Juventus-Roma, le probabili formazioni e dove vederla: Matic-Cristante in mediana. Pellegrini torna sulla trequarti

(Federico Sereni) – Nella terra del “corto muso” dopo che con due leggere accelerate è stata conquistata la vetta. Presi i sei punti contro Salernitana e Cremonese per 1-0, arriva il primo esame della stagione. La Roma di Mourinho, priva di Wijnaldum – rientrerà tra 3/4 mesi dopo aver scelto di non operarsi – e Zaniolo – tra un mese dopo la lussazione alla spalla – va a Torino, in casa della Juventus.

Una Vecchia Signora ugualmente in difficoltà di organico – mancheranno Pogba e Di Maria, Bonucci e Szczesny non al meglio – ma anche di prestazione dopo il pareggio a reti bianche in casa della Sampdoria.

Mancando di Zaniolo, cambierà l’assetto tattico. Sarà 3-4-2-1, forse mascherato inizialmente dal 3-5-2. Novità principale a centrocampo. Sarà titolare Matic, come confermato da Mourinho. Lo Special One ha poi fatto sapere che il serbo sarà l’unica novità nella formazione, composta per il resto dagli stessi giocatori che sono scesi in campo con la Cremonese. Il serbo, alla prima dall’inizio, sarà affiancato da Cristante. Pellegrini in avanti con Dybala, a supporto di Abrahm. Spinazzola a sinistra.

LE PROBABILI FORMAZIONI

FC JUVENTUS (4-3-3): Szczesny; Danilo, Rugani, Bremer, Alex Sandro; McKennie, Locatelli, Rabiot; Cuadrado, Vlahovic, Kostic.
A disposizione: Perin, Pinsoglio, Gatti, De Sciglio, Rugani, Fagioli, Rovella, Zakaria, Miretti, Soulé, Kean.
Allenatore: Massimiliano Allegri.
Indisponibili: Di Maria, Pogba, Bonucci, Chiesa, Kaio Jorge, Aké.
Diffidati: -.
Squalificati: -.

AS ROMA (3-4-2-1): Rui Patricio; Mancini, Smalling, Ibanez; Karsdorp, Cristante, Matic, Spinazzola; Pellegrini, Dybala; Abraham.
A disposizione: Svilar, Boer, Celik, Kumbulla, Zalewski, Vina, Bove, El Shaarawy, Shomurodov.
Allenatore: José Mourinho.
Indisponibili: Darboe, Wijnaldum, Zaniolo.
Diffidati:-.
Squalificati:-.

DOVE VEDERE JUVENTUS-ROMA

La partita sarà trasmessa da Dazn. Il fischio d’inizio di Irrati è in programma per le 18:30, circa trenta minuti comincerà il collegamento con lo stadio. La telecronaca è affidata a Stefano Borghi, al suo fianco Massimo Ambrosini per il commento tecnico.


Arbitro
: Irrati.
Assistenti: Preti-Berti.
IV Uomo: Abisso.
Var: Di Paolo.
Avar: Paganessi.

Mou, primi applausi: «Mi è piaciuto tutto, la Roma è maturata»

(A. Ferrantino) – Lo aveva detto alla vigilia, José Mourinho, che si aspettava una partita difficile, e il campo gli ha dato ragione. La vittoria è arrivata, ma di misura contro una Salernitana che ha fatto soffrire i giallorossi. Si aspettavano i Fab Four, e invece il protagonista è stato Bryan Cristante. Il centrocampista, fedelissimo di Mourinho che lo ha schierato a sorpresa, lasciando inizialmente in panchina Matic, ha realizzato il primo gol della stagione romanista e regalato i tre punti alla formazione giallorossa. «Mi è piaciuto tutto – le parole del tecnico -. Ovviamente mi piacerebbe di più essere tranquillo 3-0, 4-0, 5-0, ma mi è piaciuto anche vedere una squadra ha avuto la maturità giusta e ha saputo gestire il risultato. La gente che è entrata nel periodo di stanchezza di Zaniolo, Abraham e Dybala non era gente per uccidere la partita, ma per gestire. Matic e Wijnaldum hanno aiutato per finire la partita in modo tranquillo. Qualcuno scriverà che Zaniolo e Dybala potevano segnare 2-3 gol, ma spero scriveranno che hanno fatto una partita straordinaria».

