dell’esame più duro.

Ziyech e la Roma: ritorno al passato. Il marocchino per il dopo Zaniolo

Fabrizio Castellucci – Classe 1993, mancino raffinato, passaporto marocchino. Questo il bigliettino da visita di Hakim Ziyech, senza contare un mondiale da protagonista, con annesso record di piazzamento per una nazionale africana e un palmares da sogno (una Champions League e un Mondiale per Club, tra le altre cose con il Chelsea). Spesso accostato a squadre italiane, come il Milan, ma soprattutto la Roma di Monchi, con la quale fu ad un passo da chiudere il suo trasferimento ai tempi dell’Ajax. “Il Siviglia è stata un’opzione concreta la scorsa estate. È sicuramente un bel club, ma c’era il direttore sportivo Monchi che l’anno prima voleva portarmi alla Roma. Andava tutto bene fino a quando lui non si è fatto più sentire. Sarei quindi dovuto andare nel suo club? No”. Era l’estate del 2018, sono passati 5 anni da allora. Era un’altra Roma, un’altra presidenza, un’altra epoca.

Per completare tutti i tasselli nel mosaico di Tiago Pinto, ora è necessaria la cessione di Nicolò Zaniolo. Attualmente separato in casa, potrebbe fare il percorso inverso del fantasista dei Blues, con l’italiano in Inghilterra, su tutte Tottenham e Brighton, e Ziyech a calcare i campi di Serie A, in un tridente in cui ritroverebbe Tammy Abraham, con cui ha portato la Champions League a Londra, ed un mancino raffinato come quello di Paulo Dybala. A distanza di anni, Pinto starebbe lavorando per portare a termine un sodalizio che forse ha atteso troppo per essere celebrato. Nonostante la situazione scomoda per le casse giallorosse, ma complice la situazione del Chelsea, che ha speso oltre 400 milioni nelle sessioni di mercato relative a questa stagione ed ora deve vendere, oltre ad un cambio allenatore ai danni di Tuchel, Ziyech è finito sul mercato.

Se la Roma, in questi ultimi giorni di mercato, riuscisse a vendere come desidererebbe Zaniolo (con obbligo di riscatto come minimo), allora Tiago Pinto potrebbe regalare a Mourinho un fantasista con caratteristiche molto affini ai compagni di reparto che troverebbe in giallorosso. Visione, fraseggio, imbucate, fiuto del gol e dribbling, tutte caratteristiche che inciderebbero su un attacco, quello della Roma, che fatica a portare numeri importanti. L’alternativa resta lo spagnolo dell’Udinese, Deulofeu.

Roma, il reale “valore” da dare alla Coppa Italia

Fabrizio Castellucci – Il tabellone di Coppa Italia che si è profilato per la Roma di José Mourinho, grazie all’eliminazione del Napoli e del Milan, sembra essere invitante e ha giá iniziato a far sognare il popolo giallorosso (basta pensare alla febbre per i biglietti per i quarti con la Cremonese). La vittoria della Coppa Italia porterebbe, nella sua totalità, una cifra di circa 10 milioni di euro (2,8 milioni solo per la vittoria finale). Una cifra non elevata, non in grado di risanare le casse giallorosse, con un format che inizia a far storcere il naso, dallo Special One, al pensiero sfuggente di Thiago Motta.

Un’eventuale finale della Coppa Nazionale, porterebbe la Roma a disputare la sua seconda finale in due stagioni, cominciando a far respirare un’aria che da tempo non si respira a Trigoria, quella delle partite uniche, dove i giocatori sono stimolati ad andare oltre i loro limiti. Per i giallorossi una vittoria finale potrebbe significare anche la decima Coppa Italia, traguardo raggiunto per ora solo dalla Juventus, che i giallorossi inseguono dall’ultimo successo contro l’Inter di Mancini nel 2008. Una finale conquistata vorrebbe dire anche finale di Supercoppa Italiana. Ma non solo, la coppa darebbe sbocco ad una prima fascia in Europa League, traguardo sotto le aspettative della società, ma comunque salvagente minimo per continuare a dare presenza del club capitolino in Europa.

