Debutto amaro per la Roma in Europa League. A Plzen termina 1 a 1.

Era senza dubbio la partita più ostica del girone, ma la Roma poteva (e doveva) fare certamente di più. I giallorossi portano a casa un pareggio (1-1) con il Viktoria Plzen che tutto sommato indirizza bene il girone di Europa League, ma certamente non può lasciare soddisfatti i tifosi della Roma.
La squadra è sembrata decisamente senza stimoli, persino dopo aver subìto il gol del pareggio non ha mai mostrato quella voglia di recuperare il risultato e provare a vincere la partita che sarebbe stato lecito aspettarsi da una squadra che a inizio stagione aveva ambizioni da Champions League. Juan Jesus continua a essere fondamentalmente impalpabile: colpevole in occasione del gol del pareggio, rischia poi anche l’espulsione. Iturbe sembra la copia sbiadita del giocatore che avevamo ammirato con la maglia del Verona, mentre Gerson, alla sua prima uscita ufficiale, non ha certo brillato. Stavolta non è servito neanche far entrare prima Dzeko e poi Totti per rimettere la partita in carreggiata: i giocatori davano l’impressione di pensare più al prossimo turno di campionato che a questo match, probabilmente preso un po’ troppo sotto gamba. Veniamo ora alla partita: pronti via e dopo appena 3 minuti di gioco, ecco che El Shaarawy sfrutta l’ingenuità di Mateju e si conquista un calcio di rigore. Perotti, implacabile dal dischetto, non sbaglia e porta immediatamente la Roma in vantaggio. Da lì in poi, la squadra giallorossa pecca un po’ di presunzione e inizia a tirare i remi in barca, con la conseguenza che i cechi del Viktoria Plzen cominciano a prendere coraggio, facendosi vedere sempre più spesso dalle parti di Alisson. Al 9’ minuto un destro centrale di Kace spaventa la retroguardia romanista, all’11’ invece il colpo va a segno: 1-1. Cross dalla sinistra di Zeman, Juan Jesus non attento sugli sviluppi e Bakos che ne approfitta per anticiparlo con un colpo di testa neanche troppo irresistibile, che piazza la palla in rete alle spalle di Alisson. Il portiere brasiliano però ha subito l’occasione per rifarsi al 23’, quando salva su un colpo di testa a botta sicura di Duris. In questa fase il pallino del gioco è interamente nei piedi del Viktoria Plzen, a nulla servono le urla di un furibondo Spalletti (soprattutto all’indirizzo di Iturbe). Intorno alla mezz’ora la Roma si ricompatta: Paredes prende in mano le redini del gioco e Gerson inizia prendere un po’ più di confidenza, mostrando qualche numero e maggiore sicurezza. Perotti col passare dei minuti sembra essere sempre più ispirato, anche se non riesce a trovare la via del gol. Al 32’ l’argentino è protagonista di un’azione che potrebbe riportare in vantaggio la Roma: lancio per El Shaarawy, pallone in mezzo per Nainggolan che con il destro centra il palo. Sfortunata in quest’occasione la Roma. Al 36’ la Roma spreca il secondo match point: Gerson per El Shaarawy, palla di prima intenzione per Iturbe che tenta un tiro al volo, smorzandolo e sprecando davvero una grande chance per tornare in vantaggio. Nell’intervallo Spalletti aggiusta un po’ la squadra: fuori Gerson e dentro Dzeko, per un più confortevole 4-2-3-1. Dopo appena 3’ della ripresa è proprio il numero 9 della Roma a sfiorare il gol dopo un cross di Manolas deviato da Hubnik. Al 9’ minuto ancora Roma, che dà qualche timido segnale di risveglio: Perotti innesca El Shaarawy, pallone servito sopra il difensore per Dzeko, che con il controllo supera il portiere Bolek ma si allunga troppo il pallone, con El Shaarawy che non riesce da posizione defilata a infilare in porta. La Roma continua a fiammate, ma non riesce a incidere come dovrebbe, manca sempre la giocata giusta. Che stavolta non arriva nemmeno con l’ingresso di Francesco Totti (dentro con Florenzi al posto di El Shaarawy e Iturbe). Si torna dunque in Italia con un punto e qualche perplessità in più. Per Spalletti c’è ancora molto da lavorare.

