Spinazzola, andata e ritorno

Alice Dionisi – Antonello Venditti cantava “Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”. Così ha fatto Leonardo Spinazzola, partito il 15 gennaio in direzione Milano per svolgere le visite mediche prima di poter firmare con l’Inter. Antonio Conte ha richiesto che il terzino svolgesse un ulteriore test di condizione ad Appiano Gentile, dopo quelli di rito già previsti, ma la Roma ha negato il permesso al suo calciatore. È saltato lo scambio con i nerazzurri anche a causa del mancato accordo sui termini del prestito, costringendo Politano a rinunciare al suo sogno di tornare nella Capitale. Il danno d’immagine procurato a Spinazzola (ritenuto idoneo dal Coni) potrebbe spingere i giallorossi a fare causa all’Inter. Il terzino ha così fatto ritorno a Roma, dopo un’avventura durata appena due giorni, ed è già pronto per tornare ad allenarsi a Trigoria. “Deluso? Penso solo a domenica e al Genoa” ha dichiarato il calciatore, che cercherà la rivincita sul campo del Marassi. Tiene banco la questione legata alle foto ritraenti Politano nella clinica di Villa Stuart con la sciarpa della Roma, scattate prima della firma sul contratto. Il direttore generale dell’Inter Beppe Marotta lancia una frecciatina al club capitolino: “Non dipende dalla nostra gestione, Spinazzola non ha fatto nessuna foto con noi”. Amareggiato Matteo Politano, su cui adesso si è fatto avanti il Napoli. Il calciatore, classe 1993, è cresciuto nelle giovanili della Roma e avrebbe voluto fare ritorno nella sua squadra del cuore, ma le tensioni tra i due club per le questioni legate a Spinazzola lo hanno costretto a tornare a Milano. “Nella sua testa era già a Roma– ha dichiarato il tecnico nerazzurro Conte in conferenza stampa, in vista del match contro il Lecce- e voleva restare. C’è ancora tempo per trovare una soluzione. Io ho fatto una scelta tecnica”.

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Viaggiando nella Hall Of Fame: Guido Masetti, il ciancicone di Campo Testaccio

Pagine Romaniste (F. Belli) – Ognuno di noi è un eroe quando fa felice qualcuno. Il vero gesto eroico nel calcio, gesto capace di far scattare in piedi migliaia di persone dalla gioia, è il gol, di cui sopratutto l’attaccante è artefice. All’estremo opposto c’è il portiere che ha come ragion d’essere il negare questa gioia. Il “villain” di questa storia non ha bisogno di un vestito nero e nemmeno di un ghigno malvagio, ma solo di un paio di guanti. Ne ha avuti tanti la Roma di questi villain, ma pochi sono rimasti nella storia. Uno di loro è Guido Masetti, lo storico portiere dell’era Testaccio. “C’è Masetti ch’è primo portiere” diceva la canzone. Esordisce con la maglia del Verona e nel 1929 vuole trasferirsi nella Capitalegli viene negata la cessione e così, per ripicca, rescinde il contratto e va a giocare in un campionato alternativo, l’Unione Libera Italiana di Calcio, in una squadra da lui fondata. Già questo dice molto sul personaggio. Trascorre un anno sabbatico un po’ particolare e poi finalmente arriva il provino con la Roma. Non convince però l’allenatore Burgess“Di portieri come lei ce ne sono altri mille”. Ma “Fuffo” Bernardini si impunta e alla fine si arriva alla firma del contratto. Sarà il parametro 0 più importante della storia della Roma, anche se il parametro 0 all’epoca ancora non esisteva.

