Si riapre a sorpresa la pista Hector Herrera per la Roma. Secondo le ultime indiscrezioni del Corriere dello Sport è proprio lo stesso giocatore ad aver fatto sapere al ds giallorosso Monchi di aver abbassato le pretese economiche: dai 5 milioni annui richiesti inizialmente, oggi ne andrebbero bene 3 tra parte fissa e bonus comodamente raggiungibili. La Roma ha presto tempo, consapevole della preferenze del messicano verso i giallorossi rispetto ad altri club italiani. Quello che sembra praticamente sicuro è che non rinnoverà il suo contratto con il Porto.
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La notte magica di Zaniolo: due gol per il futuro
(Jacopo Venturi) – Nicolò Zaniolo stende il Porto. Il talento romanista ha deciso la gara di andata di Champions League con due reti, le prime nella massima competizione europea per lui. Il torneo gli aveva già dato una grande soddisfazione con l’esordio assoluto tra i più grandi al Santiago Bernabeu contro il Real Madrid. In quell’occasione Zaniolo colpì per la personalità più che per le giocate, mentre ieri sera contro i Dragoes si è preso la Roma. Il punteggio finale (2-1) risulta anche amaro per come i padroni di casa avevano interpretato la partita e per le chance che lascia aperte ai lusitani per il ritorno in Portogallo. Ma forse dalle parti di Trigoria stanno ragionando sul fatto che questo sia solo un aspetto marginale oggi, perché la Roma ha trovato un nuovo pilastro sul quale costruire il proprio futuro. Ragionandoci, Zaniolo può costituire nel futuro, prossimo e remoto, un valore tecnico, economico e attrattivo non indifferente. Il giocatore ha espresso finora solo una parte infinitesimale delle proprie potenzialità, sia dentro che fuori dal campo, e come con tutti i talenti precoci c’è da essere cauti nella valutazione: l’errore nel processo di crescita è sempre dietro l’angolo e può rovinare una carriera. Ma è indubbio che se il ragazzo manterrà la testa sulle spalle, il suo talento non lo potrà tradire.
(Jacopo Venturi)
La stagione del Faraone: mai così bene alla Roma. E si pensa anche al rinnovo
(Jacopo Venturi) – Qualche mese fa, Stephan El Shaarawy era solo uno dei tanti giocatori con le valigie in mano a Trigoria, pronto a partire per far cassa e consentire alla Roma di reinvestire quanto guadagnato sul mercato. Ora, dopo più di un girone, gol e prestazioni mature e convincenti, Stephan El Shaarawy è uno dei punti di riferimento dei giallorossi. Il Faraone è arrivato nella Capitale nel gennaio del 2016, ormai tre anni fa: si era reso da subito protagonista nel tridente leggero di Spalletti, nel quale l’esterno italiano giocava al lato sinistro del falso nueve Perotti, mentre nella corsia opposta correva Salah. Dopo quell’idillio di sei mesi El Shaarawy era risultato nelle due stagioni successive sostanzialmente un giocatore utile ma troppo discontinuo, capace di accendersi ma poco efficace sotto porta. Quest’anno invece si è conquistato il ruolo di inamovibile sulla fascia sinistra, quella che predilige, a suon di gol. Sono 8 finora, per una straordinaria media di una rete ogni 148 minuti. Non è il suo record assoluto (ne aveva fatti 16 al Milan nella stagione dell’esplosione), ma è il suo migliore score da quando è nella Capitale e ha ancora tre mesi davanti per migliorare i suoi numeri. El Shaarawy sembra dunque essersi ritrovato e la Roma potrebbe dunque decidere di puntare su di lui anche per gli anni a venire, dato che il giocatore, a 27 anni, è nel pieno della sua carriera. Al momento il suo contratto scade nel 2020 ma non è da escludere che nei prossimi mesi possa essere prolungato fino al 2023.
