(Jacopo Venturi) – La Roma è ufficialmente passata dalle mani di James Pallotta a quella di Dan Friedkin e del Friedkin Group. Ogni cambio di proprietà corrisponde di solito a enormi cambiamenti. Nel caso giallorosso però non è così probabile uno sconvolgimento del quadro attuale. Questo per un motivo semplice: siamo molto vicini alla finestra di mercato, che per giunta avrà una struttura particolare a causa della pandemia e degli effetti che questa ha avuto sui calendari calcistici mondiali. Difficile aspettarsi dunque che la squadra venga rivoluzionata. Un altro aspetto che rende complicati cambiamenti radicali è legato alle casse, ancora sofferenti per certi versi. Per tutti questi motivi, il tanto chiacchierato ritorno di Francesco Totti sembra essere più una suggestione che altro. L’ex capitano sicuramente ha più possibilità di riavvicinarsi alla Roma dopo l’addio di Pallotta, ma non per questo si può già dare per fatto un suo rientro a Trigoria, anzi. Oltre alle problematiche già elencate, c’è da considerare che attualmente non ci sarebbe uno spot adatto alle sue competenze nel quadro dirigenziale, considerato il potere decisionale alto che l’ex 10 vorrebbe avere. Di sicuro il ruolo di direttore sportivo, formalmente ricoperto da De Sanctis ma di fatto da Fienga, è troppo delicato per affidarlo a una persona senza nessuna esperienza nel ruolo, nonostante conosca alla perfezione Roma e il calcio. Il ritorno di Totti sarebbe comunque una forte legittimazione per Friedkin davanti a un’ampia fetta di tifosi; chissà che quindi il nuovo presidente non cerchi di fare uno sforzo per riportare, almeno simbolicamente, Totti a Trigoria. Questo scenario al momento però sembra essere il meno probabile.
(Jacopo Venturi)