Losi: “I romani? Sono eccezionali, ti danno un affetto come nessuno. La Roma passerà il turno in Champions”

Simone Burioni – Giacomo Losi, bandiera della Roma, è stato intervistato durante l’evento per l’anniversario della morte di Alberto Sordi. Queste le sue parole:

Può ricordare un episodio che ricorda Alberto Sordi e Roma?
Lui veniva a salutarci quando ci allenavamo al Flaminio, perché ci allenavamo lì e ogni tanto ci faceva una sorpresa.

Quanto è cambiata Roma città e Roma squadra?
Città molto, era meraviglioso ora non te la puoi godere, è talmente caotica che è impossibile guardarla. Ricordo più la gente di Roma. I romani sono eccezionali, ti danno un affetto che non ti dà nessuno.

Lei ed Alberto siete stati simboli di Roma. Ora chi è?
Penso che Totti abbia ricalcato un po’ l’esperienza che ho fatto io nella Roma.

Quante possibilità ha la Roma di passare il turno in Champions League?
Spero tante. La squadra è buona e può benissimo qualificarsi. Sarà dura perché dovrà affrontare una squadra molto forte e penso che ce la farà.

Altre dichiarazioni a margine dell’evento:

Un ricordo di Alberto Sordi?
Difficilmente veniva negli spogliatoi, ma veniva a qualche allenamento e ci salutava sempre. Era uno spasso quando veniva, con le sue battute eccezionali ci metteva di buon umore tutti quanti. L’ho conosciuto così, anche se non veniva molto spesso. Ma quelle poche volte era di una simpatia spaventosa, ci faceva passare 10 minuti di allegria.

Come vede questa Roma in Champions? Può superare il turno anche dopo la sconfitta con lo Shakhtar?
Penso che ce la possa fare perché la squadra è fatta bene, è importante e gioca a calcio in una maniera eccezionale. Mi auguro che superi questo turno perché lo merita. Andare avanti in Europa è importante per Roma e per la Roma.

La Roma ha trovato Under.
È molto bravo, è un ragazzo promettente e spero che continui così. Mi sembra un giocatore di altri tempi.

Un commento su Di Francesco?
Allenare la Roma non è facile, Di Francesco lo sa essendo stato un calciatore della Roma. Sa com’è l’ambiente. Mi auguro che riesca a combinare bene le cose per andare bene anche a livello internazionale, perché la Roma merita di starci da sempre.

Col Milan che gara si aspetta?
Mi aspetto che vinca, deve vincere. Mi auguro che faccia una grande partita e dimostri il valore che ha.

Simone Burioni

Dimenticare la Champions League e subito rituffarsi nel campionato

Margherita Bellecca – La Roma ha un solo obiettivo in mente: vincere. Per farlo dovrà superare il Milan, domenica sera alle 20.45 allo Stadio Olimpico. I rossoneri sono in un buon momento di forma avendo superato facilmente il Ludogorets in Europa League, mentre in campionato arrivano da sette risultati utili consecutivi. In convalescenza i giallorossi che hanno vinto tre partite di fila: Verona, Benevento e Udinese prima dello stop europeo.

Di Francesco dovrà fare in conti con le fatiche patite contro lo Shakhtar e il freddo preso dai suoi giocatori, il termometro segnava -11 gradi. Nessun dubbio in porta, ci sarà ancora Alisson mentre qualcosa cambierà in difesa. Florenzi, debilitato da un’influenza intestinale in settimana, potrebbe lasciare spazio a Bruno Peres. Al centro Jesus è pronto ad insidiare uno tra Manolas e Fazio. Sulla sinistra Kolarov, niente da fare per Jonathan Silva che potrebbe essere convocato per la partita contro il Napoli. A centrocampo due match di fila dopo l’infortunio faranno sedere De Rossi in panchina a favore di Pellegrini. Il giovane azzurro farà coppia con Strootman, revitalizzato dal nuovo modulo. Sulla trequarti, nel 4-2-3-1, impossibile rinunciare ad Under in questo momento. Il turco ha segnato 5 gol nelle ultime 4 partite, Champions compresa, ed è pronto a prendersi ancora una volta la squadra sulle spalle. Anche Perotti è tornato su buoni livelli di gioco, un posto in attacco c’è anche per lui, così come per Nainggolan. Attenzione al ruolo di centravanti però, la sorpresa potrebbe essere la presenza di Schick al posto di Dzeko.

