(Jacopo Venturi) – Lorenzo Pellegrini è un giocatore poco discutibile se lo si analizza per certi aspetti, molto più criticabile se lo si interpreta da altri. Sicuramente nessuno mette in discussione il giocatore dal punto di vista del talento e della qualità pura. È uno dei migliori talenti della Primavera romanista degli ultimi anni in tal senso e uno dei primi anche a livello nazionale. Ma è ovvio che tra il possesso di un’abilità e la sua applicazione ce ne passi ed è proprio qui che possono sorgere delle critiche nei suoi confronti. Dal derby del 2018, con quel gol di tacco, il numero 7 si è sbloccato, rendendosi protagonista di prestazioni al livello delle sue qualità molto più spesso di quanto non avesse fatto in passato. Il ruolo stabile da trequartista, nel quale anche Fonseca lo ha inquadrato dopo un tentativo non andato a buon fine in mediana, lo ha aiutato a trovare maggiormente le misure del suo gioco. Ma ancora oggi, ancora in questa stagione, Pellegrini sembra un giocatore incompleto, fermo in un punto indefinito sulla linea del suo processo di crescita. Deve essere chiaro: si sta parlando di un giocatore forte e per certi versi indispensabile per questa Roma. Il problema è che una squadra deve potersi affidare a un leader in ogni momento, non solo quando questo si accende. Questo rimane il limite maggiore di Pellegrini; un limite mentale, non tecnico, da superare per portare lui e la sua amata Roma su un altro livello.
(Jacopo Venturi)