Focus tattico. Come e perché Schick può giocare esterno

Gianluca Notari – “Essere o non essere, questo è il problema” recitava l’Amleto di Shakespeare. Che il drammaturgo avesse previsto l’arrivo di Schick alla Roma? Sembra decisamente pretenzioso. Eppure, da giorni, non si fa altro che ragionare su questo annoso problema: ma Schick può essere l’esterno giusto per Di Francesco? E la risposta sembra essere piuttosto semplice se lo si è visto giocare per più di qualche volta. Se non ci si lascia spaventare dal fisico imponente del ceco (1.88 cm d’altezza) si può facilmente leggere quale sarà la sua collocazione tattica in questa stagione. Quella che si vede qui sotto è la mappa cromatica dei palloni giocati dall’attaccante: dove i riquadri sono più scuri, maggiore è stata la presenza del giocatore palla al piede.

Stesso schema – Gli scenari più probabili sono almeno due, ed in entrambi i casi la posizione iniziale di Schick sarebbe quella di esterno destro nel 433 che mister Di Francesco sembra decisamente restìo ad abbandonare anche in casi di estrema necessità (si pensi ad esempio alla partita contro l’Inter di sabato, quando la difesa a tre sembrava la scelta più consona). Nel primo caso – esplicato anche piuttosto chiaramente da Adani di Sky Sport nel post gara contro i nerazzurri – all’ex Sampdoria il mister chiederà un movimento a mezzaluna partendo dall’esterno: ricevendo palla per poi scaricarla sul compagno accorrente (presumibilmente il terzino destro, la mezzala o il regista), Schick può andare a posizionarsi poco sotto a Dzeko. A questo punto, se il marcatore avversario lo ha seguito, si crea lo spazio per offendere sul fronte destro d’attacco: lì dovranno essere bravi il terzino destro e la mezzala destra della Roma ad inserirsi per arrivare al cross. Se invece il terzino sinistro avversario non seguisse Schick la linea difensiva rimarrebbe intatta, ma si creerebbe un mismatch al centro, dove il ceco ed il bosniaco potrebbero far valere la loro strapotenza fisica e mettere in difficoltà la retroguardia avversaria. Il secondo caso, invece, ruota intorno alla figura di Dzeko: il nove giallorosso ha, in passato, sempre giocato in coppia con un altro attaccante (Grafite al Wolfsburg, Aguero al Manchester City), il che lo ha reso il magnifico giocatore che tutti conosciamo. Condividere con Schick il fronte d’attacco potrebbe quindi rappresentare un valore aggiunto per lui: in una Roma che pecca un po’ in qualità, dove l’unico giocatore di fantasia è Perotti, Dzeko potrebbe scivolare qualche metro più in basso aiutando il centrocampo nella manovra e, soprattutto, attirando su di sé uno se non due difensori avversari, lasciando quindi molto spazio alle sue spalle in cui sia Schick sia Perotti potrebbero creare scompiglio. Chiariamoci: Dzeko non sarà certo il trequartista dell’undici di Di Francesco, il solo pensiero di allontanarlo dall’area di rigore è delittuoso. Il bosniaco però viene spesso incontro alla squadra per creare gioco, ed è sempre lui a ricevere palla spalle alla porta dalle retrovie. Per questa sua caratteristica, Dzeko è il compagno perfetto per Schick, il quale può sfruttare lo spazio che il compagno può creare con il suo movimento.

Pro e contro – Ovviamente Schick non è un’ala pura come la si pensa nell’immaginario comune. Difficilmente punterà il fondo per andare al cross, mentre molto spesso si troverà ad accentrarsi per ripiegare sul piede preferito e cercare il dialogo con i compagni. L’aspetto su cui maggiormente si concentrerà il mister sarà la fase difensiva: il lavoro svolto fino ad oggi da Defrel è stato molto prezioso, anche se passato sotto traccia. Non è da dimenticare che la Roma, sia contro l’Atalanta che contro l’Inter ha vissuto le maggiori difficoltà proprio nel momento in cui il francese è stato sostituito. Perciò anche Schick dovrà sacrificarsi in fase difensiva, ma naturalmente nessuno gli chiederà di fare il tornante.