La Coppa del Mondo e il Tricolore del ’42

È anche un uomo spogliatoio il “ciancicone”, cosi chiamato dai tifosi per quel vizio di masticare in continuazione. Lo dimostra più volte. Come quando all’esordio in maglia capitolina si assume la responsabilità per un gol preso anche se gran parte della colpa era di De Micheli. O come quando, alla vigilia della finale della Coppa del Mondo del 1938 contro l’Ungheria, ottiene dal ct Pozzo un ruolo particolare: “La sera prima della gara dopo il consuetudinario “rapporto”, avevamo sguinzagliato Masetti. Bisognava distrarre i giocatori, non lasciarli pensare troppo all’avvenimento di cui erano protagonisti, farli dormire sonni tranquilli. E Masetti aveva superato se stesso, sfoderando tutto il suo repertorio di barzellette, di imitazioni, di scherzi. Addormentandosi i giocatori ridevano ancora. Si andava bene”. Gli azzurri vincono 4-2 e bissano il titolo mondiale di quattro anni prima. Perché Masetti, pochi lo ricordano, è anche un due volte campione del Mondo. Ma la gioia più grande della carriera, ci perdonerà la buonanima di Pozzo, è lo scudetto del 1942. Il primo tricolore a Roma lo alza il ciancicone, anche se appena un anno prima era a un passo dal Padova. Messo in lista trasferimenti e fuori dal gruppo, dopo 6 mesi la squadra rischia di retrocedere e viene reintegrato. Siamo tra la fine del 1940 e l’inizio del 1941 e il resto, il finale di quella stagione e i trionfi di quella successiva, come si suol dire è storia. Una storia di calcio, una storia di coppe e di un campione, e di un amuleto. Perché dopo quello scudetto per rivivere quei momenti i tifosi giallorossi dovranno attendere altri 41 anni, incatenati in una sorta di limbo d’agonia sportiva. E nel 1983 a Genova Falcao e company decidono di portarselo dietro come portafortuna in tribuna, e non è finita male. E’ un ruolo ingrato quello del portiere, solitario e colmo di responsabilità. Un cattivo, appunto, non un eroe. Come diceva Barthez: “La vita è fatta di piccole solitudini, quella del portiere di più”. Pagine Romaniste (F. Belli)

Tempo di bilanci: la Roma dal 2010 al 2019

Alice Dionisi – Termina il 2019 ed è tempo di bilanci anche a Trigoria. Il club ha chiesto ai tifosi di votare il miglior giocatore del decennio, il miglior acquisto, la miglior partita, il miglior allenatore e la migliore stagione. Senza molte sorprese, Francesco Totti è stato eletto il miglior giocatore del club negli ultimi dieci anni, alle sue spalle De Rossi, Dzeko, Florenzi e Nainggolan. In corsa per il miglior acquisto del decennio c’erano Zaniolo, Salah, Alisson e Dzeko, ed è stato proprio il bosniaco, acquistato da Sabatini nel 2015 dal Manchester City, il migliore negli ultimi dieci anni. Suo anche il gol preferito dai tifosi della Roma nello stesso arco temporale, quello allo Stamford Bridge contro il Chelsea nella fase a gironi di Champions League, quando i giallorossi riuscirono a pareggiare 3-3 contro i Blues allenati da Antonio Conte. Claudio Ranieri, alla guida della Roma all’inizio del decennio (2009-2011) e nella seconda esperienza (nel 2019, quando è subentrato a Eusebio Di Francesco per traghettare la squadra fino al termine della stagione) è stato votato come miglior allenatore, vincendo su Spalletti, Garcia e Di Francesco. Con l’89% dei voti, Roma-Barcellona 3-0 è stata eletta come la più bella partita disputata dai giallorossi nell’arco degli ultimi dieci anni. La rimonta ai danni dei blaugrana nella stagione 2017-2018 di Champions League è rimasta nei cuori dei tifosi, scelta (quasi) unanime. La miglior stagione, secondo i fan, è stata proprio quella 2017-2018. Nel corso dei dieci anni (iniziati con Rosella Sensi a capo della società) la Roma in campionato si è piazzata 4 volte seconda (con Spalletti, Garcia e Ranieri), due volte terza, tre volte sesta e una volta settima (con Thomas Di Benedetto presidente del club). La semifinale contro il Liverpool nella stagione 2017-18 è stato il miglior piazzamento europeo nell’arco del decennio, mentre in Italia i giallorossi hanno conquistato due finali di Coppa Italia e una di Supercoppa.

