Roma, ecco Marcano. Chi è il comprimario di lusso portato da Monchi nella Capitale

Simone Indovino – Coric, e uno. Marcano, e due. In pochi giorni la Roma ha ufficializzato nuove pedine per lo scacchiere di Di Francesco, che ha così a disposizione già un nuovo centrocampista e un nuovo difensore. A fronte del croato che era già nelle grazie di Monchi dallo scorso gennaio, la trattativa per lo spagnolo è stata imbastita nelle ultime settimane, a ridosso della sua scadenza di contratto col Porto. Corteggiato anche dal Valencia, che gli avrebbe garantito un ritorno in patria, ci ha pensato su, ma negli scorsi giorni è arrivato il fatidico sì.

CHI È – Prossimo ai 31 anni, che compirà il 23 giugno, Marcano è un difensore che ha girato tanto per l’Europa prima di trovare la sua dimensione ideale in Portogallo. Villarreal, Getafe, Rubin Kazan e Olympiakos tra i club che l’hanno ospitato antecedentemente al suo approdo con i Dragoes. Non sono mancati i trofei: due campionati greci, una Supercoppa ellenica, una Supercoppa russa e, soprattutto, il successo in Primeira Liga nella stagione appena conclusa. Riguardo le caratteristiche tecniche, sembra rispecchiare al meglio l’idea di difensore di Di Francesco: forte fisicamente, di piede mancino, e abile nell’impostazione dell’azione sin dalla retroguardia. Non a caso è stato accostato a colui che adesso sarà uno dei suoi compagni di reparto, ovvero Federico Fazio. Grazie ai suoi 1.89 metri di altezza, è in grado di rendersi costantemente pericoloso in zona gol. Il bottino personale dal 2014 a oggi recita 14 reti personali e 4 assist, considerando tutte le competizioni. Non manca l’esperienza internazionale: 78 le presenze complessive tra Champions League ed Europa League. Piccola curiosità: Marcano ritroverà in squadra Manolas, già suo compagno ai tempi dell’esperienza in Grecia nel 2011/12.

ADESSO IL RESTO – Con lo spagnolo, a meno di clamorose sorprese o esorbitanti offerte, il pacchetto dei centrali dovrebbe essere completo. A lui si uniscono i già collaudati Manolas, Fazio e Juan Jesus. Grazie alle loro caratteristiche, che si sommano a quelle del neo arrivato, il mister potrà tranquillamente decidere come schierare la difesa, se a 3 o a 4. Marcano si adatta perfettamente a entrambe le soluzioni, e considerate le tante partite che attenderanno la Roma in stagione Di Francesco farà sicuramente le sue valutazioni. Ora la palla ritorna a Monchi, che dovrà lavorare per sistemare quei tasselli che mancano alla squadra. L’obiettivo è certamente quello di mettere su una rosa competitiva prima del ritiro d’inizio stagione, al fine di evitare che si ripetano spiacevoli ritardi di condizione come quelli che hanno caratterizzato l’annata di Schick. Per pensare a questo il tempo non manca, intanto c’è da godersi l’inizio dell’avventura romana di Marcano, con la sua esperienza al servizio della Roma.

Simone Indovino

Brivido Champions

Lavinia Colasanto – Il 2-1 dell’andata sfavorisce la Roma. Ai giallorossi non è bastato il gol di Under per tornare col sorriso dall’Ucraina, ma la rete del turco si potrebbe rilevare di vitale importanza ai fini della qualificazione. Di Francesco, però, spinge subito sull’acceleratore e si aspetta una squadra aggressiva che prenda di petto la partita.

Anche Florenzi segue Di Francesco scegliendo, inoltre, la via della continuità .La Roma si è dimostrata altalenante, dalla partita d’andata a quella col Torino dove ha giocato soltanto 45 minuti. Per battere lo Shakhtar servirà altro, servirà di più, magari una prestazione in stile San Paolo dove i giallorossi hanno schiantato il Napoli. Raggiungere la qualificazione potrebbe dare un nuovo impulso, non solo alla Roma ma a tutto  l’ambiente. Sarebbe una grande ripresa dopo un periodo negativo che ha estromesso i giallorossi dalla lotta Scudetto. Non si arriverà a quota 50mila spettatori ma la Roma all’Olimpico, almeno in Champions League, è state sempre all’altezza della situazione. Il ruolino di marcia è da grande squadra, 2 vittorie ed un pareggio nella fase a gironi. Anche senza il pubblico delle grandi occasioni il tecnico non dispera.

