Biglia e Parolo affondano il Verona. Secondo successo consecutivo dopo quello sul grifone.

Prima il Genoa, poi il Verona. Stefano Pioli infrange due tabù in poche ore: dopo il successo sul Grifone, arrivato a interrompere una serie di otto sconfitte consecutive contro i rossoblù, la Lazio riesce anche a invertire la rotta contro l’Hellas. L’ultimo biancoceleste a firmare un colpo grosso nel Bentegodi scaligero era stato addirittura Karl-Heinz Riedle, ottobre del 1991, una vita calcistica fa. Anche stavolta i capitolini soffrono, vanno sotto pur controllando il gioco per l’intera prima frazione ma riescono a ribaltare con le reti dei due pilastri della mediana. Lucas Biglia trasforma un penalty, Marco Parolo colpisce su calcio di punizione nonostante l’inferiorità numerica provocata dal rosso del “solito” Mauricio. Vince la Lazio, dunque, ed è un successo pesante non solo dal punto di vista del morale – in due trasferte di campionato, Felipe Anderson e compagni avevano rimediato un passivo di nove reti a zero – ma anche da quello della classifica, visto che i tre punti odierni portano i biancocelesti a quota 12.
Merita comunque un applauso la tenacia messa in mostra dai ragazzi di Mandorlini, orfani dei due centravanti Toni e Pazzini. Con Siligardi ko nell’immediata vigilia delle convocazioni, il tecnico ha chiesto a Juanito Gomez di partire al centro dell’attacco e ha alzato Jacopo Sala, buttando nella mischia Hallfredsson dopo quasi un mese di stop. Il rientrante in casa Lazio è invece capitan Biglia, che prende il posto di Cataldi in un 4-2-3-1 che vede ancora Milinkovic-Savic a ridosso di Djordjevic. Ottima la prova del classe 1995, pessima quella del centravanti, mai pericoloso sulle palle alte e inconcludente in zona-gol. Gli ospiti partono bene e vanno a segno, anche se a gioco fermo, proprio con il gigante serbo, che insacca a porta vuota da due metri sugli sviluppi del corner. L’arbitro Giacomelli rileva una scorrettezza a centro area ma l’esame del replay non solo non evidenzia irregolarità biancocelesti, ma mette in mostra un’evidente trattenuta di Souprayen ai danni di Gentiletti: se fischio doveva essere, sarebbe stato lecito assegnare il penalty ai ragazzi di Pioli. Proteste laziali anche poco più tardi, per un contatto alquanto galeotto tra Helander e Felipe Anderson. Il controllo del gioco è saldamente nelle redini dei romani, pericolosissimi in occasione di un cross di Milinkovic-Savic: Djordjevic si presenta in ritardo all’appuntamento col vantaggio. Lo stesso non si può dire dell’Hellas, che sblocca alla prima occasione. I cross di Viviani su palla inattiva sono storicamente velenosi ma la difesa laziale dorme, Juanito Gomez colpisce in spaccata e centra la traversa, Gentiletti e Lulic non liberano ed Helander fa 1-0 di testa.

Francesco Trinca

Crollano Napoli e Milan in trasferta. L’Inter vince all’ultimo respiro. Bene Samp,Chievo e Palermo.

FIORENTINA-MILAN 2-0– Esordio da dimenticare per il Milan di Sinisa Mihajlovic che non riesce a sfatare il tabù della prima giornata (nei suoi quattro precedenti sulle panchine di Bologna, Catania, Fiorentina e Sampdoria ha ottenuto tre pareggi e una sconfitta). All’Artemio Franchi di Firenze perde la prima sfida di alta classifica contro la Fiorentina del nuovo allenatore Paulo Sousa per 2-0. Dopo l’espulsione del rossonero Rodrigo Ely, i viola si portano in vantaggio grazie al gol su calcio di punizione di Marcos Alonso che lascia partire un missile infilando la palla nel sette di sinistra. Questa sera la difesa del Milan non è in formissima. Infatti, al 55′ Romagnoli falcia Ilicic in area di rigore e Valeri non ha dubbi: è penalty. Va proprio lo sloveno dal dischetto e non sbaglia. 2-0 per la Fiorentina.

