Bienvenido Flaco, l’Italia ti riaccoglie da grande. Adesso tocca a te

Simone Indovino – Premessa: la cessione di Radja Nainggolan non sarà certo semplice da metabolizzare. Il belga ha dato tanto, anzi tantissimo, in campo e ai tifosi. Gol importanti, tackle, dichiarazioni forti e chi più ne ha più ne metta. La realtà adesso è una, che il Ninja non fa più parte della Roma e, che si voglia o meno, bisogna accantonarlo definitivamente. Chi potrebbe aiutare i supporter capitolini in questo è sicuramente Javier Pastore, l’ultimo gioiello acquistato da Monchi, proprio per sopperire in rosa all’assenza di Nainggolan e per ridare un po’ di linfa vitale alla gente, palesemente affranta in questi ultimi giorni.

STORIA – Aveva da poco spento 20 candeline quando mise piede per la prima volta in Italia, portato a Palermo da Walter Sabatini, uno che le dinamiche di mercato giallorosse le conosce piuttosto bene. Anzi, è proprio l’ex direttore sportivo che negli anni della sua gestione che avrebbe fatto carte false per riaverlo tra i suoi giocatori. Ma questo è un discorso che attualmente esula dalla panoramica del giocatore. Dicevamo, a Palermo. Col sole siciliano e una panella qua e là il suo talento sboccia, a tal punto da essere notato dal Psg. I francesi, che di certo non sono noti per il loro braccino corto, sborsano 42 milioni e lo portano all’ombra della Tour Eiffel nel 2011. L’acquisto da parte degli sceicchi di campioni su campioni nel corso degli anni sicuramente non lo aiuta, e si ritrova spesso relegato in panchina, frenando leggermente quella crescita prevista e annunciata dai tempi rosanero. Ma il suo bottino personale recita comunque circa 270 partite col Psg, di cui 37 in Champions League, realizzando 45 gol e 62 assist. Mica spicci, eh.

SCENARI – Adesso, una nuova pagina della sua carriera è pronta per essere scritta. Per la prima volta dopo diversi anni al patron francese Al Khelaifi è stato imposto di vendere qualche elemento della rosa per rientrare nel Fair Play Finanziario. E potrebbe mai un vecchio lupo come Monchi starsene in disparte a guardare? Assolutamente no. Il d.s. ha regalato a Di Francesco quel giocatore che coniuga alla perfezione la tecnica con l’esperienza, considerati gli ormai 29 anni sulla carta d’identità. Al mister, adesso, l’“arduo” compito di metterlo in campo. Proviamo ad ipotizzare: Pastore potrebbe essere schierato da mezz’ala nel modulo difrancechiano 4-3-3, così come da trequartista in 4-2-3-1 o in un 4-3-1-2. I numerosi esterni presenti in squadra potrebbero anche aprire le porte a uno sfrontatissimo 4-2-4. Tutto in divenire, le prime indicazioni si potranno avere da luglio in poi, quando i calciatori, tranne quelli impegnati al Mondiale russo, si ritroveranno a Trigoria per un nuovo inizio. Un inizio in cui farà parte anche Javier Pastore, tornato in Italia per dimostrare a tutti che El Flaco è diventato definitivamente grande.

INARRESTABILE – Coric, Marcano, Cristante, Kluivert, Mirante, Santon, Zaniolo, a cui presto si aggiungerà Pastore (doveroso aspettare i comunicati ufficiali, per ovvi motivi). Ne La casa di carta, una nota serie televisiva spagnola spopolata negli ultimi mesi, il cosiddetto Professore assolda dei ladri professionisti per tentare la rapina del secolo, accogliendoli con un “Bienvenidos” sulla lavagna. Ecco, forse Monchi lo potremmo immaginare proprio così. In un’aula di Trigoria in versione accademica, una lavagna con scritto proprio Bienvenidos e una prima regola infrangibile. “Ragazzi, vi ho raccolto oggi qua perché abbiamo un obiettivo. Dobbiamo lottare e fare grande la Roma”.

Roma, all’attacco. Con Kluivert il reparto è completo, ma attenzione al mercato

Simone Indovino – Ogni squadra che si rispetti ha bisogno di due calciatori forti per ruolo, e questo Monchi lo sa bene. Il lavoro del direttore sportivo in queste prime e intense settimane di mercato è orientato al rinforzo della squadra in ogni zona del campo. Justin Kluivert è diventato giallorosso già una decina di giorni fa, ma il comunicato ufficiale è arrivato solamente nella giornata di venerdì. Col suo acquisto si completa il reparto offensivo, composto da giocatori giovani e di qualità, affiancati da qualcuno più esperto.