Lavinia Colasanto

A San Siro in scena l’addio al calcio di Pirlo. Totti e De Rossi per la prima volta avversari, applausi e due assist per il numero 10

Simone Indovino – Un anno dopo l’addio al calcio di Francesco Totti, è adesso il turno di Andrea Pirlo. Un altro campione del mondo protagonista del Mondiale in Germania di 12 anni fa decide di appendere gli scarpini al chiodo, dopo l’esperienza negli Stati Uniti. San Siro è il teatro della gara organizzata dal centrocampista, che ha raccolto campioni di vecchia data ma anche attuali. Totti, De Rossi e Perrotta i rappresentanti principali per quanto riguarda la Roma, con l’ex capitano giallorosso che ha ricevuto l’applauso di tutto lo stadio e ha fornito ben due assist in 45 minuti (7-7 il risultato finale della gara). Inoltre per la prima volta si trovava di fronte un volto amico come quello di De Rossi. Presenti anche Ronaldo “Il Fenomeno”, ShevchenkoMaldini e Frank Lampard.
Francesco Totti e Daniele De Rossi sono entrati in campo all’inizio del secondo tempo di gioco, dopo essersi scaldati durante l’intervallo, con lo storico numero 10 giallorosso che ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Sky. Queste le sue parole:

“Pirlo? È un maestro. Andrea è uno dei giocatori più forti che c’è in circolazione, va rispettato, la gente ha capito quello che ha fatto. La nazionale del 2006? Di campioni stasera ce ne sono parecchi, dove ti giri ci sono fenomeni. Una serata fantastica. Se mi ha chiesto qualcosa sul ritiro? Non mi ha chiesto nulla, anche perché l’unica cosa che si sa è che prima o poi la fine arriva. Serenità? Atmosfera fantastica, Andrea se lo merita”.

Simone Indovino

Sassuolo-Roma 0-1: le pagelle. Gollonzo di Manolas ed è terzo posto. Skorupski non fa rimpiangere Alisson

Simone Indovino Basta un gol fortunoso di Manolas, al tabellino autogol di Pegolo, per decretare definitivamente il terzo posto in classifica. Il campionato si conclude nel migliore nei modi, con un successo di misura così come era iniziato a Bergamo, e con la consapevolezza di aver raggiunto una certa maturità mentale. Il piazzamento nel gradino più basso del podio garantisce prestigio rispetto le concorrenti e più disponibilità economica. Monchi e Di Francesco dovranno adesso concordare nelle mosse da operare, per rendere più forte questa squadra che possiede già un’ossatura non indifferente.

ROMA

Skorupski 7 – Ha dimostrato che Alisson si sarebbe potuto anche prendere qualche domenica di riposo. Se i 3 punti sono in saccoccia molto si deve al polacco, che si dimostra un felino quando chiamato in causa, anche a gioco fermo.

Florenzi 6 – Partita attenta da parte del romano, che non si sbilancia troppo in avanti per contenere le avanzate offensive. In particolare da rimarcare una sua splendida diagonale su Berardi che salva momentaneamente il risultato.

Manolas 6.5 – È il match winner di stasera, seppur con molta, molta fortuna. In inedita posizione spara un siluro che mette in difficoltà Pegolo regalando il vantaggio giallorosso. In difesa sfodera una partita sicuramente più positiva rispetto quella del compagno di reparto.

Fazio 5.5 – In confusione, è spesso messo in difficoltà dalle doti atletiche di Politano. Poco preciso anche in fase di impostazione, in cui regala troppi palloni agli avversari mettendoli in condizione di ripartire.

Kolarov 6.5 – Gara quasi anonima, se non fosse per quell’intervento stratosferico in tackle su Babacar che mantiene il vantaggio della Roma, un po’ in stile Cagliari.

Gonalons 6.5 – Conferma il crescendo delle ultime partite, dimostrandosi ancora una volta attento in fase di possesso, manovrando la sfera con diligenza .

Strootman 6 – 90 minuti di alti e bassi per l’olandese, che alla fine partorisce un’onesta prestazione. Buona la gestione della palla, con l’onore della fascia al braccio nel finale.