SAMPDORIA-CARPI 5-2 – Dopo l’eliminazione clamorosa dall’Europa League contro il Vojvodina, la Sampdoria di Zenga non stecca la prima di campionato. Al Luigi Ferraris i blucerchiati si impongono per 5-2 contro il Carpi, neo promossa in Serie A. I padroni di casa sbloccano la gara su calcio di rigore, causato dal fallo ingenuo di Letizia, trasformato da Eder al 14′. Ma non si fermano e Luis Muriel prima raddoppia (20′) e poi cala il tris (30′). Davvero un incubo l’inizio stagionale del Carpi. Al 32′ arriva addirittura il poker blucerchiato grazie a Eder che, come l’attaccante colombiano, realizza la doppietta. Pesante disfatta per gli ospiti che subiscono anche la quinta rete da Fernando su calcio di punizione. Gol all’esordio per il centrocampista. Nonostante la sconfitta certa, il Carpi trova la prima rete in Serie A grazie a Lazzari, ex del Cagliari. Altra nota incredibile del match è l’espulsione di Zenga. L’allenatore viene allontanato dal terreno di gioco per proteste nel tunnel che porta agli spogliatoi. Dopo l’espulsione di Ivan, la Samp prende anche il secondo gol. All’88’ è Matos il marcatore.

EMPOLI-CHIEVO 1-3 – Dopo le cessioni di Valdifiori e Hysaj al Napoli e il cambio di panchina, da Sarri a Giampaolo, l’Empoli perde per 2-1 al Castellani. I padroni di casa iniziano subito forte. All’8′ Saponara sblocca la partita, prende palla sul limite e decide senza troppe esitazioni di concludere in porta: il suo tiro è impeccabile e termina in rete all’angolino basso di sinistra. Nella ripresa il Chievo si sveglia e trova la rete del pareggio con Meggiorini che, sul cross di Birsa, stacca più in alto di tutti e con un colpo di testa fa finire la palla sotto la traversa. E dopo appena 5 minuti gli uomini di Maran raddoppiano proprio con l’assistman del primo gol: Valter Birsa batte il portiere calciando il pallone all’angolino basso di sinistra. Il Chievo non si ferma e cala il tris al 64′ con Paloschi.

SASSUOLO-NAPOLI 2-1 – Debutto incubo per Sarri, il Napoli perde al Mapei Stadium contro il Sassuolo per 2-1. Non passano nemmeno quattro minuti e subito il Napoli si porta in vantaggio con Hamisk. Il centrocampista era nel posto giusto al momento giusto, il rimbalzo termina proprio sui suoi piedi all’interno dell’area e da li riesce a segnare. Il Sassuolo non demorde, controlla la partita grazie agli scambi di palla continui. E al 32′ arriva la rete del pareggio: Floro Flores aggancia un bel cross e spara il pallone da dentro l’area. Nella ripresa il Napoli cede ed i padroni di casa ne approfittano all’84’. Gol incredibile di Nicola Sansone che, con un ottimo scatto, si fionda in area per raggiungere il cross sul quale riesce a colpire. Palla in rete all’angolino basso di sinistra e portiere pietrificato. Di Francesco può essere soddisfatto della prima di campionato.

INTER-ATALANTA 1-0 – L’Inter vince per 1-0 contro l’Atalanta di Reja. Mancini decide di schierare Icardi dal primo minuto nonostante non sia al top della forma. Ma dopo 14 minuti l’argentino viene sostituito a scopo precauzionale per un leggero risentimento muscolare al quadricipite coscia destra. Nonostante l’espulsione di Carmona nel secondo tempo, i neroazzurri non riescono a trovare la rete fino allo scadere dei tempi regolamentari. Nel recupero Jovetic, subentrato proprio a Icardi, segna calciando il pallone sulla destra.