Anche Gattuso schiererà una formazione offensiva. Il Milan sta girando bene e, quindi, squadra che vince non si cambia. In attacco il tridente formato da Calhanoglu, Kalinic al rientro dopo l’infortunio, e Suso. Le punte saranno sostenute da un centrocampo che allo stesso tempo ha fisico e qualità. Bonaventura, Biglia e Kessie daranno battaglia mentre il quartetto difensivo composto da Rodriguez, Romagnoli, Bonucci e Calabria avrà il compito di proteggere Donnarumma. I precedenti sorridono al Milan che è avanti per 76 a 49. La Roma, dal canto suo, mette il bilancio in sostanziale parità in casa dove è sotto soltanto per 29 a 28, a fronte di 32 pareggi. Indietro anche Di Francesco nei confronti di Montella. Il campano ha vinto 5 volte contro le 3 dell’abruzzese.

L’andata è terminata col punteggio di 2-0 a favore della Roma in una partita giocata tatticamente in maniera perfetta dai ragazzi giallorossi. Di Francesco, oltre a prendere quel match come esempio, spera di ripartire anche dai primi 45 minuti contro lo Shakhtar, dove la sua squadra ha dimostrato di potersela giocare con tutti. Ora sta nei piedi e nella testa dei giocatori non mollare quel terzo posto in campionato che significa qualificazione diretta alla prossima Champions League ed un futuro più tranquillo.

Margherita Bellecca

Under the Rainbow

Margherita Bellecca – Il turco ci ha preso gusto e mette a segno il suo quarto gol consecutivo, quello con cui sblocca una partita dominata dalla Roma ma che si stava incanalando su uno scialbo pareggio a reti bianche. I giallorossi battono l’Udinese per 2-0 alla Dacia Arena confermando la crescita dell’ultimo periodo e conquistando, inoltre, il terzo posto in classifica dopo la sconfitta dell’Inter contro il Genoa.

Gengo, come viene chiamato a Trigoria, sta diventando un tassello fondamentale per la “nuova” Roma di Eusebio Di Francesco, quella del 4-2-3-1. Spesso la palla passa tra i suoi piedi e lui, mostrando una spiccata propensione alla leadership, se la fa dare. I compagni lo seguono mostrando cattiveria e voglia di aggredire l’avversario. I gol segnati dal “turchetto” sono tutti diversi, dalla botta improvvisa contro il Verona che ha sorpreso Nicolas, alla doppietta dell’Olimpico contro il Benevento, un sinistro vellutato sul primo palo ed un tiro a giro da leccarsi i baffi, fino ad arrivare al missile terra aria con cui ha trafitto Bizzarri.

Nonostante una bella Roma l’Udinese non fa brutta figura, anzi, su qualche disattenzione difensiva dei giallorossi rischia di far male e di ribaltare un pronostico che sembrava essere scritto. È ancora Alisson a fare la voce grossa e a proteggere i ragazzi aumentando così il valore del suo cartellino che potrebbe diventare proibitivo anche per le big europee.

La produzione offensiva giallorossa è ancora notevole. Dai 17 tiri fatti domenica scorsa ai 13 di cui 7 in porta contro i friulani, ma è la mole di gioco costruita che fa ben sperare per la Champions League e per le prossime partite di campionato. Di Francesco, però, ha un altro motivo per sorridere: il gol di Perotti. L’argentino, subentrato ad El Shaarawy, si è messo in luce sulla fascia sinistra mettendo a segno la sua sesta rete stagionale. Un delizioso tocco con cui ha evitato patemi d’animo che si potevano creare nel finale. Diego non segnava dalla sfida di Champions League contro il Qarabag del 5 dicembre, una rete da primo posto. Bisogna tornare ancora più indietro per il suo ultimo sigillo in campionato. Era il 18 novembre, giorno in cui ha trafitto Strakosha nel derby con un preciso rigore.

L’arcobaleno ha molti colori ma quello della Roma risplende di giallo e di rosso. Dopo un periodo di tempesta Di Francesco si vuole godere questo arco, speranzoso che la divinità turca, uscita da esso, non smetta mai di segnare.

 

Tacopina: “Passo molto tempo in Italia, questa è la differenza con Pallotta. Totti? E’ una leggenda”

Simone Burioni – Joe Tacopina, attuale numero uno del Venezia, con un passato da vice presidente della Roma e da presidente del Bologna, ha parlato delle sue esperienze nel calcio, in particolare nella Capitale, dei rapporti di amicizia che si sono creati e dell’attuale presidente giallorosso James Pallotta. L’avvocato yankee con l’Italia nel cuore parla già da presidente navigato: «Devi mettere la faccia nel tuo progetto affinché ti riconoscano come uno di loro», mantenendo però la passionalità che lo contraddistingue da altri: «L’Italia è il mio paese e le opportunità che io considero sono solamente qui».