La squadra – La particolarità nel creare una coppia di attaccanti così offensiva come quella della Roma sta il centrocampo: evidentemente mister Di Francesco si fida molto della sua linea mediana, ed è certo che non appena tutti e tre entreranno nel top della forma saranno in grado di sorreggere il tridentissimo Perotti-Dzeko-Schick senza troppi sforzi. Bisognerà solamente oliare qualche meccanismo e dare tempo a Strootman e Nainggolan di metabolizzare i propri doveri in mezzo al campo. In più non vanno dimenticati i terzini, elemento imprescindibile nello scacchiere del tecnico abbruzzese: la probabile coppia titolare Kolarov-Karsdorp, in attesa del rientro di Emerson Palmieri, garantisce corsa e qualità in entrambe le fasi, utili per dare sfogo alla manovra su entrambe le corsie esterne nei casi in cui sia Perotti che Schick convergano verso il centro del campo. Le idee per esaltare il ceco di certo non mancano a mister Di Francesco, e le qualità della squadra non potranno far altro che esaltarne gli interpreti migliori. Con buona pace dei detrattori, che si convinceranno di come Schick sia un ottimo esterno d’attacco.

Gianluca Notari

Berardi, la non-alternativa di Mahrez. Dal “Gran Rifiuto” al “Ti porto via con me” di Eusebio

David Moresco – La telenovela Riyad Mahrez non ci pensa proprio a voler finire. La Roma lo vuole, lui vuole la Roma, ma il Leicester non molla l‘osso e tiene duro. Le offerte di Monchi, tre fino ad ora, sono state tutte rispedite al mittente e si vocifera che in settimana arriverà l’ennesima, ultima, proposta dei giallorossi per aggiudicarsi l’esterno algerino. Nel frattempo si valutano le alternative, il profilo da cercare è chiaro. Proviamo ad aprire Transfermarkt, noto sito di statistiche tedesco, e scriviamo: attaccante esterno offensivo, piede destro o mancino, non c’è differenza, perché l’importante è che tenda ad accentrarsi”, con una valutazione tra i 20 ed i 40 milioni di euro. Caricamento in corso. 25 nomi. Da Angel, Di Maria, ad Angel, questa volta però Correa, passando per i vari LucasCuadradoThauvin, gli ex Lamela e Salah, fino ad arrivare a lui: Domenico Berardi.

Berardi. Destinato alla Juventus, promesso all’Inter e accostato alla Roma. I bianconeri li ha rifiutati lui: ha detto “no” alla prepotenza degli Agnelli per essere stato escluso dalla trattativa. Classica situazione di chi “fa i conti senza l’oste“. Dopo il “Gran Rifiuto” alla Vecchia Signora, anche perché “il suo cuore batte per l’Inter”, si aprono per lui le porte di Milano. Perisic out, Berardi in. Con Pioli sembrava fatta, ma Spalletti blocca tutto: non è ancora pronto per il salto di qualità. In giallorosso, nel frattempo, è arrivato proprio Di Francesco, che ha portato Domenico per mano fino al successo. Glielo ha detto spesso, Eusebio al suo pupillo, ai tempi del Sassuolo: “Aspetta a firmare per l’Inter, perché se vado in una big ti porto con me”. Glielo ha ripetuto quando si sono incontrati a Trigoria. “Mister, portami con te”, si vocifera abbia risposto il 22enne. Al giorno d’oggi però, contatti concreti tra il d.s. della Roma Monchi e il Sassuolo non ce ne sono stati. Berardi piace, più all’allenatore che al direttore sportivo, ma il costo del cartellino rallenta le avances: il Presidente Squinzi spara alto, chiedendo 45 milioni di euro. Se il prezzo scende intorno ai 35, si può chiudere. Per ora però la trama è bloccata: la Roma un pensiero, e solo quello per ora, lo ha fatto e lo continuerà a fare. Berardi, destinato alla Juventus, promesso all’Inter e accostato alla Roma, aspetterà, con ansia, il momento giusto per sbocciare, dove? Questo ancora non si sa.