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È Roma-show al Franchi contro l’ex Montella, Zaniolo al bacio

Alice Dionisi – La Roma augura buon Natale ai suoi tifosi, calando il poker alla Fiorentina nell’ultima partita del 2019 e congedando l’anno con l’immagine di Nicolò Zaniolo che bacia la maglia al gol. Montella deve fare i conti con le assenze di Ribery e Chiesa, ma i viola giocano a viso aperto nel primo quarto d’ora, andando anche in rete con Vlahovic, che si è reso subito pericoloso, ma Orsato annulla per fuorigioco. Quando la Roma ingrana la marcia, trova due gol in tre minuti: prima Pellegrini riesce liberarsi della difesa della Fiorentina, crossando per Zaniolo che serve Dzeko sotto rete. Il bosniaco firma la rete dell’1-0 al 19’, poi al 21’ Kolarov raddoppia con una punizione dal limite dell’area imprendibile per Dragowski, con il sinistro che finisce sotto l’incrocio dei pali. I viola non si lasciano abbattere e provano ad accorciare le distanze, trovando il gol con Badelj su rimpallo di Veretout al 34’. Nella ripresa gli uomini di Montella cercano il pareggio, ma la Roma è brava e attende le ripartenze per chiudere la partita. Al 73’ Lorenzo Pellegrini riesce a trovare il gol, dopo l’azione nel primo tempo che aveva permesso a Dzeko di sbloccare la partita. Il numero 7 giallorosso batte Dragowski con un destro rasoterra che condanna la Fiorentina. La Roma chiude le pratiche all’88’ siglando il poker con una rete di Zaniolo in contropiede, lanciato da Dzeko. Il giovane classe 1999 esulta e bacia lo stemma sulla maglia sotto al settore ospiti: un gesto che non è passato inosservato ai tifosi, che si godono il regalo di Natale anticipato. Adesso Montella è in bilico, nonostante i tentativi fatti dai suoi negli ultimi minuti di recupero (traversa di Vlahovic e conclusione di Sottil che finisce poco sopra la porta) il tecnico anticipa i giornalisti nel post-partita: “Fortunatamente arriva la sosta e, prima che mi facciate voi la domanda, io ho la stessa voglia di sempre e che ho sempre messo in ogni allenamento. Se ci sarà ancora il sottoscritto in panchina, ripartirò ancora una volta da questo e dai miei ragazzi, che sono veri uomini e anche oggi lo hanno dimostrato, lottando su ogni pallone”.

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Europa League, ai sedicesimi sarà Roma-Gent

Alice Dionisi – L’urna di Nyon ha decretato gli accoppiamenti per i sedicesimi di finale di Europa League. La Roma affronterà i belgi del Gent, mentre l’Inter se la vedrà con il Ludogorets. I giallorossi, in seconda fascia, hanno evitato il pericolo Manchester United, mentre l’Inter, retrocessa dalla Champions League, schiva avversari più ostici come il Leverkusen e lo Shakhtar Donetsk. L’Istanbul Basaksehir, qualificatosi in prima fascia dal girone in cui era presente anche la Roma, affronterà lo Sporting Lisbona. Dall’Inghilterra il Manchester United, l’Arsenal e il Wolverhampton se la vedranno rispettivamente con Club Brugge, Olympiakos ed Espanyol. I sorteggi hanno inoltre decretato che il Porto dovrà affrontare il Bayer Leverkusen, l’Ajax gli spagnoli del Getafe e il Celtic se la giocherà contro il Copenaghen, mentre il Siviglia affronterà il Cluj e il Basilea l’Apoel. Lask- AZ Alkamaar, Francoforte-Salisburgo, Shakhtar Donetsk- Benfica, Wolfsburg-Malmoe e Rangers-Braga le altre sfide ai sedicesimi.

La gara di andata si giocherà il 20 febbraio alle ore 21 allo Stadio Olimpico, ritorno in Belgio il 27 febbraio alle 18.55. Presenti a Nyon per rappresentare la Roma, Manolo Zubiria, Chief Global Sporting Officer, e Gianluca Gombar, team manager. “Tutte le squadre presenti a questo punto della competizione sono squadre forti, noi eravamo pronti per qualsiasi avversario” ha commentato Zubiria, “Vogliamo andare lontano in Europa League, quindi saremo pronti per le due sfide con il Gent. Ci siamo prefissati l’obiettivo di andare più lontano possibile, vogliamo giocare fino alla fine“.

