Simone Indovino – Sarà dura, Capitano. Sarà difficile svegliarsi la mattina nei prossimi giorni e pensare che non indosserai più quella maglia da te tanto amata. Quella maglia su cui hai cucito la tua stessa pelle dando tutto. Quella maglia con cui ci hai fatto sognare, tifare, gridare e, a volte, arrabbiare un po’. Sarà difficile per tutti, Capitano. Per i più giovani che sono cresciuti ammirandoti, imparandoti a conoscere quasi come un amico fraterno. Ma anche per i tifosi più “stagionati” che, nonostante avessero vissuto già importantissime storie d’amore come quelle di Giannini o di Di Bartolomei, hanno potuto ammirare la magnificenza che hai saputo regalare.
Sapevamo tutti, Capitano, che questo momento prima o poi sarebbe arrivato. Forse, con un po’ di incauta positività, nessuno di noi pensava a questo giorno, come hai dichiarato tu stesso. E per una volta, soltanto per una, proviamo a mettere da parte le vicende non positive degli ultimi mesi per provare ad affrontare questi giorni con un sorriso. Sarà difficile, Capitano, soprattutto nelle piccole cose. Dalle espressioni buffe in panchina agli scherzi ai compagni accomodati accanto a te. Sarebbe quasi inutile parlare delle gesta in campo, quelle sono scritte e riecheggeranno per sempre nella storia romanista. Ce ne hai regalate tante, e di quelle faremo tesoro finché la memoria ci assisterà. La testimonianza lampante della tua straordinaria carriera è accertata dagliattestati di stima ricevuti negli ultimi giorni, a dispetto di chi diceva che sei conosciuto “solamente dentro il raccordo”.
Non lo dimenticheremo, Capitano, questo 28 maggio. Non lo dimenticheremo perché è stata una domenica da veri romanisti. La capacità di complicarci le cose probabilmente resterà per sempre ma oggi, almeno oggi, non si poteva sbagliare. Perché non sarebbe stato giusto nei tuoi confronti terminare la stagione senza la qualificazione diretta alla Champions League.
Non lo dimenticheremo, Capitano, perché oggi quel tempo da te citato non ha bussato solo alla tua spalla, ma su quella di ognuno di noi. Ci servirà un po’ per metabolizzare il tutto. Ma ripartiremo, tutti quanti. Giocatori, tifosi, giornalisti. E lo faremo anche per te, perché la Roma merita di andare avanti come si merita. Per restare in tema genovese, nel 1981 De André cantava: “Perché domani sarà un giorno lungo e senza parole, perché domani sarà un giorno incerto di nuvole e sole”. Una perfetta fotografia, perché non sappiamo ancora cosa ci riserverà il domani senza di te.
Sarà tutto diverso, è vero, ma le lacrime di domenica pomeriggio si trasformeranno pian piano in fragorosi sorrisi. Perché sono stati 25 anni troppo belli per essere ricordati con delle lacrime. Noi, la tua gente, più di ringraziarti non possiamo fare. Sei lettere potrebbero sembrare poche per esprimere quello che proviamo ma è la cosa più vera che ci viene da dire: grazie.
Abbiamo la fortuna di avere in squadra altri due calciatori che incarnano alla perfezione la romanità da te portata avanti in questi anni. Alzi la mano chi, alla consegna della targa speciale da parte di De Rossi, non ha visto una sorta di passaggio di consegna. Ma questa sarà un’altra storia, una storia degna della Roma.
Simone Indovino