Mourinho ha tolto tutto il tridente, prima Abraham, poi Zaniolo e infine Dybala, facendo entrare Matic, Wijnaldum ed El Shaarawy e tenendo in panchina Felix e Shomurodov. Il messaggio, nemmeno troppo nascosto, alla società è chiaro: c’è bisogno di un altro attaccante, con Belotti che ancora sta aspettando la Roma. Il «Gallo» aspetterà ancora qualche giorno, al massimo fino alla metà di questa settimana, ore che Tiago Pinto dovrà utilizzare per piazzare uno tra l’uzbeko e Felix per liberare una casella. Ha retto bene anche la difesa – è la nona volta nel 2022 che i giallorossi mantengono la porta inviolata in serie A con Gianluca Mancini protagonista. «La prima partita – le sue parole – è sempre molto insidiosa, abbiamo retto bene il campo, potevamo fare due gol in più per stare più tranquilli, invece abbiamo sofferto fino alla fine. Non abbiamo rischiato, ma alla fine un episodio più sempre andare male, speriamo nelle prossime partite di fare più gol».

Entro la fine del mercato potrebbe arrivare un altro difensore. «Se dovesse arrivare per migliorare la rosa io sarei contento, ben venga, è giusto così perché la competizione aiuta in una squadra che punta a vincere». E la Roma anche quest’anno punta alla vittoria. «La Conference ci ha dato consapevolezza, ci vogliono cattiveria e agonismo per andarci a prendere le vittorie, abbiamo una rosa ampia di giocatori forti, ce la giocheremo fino all’ultima giornata. I nuovi arrivati sono bravissimi ragazzi, hanno vinto tantissimo e hanno già dato parecchio alla squadra».

Serie A, basta Cristante: la Roma vince a Salerno. Ma quanti gol divorati

Salernitana-Roma (Ansa foto)

(Keivan Karimi) – La stagione 2022-2023 della Roma parte con una vittoria. Di misura, più sofferta del previsto, ma assolutamente meritata. 1-0 sul campo della Salernitana alla prima di campionato.

Dopo i successi tra ieri ed oggi di Milan, Inter e Lazio, la Roma risponde con una prova convincente, ma figlia sia di una forma fisica non ancora al top (siamo solo al 14 agosto) sia di un clima non ideale per giocare ad alta intensità.

Mourinho sceglie i Fab Four per giocarsela subito forte contro la Salernitana di mister Nicola. Tra i tenori giallorossi spicca subito Zaniolo: gran primo tempo del fantasista italiano, che nel giro di 45 minuti sfiora tre volte la rete e manda in porta Dybala, fermato solo dal palo.

La rete della vittoria arriva al 33′ minuto. Cristante, tra i migliori in campo, raccoglie palla al limite dell’area e trova il sinistro vincente, deviato leggermente da Coulibaly.

Nella ripresa la Salernitana, mai realmente pericolosa, prova a stringere d’assedio la Roma, che però sa come difendersi e non soffre i tentativi dalla distanza dei campani. Piuttosto sono Dybala e Karsdorp in contropiede a sfiorare la rete del raddoppio. I giallorossi si accontentano: 1-0 finale e tre punti preziosi in tasca.

I singoli: bene la difesa, in particolare Ibanez che gioca una prova concreta e decisa stile Tirana. Cristante domina in mezzo al campo e Spinazzola e Zaniolo appaiono i più in forma atleticamente. Pellegrini, Dybala e Abraham solo sufficienti: la loro condizione è ancora leggermente indietro, con il capitano sfiatato dalle tante rincorse in mezzo al campo.

Derby dei trofei vinti, si riparte alla pari: 16 a testa

(A. Ferrantino) – Si riparte alla pari: 16 trofei a testa, per Lazio e Roma, l’aggancio risale a 80 giorni fa ed è targato Mourinho, con la Conference League vinta a Tirana, in una volata che aveva visto la Lazio per la prima volta nella storia in vantaggio dopo la Supercoppa italiana del 2019. I trofei europei adesso sono 2 a testa, calcolando la Coppa delle Fiere romanista del 1960-61 anche se non è riconosciuta ufficialmente dall’Uefa, e la sfida stagionale quest’anno si allargherà all’Europa League (via ai gironi l’8 settembre) dove saranno entrambe teste di serie. In Coppa Italia sono nelle parti opposte del tabellone, potrebbero sfidarsi solo in finale com’è successo nel 2013, nel derby deciso da Lulic. In campionato la Lazio è finita davanti nelle ultime 3 stagioni (4ª contro 5ª nel 2019-20, 6ª contro 7ª nel 2020-21, 5ª contro 6ª nel 2021-22), un record per Lotito che aveva vinto la sfida cittadina solo 2 volte nei precedenti 14 campionati; ma la Roma in totale ha chiuso in vantaggio 49 volte contro 28 (e anche nel 194546 a doppio girone, escludendo gli anni in cui una delle due era in B). Una sola la parità finale: l’almanacco Panini dice che nel 1942-43 «vinse» la Lazio ma non è vero, chiusero entrambe al 9° posto, non valevano classifiche avulse o differenza-reti. I giallorossi sono nettamente avanti anche nel conto dei derby: 67 vittorie a 48 fra campionato e coppe, più 63 pareggi. Le prime 2 stagioni dei Friedkin hanno visto 2 successi a testa, mentre Lotito è sotto 13 a 18 da quando è diventato presidente nel 2004.