Mantiene la concentrazione alta Paulo Fonseca, consapevole che il Gent, insieme al Braga, è stata l’unica squadra ad uscire imbattuta dalla fase a gironi della competizione. Bilancio favorevole ai giallorossi quello contro le squadre belghe in Europa: in 14 precedenti, sono arrivate 8 vittorie per la Roma, 4 pareggi e 2 sconfitte. Nella stagione 2009/2010 le vittorie per 3-1 e per 7-1 ai danni del Gent. Ha commentato così il sorteggio Fonseca: “Il Gent è una buona squadra, è terza in campionato e ha ottenuto il primo posto in un girone difficile con avversarie come Wolfsburg e Saint-Etienne. Abbiamo davanti due gare complicate, che sono sicuro affronteremo con il coraggio e l’ambizione di chi vuol vincere”.

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Roma, cambio di proprietà all’orizzonte? Ecco chi è Dan Friedkin

Alice Dionisi – In una lettera ai tifosi scritta a maggio 2019 James Pallotta dichiarava che il club non era in vendita. A sei mesi di distanza, il proprietario della Roma, il quale aveva promesso che sarebbe stato più presente, non è più tornato nella Capitale e la sua gestione sembra essere arrivata al capolinea. Si fa avanti un altro statunitense e la Roma potrebbe passare nelle mani di Dan Friedkin. Ma chi è l’americano che sta cercando di insediarsi al posto di Pallotta? Definito “L’uomo Toyota”, il ricco magnate texano (di adozione, ma californiano di nascita) ha l’esclusiva per la distribuzione delle automobili giapponesi negli Stati del Golfo (Texas, Arkansas, Louisiana, Mississipi e Oklahoma). Ha assunto la guida del “The Friedkin Group” dopo la morte del padre Thomas, avvenuta nel 2017, dopo aver ricoperto la carica di amministratore delegato dal 1995 all’interno dell’azienda. Nella classifica stilata da Forbes, Dan è al 187º posto tra i 400 americani più ricchi, mentre nella lista mondiale dei miliardari nel 2020 ricopre il 504º posto, con un patrimonio di circa 4.1 miliardi di dollari. Laureato alla Georgetown University di Washington, è un grande appassionato di cinema, campo in cui ha investito: ha prodotto, tra le altre cose, “The Square” (candidato all’Oscar come miglior film straniero e vincitore della Palma d’Oro a Cannes nel 2017) e nel 2019 si è cimentato come regista in “Lyrebird”, con un cameo in “Dunkirk”, il colossal diretto da Christopher Nolan nel 2017. Gli interessi di Dan Friedkin non finiscono qui, perché ha deciso di espandere il proprio business anche al settore alberghiero, con una catena di hotel di lusso, Auberge Resorts Collection, che vanta strutture negli Stati Uniti, in Messico, alle Fiji, in Grecia, Svizzera, Nicaragua e Costa Rica. L’americano ha ereditato dal papà Thomas anche la passione per l’aviazione, che lo ha portato a prendere la licenza di pilota, la quale gli ha permesso essere uno dei soli 9 civili statunitensi a poter prendere parte alla formazione dei voli acrobatici dell’Air Force. La collezione di vecchi aerei da guerra di Dan è la più grande d’America.

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La Roma vince e convince, buio Napoli

Alice Dionisi – La Roma vince 2-1 contro il Napoli e, soprattutto, convince. Fonseca e i suoi superano l’esame di maturità allo Stadio Olimpico e riescono a strappare i tre punti ai partenopei, che erano usciti vincitori dagli ultimi tre scontri diretti nella Capitale. Ci pensa Nicolò Zaniolo a sbloccare la partita dopo 19’ di gioco: il numero 22 raccoglie il pallone di Spinazzola e lo spedisce all’incrocio dei pali, spiazzando Meret. Dopo cinque minuti, l’arbitro Rocchi fischia il tocco in area di Callejon, concedendo il rigore alla Roma, ma Kolarov sbaglia dal dischetto, sprecando l’occasione di portare la partita sul 2-0 già al 25’. All’Olimpico è un match da cardiopalma: prima il palo di Milik, poi quello di Kolarov, poi Zielinski, ma Pau Lopez e la difesa della Roma si fanno trovare pronti. Nella ripresa tocco di braccio in area di rigore da parte dell’ex Mario Rui e Rocchi fischia un altro rigore in favore dei giallorossi. È Jordan Veretout questa volta a presentarsi davanti a Meret, che intuisce la traiettoria del pallone, ma non è abbastanza: è 2-0 Roma. Anche Kluivert si unisce alla crossbar challenge e dal limite dell’area calcia il pallone sulla traversa. Al 72’ Milik illude il Napoli di poter riaprire la partita segnando il gol del 2-1, ma il risultato finale rimarrà a favore dei giallorossi. Uniche note negativa della giornata: l’espulsione in appena 3 minuti di Mert Cetin per doppia ammonizione (93’ il primo cartellino, 95’ l’espulsione) e la sospensione della partita per alcuni minuti a causa dei cori discriminatori. Una vittoria sofferta, tra pali e occasione sprecate, ma che certifica il momento di forma della Roma, così come anche quello di crisi del Napoli.