La lotta che si sta profilando in Campionato è decisamente dispendiosa, specie se affiancata da una competizione come l’Europa League, con appuntamento nel calendario fisso ogni giovedì, ridimensiona i giorni di recupero tra una partita e l’altra ai minimi sindacali. Con queste considerazioni, ecco che le quotazioni della Coppa Nazionale salgono nei pensieri di tifosi, e forse anche della società. Non dimenticando che per Mou sarebbe la trentesima finale in carriera, 17 per ora vinte, mentre sono 12 le volte in cui ha alzato bandiera bianca al termine del match.

Con un futuro tutto da scrivere: soli tre punti di distanza dalla Champions League, un’Europa Legaue tutta da giocare ed una Coppa Italia che vedrà la Roma affrontare la Cremonese (reduce dell’impresa al Maradona). Con i rientri di Wijnaldum e qualche opportunità di mercato resa possibile solo da qualche uscita in questi ultimi giorni, la Roma potrebbe giocare su più fronti, con tutte le carte in tavola per levarsi qualche sassolino dagli scarpini.

Salisburgo, la forza e la solidità del centrocampo di Jaissle

Francesca Palmeri – La Roma si prepara a scendere in campo per il match di Europa League. Il ritorno dei playoff sarà contro il Salisburgo, domani allo stadio Olimpico. Si parte dall’1-0 per gli austriaci della gara di andata. Partita equilibrata, nel finale però arriva la doccia fredda con il gol di Capaldo che batte di testa Rui Patricio. La Roma nella gara di ritorno per assicurarsi il passaggio del turno dovrà quindi vincere con almeno due reti di scarto. I giallorossi non al top della forma, dovranno probabilmente fare a meno di Tammy Abraham. L’attaccante inglese uscito di scena dopo un quarto d’ora nel match contro il Verona, ha ricevuto sei punti di sutura per la ferita alla palpebra inferiore. Resta ancora in stand-by Paulo Dybala, che sta continuando a svolgere un lavoro differenziato. La sua presenza potrebbe diventare l’asso nella manica per lo Special One. Una buona notizia c’è: la presenza di Pellegrini pare certa con il capitano che ha parzialmente lavorato col resto del gruppo. L’affaticamento muscolare sembra essere ormai alle spalle.

Il prossimo avversario: il Salisburgo 

Possiamo andare all’Olimpico con un buon stato d’animo. Sappiamo che giovedì dobbiamo comportarci in modo diverso, ma avremo anche più energia”. Queste le parole del tecnico del Salisburgo, Matthias Jaissle a pochi giorni dalla gara con i giallorossi. Gli austriaci arrivano da un momento molto positivo. Attualmente primi in classifica nel proprio campionato, la Bundesliga, a quota 45 punti a più 6 dal secondo posto. Nelle ultime cinque partite, gli austriaci hanno uno score positivo di: 4 vittorie e 1 pareggio. In Europa il Salisburgo però, non vince da cinque trasferte contro club italiani. L’ultimo successo risale contro la Lazio per 2-1 nel settembre del 2009. Il tecnico austriaco dovrà fare anche i conti con l’assenza per squalifica di Pavlovic. Ci si aspetta una gara ad alta intensità da entrambe le squadre. Da un lato la Roma che deve sperare in una rimonta e dall’altra il Salisburgo con l’obiettivo di continuare questo trend in positivo.