Il prossimo derby è in calendario il 6 novembre alla 13ª giornata, la terzultima prima della sosta per il Mondiale. Domani si parte con Lazio-Bologna, un solo ko biancoceleste nelle ultime 21 partite all’Olimpico, e Salernitana-Roma, un incontro che i giallo rossi hanno vinto 8 volte su 10 in casa e fuori tra A e B, unico ko un 2-1 in Campania nel 1999. A 281 km. di distanza, quelli tra l’Olimpico e l’Arechi, ripartirà anche Sarri vs Mourinho: sfida in equilibrio nei precedenti diretti, una vittoria a testa più un pareggio, e nella media-punti in serie A, dove sono entrambi sul podio dei 20 allenatori attuali, Mourinho con 2,008 e Sarri con 1,964, preceduti solo dal 2,020 di Allegri.

Dybala e non solo: le 10 cose che ci ha insegnato Roma-Shakhtar

Paulo Dybala (Ansa foto)

(Keivan Karimi) – Ormai ci siamo. La tanto attesa e paradossale stagione 2022-2023 di Serie A è alle porte. La Roma di José Mourinho ha concluso la preparazione estiva con una festa assoluta in amichevole: il 5-0 all’Olimpico contro lo Shakhtar Donetsk nel giorno della presentazione della squadra.

Un appuntamento simbolico, fatto apposta per il pubblico romano e romanista, pronto a riaccogliere i propri vecchi e nuovi beniamini. Su tutti Paulo Dybala e Gini Wijnaldum, i due colpacci del mercato estivo targato Tiago Pinto.

Ma cosa ci ha lasciato l’amichevole di domenica scorsa? Molto, sia a livello pratico che teorico, anticipazioni importanti in vista di un’annata che la Roma vuole (e deve) disputare da protagonista.

  1. MOURINHO NON SI NASCONDE E AZZARDA I FAB 4. Sarà stato un test match contro una squadra, suo malgrado, giovanissima e rinnovata. Ma Mourinho contro lo Shakhtar ha confermato di voler cadere in tentazione e schierare assieme i Fab 4: Pellegrini, Zaniolo, Abraham e pure Dybala. Tutti assieme in un 3-4-3 tutto sommato equilibrato. La rete del primo gol agli ucraini è il sintomo che la coesistenza può essere proficua.

2. MATIC UN ACQUISTO DA NON SOTTOVALUTARE. L’Olimpico ha scoperto le enormi qualità tecniche e fisiche di Nemanja Matic. Il mediano giunto a costo zero dal Manchester United è un fedelissimo di Mou. L’amichevole ha svelato i motivi: centrocampista totale, fisicamente integro, aggressivo al punto giusto. Se sta bene, può rubare il posto a Cristante senza troppi indugi.

3. SMALLING SEMPRE PIÙ INTOCCABILE. Non tanto per l’amichevole contro lo Shakhtar, ma Chris Smalling durante tutta la preparazione ha confermato di essere un perno difficilmente sostituibile. Soprattutto se c’è da battagliare e tirare fuori le unghie. Niente da togliere al giovane Kumbulla, ma ai livelli del gigante inglese al momento non c’è nessuno.

4. I PROGRESSI DI SPINAZZOLA. Sarà un altro acquisto ‘interno’ per la Roma 2022-23. Leonardo Spinazzola pian piano sta riacquistando lo stato di forma ideale per diventare nuovamente un elemento portante. Scatto, fiato, corsa, qualità nell’uno contro uno e nel cross. Mourinho lo sta gestendo e non intende fare a meno di lui oltre modo.

5. WIJNALDUM È L’UOMO CHE SERVIVA. Presto per dirlo, visto che prima del match dell’Olimpico aveva svolto solo un paio di allenamenti con la sua nuova squadra. Ma Gini Wijnaldum ha le caratteristiche che Mourinho ha richiesto espressamente per un rinforzo a centrocampo. Esperto, dinamico, pronto agli inserimenti, con un enorme senso del gol. Uno che sa vincere, insomma. Non appena entrerà negli schemi ci sarà da divertirsi.

6. IL RUOLO IDEALE DI DYBALA E ZANIOLO. Roma-Shakhtar ci ha mostrato come possono coesistere Paulo Dybala e Nicolò Zaniolo in campo: sacrificio di Pellegrini a centrocampo ed i due fantasisti a dividersi la trequarti alle spalle di Abraham. Entrambi in teoria ambirebbero a partire più larghi a destra, una posizione che soprattutto la Joya predilige. Mourinho lo ha piazzato proprio lì, mentre Zaniolo sta dimostrando maturità tattica ed anche partendo dal centro-sinistra si è saputo destreggiare con qualità e continuità.

