Roma-Shakhtar Donetsk 1-0: le pagelle. Dzeko-gol, capitolini tra le migliori otto d’Europa. Kolarov, esperienza al servizio della squadra

Simone Indovino – Si vola ai quarti, 10 anni dopo. Sembra passata un’era geologica quando la Roma si giocò l’accesso alle semifinali per l’ultima volta nel lontano 2008, ma adesso i capitolini potranno riprovarci. L’Olimpico gremito prende per mano la squadra che, seppur timida e impaurita nei primi 50 minuti, riesce a timbrare con Dzeko a inizio ripresa per mettere la gara in discesa. Il raddoppio non arriva e i ragazzi di Di Francesco inevitabilmente continuano a soffrire le giocate in velocità dello Shakhtar, che tuttavia non riesce mai a tirare in porta. Ordets viene espulso per una trattenuta ancora su Dzeko involato a rete, e questo episodio segna un po’ l’episodio chiave per il definitivo successo e il conseguente passaggio del turno.

ROMA

Alisson 6.5 – A conti fatti non compie nessuna parata a causa della pochezza offensiva degli avversari, ma rimane uno dei protagonisti del match poiché è sempre attento sullo sviluppo dell’azione. Preziosissimo in alcune uscite sia alte sia coi piedi.

Florenzi 6.5 – Partenza in sordina, in cui soffre la velocità degli avversari e va spesso in difficoltà. Cresce col passare dei minuti mettendo tutta la grinta che lo contraddistingue coniugando attenzione difensiva e predisposizione offensiva.

Manolas 7 – Sorvoliamo sulle giocate coi piedi che sono davvero poco convincenti, ma difensivamente sfoggia una delle migliori prestazioni in tutti questi anni giallorossi. Mette diverse pezze su determinate situazioni degli avversari che provavano a impensierire la difesa capitolina.

Fazio 7 – Partita praticamente identica rispetto al compagno di reparto. Tantissimi palloni buttati, ma una concentrazione a dir poco spettacolare. Bravissimo anche a rimediare a un suo errore in un disimpegno durante il primo tempo; mette il gambone su una conclusione di Ferreyra probabilmente destinata verso lo specchio.

Kolarov 7.5 – Serviva tutta la sua esperienza internazionale nella gara di stasera e il serbo ha confermato le aspettative. Sempre attento in copertura, non disdegna le sgroppate sulla sinistra in cui spesso si beve diversi avversari prima di arrivare al cross.

De Rossi 6.5 – Una sufficienza strappata quella per il capitano che, posizionato come schermo davanti la difesa, soffre gli inserimenti tra le linee dei piccoletti brasiliani dello Shakhtar. Tuttavia si applica al massimo e regala il suo preziosissimo contributo.

Strootman 6.5 – Avvio col turbo acceso, in cui ha una visione periferica del campo eccellente e smista palloni sul palloni. Il possesso dello Shakhtar lo costringe in seguito a correre molto e la sua prestazione ne risente, calando col passare dei minuti. Si danna l’anima per aiutare i compagni a mantenere il minimo vantaggio. Diretto protagonista del gol di Dzeko: suo l’assist decisivo per il bosniaco.

Nainggolan 7.5 – Ma quanto hai corso stasera, Radja? Il primo gol in Champions non vuole ancora arrivare ma i chilometri che macina il belga sono indispensabili per la conquista di questa fantastica vittoria. Si è ritagliato questo nuovo ruolo e sembra che gli garbi molto.

Perotti 6.5 – Primo tempo davvero pessimo, in cui corre a vuoto e non riesce mai a saltare l’uomo. Ripresa in crescendo, dove le sue sgroppate aiutano a guadagnare campo e tempo. Dopo il vantaggio di Dzeko ha una ghiotta occasione per arrotondare il risultato ma la sua ormai nota cattiveria sottoporta non gli permette di timbrare.

Under 5.5 – Vuoi la pressione accusata, vuoi la paura di prendere qualche contropiede dal proprio lato, ma oggi la stella turca non brilla. Corre molto sulla corsia di destra ma la fase offensiva è praticamente nulla, a tal punto che Di Francesco lo rileva col più fresco Gerson.

Dzeko 8 – Grazie, Edin. L’Olimpico saluta la sostituzione del bosniaco con il giusto tributo che merita un grandissimo campione che ha sempre voluto il meglio per la Roma. Oggi, gol qualificazione ed espulsione provocata di Ordets. What Else?

Gerson 6.5 – Un altro grandissimo approccio del brasiliano che conferisce un grossissimo aiuto a Florenzi in ripiegatura. Si propone anche come anello di congiunzione per le ripartenze della Roma.

El Shaarawy s.v. – Contribuisce alla causa finale.

Di Francesco 7 – Missione compiuta. Forse, se gliel’avessero detto a inizio anno avrebbe firmato col sangue, e invece eccolo qua, ai quarti di finale di Champions al suo debutto nella competizione. Vero, la sua Roma potrebbe inizialmente far meglio, ma il gol di Dzeko garantisce una carica morale a pubblico e giocatori che insieme riescono a strappare una splendida qualificazione.

Simone Indovino

Inter e Roma, pareggio a San Siro

Lavinia Colasanto – La crisi continua. Non è un titolo di un film o di un libro ma la sintesi della partita tra Inter e Roma che si affrontano a viso aperto ma che non riescono a farsi del male. A San Siro finisce per 1-1, un risultato che non serve a nessuno e che non fa uscire dal momento buio le due squadre. La Lazio, in un grande momento di forma, prova ad allungare in quella che sarà una lunga volata per la conquista del terzo e quarto posto.

