Lecce-Roma, 0-1. La squadra di Fonseca vince grazie al gol di Dzeko

(Jacopo Venturi) – La Roma torna a vincere dopo la sconfitta casalinga con l’Atalanta. La squadra di Fonseca ottiene infatti il successo per 0-1 contro il Lecce allo Stadio Via del Mare, grazie alla rete del solito Edin Dzeko. Il primo tempo degli ospiti non è stato sicuramente brillante, con gli uomini di Liverani che hanno concluso più volte verso la porta nonostante l’inferiorità sul piano del possesso palla. La Roma è rientrata in campo con tutt’altro atteggiamento dopo l’intervallo e ha trovato dopo dieci minuti la rete del definitivo vantaggio. Nell’occasione del gol Dzeko ha beneficiato di un cross morbido di Mkhitaryan dalla destra: il bosniaco libero ha dunque appoggiato verso la porta, dove un Gabriel non perfetto ha lasciato passare il pallone per il vantaggio degli ospiti. Con questo risultato Florenzi e compagni si portano a 11 punti in classifica, a una sola lunghezza di distanza dal Napoli quarto.

(Jacopo Venturi)

L’esordio di Veretout: una finestra sul futuro della Roma di Fonseca

(Jacopo Venturi) – Circa tre settimane fa la Roma di Fonseca faceva il suo esordio ufficiale contro il Genoa, mostrando le sue virtù ma anche i suoi vizi. Era risultata in sostanza una squadra alla quale mancava qualcosa. Ieri, contro il Sassuolo, questa sensazione è stata meno presente e buona parte del merito va a Jordan Veretout. Il francese rischia di essere l’acquisto più sottovalutato del mercato giallorosso, nonostante l’ottima stagione scorsa alla Fiorentina e il prezzo da giocatore di rilievo. Il numero 21 ha fatto, soprattutto nella prima frazione, quello che nessuno era riuscito a fare nella prima uscita della squadra di Fonseca: ha creato un legame tra i due estremi della squadra, ha dato gamba al centrocampo e aumentato l’intensità generale delle due fasi. Ora, è logico che ci siano stati anche altri fattori nella bella vittoria della Roma e che comunque i problemi non siano del tutto accantonati, come dimostrano le due reti subite, ma il passo avanti è stato netto. Veretout può permettere a Fonseca di impostare la squadra in maniera più confacente alle sue idee di calcio e di questo, nel lungo periodo, non potrà che beneficiarne la squadra giallorossa.

(Jacopo Venturi)

Primavera, Roma-Chievo 6-3: successo pirotecnico per i giallorossi all’esordio. Doppietta di Riccardi

(Jacopo Venturi) – Inizia con una bella vittoria contro il Chievo Verona il campionato della Roma Primavera. La squadra di Alberto De Rossi era passata subito in vantaggio con la rete del nuovo acquisto Providence, per poi venire rimontata dagli ospiti con le reti di Manconi e Rovaglia. A riportare il punteggio in equilibrio prima della fine del primo tempo è Alessio Riccardi, che nel secondo tempo sarà anche l’autore del gol del 3-2. Dopodiché la gara è stata in discesa per i padroni di casa, capaci di portarsi sul 6-3 in quattro minuti, dal 70′ al 74′, con le marcature di Estrella, Trasciani e D’Orazio. A poco serve la bella rete su punizione del capitano gialloblù Zuelli al 95′. Unica nota negativa per Alberto De Rossi quest’oggi è l’infortunio di Bouah, che ha giocato solo dieci minuti del secondo tempo, conquistandosi un rigore, prima di dover lasciare il campo.

(Jacopo Venturi)

La classe di Mkhytarian e le promesse di Petrachi: la conferenza di oggi

(Keivan Karimi) – La conferenza stampa di presentazione di Henrik Mkhytarian come nuovo calciatore della Roma è divenuto anche il pretesto per le speranze e le promesse del d.s. Gianluca Petrachi, che ha spiegato le mosse estive e parlato seriamente degli obiettivi stagionali.

“Siamo orgogliosi di aver portato un altro giocatore di livello internazionale – ha detto Petrachi – Sono convinto che la sua capacità tecnica, la sua personalità e la sua intelligenza possa portare tanto a tutta la Roma calcio. Siamo pronti a garantirgli tutto ciò di cui ha bisogno: sostegno, affetto e soprattutto voglia di giocare al calcio. Credo che la Roma e la sua tifoseria si metterà nella condizione di far sentire tutto il proprio calore a questo calciatore”.

Parla Mkhitaryan in inglese: “Sono davvero felice di essere qui, prima di arrivare ho passato un periodo non facile. Sono consapevole di dove sono arrivato e cosa vogliono fare qui, ho incontrato i compagni e il mister oggi, c’è un ambiente ideale per un futuro roseo”.