Pellegrini 6.5 – Partita più che positiva da parte del centrocampista, che svaria con potenza atletica lungo tutta la zona in mezzo al campo non disdegnando qualche pericoloso inserimento tra le linee.

Perotti 6 – Al rientro dopo diverse settimane di stop causa infortunio era difficile aspettarsi di più dalla sua prestazione. Mostra tuttavia alcune serpentine tipiche del suo gioco che mettono in apprensione la corsia di destra del Sassuolo. Come di consueto, scarsa la cattiveria in possibili fasi di realizzazione.

Schick 6 – A conti fatti l’unica altra occasione in favore della Roma, gol e tiro di Dzeko a parte, porta la sua firma. Una bella serpentina conclusa con una staffilata di destro che accarezza il palo. Per il resto, nulla di particolarmente brillante, nella speranza che il prossimo anno possa essere per lui diverso.

Dzeko 6 – Primo tempo sicuramente più vivace rispetto al secondo, in cui si muove tanto sul fronte offensivo e impegna anche Pegolo in almeno due occasioni, di cui una clamorosa allo scadere. Col passare dei minuti si rilassa, anche comprensibilmente, come il resto della squadra.

El Shaarawy s.v. – Pochi giri d’orologio a disposizione del Faraone.

Capradossi s.v. – Nell’inedita posizione di terzino destro, Di Francesco gli regala gli ultimi scampoli di questa stagione.

Gerson s.v. – Passerella finale anche per lui.

Di Francesco 7 – Obiettivo raggiunto e in maniera convincente. Un terzo posto che regala fiducia a lui e alla sua squadra e consente di progettare al meglio la stagione che verrà, con quasi la necessità di dover lottare per qualcosa di più ambizioso in campionato e insidiare le due squadre di testa.

Simone Indovino

Il Cagliari ci prova, ma Cengiz continua a segnare

Lavinia Colasanto – Il massimo risultato col minimo sforzo. La Roma batte il Cagliari per 1-0 e blinda la qualificazione alla prossima Champions League conquistando il terzo posto in solitaria. Per i giallorossi era la partita più difficile dell’anno, tante defezioni, ultima quella di Manolas nel riscaldamento con esordio in Serie A per Capradossi, e coi sardi assetati di punti salvezza.

Per Di Francesco c’è il doppio play davanti alla difesa Gonalons-De Rossi, mossa che viene bocciata dopo pochi minuti con la squadra che viene sistemata col 4-3-3 e il francese nel ruolo di mezzala. I ragazzi si trovano subito a meraviglia, soprattutto Under che, con un colpo da biliardo in buca d’angolo, trova il gol che poi deciderà la partita. Il tocco del turco è sublime, la palla bacia il palo come il boccino bacia la sponda prima di insaccarsi. E’ l’ottavo gol in stagione, il settimo in Serie A da quando l’aeroplanino Cengiz ha cominciato a volare.

La partita è in discesa ma la fame del Cagliari non si arresta con la squadra di Lopez che attacca a testa bassa anche se non crea grossi pericoli dalla parte di Alisson. Anzi, il portiere brasiliano viene impensierito da Bruno Peres che, per anticipare Pavoletti, la stava per buttare nella propria porta. Il guizzo del numero uno è da fantascienza dimostrando, ancora una volta, di essere uno dei migliori al mondo.

Nella ripresa la stanchezza della partita contro il Liverpool si fa sentire pesantemente e i padroni di casa provano ad azzannare la Roma con delle imbucate. Ballerina la difesa giallorossa che lascia delle praterie a Farias che spreca clamorosamente due ripartenze. Nel finale, invece, è Sau ad andare contro il muro di Alisson che col suo corpo copre splendidamente tutto lo specchio della porta.

Le sofferenze per la Roma finiscono al 96’ quando Di Bello manda tutti negli spogliatoi. Una vittoria sporca l’ha definita Di Francesco, una vittoria che ha visto protagonisti i senatori. Strepitoso Fazio, un gigante De Rossi, incredibile Dzeko che ha combattuto da solo contro la difesa rossoblù. Tre punti pesanti a cui ne andrà aggiunto uno nelle prossime due partite per qualificarsi matematicamente alla prossima Champions League.

Lavinia Colasanto

Finalmente Patrick Schick

Lavinia Colasanto – Il primo grande caldo, la prima partita per Silva e un primo gol in campionato: quello di Patrik Schick. Finalmente lui dopo otto mesi di Serie A. Vince la Roma contro la SPAL per 3-0 approcciandosi alla perfezione al match contro il Liverpool di Champions League.