David Moresco

Il calciomercato della Roma in 10 numeri

Gabriele Conflitti – Finita la prima sessione di mercato guidata dal nuovo direttore sportivo Monchi, si cominciano a tirare le somme dei movimenti in entrata e in uscita fatti dalla Roma. In attesa di avere riscontri sul campo dai calciatori arrivati nella capitale, il mercato giallorosso si può riassumere in dieci numeri.

1 – Il calciatore di nazionalità italiana arrivato durante questa sessione di mercato. Lorenzo Pellegrini è infatti l’unico rinforzo che infoltisce l’esigua colonia italiana della Roma.

2 – I volti nuovi giunti dall’Eredivisie: dal Psv Eindhoven la Roma ha prelevato Héctor Moreno, primissimo acquisto dell’era Monchi, mentre dal Feyenoord è giunto Rick Karsdorp.

3 – Gli acquisti destinati alla difesa e all’attacco: nelle retrovie si è aggiunto Aleksandar Kolarov, mentre a rendere più pericolosa in zona gol la Roma ci penseranno Gregoire Defrel, Cengiz Under e Patrik Schick. Tre colpi che strizzano l’occhio al futuro.

4 – Un occhio la Roma l’ha dovuto tenere anche al Fair Play Finanziario, cedendo quattro pezzi dai quali il ds ha ricavato il denaro necessario per sistemare i conti e avere liquidità da investire: prima del 30 giugno hanno sono partiti sia Mohamed Salah sia Antonio Rudiger, uno approdato a Liverpool, l’altro al Chelsea dell’omonimo Conte. A salutare sono stati anche Leandro Paredes, accolto da Mancini allo Zenit, e Mario Rui,che ha esaudito il suo desiderio di ricongiungersi al maestro Sarri al Napoli.

5 – I milioni di euro investiti in tre operazioni di mercato: con questa cifra infatti la Roma si è aggiudicata prima Moreno, poi Maxime Gonalons dal Lione e infine Kolarov dal Manchester City.

6 – Nell’estate dei record, anche la Roma fa registrare l’acquisto più costoso della sua storia. È Patrik Schick, prelevato dalla Sampdoria per 42 milioni di euro, sei in più rispetto al costo del suo predecessore Gabriel Omar Batistuta. L’ultima volta che la Roma infranse il muro delle sue finanze arrivò il terzo e fin qui ultimo scudetto: le spalle del nuovo numero 14 sono dunque gravate di un fardello piuttosto pesante.

7 – E di pesi sulle spalle ne sa qualcosa anche Aleksandar Kolarov: il serbo paga ancora lo scotto del suo passato laziale, nonostante abbia lasciato i colori biancoazzurri ormai sette anni fa. Il destino ha voluto però che e i primi tre punti siano arrivati contro l’Atalanta proprio grazie ad una sua punizione al veleno con la quale ha trafitto Berisha, altro ex laziale.

8 – Tornando alle cessioni, oltre ai quattro già citati, sono altri otto i calciatori che hanno fatto le valige lasciando a Trigoria una dote più o meno sostanziosa in denaro. Seydou Doumbia e Juan Manuel Iturbe hanno trovato nello Sporting Lisbona e nel Tijuana le squadre dalle quali ripartire, mentre Frattesi, Marchizza e Ricci sono andati in cerca di fortuna a Sassuolo, terra dove poter crescere seguendo l’esempio di tanti romanisti come Politano, Antei e il rientrante Pellegrini. Zukanovic torna in Liguria, stavolta sponda Genoa, mente Sadiq farà da riserva al gallo Belotti al Torino. Esperienza turca all’Antalyaspor per Vainqueur.

9 – Gli acquisti complessivi. Uno di loro però è destinato alla Primavera. Si tratta dell’attaccante Zan Celar, arrivato per circa un milione di euro dal Maribor.