In quale ruolo credi di poter dare il tuo apporto alla Roma?
“Posso ricoprire tutte le posizioni d’attacco, quello che per me più conta è essere utile alla squadra. La mia prerogativa è partire dall’esterno per accentrarmi e metterò a disposizione tutte le mie qualità”

Giocando in Nazionale avevi già incontrato qualche tuo nuovo compagno negli scorsi giorni. Avete parlato?
“Già dopo la partita con l’Italia avevo parlato con Alessandro di Roma e della partita con l’Italia, sia con DZeko dopo la sfida con la Bosnia. Ora però le Nazionali sono alle spalle e siamo concentrati sulla Roma”

La media gol nelle ultime stagioni è stata più bassa rispetto alle tue qualità. Cosa ti manca per fare un salto di qualità a livello realizzativo?
“In Nazionale gioco più centrale dietro la punta e ho più spazio, devo essere anche in area per finalizzare. Con Arsenal e Manchester United partivo da una posizione più arretrata, il mio ruolo era più quello di cucire il centrocampo con l’attacco. Il mio obiettivo è fare più gol e assist possibili”

Per Petrachi: negli ultimi giorni sono arrivati più giocatori in prestito. Questo è un problema per dare continuità?
“Per quanto riguarda Smalling e Miki era anche difficile imbastire operazioni diverse. Volevo fare investimenti sui giovani, in passato sono stati fatti investimenti importanti su giocatori per i quali magari era meglio prendere in prestito e valutarne le caratteristiche. Quando un mese fa mi era stato detto di prendere Miki era impensabile farlo in prestito, andava comprato. E’ un top player e aveva delle caratteristiche economiche per cui bisogna essere attenti anche al bilancio. Il ragazzo ha rinunciato anche a dei soldi per essere qui, ecco perché parlavo di intelligenza per un calciatore che vuole scommettere su se stesso. Con lui e Smalling abbiamo fatto delle operazioni furbe, come dico io. Il tempo dirà se avremo fatto le cose giuste”

In passato hai giocato contro lo Shakhtar: cosa pensi dello stile di gioco di Fonseca?
“Ho seguito lo Shakhtar sia in Champions che in campionato, ha sempre giocato un calcio spettacolare e offensivo. Mi ha stupito come tenesse testa anche alle grandi squadre, senza avere paura. Spero che il mister possa fare lo stesso qui a Roma offrendo un calcio spettacolare”

Per Petrachi: sulla questione centravanti?
“Nelle mie conferenze ho sempre detto che DZeko era il centravanti ideale della Roma e mi sarebbe piaciuto tanto trattenerlo. A volte si fanno anche strategie per arrivare a certi obiettivi, ho sempre nutrito la speranza di tenere DZeko. Tutto quello che era successo lo scorso anno aveva pesato sull’umore del calciatore, io ho fatto di tutto per fargli capire che qui il vento stava cambiando, ho cercato di fargli capire che all’Inter non sarebbe stato così importante come qui. Ho fatto un prezzo che l’Inter non ha mai raggiunto e questo dimostrava che non era così importante. Gli altri sono stati sempre alternativa, la nostra prima scelta era DZeko”.

Dopo la partita con l’Armenia ti sono arrivati messaggi dai tifosi? Perché dalla Premier sei venuto in Italia?
“Ho ricevuto molti messaggi dai tifosi, erano contenti della mia prestazione e io lo ero per loro. Ora però voglio concentrarmi sulla Roma, è una nuova esperienza, lotterò fino alla fine, cercherò di aiutare la squadra. Non ho paura della pressione, so che quando si gioca per grandi squadre è così, il minimo errore viene criticato e la cosa positiva esaltata. Ho 30 anni, so come gestirle e come comportarmi. Ho scelto la Serie A perché è una grande occasione, ho accettato subito con entusiasmo, non abbiamo neanche parlato di soldi. Sono qui per godermi il calcio e raggiungere gli obiettivi”

Per Petrachi: siamo a 4 infortuni dall’inizio della stagione. Cosa state facendo per porre fine a questo problema? 
“Sicuramente sono valutazioni oggettive che personalmente sto facendo. Posso dirvi tranquillamente che lo scorso anno nel Torino ho avuto pochissimi infortuni a livello muscolare. Quando arrivi in un’altra squadra devi capire le metodologie e quando arrivi in top squadre ci sono giocatori con personal trainer e devo valutarli. A volte esiste anche la casualità, capisco che qua siano tutti scottati dai 50 problemi muscolari e l’attenzione sia altissima. La storia di Pastore si conosce, quello che mi ha stupito è Zappacosta perché si è fatto male in riscaldamento e non presentava alcun problema. Quello di Under ci può stare perché è un fibra bianca, un esplosivo. Posso garantire che faremo il massimo, stiamo rifacendo i campi perché i ragazzi spesso si sono lamentati della durezza del terreno ed è un alibi che voglio togliere. Rizolleremo tutti i campi e mi auguro che da oggi in poi le cose possano migliorare”