ALI A DESTRA – Cengiz Under ha già confessato più volte di voler rimanere alla Roma, per proseguire il suo processo di crescita iniziato appena 365 giorni fa. Un inizio stentato e poi l’esplosione, che l’ha consacrato esterno titolare nel 4-3-3 di Di Francesco. Il turco, la stagione scorsa, era l’unica vera ala destra per caratteristiche tecniche, e spesso ha dovuto fare gli straordinari. Ragion per cui è logico pensare che sia proprio Kluivert il designato per farlo rifiatare. Vero, l’olandese mostra le sue più grandi qualità nella corsia opposta, ma ha dimostrato di saper giocare elegantemente anche sulla destra.

ALI A SINISTRA – Saranno nuovamente El Shaarawy e Perotti a contendersi un posto sulla fascia. Entrambi hanno mostrato difficoltà a giocare dall’altro lato, per questo motivo tra loro si è instaurata una sana competizione che non può che far bene alla RomaDi Francesco avrà un grosso impegno nello scegliere il giocatore più in forma in un determinato momento, ma tanto meglio per la sua squadra considerato l’ampio numero di partite da giocare. Doverosa puntualizzazione: mancano ancora quasi due mesi alla conclusione del mercato, e le vie di quest’ultimo sono infinite. Sia Perotti sia ElSha hanno diversi estimatori ma, a oggi, Monchi non vuole privarsi di loro.

CENTRAVANTI – Passato lo spauracchio invernale riguardo la cessione di Dzeko, il bosniaco dopo quel momento di stress personale ha continuato a essere una colonna portante della Roma, di certo non ha intenzione di smettere. Sarà lui a fare da chioccia aPatrik Schick, che quest’anno, a differenza della scorsa stagione, avrà la possibilità di allenarsi sin da subito coi compagni ed entrare al meglio nei meccanismi di gioco di Eusebio Di Francesco. La società ha puntato tanto sul ceco e adesso tocca a lui ripagare la fiducia in campo. Nelle occasioni in cui si alternerà col compagno dovrà essere bravo e cinico nel dimostrare tutte le sue qualità, viste troppo a sprazzi nell’ultima annata.

JOLLY – A coronare la fantasia e la qualità di un reparto offensivo già ben pieno di queste caratteristiche, ci penserà Javier Pastore. L’argentino è il disegnato per rimpiazzare in rosa il partente Nainggolan, e le sue capacità gli permettono di ricoprire diversi ruoli in mezzo al campo. Sarà curioso capire come Di Francesco voglia utilizzare l’ex Palermo, se da mezzala nel suo classico 4-3-3 oppure da trequartista in un ipotetico 4-3-1-2, che a quel punto cambierebbe gli scenari. Situazione in divenire, solo il tempo e il lavoro dell’allenatore potrà farci capire qualcosa in più.

Simone Indovino

In attesa di vittoria, Di Francesco contro Donadoni

Lavinia Colasanto – Altro giro e altra partita allo Stadio Olimpico. A fare visita alla Roma è il Bologna di Donadoni, sabato sera alle 20.45. I giallorossi, dopo i tre punti contro il Crotone, vogliono continuare a vincere mentre i rossoblù vengono dalle sconfitte contro Atalanta e Lazio e sono pronti a reagire.

Le tante partite ravvicinate porteranno Di Francesco ad un nuovo turnover. Chi è sicuro del posto in difesa è Alisson, portiere meno battuto della Serie A. A proteggere il brasiliano, sulla fascia destra, dovrebbe tornare Peres mentre al centro non si rivedrà Manolas, che potrebbe finire al massimo in panchina. Al suo posto sta convincendo Moreno mentre l’altra maglia da titolare se la contenderanno Fazio e Jesus. Nessun dubbio sulla sinistra: giocherà Kolarov con Emerson ancora assente ma sulla via del pieno recupero. Davanti alla difesa tornerà De Rossi, nonostante la buona prova di Gonalons contro il Crotone. Ai suoi lati Nainggolan ed uno tra Pellegrini e Strootman che si candida per partire dal primo minuto. Poche sorprese in attacco, ci saranno i punti fermi Perotti e Dzeko, che durante la partita potrebbe lasciare spazio a Schick. Florenzi, invece, dopo la prova opaca di Under nel mercoledì di campionato, è pronto a prendersi il posto vacante, ma se la dovrà vedere con El Shaarawy che non va in gol dalla partita casalinga contro l’Udinese.

Molte defezioni per Donadoni che dovrà rinunciare allo squalificato Gonzalez e agli infortunati Torosidis, Taider, Mbaye, Palacio e Keita. Il tecnico lombardo farà affidamento al tridente offensivo composto da Verdi, dall’ex di turno Destro e da Federico Di Francesco, che ha riposato contro la Lazio per essere pronto a sfidare papà Eusebio. Il centrocampo si reggerà sul fisico e il dinamismo di Donsah, coadiuvato dalle geometrie di Pulgar e Poli. Il reparto difensivo, che in Serie A non sfigura avendo preso soltanto 11 gol, vedrà protagonisti Kraft, Helander, De Maio e Masina con Mirante in porta.

