Un segno di rossetto contro la cultura del bomber

Simone Burioni – In un sabato di pioggia, oltre all’acqua, a piovere sono le accuse contro la Roma, che perde 1-0 a Udine e compie un passo indietro rispetto alla vittoria contro la Sampdoria. Unica nota positiva, anche se passata sotto traccia, la manifestazione contro la violenza sulle donne. In occasione della giornata mondiale contro questa indicibile pratica, i giocatori della Roma, dell’Udinese e anche la squadra degli arbitri hanno sfoggiato un segno rosso di rossetto sulla guancia sinistra proprio in segno di vicinanza verso la donna, spesso vittima di una cultura che troppo spesso la relega ad un ruolo subalterno.

Per molti sarà stato un frivolo segnale di disturbo che interrompe la linea retta dell’attenzione tra poltrona e televisore, altri non l’avranno neanche notato, mentre altri ancora avranno pensato ad un’inutile perdita di tempo. In effetti, cosa c’entra il calcio con la violenza sulle donne?

Eppure, la cultura del machismo e del bomberismo, che ha le proprie basi nelle più becere menti del tifoso medio, si è resa spesso complice silente di un immaginario in cui la donna è arredo del salotto televisivo in cui si discute di un rigore o di un fuorigioco, o che ha reso il calcio femminile un ‘non sport‘. Oppure, più comunemente, la donna nel calcio è sempre stata il perfetto corredo all’idolo sportivo di turno, rapace in area di rigore così come a letto.
Veline, letterine, modelle, wags: ce n’è sempre stato per tutti i gusti, dalla mora alla bionda, dallo stile nostrano a quello esotico. Ciò che nel mondo del calcio invece non c’è mai stata, per la donna, è la dignità.
Risale a poche settimane fa il volantino distribuito nella Curva Nord della Lazio, la zona più calda – e a quanto pare più stupida – della tifoseria biancoceleste, in cui veniva ordinato alle donne di non posizionarsi nelle prime dieci file del settore poiché il tifo è roba da uomini, che non siamo mica al centro commerciale. Oppure, non sono rari i commenti da parte di aitanti ragazzoni che, nei profili delle sezioni femminili di alcuni club di Serie A come Roma e Juventus, si improvvisano cabarettisti di second’ordine twittando cose come “la domenica dovreste stare in cucina” o “tornate a stirare le camicie“.
Ogni commento a questo tipo di esternazione risulta superfluo. Probabilmente, non è con una striscia di rossetto sulla guancia che si combatte questo genere di subumani (che speravamo ormai estinto nel terzo millennio). La speranza, però, è che almeno qualcuno, seduto sulla poltrona di casa o sul seggiolino dello stadio, abbia notato quel segno rosso sul viso e, per un momento, sia stato fiero di essere profondamente diverso dallo spettatore seduto al suo fianco.

Simone Burioni

Udinese-Roma, Di Francesco amareggiato: “Manca la voglia di vincere, gli episodi non ci premiano”

(K.K.) – Le parole di Eusebio Di Francesco a fine partita ai microfoni di Sky Sport:

È  mancata la prestazione e la fame.
La prestazione c’è stata, abbiamo fatto l’80% di possesso e creato pericoli. È mancata la voglia di vincere la partita, non so a cosa si lega, se è un problema caratteriale o altro. Non possiamo avere in mano la partita e prendere un gol su fallo laterale a 40 metri dalla porta, dove ci sono state ingenuità. Non abbiamo sfruttato al meglio le opportunità, poi siamo qui a leccarci le ferite. Non mi piace parlare di prestazione, nel gioco stavamo facendo cose importanti ad eccezione degli ultimi 15-20 metri.

Perché manca questa fase di finalizzazione?
Le partite sono decise da episodi, che noi non siamo mai bravi a portare a nostro favore. Ma non si tratta di sfortuna, ma di credere di più in quello che si fa. Quando si giudica si guarda il risultato ed è anche giusto, perché fa parte del giochino. Ma non posso dire che non abbiamo messo alle corde l’Udinese. Sono mancate altre caratteristiche, che però fanno parte del calcio e di una squadra che vuole diventare grande. E noi siamo ancora indietro, inutile cercare alibi, rigori o non rigori. In certi momenti, dopo il gol abbiamo dato fiducia agli avversari rischiando. Nei 55 minuti prima dello svantaggio una squadra che vuole diventare grande deve fare gol, visto che i presupposti li aveva creati. Poi perché? Perché sono avvelenato. Mi aspetto di portare a casa tre punti, non sempre dominare le partite ti porta a vincerle.