I punti di forza della formazione austriaca 

Andando ad analizzare da un punto di vista tecnico e tattico il match di andata tra i giallorossi e gli austriaci, Mourinho conferma la formazione con il solito 3-4-2-1 mentre Matthias Jaissle schiera il 4-4-2. Non dovrebbero esserci sorprese nella gara di ritorno allo stadio Olimpico. Uno dei principali punti di forza del Salisburgo è quello di un centrocampo solido e compatto. I quattro centrocampisti sono disposti a rombo, costringendo così i trequartisti della Roma ad allargarsi per avere maggior spazio di manovra. Gli 11 di Mourinho durante la gara di andata, dopo un primo momento di difficoltà, sono riusciti a creare a loro volta delle azioni pericolose attraverso i cambi di gioco e i calci piazzati. Per riuscire a battere quindi una squadra come il Salisburgo, sarà necessario puntare sugli esterni tramite lanci lunghi e cambi di gioco improvvisi. La Roma può far male, questo è certo. Nel match in Austria l’unica sbavatura difensiva ha portato gli avversarsi in vantaggio all’88. Sarà necessaria quindi una maggiore concentrazione e concretezza in area di rigore. Tra gli avversari da temere, particolare attenzione a Nicolas Seiwald. Il centrocampista del Salisburgo nella gara di andata contro la Roma, ha creato ben sei occasioni. Un record per un giocatore della squadra austriaca in una partita delle maggiori competizioni europee.

Roma dalle due facce: cuore Rosso, ma il gioco è un Giallo

Fabrizio Castellucci –  In questa stagione il copione della Roma sembra scritto: una squadra aggressiva, forte fisicamente e brava a tenere salde le linee difensive, ma priva di quel cambio passo che risulta determinante in competizioni lunghe come il campionato di Serie A.

I giallorossi sembrano aver ben appreso la mentalità dello Special One, ovvero rimanere in gara e non mollare fino al fischio finale, peró molte volte la Roma appare spenta, troppo statica e incapace di creare superiorità numerica nella metà campo avversaria. La luce della squadra si riscontra in Paulo Dybala, mentre l’arma migliore sono i calci piazzati, grazie anche al capitano Lorenzo Pellegrini.

Ma escludendo il brio del numero 21, a volte sembra regnare la voglia di mantenere il match in stato di equilibrio nella speranza che venga rotto dall’episodio. Rimanendo in questa staticità, si ha la sensazione che vengano meno le sovrapposizioni, le corse per scalare in aiuto dei compagni, o dei movimenti che non vengono letti in maniera naturale. Diventa come giocare col fuoco se la partita non prende la piega desiderata.

D’altro canto, la Roma messa in campo da José Mourinho ha un cuore, non molla, lotta e si prende (alle volte) delle soddisfazioni. A questa squadra inoltre, non manca mai la spinta, in casa o in trasferta, i tifosi la sostengono sempre ed alcuni giocatori ne traggono benefici. Il cambio di marcia, almeno sul piano del gioco, non può venir meno.

Modulo o i giocatori che scendono in campo non sono in discussione, ma affidati a mani esperte come quelle dell’allenatore portoghese. Non dimenticando che Mou ha riportato un trofeo nella Capitale solo la scorsa stagione, dopo oltre 10 anni di astinenza. Resta di fatto che la doppia faccia della Roma fa storcere il naso per lunghi tratti di gara: cuore e grinta sono quelli giusti, mentre voglia di osare e imporre le proprie idee di gioco, potrebbero essere la soluzione all’altra faccia della medaglia giallo-rossa.

Per la Roma sta per arrivare un mese importante, da bivio della stagione: ottavi di Coppa Italia con il Genova, sedicesimi di Europa League con il Salisburgo e la sfida al Napoli in Campionato, sempre più prossima. I presupposti per rendere importante la stagione ci sono tutti, per questa Roma, che per i più annoia, ma non smette di dare emozioni.

Lazio-Roma, alla guida Orsato come il 26 maggio 2013. I precedenti in Coppa Italia

Francesca Palmeri – La storia è un ciclo che si ripete, anche per la Roma. Mercoledì 10 gennaio i giallorossi si troveranno di nuovo ad affrontare gli avversarsi per eccellenza, la Lazio, stavolta in Coppa Italia. La sfida sarà valida per il passaggio dei quarti di finale della competizione. L’ultimo confronto tra le due squadre risale alla stagione 2016/2017 quando i biancocelesti eliminarono i giallorossi guadagnandosi la semifinale. Quella tra Roma e Lazio in Coppa Italia è una gara che va ben oltre il derby stracittadino, si respira un’aria differente. Diversi i conti in sospeso, come quel 26 maggio 2013, ricordo vivido e impresso nella mente di ogni tifoso romanista.