PALERMO-GENOA 1-0 – La prima gara del Palermo al Barbera contro il Genoa termina con una vittoria per gli uomini di Iachini. Ottimo avvio degli ospiti che si sono resi pericolosi con qualche iniziativa di Pandev, ma dopo il cambio di Iachini i padroni di casa si sono ripresi e hanno colpito anche una traversa con Rigoni. E solo allo scadere trovano la rete del vantaggio grazie all’errore clamoroso degli avversari: El Kaoutari da due passi non sbaglia. Al Palermo i primi tre punti della giornata.

Francesco Trinca

Ora è ufficiale: Edin Dzeko è un calciatore della Roma.

Martedì il primo allenamento con i nuovi compagni, il giorno dopo la tanto attesa firma sul nuovo contratto. Edin Dzeko è ufficialmente un nuovo giocatore della Roma. L’attaccante bosniaco ha messo nero su bianco al quadriennale (con opzione per il quinto anno) da 4,5 milioni più bonus. L’esordio con la maglia giallorossa avverrà venerdì, quando all’Olimpico arriverà il Siviglia vincitore dell’ultima Europa League.

“C’è voluto del tempo ma ora sono qui. Negli ultimi mesi ho parlato spesso con Miralem Pjanic e ogni volta che lo sentivo parlavamo della Roma – spiega l’attaccante bosniaco in un’intervista al sito del club – Mi ha elencato i diversi aspetti positivi di Roma; innanzitutto l’importanza della società e il calore dei tifosi, che ho potuto constatare al momento del mio arrivo. Roma è una delle città più belle del mondo ed è un piacere essere qui. Sono davvero molto contento e non vedo l’ora di iniziare”. Poi una confessione: “Seguo la Roma da quando Miralem ha iniziato a giocarci, perche’ e’ bosniaco, come me, e perche’ siamo grandi amici. La scorsa stagione ci abbiamo giocato contro, quindi so quanto importante sia come squadra. Ho davvero fatto di tutto per poter essere qui e devo dire che Walter Sabatini ha fatto un gran lavoro per portarmi a Roma”. Nessuna promessa ma l’impegno a dare il massimo: “Certo, vogliamo vincere titoli; sono qui per vincere più trofei possibili con la Roma, ma prima bisogna lavorare molto sul campo e alla fine, speriamo, raggiungeremo l’obiettivo. Io posso dare gol. Credo che ogni squadra abbia bisogno di segnare ed è quello che io so fare meglio. Cerchero’ di fare il mio lavoro e segnare molti gol”. Immancabile una battuta su Francesco Totti: “E’ una delle leggende del calcio e sono onorato di avere la possibilità di giocare con un giocatore del suo calibro”.

Un curriculum di tutto rispetto e tanti gol alle spalle. Si presenta così a Roma il centravanti bosniaco. 241 presenze fra Wolfsburg (squadra con la quale nel 2009 ha vinto la Bundesliga formando con Edinaldo Batista Libanio, meglio noto come Grafite, ha formato la coppia più prolifica del campionato) e Manchester City (avventura più prolifica con: due premier vinte, una coppa di Lega, un community shield e una coppa d’Inghilterra) con 116 reti all’attivo. Sarà lui l’attaccante giusto per la Roma di Rudi garcia?

Francesco Trinca

 

La Roma combatte a testa alta con il City ma il dischetto questa volta non le sorride.