Nella loro storia Roma e Bologna si sono affrontare 142 volte col bilancio in perfetta parità, 49 vittorie a testa. All’Olimpico, però, la musica cambia perché i giallorossi hanno trionfato 30 volte contro le 18 dei felsinei che non si impongono in casa capitolina dal 16 settembre 2013 quando sulla panchina della Roma c’era Zeman. Equilibrato lo scontro tra Di Francesco e Donadoni. Sono due le vittorie per il tecnico abruzzese e tre quelle dell’attuale allenatore del Bologna.

Continuità contro riscatto, padre contro figlio, Roma contro Bologna. Questi sono gli ingredienti per una partita che si prospetta interessante e che i giallorossi dovranno assolutamente portare a casa per scacciare definitivamente il mal d’Olimpico.

Lavinia Colasanto

L’inizio delle operazioni di mercato

Margherita Bellecca – Questa estate non serviranno operazioni a coda di gatto maculato. Il percorso in Champions League e la quasi qualificazione alla prossima, garantiscono alla Roma un assegno da otto zeri e la sicurezza che da Nyon, sede del castello della UEFA, non arriverà nessuna pressione per far uscire dalle mura di Trigoria un giocatore. Monchi, ormai abbiamo imparato un po’ a conoscerlo, lavora su più tavoli come un giocatore di poker esperto e tra bluff e trattative reali ha cominciato già a costruire la Roma che verrà.

Per la difesa il direttore sportivo si è seduto alla roulette tedesca dove sono usciti i numeri 3 e 10. 3 come il numero di maglia di Pavel Kaderabek, terzino destro dell’Hoffenheim. 10 come i milioni richiesti per il classe ’92. Il ceco potrebbe fare da spalla a Karsdorp, in attesa del pieno recupero dell’olandese, e gioverebbe anche a Florenzi che tornerebbe nel suo ruolo naturale.

A centrocampo Monchi, invece, gioca a blackjack. Sono due le carte che lo spagnolo ha in mano: Ante Coric, giovane della Dinamo Zagabria bloccato da mesi e in attesa dell’accordo tra le società, e l’asso brasiliano Anderson Talisca per cui la situazione è più complicata. Il Besiktas vuole riscattare il giovane, ma i fondi per finanziare l’operazione arriverebbero dalla loro qualificazione in Champions, tutt’altro che sicura in questo momento. Qualora la trattativa andasse in porto il club turco rilancerebbe la richiesta di 35 milioni, prezzo che costringerebbe il diesse della Roma ad abbandonare la mano.

Per l’attacco Monchi gioca direttamente da casa. Al tavolo di Trigoria, infatti, si è seduto Mino Raiola che dal suo mazzo ha tirato fuori due jolly: Balotelli e Kluivert. Per il primo, anche se in scadenza di contratto, il Nizza chiede un indennizzo di 10 milioni euro secondo un accordo raggiunto col procuratore al momento della firma. Per il secondo, figlio di Patrick ex stella di Milan e Barcellona, l’Ajax ne chiede 20. Da scartare l’ipotesi Bernard per il quale l’agente, a tu per tu in Portogallo con Monchi, ha sparato alto chiedendo 10 milioni di bonus alla firma.

Ma attenzione! Un paesaggio paradisiaco che va in contrapposizione con quello che è il bilancio della Roma e la permanenza tra i paletti del Fair Play Finanziario. Arriveranno acquisti ma anche cessioni, più o meno dolorose perché, come insegna il direttore generale Mauro Baldissoni: “Quello che si fa, si fa per vincere e non per coprire un buco di bilancio e basta”. Allora i nomi più in voga sono sempre gli stessi. Se Alisson verrà blindato con un cospicuo rinnovo di contratto con adeguamento dell’ingaggio, Bruno Peres potrebbe dirigersi verso la porta di uscita e con lui, uno dei maggiori indiziati per la difesa: Manolas. Da non sottovalutare nemmeno la situazione legata a Florenzi e al suo contratto. In mezzo al campo c’è da fare i conti con la condizione fisica di Strootman e la vita sregolata di Nainggolan, di motivazioni che possono scemare dopo la semifinale in Champions e dalle ricche offerte che possono arrivare a Trigoria. L’ottima stagione dei giallorossi fa gola alle squadre europee che potrebbero assaltare il bottino conquistato dalla Roma. In bilico anche la permanenza di El Shaarawy e quella di Perotti. Monchi è chiamato a giocare con uno stack minore rispetto a quello delle potenze europee e dovrà vincere le World Series di poker con le sue armi che l’hanno reso uno dei più vincenti nel calcio moderno.

Margherita Bellecca

Di Francesco e la difficile sfida contro Sarri

Lavinia Colasanto – Accantonata la Nazionale, per la penultima volta nel 2017, torna il campionato. Sfida delicata per la Roma perché all’Olimpico arriva il Napoli di Sarri, primo in classifica con 7 vittorie su 7. I giallorossi inseguono a 6 punti, con una partita in meno, ma la strada che ha intrapreso Di Francesco sembra essere quella giusta per una possibile rimonta.

