(Jacopo Venturi) – Con due freddi comunicati, arrivati a circa 24 ore di distanza, la Roma ha congedato, nell’ordine, Eusebio Di Francesco e Monchi. Il destino dei due era legato fin dall’inizio: il ds spagnolo si era assunto la responsabilità della scelta del tecnico ex Sassuolo e aveva ormai fatto intendere che l’eventuale esonero dell’allenatore avrebbe comportato anche il suo addio. Così è stato. E così si chiude un biennio particolare per la Roma, fatto di picchi ma anche di scelte controverse e sicuramente poco felici. La Roma di Monchi e Di Francesco è stata la Roma capace infatti di arrivare a tanto così dalla vetta d’Europa: la notte di Champions contro il Barcellona è impressa nel cuore di ogni tifoso romanista e la semifinale contro il Liverpool (di nemmeno un anno fa…) è ancora un sogno vivo nei ricordi. Quella era una squadra sulla quale il direttore sportivo aveva messo poco le mani, consapevole dell’ossatura solida ereditata dal buon lavoro del suo predecessore, Walter Sabatini. Di Francesco si era dimostrato all’altezza delle aspettative, seppur avesse già lasciato qualche perplessità per la gestione della squadra in campionato. Dopo pochi mesi il calciomercato ha cambiato molto la Roma, che ha perso certezze: a quel punto le debolezze mostrate a metà dal tecnico durante il campionato precedente si sono riversate su una squadra con meno punti di riferimento, tecnici e morali, e che ha quindi perso facilmente la bussola. Con l’addio di Monchi e Di Francesco dunque si chiude un periodo denso per i colori giallorossi. Adesso a Trigoria si è di fronte a un bivio: salvare il salvabile o ripartire da zero.
(Jacopo Venturi)