In una settimana vorticosa, per le voci di mercato, l’ancora di salvezza della Roma rimane Alisson che, con una serie di prodezze, ha tenuto in piedi la sua squadra evitandogli un brutto capitombolo. Il brasiliano è decisivo su Perisic nel primo tempo e su Icardi, due volte, nel secondo, quando l’Inter stava svolgendo il massimo punto di forcing. Non solo difesa per Alisson visto che l’estremo difensore si è reso protagonista dell’assist per il gol di El Shaarawy con un rinvio millimetrico. Tutti si aspettavano un acuto da Dzeko, in ombra anche a Milano e sempre in ottica Chelsea, ma alla fine è spuntato il Faraone che ha sfruttato un liscio clamoroso di Santon. Il tocco morbido davanti ad Handanovic è di pregevole fattura.

Da lì comincia un’altra partita perché nella seconda frazione la Roma sparisce dal campo, i giocatori sono sulle gambe e l’Inter ne approfitta per premere. A fine match saranno 17 i tiri della squadra di Spalletti e soltanto 4 per quella di Eusebio Di Francesco. In una di queste ultime conclusioni arriva il pareggio che lascia tanto amaro in bocca alla Roma, a soli 4 minuti da un risultato che sarebbe stato fondamentale per la lotta alla Champions League. Come la partita d’andata a segnare è Vecino, tutto solo in area di rigore. L’uruguaiano è lesto ad approfittare di un mal posizionamento della difesa giallorossa, soprattutto di Fazio.

Il momento è veramente difficile e il campionato propone subito un’altra partita, quella contro la Sampdoria a Marassi, recupero della terza giornata di campionato. Serve una vittoria per non perdere quella fiducia che ora è ridotta al lumicino e per rilanciarsi verso la conquista di un posto Champions.

Lavinia Colasanto

Roma-Torino 3-0: le pagelle. Alisson salva, Manolas la sblocca. De Rossi, gol con dedica. Ora testa allo Shakhtar

Simone Indovino – Sarà un week-end col sorriso stampato in faccia per i tifosi. Il 3-0 maturato in questo venerdì sera all’Olimpio contro il Torino dà continuità al difficile successo ottenuto a Napoli. Primo tempo piuttosto lento e compassato in cui appaiono i soliti fantasmi, nella ripresa ci pensa Manolas a sbloccare il punteggio e dare fiducia ai suoi. Il risultato viene gestito con concentrazione, fino a quando un’estirada di De Rossi garantisce il raddoppio. I granata perdono di brillantezza nel finale fino a sciogliersi definitivamente come ghiaccioli al sole con la terza definitiva rete del neo entrato Pellegrini. Ancora in cattedra Alisson, che nel primo tempo tiene a galla i suoi con un miracolo sull’ex Iago Falque.

ROMA

Alisson 7 – Se la Roma può esultare in questa serata molto lo deve al suo portierone. In particolare su Iago Falque, compie un autentico miracolo distendendosi sulla sua destra smanacciando la conclusione che avrebbe portato al più classico del gol dell’ex. Per il resto, la solita lettura dell’azione che lo porta spesso ad anticipare gli avversari in uscita.

Florenzi 6.5 – Tutti i cross tentati in avvio sono facilissima preda dei difensori, e questo grava inizialmente sulla sua prestazione. Poi aggiusta la mira, e contribuisce direttamente al gol di Manolas che sblocca la partita.

Manolas 6.5 – Non è che sia proprio la partita della carriera capitolina in cui sia più concentrato, ma è anche vero che senza la sua marcatura staremmo probabilmente parlando di un’altra gara poiché il risultato non riusciva a sbloccarsi.

Juan Jesus 6.5 – Rispolverato da titolare il brasiliano si conferma attento e si batte con astuzia con gli attaccanti avversari. Il quotato Belotti prova a farsi vedere qualche volta scontrandosi con l’ex Inter.

Kolarov 6.5 – Partenza in sordina, con il piede sinistro che ancora non sembra tirato a lucido. Sono infatti troppi gli errori, specialmente dai calci da fermo. Aumenta il suo rendimento col passare dei minuti, rendendosi uno degli uomini più pericolosi in zona offensiva.

De Rossi 7 – In condizioni fisiche (caviglia malconcia) e psicologiche (la scomparsa del suo caro amico Astori) non ottimali, il capitano riesce a sfornare una delle sue migliori prestazioni stagionali, in cui coincide un gran lavoro in maniera e una perfetta fase di rottura. Condisce il tutto con la seconda rete giallorossa con un gesto atletico di qualità.

Strootman 6 – Gara ordinaria quella dell’olandese, che senza dannarsi l’anima adempie in maniera corretta ai compiti a lui assegnati. Sarà preziosissima la sua prestazione nella tosta partita di coppa che che attende la Roma.

Nainggolan 7 – Si sarà ormai abituato, il Ninja, ad agire non troppo vicino alla porta. Il suo apporto in zona gol ne risente inevitabilmente, ma il suo aiuto alla squadra, quando è in condizioni fisiche accettabili, è sempre di enorme portata. Autore di due assist: è un autentico cioccolatino quello che regala nel finale a Pellegrini.