L’attaccante ha giocato al posto di Edin Dzeko che si è riposato, così come Florenzi, Kolarov e De Rossi in vista della partita di domani sera. Durante la trasferta di Ferrara hanno tirato il fiato anche Nainggolan e Strootman mentre Under e Perotti hanno messo benzina nelle gambe. Parlavamo di Schick e allora come non sottolineare la sua voglia di fare bene. Una deliziosa palla, con scavetto, per El Shaarawy che ha sprecato malamente davanti a Meret. Quel piede malandrino per cercare la palla dopo la bomba di Nainggolan che ha chiuso la partita ed infine il colpo di testa con tutta la rabbia che aveva in corpo per dire: “Eccomi, ci sono anche io”. Il sorriso è quello bello dei giorni migliori, un sorriso che con il passare dei mesi aveva perso fino a farlo diventare un muso. Ora Patrik è felice e Di Francesco sa di aver trovato una pedina fondamentale per il futuro.

Di importanza capitale anche la forma fisica di Strootman. L’olandese in questo periodo sta volando e contro la SPAL è sembrato veramente l’uomo in più del centrocampo della Roma. Con un inserimento alla vecchia maniera ha causato l’autogol di Vicari ma lui c’era con lo spirito di chi non voleva assolutamente fallire la partita.

Alla festa si è iscritto anche Nainggolan che, dopo aver fallito una clamorosa occasione nel primo tempo, si è rifatto nella ripresa con una botta delle sue. Staffilata perfetta, con impercettibile tocco di Schick, e palla all’angolino.

Non è tutto rose e fiori perché alla Roma va fatta ancora una volta una tirata d’orecchie. I gol sbagliati davanti alla porta avversaria continuano ad essere troppi: da El Shaarawy a Pellegrini. Leggerezze che contro il Liverpool non ci dovranno essere perché servirà la Roma vista contro il Barcellona, una Roma perfetta e cinica.

Lavinia Colasanto

Roma-Juventus 0-0: le pagelle. Fazio comanda la difesa, Nainggolan paga l’irruenza

Simone Indovino – Termina 0-0 l’ultima partita casalinga della Roma. Risultato che regala matematicamente lo scudetto alla Juventus ma che, al contempo, avvicina i giallorossi al terzo posto in graduatoria. Gara ben avviata dai capitolini che si mostrano vogliosi nonostante la già raggiunta qualificazione in Champions League. Qualche buona occasione non sfruttata al meglio dai calciatori di Di Francesco, che hanno spesso peccato nell’ultimo passaggio. Nella ripresa il ritmo cala drasticamente e, nonostante la sciocca espulsione di Nainggolan, si rimane su bassi giri. Mancano adesso gli ultimi 90 minuti nella stagione della Roma in cui cercherà di mettersi definitivamente alle spalle Lazio e Inter. 

ROMA

Alisson 6 – Serata piuttosto tranquilla per il portiere che, eccezion fatta per un’uscita bassa provvidenziale su Dybala, deve soltanto gestire qualche possesso palla con i piedi.

Florenzi 6 – Non proprio la miglior partita in carriera per il tuttofare romano, che difende con ordine su Mandzukic ma è poco convincente in zona offensiva. Tutti sbagliati i cross che prova ad indirizzare verso i compagni.

Fazio 7 – Non c’è Manolas, ma nessun problema. Il Comandante si innalza a migliore in campo e guida a gran voce tutta la difesa capitolina. Un vero incubo per Higuain, che non riesce mai a rendersi pericoloso venendo sempre sovrastato dal gigante argentino.

Juan Jesus 6.5 – Corretta guardia del brasiliano che si dimostra concentrato e attento. Provvidenziale nei minuti finale di un ripiegamento su Dybala grazie ad una diagonale perfetta.

Kolarov 6 – Tra i migliori in avvio gara, in cui parte come un motorino sulla fascia sinistra. Cala l’intensità col trascorrere dei giri d’orologio, gestendosi fisicamente e venendo trascinato dal basso ritmo finale di match.

De Rossi 6.5 – Buona gestione in regia ma sopratutto tanta disponibilità fisica messa in atto dal capitano. In particolare toglie le castagne dal fuoco a metà ripresa con una delle sue classiche scivolate, utile a togliere il pallone a Higuain.