Hai la sensazione che lasciando la Premier lasci il campionato più importante. Vuole tornarci da vincente o è una scelta definitiva?
“Ho lasciato l’Inghilterra quindi ormai appartiene al passato, sono concentrato sulla Roma e sulla Serie A. Scegliendo la Roma non penso di aver fatto un passo indietro, si è presentata questa occasione e l’ho colta all’istante. Per un calciatore è importante giocare e trarre piacere da quello che fa, cosa che all’Arsenal nell’ultimo mese non capitava”

Per Petrachi: alla fine del mercato, pensa di aver raggiunto i suoi obiettivi? E’ un mercato da Champions League? 
“Credo di averci messo l’anima in questo calciomercato, ho cercato di mettere tutto quello che avevo dentro con una logica calcistica. Ho cercato di fare una piccola rivoluzione perché era necessario farla. A tutti voi ho chiesto un po’ di pazienza, quando si dice di essere all’anno zero non si può pensare di non averne anche se nel calcio il tempo non lo dà nessuno. Ho pensato a qualcosa su cui far rinascere l’orgoglio romanista, sono convinto di aver creato un gruppo importante, tanti giocatori che non volevano stare qui sono andati via. Abbiamo fatto rinnovi di giocatori importanti come Zaniolo, Under che tanti dicevano avremmo dovuto venderli e invece li abbiamo tenuti qui. Su delle basi importanti che aveva, secondo me sono stati inseriti giocatori di spessore. C’è un allenatore che sta cercando disperatamente di portare la sua cultura del lavoro, certamente non vorrei più parlare di calciomercato ma del Sassuolo. Dal punto di vista del punteggio forse ci manca qualcosa per la partita contro il Genoa, quando non ti arrivano i risultati nell’immediatezza c’è sempre un po’ di sconforto ma sono molto ottimista, vedo come si allenano i ragazzi e vedo quel senso d’appartenenza, vedo che stanno a cena insieme. Quando sono arrivato c’era molta disgregazione, ora vedo unità. Non posso garantire che sia da Champions perché non faccio il veggente, però penso di aver costruito una squadra tosta che partita dopo partita farà vedere il proprio valore”

Sulla Var: d’accordo o meno? Magari, avendola, il suo compagno non sarebbe stato espulso contro l’Italia
“Ci sono situazioni in cui la Var può diventare utile, altre in cui non lo è perché rende tutto più noioso e pesante e il calcio non deve perdere il proprio ritmo. Capita che si segna, si esulta e poi si annulla oppure che il Var conferma ma poi non si esulta come prima”

Per Petrachi: molti allenatori prendono la classifica del monte ingaggi per dare la classifica della propria squadra. La Roma è terza: come può lavorare lei in futuro visto che ci sono giocatori come Pastore che hanno un contratto altissimo e lungo…
“Oggi non ho visto accuratamente l’indagine fatta dalla Gazzetta, ho visto un pochino il nostro monte ingaggi e c’è qualche incongruenza, non so se siamo terzi veramente. Su questo dato sarei molto cauto però da quello che ho visto io ci sono qualche inesattezza anche su giocatori di altre squadre che conosco. Però generalmente il fatturato unito al monte ingaggio ha sempre determinato la vittoria o un piazzamento di prestigio in campionato. Sicuramente il monte ingaggi della Roma è un pochino in su, se dai tanti soldi a un giocatore quello deve essere in grado di portare la croce. Su questo la Roma deve migliorare e cercheremo di farlo nel tempo. Il mio obiettivo è poter ricalibrare un po’ il tutto cercando di mantenere un tasso qualitativo altissimo”

Tifosi della Roma impazziti dopo averti visto giocare in Nazionale. Come mai l’Arsenal decide di lasciarti andare in prestito negli ultimi giorni? 
“E’ una domanda difficile perché non sono nel board dell’Arsenal,  quindi non so perché abbiano deciso di lasciarmi andare. Era un mio desiderio perché lì non stavo giocando abbastanza, volevo venire alla Roma perché sapevo avrebbe giocato molte partite e c’era possibilità di giocare. Sicuramente per l’Arsenal non è stato semplice lasciarmi andare in prestito, ora sono qui e voglio mostrare il mio lavoro”