Perché ha deciso di investire in Italia?
Ho deciso di investire in Italia perché amo questo paese. Andai a vedere il derby tra Roma e Lazio ed era la prima volta che vedevo uno stadio così pieno. Cinquantamila persone cantare insieme per due ore, fu un momento eccitante ed era una cosa completamente nuova per chi viene dalle mie parti. Io stavo cercando un luogo dove investire e mi sono reso conto che il valore dei club, rispetto alle mie valutazioni, era basso. Per questo era una grande opportunità. E’ incredibile quanta gioia abbiamo provato quando abbiamo preso la Roma. Nella NBA per ottenere risultati bisogna spendere una cifra molto più alta. Per la gente del mio paese il calcio è un business, anche se comporta tante responsabilità. In Europa ci sono tante opportunità, per esempio in Francia o in Inghilterra, ma non sono adatte a me, io sono troppo passionale: il mio paese è l’Italia e le opportunità che io considero sono solamente qui. Ho aperto per primo le porte degli investimenti nel calcio italiano. Io ed il mio avvocato conoscemmo Thomas Di Benedetto ed abbiamo deciso di aggiungerci alla cordata per comprare la Roma.

Il presidente deve essere tifoso o basta che ci metta i soldi?
Deve essere entrambi, un presidente sano ha entrambe le cose. Se investi solamente perché sei tifoso, quindi non hai veri propositi di business, ma lo fai solamente per essere importante nella città, il club avrà delle carenze a livello societario. Devi avere le abilità di trovare la giusta squadra e di saper rispettare tutti gli step finanziari. Devi fare entrambe le cose per fare il presidente. Serve la tua faccia nel tuo progetto, devi vivere la città e la squadra, questi devono sapere che sei uno di loro. Questa è la ragione per cui io passo tanto tempo a Venezia.

Questo è uno dei punti per cui Pallotta viene molto criticato dai tifosi. Che ne pensa?
Ho letto delle critiche su di lui, ma preferisco non commentarle, almeno finché non lo vedrò a cena e non sarà lui a rispondere alle mie domande.

In che cosa lei e Pallotta siete simili? In cosa siete diversi? 
L’unica grande differenza tra me e Pallotta è quella di essere spesso qui. Io passo molte giornate in Italia a lavorare sui miei progetti, perché è importante. Non sono a Roma e non conosco i suoi programmi, non voglio parlare di Jim o del suo lavoro, per favore.

Che cosa ha pensato al suo arrivo nella Capitale? Le scattarono subito una foto con la sciarpa della Roma…
Quando vedo quella foto penso subito che ero molto grasso nel 2008, guarda la grandezza della mia faccia (ride, ndr). Davvero, la vedo e penso al mio primo approccio all’AS Roma assieme a George Soros. Noi parlammo con la famiglia Sensi e firmammo un contratto preliminare. Fu l’inizio della mia avventura a Roma e nel calcio. Arrivai all’aeroporto di Fiumicino e alcuni tifosi mi misero la sciarpa della Roma al collo, fu l’inizio di tutto il progetto.

Perché il primo tentativo nel 2008 non è andato a buon fine?
Non voglio entrare nella negoziazione tra la Roma e Soros, è una questione passata, si parla di dieci anni fa. Preferisco parlare della seconda volta: ho ricevuto la chiamata, due anni dopo, di Unicredit, che mi chiese se volevamo fare un gruppo unico per comprare la società ed abbiamo avuto successo.

Rimpiange qualcosa della sua esperienza nella Roma?
No, non potrei farlo. Siamo stati vicino allo Scudetto e siamo stati stabilmente nelle grandi squadre d’Europa. Tutto però accade per una ragione, Tom Di Benedetto era il presidente ed io lo il suo vice. Con il tempo, dopo quattro anni, alcune dinamiche sono cambiate ed il mio percorso alla Roma era finito. Amavo la squadra, ma non ho rimpianti perché è stata una grande esperienza dove ho trovato tanti amici, come Tonino Tempestilli, che ancora lo è, ma anche altri come Daniele De Rossi, Francesco Totti e Vito Scala. E’ stata davvero una bella esperienza.

Le piace Totti nel suo nuovo ruolo?
Francesco Totti è una leggenda nella Roma ed il giocatore più importante della sua storia. Lui sarà un dirigente molto importante perché è Totti, perché la gente ascolta le sue parole, ha influenza su di loro. Imparerà il ruolo così come ha imparato a giocare a calcio, può essere un grande dirigente. Francesco non è altro che un vincente, sono molto felice nel vederlo ancora a Roma.