La Roma è tornata nel vortice degli infortuni e il tecnico abruzzese dovrà scegliere con più cura del solito l’11 da schierare. Nelle ultime ore c’è stato il forfait di El Shaarawy per un edema all’adduttore destro, problema accusato durante il ritiro dell’Italia. Attacco obbligato, quindi, con Florenzi, in gol contro il Milan, Perotti, rientrante dopo lo stop in Champions League, e Dzeko che vuole aggiornare le sue statistiche stagionali dopo essere entrato nei 30 che si contenderanno il Pallone d’Oro. Ancora in dubbio per un posto in panchina Schick mentre Defrel sarà ancora out.

I problemi più grandi Di Francesco li ha a centrocampo. De Rossi e Pellegrini sono recuperati ma non sono al top della condizione, Strootman, invece, al massimo si accomoderà in panchina. Chi è carico è Nainggolan che, dopo l’esclusione dai convocati del Belgio, è pronto a far cambiare idea a Martinez e a far gioire il popolo giallorosso. In difesa Alisson sarà protetto da Peres, Manolas, uno tra Fazio e Jesus, che si giocheranno il posto fino alla fine, e Kolarov. Recuperato Karsdorp che tiferà i suoi compagni dalla panchina.

Dall’altra parte del campo ci sarà il miglior attacco del campionato, 25 gol messi a segno, e una delle migliori difese, con 5 reti al passivo, anche se è proprio il reparto arretrato il punto debole del Napoli. Non sempre perfetti gli uomini di Sarri che si affiderà ancora una volta a Reina, Hysaj, Albiol, Koulibaly e Ghoulam. Qualche dubbio a centrocampo perché Allan e Jorginho sono insidiati da Zielinski e Diawara, utilizzati spesso a partita in corso. L’attacco, anche per via dell’infortunio di Milik, non verrà cambiato e sarà composto da Callejon, Mertens ed Insigne supportati da Hamsik che è tornato al gol contro il Cagliari.

Il bilancio totale tra le due squadre è a favore della Roma che ha trionfato 55 volte contro le 43 del Napoli. All’Olimpico la forbice si allarga con 36 vittorie per i giallorossi e 10 per i partenopei.

In una giornata scoppiettante dove si giocheranno anche Juventus-Lazio e Inter-Milan, la Roma è pronta a fare la voce grossa, quella voce che i 40 mila che saranno presenti all’Olimpico dovranno usare per spingere la squadra verso i tre punti.

Lavinia Colasanto

Il Sabato all’Olimpico

Lavinia Colasanto – Il calendario è molto fitto e lascia poco respiro. Si torna subito in campo e la Roma lo farà all’Olimpico, sabato sera alle ore 20.45, contro il Verona di Pecchia. Gli scaligeri non hanno iniziato alla grande questo campionato raccogliendo appena un punto, contro il Crotone, e zero contro Napoli e Fiorentina. A rilento anche i giallorossi, fermi a quota 3 dopo il rinvio del match contro la Sampdoria.

Il tour de force impone a Di Francesco un po’ di turnover, visto che in una settimana si giocheranno tre partite. Contro il Verona potrebbero esordire dal primo minuto Florenzi, Gonalons, Pellegrini ed El Shaarawy che daranno respiro a Peres, De Rossi, Nainggolan, uscito con un affaticamento muscolare in Champions, e Defrel. Intoccabili Dzeko e Perotti che devono trovare ancora la giusta alchimia per scardinare le difese avversarie, almeno fino al rientro a pieno regime di Schick. Il ceco, che ha smaltito l’infortunio, sta scalpitando e potrebbe trovare spazio a partita in corso. Ha retto l’urto dell’Atletico la retroguardia giallorossa grazie alle super prestazioni di Alisson e Manolas, e di un attento Juan Jesus che si sta ritagliando un ruolo molto importante. Di Francesco si affiderà ancora a loro.

Dall’altra parte Pecchia non sta vivendo un periodo felicissimo. Il tecnico è stato ad un passo dall’esonero dopo la clamorosa sconfitta casalinga contro la Fiorentina per 5-0. Il Verona fa fatica a produrre gioco anche con Pazzini in campo. Il bomber potrebbe strappare una maglia da titolare per la seconda volta consecutiva grazie anche al forfait di Cerci. Con l’ex blucerchiato ci sarà uno che la Roma la conosce molto bene, Daniele Verde, cresciuto e lanciato dalla cantera giallorossa. Il resto della formazione è quello visto in questo inizio di campionato con Bessa trequartista, Buchel a centrocampo, Caceres, Heurteux, Ferrari e Romulo in difesa.

Sarà la prima partita tra Pecchia e Di Francesco mentre Roma e Verona si incontreranno per la 59^ volta. Il bilancio parla chiaro con 29 vittorie a favore dei giallorossi e soltanto 9 per la squadra ospite anche se i gialloblù non perdono contro i padroni di casa da tre partite. L’ultima vittoria dei capitolini è datata 27 settembre 2014.