Nuova sconfitta prima della Champions. Condiziona?
Per me no. La partita più importante era questa, ci credevo e sono arrabbiato. Dovevamo affrontarla con quel piglio e avere la cattiveria che fa la differenza. Io ho visto il Real che ha preso 3 gol, non c’è stata partita e non la voglio paragonare perché è stata diversa. Però hai perso di nuovo, quindi dobbiamo lavorare diversamente. Abbiamo provato ad alzare l’asticella ma non ci siamo riusciti.

SERIE A – Roma, altra figuraccia: sconfitta in casa dell’Udinese (VIDEO)

(Keivan Karimi) – Continua il campionato altalenante ed estremamente negativo della Roma. La sosta per le Nazionali porta ancora una volta malissimo ai giallorossi, che nell’anticipo della 13.a giornata di Serie A perdono per 1-0 in casa dell’Udinese, che al contrario superano il momento di crisi e tornano a trovare i 3 punti.

Una gara ormai in stile ‘classico’ per la Roma di Di Francesco, che tiene il pallino del gioco, prova a mettere sotto l’avversario ma non punge e dimostra impazienza, imprecisione e mancanza di mordente. L’Udinese invece si difende bene, concede pochi spazi e sa ripartire in contropiede, come mostrato dal gol-vittoria di Rodrigo De Paul nel secondo tempo, con l’argentino abile a beffare mezza difesa romanista e trovare il sigillo decisivo.

Troppo leggera la squadra ospite, che fa tanto possesso palla ma risulta imprecisa al momento giusto: El Shaarawy spara a salve, Schick e Kluivert spariscono presto dal campo e neanche gli ingressi di Dzeko e Under possono risolvere i problemi. L’Udinese di mister Nicola ne approfitta e ritrova la vittoria che mancava da esattamente due mesi. Per i giallorossi invece il 4° posto si fa sempre più lontano ed utopico.

https://www.youtube.com/watch?v=rfgM6G657es

Verso Udinese-Roma, Di Francesco: “Non pensiamo al Real. Schick e Kolarov saranno titolari”

(Keivan Karimi) – Il tecnico Eusebio Di Francesco ha parlato in conferenza stampa prima della trasferta di Udine:

Come ha trovato la squadra dopo la sosta?
“Qualche giocatore l’ho rivisto oggi, tranne i lungodegenti abbastanza bene”

Che squadra si troverà davanti la Roma?
“Una squadra agguerrita, che ha grandi fisicità e sta bene. Non meritava di perdere con Milan e Empoli, conosco molto bene il suo allenatore che preparerà la partita per toglierci alcune giocate”

Si sono allungati i tempi per De Rossi e Perotti? Kolarov e Santon?
“Kolarov tutto ok, Santon è stato febbricitante ma ha recuperato. Per De Rossi e Perotti non si sono allungati i tempi ma in passato siamo stati troppo frettolosi coi recuperi, vogliamo riportare dentro Perotti dopo la partita di Champions e De Rossi o pre o post Cagliari. Non voglio mettere in campo giocatori che siano a metà di condizione”

Come si tiene altissima l’attenzione per evitare cali di tensione?
“Tutti stanno pensando al Real  Madrid magari nell’ambiente, credo che invece la partita più importante delle 3 sia questa. E’ un alibi quello delle Nazionali, dobbiamo essere bravi ad approcciare al meglio sapendo che sarà una partita molto dura dal punto di vista fisico”

A che punto è la maturazione di Schick? Ha recuperato posizioni nella sua testa?
“Schick partirà dall’inizio domani, questo è un bel segnale perché ha dato dimostrazioni. Sta crescendo, ci sono momenti di appannamento ma ha una gran voglia di venire fuori e mi auguro che anche domani possa venir fuori. Appena è tornato la prima cosa che gli ho detto è che ha fatto un gol normalissimo, che è nelle sue corde ma che può fare chiunque”

Ci sarà possibilità di far rientrare Karsdorp anche nelle rotazioni?
“Sono contento di come è rientrato sia fisicamente che mentalmente all’interno del gruppo, il pensiero c’è sempre ma non credo dall’inizio”

E’ la svolta della stagione della Roma questa?
“Prima della Spal mi ricordo già una domanda su una partita facile, è fondamentale pensare a questa gara. La cosa più importante è affrontare nel miglior modo la partita di domani”

La reazione di Schick alle sue parole?
“Ha sorriso, sa che è nel suo dna quel gol. Sa che deve avere continuità di gol, poi può farli come gli pare, di petto, di pancia, ma questo è fondamentale per il suo percorso di crescita”

Come si prepara una partita contro una squadra che ha cambiato allenatore?
“Le partite non le prepari sui dati ma sulle caratteristiche dei giocatori principalmente. Sai che c’è Lasagna che è uno dei più bravi ad attaccare la profondità e quindi devi dare le coperture giuste”

Domani c’è la possibilità di vedere Santon a sinistra?
“Santon ha più possibilità di giocare a destra che a sinistra, perché lì giocherà Kolarov. Siccome nessuno l’ha chiesto: Manolas non sarà convocato perché ancora non è al meglio. Ha provato tra ieri e oggi ma non è ancora a posto del tutto per il problema alla caviglia”.