Per Petrachi: si era lamentato del mercato lungo, era una strategia? C’è un rimpianto di mercato?
“Sicuramente è stata un’opportunità, il fatto che il mercato inglese chiudesse prima è stato un vantaggio. Un mese fa mi era stato detto che c’era la possibilità di comprarlo ma a cifre importanti e con un ingaggio da top-player. Poi ho pensato ad altre soluzioni, si era parlato anche di un ragazzo brasiliano che aveva delle caratteristiche interessanti ma andava preso alle nostre condizioni. A quel punto ho risentito Mino Raiola, gli ho detto che non avrei fatto più l’esterno brasiliano ma se c’era la possibilità di prendere Miki in prestito l’avrei fatto. Parlando con Raiola gli ho anche detto che secondo me lui è più adatto al campionato italiano che alla Premier, essendo un giocatore prettamente tecnico. L’idea di puntare su di lui era di metterlo in condizione di esprimere le sue capacità. L’attesa per gli ultimi acquisti è stata sicuramente una cosa voluta. Rimpianti? Non ne ho, credo di essere riuscito a fare tutto quello che avevo in testa. Non sono state fatte due uscite per volontà dei calciatori, forse questa è l’unica cosa. Con due unità in meno forse saremmo ancora più coesi e compatti, magari questi due giocatori che sono rimasti potranno avere la possibilità di contraddirmi. Ma rimpianti in entrata non ne ho sicuramente. Tutto ciò che ho fatto è stato sempre sincronizzato con la società, Fienga rappresenta in Italia la persona che decide, tutto è stato fatto con l’approvazione di Pallotta, ringrazio la Roma per avermi messo nelle possibilità di fare quello che per me era giusto fare”

Sei stato escluso dalla finale di Europa League a Baku per motivi geopolitici. Credi avrai gli stessi problemi per la trasferta di Istanbul? 
“Non ci sarà alcun problema in Turchia, ci ho già giocato diverse volte. I problemi dell’Armenia con l’Azerbaijan sono diversi da quelli con la Turchia, che sono una vecchia storia”

Per Petrachi: a che punto è il lavoro di Fonseca?
“Proprio ieri ho avuto un confronto col mister, abbiamo parlato proprio di questo: deve portare avanti il proprio credo, la propria mentalità. E’ normale che quando tendi a destrutturare una mentalità, ti scontri a volte con un pensiero diverso. Credo debba insistere su quello che sta portando avanti da un mese perché quando arriveranno i risultati, e sono sicuro che arriveranno, i calciatori si convinceranno. Ci è mancato un po’ di equilibrio finora, ora c’è bisogno che qualche risultato ci venga dietro anche con fortuna, perché è decisiva, ma credo Fonseca potrà fare il proprio calcio in maniera coraggiosa”

Pensi ti servirà un periodo di adattamento?
“Quando sono arrivato in Germania e Inghilterra ero più giovane, ora non credo avrò problemi ad adattarmi. Dipenderà da me quanto rapidamente riuscirò ad integrarmi ed adattarmi, per il momento sono qui in prestito quindi vorrò farlo il prima possibile”

Per Petrachi: è stato molto difficile gestire gli esuberi?
“E’ stato uno dei grandi problemi. Perché non puoi fare una squadra di 50 calciatori, per ogni entrata dovevo pensare alla singola uscita. Non è stato semplice perché alcuni giocatori, forti della ricchezza del proprio contratto, tendono a fare opposizione. Poi a Roma, una città bellissima con una tifoseria accogliente, non è semplice spostare calciatori. Il fatto di essere coerenti credo ti aiuti ad essere chiaro, ho cercato di far capire loro che era più giusto andare via piuttosto che fare le comparse o giocatori che non avessero un senso. All’80% ci siamo riusciti, sono contento di come è avvenuta la campagna acquisti e cessioni”

Hai parlato anche con Fonseca e avete parlato del Sassuolo? Sei a disposizione e pensi di poter partire già titolare?
“Si ho parlato con lui, abbiamo parlato di diverse cose. Non ho ancora fatto il mio primo allenamento con la squadra, la decisione spetterà al tecnico se farmi partire dall’inizio o in panchina. Sono ambizioso e sono qui per vincere, non per perdere tempo”

Per Petrachi: Paratici e Marotta le vogliono più o meno bene secondo lei? Prima ha menzionato tutti tranne Baldini: gli ha dato consigli?
“Sono orgoglioso di aver mantenuto la promessa data ai tifosi quando ho detto che la Roma non sarebbe stata la succursale di nessuna squadra. Questa forza d’urto è stata compresa da parte di tutti. Oggi tutti hanno capito che non possono venire a Roma e prendersi i calciatori come vogliono o fare i prepotenti. Se c’è da parlare di un calciatore ci sono tempi e modi, spero che finché ci sarò io questa cosa venga rispettata. Franco è stato tanto al suo posto, ero stato chiaro quando sono arrivato alla Roma, nel rispetto dei ruoli. Parlai con Baldini di quello che chiedeva l’Arsenal per Miki ma io non potevo spendere quei soldi, questo è il tipo di collaborazione che mi faceva comodo. Ho continuato a sentire Raiola e quando lavori con certi agenti hai anche la forza di non far uscire notizie. L’arrivo di Miki si è saputo la domenica sera. Non ho avuto grandi problemi con Franco, ha mantenuto il suo posto e c’è stato il rispetto delle distanze. Sono contento di come si sia bilanciato il rapporto. Che poi Franco abbia un contatto diretto con Pallotta questo  fa piacere però, per esempio, Baldini non era neanche a conoscenza dell’operazione Smalling, semplicemente perché non c’era neanche il tempo di metterlo al corrente”.