Ha mai pensato ad una sinergia tra la Roma ed il Venezia? 
Nei due anni passati non c’è mai stata una sinergia. Forse in futuro, quando saliremo in Serie A, sarà possibile lavorare insieme, ma vedremo. Ora abbiamo grandi rapporti con il Real Madrid. Io ed Emilio Butragueño siamo molto amici e lavoriamo spesso insieme. Possiamo imparare molto perché il Real è il club numero uno riguardo al business.

Simone Burioni

La cinquina è servita

Margherita Bellecca –  All’Olimpico fa freddo, ma le serate con la tombola sono passate da tempo. La Roma asfalta il Benevento per 5-2 e si riprende il quarto posto sfruttando la sconfitta della Lazio contro il Napoli. Una vera boccata d’ossigeno per la squadra di Eusebio Di Francesco che torna alla vittoria in casa dopo 57 giorni.

L’inizio è da incubo. La difesa mostra fragilità che sembravano sconosciute ma che si sono palesate nel periodo di crisi. Poca attenzione nella marcatura, superficialità nella giocata ed anche un pizzico di sfortuna. Guilherme, grazie alla deviazione di Manolas, mette in rete l’1-0. La palla prende un giro che va contro le leggi insaccandosi all’angolino alle spalle di Alisson. Lo stadio si ammutolisce mentre fanno festa i 1500 giunti dalla Campania. Da lì comincia un’altra partita, la squadra di De Zerbi non supera più la metà campo e la Roma attacca di rabbia. Decisivo Puggioni che ci mette una pezza più di una volta, ma non sul colpo di testa di Fazio, l’uomo del destino. Dal Cagliari al Benevento, ma stesso Stadio, stessa punizione battuta da Kolarov, stessa porta e stesso esito, il gol. Il Comandante toglie molte castagne dal fuoco e tranquillizza la Roma facendo pendere la partita dalla parte dei capitolini.

Il secondo tempo è di marca turca. Under prende per mano la squadra e la trascina letteralmente alla vittoria. Perfetto l’assist per il gol di Dzeko. Un mancino che crossa così di destro è una rarità e farlo in corsa è ancora più difficile. Il colpo di testa del bosniaco, da pochi passi, sentenzia Puggioni. La palla bacia la traversa e finisce in porta per il vantaggio romanista. Ma non è finita qui. Il “turchetto” ci prende gusto con il gol e, dopo la perla contro il Verona, dimostra che il suo sinistro è molto valido. Se nella trasferta del Bentegodi ha fatto tutto da solo, questa volta è Perotti a dargli una palla con i giri contati. Il tiro di prima intenzione del piccolo esterno non lascia scampo al portiere del Benevento che deve raccogliere la palla in porta per la terza volta, la seconda in pochi minuti.

Under non ne ha abbastanza e si ripete con un gioiello d’oro da 24 carati. Il suo tiro a giro è perfetto e mette in ghiaccio la partita. Tutt’altro che perfetta, invece, la difesa della Roma che non rimane concentrata prendendo, dopo pochi istanti, l’ennesimo gol da un ex. E’ Brignola, con un passato nelle giovanili giallorosse, a mettere la palla in rete scatenando l’ira di mister Di Francesco. A fine partita c’è gloria anche per Defrel su calcio di rigore guadagnato da Dzeko. E’ proprio il bosniaco a consegnare la palla nelle mani del francese compiendo un gesto da leader. Puggioni è spiazzato e la manita giallorossa è completa. Il momento peggiore della stagione sembra essere passato, ora bisogna dare continuità ai risultati, ci riuscirà la Roma? Se questo è l’attacco la risposta non può essere che affermativa.

Margherita Bellecca

 

Vincere aiuta a scrollarsi di dosso tutte le paure

Margherita Bellecca – La Roma cerca continuità e, allo Stadio Olimpico domenica alle 20.45, ospita il Benevento. La giornata di campionato vedrà la Lazio contro il Napoli e l’Inter sfidare il Bologna. I sorrisi dopo i tre punti conquistati a Verona lasciano spazio a molti dubbi che Di Francesco si porta dietro dovendo inventarsi il centrocampo. L’abruzzese non avrà Nainggolan e Pellegrini per squalifica, Gonalons ancora infortunato con De Rossi ancora in dubbio per un fastidio al polpaccio. A poter giocare sulla mediana rimangono Strootman, sempre nel ruolo di regista, e Gerson nel 4-2-3-1 che con ogni probabilità sarà confermato così come il poker difensivo: Florenzi a destra, Manolas e Fazio al centro, e Kolarov a sinistra.