El Shaarawy 6 – Non impeccabile, specialmente in fase offensiva. In particolare si ricorda un pallone aperto in maniera errata che avrebbe pescato Nainggolan in zona gol. Si fa tuttavia apprezzare per i tanti metri che percorre lungo la sua corsia conferendo anche un prezioso aiuto in ripiegamento.

Under 6 – Partenza a razzo, a testimonianza del periodo d’oro che il piccolo turco sta vivendo. Si abbassa, come il resto della squadra, nella seconda metà del primo tempo. Comunque sempre apprezzabili i suoi spunti in velocità e i suoi tentativi di finalizzazione.

Schick 5.5 – Questa prima marcatura in campionato che tarda ad arrivare inizia a diventare davvero un macigno. Anche quest’oggi il ceco alterna giocate di alta qualità tecnica a momenti in cui appare troppo fievole.

Gerson 6 – Ormai è un abitudinario degli ultimi 20/25 minuti di gioco, che svolge sempre con spiccata determinazione.

Pellegrini 6.5 – Pochi giri d’orologio, ma con più attenzione rispetto quelli disputati a Napoli, come testimoniano i decisivi tackle messi in atto e l’inserimento finale premiato con la rete.

Gonalons s.v. – Qualche minuto per fargli riassaggiare il sapore del terreno di gioco.

Di Francesco 7 – C’era bisogno di continuità e la missione è stata compiuta. Un primo tempo sottotono, eccezion fatta per i primi 10 minuti, in cui la squadra non appare troppo convinta e la manovra ne risente. Il gol di Manolas a inizio ripresa mette la partita sui binari giusti e a poco a poco vengono fuori le qualità dei suoi ragazzi.

Simone Indovino

Firenze, migliaia di persone a Piazza Santa Croce per i funerali di Astori. Presenti Totti, Florenzi, El Shaarawy e Baldissoni

Simone Burioni – Dopo l’affetto e la grande commozione manifestate dalla gente alla camera ardente, riceve oggi gli elogi funebri nella Basilica di Santa Croce a Firenze Davide Astori, scomparso nella notte fra sabato 3 e domenica 4 marzo. Oltre a dirigenti, calciatori e staff della Fiorentina, presenti molti tifosi e rappresentanti di società di calcio. Tutti nella città viola per stringersi attorno alla famiglia del difensore. Da Roma sono partiti Totti, De Rossi, Florenzi, Pellegrini, Nainggolan, Bruno Conti e Balzaretti.

Ore 12.30 – Altra sciarpata accompagnata da fumogeni, applausi e i canti “C’è solo un capitano” e “Astori uno di noi” all’uscita del feretro dalla Basilica di Santa Croce.

Ore 12.25 – Piazza ora in silenzio composto in attesa dell’ultimo abbraccio con Davide Astori.

Ore 12.16 – L’ex calciatore del Milan Marco Van Basten esce ora dalla Basilica ricevendo l’applauso di tutta la piazza.

Ore 12.15 – La squadra porge l’ultimo saluto al proprio capitano.

Ore 12.00 – Altra sciarpata di tutti i tifosi viola presenti.

Ore 11.50 – Spazio anche per le parole del vice capitano della Fiorentina Milan Badelj:

“Tu sei semplice, diretto e pragmatico, con il tuo sguardo entri dentro le persone e ci rimani. Non sei come gli altri: anche senza sapere le lingue ti sei fatto capire con tutti, perché parli con il cuore, dono di pochi eletti. Tuo padre e tua madre non hanno sbagliato niente con te, sei il fratello o il figlio che tutti vorrebbero avere ed il compagno di squadra ideale. Tu sei il calcio, quello puro dei bambini, il nostro pensiero va a mamma, papà, Bruno, Marco e Francesco e alla principessa Vittoria. Il compito di chi le sarà vicino è raccontarle chi è Davide: un uomo con ma la U maiuscola. Finisco con un aneddoto: al mattino quando arrivavi alla fisioterapia tu accendevi la luce. Tu per noi eri questo: Luce. Grazie Davide“.

Ore 11.45 – Prende la parola il cardinale arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori. Queste le sue parole nell’omelia d’apertura della cerimonia funebre:

«Siamo qui a pregare per Davide, in questa basilica che l’Italia ha voluto fosse il sacrario degli uomini più illustri che l’hanno onorata, e che custodisce le virtù più alte del nostro popoloQueste virtù noi riconosciamo in Davide e per questo lo salutiamo in questo luogo. Il modo improvviso e crudele con cui il capitano ci è stato tolto, ci rinvia alla nostra povertà di creature, che non dispongono di tutto ma che le cose essenziali le ricevono, a cominciare dalla più essenziale, la vita. Una morte, quella di Davide, che ci richiama a maggiore umiltà, a tanta gratitudine, a quel senso del limite che spesso manca in questo tempo di superbia. E non a caso, nel fare memoria del capitano, molti hanno ricordato la sua umiltà, il senso di responsabilità, la semplicità e la modestia che lo rendevano a tutti così caro. Al tempo stesso, mentre contempliamo la fragilità della vita, ne scorgiamo anche la grandezza e lo splendore, quella preziosità che la fa tanto rimpiangere quando viene meno. E anche sulla bellezza della vita c’è un messaggio importante che la morte di Davide Astori lascia a tutti noi. Non sempre e non dappertutto la vita è riconosciuta nel suo valore. C’è chi la mette in pericolo con modelli di comportamento nocivi, e chi minaccia la vita degli altri o non ne rispetta la dignità. Troppi nel mondo vedono la loro vita disprezzata, fatta merce, usata, emarginata, non circondata dalle dovute cure. Abbiamo scoperto in questi giorni, con ammirazione, l’impegno del capitano per i bambini malati nel nostro ospedale Meyer e in Paesi lontani.