Il bilancio dei precedenti in questa competizione vede in avanti i giallorossi con 11 successi, 7 le vittorie per la Lazio e due i pareggi. Nonostante lo score positivo sia a favore della Roma, la vittoria nel derby di Coppa Italia manca dal 4 aprile 2017, quando nella semifinale di ritorno ci fu la sconfitta dei biancocelesti per 3-2. Risultato che però non bastò a ribaltare l’andata vinta 2-0 dalla Lazio.

Arbitra Orsato come il 26 maggio 2013 

Il ricordo più pesante per il popolo romanista quando si parla di derby è quello del 26 maggio 2013. A dirigere la sfida, proprio come undici anni fa, sarà Daniele Orsato. Con lui alla guida la Roma non è mai riuscita a vincere un derby. Anche il rapporto con José Mourinho non è tra i migliori. Queste le parole che lo Special One rilasciò al termine dell’ultima stracittadina arbitrata da Orsato: “Non all’altezza del bel calcio”. Quella che ci si aspetta è quindi una partita complicata, con animi accessi e con polemiche dietro l’angolo. La speranza è che la tendenza negativa che colpisce da tempo la squadra di Mourinho in Coppa Italia possa invertirsi, andando poi a raggiungere il traguardo che manca proprio dal 2016. Quello della semifinale.

Per Mourinho arriva già Primavera, la Roma si riscopre giovane

Fabrizio Castellucci – Una costante nella carriera di Jose Mourinho allenatore, è stata la capacità di saper introdurre e valorizzare i talenti frutto del proprio vivaio. Partendo da Ricardo Costa, campione del Mondo col Porto, a Nacho Fernandez e Casemiro protagonisti del Real Madrid dominatore europeo, in cui concesse di fare il proprio esordio ad altri campioni come Fabinho e Alvaro Morata. Durante la sua avventura al Chelsea sono sbocciati talenti come Ruben Loftus-Cheek e Andreas Christensen, mentre ad Old Trafford lanciò Scott McTominay, mai più uscito da giro della prima squadra.

Lo “Special One” sta confermando questo trend anche nella Roma.

Nei 18 mesi dall’arrivo a Trigoria di Mourinho sono stati lanciati molti giovani interessanti, in grado di dare pepe e vivacità alla squadra, Nicola Zalewski, vincitore del Golden Boy Web 2022Edoardo Bove, Cristian Volpato ed il greco Dimtrios Keramitsis già nella scorsa stagione sono stati lanciati dall’allenatore portoghese, precedendo Filippo Missori, Filippo Tripi, Giacomo Faticanti e Benjamin Tahirovic già scesi in campo con la maglia della Roma. Negli ultimi giorni anche il giovane attaccante polacco 2004, Jordan Majchrzak ha suscitato l’interesse di Mourinho, aggiunto alla preparazione della prima squadra in vista del match delle 16:30 del prossimo 4 gennaio contro il Bologna, in un Olimpico prossimo al sold out. Freschezza, talento, imprevedibilità e spensieratezza sono armi importanti per una squadra di calcio, infatti molti assi vincenti sono stati pescati proprio dalla primavera giallorossa, che tradizionalmente ha forgiato tanti calciatori importanti. L’occhio esperto di Jose Mourinho è vigile sui giovani, anche i ragazzi della primavera iniziano a capire che possono trovare spazio, forse i prossimi saranno Luigi Cherubini e Claudio Cassano, due tra i “bambini” terribili, molto cari allo “Special One“.