Francesco Trinca

Fiorentina-Roma. La Viola tra dubbi e futuro

Yuri Oggiano – Un mercato poco scintillante, un avvio di stagione con poche gioie, ma la convinzione di essere una buona squadra con un condottiero in panchina che porta il nome di Paulo Sousa. Questa è la Fiorentina della stagione 2016/2017 che si è affacciata a questo campionato con ambizioni da Champions.

La Serie A per i viola è partita col botto perché il match contro la Juventus era tutt’altro che semplice. I bianconeri hanno vinto ma la Fiorentina si è ben comportata trovando anche il gol del pareggio prima dell’entrata di Higuain che ha sancito i 3 punti juventini. Ottimi spunti per Sousa che è andato via da Torino consapevole che la sua squadra potesse fare bene fin da subito.

E’ stato proprio così visto che alla festa dei 90 anni della Fiorentina è arrivata una pesante vittoria, seppur striminzita, contro il Chievo per 1-0 grazie al neo acquisto Sanches che ha dato equilibrio al centrocampo così come accade in Colombia. Quella contro i veronesi è una vittoria preziosa essendo arrivata in un giorno molto speciale della storia della squadra dei Della Valle.

La pausa delle nazionali ha tagliato le gambe alla Fiorentina che poteva lanciarsi con una vittoria contro il Genoa. A mettere il bastone fra le ruote poi ci si è messo anche il nubifragio che si è abbattuto sul capoluogo ligure. Risultato? Partita rinviata a data da destinarsi e viola nel marasma della parte bassa della classifica.

Sousa si presenta alla sfida delicata contro la Roma con soli 3 punti ed un bottino di 2 gol fatti e altrettanti subiti. Lo scorso anno a Firenze decisero due contropiedi di Gervinho e Salah in quella Roma che era di Garcia e che ora punta dritto in alto.

Yuri Oggiano

Viktoria Plzen-Roma. L’Europa League chiama

Yuri Oggiano – Non c’è tempo di rifiatare per la Roma, perché giovedì si vola in Repubblica Ceca per sfidare il Viktoria Plzen, quarto in campionato ma avversario ostico, ne sa qualcosa il Napoli.

La partita contro la Sampdoria ha appesantito le gambe e la testa, ma è servita a ritrovare un po’ di morale dopo il mezzo passo falso di Cagliari. Ora testa all’Europa League, dove i giallorossi sono chiamati a far molto meglio rispetto alla gara col Porto. Ma i pericoli non mancano, perché anche nell’Europa dei “piccoli” la Roma ha incontrato spesso parecchie difficoltà. Basti pensare all’ultima eliminazione subita per mano della Fiorentina, due stagioni fa. Stesso identico punteggio riscontrato contro il Porto ad agosto: 1-1 esterno e sonoro 0-3 interno!

Ancor più dolorosa l’eliminazione nella prima partecipazione europea dell’era americana. La Roma esce ai preliminari contro lo Slovan Bratislava, con Luis Enrique nella centrifuga delle polemiche.

Ora la squadra è senza dubbio più forte, ma anche più stanca visti i tantissimi impegni già avuti in questo primo mese di stagione. Spalletti dovrà usare gran parte, se non tutta, la sua rosa a disposizione. Contro la Sampdoria Nainggolan è uscito lievemente acciaccato, Strootman ha dato fondo a tutte le sue energie, Salah, Florenzi e Bruno Peres hanno corso come matti e saranno chiamati a recuperare in fretta le energie. Cambio probabile sembra quello relativo al portiere: l’esigenza di rispolverare Alison, impiegato finora solo ad Oporto, e forse anche le prestazioni non troppo convincenti di Szczesny, dovrebbero indurre il tecnico giallorosso a puntare di nuovo sul brasiliano.

In difesa tornerà probabilmente Vermaelen, che potrebbe dirottare Juan Jesus a sinistra e riportare Bruno Peres a destra. L’assenza certificata dello squalificato De Rossi apre il ballottaggio di centrocampo tra Florenzi e Paredes, anche se a riposare, stavolta, potrebbe essere uno tra Nainggolan e Strootman, finora sempre utilizzati da Spalletti e comprensibilmente un po’ a corto di fiato.