(Jacopo Venturi)
Di Francesco e De Rossi caricano la Roma: “Contro il Porto per ritrovare sorrisi ed entusiasmo”
(K.Karimi) – La conferenza stampa prima di Roma-Porto, ottavo di finale di Champions League, con protagonisti Eusebio Di Francesco e Daniele De Rossi:
Per Di Francesco: Ritorna la sua competizione dove l’anno scorso ha tracciato insieme alla squadra un percorso importante. È l’occasione per vedere la squadra guarita?
“Il percorso è sempre lungo però è la partita giusta per ritornare entusiasmato nell’ambiente”
Per De Rossi: la difesa a Kolarov è un modo per risanare la ferita tra lui e i tifosi?
“Se si potesse sanare questa ferita nella Roma sarei contento. Alex lo considero un fratello. Quello che posso dire ai tifosi, che si sono sempre fidati di me, gli dico che è un grande professionista. Non dico che è romanista, ma è un grande professionista, dà sempre quello che deve dare, non salta un allenamento, in condizioni anche difficili. Io preferisco gente del genere, piuttosto che quelli che baciano la maglia o fanno dichiarazioni al miele e al primo dolorino si fermano. Comunque il tifoso va rispettato”.
Per Di Francesco: Senza Marega e Corona che Porto si troverà domani?
“Credo abbiamo degli ottimi sostituti. Ottavio e Soaves sono giocatori forti, anche se con caratteristiche differenti, con qualità importanti. Il Porto al di là dei singoli è una squadra compatta, tosta, dura. È delle squadre di Cgampions che ha vinto più duelli difensivi e questo indica che dal punto di vista di squadra stanno veramente bene. Sarà una partita che dal punto di vista fisico molto dispendiosa”.
Per De Rossi: che Champions League bisogna aspettarsi dalla Roma quest’anno? L’esperienza fatta lo scorso anno può essere un valore aggiunto?
“Ci fa arrivare a partite più pronte a partite che sono delicate. Lo abbiamo detto quando abbiamo affrontato Real Madrid, Barcellona, Liverpool che erano più abituate di noi, fermo restando che il Porto è abituata a giocare partite così da diverso tempo. Anche per noi può essere un motivo di sicurezza con giocatori in più rispetto al passato. Si racchiude tutto nella parola ‘esperienza’ che è stata positiva. L’anno scorso poteva finire meglio perché siamo stati sfortunati però è totalmente un altro campionato e non possiamo attaccarci a quello che è stato e prepararci bene per domani”.
Per Di Francesco: Qual è la situazione degli infortunati?
“Di quelli che non ci sono stati a Verona con il Chievo sicuramente Manolas che si è allenato con la squadra, mentre Olsen è in dubbio fino a domani mattina. Abbiamo perso Schick per un infortunio muscolare. tutti gli altri infortunati rientreranno domani, ma speriamo di riaverli con il Bologna: parlo di Perotti in particolar modo”.
Per De Rossi: Cosa ti ha colpito positivamente e negativamente della Roma di questo periodo?
“Negativamente i risultati che non sono stati brillanti e a volte non hanno rispecchiato le prestazioni in campo perché secondo me abbiamo fatto delle gare molto buone e abbiamo portato a casa i punti che meritavamo come il Real Madird, con l’Inter in casa. Quelli che stanno fuori sono sempre i più bravi, si notava che quando predavamo gol in situazione già critica non riuscivamo a tirare fuori la testa, andando ancora più in difficoltà, cosa che non è avvenuta ultimamente perché, a parte Firenze, le prestazioni sono state positive”.
Per Di Francesco: Schick contro il Bologna non ci sarà? Recuperano solo Perotti e Under?
“Sinceramente sto pensando al Porto, quindi non so dire se contro il Bologna ci sarà, ma Schick difficilmente sarà disponibile”.
Per De Rossi: Sei starai bene fisicamente potrai continuare a giocare ancora per un altro anno?
“L’ho sempre detto. Se sto bene fisicamente continuerò a giocare. Per quanto riguarda quello che dicono i miei compagni e il mister, loro non si rendono conto quanto sono importanti per me. In questi ultimi due anni mi hanno fatto sentire importante più di quanto lo sia stato in carriera. Per questo devo ringraziare solo loto, poi mi accorgo che le prestazioni sono buone e sono buone quando ti senti importante e diventa più semplice”.