7. PELLEGRINI TRA I MIGLIORI CENTROCAMPISTI D’ITALIA. Lo dicono i numeri, ma soprattutto le prestazioni. Con Mourinho ha fatto il regista, la mezzala, il trequartista classico, la seconda-punta e pure l’esterno. Ed il livello delle prove di Lorenzo Pellegrini è sempre rimasto altissimo. Oltre che tecnicamente enorme, il capitano della Roma è anche capace a fare tutto. Per l’appunto tuttocampista top in Serie A.

8. URGE MIGLIORARE LA PANCHINA (IN ATTACCO). La Roma finalmente ha una rosa lunga, completa, competitiva. Forse solo in attacco mancano le risorse azzeccate. Togliere Dybala e Abraham ed inserire Felix e Shomurodov significa un downgrade evidente per qualità, senso del gol e maturità. Non a caso un certo ‘gallo’ Belotti è sempre lì in attesa di sbarcare.

9. LA DIFESA A TRE NON SI TOCCA. In molti ad inizio estate avevano ipotizzato ad un ritorno di Mourinho al suo primo amore, ovvero la difesa a quattro ed un modulo più offensivo. Invece la sua Roma ha trovato la quadra con il 3-4-2-1, si difende con ordine e sa sfruttare la velocità degli esterni a tutto campo. Modulo che vince non si cambia.

10. EL SHAARAWY, IL DODICESIMO CHE TUTTI VORREBBERO. Probabilmente non è più l’attaccante esterno esplosivo di qualche anno fa. Forse non può essere considerato un titolarissimo. Ma Stephan El Shaarawy è di certo la riserva che chiunque vorrebbe in squadra. Professionale, talentuoso, duttile. Mourinho lo ha schierato domenica come esterno sinistro al posto di Spinazzola, il Faraone ha risposto con due assist vincenti ed un numero impressionante di scatti e sovrapposizioni. Altro tassello da non sottovalutare (né vendere).

Pellegrini tra ritorno all’antico e «sacrificio» necessario per dare vita ai favolosi quattro

(A. Ferrantino) – Tra ritorno al passato e «sacrificio» necessario: Pellegrini ha cambiato ruolo (per ora) abbassandosi sulla linea di Matic, una posizione che ricopriva ai tempi della Primavera della Roma e del Sassuolo. Questo per permettere a Mou di far giocare insieme i «Fab Four». Oggi è leader, capitano e giocatore tatticamente fondamentale per la Roma di Mourinho ma un anno fa, di questi tempi, Lorenzo Pellegrini viveva tempi difficili. Secondo alcuni non aveva abbastanza carisma per indossare la fascia ereditata da Dzeko, e anche in mezzo al campo non aveva ancora fatto il definitivo salto di qualità.

Inoltre aveva il contratto in scadenza, circostanza che non favoriva la sua serenità, al punto che dovette intervenire Mourinho per mettere un punto alla vicenda: «Se ne avessi tre come Lorenzo li farei giocare tutti e tre» le parole dello Special One, che poi invitò la società e gli agenti del numero 7 a chiudere velocemente la questione del rinnovo. Da quel momento in poi la storia di Pellegrini nella Roma è cambiata: nei libri rimarrà l’immagine di lui che il 25 maggio alza un trofeo internazionale, fotografia che non hanno nel loro libro dei ricordi capitani come Di Bartolomei, Giannini, Totti e De Rossi. Tatticamente Mourinho lo ha trasformato, avvicinandolo alla porta avversaria, lui ha intensificato il lavoro sui calci piazzati: il risultato sono stati i 14 gol (9 in campionato e 5 in Conference League) e gli 8 assist della passata stagione.

Proprio a Salerno, alla seconda giornata di campionato, ha realizzato una doppietta, aprendo e chiudendo le marcature nel 4-0 finale. Domenica sera sempre all’Arechi – ore 20.45 diretta tv su Dazn, arbitra Sozza – lo Special One gli chiederà qualcosa di diverso, che già si è visto nelle ultime due uscite contro il Tottenham e lo Shakhtar, cioè di abbassarsi al fianco di Matic. Un ritorno al passato per Pellegrini, che proprio in quella posizione è cresciuto con la Primavera e sempre in quella parte di campo, ma in un centrocampo a tre, si è imposto nel Sassuolo.

Un «sacrificio» necessario per consentire alla squadra di avere in campo contemporaneamente Abraham, Dybala, Zaniolo e lo stesso Pellegrini, l’unico dei quattro che può fare quel lavoro. Con il rientro in piena forma di Wijnaldum, Lorenzo tornerà nelle rotazioni offensive, ma non saranno poche le partite in cui sarà costretto a fare il doppio lavoro. La sua duttilità è una risorsa anche in chiave mercato, perché con Matic, Wijnaldum, Cristante, Pellegrini e Bove, Pinto potrà concentrarsi sugli ultimi arrivi, condizionati però a delle cessioni, in altri reparti.