Non tutte le scommesse sono state vincenti

Negli anni passati, sono state mosse anche diverse critiche nei confronti del tecnico portoghese, in quanto accusato di non aver valorizzato altri giovani campioni, su tutti Kevin De Bruyne e l’ex 11 giallorosso, Mohamed Salah. La gestione di questi due talenti non fu facile per il tecnico, forse troppo frettoloso nel valutare due dei top giocatori a livello mondiale, ma va considerata anche l’eccellente gestione e valorizzazione di giocatori come Didier Drogba, che divenne uno dei bomber più prolifici in Europa dal suo approdo al Chelsea.

Roma, contro Bologna e Milan alla guida ci sarà Foti. Con il vice in panchina mai una sconfitta

Francesca Palmeri – Nuovo anno, nuovo inizio. Dopo le tournée in Giappone e in Portogallo, si torna in Italia nel nostro Campionato. Sarà un tour de force per i giallorossi, in soli 25 giorni dovranno affrontare: sei match, tra campionato e Coppa Italia. Si giocherà ogni quattro giorni. Una ripartenza impegnativa, difficile, caratterizzata dallo scoglio della famosa “crisi di gennaio”. La Roma ha chiuso il 2022 decisamente sottotono, dopo la sconfitta per 1-0 nel derby, sono arrivati due pareggi con: Sassuolo e Torino. L’obiettivo principale è quindi vincere e guadagnare punti per non abbandonare definitivamente il treno Champions.

I Recuperi fondamentali: Dybala e Wijnaldum

Con la sosta alle spalle Mourinho può tirare un sospiro di sollievo visto che avrà finalmente a disposizione tutta la sua rosa. Con un avvio di stagione segnato da pesanti infortuni, tra tutti quello di Wijnaldum e successivamente di Paulo Dybala ed una scarsa qualità nel finalizzare da parte degli attaccanti, c’è ancora speranza per la zona Champions. Il quarto posto è a 3 punti di distanza. Necessario sarà sicuramente un cambio di rotta e di atteggiamento da parte di tutta la squadra. Con il mercato di gennaio si spera inoltre di apportare ulteriore rinforzo in quelle zone di campo dove si è sofferto di più. Il primo ostacolo da superare sarà Roma-Bologna in programma il 4 gennaio allo Stadio Olimpico.

La ripresa: lo scoglio da superare

Per anni la Roma ha dovuto pagare con qualsiasi allenatore, il prezzo della “crisi di gennaio”, poi è arrivato lui: José Mourinho. Un uomo che nelle ripartenze ha una buona media e che è riuscito così a spezzare la maledizione giallorossa. Lo scorso anno la Roma chiuse la prima parte di stagione con 32 punti al sesto posto. Erano 6 i punti che la distanziavano dal quarto posto. L’avvio non fu sicuramente rose e fiori, visti i due ko nei big match contro Milan e Juventus e la sola vittoria contro l’Empoli per 4-2, ma dopo un mese la situazione era ancora la stessa. Ancora sesto posto a -6 dalla zona Champions. Quest’anno nelle prime partite di gennaio sarà ancora una volta Milan contro Roma. I giallorossi hanno dimostrato di poter dire la loro sul campo di San Siro, dopo la vittoria per 2-1 contro l’Inter lo scorso 1 ottobre. La speranza è quella di guadagnare ancora un volta i 3 punti a Milano. Quattro giorni prima però c’è un’altra avversaria da affrontare: il Bologna. Un dato importante accumuna queste due partite: non ci sarà José Mourinho. Lo Special One lo scorso 13 novembre durante l’incontro tra Roma e Torino è stato espulso per aggressione verbale al direttore di gara Rapuano. Al suo posto a dirigere l’11 giallorosso ci sarà quindi il suo vice Salvatore Foti. Da sottolineare è che con lui in panchina la Roma non ha mai perso. Sia nel match del 1 ottobre contro l’Inter che in quelli della passata stagione contro Spezia e Atalanta, i giallorossi sono riusciti a portare a casa i 3 punti vincendo sempre.