Hai svelato gli obiettivi della squadra: credi che le coppe siano alla portata della Roma?
“La stagione è appena iniziata ma sono sicuro che un passo alla volta potremo raggiungere i nostri obiettivi, sono sicuro che qui tutti i giocatori siano per vincere, non solo per giocare a calcio. Si viene ricordati soltanto se si vince, credo che le ambizioni mie e della Roma vadano di pari passo”

Per Petrachi: su Schick, aveva già capito che era meglio mandarlo via o nel ritiro ha avuto l’occasione di meritarsi un posto nella rosa?
“Credo che l’operazione Schick, non discutendo il valore del calciatore che è di enorme potenzialità, però il modo in cui è arrivato aveva creato dei sogni. E così come aveva creato delle aspettative, ormai era un po’ marchiato. Credo che molto dipenda dal suo carattere, dalla sua voglia, dal metterci il sangue, la passione, che possano determinare quello step in più. Spero che il ragazzo si ritrovi e metta in mostra quello che in Nazionale riesce spesso a fare. Rimane un patrimonio della Roma perché la formula è un prestito con diritto di riscatto, che è stato un po’ cambiato perché c’è stato qualche problemino col Lipsia, ma sono convinto che il giocatore possa fare bene, scrollandosi di dosso quello che Roma gli aveva attaccato, senza volerlo”

Cosa hai preso dai tuoi tecnici nel passato e cosa pensi di poter prendere da Fonseca?
“Ogni allenatore che ho avuto mi ha dato qualcosa, voglio continuare ad imparare il prima possibile, ad esempio voglio poter parlare la lingua al più presto perché è importante poter parlare con i compagni. Sono contento di poter imparare da Fonseca, per me sarà anche una scoperta”.

 

Roma, ecco il colpo in chiusura: arriva Mkhitaryan

(Jacopo Venturi) – La Roma chiude col botto il suo calciomercato. Sarà Heinrikh Mkhitaryan il pezzo pregiato della trequarti di Fonseca nella stagione 2019/20. L’armeno è arrivato in extremis ma può essere da subito centrale nel progetto romanista. Nello scacchiere del tecnico portoghese “Miki” può rivestire tutti i ruoli della trequarti nel 4-2-3-1: nasce come attaccante dietro alla punta, ma non ha difficoltà nel partire più esterno e accentrarsi sul destro. L’idea della Roma è di creare un asse vincente tra lui e Dzeko, sulla falsa riga di quanto è accaduto nell’ultima stagione romanista di Momo Salah. Il bosniaco in quella stagione aveva reso come mai in carriera, segnando 39 gol in stagione e anche l’egiziano aveva beneficiato degli spazi aperti dal numero 9. L’altro aspetto sul quale punta moltissimo la Roma è quello di dare esperienza e certezze a una zona del campo nevralgica ma molto giovane e che spesso paga proprio questa inesperienza con scelte sbagliate. Mkhitaryan può dunque rappresentare in questo senso il Kolarov della trequarti: un giocatore di personalità, talento e qualità, che possa guidare i compagni anche nei momenti più delicati e di maggior tensione.

(Jacopo Venturi)

MERCATO CHIUSO! La Roma finisce col botto: ecco Kalinic e Mkhitaryan

(Keivan Karimi) – Chiude il calciomercato estivo 2019 dopo tre mesi intensi, di rumors, trattative e voci più o meno infondate. E le ultime ore della sessione sono risultate emozionanti come poche volte negli ultimi anni.

Basti pensare al colpo last minute del Torino, che prende Verdi dal Napoli, o il trasferimento lampo di Icardi al PSG dopo la lunga telenovela estiva con l’Inter. Oppure il Milan che prende Rebic, la Fiorentina che si consola con Pedro e Ghezzal e altri tanti colpi in provincia che hanno arricchito questo 2 settembre da cardiopalma.

Protagonista primaria anche la Roma; la squadra capitolina chiude col doppio colpo offensivo: Nikola Kalinic in prestito dall’Atletico Madrid e con la stessa formula arriva pure Henrik Mkhitaryan dall’Arsenal. Due rinforzi top per Paulo Fonseca, che invece vede Patrik Schick lasciare i giallorossi dopo due anni negativi e trasferirsi a Lipsia.

Tutte le operazioni di mercato della Roma

CESSIONI:

Olsen (Cagliari, p), Romagnoli (Spartak Mosca, d), Karsdorp (Feyenoord, p), Capradossi (Spezia, d), Manolas (Napoli, d), Marcano (Porto, d), Lu.Pellegrini (Juventus, d), Nzonzi (Galatasaray, p), De Rossi (Boca Juniors, fc), Gonalons (Granada, p), Coric (Almeria, p), Gerson (Flamengo, d), El Shaarawy (Shanghai Shenhua, d), Sadiq (Partizan, p), Ponce (Spartak Mosca, d), Verde (Aek Atene, d), Spinozzi (Pistoiese, d), D’Urso (Cittadella, d), Defrel (Sassuolo, d), Schick (Lipsia, p).