Pellegrini 6.5 – Un ottimo dinamismo quello messo in mostra dal centrocampista, che condisce la sua prestazione con altrettante buone giocate col pallone. Potrebbe far meglio in determinate situazioni offensive, ma la sua prestazione rimane comunque positiva.

Nainggolan 5 – Bene la partenza di gara, in cui si mostra una spanna sopra gli altri dal punto di vista atletico. Cala di rendimento col passare dei minuti, specialmente a inizio ripresa in cui sbaglia diversi palloni di fila che fanno partire pericolosi contropiedi. Lascia colpevolmente la sua squadra in 10 a causa di due gialli rimediati in pochi minuti per interventi troppo irruenti.

El Shaarawy 6 – Conferisce un preziosissimo aiuto in ripiegamento, poiché dal suo lato alberga prima Bernardeschi e poi Douglas Costa. Non incide in attacco.

Under 6.5 – Sulla corsia di destra a tratti sembra più una gara dei 100 metri olimpici tra il turco e Alex Sandro. Il romanista mette spesso in difficoltà il brasiliano proprio su questa caratteristica causandogli anche un cartellino giallo. Peccato che arrivi a concludere verso la porta poco o nulla.

Dzeko 6.5 – Fino a quando la squadra si mostra propositiva è uno dei migliori in campo. Corre, sbatte e lotta con i difensori avversari avendo quasi sempre la meglio. Importantissimo per la fase di gestione palla in zona avanzata.

Gonalons s.v. – In campo quando la gara non ha più nulla da dire.

Schick s.v. – Appena qualche minuto per il ceco.

Strootman s.v. – Utile a dare densità al centrocampo nelle battute finali.

Di Francesco 6 – Con la Champions già matematicamente raggiunta, era possibile pensare che la sua squadra scendesse in campo appagata. Almeno i primi 50/55 minuti hanno tuttavia affermato il contrario, con i suoi ragazzi che hanno cercato di dare il proprio meglio. Con l’espulsione di Nainggolan comprensibile il calo fisico e mentale. Adesso sotto col Sassuolo per raggiungere matematicamente la terza piazza.

Simone Indovino

Patrik Schick e la Juventus, storie di sliding doors

Simone Indovino Allianz Stadium, Torino, 23 dicembre 2017, novantatreesimo minuto di Juventus-Roma. Ci si gioca già un bel pezzo dell’intera stagione, e i capitolini stanno per uscire nuovamente sconfitti dal catino bianconero che, per tradizione, non ha mai sorriso ai giallorossi da quando è stato inaugurato nel 2011. Decide, neanche a dirlo, un gol dell’ex Benatia che ha approfittato di una disattenzione difensiva pagata a caro prezzo. Ma riprendiamo da qui: è il minuto 93, e proprio un goffo errore del marocchino apre un’autostrada a Schick, che si presenta a tu per tu con Szczesny. Fiato sospeso, speranza a mille e la visione di tornare a casa con almeno un punticino dal capoluogo piemontese. E invece no, il ceco si fa annichilire dall’altro ex di giornata sparandogli addosso il pallone, come ammesso dallo stesso polacco. Quell’errore cambierà in maniera quasi irreversibile la stagione dell’attaccante con la maglia della Roma. “Cosa sarebbe potuto succedere se…”, era lo slogan di un noto programma televisivo. Cosa sarebbe potuto succedere se Schick avesse buttato dentro quel pesantissimo pallone? È una storia di sliding doors, di destini che si incrociano, di possibili cambiamenti futuri.

OCCASIONE – Sono passati praticamente sei mesi da quel giorno, e Schick ne ha vissute di cotte e di crude. Il peso del cartellino sulle spalle, una squadra ben oleata e abituata alla sua assenza, una posizione in campo non precisamente stabilita e, soprattutto, i problemi fisici. Smaltiti quelli, il ceco si è totalmente messo a disposizione di Di Francesco che ha anche adottato un nuovo modulo per farlo rendere al meglio. Risposte positive? . Schick ha alternato prestazioni consistenti come contro il Barcellona all’Olimpico e altre meno concrete, col Liverpool su tutte. Sono comunque arrivati i primi due gol in Serie A con la maglia della Roma, contro Spal e Chievo. Non avversari roboanti, vero, ma per un attaccante le reti sono linfa vitale. Adesso sono appena 180 i minuti che mancano alla conclusione del campionato, e domenica all’Olimpico arriverà la Juventus. Il ceco si sta allenando bene, con costanza e, anche se è ancora presto per dire con certezza se sarà schierato dal mister nell’undici titolare, è candidato certamente per una maglia. Perché lui, da quel 23 dicembre, ha un conto aperto contro la squadra bianconera.

