Perotti: “Non è possibile cambiare così tanto. Zero colpe a Di Francesco”

(Keivan Karimi)Diego Perotti è pronto a rientrare. L’argentino della Roma, dopo il lungo infortunio muscolare, dovrebbe essere titolare domani a Bologna; queste le sue ultime parole sui giallorossi e su Di Francesco:

“Si sa, nel calcio la soluzione più facile è sempre dare la colpa all’allenatore o cacciarlo via perché non si possono mandare via 25-30 giocatori, ma non è giusto. Qualcuno è andato via, ma questo gruppo l’anno scorso è arrivato in semifinale di Champions League, e c’era lo stesso allenatore… Sono passati due-tre mesi e non si può cambiare così tanto, non è possibile che adesso sembriamo la peggiore squadra quando eravamo considerati i migliori poco tempo fa”.

Totti: “Per vincere servono i campioni. Ho provato a portare gente impensabile a Roma”

(Keivan Karimi) – In attesa dell’intervista completa a ‘Il Venerdì’ de La Repubblica l’ex capitano e ora dirigente giallorosso Francesco Totti ha rilasciato alcune dichiarazioni estrapolate proprio dalla chiacchierata che verrà pubblicata domani in edicola:

“Per vincere ho sempre detto che servono i campioni. Speravo che venissero Ronaldo, Ibrahimovic, i più forti del mondo. Non solo davanti, ma anche difensori o centrocampisti. Purtroppo avevamo un limite, le poche possibilità economiche per spendere per questi campioni. Io ho cercato veramente di portare gente impensabile a Roma“.

Totti ha poi parlato del rapporto con Antonio Cassano, uno dei calciatori con cui ha avuto maggior feeling a Roma: “Quando è arrivato andavamo a cena ai ristoranti, eravamo tavolate di 7-8 persone. Era seduto ad un altro tavolo, alla fine ti alzavi ed aveva già pagato lui. Pagava per persone che non conosceva perché c’ero io. Una volta, due, tre… Alla terza gli ho detto che così non mi andava bene. Era proprio così, di indole. Adesso un po’ meno perché la moglie ‘je mena”.

Gli ex della Roma

Margherita Bellecca – Ex. Già detta così non è una bella parola, ricorda il passato che, spesso, può risultare turbolento. Se quel termine, poi, viene accostato alla Roma allora diventa deleterio. Ex come Borriello, come Osvaldo, come Benatia, addirittura come Brignola, ex come Mattia Destro. Tutti questi hanno in comune una cosa, aver fatto uno o più gol ai giallorossi, inoltre, accompagnandoli con esultanze colorite ed anche poco gradite dal pubblico romanista.

Quello col dente avvelenato è proprio il bomber di Ascoli Piceno. Destro è arrivato alla Roma nell’estate del 2012, strappato dalle grinfie di Juventus e Milan che fino alla fine della trattativa sembravano più avanti. Sabatini fece un guizzo con cui riuscì a prendere uno degli attaccanti, più forti e giovani, del panorama italiano per 16 milioni di euro, tra prestito e riscatto. L’avvio di Mattia non fu dei più felici. Il primo gol con la nuova maglia arrivò soltanto all’11esima giornata. Andò meglio l’anno seguente con Garcia. Fermo per diversi mesi per un problema al ginocchio, esordì a novembre contro la Fiorentina dove entrò e segnò un gol da bomber di razza. Lo score recitò 13 reti in 20 presenze.

La Roma sembrava aver trovato l’attaccante del futuro, quello che nella sua storia è spesso mancato. Di punto in bianco, però, l’involuzione. La crescita sportiva di Destro si fermò bruscamente ed in campo appariva come un corpo estraneo alla squadra. Spesso svogliato. Finisce in panchina e sul mercato. A bussare alla porta della Roma fu il Milan. La corte di Galliani è serrata e Mattia diventa presto un giocatore rossonero. Pochi acuti, uno di questi proprio alla Roma a San Siro. Esultanza di un certo calibro e rottura definitiva con i tifosi giallorossi.