La Roma prova a blindare Ünder. Ma serve una clausola ultra-milionaria

(Keivan Karimi) – La stella del futuro in casa Roma parla turco. Cengiz Ünder è il calciatore giallorosso più appetibile sul mercato internazionale. Il talento classe ’97 ha tutto per sfondare: qualità tecnica, tiro dalla distanza, rapidità nelle movenze e segnali di crescita costante, anche ad altissimi livelli. Non a caso negli ultimi mesi sono circolate voci sull’interesse di top-club, dal Bayern Monaco all’Arsenal passando per Barcellona e Tottenham.

Tutti pazzi di Ünder dunque, con la Roma che però è pronta a blindarlo: si lavora al rinnovo con adeguamento contrattuale per il turco, che ad oggi percepisce poco più di 1 milione netto a stagione fino al giugno 2022. Il d.s. Monchi vuole incontrare gli agenti per definire il ritocco di ingaggio (almeno fino a 2,5 milioni) e il prolungamento fino al 2023, ma soprattutto inserendo una clausola ultra-milionaria. Viste le tante richieste ed un mercato ormai sempre più con cifre a rialzo, la Roma vuole strappare l’accordo per una clausola tra i 50 ed i 60 milioni di euro.

 

Roma, falsa partenza in campionato. A tre mesi dal via i giallorossi di Monchi non decollano

(Jacopo Venturi) – Non decolla la seconda versione della Roma di Monchi. Dopo un inizio di stagione poco convincente è di nuovo caccia al colpevole a Trigoria e uno dei maggiori indiziati è proprio il direttore sportivo spagnolo. Nella scorsa stagione la Roma ha concluso una buona annata, resa memorabile dal percorso europeo, ma meno da quello in campionato, già balbettante. I risultati in Serie A in questa prima parte di nuova stagione sembrano riprendere più la tendenza insicura che la Roma ha avuto nella competizione nazionale che quella spavalda europea. Questo potrebbe dipendere anche dal mercato di Monchi, pieno di scelte rischiose, che non stanno ripagando tutte alla stessa maniera. L’esempio più evidente è quello di Pastore, giocatore dal talento indiscutibile ma eccessivamente discontinuo dal punto di vista della tenuta fisica. Tra i suoi acquisti figurano anche delle scommesse onerose, come quella di Justin Kluivert. Tutto ciò a fronte di cessioni illustri, come quelle di Alisson, Nainggolan e Strootman. Di certo è troppo presto per condannare l’operato del ds spagnolo, ma se la Roma non riuscirà a concludere la stagione meglio di come l’ha iniziata, è probabile che il suo lavoro sarà al centro di ampie discussioni.

(Jacopo Venturi)

Manolas, niente di grave. Ma può saltare Roma-Real

(Keivan Karimi) – Un piccolo sospiro di sollievo per la Roma e per la sua rosa; il difensore Kostas Manolas si era fermato durante il match tra Grecia e Finlandia di qualche giorno fa per un problema alla caviglia. Sostituito già al 28′ minuto del primo tempo, lo stopper giallorosso ha effettuato tutte le visite ed i controlli del caso tramite la sua Federazione ed è tornato anzitempo a Trigoria.

Niente di grave per Manolas, solo una lieve distorsione senza interessamento dei legamenti. Vale a dire che il calciatore classe ’91 non dovrebbe avere nulla di preoccupante, ma salterà molto probabilmente la gara con l’Udinese in trasferta di sabato prossimo e quella contro il Real Madrid, decisiva per la qualificazione agli ottavi di Champions League.

Roma, gli infortunati ‘suggeriscono’ le mosse per gennaio

(Keivan Karimi) – Una Roma in ripresa, che deve lasciarsi alle spalle ciò che di brutto è accaduto all’inizio della stagione 2018-2019. Basta pensare ai punti persi con Chievo, Bologna e Spal, meglio concentrarsi sulle prossime gare cercando di tornare al più presto in lotta per la zona Champions League e allontanare i brutti pensieri.