Ma non meno significativa è stata la testimonianza di suoi compagni più giovani, che nella squadra si sono sentiti da lui accolti, indirizzati, sorretti – ha sottolineato l’arcivescovo di FirenzeLa sua vita spezzata da un male misterioso richiami tutti noi a prenderci cura della vita degli altri, soprattutto dei più deboli e dei più miseri. In ogni vita umana è nascosto il germe di vita divinaLa nostra città di Firenze lo riconosce oggi come uno dei suoi, un fiorentino, da sempre e per sempre. Siamo in tanti qui e in questi giorni attorno al ricordo di Davide. Sento il dovere, per questo, di dire alla moglie Francesca e ai genitori e fratelli che tanto affetto non vuole togliere nulla al loro dolore, che resta unico e che come tale, incommensurabile, riconosciamo. La nostra presenza, semmai, vorrebbe sostenerlo un po’ il loro dolore, per quel che può riuscire a fare una vicinanza che non può mai essere una sostituzione. Ma questa coralità grande – che racchiude famiglia, squadra, mondo dello sport e tutta una città – rivela anche che una persona è più ancora che le sue qualità, le sue doti: è anche la ricchezza delle relazioni che ha saputo costruire attorno a sé».

Ore 11.40 – Ad assistere alla cerimonia è arrivato anche Mario Balotelli, ex compagno di Davide Astori con la maglia della Nazionale.

Ore 10.30 – Sono iniziati i funerali.

Ore 10.25 – E’ arrivata anche la delegazione della Juventus. Buffon, Barzagli, Chiellini, Pjanic, Marchisio e Rugani sono entrati nella Basilica tra gli applausi.

Ore 10.00 – Commozione ed un applauso lunghissimo accompagnano l’arrivo del feretro di Davide Astori presso la Basilica.

Ore 9.50 – Piazza piena, applausi per i rappresentanti delle varie società. Presenti esponenti del calcio mondiale: Marco Van Basten, Emilio Butragueño, Franco Baresi e molti altri. La Curva della Fiorentina é presente su un lato della piazza con bandiere e striscioni.

Ore 9:30 – E’ arrivata anche la delegazione della Roma con Francesco Totti e Mauro Baldissoni a guidarla. C’è anche Balzaretti.

Ore 9:20 – Assieme alle giovanili della Fiorentina è arrivato anche Alessandro Florenzi.

Ore 9:10 – Nella Basilica è arrivata la Fiorentina. Striscioni in ricordo del Capitano esposti sulle finestre che danno sulla piazza.

Simone Burioni

Edin, vedi Napoli e poi ridi

Simone Indovino – «La napolitudine – dice una nota enciclopedia online – è il termine con il quale si usa indicare una sensazione di malinconia descritta dai turisti e dagli stessi napoletani nel momento in cui si allontanano dal golfo di Napoli e dalla stessa città, tradizionalmente stigmatizzata dalla frase “Vedi Napoli e poi muori”». Deve sentirsi così, Edin Dzeko, ogni qualvolta che dopo una trasferta nel capoluogo partenopeo è di rientro a Roma. Lo score del bosniaco al San Paolo, con tre partite all’attivo a partire dalla stagione 2015/2016, è eccezionale: quattro reti, frutto delle doppiette siglate nel match della scorsa annata e nella recentissima sfida di quest’anno.

PERIODO – Non sono stati mesi tranquilli per Edin. Le insistenti voci di mercato che lo volevano al Chelsea l’hanno ovviamente destabilizzato (a chi non sarebbe successo?) incidendo in maniera negativa sulle sue recenti prestazioni. Un tira e molla con la squadra guidata da Antonio Conte conclusosi con una permanenza nella Capitale che ha diviso in pieno la tifoseria ma non la dirigenza e la guida tecnica. Monchi e soprattutto Di Francesco si sono dimostrati molto felici di avere ancora a disposizione Dzeko. Il tecnico, eccezion fatta con la gara contro il Milan, l’ha sempre schierato dall’inizio sia in campionato sia in Champions League, venendo ripagato all’attivo con 5 gol in 8 gare in questa prima parte di anno solare. Sommando le marcature della prima parte di stagione, il bottino arriva a 13 reti. Non i ritmi della scorsa annata, ma comunque un consistentissimo apporto del centravanti.

PERSONALITÀ – Non era semplice caricarsi la squadra sulle spalle nel momento più delicato della stagione. Dzeko, dall’alto della sua esperienza, ci è riuscito. Quell’esperienza che gli ha fatto superare dei momenti di sfiducia nella non proprio tranquillissima piazza romana. Lui ha sempre risposto così, a suon di gol. Vero, magari non possiede la cattiveria di Higuain (per dirne uno) o il colpo di testa di Kane (per dirne un altro), ma ha una tecnica e una visione del campo da far invidia a chiunque. E del piede sinistro, ne vogliamo parlare?