Attenzione alle sorprese però perché Di Francesco potrebbe tornare al 4-3-3 schierando il Comandante davanti alla difesa, con Strootman e Gerson ai suoi lati. Non sarà convocato Bruno Peres dopo l’incidente con la macchina che l’ha visto protagonista poche sere fa. In porta Alisson. Con la coperta corta a centrocampo Di Francesco ha scelte obbligate anche in attacco. In bilico Schick per un guaio muscolare, il punto di riferimento sarà sempre Dzeko. Alle sue spalle Under, in grande forma, Perotti, che proverà ad uscire da un periodo difficile, ed El Shaarawy, secondo bomber giallorosso in stagione.

Il Benevento, alla ricerca disperata di punti per lottare ancora per la salvezza, non avrà Lucioni, squalificato per doping, e l’ex Antei. L’attacco graverà sulle spalle di Coda che sarà sostenuto da un folto centrocampo composto da D’Alessandro, con un passato nelle giovanili della Roma, Sandro, Cataldi, cresciuto e maturato nella Lazio, Guilherme e Djuricic. La difesa a 4 sarà composta da Venuti, Djimsiti, Costa e Letizia. In porta Puggioni che ha rilevato Belec a gennaio.  L’unico precedente tra le due squadre è quello dell’andata quando la Roma passò al Ciro Vigorito per 4-0 con doppietta di Dzeko. Inedito, invece, lo scontro tra Di Francesco e De Zerbi.

Col ritorno alla vittoria in trasferta dopo 3 mesi la Roma spera di sfatare anche il tabù Stadio Olimpico. I giallorossi non trionfano in casa dal lontano 16 dicembre quando il Cagliari cadde al 94’ su gol di Fazio. Sarà ancora il Comandante a portare la squadra alla vittoria? Di sicuro l’argentino metterà in campo la sua personalità per spronare i ragazzi in quella che potrebbe essere una giornata importantissima in chiave qualificazione alla prossima Champions League.

Margherita Bellecca

 

Finito il calciomercato inizia il rush finale della stagione

Margherita Bellecca – La Roma, domenica alle 12.30 fa visita al Verona al Bentegodi, nel 23esimo turno di campionato. La squadra di Pecchia è in salute avendo demolito la Fiorentina per 4-1, mentre i giallorossi, con la sconfitta contro la Sampdoria, hanno toccato il punto più basso dell’annata calcistica.

La Roma torna in Veneto dopo il pareggio contro il Chievo, partita giocata sempre alle 12.30, per invertire una rotta che nemmeno la miglior bussola riesce ad indirizzare verso lidi meno burrascosi. Di Francesco potrà contare ancora su Dzeko, rimasto nella Capitale per il mancato accordo col Chelsea, ma non su Schick, impantanato per l’ennesimo problema muscolare. Col bosniaco ritorna titolare Perotti, assente dall’11 dalla partita contro l’Atalanta. Completa l’attacco El Shaarawy. A centrocampo è atteso il rientro di De Rossi con Strootman che si giocherà il posto da intermedio con Pellegrini. Sicuro della titolarità Nainggolan che non segna dal derby quando, con un siluro di destro, trafisse Strakosha per la rete del 2 a 0. A proteggere Alisson, che nelle partite contro la Sampdoria ha messo più di una pezza, ci saranno Florenzi, Manolas, Fazio che rileverà Jesus e Kolarov, che vede cambiare la sua riserva, da Emerson a Jonathan Silva.

Pecchia non avrà Pazzini, ceduto al Levante durante l’ultimo giorno di mercato, Cerci, per una lesione muscolare e Kean che dovrà scontare un turno di squalifica rimediato contro la Fiorentina. Il tecnico gialloblù, quindi, in attacco si affiderà a Matos, Petkovic e all’ex di turno Verde. I tre saranno sostenuti dal quartetto di centrocampo composto da Romulo, Buchel, Valoti e Fares, mentre in difesa, a protezione di Nicolas, giocheranno Ferrari, Vukovic e Caracciolo.

Roma e Verona si sono affrontate 63 volte col bilancio nettamente a favore dei giallorossi, avanti per 32 a 10, 21 i pareggi. Al Bentegodi la sfida si fa più equilibrata perché i capitolini comandano soltanto per 10 a 8. L’unico precedente tra Di Francesco e Pecchia è datato 16 settembre 2017 quando, sotto al diluvio dell’Olimpico, la Roma si impose per 3-0 grazie alla rete di Nainggolan e alla doppietta di Dzeko. Proprio da quei due gol spera di ripartire il bosniaco. E’ ora di prendere per mano la sua squadra e trascinarla in Champions League. Il momento non è facile, né per lui né per la Roma ma c’è soltanto un modo per uscire da questa crisi: vincere.