Nella Capitale non tornerà più, il Giro d’Italia dell’attaccante si ferma a Bologna dove approda per 6 milioni e mezzo di euro più 5 di bonus. In Emilia è l’attaccante principe anche se le sue prestazioni non soddisfano mai il pubblico. Il momento più alto sempre contro la Roma con un rigore trasformato allo scadere sotto una pioggia torrenziale. Anche qui l’esultanza è di quelle gloriose. Destro si toglie la maglia e corre verso la curva felsinea. L’ex romanista è soltanto uno dei pericoli a cui i giallorossi dovranno stare attenti domenica pomeriggio. Il Bologna è composto da tanti buoni giocatori ma già limitare Destro, e non farlo segnare affinché un agnellino non diventi un leone, sarebbe già un passo avanti… Sempre se la punta giocherà visto lo scarso rendimento…

 

Margherita Bellecca

Real Madrid-Roma, Di Francesco: “Troppa sofferenza, dovevamo sfruttare gli spazi. Zaniolo positivo”

(Keivan Karimi) – Eusebio Di Francesco, tecnico della Roma, è stato intervistato durante il post partita di Real Madrid-Roma 3-0. Queste le sue parole:

Che percentuale di difficoltà si crea al Real? Troppo remissivi?
Nel primo tempo abbiamo sofferto le loro imbucate e la loro qualità, stiamo parlando di giocatori che hanno una facilità di palleggio, quello che noi abbiamo fatto poco. Siamo ripartiti bene in 4-5 situazioni a livello di palleggio ma abbiamo sbagliato tantissimo. Le giocate finali non sono state qualitative. Abbiamo avuto qualche occasione sull’1-0, non siamo stati bravi a sfruttarla. Ha vinto la squadra che ha meritato, sapevamo che non era facile. Troppo remissivi.

Fazio, Kolarov, Dzeko in involuzione…
Mi preoccupo in senso generale. Oggi devo guardare le cose buone che ci sono state, dall’altra parte vedevo una squadra superiore a noi. Dobbiamo essere bravi a rimetterci in sesto in campionato e ridare forza a questi giocatori che in passato ci hanno trascinato.

Nell’ultimo quarto d’ora non avete sfruttato la palla in verticale quando il Real è calato… 
Condivido pienamente, è un discorso di scelte. Ci sono situazioni in cui devi velocizzare la giocata. Noi abbiamo concesso qualcosa a loro nelle ripartenze, perchè non sono bravi solo nel palleggio. Loro minimo prendevano la porta, noi dobbiamo lavorare e migliorare. Conosco un solo modo, mettere la testa giù.

Negli ultimi 25 metri dovete fare scelte più istintive… 
A volte la gioventù non fa fare sempre le scelte giuste in un processo di crescita. Nel secondo tempo siamo migliorati.

Zaniolo una scelta o un messaggio? 
Un po’ tutto, anche perché vedo delle qualità in questo giocatore. Ritengo abbia qualità importanti, oggi ha alternato cose buone, ma non c’è partita migliore per far giocare i ragazzi, ha fatto una buona gara rispetto al contesto generale.

Fonte: Sky Sport

La Roma crolla al Bernabeu. Il Real ne fa 3 ai giallorossi (VIDEO)

(Keivan Karimi) – Non era sicuramente la serata adatta per rialzarsi dopo le ultime delusioni di campionato, ma dalla Roma ci si aspettava più carattere, orgoglio ed organizzazione. Il 3-0 subito nel primo match di Champions League contro il Real Madrid fa riflettere e delude le aspettative degli uomini di Di Francesco.

Una gara a senso unico, che poteva terminare anche con un punteggio più pesante se il portiere Olsen e il baluardo De Rossi non avessero salvato la baracca. Vantaggio madrileno con una punizione al bacio di Isco al 45′, poi nella ripresa la Roma, schierata con un 4-3-3 inedito e con il baby Zaniolo titolare, si scopre e subisce il raddoppio di Bale e la terza rete nel finale di Mariano Diaz. Un paio di buone parate di Navas non salvano la faccia ai giallorossi, sconfitti e mazziati. Ora urge rialzarsi subito a Bologna.

https://www.youtube.com/watch?v=rRQ0rHkpPdM

Real Madrid-Roma, le probabili formazioni

(Keivan Karimi) – Stasera è tempo di big match in Europa, con Real Madrid e Roma che si sfideranno al Santiago Bernabeu per la prima gara del girone di Champions League. I giallorossi devono rialzare la testa dopo il brutto risultato con il Chievo e daranno battaglia al Real orfano di Ronaldo.

Le probabili formazioni:

REAL MADRID (4-3-3): Courtois; Carvajal, Varane, S.Ramos, Marcelo; Kroos, Casemiro, Modric; Bale, Benzema, Isco. A disposizione: Navas, Odriozola, Ceballos, Vazquez, Nacho, Asensio, Diaz. All: Lopetegui.