 

Basta El Shaarawy: la Roma supera 1-0 il Casa Pia

Roberto Gentili – La Roma torna a vincere. La seconda amichevole, quarta se si prendono in considerazioni le sgambate nipponiche, riporta il sapore della vittoria nella testa degli uomini di Mourinho. Il goffo passo falso con il Cadice di venerdì è cancellato dalla rete di El Shaarawy (34’), sufficiente per superare il Casa Pia, quinto in Liga portoghese.

Una vittoria però resa amara da Pellegrini, costretto suo malgrado ad uscire alla mezz’ora per una contusione alla tibia sinistra. Nelle prossime ore il capitano romanista effettuerà gli esami. Giovedì, infine, la Roma sarà impegnata con gli olandesi del RKC Waalwijk: sarà l’ultimo impegno prima di tornare nella Capitale.  Ci saranno tre giorni di riposo: l’appuntamento per ultimare la preparazione in vista del Bologna – mercoledì 4 gennaio alle 16:30 – è fissato per il 26 dicembre.

 

Nagoya Grampus, la squadra giallorossa della Toyota: alla scoperta del primo avversario della Roma in Giappone

Roberto Gentili –  Sfogliando 18 calendari, si ritrova l’ultima volta che la Roma ha fatto sventolare i colori capitolini in Giappone. L’allora squadra di Cesare Prandelli prese parte ad una tournée cominciata negli Stati Uniti, passata per il Canada, e terminata a Tokyo. Nella capitale nipponica, il dream match contro l’FC Tokyo si concluse a reti bianche (0-0).

Tra peripezie, successi e cadute, la Roma dal 2004 ha radicalmente mutato la propria pelle. L’anima è sempre più internazionale, come indicato dalla famiglia Friedkin. Motivo principale che porterà i giallorossi nella terra del Sol Levante è la determinazione ad accrescere la popolarità e sviluppare il marchio a quelle latitudini e sondare nuovi partner le missioni principali. L’agenda è fitta di appuntamenti con papabili sponsor, soprattutto in vista del progetto dello stadio di Pietralata. Il primo passo è stato fatto ad agosto, quando la Toyota – azienda cara alla proprietà romanista – è diventata Main Global Partner del club.

ORIENT EXPRESS – Rivolgendo da sempre lo sguardo ad Oriente, i Friedkin hanno ivi indirizzato anche quello della Roma. Oggi pomeriggio, alle 15:30, i giocatori risponderanno alla convocazione di Mourinho. Lo Special One ha concesso una settimana di vacanze dopo il pareggio (1-1) contro il Torino, ultima gara di campionato del 2022. Nella mattinata di martedì, alle 11, la Roma decollerà da Fiumicino alla volta di Tokyo, dove metterà piede la mattina seguente.

Venerdì 26, alle 11:30 ora italiana, diretta su Dazn, i giallorossi saranno in scena al Toyota Stadium contro il Nagoya Grampus. Lunedì 28, invece, è in programma l’incontro contro lo Yokohama F. Marinos.

Il primo avversario nella EuroJapan Cup non è del tutto casuale. Al di là dei colori, il denominatore comune è la Toyota. La casa automobilistica è la proprietaria della squadra, come da caratteristica della J-League, dove ogni grande azienda controlla una società.

IL PROFILO – Fondato nel 1939 nella città di Toyota, proprio sotto il nome di Toyota Motor Soccer Club, il club nei primi anni venne oscurato dalla potenza dei rivali cittadini del Toyota Automated Loom Works SC.

Nel 1968 arriva però la svolta: approfittando della retrocessione del Toyota Automated nelle serie regionali, il futuro Nagoya ne approfittò per crescere e giungere ai vertici del campionato. Quattro anni più tardi, presero parte alla fondazione della Serie B del periodo. Vinta l’edizione inaugurale (1972), vi rimasero fino alla creazione dell’attuale J-League.

Facente parte del gruppo di 10 squadre che nel 1992 diede vita al primo campionato professionistico, il Nagoya è tra i veterani. Delle 30 edizioni sin qui disputate, i giallorossi nipponici hanno firmato 29 presenze. La retrocessione in J2 consumata nel 2016 è subito recuperata con l’immediata promozione.

