Roberto Gentili – Sfogliando 18 calendari, si ritrova l’ultima volta che la Roma ha fatto sventolare i colori capitolini in Giappone. L’allora squadra di Cesare Prandelli prese parte ad una tournée cominciata negli Stati Uniti, passata per il Canada, e terminata a Tokyo. Nella capitale nipponica, il dream match contro l’FC Tokyo si concluse a reti bianche (0-0).
Tra peripezie, successi e cadute, la Roma dal 2004 ha radicalmente mutato la propria pelle. L’anima è sempre più internazionale, come indicato dalla famiglia Friedkin. Motivo principale che porterà i giallorossi nella terra del Sol Levante è la determinazione ad accrescere la popolarità e sviluppare il marchio a quelle latitudini e sondare nuovi partner le missioni principali. L’agenda è fitta di appuntamenti con papabili sponsor, soprattutto in vista del progetto dello stadio di Pietralata. Il primo passo è stato fatto ad agosto, quando la Toyota – azienda cara alla proprietà romanista – è diventata Main Global Partner del club.
ORIENT EXPRESS – Rivolgendo da sempre lo sguardo ad Oriente, i Friedkin hanno ivi indirizzato anche quello della Roma. Oggi pomeriggio, alle 15:30, i giocatori risponderanno alla convocazione di Mourinho. Lo Special One ha concesso una settimana di vacanze dopo il pareggio (1-1) contro il Torino, ultima gara di campionato del 2022. Nella mattinata di martedì, alle 11, la Roma decollerà da Fiumicino alla volta di Tokyo, dove metterà piede la mattina seguente.
Venerdì 26, alle 11:30 ora italiana, diretta su Dazn, i giallorossi saranno in scena al Toyota Stadium contro il Nagoya Grampus. Lunedì 28, invece, è in programma l’incontro contro lo Yokohama F. Marinos.
Il primo avversario nella EuroJapan Cup non è del tutto casuale. Al di là dei colori, il denominatore comune è la Toyota. La casa automobilistica è la proprietaria della squadra, come da caratteristica della J-League, dove ogni grande azienda controlla una società.
IL PROFILO – Fondato nel 1939 nella città di Toyota, proprio sotto il nome di Toyota Motor Soccer Club, il club nei primi anni venne oscurato dalla potenza dei rivali cittadini del Toyota Automated Loom Works SC.
Nel 1968 arriva però la svolta: approfittando della retrocessione del Toyota Automated nelle serie regionali, il futuro Nagoya ne approfittò per crescere e giungere ai vertici del campionato. Quattro anni più tardi, presero parte alla fondazione della Serie B del periodo. Vinta l’edizione inaugurale (1972), vi rimasero fino alla creazione dell’attuale J-League.
Facente parte del gruppo di 10 squadre che nel 1992 diede vita al primo campionato professionistico, il Nagoya è tra i veterani. Delle 30 edizioni sin qui disputate, i giallorossi nipponici hanno firmato 29 presenze. La retrocessione in J2 consumata nel 2016 è subito recuperata con l’immediata promozione.
Da quella stagione, il momento più glorioso è arrivato due stagioni fa. Guidati da Massimo Ficcadenti, conosciuto in Italia per aver allenato, tra le altre, il Cagliari ed il Cesena, i grampi lo scorso anno hanno alzato al cielo la Coppa J. League, la coppa nazionale, prima di lasciare.
MATEUS E SOMA I PERICOLI – Da quest’anno c’è Kenta Hasegawa al timone. Adottata inizialmente la difesa a 4 di Ficcadenti, il Nagoya è passato a tre. Il modulo di base è il 3-4-2-1, sulla cui struttura si poggia anche l’altro sistema, il 3-1-4-2. Il Nagoya ha concluso il campionato all’ottavo posto, peggiorando il risultato della stagione precedente quando era arrivato quinto. A vincere è stato lo Yokohama F. Marinos, avversario lunedì 28 della Roma.
Il portiere è l’australiano Langerak, in difesa Nakatani a sinistra e Fujii al centro. Maruyama non andrà a destra: è indisponibile in seguito alla pulizia al ginocchio effettuata ieri. Il brasiliano Pagnussat, impiegato di rado durante la stagione, lo sostituirà. Mancherà anche Inagaki, capitano e gestore del gioco. Come Maruyama, anche lui è stato operato – alla caviglia – ed è dunque indisponibile.
Nagaki ne prenderà il posto, così come Shigeiro riceverà la maglia lasciata da Leo Silva, che ha lasciato il club. Morishita e Soma gli esterni. Dietro Kakitani, Mateus e Sento. Se Hasegawa dovesse optare per un attacco a due punte, vicino a Mateus andrebbe Naldo. Anche Nagai troverà spazio. Rientra poi Nagasawa dopo la lesione al menisco laterale del ginocchio destro riportata ad aprile.
Mateus è la stella della squadra. Trascinatore con gli 8 gol ed i 5 assist, è bravo nell’attaccare la profondità e spicca per la capacità nel salto. Mancino, è in possesso di un tiro potente. Di quelli disponibili, l’altro pericolo è Soma. Dal baricentro basso, ha nelle accelerazioni e nel dribbling i punti di forza.
L’AMORE ED IL RAPPORTO CON L’ITALIA – C’è sempre stato un filo conduttore tra il Nagoya e l’Italia. Nel settore più caldo del tifo, numerosi sono i riferimenti e gli apprezzamenti al calcio italiano. Basti pensare che La Famiglia è il principale gruppo ultras, seguito poi da Rosso Brillante. Diversi sono gli striscioni in italiano, talvolta leggermente rivisitato: “Il grande squadra del Sol Levante”, “Upper-La curva più alta” ed anche “Arroganterosso” e “Tifiamo per sempre”.
LA ROMA E LE SQUADRE GIAPPONESI- Di pari passo, anche il legame tra la Roma ed il Giappone è saldo. Quando si nomina il paese dei Samurai, nella mente dei tifosi romanisti riaffiora subito il ricordo del più grande giocatore giapponese, ed asiatico, della storia: Hidetoshi Nakata.
Arrivato dal Perugia del vulcanico Gaucci, costellò l’unica stagione romanista con lo scudetto. Fondamentale fu il contributo nel pareggio a Torino contro la Juve (2-2). In poco più di un quarto d’ora, Nakata prima accorciò le distanze con una conclusione balistica dalla trequarti; riprovandoci poco dopo alla stesa maniera, diede invece il là al tap-in di Montella per il pareggio.
Un’altra pagina del legame tra la Roma ed il Giappone viene scritta nel precampionato 2002-03. In un Olimpico strapieno per la presentazione della squadra, l’ultima Roma di Capello scese in campo contro il Kashima Antlers di Toninho Cerezo. La modesta compagine venne superata agevolmente con un secco 6-0. Ora sta alla Roma di Mourinho continuare a rinsaldare il rapporto.