Rigori fatali per la Roma, che perde 7-6 (2-2 al 90′) contro il Manchester City nel secondo match dell’International Champions Cup. A Melbourne, i giallorossi subiscono subito il gol di Sterling (3′) ma trovano il pari grazie a un destro di Pjanic da fuori area (8′). Nella ripresa, un errore di Cole spiana la strada a Iheanacho per l’1-2. Ljajic, a tre minuti dal termine, infila il pari su punizione prima della lotteria dagli 11 metri. Dopo il successo sul Real ai rigori, questa volta il duello dagli 11 metri non sorride alla Roma, che cade 7-6 al termine di un test tutto sommato convincente contro la corazzata inglese. La squadra di Garcia, soprattutto nel primo tempo, lascia l’iniziativa al City, il cui maggiore tasso tecnico fa la differenza dalla trequarti in avanti. Difesa e ripartenza per i giallorossi, che però sono subito costretti a inseguire. Dopo tre minuti, Sterling scatta sul filo del fuorigioco (Romagnoli rimane troppo basso) e trafigge De Sanctis, ma la replica è immediata e porta la firma di Pjanic, che da fuori area trova l’angolino alto (8′). La Roma, ad eccezione della buona occasione per Silva (9′), resta solida nella propria metà campo, concedendo ben poco al possesso palla degli inglesi. Le squadre, come previsto, vengono rivoluzionate nella ripresa e a pagare è Garcia, tradito da Ashley Cole: l’ex Chelsea tenta un retropassaggio per De Sanctis ma serve Iheanacho, implacabile davanti al portiere giallorosso. Il pari arriva a tre minuti dal termine, quando Ljajic – molto frizzante insieme al nuovo acquisto Iago Falque – disegna una punizione che supera la barriera e s’infila alle spalle di Hart. Dagli 11 metri sono fatali gli errori di Keita e Doumbia, sempre più sul piede di partenza. Intanto Dzeko resta a guardare in panchina, a pochi metri dal suo probabile futuro. Il bosniaco è al centro ormai da tempo di un turbinio di voci di mercato che lo vorrebbero proprio alla Roma. Dopo che la pista Bacca è definitivamente tramontata ad inizio mese, sembrerebbe proprio il bosniaco  l’obiettivo di Walter Sabatini per l’attacco della Roma. Tanti gol da portare al servizio di Rudi Garcia. Non solo reti però, anche esperienza e un palmares di tutto rispetto. Prima di vincere con la maglia del City, Edin Dzeko è stato uno dei principali fautori del successo del Wolfsburg in Germania. La trattativa però sembra essere molto complicata con un continuo tira e molla da parte delle due società che ovviamente vogliono curare i loro interessi al meglio. Il mercato è ancora lungo e tutto può ancora succedere, l’impressione però è quella di aver trovato già la telenovela da gustare sotto l’ombrellone con la speranza che il finale venga scritto il più presto possibile.

Francesco Trinca

La Roma beffa il Real Madrid dal dischetto. Super De Sanctis. Panchina per Romagnoli.

Proprio come un anno fa, durante l’estate la Roma si regala il solito scalpo illustre. Ancora una volta è quello del Real Madrid, che nel 2014 perse contro i giallorossi per 1-0 (gol di Totti) e stavolta cede ai rigori per 7-6, dopo che i tempi regolamentari si erano chiusi sullo 0-0. Una prima uscita nella International Cup di ottimo livello per la squadra di Garcia che, nel freddo australiano di Melbourne, davanti a oltre 80 mila spettatori vince grazie al penalty decisivo di un ex Barça, Keita, dopo che Vazquez aveva fallito il suo tiro dal dischetto.Un risultato non immeritato per la Roma, che a prima vista sembra aver ritrovato le doti peculiari che l’avevano contraddistinte soprattutto nella prima stagione di Garcia, ovvero la compattezza difensiva e la velocità nelle ripartenze. Dando spazio in avvio ai senatori giallorossi (De Sanctis, Maicon, Cole, De Rossi e Totti su tutti), già al 4′ la Roma va ad un passo dal gol con una traversa colpita dallo stesso De Rossi sugli sviluppi di azione d’angolo. Non basta, perché nel prosieguo dell’azione è Marcelo a salvare sulla linea una conclusione quasi a botta sicura di capitan Totti. Il Real Madrid lentamente si scuote. Cristiano Ronaldo e Bale cominciano a prendere campo, ma prima il gallese (6′) e poi Sergio Ramos (9′) non trovano la porta da buona posizione. La Roma però non si fa spaventare, con De Rossi che blinda una retroguardia in cui Castan si sta ritrovando e Maicon che, più di Cole, in fase d’appoggio, rispolvera alcuni spunti d’antica grandezza. Davanti poi Iago Falque e il ritrovato Gervinho, innescati da Totti, sanno mettere in crisi i laterali del Real, che ringraziano spesso la velocità di Varane in copertura. Se si pensa che Navas deve intervenire poi altre due volte su Totti (29′) e Ucan (32′), sono i giallorossi a poter recriminare di più, anche se nel finale di tempo Carvajal (36′) e Bale (43′) provocano brividi a De Sanctis. Nella ripresa Garcia, che già aveva dato respiro a Totti con Doumbia, cambia quasi tutti. Più o meno quello che fa Benitez, che manda sotto la doccia i pesi massimi Cristiano Ronaldo e Bale (che pure sfiora la rete di testa all’8′) per dare spazio alla velocità di Benzema e alla fantasia di Isco. Ma dopo che Doumbia sciupa sotto misura un cross dalla destra di Florenzi (10′), la partita sembra progressivamente spegnersi in un possesso palla che non arriva mai a dama.