ROMA (4-3-3): Olsen; Florenzi, Manolas, Fazio, Kolarov; Nzonzi, De Rossi, Zaniolo; Under, Dzeko, El Shaarawy. A disposizione: Mirante, Karsdorp, Jesus, Pellegrini, Cristante, Kluivert, Perotti. All: Di Francesco.

 

Champions League: impresa Inter con il Tottenham. Il Napoli si ferma sullo 0-0

(Keivan Karimi) – Si è aperta ieri sera la prima giornata della fase a gironi di Champions League, con risultati già sorprendenti e risultati spettacolari. Un plauso va dato all’Inter di Luciano Spalletti, che ha battuto in rimonta il Tottenham a San Siro con un’impresa finale da applausi: dopo il gol di Eriksen i nerazzurri hanno reagito prima grazie all’euro-gol di Icardi poi con il colpo di Vecino in mischia, l’uomo della Champions. Nell’altra gara del girone invece il Barcellona ha battuto 4-0 il PSV con un super Messi.

Il Napoli in serata non è andato oltre allo 0-0 con la Stella Rossa; a Belgrado un pareggio scialbo e la traversa di Insigne che grida ancora vendetta. Nel frattempo il big match Liverpool-PSG veniva deciso dalla rete in extremis di Firmino per la vittoria dei vice-campioni d’Europa in carica.

 

Defrel e Piatek: capocannonieri per caso?

Simone Burioni – Dopo una campagna acquisti che ha visto arrivare in Italia Cristiano Ronaldo, probabilmente sorprende vedere che dopo quattro giornate di campionato i capocannonieri sono Gregoire Defrel e Krzysztof Piatek. I bomber di Sampdoria e Genoa, sebbene appaiati con 4 reti ciascuno, hanno alle spalle due percorsi molto diversi che però, per un curioso caso del destino, li ha portati entrambi a Genova.

Il francese viene da una stagione con la maglietta della Roma tutt’altro che esaltante: 20 presenze – 15 in campionato e 5 in Champions League -, una sola rete, peraltro su rigore. Eppure, se era arrivato in giallorosso, un motivo ci sarà stato. Infatti, con la maglia del Cesena prima e del Sassuolo poi, il classe ’91 si era fatto notare per la sua rapidità e per i gol che, seppur non tantissimi, sono sempre arrivati con costanza: 73 presenze, 23 gol e 11 assist in sole due stagioni, arrivando persino a conquistare l’Europa League. Poi il salto in una big, ma i molti infortuni e il difficile inquadramento all’interno del 4-3-3 di Eusebio Di Francesco – allenatore del francese già ai tempi di Sassuolo – lo rendono un elemento sacrificabile durante la sessione di mercato estiva. Quindi il prestito alla Sampdoria, probabilmente una piazza più consona e con meno pressioni rispetto alla Roma. Ma soprattutto, un ruolo che lo avvantaggia non poco. Marco Giampaolo, tecnico blucerchiato, schiera abitualmente Defrel come attaccante di riferimento in tandem con Quagliarella. Il bel gioco a cui ci ha abituato il tecnico abruzzese e la tanta qualità di cui dispongono i blucerchiati – rinforzatisi nell’ultima estate con elementi molto validi, come Saponara e Jankto – spogliano Defrel dei compiti difensivi che gli richedeva Di Francesco in giallorosso, lasciandolo libero di poter agire solamente sul fronte d’attacco. Ed i risultati si vedono: 3 presenze e 4 gol, totalizzati in due doppiette contro Napoli e Frosinone.

Differente, e tanto, la storia di Piatek: arrivato in Italia da sconosciuto ai più, il polacco veniva da due stagioni esaltanti, specialmente se si considera la sua giovane età. Prelevato dal KS Cracovia per soli 5 milioni, l’attaccante in appena 4 partite ha quadruplicato il suo valore, trasformandosi da scommessa a sicuro investimento a suon di gol. Non che fosse una novità: a 21 anni Piatek sigla 11 gol nella massima serie polacca, mentre nella seconda stagione con la maglia del Cracovia i gol sono addirittura 21: tanti, troppi perché non se ne accorgesse un club con un così efficiente reparto scout come il Genoa. Pronti via, alla prima gara ufficiale – quella di Coppa Italia contro il Lecce – Piatek sigla tutte e quattro le reti della partita vinta dal Grifone per 4-0. Ma il talento classe ’95 non si ferma qui: 3 presenze e 4 gol, divisi tra Empoli, Sassuolo e Bologna.

Come detto, il percorso che ha portato Defrel e Piatek nella posizione di capocannonieri di Serie A è stato molto diverso, ma per fortuna di Samp e Genoa, la voglia di continuare a stupire è la stessa.

