Roberto Gentili – Non aveva vinto gli altri tre precedenti, ma alla quarta sfida la Roma risponde presente. Più che presente. Tanto da calare proprio un poker (4-0) al Bodø/Glimt, che permette di raggiungere la semifinale di Conference League contro il Leicester.
L’atmosfera dell’Olimpico, riempito da 65.000 spettatori, è travolgente e trasporta le speranze giallorosse di rimonta in ogni dove. Le raccoglie sin da subito Abraham, pronto a mettere in porta il vantaggio già al 5’. La Roma è una furia, inarrestabile nel gioco e nell’atteggiamento. Al 23’ arriva il raddoppio di Zaniolo. Nicolò riassapora quel gusto irripetibile del gol, ne ricorda la ricetta e così lo riassaggia altre due volte. Imbucato da Zalewski, firma il 3-0. Il rientro negli spogliatoi non sopisce la fame romanista: al 49’ c’è il 4.0, firmato ancora dal numero 22 giallorosso. Riaffronta anche la sfortuna, vista l’uscita dal campo forzata a mezz’ora dalla fine.
Partendo dalle retrovie, nessun componente manca ai propri compiti. Mancini ed Ibanez sono fedeli protettori delle zone di competenza e favoriscono il sontuoso lavoro di Smalling. Che fa da collante a quello dell’onnipresente Cristante, spalleggiato da Mkhitaryan sottotono ma che comunque riesce a dire la sua. Pellegrini – anche lui uscito, a quindici dalla fine – segue la stessa strada che non trova il gol, ripagandosi con una gara super. Abraham raggiunge quota 24 gol nella prima stagione alla Roma ed aggancia Volk.
LE PAGELLE
Rui Patricio 6 – Amministra senza strafare le noiose pratiche, delle quali la più impegnativa è il tiro di Vetlesen (30’).
Mancini 7 – Solido e concentrato, non sbaglia intervento alcuno. I palloni che recupera li trasforma in ribaltamenti offensivi con precisi lanci, destinati soprattutto a Zalewski.
Smalling 8 – Chiude la porta della difesa, si impossessa del codice di sicurezza e non lascia le coordinate a nessuno. Coordinate che, tra l’altro, cambia: preziosi e vigorosi gli interventi a centrocampo e sulla trequarti.
Ibanez 7 – Il campo aperto è il suo pane. Lo mastica con cura e foga, arrivando così a spegnere i timidi tentativi dei norvegesi.
Karsdorp 7,5 – L’olandese volante, folate difensive per curare piccoli errori di posizionamento ed offensive con cui cerca di essere ancora più partecipe agli attacchi.
Cristante 8 – Quasi mette lo zampino sul vantaggio, dove favorisce forse l’errore di Haikin, firma però il biglietto allegato agli altri gol: avvia i lavori finalizzati da Zaniolo entrambe le volte, prima con la verticalizzazione e poi con il colpo di testa che permette di ribaltare l’azione (3-0) ed il lancio in profondità per il sigillo
Mkhitaryan 6,5 – Arretra a centrocampo, non il raggio d’azione. Non sempre prende però le misure giuste e qualche spiffero lo lascia. Spreca qualcosa di troppo. (Dal 40′ Veretout sv).
Zalewski 7,5 – Il gioco converge verso la sua zona, che non presidia sempre con dovizia. Un po’ di spazio indietro c’è, ma c’è soprattutto davanti: furetto a prender possesso del pallone respinto da Cristante, lo porta con classe in avanti da dove imbuca con la visione del trequartista, di cui possiede i connotati, Zaniolo.
Zaniolo 9 – “Parole, parole, parole”. Illumina d’immenso la magica serata. Il cronometro riparte dal primo minuto di gioco, per squarciare la partita ventitré. Di ghiaccio nell’uno contro uno che vale il raddoppio, delicato sul secondo sigillo personale e dirompente nel tris. I crampi lo costringono all’uscita: al contrario del Vitesse, dalle tribune arrivano solo rose per gli applausi scroscianti. (Dal 60’ Felix 6 – Sporca le due possibilità che ha. Il risultato lo permette ed il danno, a conti fatti, è poco).
Pellegrini 7,5 – Manda in gol Abraham, che di tacco apre le danze. Ispirato, prova a replicare lo stesso gesto ma senza trovare stessa sorte. Si dedica così a tenere le fila del gioco offensivo: confeziona Zaniolo sul raddoppio, scrive due nuovi inviti a Tammy che non legge correttamente le consegne. Si accoda a Nicolò ed esce anche lui prima del fischio finale. (Dal 76’ Oliveira 6 – Sistema il disordine di fine partita e permette un po’ di respiro).
Abraham 8 – Si avventa su quel pallone che lì, innanzi alla porta, cercava solamente chi lo spingesse dentro. È il ventiquattresimo stagionale, come Volk, ora raggiunto. Tenta e ritenta la doppietta di tacco prima, poi incespica davanti a Haikin, bravo sul tiro a fine primo tempo. Nel mezzo c’è però la sponda per Pellegrini, che manda così Zaniolo a raddoppiare. Esce stremato. (Dal 40′ Perez sv).
Mourinho 9 – Sono le gare per cui vive. Mette Zaniolo dal 1’, sposta Mkhitaryan a centrocampo, carica come non mai i suoi scudieri e li guida alla rimonta, quindi alla semifinale di Conference.