10 – Il numero di maglia rimasto riposto in un cassetto per la prima volta da 25 anni a questa parte. Malgrado l’entusiasmo dei tifosi per Schick, la Roma non ha ancora trovato un erede degno di indossare quel pezzo di stoffa con la quale Francesco Totti ha scritto e riscritto la storia del club giallorosso.

Gabriele Conflitti

Serie A – I risultati della seconda giornata: l’Inter batte la Roma all’Olimpico. Juve in rimonta sul Genoa. Milan super con Cutrone e Suso

Risultati seconda giornata di Serie A

  • Genoa-Juventus 2-4
  • Benevento-Bologna 0-1
  • Roma-Inter 1-3
  • Torino-Sassuolo 3-0
  • Fiorentina-Sampdoria 1-2
  • Milan-Cagliari 2-1
  • Napoli-Atalanta 3-1
  • Chievo-Lazio 1-2
  • Crotone-Verona 0-0
  • SPAL-Udinese 3-2

 

La classifica 

  • Juventus, Inter, Milan, Napoli, Sampdoria 6
  • Bologna, Lazio, Spal, Torino 4
  • Chievo, Roma 3
  • Sassuolo, Genoa, Crotone, Verona 1
  • Fiorentina, Udinese, Atalanta, Cagliari, Benevento 0 .

Il mercato della Roma è Schick

Gabriele Conflitti – Il mercato della Roma è Schick. Dei 9 calciatori acquistati da Monchi in questa sessione di calciomercato, è l’attaccante ceco l’uomo che accende l’entusiasmo della tifoseria. Il ds ha lavorato duramente per consegnare a Di Francesco il sostituto di Mohamed Salah di cui aveva bisogno e lo ha individuato in Schick. Un profilo duttile e di grande qualità, fondamentale per l’idea di calcio che Di Francesco vuole mettere in pratica.

Gli altri due colpi che hanno attirato l’attenzione sono stati quelli di Gregoire Defrel e Cengiz Under. Il francese è arrivato a Roma dopo un anno e mezzo di flirt con la capitale. Il turco invece è stato un acquisto a sorpresa e, se confermerà quanto di buono fatto vedere nel precampionato, ha davanti a sé un futuro radioso.

L’attenzione è andata però anche ad altri reparti: ecco spiegati gli acquisti di Karsdorp, Moreno, Pellegrini e Kolarov. Seppur per ragioni diverse, l’olandese e il messicano sono ancora due oggetti misteriosi, ma l’impressione è che sapranno presto ritagliarsi il loro spazio nelle rotazioni di Di Francesco.

Ma il colpo più interessante del calciomercato, Monchi lo piazza fondendo due mentalità che negli anni precedenti hanno dettato la linea a Trigoria: il progetto giovani e l’instant team. Analizzando gli arrivi in casa Roma, salta subito agli occhi come il ds abbia dato lo stesso peso al talento e all’esperienza. Arrivano quindi quattro giocatori di sicura affidabilità e quattro che in prospettiva possono diventare top player.

Dopo la tesi di Luis Enrique e Zeman e l’antitesi di Garcia e Spalletti, adesso spetta Di Francesco cercare di mettere in pratica il processo di sintesi. L’obiettivo è aggiudicarsi un trofeo, i cui ultimi ricordi in casa Roma sono datati maggio 2008. A dargli una mano ci sarà Francesco Totti. Il capitano ha già dato dimostrazione di poter tornare utile anche da dirigente: decisivo il suo contatto diretto con Schick per convincerlo a venire a Roma.

Di Francesco e Totti sono gli unici due in società a sapere cosa significa vincere uno scudetto a Roma. Un’emozione che spera di vivere presto anche l’ex attaccante blucerchiato. “Romano e romanista”, parola di Ferrero.