Tra critiche e domande, quelle che la piazza romana si sta ponendo, Di Francesco e la sua squadra sono chiamati a prendere tre punti in un periodo che si prospetta delicato e molto caldo.

Lavinia Colasanto

L’agente di Pastore a PR: “Abbiamo iniziato a parlare, ma ancora nessuna offerta. Roma piace a tutti”

Simone Indovino – Javier Pastore sembra essere il nome forte nella testa di Monchi per rinforzare la Roma, sopratutto se Nainggolan lascerà la Capitale. La trattativa non appare semplice a causa delle richieste del Psg e del giocatore, ma il d.s. ci sta provando, per quello che potrebbe essere un colpo altisonante per la piazza. A tal proposito la nostra redazione si è messa in contatto con Marcelo Simonianagente del calciatore classe ’89. Queste le sue parole:

È venuta fuori la notizia della Roma interessata a Pastore. Conferma?
Abbiamo solo iniziato a parlare.

Monchi ha già presentato qualche proposta al giocatore e al PSG?
No, ancora nulla.

Il giocatore gradirebbe venire a Roma?
Non ho parlato con lui perché non ho ancora nessuna offerta.

Se arrivasse una proposta potrebbe gradirla?
Roma piace a tutti.

Ci sono chance di rinnovo col PSG?
E’ una possibilità.

Simone Indovino

Pausa Nazionali, infortunio del Ninja e poi derby.

Lavinia Colasanto – Archiviato con amarezza il playoff dell’Italia, e con lui tutti gli strascichi di una tremenda delusione, si torna a parlare di campionato. La Roma è attesa dalla partita più delicata e difficile da preparare: il derby, sabato alle 18. Le due squadre occupano le posizioni nobili della classifica e si presentano allo scontro nel migliore dei modi. Di Francesco ha trionfato contro la Fiorentina per 4-2 mentre Inzaghi, prima del rinvio contro l’Udinese, aveva battuto per 5-1 il Benevento.

Questa pausa per le nazionali ha messo in difficoltà il tecnico della Roma che è alle prese con l’infortunio di Nainggolan, rimediato durante il ritiro del Belgio. Il centrocampista soffre di una piccola lesione all’inguine e la sua presenza nella stracittadina è a forte rischio. Soltanto a ridosso della partita si saprà se il Ninja ci sarà o meno, ma qualora non ce la dovesse fare è pronto Pellegrini, al suo primo derby. Il romano è rimasto a Trigoria durante la sosta e potrebbe comporre il reparto con De Rossi e Strootman. Anche Dzeko è rimasto nella Capitale ed ha ricaricato le batterie con degli allenamenti specifici per recuperare brillantezza e freddezza sotto porta, visto che in campionato non segna da 5 partite. Completeranno l’attacco Perotti, felicissimo per il suo ritorno tra i convocati dell’Argentina, ed El Shaarawy, entrato bene durante gli ultimi attacchi disperati dell’Italia contro la Svezia. Si rivedrà nella lista dei convocati Schick che però non dovrebbe scendere in campo. In difesa, il reparto che ha dato le maggiori soddisfazioni a Di Francesco, ci saranno Florenzi, Manolas, uno tra Fazio e Jesus, e Kolarov. In porta Alisson.

Inzaghi potrà contare su quasi tutti i suoi effettivi, fatta eccezione di Caicedo e Di Gennaro, fermati da problemi muscolari. A condurre la Lazio, come sempre, ci sarà Immobile, in cerca di riscatto dopo le due brutte partite con la Nazionale. Alle sue spalle Milinkovic-Savic comanderà il folto centrocampo che il tecnico piacentino schiererà. Col serbo giocheranno Parolo, Lulic, Luis Alberto e Marusic. In difesa agiranno Bastos, De Vrij e Radu che difenderanno Strakosha, recuperato da un leggero guaio muscolare avuto con l’Albania.

I precedenti parlano chiaro: a Roma comanda la Roma con 58 vittorie su 156 incontri. Sono 41 quelle dei cugini. Sarà il terzo match tra Inzaghi e Di Francesco col tecnico laziale avanti per 2-0. L’abruzzese è sotto anche nei duelli contro la Lazio, su 7 partite giocate, da quando allena, ne ha vinte soltanto due, mentre sarà all’esordio assoluto in un derby, cosa che non si può dire del suo collega, alla quinta stracittadina sulla panchina biancoceleste. Il bilancio è in parità: 2 vittorie e 2 sconfitte.

Di fronte al pubblico delle grandi occasioni, attesi quasi 60 mila spettatori, Roma e Lazio sono pronte a dar vita a quello che potrebbe essere uno scontro diretto per lo scudetto. La tensione, come in ogni derby, si taglierà col coltello, ma un risultato positivo può consentire alla Roma di sognare ancora, perché tanto non costa nulla.