Margherita Bellecca

Emerson Palmieri: un infortunio di troppo e una bella storia da raccontare

Gianluca Notari – Tutto è bene ciò che finisce bene. Così si è soliti dire quando, tutto sommato, i danni non superano i vantaggi. Ed è così che si può dire riguardo al mercato della Roma, conclusosi con una cessione ed un acquisto. Un terzino sinistro per un altro, uno brasiliano e l’altro argentino. Emerson Palmieri si è ufficialmente accasato al Chelsea per una cifra di circa 25 milioni di euro, realizzando una plusvalenza non da poco, visto che era stato acquistato dai giallorossi per 2 milioni – meno di un decimo della cifra a cui è stato rivenduto -. In questa stagione Emerson aveva indossato la maglia porpora solamente due volte, per appena 105 minuti. Complice la rottura del legamento crociato subito il 28 maggio scorso, nella partita contro il Genoa, che però non gli aveva impedito di entrare in campo a fine gara per rendere omaggio a Francesco Totti, alla sua ultima volta con il 10 sulle spalle.

La parabola dell’italobrasiliano nella Capitale ha assunto con il passare dei mesi le sembianze di un miracolo sportivo: arrivato come oggetto misterioso dal Santos – dopo una precedente esperienza in Italia al Palermo -, con Garcia non vede praticamente mai il campo di gioco. Poi l’avvicendamento in panchina tra il francese e Spalletti, il quale intravede in lui subito qualcosa di speciale, su cui lavorare ma soprattutto su cui scommettere. Ma la prima volta sembra dar torto al tecnico di Certaldo. Nella gara di ritorno dei playoff di Champions League contro il Porto, Emerson entra in campo spaesato, nervoso, e la sua prestazione ne risente: dopo aver preso il posto in campo di Paredes, dopo appena 9 minuti rimedia un rosso diretto per un brutto intervento ai danni del messicano Corona. Un altro rosso, per la verità, visto che prima di lui era stato espulso anche De Rossi per un’entrata killer su Maxi Pereira. Roma in 9, 0-3 il risultato finale. Addio Champions. Decisamente non il miglior modo di iniziare una stagione.

Ma il classe ’94 non si lascia abbattere, ed in sinergia con il proprio allenatore confeziona una stagione memorabile, fatta di tante buone partite, diverse ottime prestazioni e qualche gol, di cui uno splendido contro il Villarreal in Europa League. La Roma, anche quell’anno, non vincerà nulla, ma la sensazione che rimane è che la squadra sia forte, fortissima, perché altrimenti non si fanno 87 punti in campionato. Come detto prima, però, l’infortunio complica non poco l’inizio della stagione corrente. Poi l’offerta dei Blues e i conti in rosso: Monchi e colleghi accettano, e tanti saluti.

Su Jonathan Silva, il nuovo acquisto giallorosso arrivato dallo Sporting, si sa poco. Tanta gavetta in Argentina, la prestigiosa maglia del Boca, il salto in Europa, un paio di apparizioni con la Selecciòn. Niente più.
La sensazione di fronte al suo annuncio è stata simile a quella che fu quando venne reso noto l’ingaggio di Emerson.
A ‘sto punto, speriamo anche il seguito.

Gianluca Notari

FIGC, il commissario straordinario è Fabbricini. Malagò quello della Lega di Serie A

Simone Burioni – A causa della mancata elezione del presidente della Figc, la Giunta del Coni si riunirà oggi, in via eccezionale, per commissariare i nuovi componenti della Federcalcio. A presidiare come sempre ci sarà Giovanni Malagò, che sta valutando se agire o meno in prima persona per risollevare la Federazione dallo stallo in cui si trova. Il commissariamento durerà almeno un anno, per permettere ai dirigenti scelti di riorganizzare e far ripartire il mondo del calcio italiano.

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Ore 17:40 – Termina la conferenza stampa.

Ore 17:15 – Adesso i giornalisti presenti porgono alcune domande:

A Fabbricini: La riforma dei campionati è credibile o è una missione impossibile?
E’ uno dei vassoi sul buffet. Qualche proprietà come quella del tecnico sarà stasera, le altre domani mattina. Decideremo con velocità e ponderatezza.

A Malagò: Temi che la convivenza dei tuoi due ruoli possa crearti problemi?
Quel rischio c’è. Vediamo che cosa riusciamo a fare per evitarlo.

A Costacurta: Quali sono le priorità della base del nostro calcio?
E’ un discorso molto ampio. Si possono fare controlli in Lega Pro. Mi preme tantissimo andare a capire il perché. In una partita che ho visto c’erano in Primavera davvero dei bellissimi giocatori italiani. Devo capire perché la transizione dall’adolescenza all’essere adulto non funziona. Ne voglio parlare con gli altri, è un passaggio fondamentale per far crescere i ragazzi.