L’arrivo di Patrick Schick

Margherita Bellecca – Il giorno che tutti i tifosi giallorossi aspettavano è arrivato. Patrick Schick è atterrato a Fiumicino alle ore 19,57 con un volo proveniente dall’aeroporto Cristoforo Colombo di Genova. Il giocatore, accompagnato dagli agenti Bruno Satin e Pavel Paska, è stato accolto personalmente dal direttore sportivo Monchi e fuori dal Terminal 1, da circa trecento tifosi festanti che intonavano numerosi cori, per il nuovo attaccante della Roma.

Si conclude così, la telenovela estiva di calciomercato che ha visto protagoniste le squadre più importanti della serie A: Juventus, Inter Napoli e appunto la Roma, che in fine, dopo il clamoroso retro front a giugno, della Juventus, è riuscita a battere la concorrenza, anche di squadre estere, e ad aggiudicarsi il gioiello di Praga. Il ceco classe ‘96, nella sua prima stagione in serie A, ha sfoggiato numeri record addirittura migliori di Icardi, Ibrahimovic e Morata. 10 goal in 27 presenze ma solo 9 partendo da titolare, oltre a diversi assist decisivi.

La sua storia con la Roma ha dell’incredibile. Lo scorso anno l’attaccante ceco è stato vicinissimo al trasferimento nella capitale, ma alla fine non arrivò perché l’ex direttore sportivo Sabatini, ritenne eccessiva la valutazione fatta dallo Sparta Praga di 4 milioni di Euro. Ora però, dopo un solo anno, la società giallorossa ha ufficializzato il suo acquisto dalla Sampdoria per un totale di 42 milioni, suddivisi cosi, 5 per il prestito, 9 per l’obbligo di riscatto e gli altri con bonus da maturare da garantire alla Samp entro il 2020. Praticamente 10 volte di più!

L’arrivo di Schick, che indosserà la maglia n.14 come nella Sampdoria, può considerarsi la ciliegina sulla torta, della prima campagna acquisti del nuovo direttore sportivo Monchi, che soddisfatto dell’arrivo del ceco nella capitale, ha orgogliosamente esternato la sua soddisfazione, dichiarando: “Patrick è uno dei calciatori di maggiore prospettiva nel calcio internazionale. Adesso toccherà a Di Francesco trovare in campo la sua migliore collocazione per far proseguire la sua striscia di numeri record.” Adesso, i tifosi giallorossi, sono autorizzati a sognare di aver trovato il loro nuovo idolo.

Champions League, tutti gli incroci di calendario con il campionato romanista. Ritorno con l’Atletico tra Lazio e Genoa

Simone Burioni – Trentadue squadre per una sola coppa. La Champions League è il torneo competitivo per antonomasia ed ogni dettaglio può fare la differenza. Tra questi rientrano la forma fisica di una squadra, la sua determinazione, lo stato d’animo di ogni singolo calciatore. Per questo è importante conoscere tutti gli incroci di calendario che la Roma dovrà affrontare. Prima dell’esordio casalingo in Champions League del 12 settembre contro l’Atletico Madrid di Simeone, la Roma affronterà la Sampdoria fuori casa, mentre pochi giorni dopo la gara con gli spagnoli sarà la volta di Roma-Hellas Verona. Il 27 settembre è prevista la lunga trasferta a Baku per affrontare il Qarabag, ma i giallorossi dovranno sfidare, pochi giorni prima, l’Udinese di Luigi Delneri all’Olimpico. La squadra tornerà in campo il primo ottobre a San Siro contro il MilanRoma-Napoli è il match che precede l’insidiosa trasferta contro il Chelsea di Conte, in programma per il 18 ottobre. I giocatori avranno solo una manciata di giorni per recuperare, prima di dirigersi a Torinoper la sfida contro i granata. Il 31 ottobre sarà ancora la volta dei Blues per la prima giornata di ritorno del girone, partita che si giocherà in casa come quella che precede questo big-match, ovvero Roma-Bologna. Il 5 novembre, salvo cambiamenti, è in programma la trasferta di Firenze, valida per la 12° giornata di Serie A. Ancora più delicato sarà il derby con la Lazio che potrebbe essere determinante per l’umore dei ragazzi di Di Francesco in vista della sfida contro l’Atletico Madrid del 22 novembreal Wanda Metropolitano, alla quale seguirà un difficile Genoa-Roma. Il 5 dicembre andrà in scena l’ultima gara del girone, quella contro il Qarabag all’Olimpico, preceduta da un Roma-Spal che potrebbe permettere alla squadra di rifiatare in vista di un possibile match da “dentro” o “fuori”. I calciatori torneranno poi in campo contro il Chievo dopo 4-5 giorni, in trasferta al Bentegodi di Verona.