A sperare in un posto c’è anche Gerson, che potrebbe trovare spazio pero soprattutto a partita in corso. Davanti tutto gira intorno a Totti, che dopo l’operazione salvataggio compiuta contro la Sampdoria potrebbe aver convinto Spalletti a regalargli finalmente la maglia da titolare.

Yuri Oggiano

Bruno Peres è ufficialmente un giocatore della Roma. Prestito oneroso con obbligo di riscatto a 12 milioni.

La corsa contro il tempo è servita: la Roma inserirà questa sera Bruno Peres nella lista Uefa per averlo nel preliminare contro il Porto (probabilmente per la gara di ritorno). L’accordo con il Torino è stato raggiunto stanotte, in giornata è stato invece messo nero su bianco quello con il suo procuratore: prestito oneroso (1 milione) con obbligo di riscatto fissato a 12,5, più un milione e mezzo di bonus. Il Torino ha mantenuto una percentuale su una futura rivendita, lui firmerà un contratto di 5 anni a circa 2 milioni più premi. Jeans e maglietta bianca, un borsone in spalla, sorridente: il terzino è atterrato così a Fiumicino, da Linate, alle 16.10. “Sono felice, forza Roma”, si è limitato a dire prima di lasciare l’aeroporto e andare a Villa Stuart per le visite mediche. Ad accoglierlo pochi tifosi, a chi gli chiedeva se avesse già parlato con Spalletti ha risposto: “No”, a chi invece gli chiedeva di giocare sabato all’esordio in campionato contro l’Udinese non ha risposto. In serata la Roma ha ufficializzato l’acquisto di Bruno Peres. “L’AS Roma è lieta di annunciare l’ingaggio di Bruno Peres dal Torino FC – si legge nella nota del club -. Il contratto prevede l’acquisto a titolo temporaneo dei diritti alle prestazioni sportive del calciatore, a fronte di un corrispettivo di 1 milione di euro, con obbligo di acquisizione a titolo definitivo, condizionato al verificarsi di determinate situazioni sportive, per un corrispettivo di 12,5 milioni di euro. L’accordo include inoltre il pagamento di un corrispettivo variabile, fino ad un massimo di 1,5 milioni di euro, per bonus legati al raggiungimento da parte del club e del calciatore di determinati obiettivi sportivi”. Nel comunicato della Roma ci sono anche le prime dichiarazioni del calciatore: “Sono estremamente felice di iniziare questa nuova avventura – così Bruno Peres -. Non vedo l’ora di conoscere i nuovi compagni e di mettermi a disposizione del mister. Nel frattempo farò il tifo davanti alla tv domani sera! Forza Roma!”.

Francesco Trinca

Italia-Spagna 2-0 siamo ai quarti! Chiellini e Pellè affondano la Roja.

Bestie nere, furie rosse, chiamatele come volete, tanto l’unico colore che conta, qui a Parigi, oggi è l’azzurro. Meravigliosa, coraggiosa Italia: 2-0 alla Spagna, l’avventura a Euro 2016 continua. I detentori del titolo lasciano l’Europeo agli ottavi e forse chiudono un ciclo. Problemi loro: noi andiamo a Bordeaux, con una prestazione maiuscola, un copione “tipo Belgio” e Chiellini-Pellè nel tabellino dei marcatori. Non battevamo gli spagnoli in una competizione ufficiale dal ’94, l’ultima volta, a Kiev, ne avevamo prese quattro. Ma stavolta è un’altra storia. In tornei come l’Europeo, la gestione della fatica è un fattore chiave. E il turnover azzurro contro l’Irlanda paga dividendi, perché i ragazzi di Conte corrono, corrono, corrono. Anche De Sciglio, preferito a Darmian nel 3-5-2, è attivo a sinistra: chiude su un tentativo di Fabregas e propone cross interessanti, sul migliore dei quali Parolo trova l’incornata. Niente da fare, per il giocatore più paragonato a Tardelli l’appuntamento col gol in Nazionale è ancora rimandato. A cavallo della mezz’ora, però, gli azzurri beneficiano di tre minuti di follia di Sergio Ramos, che prima rischia l’autogol e poi abbatte Pellè al limite dell’area. Dov’è Pirlo, quando servirebbe? Negli Stati Uniti… ma non c’è nemmeno il tempo di evocarne la grandezza, perché la punizione di Eder porta al gol. De Gea non trattiene il fendente dell’oriundo, Giaccherini si avventa sul pallone e Chiellini, al 33′, mette dentro sul rimpallo. Esplode il settore del tifo azzurro, l’Italia è in vantaggio e se lo stramerita. Anzi, se De Gea non volasse per negare il raddoppio a Giaccherini, andrebbe al riposo avanti di due gol.