Lavinia Colasanto

Under risveglia la Roma

Lavinia Colasanto – Il digiuno è finito. La Roma torna alla vittoria dopo 50 giorni e lo fa battendo il Verona per 1-0, un risultato tanto caro ai giallorossi. Al Bentegodi i capitolini si presentano col 4231 con Nainggolan più vicino a Dzeko e Under preferito a Perotti. Di Francesco raccoglie i frutti in tempo record.

Dal diluvio universale ad una giornata di sole, dall’incrocio dei pali colpito dopo un tiro di destro, al sinistro che magicamente si insacca all’angolino. È sempre il Verona ed è sempre Cengiz Under. L’esterno sigla finalmente il primo gol con la maglia della Roma e, contemporaneamente, la prima rete di un giocatore turco con la casacca giallorossa. Sono passati appena 43 secondi e la squadra di Eusebio Di Francesco intravede la luce in fondo al tunnel.

I problemi, però, non svaniscono in pochi giorni e sono sempre gli stessi, tanti tiri ma scarsa finalizzazione. Dalle parte di Nicolas arriva una conclusione dietro l’altra ma, poca precisione e mancanza di cattiveria, non consentono alla Roma di prendere il largo. Il Verona, dal canto suo, non molla niente e ci prova in ripartenza. Alisson, comunque, non deve effettuare parate di rilievo.

L’1-0 va stretto ai giallorossi che nel secondo tempo devono scontrarsi con il cartellino rosso diretto rimediato da Pellegrini. Il centrocampista interviene in scivolata su Matos finendo sotto la doccia anzitempo. Quel risultato che prima poteva sembrare striminzito, diventa un diamante prezioso da difendere con le unghie e con i denti. I padroni di casa, spinti dal pubblico, ci provano senza pungere.

In 10 contro 11 è sempre la Roma ad avere le occasioni più nitide senza concretizzarle, prima con Dzeko, che tira addosso a Nicolas, e poi con Strootman. L’olandese, stremato dalla fatica, non riesce a dare forza al tiro. Il triplice fischio di Fabbri è liberatorio, la vittoria contro il Cagliari fa parte del passato e i tre punti conquistati a Verona fanno parte del presente per costruire un futuro roseo. Ora l’Inter, che occupa il posto Champions, è distante soltanto un punto. Contro il Benevento Di Francesco non avrà Nainggolan e Pellegrini per squalifica e Gonalons per infortunio. Continuerà con il 4231? Ai posteri l’ardua sentenza.

Lavinia Colasanto

Roma, il pagellone di fine anno. Alisson domina su tutti, Dzeko si conferma. Under e Kolarov, gli unici promossi tra i nuovi acquisti

Simone Indovino – Un’altra stagione è stata archiviata e, come alla fine di ogni annata, è tempo di bilanci. Terzo posto in campionato, semifinale in Champions League. Quest’ultimo traguardo davvero impronosticabile anche dal più ottimista dei tifosi e frutto di successi straordinari come in casa con Chelsea, Shakhtar e Barcellona, ma anche prove di forza e carattere. Un percorso arrestato solamente dal Liverpool, appoggiato dalla fortuna ma anche da qualche disattenzione di troppo. Marcia diversa in Serie A, con un avvio positivo e al pari di Juventus e Napoli, rallentata dal periodo buio tra dicembre e febbraio. È stato tuttavia raggiunto l’obiettivo minimo, ovvero il terzo posto. Stona la brutta Coppa Italia, da cui la Roma è stata estromessa a dicembre nel primo match disputato contro il Torino. Servirà maggiore attenzione in futuro per una competizione che potrebbe regalare una stella d’argento. Menzione speciale per Alisson, in assoluto il migliore della rosa. Stagione positiva anche per Dzeko e Kolarov; Under la piacevole sorpresa. Rimandato Schick, deludono Defrel e Gonalons su tutti.

ROMA

PORTIERI

Alisson 8.5 – Partiamo da una cosa. Il brasiliano era alla sua prima stagione da titolare con la maglia della Roma e affermarsi in questo modo non era assolutamente semplice e prevedibile. Un rendimento incredibile, soprattutto costante per tutti i 9 mesi di match, tra campionato e Champions League. Riflessi felini, doti atletiche straordinarie, piedi da vero brasiliano, nessun gol subito a causa sua. Altro?

Skorupski 6 – Il valore del polacco era già noto al pubblico capitolino, peccato per lui che di fronte abbia avuto un mostro sacro. Il debutto ha data recentissima e, anche in quell’occasione, ha sfoggiato le sue qualità. Ma con Alisson davanti era davvero impossibile fare qualcosa in più.

Lobont s.v. – Da ormai anni il rumeno è semplicemente una figura di spicco per lo spogliatoio.

DIFENSORI

Karsdorp s.v. – L’olandese si aggiudica, a malincuore di tutti, la palma di giocatore più sfortunato dell’anno. Un intervento di routine in estate che ha portato via più tempo del previsto, poi il rientro a ottobre. 80 buoni minuti col Crotone e rottura del crociato: stagione finita e giudizio rimandato al prossimo campionato.