Francesco Trinca

Roma, riscattato Nainggolan. 10 milioni per il prestito di Ibarbo.

Radja Nainggolan è ufficialmente un giocatore della Roma. Al termine di mesi di trattativa, la società giallorossa ha riscattato l’intero cartellino del belga versando al Cagliari 9 milioni, che si sommano ai 9 già versati tra prestito e prima metà in 18 mesi. Il riscatto di Nainggolan è stato ufficializzato oggi perché domani scade il termine per le comproprietà, solo a luglio (per motivi di bilancio) sarà ufficializzato invece l’acquisto di Ibarbo. A cifre molto alte: oltre ai 2,5 milioni già versati per il prestito, la Roma ne verserà circa altri 10 per il solo prestito. Fuori dalla trattativa invece Davide Astori: dopo i 2 milioni versati per il prestito, il difensore non è stato riscattato.

Direttamente da Ibiza, Nainggolan ha espresso (ovviamente su Twitter) tutta la sua felicità: “Oggi è un giorno fantastico, finalmente sono al 100% giallorosso, quello che abbiamo sempre voluto io e la società. Ringrazio il club e Pallotta per il grande sforzo, ripagherò in campo come ho fatto finora e anche di più. Forza Roma! Adesso testa alla prossima stagione!”. Tra i primi a brindare con lui Miralem Pjanic, con cui il belga sta trascorrendo le ferie in Spagna.

Per il centrocampista ex Cagliari 45 presenze in stagione con 5 gol e 6 assist. Da quando è arrivato a Roma, è stato subito messo al centro del progetto tattico da Garcia. Raramente il francese ha fatto a meno di Nainggolan in stagione. Fondamentale il suo apporto per la conquista di un secondo posto che, un paio di mesi fà paradossalmente, sembrava essere diventato un’utopia.

Francesco Trinca

Notte bianconera amara a Berlino. Rakitic, Suarez e Neymar firmano il successo blaugrana.