 Simone Burioni

Champions League, il girone della Roma: Chelsea e Atletico le certezze, ma occhio al Qarabag

Gianluca Notari – La fortuna, si sa, non guarda in faccia a nessuno. La sfiga, invece, si dice veda benissimo. Si scherza, naturalmente, ma è più o meno questo quello che deve esser passato per la testa ai tifosi della Roma quando ieri, dall’urna di Nyon, i giallorossi sono stati sorteggiati nel gruppo C dei gironi di Champions League, ovvero quello con Chelsea, Atletico Madrid e Qarabag. E pensare che la sorte poteva dire ben altro: la Roma sarebbe potuta essere nel girone F, quello che poi è toccato al Napoli, il quale affronterà sì il Manchester City, ma che poi dovrà vedersela con due squadre di medio cabotaggio come lo Shaktar Donetsk e il Feyenoord, veramente poca roba pensando invece alle sfide che attendono la squadra di Eusebio Di Francesco.

Il Chelsea di Antonio Conte, fresco campione di Premier League, si è presentato come testa di serie a questa Champions League. Difficile ipotizzare una sua vittoria finale: il tecnico italiano nelle coppe europee ha sempre stentato, e nonostante il livello altissimo della rosa, la stagione non è iniziata nel migliore dei modi: nonostante i Blues si siano aggiudicati il primo derby di Londra della stagione, all’esordio hanno perso in casa contro il modesto Burnley. Inoltre, rimbalzano da più parti le voci di un Conte piuttosto scontento del mercato estivo, poiché nonostante i diversi acquisti – e i molti soldi spesi – la rosa è rimasta incompleta e piuttosto corta, inadatta per affrontare 4 competizioni. Inoltre, si aspetta ancora il rientro a pieno regime di Eden Hazard, la vera stella di questa squadra, il quale potrebbe dare la giusta spinta in questo momento di confusione nell’ambiente Chelsea.

Eden Hazard, l’arma in più di Antonio Conte

L’Atletico Madrid, dal canto suo, non ha bisogno di presentazioni: si è scritto, parlato e discusso in ogni dove e quando sulla filosofia di gioco di Diego Simeone, che in pochi anni ha riportato l’Atletì su livelli altissimi, raggiungendo per ben 2 volte in quattro anni la finale di Champions League, persa però entrambe le volte per mano dei rivali del Real Madrid. Una squadra solida e collaudata, che però ha avuto la finestra di mercato estiva chiusa, per scontare una pena circa alcune irregolarità riscontrate dal TAS nella compravendita di giocatori minorenni. Per questo motivo, Vitòlo – promesso sposo dei Colchoneros – si è trasferito in prestito semestrale al Las Palmas, mentre Diego Costa, in rottura con il Chelsea, si sta già allenando con i nuovi/vecchi compagni rojiblancos, ma dovrà aspettare gennaio per formalizzare il tesseramento. E pazienza, infine, se Griezmann sembra soffrire di mal di pancia: trasferimento al Manchester United rimandato anche per lui, almeno fino a gennaio.

Infine il Qarabag. La squadra azera parte decisamente per fare la figura della sparring partner degli avversari più quotati, ma chissà se non riuscirà a rubare qualche punto qua e là. Difficile calcolare la squadra di Baku come un’avversaria che possa impensierire le altre tre, ma nel calcio non si sa mai. L’allenatore, Gurban Gurbanov, da quelle parti è considerato un astro nascente del calcio: capace di vincere il titolo per 4 volte consecutive, Gurbanov ha allestito una squadra giovane e di talento, che vede in Richard e Pedro Henrique i suoi giocatori più temibili. Il Qarabag è sicuramente la squadra meno quotata del girone, ma occhio a facili sottostime.