Belotti continua ad aspettare i giallorossi ma non potrà farlo in eterno: per vederlo a Trigoria dovrà partire Shomurodov (interessa al Trabzonspor che avrebbe offerto un milione per il prestito oneroso), ma aiuterebbe anche l’uscita di Kluivert, che il Fulham vuole in prestito con diritto di riscatto a 9.5 milioni. Felix, invece, piace alla Salernitana. Una curiosità: dall’arrivo di Dybala, la Roma ha aumentato i numeri di visite sui propri canali social: secondo un’indagine di Sensemakers, a giugno il club poteva vantare un numero di interazioni pari a 4.9 milioni (10 milioni di video views) mentre a luglio le interazioni sono state 18.6 milioni e le video views 30.3 milioni. Un entusiasmo confermato anche dal botteghino: l’Olimpico infatti è già esaurito per l’esordio casalingo – lunedì 22 alle 18.30 – contro la Cremonese.

Roma-Shakhtar Donetsk 5-0, le pagelle: Pellegrini forza tre, Dybala Joya per gli occhi. Abraham specchio, Zaniolo vecchio stampo

Roberto Gentili – Una serata di festa romanista, una goleada, amore ed attesa per salutare il calcio d’estate e gettarsi con anima, quella dei 63mila dell’Olimpico, e corpo al primo vero appuntamento. La Roma celebra il ritorno davanti alla sua gente come si deve. Lo Shakhtar Donetsk è stato avversario dignitoso, limitato dalla qualità poco presente nei suo interpreti, e nulla ha potuto davanti alla forza giallorossa.

Gli interpreti hanno fatto la differenza. Perché avere dalla propria Pellegrini, Dybala, Zaniolo ed Abraham cambia e come le carte in tavola. Sostenuta e letteralmente spinta da uno stadio pronto a cullare qualsiasi desiderio, la Roma agguanta la partita. Subito in avanti, come per tutti i novanta minuti, al 18′ i quattro tenori salgono in cattedra. Accenno di assolo di Pellegrini, che si appoggia al coro Zaniolo-Dybala-Abraham per firmare il vantaggio.

Rotti gli indugi, inizia il divertimento. Arrivano pali e azioni su cui recriminare – Zaniolo al 24′ e al 37′-, imprecisioni, Dybala col tiro al volo da fuori area su schema da angolo ma poi prima di andare negli spogliatoi ecco l’uno-due. Che poi sarebbe il 2-0 e 3-0. Il cross di Abraham passa tra le gambe di Zaniolo, intelligente a fare il velo per far recapitare la palla all’accorrente Mancini, bravo a trasformare un rigore in movimento e impreziosire nella giusta maniera una partita perfetta. Pochi secondi e lo Shakhtar deve posizionare di nuovo palla al centro, questa volta dopo averla goffamente fatta recapitare nella porta dell’eterno Trubin. Matic, senatore del centrocampo, nell’intento di servire Spinazzola propizia la maldestra deviazione di Konoplia.

La squadra del croato Joviceci, nell’arco di tempo intercorso tra il vantaggio ed il raddoppio, ci provano. A tenere alta la bandiera ucraina, sventolata fieramente dagli arancioneri e non solo, è il folletto Mudryk, pallino giallorosso ai tempi di Fonseca. Nessuna azione degna di nota però passa dalla porta prima difesa da Rui Patricio, poi da Svilar fino ad arrivare a Boer.

Fase di rilassamento nel primo quarto d’ora della ripresa, poi la Roma riprende ad aggiungere lineette alla tabella dei marcatori. Il poker lo marca Zaniolo, il sigillo, arrivato al tramonto di gara, Bove. Su entrambi c’è però lo zampino di El Shaarawy. Appena entrato, al posto di Spinazzola, il Faraone ha mandato in porta l’osannato Nicolò prima e servito signorilmente il giovane centrocampista.

Una vittoria in nome dei fantastici quattro. Pellegrini, Dybala, Zaniolo ed Abraham incontenibili. Il capitano è ovunque, gioca dalla trequarti sapientemente presidiata dall’attenta difesa, a quella avversaria. La Joya dà sprazzi di classe, introvabile negli ultimi anni, e che manda in estasi il trepidante pubblico. La forma non è dei vecchi tempi, ma la strada è quella giusta.