Stavolta non è lieve la notte di Berlino. A 9 anni di distanza dal trionfo azzurro, la Juve non riesce a ripetere l’impresa dell’Italia a Germania 2006 e lascia al Barcellona l’onore di alzare in cielo la sua 5/a Champions League. Sfuma il sogno del primo storico “triplete” ma i bianconeri escono, comunque, dall’Olympiastadion a testa alta. A lungo hanno tenuto dignitosamente testa ad un avversario confermatosi più forte e hanno pure un piccolo rimpianto. Se sull’1-1 l’arbitro Cakir avesse ritenuto fallosa una dubbia trattenuta in area di Alves ai danni di Pogba forse ora staremmo qui a scrivere un’altra storia. Ma va riconosciuto, ad ogni buon conto, che hanno vinto i più forti. La Juve è partita bene, pressando alto e creando un paio di affanni difensivi ai blaugrana. Ma al primo affondo dei catalani (4’) si è ritrovata sotto: Neymar ha smarcato in area Iniesta che dopo aver fatto accentrare su di sé Bonucci ha servito al centro Rakitic che con un comodo sinistro da 9 mt ha infilato Buffon. Il Barcellona si è galvanizzato e con i suoi soliti passaggi veloci al limite dell’area ha creato altri tre brividi a Buffon prima della fine del tempo con Neymar (palla di un soffio oltre l’incrocio), Alves (destro sventato dal portierone bianconero) e Suarez (diagonale a lato di un nulla). La Juve ha replicato a sprazzi, riuscendo a rendersi pericolosa dalle parti di ter Stegen solo con due tiri dal limite fuori misura di Vidal e Morata. La squadra di Luis Enrique in avvio di ripresa ha dato l’impressione di poter dilagare ma non è stata cinica. E, così, dopo non aver chiuso i conti con Suarez (2) e Messi, ha incassato la doccia fredda dell’1-1 (55’): Marchisio di tacco ha lanciato in area sulla destra Lichtsteiner che ha centrato di prima per Tevez. L’”Apache” in girata ha impegnato ter Stegen che nulla ha potuto sul successivo tap-in dell’accorrente Morata.La Juve si è rianimata ed è andata anche vicina al raddoppio con due conclusioni da fuori di Tevez e Pogba. La svolta al 68’: su un cross di Vidal, Pogba è caduto in area leggermente cinturato da Alves e sulla ripartenza il Barcellona ha colpito con Suarez, lesto a riprendere un sinistro di Messi respinto corto da Buffon. I blaugrana hanno insistito e al 72’ hanno anche triplicato con Neymar su cross dalla sinistra di Alba: un gol annullato dalla terna arbitrale per un tocco di mano (evidentemente involontario, però) dopo un primo colpo di testa del brasiliano. La Juve ha ringraziato e, pur faticando a dare continuità alla propria manovra, nel finale per tre volte ha sfiorato il 2-2. Prima con un tocco involontario di schiena di Mascherano che ha sfiorato la propria traversa dopo una maldestra uscita su un angolo di ter Stegen, poi con un colpo di testa di poco alto di Pogba infine, al 90’, con un gran sinistro da 28 mt di Marchisio, deviato in angolo dal portiere con la punta delle dita. Il Barcellona ha resistito e al 97’ ha messo il sigillo sul trionfo con Neymar, lanciato in area solitario in contropiede da Pedro. Il sogno bianconero, così, svanisce. Ma resta la consapevolezza di aver ormai acquisito di diritto un posto tra le più grandi d’Europa.

Francesco Trinca

Ufficiale: Paulo Dybala è un nuovo calciatore della Juventus. Al Palermo 32 milioni di euro.

Ora è ufficiale: Paulo Dybala è un giocatore della Juventus. Il club bianconero ha infatti pubblicato sul suo sito internet un comunicato con tutti i dettagli dell’affare. L’argentino ha siglato con la Juve un contratto di cinque anni. Al Palermo vanno invece 32 milioni di euro pagabili in quattro esercizi più 8 milioni di bonus al raggiungimento di determinate condizioni a partire dalla stagione 2015/2016.

IL COMUNICATO DELLA JUVENTUS

La Juventus comunica di aver perfezionato l’accordo con il Palermo per l’acquisizione a titolo definitivo del diritto alle prestazioni sportive del calciatore Paulo Dybala a fronte di un corrispettivo di € 32 milioni pagabili in quattro esercizi.
 
 Il valore di acquisto potrà incrementarsi di € 8 milioni al maturare di determinate condizioni nel corso della durata contrattuale.
 Gli effetti economici e patrimoniali di tale acquisizione avranno effetto a decorrere dalla stagione sportiva 2015/2016. 
 
La Juventus ha sottoscritto con lo stesso calciatore un contratto di prestazione sportiva quinquennale.

