Serena Randazzo – James Pallotta era stato molto chiaro con i dirigenti qualche mese fa: quest’anno la Roma avrebbe dovuto abbassare il proprio monte ingaggi. Il presidente ordina, il direttore sportivo esegue. Monchi si è messo subito al lavoro: 11 i milioni netti risparmiati fino a questo momento tra giocatori e allenatore, cioè già oltre il 20% del totale. L’obiettivo da raggiungere inizia con la riduzione dello stipendio di De Rossi (passato da 6,5 a 3 milioni di euro netti), il ritiro di Totti (che guadagnava 1,2) e le cessioni di Szczesny e Vermaelen (con i loro 3 milioni di euro ciascuno). Anche il cambio di allenatore ha contribuito: Spalletti guadagnava 3, Di Francesco ne prenderà 1,5 più bonus. Tagli che hanno consentito il rinnovo di Strootman, con un aumento di 1,2 milioni di euro (da 2,8 a 4, compresi bonus). Ora l’americano può gioire, lo spagnolo può ritenersi soddisfatto del lavoro svolto.
La missione non è però ancora portata a termine: bisognerà cercare di liberare il club dagli ingaggi di Doumbia, Iturbe e Castan, che non rientrano nei piani del nuovo mister, ma che insieme raggiungono comunque i 7 milioni di euro. Il ds giallorosso conosce benissimo l’importanza di tagliare gli ingaggi, ma al tempo stesso vuole monetizzare il più possibile queste cessioni. Per l’ivoriano la meta più concreta sembra essere il Fenerbahce, disposto a pagargli lo stipendio; il brasiliano ha invece manifestato la volontà di tornare al Corinthians (“Non è facile, ma mi farebbe piacere”), mentre per il paraguaiano la questione sembra la più spinosa, escludendo un eventuale ritorno a Verona. Per rimanere in tema partenze, la più proficua sarà quella (quasi certa) di Salah, direzione Liverpool, con una richiesta iniziale della Roma di 45 milioni di euro. Questa operazione servirà a pagare i riscatti di Perotti (9), Mario Rui (6), Fazio (3,2), Juan Jesus (8) e Peres (12,5) per un totale di 38,5 milioni. Per questo la società capitolina non può scendere sotto i 40 per il cartellino dell’attaccante.
Serena Randazzo