SPRINT FINALE – L’immediato futuro sottoporrà la Roma a dei banchi di prova decisivi, in primis la partita di ritorno con lo Shakhtar che ha un peso specifico enorme nell’ottica generale della stagione. In ballo ci sono i quarti di finale di Champions League, turno che i giallorossi non disputano da tanti, troppi anni. Con Schick ancora non calato nella realtà capitolina e utilizzato da Di Francesco in maniera sporadica, toccherà ancora a Dzeko prendere per mano la squadra e trascinarla. Con ancora un po’ di napolitudine in corpo. Magari per contrastarla gli si potrebbe nascondere un bel babà nell’armadietto.

Simone Indovino

La Roma sbanca il Franchi

Lavinia Colasanto – Neanche il diluvio ferma la Roma che a Firenze ottiene la 12esima vittoria consecutiva in trasferta, record assoluto in Serie A, guadagnando due punti su Napoli e Inter, fermate rispettivamente da Chievo e Torino. Il 4-2 con cui i giallorossi sbancano il Franchi è figlio di una crescita sotto il piano caratteriale e di convinzione nei propri mezzi, sicurezze che la Roma sta acquisendo col passare del tempo.

Questa volta il “Portatore di pioggia” non è Spartacus ma Gerson, rinato grazie alla cura Di Francesco che, a differenza del suo predecessore sulla panchina capitolina, ha perseverato nello schierare il giovane talento esterno alto a destra. Il brasiliano è protagonista assoluto: prima beffa Sportiello con un colpo da biliardo, dopo un magnifico recupero di Nainggolan, e successivamente lo trafigge con un sinistro secco sul primo palo. Due gol, i primi con la maglia giallorossa, estremamente diversi che dimostrano le qualità di un ragazzo che sta sbocciando e che in breve tempo può compiere un passo di maturità decisivo.

Il pomeriggio toscano regala altre sorprese quando la Roma viene bucata per la prima volta in trasferta da Veretout. Il centrocampista sfrutta un perfetto cross di Gil Dias, che dribbla troppo facilmente Kolarov, uno scivolone di Florenzi e il ritardo in copertura dei giallorossi. La difesa capitolina fa acqua perché in occasione del 2-2 Fazio si perde il Cholito Simeone che di testa batte ancora Alisson. Negli spogliatoi Di Francesco ha sicuramente strigliato i suoi che nel secondo tempo hanno aggredito la Fiorentina azzannandola, prima, con un fortunoso colpo di spalla di Manolas e, poi, con un potente sinistro di Perotti che non vuole smettere di segnare su azione. I Viola pian piano spariscono dal campo con la retroguardia della Roma che si ricorda di essere la migliore in Serie A, 7 i gol subiti in 11 partite.

Gli ospiti avrebbero altre possibilità di arricchire lo score ma questo, forse, sarà il passo successivo da compiere: impedire all’avversario qualsiasi pensiero su una possibile rimonta. Si va alla sosta per le Nazionali con una classifica corta, sono 5 i punti che dividono la Roma dal Napoli primo, con i giallorossi che devono recuperare ancora la partita contro la Sampdoria. Al rientro ci sarà il derby per capire se la squadra di Eusebio Di Francesco si potrà sedere nel treno che conta, quello che porta alla lotta per lo Scudetto. Ora tutti remano nella stessa direzione come dice il tecnico: “Ho fatto il lavoro più importante nella testa dei calciatori per fargli capire al meglio le mie idee, ora sposano in pieno la mia teoria”.

 

Lavinia Colasanto

Napoli-Roma 2-4: le pagelle. Ci si rialza da grande squadra. Dzeko, il San Paolo odora di casa. Alisson ancora supereroe

Simone Indovino – E chi se lo sarebbe mai aspettato? Vittoria convincente per 4-2 della Roma sul difficilissimo campo del Napoli e fantasmi (forse) scacciati. Dopo la rete a freddo di Insigne, i giallorossi sono bravissimi a rimanere concentrati e trovare il fortunoso pari con Under dopo appena 60 secondi. Da quel momento i ragazzi di Di Francesco accrescono la loro qualità riuscendo a trovare il raddoppio con Dzeko, assistito da Florenzi. Il bosniaco, coccolato dallo stadio che già l’anno scorso l’aveva visto protagonista, si ripete con un sinistro a giro. Ci pensa poi Perotti a siglare la definitiva quarta rete sfruttando un cadeau dell’ex compagno Mario Rui; inutile il gol di Mertens nel finale. Si torna nella Capitale con tre punti che possono avere un peso specifico enorme in ottica terzo posto.

ROMA

Alisson 7.5 – Supereroe. Come altro si potrebbe definire? Riscalda i guanti facendosi scivolare un banale pallone in avvio, poi mette in mostra tutte le sue qualità feline negando al Napoli diverse marcature con interventi prodigiosi. Intraprende una sfida nella sfida con Insigne e la vince ampiamente.

Florenzi 6.5 – Avvio shock, in cui lascia troppo indisturbato Mario Rui che riesce a crossare per il gol di Insigne. Secondo dopo secondo riesce a prendere le misure sia al suo ex compagno sia a Insigne, che da metà primo tempo è quasi sempre stoppato dal tuttofare romano. Salva con un guizzo sulla linea una punizione a due in area di Mertens.

Manolas 7 – Leader della retroguardia giallorossa, è attento e concentrato per tutti i 93 minuti. Preziosissimo in determinate situazioni su cui si immola a corpo morto per ribattere le conclusioni avversarie.

Fazio 6 – Tralasciando la scarsissima precisione con il pallone tra i piedi, partita sufficiente quella disputata dal Comandante che forse sarebbe potuto uscire in pressione al centro dell’area di rigore su Insigne.