Simone Burioni

L’erede di Salah

Margherita Bellecca – 83 presenze e 34 gol, questo è stato il ruolino di Momo Salah alla Roma e sono questi i numeri che Monchi si è trovato a sostituire durante il mercato estivo. L’egiziano ha lasciato la Capitale a metà giugno direzione Liverpool per 42 milioni di euro più 8 di bonus. Quasi un mese dopo è arrivato un ragazzo, dalle statistiche interessanti che ha portato la sua squadra, l’Istanbul Basaksheir, in Champions League. Il suo nome è Cengiz Under ed è stato pagato 15 milioni di euro più uno e mezzo di bonus e una percentuale sulla futura rivendita che andrà al club turco.

Forse troppo per una piazza esigente come Roma che non aveva mai sentito nominare quel cognome che ricorda più una scommessa, nel vero senso della parola, che un giocatore che ti fa fare il salto di qualità. Negli occhi c’erano ancora le magie di Salah, le volte, che con i suoi scatti, riusciva a spaccare le difese avversarie. 20-30 ripetute a partita e sempre con la stessa consistenza, creando pericoli su pericoli. Ne sa qualcosa Dzeko che aveva creato una certa affinità con l’esterno egiziano. Una coppia che ha consentito alla Roma di sognare in grande.

Salah e Under. Entrambi mancini, entrambi con una velocità supersonica ma con un diverso avvio. Momo aveva messo a segno 5 gol nelle sue prime 9 partite di campionato mentre il turco ha racimolato tanta panchina e qualche apparizione sporadica. Tanto impegno ma zero reti. Se Salah ha continuato a segnare e a servire assist, Under ad un certo punto era scomparso dai radar giallorossi. Si scaldava per entrare giusto nei minuti finali, alcune volte, invece, rimaneva a vedere la partita dalla panchina fino al match del Bentegodi contro il Verona. Titolare, pronti via e gol con una botta secca di sinistro a fil di palo dai 25 metri. L’esultanza di chi sa di essersi liberato di un peso enorme, di un’eredità pesante. Lui e i tifosi possono gioire, Under è finalmente decisivo.

Lo sarà anche nelle successive partite perché da quella trasferta il turco è diventato un bomber implacabile e affamato, quello che magari non era Salah. Gol tutti diversi e di una bellezza assoluta, da tiri a giro piazzati a staffilate dalla lunga distanza. A tutto questo si aggiungono cross deliziosi col piede debole, eccola la grande differenza l’ala in forza al Liverpool che raramente usava il suo piede destro. A coronare un periodo magico la rete all’esordio in Champions League contro lo Shakhtar, che consente alla Roma di essere ancora in corsa per i quarti di finale, e il lob, grazie alla deviazione di Mario Rui, con cui ha ammutolito il San Paolo sabato sera. Under è diventato un punto di riferimento per i compagni e un giocatore intoccabile per Di Francesco così come lo era Salah per Spalletti. Mancino che usa bene anche il piede destro, veloce come un treno, affamato come un leone. Momo ormai fa parte del passato, Cengiz è il presente e il futuro della Ro

 

Margherita Bellecca

Fiorentina ‘pazza’ per Gerson: si cerca l’accordo per il riscatto dalla Roma

(Keivan Karimi) – Da talento puro a bidone, fino ad essere nuovamente considerato una promessa assoluta per il futuro. Strana la parabola del brasiliano Gerson, centrocampista classe 1997 che la Roma ha acquistato dal Fluminense più di due anni fa, ma che in giallorosso non è riuscito a conquistare i propri tifosi per colpa di prestazioni troppo altalenanti.

Il prestito secco alla Fiorentina stabilito in estate sembra però essere stata ‘manna’ dal cielo per Gerson: partenza sprint per il centrocampista, schierato da mezzala sinistra nel 4-3-3 di mister Pioli, migliore in campo nella vittoria contro il Chievo con tanto di primo gol in maglia viola. I tifosi già stravedono per questo talento con piedi educatissimi, così come la famiglia Della Valle che avrebbe già voluto inserire una clausola per il riscatto nell’affare con la Roma.

I viola potranno riprovarci a gennaio, consapevoli di avere anche l’ok di Gerson per la permanenza definitiva. Sta alla Roma decidere cosa fare col brasiliano: accettare le lusinghe della Fiorentina, ottenendo così un’ennesima pluvalenza, oppure farlo maturare al ‘Franchi’ per poi riportarlo a Trigoria?