Ed è dei vecchi tempi, e sulla strada giusta, Zaniolo. Osannato ed acclamato sin dalla presentazione, Nicolò, fautore della gioia di Tirana, gioca una partita eccelsa. Sempre nel vivo, sbaglia poco o nulla. Delizia anche lui con tocchi di eleganza – l’apertura scucchiaiata per Dybala – e segna, dopo aver mancato l’appuntamento due volte, prima per un palo poi per poca freddezza davanti a Trubin. Chi ancora deve trovare un appuntamento è Abraham. L’arrivo del gol tarda ad arrivare, ma Tammy gioca da specchio. Di sponda spazia sul fronte offensivo e si inserisce in tre gol.

In difesa è attento Vina, schierato a sinistra nella linea dei tre formata dal fedelissimo Mancini e dall’attento Kumbulla prima e dal COF, chief of defense, Smalling. Il centrocampo non ha problemi: Matic, nel primo tempo, e Cristante nei successivi quarantacinque minuti garantiscono quantità e qualità, fatta intravedere a fine partite da Wijnaldum, altro capace di scatenare applausi a non finire. Celik sulla destra fa il suo: crea e rovina, ma alla fine la casa sulla corsia di destra non crolla.

LE PAGELLE 

Rui Patricio 6 – Non impensieriscono le conclusioni ucraine, potenti ma imprecise. Rischia di metterlo in difficoltà un passaggio di Mancini quando è sulla linea della porta: due avversari in pressione, fa uscire palla in maniera pulita. (Dal 46’ Svilar 6 – Coordina bene la difesa, ha poco da fare. Anche per lui primo giorno di scuola. Dal 79’ Boer sv – Partecipa alla festa).

Mancini 7 – Bada a Mudryk, sfuggito un paio di volte ma subito ripreso, e alla primissima impostazione con i frequenti e precisi cambi in direzione di Spinazzola. Rimasto in avanti su un angolo, trasforma un rigore in movimento e raddoppia. (Dall’80’ Bove 6 – Mette il sigillo alla fine delle amichevoli).

Kumbulla 6,5 – Chiamato a fare poco, risponde con estrema attenzione. Pulisce, senza dar nell’occhio, sbavature difensive di Celik. E non solo. (Dal 46’ Smalling 6 – Gioca con attenzione, quasi come fosse un allenamento. Anticipa e comanda).

Vina 6 – Altra titolarità come terzo di sinistra, possibile novità tattica in caso dovesse restare. Qualcosa soffre, ma non quanto col Nizza. Non commette gli errori visti con i francesi, perché poco sollecitato. Due cross che toccano il cielo, non trovando i compagni. (Dal 46′ Ibanez 6 – Non cade in grandi tranelli).

Celik 6,5 – Ha subito l’occasione di assaggiare il calore romanista, che lo spinge già dal fischio d’inizio in avanti e portando il primo angolo. Confuso sui compiti difensivi, come suo costume chiede scusa senza proferire parola. Il raddoppio nasce da un suo recupero che impedisce l’avanzata dello Shakhtar in contropiede. (Dal 46’ Karsdorp 6 – Quando spinge Pellegrini sfiora il 5-0 e Felix va al tiro, da posizione più che invitante. Lo fa  però poche volte, preferendo giocare una partita a risparmio).

Pellegrini 7,5 – Va in ogni dove. C’è in qualsiasi zona e fa tutto. Recupera innumerevoli palloni, anche in maniera decisa, e li trasforma in oro. Se non li sradica, si propone uscendo dalle marcature ucraine. Così accende la macchina dei gol: avvia la ragnatela con gli altri fantastici 3 e finalizza. Porta palla per gran parte della partita, ma anche pressione. Fa sbagliare Mudryk, che serve Abraham, a sua volta autore dell’assist del raddoppio. Altro dato: sulle punizioni è andato Dybala.

Matic 7 – L’atmosfera dell’Olimpico sembra non averlo toccato, o non lo ha lasciato trasparire. Freddo e composto, si muove come una pedina degli scacchi per mangiare palloni. Non li conserva tutti: propizia con un cross basso la deviazione di Konoplia, quindi il 3-0. (Dal 46’ Cristante 6,5 – Mudryk scivola pochissime  dai tentacoli controlla il centrocampi. Sulla scia della partita del compagno di reparto serbo, aggiunge

Spinazzola 6 – Zalewski è, per precauzione, ai box. La fascia sinistra continua a restare la vera forza della squadra. Il gioco romanista prevede l’immediata girata verso di lui, non sempre capace di ricambiare. Spunti imprecisi, migliorati col passare dei minuti. Che in tutto sono quasi sessanta, da mettere in magazzino. (Dal 60’ El Shaarawy 6,5 – Uomo del cambio: entra, serve l’assist a Zaniolo. Pellegrini fa lo stesso con lui, non riesce ad addomesticarlo. Appoggia per il 5-0 di Dove).