Per Di Francesco: Con il ritorno di De Rossi rischia il posto Nzonzi o come abbiamo visto negli ultimi minuti a Verona nel 4-3-3 c’è la possibilità di vederli insieme?
“Ho questo dubbio di poterli fare giocare insieme anche in questa partita, sto facendo delle valutazioni in base ai giocatori che ho a disposizione. Li ritengo dei titolari, sicuramente oggi Daniele farà l’allenamento con la squadra e se dovesse dare risposte positive giocherà sicuramente lui. Per il resto è tutto da vedere”.
Per De Rossi: Percepisci pure tu un rumore, un’emozione diversa dei tifosi diversa quando entri in campo?
“L’Olimpico è sempre stata casa mia e sento grande affetto ultimamente, una percentuale più alta di tifosi che mi vogliono bene. Questo è stato il percorso che ha fatto Francesco: a metà della sua carriera ha trovato qualche detrattore, poi però alla fine si sono inchinati davanti alla sua grandezza. Lo sento che la gente mi vuole bene e sono contento, però penso e devo continuare a pensare che derivi dal fatto di giocare bene a pallone, non posso pensare ad altro e che fra poco smetterò. Ci sta il rumore positivo quando fai le cose giuste e il rumore negativo quando fai le cose meno giuste: il calcio è così”
Per Di Francesco: Come giudica l’assenza di Marega e il suo ricordo di Conceiçao?
“Conceiçao sta facendo un grande lavoro, ha fatto benissimo anche a Nantes sta proseguendo il suo percorso di crescita. È un allenatore che sta dando un’identità alla squadra e ha anche dato al Porto qualcosa dal punto di vista caratteriale, una squadra che era con più palleggiatori che andava alla ricerca della qualità. Adesso la vedo molto più concreta sotto tutti i punti di vista. Per quanto riguarda Marega è un attaccante differente rispetto a Suarez, più di fisicità, di gamba. Ovviamente quando c’è campo aperto diventa un calciatore pericoloso”.
Per Di Francesco: Zaniolo lo preferisci come esterno d’attacco o come mezzala?
“Non lo so come lo vedo. potrebbe giocare sia a destra che come centrocampista. Non è una novità perché lo ha fatto e potrebbe giocare anche lui a destra, ma non posso darvi altre indicazioni perché potrebbe essere un ruolo ricoperto anche da Kluivert e Florenzi. Ci sono tante soluzioni, dipende da me la partita che andremo a fare rispetto agli avversari che ho di fronte”.
Per De Rossi: tra l’anno scorso e quest’anno la Roma è stata sull’orlo del baratro 3-4 volte e siete riusciti a sollevare grazie anche a Di Francesco. Che cos’è che lui ha e che vi aiuta quando le cose vanno male?
“La sua idea di calcio e quella non cambia se le cose vanno male o vanno bene. Sa quello che succede in campo riconoscendo i nostri problemi. Se le cose vanno male e l’allenatore mette 10 attaccanti o 10 difensori sconvolgerebbe l’equilibrio della squadra e non si riuscirebbe a reagire e invece lui continua fare le cose normali. È ovvio che lui sia facile dopo aver vinto una partita importante: gli umori sono sempre ricchi d alti e bassi, più di quanto lo siano quelli dei calciatori, però ha sempre tenuto la barra dritta anche in una città dove con è sempre facile rimanere saldi di testa e di polso. Poi sull’orlo del baratro non ci siamo stati così tante volte, ci sono stati dei momenti negativi dove si è parlato tanto del suo futuro, ma essere sull’orlo del baratro vuol dire un’altra cosa: io ho vissuto momenti quando eravamo quintultimi in classifica e ogni competizione e mi sentivo più sotto pressione”.
Per Di Francesco: Domani è una partita più da gambe fresche o esperienza?