Kolarov 6.5 – Bel balzo in avanti rispetto le ultime uscite. Vero, il sinistro non è ancora tornato quello di inizio stagione ma la prestanza atletica e la concentrazione riprendono a viaggiare ad alta velocità.

De Rossi 6.5 – È preso spesso in velocità tra le linee dai piccoletti avversari, ma riesce a sopperire quanto può a queste situazioni con i suoi grandi posizionamenti. La condizione fisica è certamente cresciuta rispetto le scorse gare e questo giova immediatamente sulle geometrie capitoline.

Strootman 7 – Tantissima qualità quella impressa questa sera dall’olandese. Svolge entrambe le fasi con impressionante prestanza, proponendosi spesso e volentieri in avanti e stoppando in moltissime situazioni le avanzate partenopee. La Roma ha decisamente bisogno del miglior Strootman.

Nainggolan 6.5 – Ancora lontano dalla porta, svolge comunque un grandissimo lavoro oscuro che coniuga fase di rottura e fase di ripartenza. Perfetto il corridoio che disegna per Under: il suo preciso pallone fa involare il turco verso la porta avversaria.

Perotti 7 – Mario Rui gli confezione un regalo che l’argentino, pur non essendo un bomber d’area di rigore, non può far altro che sfruttare. Primi 20 minuti della partita a rilento, poi accresce la qualità delle sue giocate fino a siglare la definitiva quarta rete che tranquillizza gli animi dei tifosi.

Under 6.5 – Se si intromette anche la fortuna nel momento positivo del turco non si può che esultare. Il gol del momentaneo uno a uno è un bacio della Dea Bendata ma il movimento del giovane calciatore a sfruttare l’assist in profondità di Nainggolan è eccezionale. Difficile mettere in atto i suoi consueti strappi in questa gara, ma è bravo anche a far salire la squadra e dare il suo apporto in retroguardia.

Dzeko 8 – Se ogni trasferta della Roma si giocasse al San Paolo, forse Edin non sarebbe proprio scontento. Replica la doppietta dello scorso anno con due marcature degne del suo nome nonostante un avvio da brividi con una miriade di passaggi errati. Dopo il primo gol cresce la fiducia del bosniaco che si ripete nella ripresa con un sinistro che si infila nell’angolino basso alle spalle di Reina.

Gerson 6 – Uno buonissimo scampolo di partita per il brasiliano, che gestisce con ordine i palloni che gravitano a centrocampo.

Pellegrini s.v. – Per fortuna domani, riguardando il suo folle passaggio arretrato verso Alisson, i tifosi romanisti non potranno che farsi una risata.

El Shaarawy s.v. – Qualche minuto nel terreno di gioco per rilevare l’acciaccato De Rossi.

Di Francesco 8 – Un risultato che da un punto di vista (molto remoto) può anche far rabbia, perché non fa altro che sottolineare la grande qualità della Roma e i risultati migliori che questa rosa avrebbe potuto ottenere. Preparazione della gara ineccepibile da parte del mister, che ringrazia il suo bomber, in grado di caricarsi la squadra sulle spalle.

Simone Indovino

Roma-Milan 0-2: le pagelle. L’Olimpico è calcato da una squadra con pochi attributi. Gattuso impartisce una lezione tattica a Di Francesco

Simone Indovino – Cala il sipario all’Olimpico, e in 90 minuti sembrano quasi vanificate le tre vittorie consecutive racimolate nelle scorse settimane. Partita degna del miglior film di Dario Argento, in grado di terrorizzare tutti i tifosi della Roma presenti allo stadio. Gattuso mette in campo un Milan ordinato, concreto e con molto fiato che oscura tutti i tentativi delle trame capitoline. Due reti nella ripresa, firmate Cutrone e Calabria, che fanno sprofondare nell’abisso. Nessun segno positivo recuperabile da Di Francesco in questo match, che ha solo da rimproverare ai suoi un atteggiamento senza attributi e poco rispettoso verso tutti i sostenitori giallorossi.

ROMA

Alisson 5.5 – Difficilmente avrebbe potuto negare i due gol avversari, ma appare decisamente meno concentrato rispetto al solito. Si riscatta parzialmente grazie a un intervento tutto riflessi su un destro ravvicinato di Kalinic.

Bruno Peres 5.5 – Dopo un pallone buttato a pochi secondi dall’inizio, alza la qualità della sua partita imprimendo concentrazione sopratutto in fase difensiva. Peccato che quella offensiva sia praticamente nulla.

Manolas 4.5 – Serata da incubo per il difensore greco. Sin dai primi secondi si capisce come Cutrone possa metterlo in difficoltà, e l’attaccante lo beffa a inizio ripresa sfilandogli alle spalle. Gol subito a parte, è in apprensione per tutto il resto della partita.

Fazio 5 – La situazione non è migliore rispetto a quella del compagno di reparto. Anche l’argentino è in totale bambola dei rapidi attaccanti milanisti e ha sulla gobba gran parte della seconda rete incassata, in cui si perde Calabria in maniera troppo ingenua per un calciatore con la sua esperienza.

Kolarov 5 – Per sua fortuna Jonathan Silva ha quest’oggi respirato per la prima volta i prati della Serie A, perché il nuovo acquisto dovrà decisamente far rifiatare il serbo, che non ne ha proprio più. E questo incide in maniera fin troppo negativa sulle sue ultime prestazioni.