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La Roma rimane in 10 e travolge l’Udinese, sorpassato il Napoli

Alice Dionisi – Non c’è storia a Udine: la Roma batte 4-0 la formazione di Tudor nonostante l’inferiorità numerica e si porta in solitaria al quarto posto della classifica, scavalcando il Napoli. Saranno proprio i partenopei i prossimi avversari dei giallorossi, attesi sabato 2 novembre allo Stadio Olimpico per lo scontro diretto. Gli uomini allenati da Fonseca rimangono in inferiorità numerica dopo appena mezz’ora di gioco, con Irrati che espelle Fazio per un presunto fallo da ultimo uomo ai danni di Okaka. Secondo l’arbitro di Pistoia si tratta di chiara occasione da gol, ma non è fallo. Il direttore di gara non va a rivedere l’azione al VAR e i giallorossi restano in dieci, con Fazio che salterà la sfida contro il Napoli. Nicolò Zaniolo mette a segno la prima rete in trasferta, sfruttando l’errore difensivo di Samir e battendo Musso col mancino. Nella ripresa Tudor non riesce a sfruttare la superiorità numerica e la Roma fa una prova di grande carattere. In meno di 3 minuti arrivano il gol del raddoppio e quello del 3-0: al 51’ Smalling sfrutta il calcio d’angolo e trova la porta dopo la deviazione di Lasagna; 150 secondi dopo la ripartenza dei giallorossi permette a Pastore il cross in area per Kluivert, che calcia di destro sul primo palo, trovando la terza rete. Al 63’ Irrati indica il dischetto: fallo di mano di Becao in area, rigore per la Roma. Kolarov dagli 11 metri trova la rete del 4-0 e chiude definitivamente la partita. Grande prova di carattere per la squadra di Fonseca, che nonostante abbia disputato oltre 60’ di gara in inferiorità numerica, ha trovato il poker contro un’Udinese quasi nulla. Si complimenta anche il presidente James Pallotta, che ha commentato su Twitter: “Mi è piaciuto come la nostra squadra abbia reagito dopo il cartellino rosso. Abbiamo giocato duro fino alla fine, è stato bello da vedere. Complimenti alla squadra e allo staff”. Contento anche Smalling, che trova il suo primo gol in giallorosso: “Sono molto contento di questo gol, già nelle partite precedenti lo avevo sfiorato. È bello dare il mio contributo alla squadra anche in termini di gol. La squadra ha dimostrato di essere forte mentalmente, riuscendo a vincere anche con un uomo in meno”. Il difensore bene si è adattato bene nella Capitale: “Mi piace lo spirito della squadra, sin dal primo giorno ho capito che c’era voglia di vincere e fare bene. Non abbiamo ancora fatto nulla, la stagione è lunga, qui c’è un club ambizioso ed un mister intelligente, vogliamo fare molto bene in ogni competizione”.

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La Roma vince contro il Milan e si porta a -1 dalla zona Champions

Alice Dionisi – La Roma di Paulo Fonseca vince 2-1 in casa contro il Milan e rimane in corsa per un posto in zona Champions, con il Napoli che adesso dista solo un punto. Sprofonda invece il Milan, che adesso si trova a -7 dal quarto posto. Fonseca è costretto, tra infortuni e squalifiche, ad adattare i suoi calciatori per ovviare all’emergenza a centrocampo, schierando Mancini mediano davanti alla difesa (composta da Smalling e Fazio, con Kolarov e Spinazzola ai lati), mentre Perotti torna titolare per la prima volta in stagione.