“È il mix giusto, però la gamba ci vuole sempre, non si po’ giocare solo con l’esperienza. Spesso scherzo con Daniele e gli dico che a fine carriera mi rendevo conto che mi si allungava la lingua e mi si accorciavano le gambe. Non possiamo pretendere che Daniele abbia una condizione ottimale perché ha già dato grande continuità, però l’esperienza, il saper vivere certe partite, a volte puoi avere grandi gambe però se ti tremano quando hai la palla poi è dura. La capacità sta anche nel preparare le gare in un certo modo perciò uniamo le due cose perché senza corsa non si va da nessuna parte”.
Per De Rossi: Hai mai pensato che fosse tutto finito?
“Cerco di essere il più realista possibile. Non ho mai pensato di smettere perché ho fatto 3 mesi da calciatore serio: mi sono allenato sempre, ho fatto tutto ciò che c’era bisogno di fare per rientrare nella maniera giusta. Se ho fatto questo tipo di sacrifici perché pensavo di poter rientrare, però il punto di domanda che avevo, e che in parte ho ancora adesso, è quanto reggerà la mia condizione fisica, come reggerà il ginocchio perché un’operazione alla cartilagine non l’avrei sopportata a 35 anni. Se invece risponde bene come sta rispondendo, non vedo perché io debba smettere o debba farmi domande che il campo smentisce”.
Per Di Francesco: Quanto è importante ritrovare quella solidità difensiva che finora è mancata in questa stagione?
“Specialmente in queste due partite da 180 minuti, è importante nella prima gara avere grande solidità, giocando in casa dovremo fare ancor di più una grande fase difensiva per poter fare una grande fase offensiva. Sarà determinante mantenere inviolata la nostra porta. Rimanere inviolati non significa perdere l’identità di squadra: vuol dire avere qualche accorgimento in più specialmente contro giocatori capaci di ripartire con grande velocità e con esperienza in queste gare perché, se ricordo bene, la Roma non ha mai avuto un buon rapporto con il Porto”.
Per De Rossi: Questa partita può essere il coronamento di un periodo difficile che è finito?
“Giorno dopo giorno, ogni risposta che mi dà il ginocchio sono piccoli coronamenti di un percorso che sto facendo. Io penso che biosogna pensare alla partita, il mio attaccamento alla maglia è pensare alla gara come qualsiasi altra gara, come ho sempre fatto quando ero fuori. L’importante non è se giocherò 6 mesi, un anno e mezzo o due anni e mezzo, ma è continuare a preparare bene questa partita e pensare da squadra. È logico che aggiornerò sempre il mister e il dottore sulle mie condizioni fisiche, ma non è il motivo principale per cui stiamo qui. Dobbiamo una partita da vincere e non dobbiamo fare dei test sulla mia condizione fisica”.
SERIE A Finalmente una vittoria serena: 3-0 della Roma sul Chievo (VIDEO)
(Keivan Karimi) – Finalmente la Roma vince, convince e non soffre più di tanto, riuscendo anche a chiudere senza gol subiti. I giallorossi ottengono la seconda vittoria del girone di ritorno (dopo il 3-2 al Torino) con un tris senza appello inflitto al Chievo Verona.
La gara del Bentegodi è subito senza storia: nel giro di meno di venti minuti prima El Shaarawy con un bell’inserimento da bomber vero, poi Dzeko con un sinistro chirurgico portano la Roma avanti di due reti, con i padroni di casa annichiliti e senza grinta. A fine primo tempo il Chievo di mister Di Carlo ha un monito d’orgoglio e costringe i giallorossi a traballare, ma senza ferire.
Nella ripresa il colpo del k.o. finale è di Kolarov, che fa pace con i tifosi romanisti segnando in contropiede la rete del 3-0 finale chiudendo un’azione da manuale. Il resto è solo accademia, con ben due legni colpiti da Dzeko ed El Shaarawy ed uno spezzone finale di De Rossi, pronto per la sfida al Porto. Martedì all’Olimpico infatti tornerà la Champions e la Roma dovrà rispondere presente.