Dybala 7 – Si immerge nella chiesa romanista per il battesimo giallorosso. La affresca con giocate, regalate a sprazzi, di una classe ed un estro che da tempo mancavano. Inizialmente, però, i tentativi di non dar a vedere l’emozione non funzionano. Sbaglia, anche in maniera da lui inattesa, un angolo e qualche conclusione. Per liberarsi dall’immenso abbraccio dell’Olimpico straboccante d’amore, e bramante vittorie, impiega un quarto d’ora. Inizia poi lo show con geometrie precise, giocate di tacco spalle alla porta e movimenti preziosi. Porta palla quel pochissimo che basta per permettere a Pellegrini di avanzare e firmare il vantaggio. (Dall’80’ Felix sv).

Zaniolo 7,5 – Il Tottenham pressa, Mou lo respinge e i tifosi lo invocano. Standing ovation: prima, durante e dopo. Applausi a non finire alla presentazione, che guadagna poi in campo. Settato sulla modalità non aggiornata con gli infortuni, manda in porta prima Pellegrini, poi ci prova con Abraham e Dybala. L’intento lo concretizza lui prima di uscire: dopo un primo tentativo non andato a buon fine (24’), ed il palo (37′) in seguito ad un’azione delle sue, Trubin viene battuto in uscita. (Dal 65’ Wijnaldum 6 – Sorridente e meravigliato dall’accoglienza. Lo stadio lo chiama, Mourinho gli fa tastare il terreno di casa per circa una mezz’ora, alla fine della quale fa innalzare sospiri sbalorditi per una giocata in area di pregiata tecnica).

Abraham 7 – Neppure la prima all’Olimpico lo aiuta a sbloccarsi. Non lo farà, ma aiuta a confezionarli. Prima il vantaggio, nel quale spinge col contagiri il pallone davanti al piede di Pellegrini, poi mette l’assist del raddoppio e prolunga il poker di sponda, come fatto per tutta la partita. (Dall’80’ Shomurodov sv).

Mourinho 7,5 – All’ultimo test, schiera i nuovi alla prima all’Olimpico. Ed anche Vina a sinistra. La Roma gira bene, ora deve rimanere così anche sulla strada verso Salerno.

Veretout, piccolo giallo: è fatta con il Marsiglia ma non piace agli ultrà

(A. Ferrantino) – Si tinge di giallo la cessione di Veretout al Marsiglia. Oggi ci sarà un nuovo contatto tra la società giallorossa e i francesi, ma l’accordo sembra essere totale: Pinto è riuscito ad ottenere l’obbligo di riscatto da parte del Marsiglia fissato a 10 milioni di euro, con il centrocampista che ha da tempo un accordo con il club per un contratto da 3 milioni netti a stagione ed è felice di giocare il prossimo anno in Champions League. C’è però un problema, che riguarda il non gradimento da parte della calda tifoseria del Marsiglia nei confronti di Veretout, a cui non sono state perdonate alcune vicende extra calcistiche che in passato hanno coinvolto dei suoi familiari: da un paio di giorni su Twitter è in tendenza l’hastag #VeretoutNotWelcome. Un’avversione che però non dovrebbe ostacolare il buon esito della trattativa. «Veretout – le parole di Pablo Longoria, presidente del Marsiglia – è un giocatore di livello internazionale, ma non mi piace parlare di singoli, al momento è sotto contratto con un altro club e dobbiamo rispettarlo». Ai dettagli anche il passaggio di Carles Perez al Celta Vigo: andrà via in prestito con diritto di riscatto, che diventerà obbligo dopo un certo numero di presenze.

Wijnaldum, inserimento e duttilità alla corte di Mou. Ecco dove gioca Gini

(Federico Sereni) – La lunga trattativa per Wijnaldum è finalmente arrivata alle battute conclusive, come per Dybala l’accordo è stato trovato nella notte. I tifosi giallorossi tra qualche ora potranno dare il benvenuto al nuovo giocatore della Roma. “Gini” è il centrocampista perfetto, parola di Jurgen Kloop, infatti può ricoprire tutti i ruoli in mezzo al campo: fascia, trequarti o centrale. Ha intelligenza tattica ed è dotato di un gran tiro. In poche parole è il “tuttocampista” che vuole Mourinho. Lo Special One gli assegnerà subito un posto da titolare. Nel precampionato il modulo è rimasto lo stesso dello scorso anno: 3-4-2-1 con due centrocampisti davanti alla difesa. Wijnaldum occuperà quella posizione e garantirà fantasia e imprevedibilità in mediana. Matic e Cristante sono dei giocatori solidi e di qualità ma molto simili.