Da quella stagione, il momento più glorioso è arrivato due stagioni fa. Guidati da Massimo Ficcadenti, conosciuto in Italia per aver allenato, tra le altre, il Cagliari ed il Cesena, i grampi lo scorso anno hanno alzato al cielo la Coppa J. League, la coppa nazionale, prima di lasciare.

MATEUS E SOMA I PERICOLI – Da quest’anno c’è Kenta Hasegawa al timone. Adottata inizialmente la difesa a 4 di Ficcadenti, il Nagoya è passato a tre. Il modulo di base è il 3-4-2-1, sulla cui struttura si poggia anche l’altro sistema, il 3-1-4-2. Il Nagoya ha concluso il campionato all’ottavo posto, peggiorando il risultato della stagione precedente quando era arrivato quinto. A vincere è stato lo Yokohama F. Marinos, avversario lunedì 28 della Roma.

Il portiere è l’australiano Langerak, in difesa Nakatani a sinistra e Fujii al centro. Maruyama non andrà a destra: è indisponibile in seguito alla pulizia al ginocchio effettuata ieri. Il brasiliano Pagnussat, impiegato di rado durante la stagione, lo sostituirà. Mancherà anche Inagaki, capitano e gestore del gioco. Come Maruyama, anche lui è stato operato – alla caviglia – ed è dunque indisponibile.

Nagaki ne prenderà il posto, così come Shigeiro riceverà la maglia lasciata da Leo Silva, che ha lasciato il club. Morishita e Soma gli esterni. Dietro Kakitani, Mateus e Sento. Se Hasegawa dovesse optare per un attacco a due punte, vicino a Mateus andrebbe Naldo. Anche Nagai troverà spazio. Rientra poi Nagasawa dopo la lesione al menisco laterale del ginocchio destro riportata ad aprile.

Mateus è la stella della squadra. Trascinatore con gli 8 gol ed i 5 assist, è bravo nell’attaccare la profondità e spicca per la capacità nel salto. Mancino, è in possesso di un tiro potente. Di quelli disponibili, l’altro pericolo è Soma. Dal baricentro basso, ha nelle accelerazioni e nel dribbling i punti di forza.

L’AMORE ED IL RAPPORTO CON L’ITALIA – C’è sempre stato un filo conduttore tra il Nagoya e l’Italia. Nel settore più caldo del tifo, numerosi sono i riferimenti e gli apprezzamenti al calcio italiano. Basti pensare che La Famiglia è il principale gruppo ultras, seguito poi da Rosso Brillante. Diversi sono gli striscioni in italiano, talvolta leggermente rivisitato: “Il grande squadra del Sol Levante”, “Upper-La curva più alta” ed anche “Arroganterosso” e “Tifiamo per sempre”.

LA ROMA E LE SQUADRE GIAPPONESI- Di pari passo, anche il legame tra la Roma ed il Giappone è saldo. Quando si nomina il paese dei Samurai, nella mente dei tifosi romanisti riaffiora subito il ricordo del più grande giocatore giapponese, ed asiatico, della storia: Hidetoshi Nakata.

Arrivato dal Perugia del vulcanico Gaucci, costellò l’unica stagione romanista con lo scudetto. Fondamentale fu il contributo nel pareggio a Torino contro la Juve (2-2). In poco più di un quarto d’ora, Nakata prima accorciò le distanze con una conclusione balistica dalla trequarti; riprovandoci poco dopo alla stesa maniera, diede invece il là al tap-in di Montella per il pareggio.

Un’altra pagina del legame tra la Roma ed il Giappone viene scritta nel precampionato 2002-03. In un Olimpico strapieno per la presentazione della squadra, l’ultima Roma di Capello scese in campo contro il Kashima Antlers di Toninho Cerezo. La modesta compagine venne superata agevolmente con un secco 6-0. Ora sta alla Roma di Mourinho continuare a rinsaldare il rapporto.