Strootman 5 – Non aveva neanche iniziato male l’olandese in cabina di regia. A differenza del collega si è mostrato più abile nel gestire i palloni che gravitavano nella sua zona, ma col passare dei minuti abbandona lentamente il campo.

Pellegrini 4.5 – Brutta, bruttissima serata per il romano. È intraprendente e si vede, ma la sua foga lo porta a compiere una quantità innumerevole di errori, anche banali. Tantissimi gli stop mancati e gli interessanti palloni sprecati.

Nainggolan 5 – Dove sei finito caro Radja, perché manchi tanto. Il rendimento sottotono del belga sta influendo tantissimo nelle prestazioni negative della Roma. Anche quest’oggi, tanta corsa a vuoto e poca lucidità anche in banali passaggi, come il cambio di gioco errato con cui innesta un pericolosissimo contropiede rossonero.

Perotti 5 – Non è in grado di strappare e puntare con decisione Calabria, e questo la dice lunga sulla sua partita.

Under 5.5 – Prova ad accendere la luce in qualche situazione, come nel lampo iniziale con cui impensierisce Donnarumma. Non può e non riesce a trascinare la squadre in modo totalmente isolato, e cala col passare dei minuti.

Schick 4.5 – Rispolverato da titolare, non fa altro che deludere le aspettative. Eccezion fatta per un buon numero con la suola in mezzo a due avversari, è un totale corpo estraneo e non riesce mai a tirare verso la porta. Con l’ingresso in campo di Dzeko la situazione non cambia.

Dzeko 5 – Di Francesco si gioca la carta del bosniaco accanto a Schick per tentare di migliorare la situazione offensiva: esperimento più che fallito.

Defrel 5 – Difficile che potesse essere il francese a dare una svolta alla partita.

Gerson s.v. – Entra in un momento davvero critico per i suoi, di conseguenza non può nulla.

Di Francesco 4.5 – Inaccettabile come il collega Gattuso gli rifili una lezione di tattica. L’allenatore rossonero imbroglia alla perfezione la manovra della Roma e il tecnico giallorosso non trova le capacità per poter contrastare il lavoro del collega. La sua squadra non corre, e questo non può che influire sulla gara dei suoi. In più mancano totalmente le idee, e la frittata è fatta.

Simone Indovino

Tutto pronto per il Camp Nou

Lavinia Colasanto – Mostri sacri, squadra più forte al mondo, blaugrana o più semplicemente Barcellona. Chiamiamoli come vogliamo, ma la cosa sicura è che la Roma, mercoledì alle 20.45 al Camp Nou, dovrà cominciare a scalare la più alta vetta calcistica nei quarti di finale di Champions League. L’avvicinamento, per i ragazzi di Eusebio Di Francesco, non è stato dei migliori col pareggio contro il Bologna. Anche per la squadra di Valverde è arrivato un punto nei minuti finali contro il Siviglia, a campionato praticamente già vinto e guarda caso dopo l’entrata di Leo Messi.

Complicata la situazione per il tecnico abruzzese. Il centrocampo è un enigma degno del miglior Bartezzaghi e non gode di ottima salute visti gli acciacchi di Pellegrini e Nainggolan. I due stringeranno i denti per poter giocare al fianco di Strootman e De Rossi, gli unici punti fermi in questo momento. I tre agiranno davanti alla difesa che sarà composta da Florenzi a destra, che sogna di replicare il clamoroso gol da centrocampo fatto proprio ai catalani due anni e mezzo fa, Manolas e Fazio al centro, da cui passa molto dell’obiettivo della Roma di tenere in vita la qualificazione, e Kolarov a sinistra. In porta Alisson pronto a trasformarsi in piovra per l’occasione. In attacco il riferimento sarà l’eroe della serata dell’Olimpico contro lo Shakhtar: Edin Dzeko. Impossibile rinunciare al bosniaco come il match contro il Bologna ha dimostrato. Ai suoi lati Perotti ed El Shaarawy proveranno a bucare in velocità la difesa del Barça. Attenzione alle diffide perché sotto la lente d’ingrandimento ci sono Manolas e Perotti.

Proprio dal reparto arretrato stanno arrivando le maggiori soddisfazioni per Valverde. Ter Stegen ha raggiunto la piena maturità ed è diventato uno dei top al mondo in porta. Davanti al tedesco Umtiti e Pique garantiscono classe e forza per fermare gli avversari, mentre sulle fasce, Jordi Alba e Nelson Semedo, danno spinta offensiva. A centrocampo aumentano i giri del motore con il metronomo Busquets, recuperato dalla frattura del quinto dito del piede destro. Con lo spagnolo Rakitic e Don Andres Iniesta. In attacco arriva il piatto forte perché, anche senza Coutinho che non può giocare la Champions dopo aver fatto i gironi con il Liverpool, c’è un ragazzo col numero 10, probabilmente il più forte giocatore al mondo: Leo Messi. La pulce è stato in dubbio fino a pochi giorni fa, poi l’entrata contro il Siviglia ha fatto capire che i guai ormai sono alle spalle. L’asso argentino sarà accompagnato da Dembelè e dal Pistolero Suarez.

Il bilancio tra Barcellona e Roma è in equilibrio, una vittoria per parte, pesantissima quella dei catalani per 6-1, e due pareggi.  Anche Di Francesco tiene testa a Valverde, 1-1 tra i due tecnici, maturato dopo le partite di Europa League tra Sassuolo e Athletic Bilbao.