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Di Francesco: “Manolas e Olsen saltano il Chievo, da valutare De Rossi”
(Keivan Karimi) – Le parole di mister Eusebio Di Francesco nella conferenza stampa prima di Chievo-Roma:
L’impegno con il Porto di martedì influirà sulle scelte di formazione?
Ci sono giocatori che non saranno nemmeno convocati, per il riacutizzarsi di alcuni problemi, tra cui Olsen, per un problema al polpaccio. Non sarà nemmeno convocato, sperando di poterlo recuperare per martedì. E lo stesso vale per Manolas, ha un problema al pube, ha fatto tutto per esserci ma ha ancora tanto fastidio. Questi due resteranno per forza a casa, il cambiamento già c’è. Per il resto, da valutare solo De Rossi, ha fatto solo due allenamenti dal suo rientro, non è ancora nelle condizioni ottimali per impegni ravvicinati, ma sono felice di come sta. Concludo dicendo che abbiamo recuperato fortunatamente Juan Jesus: ha accorciato i tempi di recupero, oggi ha fatto il primo allenamento con la squadra. Sarà convocato domani e abbiamo avuto tutti sensazioni positive.
13 punti persi con le piccole: le insidie con il Chievo?
I punti li abbiamo persi anche da altre parti, è capitato a noi ma anche ad altre squadre, visto quanto sono ravvicinate quelle in lotta per il quarto posto. Queste partite vanno affrontate in un certo modo, noi abbiamo avuto poca continuità, le abbiamo anche dominate per lunghi tratti ma non siamo stati bravi a chiudere. Ora serve essere cinici. Serve una fase difensiva adeguata, come fatto con il Milan, difendendo in quella maniera potremmo avere la meglio.
Con il Milan è piaciuta anche la corsia di destra. Karsdorp e Schick possono essere riproposti?
Si, nel senso che Rick rispetto al passato ha avuto più continuità in fase difensiva, dove liui magari può peccare di più visto che arriva da un campionato diverso ed ha qualità più offensive. Ha lavorato davvero bene, leggendo situazioni nel modo giusto e dando equilibrio alle sue scorribande. Patrik ha messo la grinta e la verve che deve essere tipica di ogni calciatore, al di là del ruolo in cui gioca. sono soddisfatto, possono essere riproposti non solo domani ma anche in futuro.
Il rientro di De Rossi ha creato le premesse di un calcio diverso, con due incursori e uno a tenere la posizione. Può salire il livello di Nzonzi se si ritrova lì in mezzo con due mezzali di spinta
Sono giocatori diversi ma sono entrambi due equilibratori. Può giocarci, anche se ha caratteristiche diverse. Abbiamo fatto anche belle gare con il 4-2-3-1, ma ci è sempre mancata la continuità. Al di là del sistema di gioco, batto il punto sugli atteggiamenti mentali. Il 4-3-3 mi piace a priori, lo sapete, per quello che può portare in campo come soluzioni, riesce anche a dare più equilibrio nelle aggressioni. Ci sta che anche a Verona riproporremo lo stesso sistema, ma può cambiare in 4-2-3-1. Sono questi due i sistemi su cui lavoriamo con continuità
La gestione di Zaniolo: ha bisogno di riposo o gli si può chiedere un ulteriore sforzo?
Giocherà di nuovo, ora anche a livello mentale è libero. Sfruttiamo la sua gioventù, la sua voglia, la sua aggressività e la sua determinazione, deve migliorare sempre nelle scelte. E’ un paradosso ma un po’ come Pellegrini è troppo generoso, quando vuole fare troppo può cadere in certi errori. Ma ben venga l’esuberanza dei ragazzi. Giocherà anche domani poi valuteremo per la prossima
Dzeko e Schick sulla strada della forma migliore. Saranno di nuovo insieme?
Si, se possono essere riproposti Karsdorp e Schick insieme, vuol dire che il centravanti è Edin. Voglio sottolineare che non si possono avere risposte dal punto di vista fisico dopo 4 giorni, a Firenze eravamo disastrosi. I giocatori si spremono anche, non è detto che giocano sempre tanto si migliori la condizione. Quella arriva più dagli allenamenti e sono felice del lavoro fatto, anche se dico sempre che non basta. Bisogna restare in partita per 95 minuti.