FUTURO – Patrik è giovane, e ancora nel pieno della maturità calcistica. Quest’estate potrà finalmente svolgere l’intera preparazione atletica coi compagni ed entrare definitivamente nei meccanismi del mister. Ha da raccogliere l’eredità di Dzeko poiché il bosniaco, seppur ancora competitivo, inizia ad avere una certa età. Potrebbe essere utile per Schick iniziare la prossima annata da compagno di reparto del capocannoniere giallorosso, in modo da poter cogliere quelle sfumature che lo renderebbero un campione. Le sue qualità sono immense, e l’ha dimostrato a tratti anche quando le cose non giravano bene. Un modulo che si adatti bene alle sue caratteristiche, brillantezza fisica e un po’ di fortuna che non guasta mai completerebbero l’equazione. Schick è un patrimonio della Roma, e come tale va valorizzato per permettergli di esprimersi al meglio e diventare finalmente grande. Chissà che non cominci già da domenica, contro quella squadra con cui ha un conto aperto dal dicembre scorso.

Simone Indovino

Il Liverpool sconfigge la Roma, che si difende

Lavinia Colasanto – Il risultato è di quelli pesanti che ha preso una nota dolce nel finale. La Roma esce sconfitta contro il Liverpool per 5-2 nell’andata della semifinale di Champions League. Il mattatore della serata è stato Salah anche se i giallorossi avevano cominciato con ottimo piglio la partita prendendo campo ed una traversa con Kolarov, impreciso l’intervento di Karius.

I Reds sono usciti alla distanza e dopo la prima occasione, clamorosa, fallita da Manè hanno preso quella fiducia che ha finito per schiacciare la Roma nella propria metà campo. Il ritmo tenuto dai ragazzi di Klopp è stato insostenibile fino ad arrivare alla prodezza di Momo che ha incastonato la palla all’incrocio dei pali dove Alisson non ha potuto fare nulla. Il gol è nato da una distrazione di Dzeko che ha cincischiato nel tenere la palla favorendo l’attacco avversario. Stessa cosa sull’azione del raddoppio con la sfera persa a centrocampo e difesa altissima che non ha fatto in tempo a scappare indietro. Salah buca ancora una volta battendo il numero uno della Roma con un tocco sotto.

Poco funzionale la difesa a tre scelta da mister Di Francesco. Il tridente del Liverpool si è trovato spesso in situazione di 1 contro 1 sfruttando al massimo la capacità di agire in velocità e di prendere alle spalle i giallorossi. Jesus è apparso quello più in difficolta, ma anche Fazio e Manolas non hanno fatto un grande figura. Nel secondo tempo la musica non è cambiata, Salah ha spezzato partita e qualificazione con altri due assist: il primo per Manè e il secondo per Firmino che ha messo in rete anche il 5-0. Ancora una volta la retroguardia romanista ha lasciato a desiderare.

La Roma sprofonda ma viene salvata da Klopp che toglie Momo e, di fatto, il più grande pericolo per la difesa. La squadra di Eusebio Di Francesco riesce a spingere così sull’acceleratore trovando il 5-1 con Dzeko, che freddissimo batte Karius sul primo palo. Settimo gol in questa Champions League per il bosniaco che riaccende le speranze che vengono rese più forti dal rigore trasformato da Perotti. Deciso l’argentino che non stoppa la rincorsa e realizza.

All’Olimpico servirà un’altra impresa stile Barcellona, vincere 3-0 o 4-1 o con qualsiasi risultato che porti 4 gol di scarto. Sarà durissima ma la fiammella della Roma è ancora viva e verrà alimentata dai 60mila presenti sugli spalti.