Il cronometro corre, si entra nell’ultimo terzo di gara e la Spagna, finalmente, si scuote. Senza De Rossi, l’Italia agevola il risveglio delle furie rosse, anche in un lunedì in cui hanno ben poco di furioso. Aduriz, Sergio Ramos e Lucas Vazquez (in campo al posto di Morata, che ha steccato la prova di maturità) falliscono tre chance, sebbene l’ultima sia stoppata dal fuorigioco. Poi s’iscrivono al tiro a segno anche Iniesta e Piqué, ma in porta c’è Buffon, mica l’ultimo della pista. Dentro Pedro, Insigne e Darmian per lo sprint finale. Lorenzo accende subito la luce, ma trova i guanti di De Gea. Dall’altra parte siamo a Piqué centravanti. E la mossa per un pelo non si rivela vincente, perché al 90′ Buffon è ancora strepitoso nel dirgli di no. Aggrappati ai guanti del capitano, resistiamo alla marea rossa montante. E quando il pallone corre sul lato opposto, Insigne allarga il gioco per Darmian, l’esterno del Man Utd mette in mezzo e Pellè confeziona il raddoppio tutto “made in Premier”. Game, set and match. Conte corre e non si ferma più. Come la sua Italia. Prossimo ostacolo la Germania, il 2 luglio. Occhio a darci per spacciati.
Francesco Trinca

Coppa Italia, trionfa la Juventus grazie a Morata. Il sogno del Milan termina ai tempi supplementari.

La Juventus vince la Coppa Italia battendo il Milan per 1-0 dopo i tempi supplementari nella finale all’Olimpico. Il gol decisisvo segnato da Morata al 110′. Il Milan perde l’ultimo treno utile per l’Europa. Con la sconfitta, in Europa League va il Sassuolo 6/o in campionato. “Sono molto contento per questa partita: un campionato e una coppa in più per il museo della Juve”. E’ il commento a caldo del match-winner Alvaro Morata, dai microfoni di RaiSport dopo la vittoria dei bianconeri nella finale di Coppa Italia. “Ieri l’avevo sognato – dice ancora lo spagnolo -. I miei amici mi avevano chiesto se avrei giocato dall’inizio e avevo detto loro di no. Allora mi avevano detto ‘entrerai e farai gol’: se tutte le finali fossero così sarebbe bellissimo”. “E’ il bello del calcio – insiste Morata -. Qui in tribuna c’erano mio padre e miei amici, penso anche alla mia fidanzata che da quando sto con lei sono un altro anche in campo”. “Complimenti al Milan – conclude -, che ha giocato una grande partita: è stato difficile batterli, ma alla fine è il risultato ciò che conta. Dove sarò nella prossima stagione? Per me questa non è finita, prima devo fare la mia parte agli Europei e quindi non posso pensare ad altro”. Al termine della finale di Coppa Italia persa allo stadio Olimpico per 1-0 ai supplementari contro la Juventus, la Curva Sud che ospita i tifosi del Milan si è divisa su come valutare la sconfitta. La maggior parte dei supporters rossoneri ha comunque apprezzato lo sforzo nell’ultima partita di stasera, applaudendo a lungo la squadra di Brocchi. Si dissocia invece uno spicchio di curva, che rimane vuoto ed esibisce due striscioni emblematici: “Indegni” e “Vergogna”.

Francesco Trinca

il caso Totti-Spalletti non ferma la Roma. Distrutto il Palermo di Iachini.