Jesus torna per stare in panchina o giocherà Marcano?
Vi dò la formazione, allora… (ride, ndr).
Ma è il dubbio più importante.
Che vi ho messo adesso, prima non lo sapevate (ride, ndr) E’ difficile che parta dall’inizio, se andrà in panchina è già tanto. Ve lo assicuro, anche per il percorso che ha fatto e per gli allenamenti che ha nelle gambe. Non è proprio il caso, oggi ha ritrovato sicurezza, ricordiamoci di come si è infortunato, ha rischiato l’operazione e non ha camminato per 3 giorni. Già averlo a disposizione è un gran vantaggio
La determinazione di Schick, ha fatto un lavoro personalizzato su di lui dal punto di vista psicologico?
Si era creata una situazione particolare ma in questo senso è cresciuto, al di là del fatto che in quel ruolo ha messo più cattiveria, anche in altre partite si è confrontato con giocatori importanti e ha vinto duelli. E’ cresciuto tanto, anche in autostima ma non dipende solo dall’allenatore, anche dai compagni e dal fatto che a un certo punto della carriera bisogna crescere dal punto di vista degli atteggiamenti e della determinazione. Non esiste solo l’eleganza o la classe, ogni tanto bisogna sporcarci. E’ un messaggio che è passato, ora sefve continuità. Non possiamo accontentarci di un 1-1 con il Milan, assolutamente.
Il momento di Florenzi e la crescita di Karsdorp?
Sono convinto che è uno stimolo avere competitività in tutti i ruoli. Dico sempre che è fondamentale avere 2 giocatori per ruolo, che devono avere possibilità di crescere. Florenzi arriva da un periodo in cui è stato fermo e ha un po’ subito tutto questo, ma si mette sempre a disposizione in ogni ruolo e tornerà a brillare. E’ un momento di difficolà, ora tutti siamo un po’ in sofferenza, ma le partite che verranno riporteranno i giocatori importanti al loro livello.
Il battibecco tra Kolarov e un tifoso prima di Firenze, che dopo quell’episodio è stato beccato dal pubblico e De Rossi gli ha mostrato vicinanza. Ha avuto modo di parlarne con lui e come pensa di gestirlo?
Può accedere, siamo tutti quanti uomini, si possono anche dire cose sbagliate e magari farle diventare più di quella che è. E specialmente qui si enfatizza troppo. Lui è sicuramente dispiaciuto di questo, non so cosa sia accaduto realmente, so tutto per sentito dire e non mi piace quando mi riportano le cose. Il fatto che Kolarov sia stato difeso dai compagni è per il suo attaccamento, prima di tutto al suo lavoro e a questa maglia Ha giocato un mese e mezzo con un piede fratturato, usciva da Trigoria in ciabatte, non camminava, si è fatto più infiltrazioni del dovuto senza allenarsi: si è messo a disposizione del mister, dei compagni e principalmente Roma. Poi accadono cose sulle quali si può anche mettere una pietra sopra e chiedere scusa o chiudere certe discussioni. A volte capita anche a me di sentire qualcuno che mi manca di rispetto. Faccio finta di non sentire e vado da un’altra parte, ma bisogna anche mettersi nei panni di chi magari reagisce. Credo che sia un giocatore importante per la Roma. torniamo a sostenerlo, abbiamo bisogno di lui. E ha sempre dato il massimo.
Ha parlato prima di Olsen: come sta Mirante? La sua opinione su Fuzato, che non abbiamo mai visto?
Fuzato, grazie al gran lavoro di Savorani, è cresciuto tantissimo. Ha grandissime potenzialità. Gli manca esperienza nella partita, è normale, ma domani giocherà Mirante, per esperienza, abitudine e conoscenze. Si è allenato bene, ha superato il suo problema al polpaccio. Vi posso assicurare che Fuzato è un portiere di ottima prospettiva.