IL COMUNICATO DEL PALERMO

“L’U.S. Città di Palermo comunica di aver ceduto a titolo definitivo alla Juventus l’attaccante Paulo Dybala. A Paulo i più sinceri auguri per il prosieguo della carriera da parte del Presidente Maurizio Zamparini e dell’intera famiglia rosanero”.

n Argentina, viene soprannominato La Joya (il gioiello). A Palermo, gli viene assegnato il soprannome affettuoso “U picciriddu” (il bambino).

Suo nonno Bolesław era polacco; la sua famiglia ha anche origini italiane grazie alla nonna materna, che gli hanno permesso di ottenere la cittadinanza italiana il 13 agosto 2012.

Così dopo tre anni termina l’avventura di Dybala al Palermo. In Sicilia nella stagione appena conclusa, grazie alla perfetta sintonia creatasi in campo con “el mudo” Franco Vazquez, il neo attaccante bianconero è riuscito a siglare 13 reti in 34 presenze. Gol e giocate che gli hanno consentito il salto di qualità. Ora però dovrà dimostrare il suo valore in una grande.

Francesco Trinca

Alla Roma derby e secondo posto. Yanga-Mbiwa salva ed esalta la stagione dei giallorossi.

Con affanno e con orgoglio, la Roma fa suo il derby con la Lazio e trova il modo più bello per conquistare matematicamente il 2° posto che la spedisce alla fase a gironi di Champions. Un successo che fa felice anche il Napoli che, grazie alla zuccata di Yanga-Mbiwa a 5′ dalla fine, ritrova il sorriso e la piccola-grande speranza di rientrare nell’Europa che conta dalla porta di servizio. La Lazio resta con un pugno di mosche in mano dopo una gara condotta costantemente in avanti e, oltre al danno, incassa la beffa di dover andare a giocarsi tutto a Napoli nell’ultimo turno. L’unica consolazione è quella che, dopotutto, al San Paolo, avrà a disposizione due risultati su tre. La Roma ha vinto con una prova operaia. Per oltre un’ora ha esclusivamente badato a contenere le iniziative dei cugini. Poi, d’incanto, ha sorpreso i rivali con l’ingresso di Ibarbo e Pjanic dai cui piedi sono nate le due reti che consentono ai giallorossi di trascorrere un’estate decisamente più serena. Ai punti non avrebbe meritato di vincere ma il calcio, si sa, è fatto di episodi e stavolta hanno arriso agli uomini di Garcia. La Lazio è partita con il piglio giusto e ha subito sorpreso la Roma, specie sulla fascia destra. Torosidis ha compiuto due disattenzioni che per poco non sono costate carissime ai giallorossi: sulla prima Candreva gli è andato via e ha impegnato con un destro da posizione angolata De Sanctis, sulla seconda ha servito lo stesso Candreva il cui cross di prima intenzione non è stato sfruttato da Klose che in tuffo di testa da due passi non ha incredibilmente trovato la porta. Passato lo spavento, la Roma si è organizzata meglio e, fino alla fine del primo tempo, non ha più dato profondità agli avversari. La Lazio ha effettuato uno sterile possesso palla senza più riuscire a mettere in moto con efficacia sugli esterni Candreva e Anderson, tanto meno a servire palloni giocabili a Mauri e Klose. I biancocelesti hanno provato a ripartire forte in avvio di ripresa ma non sono andati oltre un diagonale dal limite di Basta che ha sfiorato il palo. La Roma ha continuato a chiudere tutti gli spazi e, con l’ingresso di Ibarbo e Pjanic al posto di Totti e Keita, ha trovato il coraggio per venire fuori. Il colombiano si è divorato la prima palla-gol costruita dai giallorossi, al 70′, mettendo a lato da due passi un sinistro sugli sviluppi di un angolo poi, però, 3′ dopo, si è riscattato con gli interessi andando via a Gentiletti in area sulla destra e servendo a Iturbe, bravo ad anticipare Basta, il più comodo dei palloni per l’1-0.  Pioli ha gettato nella mischia Djordjevic al posto di Mauri e il serbo lo ha subito ripagato pareggiando i conti all’81’ con un colpo di testa ravvicinato su torre di Klose. Gara finita? Macché. La Roma non si è accontentata e, all’85’, si è andata a prendere i 3 punti con un perfetto stacco di testa di Yanga-Mbiwa su punizione-cross dalla trequarti destra di Pjanic. E così la Roma, a sorpresa, fa festa con 90′ d’anticipo. La Lazio dovrà giocarsi una stagione a Napoli in una sfida che già da ora promette spettacolo ed emozioni.

