Eusebio e la Roma che non vorrei

Lavinia Colasanto – La Roma non c’è più. I giallorossi cadono in casa contro la Sampdoria per 1-0 sprofondando in un abisso che sembra essere senza fine. Che sia una serata difficile lo dimostrano i cori contro la società poco prima della partita e un avversario che mette subito alle corde la squadra di Eusebio Di Francesco che, come Rocky Balboa contro Apollo Creed, incassa i colpi senza andare giù, grazie ad un Alisson che si conferma il petalo più prezioso della rosa.

La prima mezzora della Roma è da mani nei capelli. I capitolini fanno fatica a superare la metà campo, sbagliano appoggi facili e la Sampdoria non è lesta nello sfruttare le enormi occasioni che capitano a Zapata e Caprari.

La serata è fredda ma i giallorossi riescono a sciogliere il ghiaccio che avevano sulle gambe e prendono fiducia, fino al rigore guadagnato da Under per un fallo di mano di Berezinski. In campo ci sono Dzeko, Strootman, Kolarov, Pellegrini ed anche El Shaarawy, ma sul dischetto si presenta a sorpresa capitan Florenzi che, data la pesantezza del momento e per via della fascia, si prende la responsabilità. Il risultato non è eclatante, terzo rigore consecutivo sbagliato dalla Roma e pubblico che comincia a rumoreggiare.

Si va ai box con una Roma in difficoltà, ma il cambio gomme è perfetto e la grinta con cui la squadra aggredisce l’avversario lo dimostra. Comincia un tiro a bersaglio, ma anche qua si palesano i classici problemi sulla concretezza offensiva. Nelle ultime 5 partite i capitolini hanno segnato soltanto 4 gol, gli stessi di Benevento e Spal, addirittura meno del Verona. Viviano risponde sempre presente consentendo ai suoi di restare in partita.

Il finale è drammatico, un fulmine a ciel sereno colpisce l’Olimpico. Dormita della difesa della Roma, cross di Murru che trova perfettamente Zapata. Jesus non lo vede alle sue spalle, Kolarov non lo segue e il colombiano deposita in rete a porta vuota. Neanche un supereroe come Alisson poteva fare qualcosa.

Finisce la partita, la Roma perde ed arriva una bordata di fischi dai quasi 30 mila presenti. La Curva chiama la squadra sotto al settore ma tutti rientrano negli spogliatoi. Il momento è difficile e sembra essere davvero complicato uscire da una situazione del genere. Il treno per la Champions sta scappando ma ora i giallorossi dovranno guardarsi anche alle spalle.

Lavinia Colasanto