ACQUISTI:

Pau Lopez (Betis Siviglia, d), Zappacosta (Chelsea, p), Mancini (Atalanta, d), Spinazzola (Juventus, d), Smalling (Manchester Utd, p), Veretout (Fiorentina, d), Diawara (Napoli, d), Antonucci (Pescara, fp), Mkhitaryan (Arsenal, p), Kalinic (Atletico Madrid, p), Cetin (Genclerbirligi, d), Providence (PSG, d).

DERBY – Pali e patta: Lazio-Roma finisce 1-1 (VIDEO & PAGELLE)

(Keivan Karimi) – Un derby alla seconda giornata è una rarità. Non a caso si è rivista una stracittadina capitale come quelle di una volta, ricca di tensione ma anche di emozioni e cambi di fronte repentini.

Lazio e Roma impattano sull’1-1 dopo un match tirato e pieno di occasioni da gol. Basti pensare che i biancocelesti hanno colpito quattro legni in partita, mentre i giallorossi si sono fermati a due. E’ successo di tutto dunque nel pomeriggio dell’Olimpico, sotto un cielo più autunnale da chiara fine d’estate.

Gara equilibrata e subito bellissima: dopo venti minuti siamo già 3-2 sul conto dei pali per la Lazio. Leiva, Immobile e Correa timbrano il legno, mentre Zaniolo per due volte va ad un passo dal gol colpendo il montante. Insomma servono episodi positivi per aprire il match, e l’episodio arriva al 17′ minuto: mani di Milinkovic nella sua area e rigore per la Roma, che Kolarov trasforma senza titubanza.

Nella ripresa c’è la reazione veemente e ovvia della Lazio: già al 59′ Luis Alberto trova il pari su assist di Immobile. La gara si trasforma, le squadre si allungano e le occasioni fioccano da una parte e dall’altra. Sono i ‘padroni di casa’ ad andare però più vicini alla vittoria, con il quarto legno colpito da Parolo. Finisce in parità, un punto che può servire ad entrambe in vista delle due settimane di pausa per le Nazionali.

Le pagelle del match:

LAZIO

Strakosha 6; Luiz Felipe 5.5 (Bastos 6.5), Acerbi 7, Radu 6; Lazzari 6, Milinkovic 5 (Parolo 6.5), Leiva 6, Luis Alberto 7, Lulic 5.5 (Jony sv); Correa 6.5, Immobile 5.5. All: Inzaghi 6

ROMA

Pau Lopez 6 – Grossi brividi ad inizio gara per un rinvio sbagliato con i piedi. Coraggioso nelle uscite, incolpevole sulla rete del pareggio laziale.

Florenzi 6 – Ce la mette tutta ed esce stremato giocando da capitano coraggioso. Inappuntabile difensivamente, molto meno in fase di possesso palla. (dal 87′ Diawara sv).

Fazio 6 – Qualche solita amnesia ma anche un bel duello ingaggiato con Immobile. Avrebbe bisogno accanto a sé di un leader per rendere al meglio.

Mancini 5.5 – Ancora tanto da apprendere sui movimenti della difesa a quattro. Lotta, si danna, ma qualcosa concede sempre.

Kolarov 6 – Fa e disfa. Impeccabile nel primo tempo, sia in copertura su Lazzari sia nel realizzare il rigore del vantaggio. Nella ripresa perde il sanguinoso pallone che manda la Lazio sul pari.

Cristante 5.5 – Difficile trovare difetti evidenti alla sua prova, ma come spesso accade si dimostra una via di mezzo incompiuta tra un incontrista ed un regista. Troppi spazi concessi sulla trequarti romanista.

Pellegrini 5.5 – Da romanista doc è più nervoso del solito. Fatica in fase di copertura, inventandosi qualche incursione solitaria senza esito. Ci si aspetta molto di più da lui.

Ünder 4.5 – Impalpabile e leggero. In una gara così sentita servirebbero i suoi guizzi, invece… (dal 67′ Pastore 5.5 – Cambio cervellotico di Fonseca. Prova a dare qualità, ma rallenta ancor di più la manovra romanista).

Zaniolo 6.5 – Per 50 minuti è l’incubo della Lazio, visti i due pali colpite e le giocate mai banali sulla trequarti. Peccato che perda lucidità e condizione nella fase finale. (dal 79′ Santon 5 – Becca un’ammonizione discutibile per una manata su Joni e rischia pochi instanti dopo il rosso per un banale controllo di palla sbagliato che lancia il contropiede avversario. Purtroppo il mercato non porterà soluzione alternative per lui).