Ma qualcosa il club dovrà combinare sul mercato già a gennaio, perché secondo molti la coperta a disposizione di Di Francesco è ancora troppo corta per competere su tre fronti fino alla fine. Le strategie sono chiare: serve gente pronta, matura e soprattutto sana per tornare subito in alto. Dunque il d.s. Monchi dovrà essere bravo a reperire gente di livello nei ruoli dove la Roma soffre di più anche dal punto di vista degli infortuni.

Gli ammalati cronici di Trigoria suggeriscono in tal senso le mosse: Rick Karsdorp è una sorta di fantasma dalle parti dell’Olimpico dopo i problemi al ginocchio e i vari risentimenti muscolari, senza parlare dell’atteggiamento poco reattivo mai piaciuto a Di Francesco. Il giovane Luca Pellegrini non ha molta fortuna con le articolazioni, segno di una massa muscolare non ancora ben sviluppata. Diego Perotti sembra risucchiato nel tunnel di stiramenti e dolori assidui che aveva subito anche a Siviglia, ma stavolta a 30 anni già belli e compiuti. Per non parlare di Javier Pastore, che dovrà ancora posticipare il rientro per un polpaccio in disordine ed un Patrik Schick che, nonostante il primo gol stagionale, rappresenta un alto esempio di fragilità muscolare.

Monchi dovrà essere fenomenale tra gennaio e giugno 2019 a mettere sul mercato e cedere alcuni (se non tutti) di questi suddetti calciatori dalla fisicità tutt’altro che prorompente e sostituirli numericamente e degnamente con gente ‘sana’, fresca e pronta a giocare almeno 30-35 partite a stagione. Come i tanto bistrattati Santon, Jesus o Cristante, calciatori che seppur non considerati titolarissimi si stanno degnamente comportando e non hanno finora saltato nessuna partita per problemini muscolari di vario genere. Andando nello specifico: un terzino destro, un centrocampista di qualità e un’ala d’attacco, questi sono i tre obiettivi che Monchi dovrà reperire per fare una Roma stavolta davvero completa.

Di Francesco lancia Schick: “Domani giocherà, con o senza Dzeko”

(K.K.) – Alla vigilia di Roma-Sampdoria, il tecnico giallorosso Eusebio Di Francesco ha incontrato i giornalisti nella consueta conferenza stampa pre-match. Queste le sue parole:

La Roma ha mostrato di avere difficoltà sulle partite abbordabili. Più importante approccio mentale o fisico?

“Entrambe, anche tecnico aggiungerei. Bisogna essere completi per migliorare il rendimento soprattutto casalingo”.

Come sta la squadra alla fine di questo ciclo di partite? Pensa di cambiare qualcosa rispetto a Mosca?

“Qualcosa cambieremo e valuterò anche in base all’ultimo allenamento. Alcuni giocatori hanno fatto molte partite e vedremo la loro condizione. La voglia di cambiare tanto non c’è ma ci sono delle esigenze fisiche che sono importanti. La Samp ha ritmo, verticalità, la capacità di trovare subito i propri attaccanti e dovremo essere pronto sia fisicamente che mentalmente”.

Domani prova del 9 per Schick, Dzeko o entrambi?

“Potrebbero anche giocare insieme. Sicuramente Schick ci sarà, vedrò se farlo giocare con Edin”.

Kluivert?

“Sta crescendo ed è la cosa più importante. Scherza un po’ meno in campo, fa meno dribbling fini a se stessi ed è più concreto. Ha le qualità di dribblare l’avversario e attaccare la profondità. Se riuscirà ad alternare bene questi due movimenti potrà diventare veramente importante. Ha grandi prospettive ma non deve mai smettere di superare esami, di migliorarsi. Sono contento della sua crescita ma non basta ancora, può darci molto di più. Nelle scelte finali ha fatto ottime cose ma avrebbe potuto fare ancora meglio”.

Pastore?

“Domani non sarà convocato perché ha avuto un piccolo fastidio ieri. Cercherò di recuperarlo per la gara successiva. A Mosca è andato in tribuna perché non stava al meglio, nessuno ha il posto assicurato qui. Quando ritroverà condizione fisica sarà importante per noi”.

Nei due di centrocampo ha provato Cristante e Pellegrini al posto di De Rossi. Sta pensando anche ad altre soluzioni?

“Le soluzioni sono quelle. Ci può essere Coric, che ho fatto lavorare anche in quella zona di campo in quel periodo e anche lui sta crescendo ma abbiamo bisogno di certezze in questo momento. Le valutazioni che sto facendo riguardano anche i centrocampisti che stanno giocando molto. Nzonzi non ha picchi di velocità altissima ma molta continuità. A Mosca ha fatto una delle sue migliori prestazioni e sta crescendo. Non so se giocherà ma è probabile”.