Il problema di Pastore: manca la condizione o c’è una scarsa abitudine ai suoi schemi?
Non penso sia scarsa abitudine, con il 4-2-3-1 si facilita il trequaetista. Sono tante le componenti che non lo fanno rendere al meglio. Anche per colpa mia non gioca con continuità, vi assicuro che si allena sempre bene ma in partita il campo cambia e ci sono tante situazioni che non lo avvantaggiano. Javier deve continuare a lavorare al meglio, davanti ha Zaniolo in questo momento, che sta facendo benissimo. Mi auguro che duri alla lunga, ma abbiamo bisogno di tutti, anche di Pastore. Spero torni ad essere il giocatore che tutti conosciamo.
Il ritorno di De Rossi: dall’infermeria al campo in cento giorni, ecco il faro della Roma
(Jacopo Venturi) – Daniele De Rossi è tornato. Dopo quasi cento giorni di assenza dal campo (98 per la precisione), il capitano della Roma si è ripreso la sua squadra, riprendendo da dove aveva lasciato: cuore e sostanza. Il numero 16 è stato senza ombra di dubbio l’assenza più pesante della stagione finora per Di Francesco. La sua mancanza ha inciso in diversi ambiti: la leadership, la capacità difensiva ma anche quella costruttiva, la cattiveria agonistica. Qualità che a centrocampo in tanti aspirano ad avere ma in pochi realmente hanno; De Rossi è uno di quelli. Contro il Milan ha dimostrato che nonostante i 35 anni è ancora un insostituibile per questa squadra. Ciò, a rigor di logica, dovrebbe significare che quando è disponibile dovrebbe giocare, ma c’è da fare i conti con la carta d’identità e con la cronologia dei suoi infortuni. De Rossi non potrà garantire la sua presenza costante da qui alla fine della stagione, ma dovrà invece essere gestito, per averlo al meglio nei più importanti appuntamenti della stagione. Ora è dunque prevedibile che verrà fatto riposare contro il Chievo, per averlo al meglio contro il Porto in Champions League. Perché come si è visto, averlo o meno fa ancora la differenza.
(Jacopo Venturi)
Roma-Milan, guerra per il quarto posto. Di Francesco prepara le sorprese, ma occhio a Piatek
Simone Burioni – La Roma questa mattina si è svegliata con le ossa rotte, tornata dalla gara di Coppa Italia contro la Fiorentina con una sconcertante per 7-1. La nottata per molti dirigenti è stata lunga, come lunghe sono state le riflessioni fatte su temi come allenatore e mercato. Per il momento, Monchi sembra intenzionato a confermare Di Francesco sulla panchina giallorossa, mentre sul fronte mercato – come già dichiarato ieri dopo il match – la Roma non farà nessuna operazione.
Adesso però bisogna ripartire subito: anche se la Coppa Italia rappresenta un obiettivo andato in fumo, i giallorossi sono ancora impegnati in Champions e in campionato. Fra tre giorni la Roma incontrerà il Milan, diretto avversario nella corsa alla quarta posizione in classifica, valida per un posto nella prossima Champions League. Per l’occasione, mister Di Francesco ritroverà il capitano Daniele De Rossi, complice anche la duplice assenza per squalifica di Bryan Cristante e Steven Nzonzi. Chance in difesa per Davide Santon, con Alessandro Florenzi alto sulla destra. Con lui, a completare il tridente alle spalle dell’unica punta Edin Dzeko, confermati Stephan El Shaarawy e Nicolò Zaniolo, che ritrova la posizione da trequartista. Non sono escluse però possibili sorprese: visto il momento di difficoltà, il tecnico abruzzese potrebbe mischiare le carte, tornando al 4-3-3. In quel caso, Florenzi potrebbe tornare sulla linea di difesa, con Schick inserito nel tridente d’attacco. Saranno invece poche le novità nella formazione di Gattuso, che sembra aver finalmente trovato una quadratura: Musacchio comporrà la coppia di difesa con l’ex Romagnoli, con Calabria e Rodriguez sulle fasce. Centrocampo muscolare con Paquetà, Kessie e Bakayoko, mentre in attacco, ai fianchi di Piatek, ci saranno Suso e Calhanoglu, quest’ultimo in ballottaggio con Borini.