Kluivert 6 – Primo tempo leggero e senza accenni di bravura. L’olandese poi cresce nella ripresa, tra strappi e qualche recupero niente male. Scarseggia ancora troppo in concretezza.

Dzeko 6 – La sua prova è un classico del suo repertorio da centravanti generoso e di manovra. Non ha mai l’occasione di andare al tiro, un peccato.

All. Fonseca – Per chi avesse dubbi sul suo integralismo, smentisce tutti con una gara degna dei migliori difensivisti italiani, con grande densità davanti l’area e sano contropiede. Sfavorito dal problema muscolare di Zappacosta, vede saltare il piano partita ad un attimo dal via. Si arrangia bene strappando un punto meritato. La strada è ancora lunga.

 

Roma-Genoa 3-3: luci e ombre nella prima dei giallorossi di Fonseca

(Jacopo Venturi) – Montagne russe all’Olimpico. La Roma di Fonseca fa il suo esordio ufficiale contro il Genoa e non annoia i suoi tifosi, che speravano di uscire però con i tre punti in tasca. Il risultato però è un 3-3 beffardo per una Roma tanto brillante in fase offensiva quanto insicura in quella difensiva, che però dà molti spunti su come potranno evolversi i giallorossi in futuro e soprattutto su che cosa potrà andare a correggere Fonseca. Innanzitutto la formazione non ha tradito le aspettative; dalla cintola in su il portoghese ha schierato Cristante, Pellegrini, Under, Zaniolo, Kluivert e Dzeko. I due mediani hanno caratteristiche da trequartisti e le due ali sono più che pure. Un undici che dunque non poteva deludere dal punto di vista della creazione del gioco. Proprio però una linea di centrocampo così leggera è sembrata essere il punto debole della Roma. La coppia difensiva ha mostrato qualche incertezza di troppo, ma i due mediani non hanno dato una copertura sostanziosa, sbagliando anche nel posizionamento spesso e volentieri. A giustificare Fonseca c’è il fatto che Veretout fosse indisponibile e proprio il francese potrà cambiare molto la squadra in questo aspetto. Altro dato interessante è la propensione ultra offensiva dei terzini. Kolarov e Florenzi hanno giocato in costante spinta ma questo, aggiunto ai discorsi già fatti, ha reso eccessivamente vulnerabile la squadra quando c’era da correre indietro. In questo senso è da capire se Fonseca sia flessibile a cambiare le sue idee e dunque ad abbassare eventualmente i suoi due esterni di difesa oppure se conta fondamentalmente sull’avere nei prossimi mesi una coppia centrale più performante, assumendosi dunque un rischio ma più contenuto. Insomma la prima partita di Serie A della Roma nella stagione 2019/20 ha dato tanto da riflettere. Sarà il resto a svelare realmente che cosa sia questa squadra.

(Jacopo Venturi)

Roma, mezzo passo falso all’esordio: rocambolesco 3-3 con il Genoa (Video & Pagelle)

(K.Karimi – A.Papi) – Mezzo passo falso per la Roma nella prima giornata di campionato 2019-2020. Un’apertura che non soddisfa le aspettative dell’Olimpico, dopo un rocambolesco e pazzo 3-3 contro il Genoa di Aurelio Andreazzoli, abile tra volte a rimontare i giallorossi.

Una gara nata con i migliori auspici, con una Curva Sud vestita a festa e una partenza sprint dei giallorossi, avanti dopo solo 6′ con il sigillo di Under. Ma l’incontro sarà pieno di colpi di scena e cambi di fronte, come dimostra già la prima frazione: pareggia subito il Genoa con la girata di Pinamonti, ma poco dopo Roma ancora avanti con la prodezza del solito Dzeko. Prima della fine del tempo però ancora pareggio: stavolta tocca ad un rigore di Criscito (causato ingenuamente da Juan Jesus) ripristinare gli equilibri.

Nella ripresa la musica non cambia: grande partenza romanista, con la punizione perfetta di Kolarov per il 3-2, e reazione da big del Genoa che trova il definitivo pari con Kouame. Nel finale più caos e nervosismo che altro, con i giallorossi che quando hanno il pallone tra i piedi giocano un bel calcio, profondo e concreto, ma che crollano non appena l’avversario di turno verticalizza e riparte in velocità. Difetti da curare per Paulo Fonseca, col lavoro e con il calciomercato. E pensare che tra 7 giorni c’è il derby

Le pagelle del match:

Pau Lopez 6 – Zero responsabilità sulle tre reti incassate, palesa altresì ottima predisposizione al gioco con i piedi e ad accorciare sempre in avanti sulle verticalizzazioni avversarie. Peccato per il rigore quasi neutralizzato.

Florenzi 6.5 – Galvanizzato dalla fascia di capitano e dall’investitura ufficiale della Sud, il terzino spinge bene e si esibisce pure in qualche recupero salvifico in difesa. Sfiora l’eurogol dalla distanza. (dal 78′ Zappacosta 6 – Promette bene in fase di cross e spinta, svirgola clamorosamente il possibile pallone del 4-3).