Lavinia Colasanto

Roma-Liverpool 4-2: le pagelle. Sfuma di un soffio la rimonta, ma vi ringraziamo lo stesso

Simone Indovino – Accarezzare tutto così non può fare che male. Ci siamo andati vicini, abbiamo tentato un miracolo insperato fino all’ottantesimo minuto, ma poi è svanito tutto per pochissimo. Il tabellino recita 4-2 in favore della Roma, che non raggiunge Kiev per un gol non fatto in più (match che si sarebbe andati ai supplementari) o uno non subito in meno (qualificazione diretta). Giallorossi penalizzati anche da un arbitro inadeguato: sono almeno due i rigori netti non dati alla squadra di Di Francesco, che ha comunque avuto il merito di ribaltare una situazione difficilissima. Abbiamo accarezzato un sogno, ci siamo divertiti, abbiamo gioito. Si deve ripartire da qua, da una crescita generale messa in mostra negli ultimi mesi. Forza Roma. 

ROMA

Alisson 6.5 – Non è il più impegnato della serata, ma quando gli avversari provano a trafiggerlo risponde presente. Difficile far di più sui due gol subiti: le conclusioni sono troppo ravvicinate.

Florenzi 5.5 – Soffre maledettamente la velocità di Mané sulla sua corsia, aiutato anche dalle sovrapposizioni di Robertson. In fase offensiva non si vede praticamente mai: sono pochissimi i cross che mette al centro per gli attaccanti.

Manolas 6.5 – Nulla da appuntare al greco, che disputa una gara difensivamente al massimo. Può poco nei gol subiti, poiché maturati da distrazioni dei compagni. Tiene sempre testa a Salah e compagni anche quando le squadre si allungano, specialmente nella ripresa.

Fazio 6.5 – Come al compagno di reparto, non gli si può appuntare nulla.

Kolarov 6.5 – Uno stantuffo sulla corsia di sinistra. Le azioni offensive maturano sempre dai suoi piedi. Grazie alle innumerevoli sovrapposizioni scodella al centro tantissimi traversoni pericolosi che insidiano la difesa avversaria. Buono anche il lavoro in retroguardia.

De Rossi 6 – Disputa una partita adeguata rispetto i suoi compiti. Smista con intelligenza i palloni che gravitano nella sua zona di campo senza strafare. Costretto a uscire dopo aver preso una testata in un fortuito scontro con Mané.

Pellegrini 5.5 – Rimandato, ancora una volta. Accusa probabilmente la poca esperienza in palcoscenici del genere e pecca tecnicamente in troppe situazioni, nonostante il buon dinamismo in mezzo al campo.

Nainggolan 5.5 – A conti fatti è il match winner, grazie alla doppietta realizzata nel finale. Pesa, purtroppo tantissimo in ottica qualificazione, il goffo errore in avvio che spiana la strada al gol di Mané. Partita al di sotto delle sue possibilità eccezion fatta per le ultimissime battute.

El Shaarawy 7 – Il più positivo, insieme a Dzeko, della serata romanista comunque non felice. Ha passo e si vede sin dai primi momenti di gioco, sgroppando al meglio sulla corsia. Impensierisce sempre Arnold sulla fascia e sfiora il gol colpendo un palo. Ci mette comunque del suo nel gol del pari del bosniaco.

Schick 5.5 – Nel primo tempo è estraneo al gioco della Roma, non contribuendo al lavoro offensivo e litigando spesso col pallone. Migliora leggermente nella ripresa, ma non rendendosi mai pericoloso se non in un’occasione alla fine.

Dzeko 7.5 – Un’altra partita monumentale di Edin, che si dimostra fondamentale per questa squadra. Macina gioco su gioco e realizza il gol del 2-2 col fiuto del bomber. Si guadagna anche un calcio di rigore, ma il tutto viene vanificato per un fuorigioco inesistente.

Under 5.5 – Messo in campo per dare brio alla squadra, non brilla.

Gonalons 6 – Conferma gli ultimi progressi mostrati, giostrando bene il pallone nei minuti a sua disposizione.

Antonucci 6 – Sufficienza comunque meritata per il giovane che, nonostante l’esito non felice, non dimenticherà mai questa serata.

Di Francesco 7 – E adesso, cosa possiamo dire? Forse il vero deficit rimane la partita di Anfield, ma non resta che applaudire la squadra. Vero, l’errore di Nainggolan incanala la qualificazione verso l’Inghilterra, ma i ragazzi mostrano la voglia di essere grandi per tutti i 93 minuti. E di questo non si può che essere felici.

Simone Indovino