La Roma avrà bisogno di una prestazione maiuscola se vorrà sottomettere il Milan, impresa che al momento non sembra per nulla facile. Inoltre, dal punto di vista cabalistico, le cose non sembrano sorridere a Di Francesco: l’ex Sassuolo ha infatti perso entrambe le sfide in Serie A giocate contro Gattuso. Infine, un focus su colui che al momento ha catalizzato tutte le attenzioni su di sé: Krzysztof Piatek. Il polacco è certamente la rivelazione più grande di questa Serie A, tanto che il Milan ha investito su di lui per rimpiazzare un certo Gonzalo Higuaìn, non un attaccante qualunque. Ma le premesse per l’ex Genoa sono ottimali: a quota 21 reti, è il secondo più giovane giocatore, dopo Mbappé, ad aver raggiunto quota 20 gol considerando tutte le competizioni dei maggiori cinque campionati europei, e non sembra volersi fermare. La Roma è avvisata: la lotta al quarto posto sarà dura più che mai.
Simone Burioni
La sconfitta di Firenze: una fotografia amara di una stagione nata male
(Jacopo Venturi) – L’uscita dalla Coppa Italia è il dato meno doloroso di una serata devastante per la stagione della Roma. La sconfitta per 7-1 sul campo della Fiorentina è la fotografia, nitidissima, di una stagione che fin dall’inizio non è sembrata essere favorevole ai colori giallorossi. Il mercato che ha rivoluzionato la rosa, Di Francesco sempre in bilico, gli infortuni di giocatori chiave: tutti fattori che hanno contribuito a rendere la prima parte dell’annata romanista, in una parola, negativa. La batosta del Franchi ha messo in evidenza tutto ciò, esasperando anche le debolezze di una squadra le cui fragilità (in primis difensive) sono ormai note. Ma se il risultato era imprevedibile, o quantomeno difficilmente pronosticabile, ciò che invece era da considerare prevedibile è l’andamento balbettante della Roma. Le premesse per una stagione incerta c’erano tutte. La domanda fondamentale a questo punto è: e adesso? Difficile pensare che possano avvenire clamorose svolte da qui alla fine, soprattutto con la permanenza in panchina di un allenatore delegittimato dai risultati. Un allenatore che nei modi e nelle idee sembra ben lontano da quello che nemmeno un anno fa portava la Roma a un passo dal tetto d’Europa.
(Jacopo Venturi)
Roma tra paradosso e ridicolo. Monchi: “Mercato chiuso e Di Francesco non si tocca”
(Keivan Karimi) – Non bastasse il 7-1 di Firenze che elimina la Roma dalla Coppa Italia e regala ai tifosi giallorossi l’ennesima figuraccia della stagione, il d.s. Monchi nel post-partita ha dato notizie tutt’altro che positive alla propria gente, soprattutto in chiave mercato.
Queste le sue affermazioni in zona mista: “Oggi ci siamo beccati una lezione nuova. Servono soluzioni nello spogliatoio, soluzioni che non saranno nel mercato perché posso dire che la Roma non farà acquisti. Dobbiamo solo rimanere uniti, portare sostegno alla squadra. Chi soffre di più sono i tifosi, adesso bisogna stare vicino ai calciatori e allo staff, io li difenderò sempre”.
E per Di Francesco, nonostante il deludente 5° posto in classifica e l’uscita clamorosa dalla coppa, non esiste il rischio di esonero: “No, il tecnico non è in discussione. Lo sono io che ho fatto gli acquisti e dato fiducia al mister, ma di cambiare non se ne parla. Le soluzioni sono interne. Non ho sentito Pallotta e non ci sarà ritiro. Mio futuro? Non ci penso, dobbiamo vivere alla giornata, riflettere su quello che è successo”.