El Shaarawy sembra non riuscire mai a mostrare completamente le sue qualità e in Nazionale non è ancora comparso con Mancini. Viene sottovalutato?

“Non so perché non ho mai parlato con Mancini e non giudico il lavoro di altri colleghi. El Shaarawy ha fatto ottime prestazioni, non ha avuto continuità ma è cresciuto tanto. Sono contento del suo rendimento ma non si deve accontentare, voglio sempre di più”.

Sono 6 gli allenatori abruzzesi tra A e B, è un caso?

“Credo sia una pura coincidenza. A Pescara c’è una cultura calcistica come a Roma, siamo tutti allenatori, poi c’è chi fa questo lavoro con competenze come Giampaolo e sta meritando di allenare in serie A. Ho rubato qualcosa da lui quando ho iniziato ad allenare”.

Come si lavora sulla concentrazione?

“In Champions abbiamo vinto, è vero, ma nell’ultima mezz’ora a Mosca la squadra non mi è piaciuta per niente. La Roma sta ottenendo risultati importanti in Champions, non ricordo se abbia fatto questi risultati in Europa negli anni scorsi ma accontentarsi mi dà fastidio e queste partite vanno chiuse. Domani bisogna approcciare la partita allo stesso modo, anche se non ci sarà la musichetta della Champions. Al limite la metto io prima della partita”.

Jesus giocherà domani?

“Potrebbe giocare di nuovo, poi deciderò accanto a chi. Lui è in ottima condizione di forma e mi ha dato risposte importanti in queste gare”.

Sogni e incubi

Margherita Bellecca – Sogni e incubi. Realtà e fantasia. Mosse e contromosse. È la giungla del calciomercato dove ogni società cerca di migliorare la rosa. Si perché il calciomercato è anche scommettere su un giovane, su un acquisto o una cessione. Per la Roma non è mai stato facile fare movimenti, soprattutto a gennaio dove è difficile vendere a tanto e comprare a poco. Ci sono riusciti sia Sabatini sia Monchi, per quanto riguarda le cessioni. Il primo è riuscito a dare via uno Gervinho scontento, che si è messo fuori dal progetto Spalletti dopo l’esonero di Garcia. L’ivoriano è stato venduto all’Hebei Fortune per 18 milioni di euro. Anche lo spagnolo ha piazzato la zampata cedendo Emerson Palmieri al Chelsea per 20 milioni di euro più 9 di bonus. Durante la finestra della stagione 2015/2016 arrivarono Perotti ed El Shaarawy e la Roma cominciò a volare. Quest’anno è approdato nella Capitale il solo Jonathan Silva, infortunato da novembre e sulla via del recupero. Ogni sessione è diversa, alcune volte ci sono occasioni da cogliere, altre, invece, fare movimenti è praticamente impossibile sia per la situazione finanziaria della società sia per le squadre che non cedono i loro pezzi pregiati.

Il punto più alto della Roma americana a gennaio è stato sicuramente toccato con l’arrivo di Radja Nainggolan dal Cagliari. Il belga è diventato subito uno dei leader della squadra, pezzo fondamentale dello scacchiere giallorosso ed idolo dei tifosi per la grinta che mette in campo, ma purtroppo anche lui ceduto all’Inter. A fare da contraltare, però, una serie di acquisti molto costosi e sbagliati. Su tutti quello di Doumbia pagato fior fior di milioni e fischiato alla prima partita giocata, quella contro il Parma. L’attaccante era appena rientrato dalla vittoria in Coppa d’Africa, come Gervinho, e Garcia decise di schierarlo subito da titolare senza allenamenti sulle gambe. Un altro che non ha lasciato un grande segno a Roma è Spolli, arrivato a poche ore dal termine del mercato della stagione 2014/2015. Il difensore è ricordato soltanto per il fallo da rigore con cui costrinse i giallorossi alla sconfitta contro il Palermo nell’ultima giornata di campionato.

Altri sono stati comprati e non hanno lasciato traccia nella Capitale, come Grenier e Bastos, altri ancora, invece, sono rimasti nel cuore dei tifosi della Roma, come Torosidis. Alcuni sono stati ceduti a malincuore, Bradley o per ultimo Emerson, altri hanno lasciato la Capitale senza rammarico, come Gervinho. Chi era in procinto di vestire la maglia giallorossa, e chi, come Dzeko, era ad un passo dal toglierla. Il calciomercato non è solo un via-vai di giocatori ma anche un turbinio di emozioni che raccoglie tifosi e direttori sportivi.

Margherita Bellecca