Dopo una giornata infernale che ha visto il clamoroso allontanamento  di Francesco Totti la Roma si  consola con un 5-0 sul Palermo (con le doppietta di Dzeko e Salah e il gol del 2-0 di Keita),  che regala la quinta vittoria consecutiva a Spalletti.
Il tecnico toscano è stato fischiato all’annuncio della formazione giallorossa, solo applausi e cori per Totti che a sorpresa ha seguito  in tribuna con la moglie il match dominato dai compagni.

Nel post partita Spalletti, più soft con le televisioni, più duro in conferenza stampa, non ha rinunciato a punzecchiare nuovamente il capitano: ”Sono state delle dichiarazioni frutto di un momento di rabbia e la mia scelta è scaturita di conseguenza. Non potevo lasciar perdere. Io faccio l’allenatore della Roma e non ho intenzione di non rompere le scatole a nessuno. Qualsiasi cosa Totti chiederà alla società io sarò dalla sua parte. Francesco merita rispetto come tutti, ma devo gestire un gruppo di giocatori non un singolo anche se si tratta dalla bandiera della squadra.
A me non interessano le sue scuse, io faccio il mio lavoro, lui fa il suo.
Cosa intende per rispetto? Il fatto che io debba dargli una maglia da titolare? Questo non posso farlo anche perché lui non può garantirmi molto sotto l’aspetto della corsa ovviamente è straordinario sotto l’aspetto della tecnica individuale, a volte non ha neanche bisogno di riscaldarsi, ha io piedi sempre caldo. Vito Scala mi ha detto che domani si allena, questa storia per me è chiusa. Non so se l’anno prossimo sarò ancora allenatore della Roma, dipendo dai risultati come tutti”.

Francesco Trinca

 

Roma, buona la terza. El Shaarawy si presenta ai suoi nuovi tifosi con un gol fantastico.

Finalmente arriva la prima vittoria per la Roma sotto la guida di Luciano Spalletti. Il tecnico giallorosso mette in campo fin dall’inizio i due nuovi acquisti, El Shaarawy e Zukanovic, con Rudiger improvvisato laterale di centrocampo e il Faraone dalla parte opposta. L’intuizione di Spalletti si rivela giustissima perchè il difensore tedesco, mai impiegato in quel ruolo in una difesa a 3, offre una prestazione davvero positiva. Da sogno anche l’esordio di El Shaarawy che, dopo un primo tempo in cui la Roma passa in vantaggio e poi per l’ennesima volta si fa raggiungere dagli avversari, nei primissimi minuti della ripresa riporta la squadra giallorossa in vantaggio grazie ad un bellissimo gol di tacco su assist del neo acquisto Zukanovic, anche lui autore di una buona prova (nel primo tempo salva la sua porta da un gol sicuro). Ancora opaca la prestazione di Edin Dzeko che non riesce a sbloccarsi e viene sostituito ad inizio ripresa da Totti. Il Capitano giallorosso illumina e con il suo ingresso la Roma sembra giocare molto meglio. A 5 minuti dalla fine l’eterno Francesco Totti serve un assist al bacio per Pjanic che, con un destro chirurgico, sigla la rete del 3-1 che chiude la partita. Spalletti può finalmente godersi la prima vittoria della sua nuova era.

Francesco Trinca

Napoli-Roma termina senza reti. A sorridere è l’Inter di Mancini.