L’olandese può giocare alle spalle di Abraham, come fantasista ma solo in caso d’emergenza. In quel ruolo le alternative non mancano. Ha grandi capacità nel saltare l’uomo ed è perfetto anche in un centrocampo a 3 come mezz’ala. Il ruolo che gli aveva disegnato Kloop nel Liverpool che vinse la Champions League con Georginio titolare insieme a Fabinho e Henderson. Ad inizio carriera ha anche giocato come esterno d’attacco, la velocità e il dribbling non gli mancano e Wijnaldum può anche dare una mano su entrambe le fasce in caso di necessità. Difficile invece ipotizzare una formazione totalmente offensiva con l’ex PSG e Pellegrini a centrocampo con Zaniolo, Dybala ed Abraham in attacco.

Duttilità, forza fisica e fiuto del gol: ecco Wijnaldum

Wijnaldum fa della duttilità uno dei suoi punti di forza: “Giocare in diverse posizioni nel corso della mia carriera mi ha aiutato a osservare il gioco da diverse posizioni. In pratica riesci a pensare in molti modi diversi, riuscendo ad aiutare tanti compagni dal momento che sai cosa stanno pensando. Mi ha anche aiutato a giocare di più ma… ora sono un centrocampista. E questo mi piace!”. Oltre ad essere prezioso in mezzo al campo sa anche fare gol. L’olandese ha superato quota 100 gol in carriera tra club e nazionale e darà una mano alla Roma anche sull’aspetto realizzativo. Nella passata stagione oltre alle reti del reparto offensivo sono mancati anche i gol dei centrocampisti. Il migliore è stato Mkhitaryan (5 in Serie A) che ha lasciato la capitale all’inizio del mercato, oltre a Lorenzo Pellegrini (9 in campionato e 5 in Conference) che però gioca prevalentemente in avanti.

Wijnaldum-Roma alla stretta finale: Belotti in stand-by

(A. Ferrantino) – La Roma e il PSG stanno discutendo gli ultimi dettagli per perfezionare il passaggio in giallorosso del centrocampista olandese Wijnaldum, fuori dai piani tecnici dei francesi. Il g.m. romanista Pinto sta discutendo sulla «ripartizione» dell’ingaggio tra le due società e sulla formula d’acquisto (prestito con diritto o obbligo). In stand-by Andrea Belotti: l’ex bomber granata vuole la Roma ma la Roma deve prima cedere un attaccante.

Roma e Psg continuano a lavorare per limare gli ultimi dettagli che separano Wijnaldum dalla formazione giallorossa. Il centrocampista olandese freme per raggiungere Mourinho e per mettersi subito a disposizione, ma dovrà aspettare la fumata bianca, che dovrebbe arrivare nelle prossime ore. Tiago Pinto sta lavorando con la dirigenza francese per mettere a posto le questioni che riguardano la percentuale sul pagamento dello stipendio – la Roma dovrebbe versare tra il 60 e il 70% del netto senza bonus – ma anche definire la formula di trasferimento.

Da Trigoria continuano a spingere per mantenere «solo» il diritto di riscatto, mentre da Parigi vorrebbero l’obbligo, soluzione questa che la società giallorossa potrebbe anche accettare ma abbassando a 6 milioni il prezzo del cartellino rispetto ai 10 concordati con il diritto. Si continua a lavorare, insomma, ma la volontà è di chiudere il prima possibile. Altra situazione in stand-by è quella che riguarda Andrea Belotti. La questione è semplice: il calciatore ha un accordo con la Roma – che ha proposto un triennale con ingaggio a partire da 2.8 milioni a salire – ma prima dell’ufficialità c’è bisogno che da Trigoria parta qualche attaccante, non in prestito ma a titolo definitivo, per alleggerire il monte ingaggi.

Belotti ha altre offerte dalla Francia e dalla Spagna, ma dopo aver parlato con Mourinho ha deciso di aspettare la Roma. Gli attaccanti in uscita da Trigoria sono molti: da Felix (piace al Sassuolo che però lo vuole solo in prestito) a Shomurodov (vicinissimo al Bologna), passando da Carles Perez (c’è il Celta Vigo che però per il momento non ha accettato l’obbligo di riscatto), El Shaarawy (interessa all’Atalanta e al Monza) e naturalmente Kluivert (che ha sempre mercato in Francia), che ha un ingaggio da 2.6 milioni netti che pesa molto sulle casse giallorosse. Non appena Pinto riuscirà a piazzare uno di questi, si apriranno le porte per l’ex centravanti del Torino. Per quanto riguarda il difensore centrale, si allontana Eric Bailly del Manchester United, che dovrebbe finire al Siviglia.

Sono costati 8 mila euro, equamente divisi tra il calciatore e la società, i cori intonati da Zaniolo contro la Lazio durante i festeggiamenti per la Conference League. «A seguito dell’accordo di patteggiamento raggiunto dalle parti la nota della Figc- Nicolò Zaniolo è stato sanzionato con un’ammenda di 4mila euro da devolvere all’associazione “Accademia calcio integrato”. La Roma è stata sanzionata per responsabilità oggettiva».