Francesco Trinca

Doumbia e Florenzi sbrigano la pratica Genoa per la Roma.

Una vittoria per il morale, per l’ambiente, per il gruppo e per riconquistare fiducia. Ma soprattutto quello della Roma sul Genoa è un successo che permette ai giallorossi di scavalcare la Lazio al secondo posto in classifica. L’obiettivo Champions è più vivo che mai quindi. Merito di una squadra che, dopo la vittoria col Sassuolo, fa il bis in casa contro il Genoa. 2-0 il risultato con un gol per tempo: nei primi 45’ la firma di Doumbia, al secondo centro di fila. E all’ultimo secondo dei tre minuti di recuperi il meraviglioso sigillo di Florenzi. Garcia conferma il 4-3-3 di Reggio Emilia con Ibarbo, Doumbia e Gervinho in attacco. Florenzi fa sempre il terzino destro, mentre in difesa Astori vince il ballottaggio con Yanga-Mbiwa. Ancora panchina per Francesco Totti. Gasperini si schiera a specchio: Burdisso è squalificato e al suo posto gioca De Maio. Il tridente offensivo è composto da Bergdich, Niang e Laxalt, mentre Iago Falque siede in panchina. La tattica giallorossa è chiara: lanciare lungo per infilare l’alta difesa rossoblù. Ma i pericoli veri per Perin arrivano dai tiri da fuori, come quello di De Rossi all’11’ che il portiere ospite devia in corner. Il Genoa si fa vedere in area giallorossa con uno spunto di Kucka, ma Laxalt commette fallo su Torosidis e tutto viene vanificato. Ancora Genoa poco dopo: tiro-cross di Izzo e De Sanctis respinge. Al 25’ la più grande chance per la Roma: azione nata da un guizzo sulla sinistra di Gervinho, assist dietro per il tiro di Nainggolan, deviato da Rincon. Grandissimo intervento di Perin che salva i suoi. Il vantaggio giallorosso arriva al 35’: ripartenza Roma, l’azione pare sfumata ma Roncaglia tocca malissimo la palla in difesa e serve Doumbia. L’ivoriano entra in area, fa una finta che sbilancia De Maio e poi con un piatto destro infila Perin. Secondo gol consecutivo in campionato per lui, ormai applauditissimo anche dal pubblico dell’Olimpico. Il Genoa non riesce ad abbozzare una reazione convinta. Anzi, è ancora la Roma a rendersi pericolosa nel finale del tempo con un gran sinistro da fuori di Nainggolan che Perin neutralizza in tuffo. Nei minuti finale sale il forcing offensivo del Genoa che cerca il pareggio. Al 39’ girata di Iago Falque nello stretto dopo un grande stop. La conclusione viene deviata provvidenzialmente in angolo da De Rossi. Un minuto dopo rischia ancora la Roma con un’uscita in ritardo di De Sanctis, tocco di testa di Kucka e la palla rimbalza pericolosamente davanti alla porta. Poi viene spazzata lontana. Ci sono 3’ di recupero, il Genoa insiste e Rincon crossa dal fondo, il pallone colpisce Lestienne dopo un liscio di Yanga-Mbiwa, ma senza risultati. Grifone ancora all’arrembaggio ma proprio al 48’ Florenzi ruba palla a Tino Costa e si fa 60 metri di campo, penetra in area ed esplode un destro agli incroci che chiude la partita.

Francesco Trinca