In un San Paolo stracolmo, ma senza tifo giallorosso, il Napoli di Sarri aveva il dovere di vincere per non lasciare troppo vantaggio all’Inter e per cancellare il 3-2 rimediato a Bologna dalla squadra di Donadoni. La Roma, dal canto suo, dopo delle prestazioni evanescenti, aveva il dovere di non perdere, al di là dei sempre più inopportuni proclami di Mister Garcia.
Una partita strana e non solo perché molto tattica e contratta, ma anche perché c’era la reale possibilità che una delle due formazioni potesse guadagnare l’intera posta.
La Roma è stata fortunata in un paio di occasioni sprecate dai partenopei, ma anche brava in un paio di interventi del portierone polacco che sta riscattando gli errori commessi in passato. Sterile il gioco d’attacco, ma in una delle poche occasioni, i giallorossi erano anche riusciti a battere Reina, con De Rossi che si vedeva poi annullata la rete perchè il guardalinee sventolava la bandierina, sostenendo che la palla fosse uscita nel cross effettuato da Ruediger.
Continuiamo a pensare che questa Roma non è quella che i suoi tifosi speravano. Vero che mancano molti giocatori infortunati, ma pur vero che chi è abile ed arruolato dovrebbe dare di più di quello che ha dato finora.
Si torna da Napoli con un punticino che non fa classifica e neppure morale, aspettando il sorteggio di domani a Nyon dove i giallorossi conosceranno l’avversario che affronterà in Champions nel mese di febbraio. Fatto sta che l’indomito tifoso della Lupa, spera sempre che possa cambiare la sorte e che la Roma torni ad essere quella Magica che lo fa sognare. Non penso che sia credere troppo, perché dopo anni di illusioni e promesse, il tifo romanista dovrebbe pur avere qualche soddisfazione e non solo “consolasse co l’ajetto”.

Francesco Trinca

Juventus-Milan, decide Dybala. Super Donnarumma non basta al Milan.

La Juventus è inarrestabile. I campioni d’Italia in carica tornare a suonare la carica dopo la sosta con una vittoria cruciale. Allo Stadium di Torino i bianconeri battono il Milan di Sinisa Mihajlovic per 1-0 grazie a un gol nella ripresa di Paulo Dybala, rischiando poco o nulla con un Buffon inoperoso per 92′ e decisivo all’ultimo respiro nell’unico tiro in porta dei rossoneri. La Juventus resta, quindi, un tabù per il diavolo che non batte Buffon e compagni da cinque confronti. Si ferma a cinque, invece, l’imbattibilità milanista che non perdeva dalla sfida casalinga contro il Napoli. Clima inevitabilmente diverso dopo i fatti di Parigi: in uno Stadium commosso ha risuonato la Marsigliese in memoria delle vittime degli attentati. Se non era un dentro o fuori poco ci mancava, perchè se è vero che il Milan ora si ritrova dietro la Juventus di appena un punto, è anche vero che la sfida di Torino ha messo in mostra tutte le debolezze della squadra di Mihajlovic che quest’anno, Lazio a parte, ha perso tutti i confronti diretti con le big del campionato. Un dato fondamentale per comprendere il cammino fatto fin qui da Montolivo e compagni, che faticano e non poco ad affrontare le squadre più attrezzate tecnicamente. In pratica, il ko dello Stadium potrebbe essere un vero e proprio colpo al morale e alle certezze dei rossoneri, peraltro già abbondantemente fragili. Applausi per una Juve solida che, dopo le due vittorie consecutive prima della sosta, riprende a macinare punti e gioco, soprattutto nella ripresa dove il Milan ha fatto davvero fatica a creare azioni d’attacco. Juventus e Milan giocano un  primo tempo equilibrato, con stoccate da entrambe le parti. A rendersi più pericolosi sono i rossoneri, ma la mira davanti a Buffon non è delle migliori. Ha del clamoroso la palla gol che capita sulla testa di Cerci. L’ex Toro, tutto solo al limite dell’area piccola, anziché girare verso Buffon tenta una sponda sul secondo palo dove, però, non c’è nessuno. I bianconeri ci provano spesso da fuori, poi prima dello scadere del tempo chiamano alla grande parata Donnarumma. L’estremo difensore rossonero è bravissimo a deviare in angolo una punizione di Hernanes deviata verso il sette da Bonaventura. Nella ripresa deve volare nuovamente per mandare in corner una gran conclusione di Pogba da fuori. E’ il preludio al gol che arriva al 20′ quando Dybala, tutto solo in area, raccoglie un cross dalla sinistra di Sturaro e infila di potenza e precisione un incolpevole Donnarumma. Il diavolo accusa il colpo con i campioni d’Italia che cercano il gol che chiuderebbe definitivamente il match. La gara però resta in bilico fino all’ultimo e proprio al 93′ Cerci riscalda per la prima volta in partita i guanti di Buffon prima del triplice fischio del direttore di gara.

Francesco Trinca