A Fabbricini: Coinvolgerà Sibilia, Tommasi e Gravina?
Qualunque discorso passerà anche da loro. Troveremo delle convergenze per superare le divergenze.

A Costacurta: Come dovrà essere il nuovo c.t.?
Serve un selezionatore, dopo il lavoro di Conte agli Europei. Credo che si dovranno valutare le persone, i nomi sono quelli. Siamo i migliori al mondo, come chef, allenatori e ricercatori siamo i migliori.

A Costacurta: Si aspetterà luglio per il c.t.?
Sicuramente i nomi sono quelli e sono persone che con me hanno condiviso partite di club e di nazionali. Con Mancini ho vinto, giusto per fare un nome tra i papabili. Bisogna cominciare a muoversi ed quello che farò nel più breve tempo possibile sarà andare a parlare con loro.

A Malagò: Che c’è al primo punto della sua agenda?
Vediamo a che punto sarà il bando per i diritti televisivi. Poi c’è il tema statuto e governance che si è arenato.

A Malagò: Che cosa ha pensato quando all’Hilton hanno detto “Questa è casa nostra”?
Hanno ragione, nessuno vuole disconoscere questo. Il problema è che se non sei in grado di aprirla o chiuderla non ci posso fare niente, li avevo avvisati. Quella è casa loro e deve tornare ad esserlo.

A Malagò: Come verrà accolto dai Presidenti di Serie A?
Io penso di essere accolto bene, non vedo il motivo per cui non debba accadere. Ho un rapporto di amicizia e d’affetto con la maggior parte di loro. Se la situazione si risolve in breve tempo ne sarei felice. C’è la massima collaborazione, non ho pregiudizi e penso sia giusto questo tipo di impatto.

A Malagò: Anche il suo ruolo in Serie A durerà sei mesi?
Per Statuto non si può fare più di sei mesi. Se fossero pochi si dovrà prorogare con una nuova giunta. Ci sarà un analogo periodo per la Lega. Auguriamoci di non utilizzarlo per lo stesso periodo.

A Fabbricini: Quali sono le prime urgenze per la Nazionale di calcio?
Le priorità sono queste. Già da domani metteremo alcune tematiche, con alcune priorità, tra cui le due amichevoli della Nazionale. Pensiamo di provvedere e ci servirà l’esperienza di Costacurta. Le partite sono un allacciamento dell’opinione pubblica con la Nazionale. E’ una priorità dare una panchina a questa Nazionale, per poi dare un’impalcatura a tutto il settore tecnico.

A Malagò: Perché questa scelta di mettersi nella Lega di Serie A?
E’ un insieme di cose. Non voglio nascondere il Coni dietro questa responsabilità. Non si può risolvere il commissariamento della Figc se non si risolve quello della Lega di A. Le caratteristiche di Roberto sono queste, le mie sono altre.

Ore 17:10Malagò prende la parola dopo essere stato scelto come nuovo commissario della Lega di Serie A:

Ho scelto Corradi perché serviva una persona pulita. E’ un calciatore ed un allenatore, ma Corradi è il numero due della Nazionale Under 17 di calcio. Una persona come lui può raccontare le esigenze dei giovani. C’è da parlare delle seconde squadre ed il suo ingresso è un valore aggiunto“.

Ore 17:00 – Giovanni Malagò sarà il commissario straordinario della Lega di Serie A. Paolo Nicoletti e Bernardo Corradi saranno i due subcomissari.

Ore 16:57 – “Potete capire la mia soddisfazione. E’ un grande onore, voi mi conoscete: essere al servizio dello sport e’ sempre stata la mia peculiarità“. Queste le parole di Roberto Fabbricini, commissario straordinario della Figc. “Devo dire grazie alla Giunta del Coni che mi ha espresso tanta fiducia e tanta stima, che ho sempre avvertito in questi cinque anni al fianco di Giovanni Malagò – ha dichiarato il segretario generale del Coni – Avrò bisogno dell’appoggio e dell’esperienza di tutti. Rinuncio alla Corea, quasi integralmente e questo per me vuol dire qualcosa, ma la fiducia ricevuta dalla Giunta mi aiuta“.

