(A. Ferrantino) – L’arrivo di Paulo Dybala alla Roma rafforza un attacco giallorosso che, in questo momento, può contare anche su Abraham, Zaniolo e Pellegrini. Spetta ora a José Mourinho trovare il vestito tattico più adatto per sfruttare al meglio le potenzialità offensive dei suoi giocatori offensivi.
Dal punto di vista tattico, nei suoi anni alla Juve, Dybala si è trovato ad agire in contesti tattici e con funzioni diverse. In generale l’argentino gravitava sul centrodestra, agendo prevalentemente in zona di rifinitura. Negli ultimi tre anni, passando da Sarri a Pirlo fino al ritorno di Allegri, quando è stato in campo Dybala è stato il catalizzatore della manovra bianconera.
Nella Juventus di Sarri abbiamo anche visto un Dybala che si abbassava spesso per aiutare la fase offensiva di una compagine non sempre brillante in fase di palleggio. Tutto ciò ha reso quindi ineludibile il dibattito intorno a quale sia la posizione migliore per utilizzarne al meglio le caratteristiche: più avanti o più arretrato? Attaccante o trequartista?
A tal proposito giova ricordare come la stagione nella quale l’argentino ha cominciato a far vedere il proprio talento, con la maglia del Palermo, Dybala agiva da prima punta, con Franco Vazquez numero 10. Nel torneo 2014-15 Dybala produsse 13 gol e 10 assist. Nella Juve il suo raggio d’azione si è progressivamente allontanato dagli ultimi sedici metri di campo, come detto, proprio per aiutare la squadra a sopperire alle difficoltà in palleggio.
Nella stagione appena trascorsa i dati relativi agli expected assist (gli assist attesi) su azione hanno visto Dybala registrare un dato (3.71) che lo colloca fra i primi 25 giocatori dei top 5 campionati europei fra i calciatori che hanno caratteristiche simili (chance creator).
A questo si aggiunga che Dybala è stato anche il miglior attaccante della Juve sia in termini di reti fatte (10) che di passaggi chiave (quei passaggi che consentono alla squadra in attacco di superare almeno una linea difensiva avversaria) con un dato di 2.8 di media a partita. Quanto evidenziato finora ci fa capire come il Dybala juventino sia stato una sorta di tuttocampista, un attaccante adattato a giostrare da rifinitore per svolgere un lavoro di raccordo fra centrocampo e attacco.
A Roma, invece, l’argentino potrebbe riavvicinarsi alla porta avversaria. Un’idea quindi sarebbe quella di usarlo da attaccante al fianco di Abraham (con Pellegrini alle spalle dei due o da mezzala in un 3-5-2 fluido) o da terza punta in un ipotetico 3-4-3 con l’inglese e Zaniolo e con una robusta mediana a sostegno. Un’ulteriore alternativa è rappresentata da un 4-2-3-1 molto offensivo con Pellegrini, Zaniolo e Dybala a occupare gli spazi sotto Abraham.