Ci saranno 2.800 tifosi giallorossi che aiuteranno la squadra a scalare l’Everest spagnolo. L’alto prezzo dei biglietti non ha fermato l’amore del popolo romanista che sarà presente in massa anche una settimana dopo all’Olimpico. Al Camp Nou anche il Presidente James Pallotta, un ulteriore segno di compattezza, parola chiave per uscire dalla Catalogna con un grande risultato.

Lavinia Colasanto

Shakhtar Donetsk-Roma 2-1: le pagelle. Primo tempo concreto, poi il calo. Under c’è sempre, soffre Florenzi

Simone Indovino – Una sconfitta non decisiva, ma che fa comunque male al morale della Roma. Una defezione di misura per i ragazzi di Di Francesco, che cadono contro lo Shakhtar per 2-1. Ci aveva pensato il solito Under a portare in vantaggio i giallorossi, accogliendo uno splendido assist di Dzeko e depositando in rete con rara freddezza. Il rientro nella ripresa è scioccante: Florenzi buca un pallone a centrocampo, Ferreira si invola verso l’area, si fa beffa di Manolas e pareggia. Appena un quarto d’ora circa dopo è Fred a siglare la definitiva rete su punizione, sorprendendo Alisson sulla sinistra. Proprio il portiere, con l’aiuto di Bruno Peres nel finale, ha sventato diverse situazioni pericolose evitando la terza rete ucraina.

ROMA

Alisson 6.5 – Sarebbe una partita da 8 pieno se non si distraesse sulla punizione di Fred. Non che il tiro da fermo fosse facile da agguantare, ma con le capacità che il brasiliano ha mostrato sarebbe stato abile nel fare di più. In precedenza aveva sfoderato due autentici miracoli per tenera a galla i suoi.

Florenzi 4.5 – Ok, c’è l’alibi della più che precaria condizione fisica, ma la prestazione è troppo sottotono. Soffre costantemente le avanzate avversarie sulla corsia, facendosi superare facilmente. Buca in maniera clamorosa l’intervento su una palla lunga che scatena la rete di Ferreira.

Manolas 5.5 – Non una precisione eccelsa quella sfoggiata dal greco in questa gelida serata. Ferreira lo supera in velocità e ha la porzione di campo a favore, ma il classe ’91 avrebbe potuto intensificare di più la marcatura sull’attaccante.

Fazio 6 – Niente da imputare al Comandante, che si comporta con ordine in retroguardia con i suoi soliti precisi posizionamenti. È tra i pochi a mantenere una costante concentrazione.

Kolarov 5.5 – Lo smalto fisico e psicologico di inizio stagione sembra essere andato via. Marlos lo mette in grossa difficoltà sulla fascia saltandolo spesso in velocità. La qualità del suo piede sinistro non è la stessa: troppi i cross sparati in area senza un senso logico.

De Rossi 5.5 – Condizione atletica ancora lontana dal top, testimoniata dalla scarsa presenza del capitano in mediana. Sul finale perde due palloni velenosissimi che rischiano di compromettere definitivamente la gara della Roma: certe cose non sono permesse da un calciatore con la sua esperienza.

Strootman 6.5 – Partita sostanziosa da parte dell’olandese che copre a grosse falcate la zona del centrocampo rendendosi vivo fisicamente. Buone anche le giocate in mezzo al terreno di gioco ma una sola piccola macchia: il fallo che genera la punizione del 2-1.

Nainggolan 5.5 – Sembra ancora non abbia trovato la sua totale dimensione. Tanta corsa per il Ninja ma, contrariamente al solito, spesso a vuoto. Si presenta in maniera troppo rara in area di rigore avversaria non conferendo il giusto apporto difensivo alla Roma.

Perotti 6 – Vispo, specialmente in avvio. Entra direttamente nell’azione del gol giallorosso e fornisce due buoni assist per il proprio attaccante. Aiuta Kolarov in fase di ripiegamento.

Under 7 – Ancora complimenti per il piccolo turco. Un debutto in Champions da ricordare, risultato a parte. Realizza il momentaneo vantaggio sfruttando il momento positivo grazie a un’imbucata di Dzeko. Da applausi la diligenza che applica in fase di ripiegamento per dare una mano a Florenzi.

Dzeko 5.5 – Dimostra poca cattiveria in avvio su assist di Perotti, si riscatta successivamente fornendo un gioiello per Under. Nel secondo tempo scompare dal campo a causa dell’abbassamento di tutta la squadra.

Gerson 6 – Rileva Under, visibilmente stanco, in una fase della gara complicata per i suoi. Ci prova per due volte col sinistro non trovando la gloria.

Bruno Peres 6 – C’è tutto il brasiliano nei pochi minuti da lui disputati: un pallone totalmente, e un tackle scivolato sulla linea che non aumenta il passivo.

Defrel s.v. – Non può far nulla nei pochissimi giri d’orologio a sua disposizione.

Di Francesco 5.5 – C’è ancora molto da lavorare, per evitare questi cali di tensione che costantemente affliggono la Roma. Primi 50 minuti di un’intensità straordinaria, poi il calo repentino che genera questa antipatica sconfitta. I suoi soffrono la velocità dei piccoletti brasiliani dello Shakhtar in avanti, che sfruttano anche la serata poco positiva di Florenzi.

Simone Indovino