Italpress

Ore 16:55 – “Abbiamo la coscienza a posto“: così il presidente del Coni, Giovanni Malagò, in conferenza stampa, prima di annunciare la nomina di Roberto Fabbricini commissario straordinario della Figc.Non sarebbe stato serio se io avessi cambiato i miei programmi, tra Olimpiadi imminenti, Cio e sponsor, per assumere questo incarico e rappresentare la giuste istanze del calcio“. Il commissariamento, ha fatto sapere Malagò, “durerà sei mesi e al momento non sappiamo se saranno sufficienti o dovremo prorogarliRitengo che questa sia la strada migliore, quella giusta. Il criterio è chiaro: queste persone hanno un connotato, nessuno ha ruoli precedenti con la Figc. C’è una discontinuità con la governance e sui nomi la Giunta ha dato mandato pieno, condiviso e compatto. Dobbiamo evitare – ha aggiunto Malagò – che quando si concluda questo commissariamento, si possa rischiare di far ritrovare Figc in situazioni analoghe a questa“.

Ore 16:50 Il commissariamento della Federcalcio durerà sei mesi. Lo ha deciso la Giunta straordinaria del Coni.

Ore 16:35 – E’ Roberto Fabbricini, segretario generale del Coni, il commissario straordinario della Figc dopo la mancata elezione del presidente federale. Billy Costacurta e Angelo Clarizia sono i due subcomissari della Figc che lo affiancheranno: li ha nominati la giunta esecutiva del Coni.

Ore 16:30 – Inizia la conferenza stampa.

Ore 16:20 – Tra pochi minuti inizierà la conferenza stampa. Presente anche Alessandro Costacurta.

Ore 14.55 – Arriva il Presidente del CONI Giovanni Malagò dopo Franco Carraro e Franco Chimenti vice presidente vicario Coni. Queste le parole di Chimenti:

Tra poco saprete la situazione“.

Le sue sensazioni?
Ottime (ride, ndr).

Il mondo del calcio non ha voluto capire che si doveva trovare una soluzione…
Evidentemente non era facile, ma io penso che si arriverà ad una cosa che sarà definitiva.

Lei conosce il mondo del calcio, si è stupito?
No. Alla fine ci sono valutazioni diverse che si ricomporranno.

Era inevitabile il commissario?
Penso di si, è apparso evidente.

Ore 14.50 – La Giunta Nazionale è l’organo di indirizzo, esecuzione e controllo dell’attività amministrativa del CONI; esercita il controllo sulle Federazioni sportive nazionali e Discipline sportive associate – e, attraverso queste, sulle loro articolazioni interne – e sugli Enti di promozione sportiva.

La Giunta Nazionale è composta:
a) dal Presidente del CONI, che la presiede;
b) da dieci rappresentanti delle Federazioni sportive nazionali e delle Discipline
sportive associate, tre dei quali eletti fra gli atleti e tecnici sportivi, in possesso
dei requisiti previsti dall’art. 35 del presente statuto;
b1) da un rappresentante nazionale degli Enti di promozione sportiva;
b2) da due rappresentanti delle strutture territoriali del CONI, di cui uno regionale e
uno provinciale;
c) dai membri italiani del CIO

Simone Burioni

Roma, nessuna offerta per Darmian e Sansone: Monchi valuta altri profili

Simone Burioni – A sei giorni di distanza dalla chiusura della sessione di calciomercato invernale diventano sempre di più i nomi accostati alla Roma. La cessione di Emerson e, eventualmente, quella di Dzeko costringono Monchi a valutare diversi profili per rimpiazzare i giallorossi in partenza.

DARMIAN – Uno dei giocatori più in voga per la fascia sinistra è Matteo Darmian, terzino sinistro del Manchester United. Per il classe ’89 ci sono stati contatti in estate, ma alla fine la dirigenza della Roma ha puntato sull’esperienza di Aleksandar Kolarov. Ad oggi non è stata recapitata alcuna offerta ai Red Devils, è stata effettuata solamente una richiesta di informazioni per un prestito con diritto di riscatto, respinto immediatamente al mittente dalla squadra inglese. Il giocatore va via solamente a titolo definitivo.

SANSONE – L’eventuale partenza di Dzeko comporterebbe lo spostamento di Patrik Schick da esterno a punta, con Defrel prima riserva. Monchi dunque è alla ricerca di un’ala che andrebbe a sommarsi a Perotti, El Shaarawy e Under. Il nome di Nicola Sansone, giocatore del Villarreal, attualmente, non è un opzione percorribile per diversi motivi: il classe ’91 è alle prese da inizio dicembre con un infortunio al polpaccio che lo terrà fuori dal rettangolo di gioco almeno per un altro mese abbondante. Il giocatore è già stato allenato da Di Francesco per due anni al Sassuolo. Il tecnico giallorosso conosce bene il ragazzo ed apprezza le sue qualità, ma, ad oggi, non c’è stato alcun contatto.

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