Bruno Peres 6 – Era chiaro che dopo la scorsa stagione non all’altezza il titolare per quest’anno non fosse lui. Di Francesco, considerate le numerose partite disputate dalla Roma, l’ha comunque schierato spesso facendo rifiatare Florenzi. Constatabile una sua crescita soprattutto difensiva, ma non sono mancati neanche i black out.

Florenzi 6.5 – C’è sempre da fare una premessa: una volta lo scarso rendimento di Peres, una volta l’infortunio di Karsdorp, e il romano si trova anno dopo anno in una posizione che, inevitabilmente, non può consentirgli di esprimersi al meglio. Annata certamente meno positiva della scorsa, condita da molte imprecisioni difensive e una minor spinta offensiva. Ma il cuore che regala alla Roma è sempre immenso. Da non sottovalutare, inoltre, che il calciatore ha fatto il suo rientro in rosa a inizio settembre dopo aver subito due interventi al crociato dello stesso ginocchio.

Manolas 7.5 – Gran parte del suo voto potrebbe riferirsi, ovviamente, alla gara col Barcellona condita dal gol decisivo. Serata memorabile a parte, il colosso di Rodi ha espresso tutte le sue qualità come forse non aveva ancora fatto a Roma. Quando è concentrato è senz’altro uno dei difensori più forti d’Europa, peccato che ogni tanto scenda l’attenzione. Ma per fortuna di Di Francesco questi momenti sono stati rari.

Fazio 7.5 – Un Comandante, di (sopra)nome e di fatto. Con o senza Manolas ha sempre dimostrato tutto il suo inestimabile valore, diventando decisivo nei momenti clou dell’anno. Di importanza vitale la sua rete di dicembre allo scadere contro il Cagliari, utile a regalare 3 punti che si riveleranno decisivi per la corsa alla terza piazza in graduatoria.

Juan Jesus 6.5 – Non è di certo il giocatore più quotato tecnicamente, innegabile, ma Di Francesco gli ha regalato una fiducia non indifferente. Nelle occasioni in cui il mister ha deciso di schierare la difesa a 3 è sempre stato presente, dimostrando di prediligere questo sistema di gioco. Peccato soltanto per quei 60 minuti da incubo ad Anfield.

Capradossi 6 – Richiamato alla base a gennaio per fare il quarto centrale, ha osservato i compagni dalla panchina fino alla terzultima partita, in cui con autorevolezza ha sostituito tra i titolari Manolas a Cagliari. Verosimilmente sarà mandato in prestito per fare esperienza, con la speranza che si possa poi accogliere nuovamente a maturità compiuta.

Kolarov 7 – Sul rapporto qualità-prezzo è senz’altro il miglior acquisto di Monchi. Un rendimento difficilmente prevedibile per l’ex City, giunto in estate non senza polemiche a causa del suo passato alla Lazio. Due punizioni da 6 punti, con Atalanta e Torino, una rete preziosissima allo Stamford Bridge e innumerevoli assist, soprattutto per Dzeko. Il tutto condito da una grande costanza, non da sottovalutare con carta d’identità alla mano.

Jonathan Silva 6 – Un match da titolare a Ferrara con la Spal e qualche minuto sparso qua e là. È il bottino accumulato dall’argentino, giunto per rimpiazzare Emerson. Difficile giudicarlo, anche a causa della non buona condizione fisica con cui si è presentato nella Capitale.

CENTROCAMPISTI

Gonalons 5 – Un finale di stagione in crescendo, è vero, ma troppo buio nei circa 6-7 mesi precedenti. Preso per fare la riserva di lusso di De Rossi, si è ritrovato catapultato in una realtà a cui ha fatto fatica ad abituarsi, e le sue prestazioni ne hanno risentito in maniera decisiva.

De Rossi 7 – La prima stagione da capitano “vero” non si scorda mai. DDR non ha solo ereditato la fascia da Totti, ma anche una pesante responsabilità all’interno della squadra. L’età ormai avanza, e spesso la condizione fisica lo testimonia, ma quando sta bene è ancora l’uomo in più per i suoi. Vedere Roma-Barcellona per esempi pratici. Non mancano, purtroppo, le amnesie come nel caso dello schiaffo a Lapadula che compromise una vittoria già praticamente in cassaforte.

Strootman 6.5 – Annata fatta di alti e bassi, quella dell’olandese. La qualità delle sue prestazioni passa dalla prestanza atletica e non sempre è stata al massimo in certi momenti. Quando è in forma continua a essere una macchina da guerra, e certamente Di Francesco e il suo staff lavoreranno al meglio per renderlo continuo.