Gianluca Notari

Serie A – I risultati della prima giornata. Roma e Napoli corsare. Vincono la Juve e le milanesi. Stop Lazio

Risultati delle partite della prima giornata del campionato

  • A Bergamo: Atalanta-Roma 0-1
  • A Bologna: Bologna-Torino 1-1
  • A Crotone: Crotone-Milan 0-3
  • A Milano: Inter-Fiorentina 3-0
  • A Roma: Lazio-Spal 0-0
  • A Torino: Juventus-Cagliari 3-0
  • A Genova: Sampdoria-Benevento 2-1
  • A Reggio Emilia: Sassuolo-Genoa 0-0
  • A Udine: Udinese-Chievo 1-2
  • A Verona: Verona-Napoli 1-3

La classifica

  • Juventus, Napoli, Milan, Inter, Chievo, Roma, Sampdoria 3
  • Bologna, Torino, Genoa, Sassuolo, Lazio, Spal 1
  • Benevento, Crotone, Fiorentina, Udinese, Atalanta, Verona, Cagliari 0

 

Classifica Marcatori

– 2 reti: Icardi (1 rigore-Inter); Quagliarella (Sampdoria).

– 1 rete: Ciciretti (Benevento); Di Francesco (Bologna); Birsa, Inglese (Chievo); Perisic (Inter); Dybala, Higuain, Mandzukic (Juventus); Cutrone, Kessié, Suso (Milan); Milik, Ghoulam (Napoli); Kolarov (Roma); Ljajic (Torino); Théréau (Udinese); Pazzini (1-Verona)

Iturbe saluta la Roma

Serena Randazzo – Giunta all’epilogo l’esperienza di Juan Manuel Iturbe alla Roma. L’attaccante saluta i giallorossi dopo due anni e mezzo, discontinui e molto travagliati. Arrivato nella Capitale nell’estate del 2014, il giovane calciatore si presentò con 8 gol e 33 presenze in campionato con la maglia del Verona e con la nomea di nuovo craque del calcio mondiale. L’investimento della società romana è stato molto importante: 22 milioni di euro che hanno alzato le aspettative dei tifosi, entusiasti del secondo acquisto più oneroso nella storia romanista. L’avvio di stagione andò come previsto: una rete e due assist all’esordio in Champions League contro il Cska Mosca, partita poi vinta per 5-1 dalla squadra di Garcia. La prima marcatura in serie A arrivò invece solo nel mese di Ottobre contro la Juventus, che però non bastò per battere i bianconeri.

Da lì in poi tutto in salita. I numerosi problemi fisici hanno frenato l’ascesa del ragazzo che, a fronte delle 37 presenze totalizzate, ha segnato soltanto 4 reti. Nemmeno l’annata seguente fu all’altezza del denaro sborsato, tanto che i dirigenti del club capitolino decisero di cederlo in prestito con diritto di riscatto per 22 milioni di euro al Bournemouth. Le sue prestazioni non convincono nemmeno la squadra inglese che lo rimanda al mittente senza riscattarlo. Tornato in Italia non riesce a trovare molto spazio nella rosa di Spalletti, andando in prestito al Torino fino al 30 giugno 2017 con diritto di riscatto a titolo definitivo a fine stagione. Durante l’estate, attraverso un comunicato ufficiale, la Roma ha reso noto di averlo ceduto in prestito con obbligo di riscatto al Club Tijuana, in Messico in fino al 30 giugno 2018 per 5 milioni di euro. La sua avventura giallorossa è terminata con 68 presenze, 5 reti e più di qualche rimpianto per il paraguiano, ma più per i tifosi giallorossi che si aspettavano un grande calciatore e si sono invece ritrovati un enorme flop.

Serena Randazzo