Nel primo tempo i rossoneri provano a farsi pericolosi con una conclusione di Leao e un gol, annullato per fuorigioco, di Paqueta. Suona l’allarme per la Roma, che reagisce e risponde con Pastore, per poi trovare la rete del vantaggio al 38’ con un Edin Dzeko versione “Batman” (il bosniaco indossava la mascherina al carbonio a causa della doppia frattura allo zigomo). Sullo sviluppo di un corner battuto da Veretout, Mancini fa la sponda per Dzeko che colpisce di testa e trova il vantaggio dei giallorossi, il suo quinto gol stagionale in campionato. Prima dell’intervallo Pastore ha l’occasione per il raddoppio, ma Donnarumma salva i rossoneri. Nella ripresa il Milan pareggia al 55’ grazie ad una rete di Theo Hernandez, che si accentra in aerea e sfrutta la deviazione di Smalling per spiazzare Pau Lopez. Il risultato resta sulla parità per meno di cinque minuti, perché ci pensa Nicolò Zaniolo a riportare in vantaggio la Roma. Al 59’ il numero 22 sfrutta gli errori di Calabria e Musacchio per calciare di sinistro al limite dell’area. I giallorossi tornano alla vittoria dopo il doppio pareggio contro Sampdoria e Cagliari. Si unisce alla festa all’Olimpico anche un esordiente Mert Cetin, entrato al 77’ al posto di Spinazzola. La Roma reagisce compatta, da squadra, e riesce a portare a casa i tre punti nonostante le tante assenze. Il Milan fallisce l’aggancio agli avversari e il bottino rimane di un solo punto nelle ultime due partite.

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Lo scozzese Collum regala al Moenchengladbach un pareggio inesistente

Alice Dionisi – Un rigore inesistente blocca la Roma sull’1-1 nel match casalingo di Europa League contro il Borussia Moenchengladbach. I giallorossi ospitano i tedeschi allo Stadio Olimpico alle 18:55 per l’ultima partita del girone d’andata della competizione europea, dopo le vittorie contro il Basaksehir nella prima giornata (4-0) e il pareggio contro gli austriaci del Wolfsberger (1-1). Roma in emergenza a centrocampo (indisponibili Pellegrini, Cristante e Diawara), con Fonseca che è costretto ad avanzare nuovamente Mancini in mediana insieme a Veretout e ad affidarsi a Dzeko in attacco, nonostante la doppia frattura allo zigomo del bosniaco. Sponda Moenchengladbach invece, Rose deve rinunciare a Plea, bloccato in infermeria. Se nella fase a gironi di Europa League ci fosse il VAR, i giallorossi adesso starebbero festeggiando la vittoria. Ma l’arbitro scozzese Collum ha altri piani. I giallorossi si portano in vantaggio nel primo tempo grazie ad un gol del baby talento Nicolò Zaniolo. Nonostante i tentativi -falliti- degli avversari nei primi minuti, la Roma riesce a soffrire e trova il gol di testa dell’1-0 al 32’ su sviluppo di un corner calciato da Veretout. Due minuti dopo Dzeko trova la rete del raddoppio, che viene però annullata per fuorigioco. Non accenna a smettere la pioggia all’Olimpico nella ripresa, che scorre senza grandi emozioni fino ai minuti finali. All’89’ Florenzi spreca l’occasione di chiudere la partita su un’azione in contropiede, poi in pieno recupero l’arbitro Collum indica il dischetto per la formazione tedesca. Per lo scozzese è mani di Smalling, colpevole di aver colpito invece la palla con il viso. Stindl non si lascia sfuggire l’occasione e trasforma il rigore, regalando il pareggio al Moenchengladbach. Fonseca e i suoi restano comunque primi nel girone data la vittoria dell’Istanbul Basaksehir sul Wolfsberger per 1-0. Gianluca Mancini è duro nel post-partita: “Il rigore è un’ingiustizia. Smalling prende il pallone in faccia e una cosa così al livello internazionale è inaccettabile. Lavoriamo in settimana nella difficoltà perché siamo corti ma arrivare in partita e prendere questi rigori è inaccettabile. Magari non abbiamo fatto la partita che ci ha chiesto il mister, ma c’è stato impegno sia da parte di chi ha giocato dall’inizio sia da chi è subentrato, abbiamo dato il massimo e ricevere questa ingiustizia ci fa male perché la partita era finita”.

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