Fazio 5 – Lento e compassato, anche sui palloni aerei. Alla fine della gara i duelli vinti con Pinamonti e Kouame sono esigui e questo fa la differenza in negativo. Quest’anno non ha Manolas al fianco che può rimediare alle sue disattenzioni.

Juan Jesus 4.5 – Mezzo disastro. Ha colpe sui primi due gol del Genoa, facendosi anticipare da Romero sul primo e causando con una scivolata esagerata il rigore del secondo. Sempre in apnea nei duelli con Pinamonti. (dal 66′ Mancini 5 – Entra in una fase delicata e si dimentica di Kouame nell’azione del 3-3).

Kolarov 6.5 – Quando recupera palla e spinge sulla sinistra è la solita ira di dio. La punizione del terzo gol romanista è un mezzo capolavoro. Crolla nel finale e pecca di nervosismo con Pellegrini.

Cristante 5.5 – Dignitosa ed ordinata partita fino a metà della ripresa, quando perde lucidità e sbaglia un numero enorme di palloni filtranti. Deve giocare con più concentrazione.

Pellegrini 6 – Da regista si scopre brillante e preciso, ma cala alla distanza come molti suoi compagni. Manca solo di incisività.

Ünder 7 – Si accende a sprazzi ed è un peccato, perché quando prende il largo è inarrestabile. Segna un gran gol, ne fallisce un altro e dialoga bene coi compagni. Arma in più.

Zaniolo 6 – Bravo nello svariare su tutto il fronte offensivo e a portare costantemente il primo pressing sul portatore di palla avversario. Finisce addirittura da esterno sinistro per mancanza di alternative.

Kluivert 5 – Per impegno piuttosto encomiabile, ma resta sempre un talento indecifrabile. Poco concreto in zona offensiva, ancora anarchico tatticamente. Non pervenuto nella ripresa. (dal 74′ Pastore s.v. – Meglio non dare giudizi).

Dzeko 7 – Ad un bomber si chiedono i goal e lui non manca all’appello. Pregevolissima la marcatura del 2-1, da centravanti navigato che nasconde la palla a metà della difesa rossoblu. Nella ripresa spreca un paio di comode occasioni che avrebbero fatto comodo.

All. Fonseca: Premesso che la Roma gioca un bel calcio, propositivo e coraggioso, cosa non scontata visti gli ultimi anni, la fase difensiva lascia ancora troppo a desiderare. Per ottenere il massimo da questo atteggiamento in campo c’è bisogno di difensori di altissimo livello, di cui la Roma è sprovvista, e di almeno un centrocampista di grande gamba. Una pecca: sul 3-2 poteva inserire Diawara per far girare il pallone e tenere il Genoa lontano dalla sua porta. Ha bisogno di tempo (e di due ultimi innesti).

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Roma, si ferma Perotti: un calvario senza fine per ‘el Monito’

(Keivan Karimi) – La nuova stagione inizia come la vecchia per Diego Perotti. L’argentino, promosso subito titolare fisso in attacco dal neo allenatore Paulo Fonseca, si arrende ancora ai suoi soliti guai muscolari. Salterà sicuramente Roma-Genoa ed è probabile un forfait anche per il delicato derby del 1 settembre prossimo.

Accadde lo stesso un anno fa, nell’agosto 2018: dopo una buon precampionato agli ordini di mister Di Francesco, ‘El Monito’ si chiamò fuori alla vigilia della gara di debutto Torino-Roma. Da quel momento la sua stagione fu un vero e proprio calvario: infortunio alla caviglia, poi al bicipite femorale, il breve rientro a novembre per poi rifermarsi per un dolore al polpaccio. Un altro infortunio alla coscia in primavera ed un bottino di sole 15 presenze stagionali per complessivi 811 minuti giocati.

Non si discute la qualità tecnica di Perotti, che da calciatore sano è uno dei fantasisti più forti e determinanti del campionato. Ma i 31 anni ormai compiuti ed i ben 16 infortuni muscolari subiti da quando è alla Roma lo rendono un elemento inaffidabile e incostante. Lo stesso vale per Javier Pastore, anche lui quando è al top considerato uno dei calciatori più tecnici della rosa romanista ma sempre più inserito in un calvario di stop e guai fisici.

Più che la preparazione va dunque preso atto delle scelte tecniche di una Roma che forse non ha fatto molto per sostituire un calciatore come Perotti, non acquistando sul mercato (finora) un esterno d’attacco sano e concreto come lo era Stephan El Shaarawy, abile lo scorso anno a non far rimpiangere le assenze del compagno argentino. Oggi toccherà al baby Justin Kluivert, e ci si deve augurare che il figlio d’arte sia maturo abbastanza per prendere le redini della corsia mancina giallorossa.