Pellegrini 6 – Su di lui è riposta la grande speranza di trovare un centrocampista di altissima qualità per lungo tempo. Nel primissimo periodo è quello che si trova più a proprio agio con Di Francesco, forte dell’esperienza a Sassuolo. Col passare dei mesi il suo rendimento scende leggermente. Da lui ci si poteva forse aspettare di più, ma è anche comprensibile lo scotto pagato a causa del cambiamento di realtà. L’anno prossimo dovrà definitivamente rendersi protagonista.

Nainggolan 6.5 – Il 2017/18 ha significato un forte cambiamento calcistico per Radja. In doppia cifra di gol con Spalletti l’anno prima, in doppia cifra in termini di assist con Di Francesco. Accusa all’inizio la nuova posizione cucitagli dall’allenatore, ma col passare delle giornate carbura rendendosi la solita pedina fondamentale per la Roma, garantendo quella carica agonistica che l’ha sempre contraddistinto.

Gerson 6 – Certamente più in luce rispetto il campionato scorso, è impiegato con discreta regolarità dal tecnico abruzzese. Assoluto protagonista a Firenze con una pregevolissima doppietta, è schierato in campo in momenti piuttosto delicati delle partite. Il brasiliano adempie sempre ai suoi compiti, non deludendo, e viaggiando con ordine nella corsia di destra nell’inedito ruolo in cui Di Francesco l’ha posizionato.

ATTACCANTI

El Shaarawy 6.5 – Che la continuità non fosse di certo il suo forte non si scopre in questa stagione. Prestazioni alternanti quelle del Faraone, che spesso si rivela decisivo come nel match di Halloween contro il Chelsea, ma in altri momenti esce per qualche tempo dai radar. Si è comunque dimostrato pronto ogni qualvolta che Di Francesco l’ha coinvolto.

Perotti 6.5 – Vale un po’ il discorso fatto in precedenza col compagno di reparto. Meno decisivo certamente rispetto l’anno scorso, complici anche dei problemi fisici di troppo che l’hanno condizionato anche nel finale. Quando è in forma può impensierire qualsiasi terzino nel pianeta, ma quando non sta bene le sue prestazioni ne risentono. Da rimarcare, in ogni caso, il gol al Qarabag che ha regalato il primo posto nel girone in Champions League.

Dzeko 7.5 – Trentanove gol erano difficili da eguagliare, ma il bosniaco non c’è di certo andato troppo lontano. 24 le marcature annuali, di cui 16 in campionato e, soprattutto, 8 in Champions League. Impossibile dimenticare la doppietta al Chelsea o il sigillo in apertura nella magica notte di aprile col Barcellona. Non sono mancate le difficoltà: nel periodo di calciomercato in cui era chiacchierato il suo rendimento ne ha risentito, salvo poi tornare alla solita costanza di prestazioni dopo il 31 gennaio. Parlandoci chiaro, Dzeko è un giocatore fondamentale per la Roma.

Under 7 – Il salto dal campionato turco a quello italiano, per ovvi motivi, non può essere semplice. Cengiz ha avuto giustamente il bisogno di adattarsi nei primi mesi, calcisticamente e culturalmente. Il mister ha perseverato su di lui, raccogliendone i frutti da febbraio in poi. Dall’inverno il giovane si è infatti rivelato indispensabile per la squadra capitolina, ed è a conti fatti uno dei maggiori artefici della conquista del terzo posto. Fondamentale, in ottica qualificazione finale, il suo gol contro lo Shakhtar.

Schick 5.5 – Sospensione del giudizio, un po’ come a scuola quando si ha un debito. Il discorso su di lui potrebbe essere enorme. Arrivato in condizioni fisiche più che precarie, un modulo non inizialmente adatto, tanti problemi fisici, e la clamorosa occasione gol fallita contro la Juve a dicembre. Segnali positivi sono arrivati negli ultimi mesi, ragion per cui la prossima stagione dovrà dimostrare tutto il suo valore.

Defrel 5 – Purtroppo, una grossa delusione. Nessuno pretendeva, al suo arrivo, che cambiasse le sorti dell’attacco, ma le sue prestazioni col Sassuolo gli avevano almeno regalato l’etichetta di riserva di lusso. A causa della mancanza di alternative, era anche la prima scelta in avvio stagione sulla corsia di destra, non incidendo mai. Poi il declino, con una serie di infortuni che l’hanno pesantemente condizionato.

Antonucci 6 – Pilastro della Primavera di De Rossi, ormai inserito in pianta stabile con la prima squadra. Difficilmente dimenticherà quest’annata, che gli ha regalato il debutto in campionato e in Champions League.

ALLENATORE

Eusebio Di Francesco 7.5 – Terzo posto in campionato, semifinale di Champions League. Difficilmente si sarebbe potuta pronosticare una stagione di questo tipo al primo anno della sua guida. Ha convinto sotto tutti i punti di vista, tecno-tattico, caratteriale, dialettico. C’è l’intenzione di costruire qualcosa di grande attorno a lui e i presupposti di certo non mancano. Adesso c’è la volontà, da parte di tutti, di alzare l’asticella e insidiare il monopolio della Juventus.

Simone Indovino