Roma-Inter 0-3, le pagelle: squadra inesistente, Smalling e Zaniolo portano la croce

Roberto Gentili – Il treno Inter si abbatte sulla Roma. I nerazzurri di Inzaghi travolgono con imbarazzante facilità i giallorossi, nuovamente inermi contro una big. L’accelerata – dosata – dei meneghini dura poco meno di un tempo, quanto basta mettere a referto i tre gol che li proiettano alla corsa scudetto. Calhanoglu apre al quarto d’ora direttamente da angolo. Importanti le responsabilità di Zaniolo, Cristante e – inevitabilmente – Rui Patricio. In totale confusione per la modalità del gol, la Roma viene messa alle corde e stesa dall’ex Dzeko (24’) e da Dumfries (39’).

Squadra che lascia buchi ovunque. Nessuno si salva, l’unico quasi non imputabile è Smalling. L’inglese deve lavorare per due, e non solo, considerando gli enormi buchi laterali creati da Mancini e Kumbulla, ma anche Ibanez e Vina. A centrocampo, al netto del primo gol, non disprezzabile la gara di Cristante. In avanti fioccano insufficienze. Su un’altra frequenza sia Mkhitaryan, Zaniolo che Shomurodov.

LE PAGELLE

Rui Patricio 4 – Il cross di Calhanoglu lo sorprende e gli passa sotto le gambe. Non indovina i tempi d’intervento sugli altre due gol. Non permette la calata del poker con un intervento di reattività in controtempo.

Mancini 4 – Tiene botta solo per il primo quarto d’ora. Incolpevole sul vantaggio, in cui lamenta una spinta, ci mette lo zampino successivamente. La scelta di tempo dell’uscita nel secondo gol fa cadere l’ultimo mattone della difesa, permettendo a Calhanoglu di entrare in area e servire Dzeko. Guarda poi il cross del tris, come gli succede con Correa. L’argentino lo porta sempre nella sua tana, procurando danni alla già martoriata retroguardia. Salterà lo Spezia per squalifica.

Smalling 5,5 – Dirige le operazioni difensive, evidentemente non nel migliore dei modi. Nonostante questo è il più attento della linea. Ballerino nel raddoppio, aiuta però a non rendere il passivo più pesante.

Kumbulla 4,5 – Frettoloso e agitato. Sempre. Si gira sul vantaggio, non fornisce garanzie. Viene quindi sostituito, tra i fischi. (Dal 60’ Bove 6 – Più volte menzionato da Mourinho, trova spazio dopo i quattro minuti totali racimolati tra Fiorentina e Genoa. Lo Special One quasi sembra pentirsi quando sbaglia un’apertura. Non si ripete e conclude senza infamia e senza lode)

Ibanez 4,5 – Spetta a lui l’arduo dossier Perisic. Non riesce a sbrigarlo, facendo solo sporadicamente qualche buon intervento. Gli si aggiunge di tanto in tanto quello di Correa. Sia il secondo che terzo cross partono da destra: i nerazzurri gli palleggiano davanti, non sa cosa fare e per forza di cose si perde.

Veretout 4 – La percussione nei primi minuti, poi la replica delle ultime gare. Lento e macchinoso, i movimenti errati mandano in tilt la corsia di destra. (Dal 90+1′ Volpato SV – Entra per pochi secondi, quando la frittata è tratta. L’esordio avviene però sotto gli occhi – commossi prima della gara per l’ovazione ed i cori – di Totti).

Cristante 4,5 – Cinquanta per cento di responsabilità sul vantaggio, per il resto si potrebbe prendere quello che è stato scritto per Mkhitaryan, solo per il primo tempo. Il fraseggio del raddoppio lo mette tra i colpevoli, ma poi si impegna per far uscire la Roma dalle sabbie mobili. Non riesce completamente nella volontà.

Mkhitaryan 4 – Dalla ripresa era stata la luce, oggi si mimetizza nel buio. Non regala grandi spunti, nell’azione del raddoppio si trova in mezzo nel torello inscenato da Perisic e Correa. Con Cristante è però il solo a cercare di alzare la testa. Lo abbandona però nella ripresa. Non vedendo risultati, vi rinuncia ed assiste inerme – come i compagni – al dominio nerazzurro.

Vina 4 – Prima parte come un Frecciarossa per la porta nerazzurra, in una cavalcata che ricorda quella di Holebas. Arriva al tiro col fiato tirato. Lo avrà anche difensivamente. In ritardo su Dumfries, che comodamente mette in rete il 3-0.

Zaniolo 4,5 – La partenza sprint illude. Accelera subito sul calcio d’avvio, si infila in mezzo a Brozovic e Barella e confeziona un cross per Shomurodov, che colpisce ma manda fuori. Da quel momento entra nel vortice di confusione che lo ha inghiottito. Sul vantaggio non copre – insieme a Cristante – il palo, indicando la strada per il cross di Calhanoglu. Sparisce e si rivede a fine primo tempo: si contorce su sé stesso, facendo il possibile tra Brozovic, Skriniar e Perisic. Trae in inganno anche nel finale: il potente tiro dà l’impressione del gol, ma sfiora la rete. Ammonito sul finire di gara, salterà lo Spezia.

Shomurodov 4 – Ancora una volta arriva impreparato quando cercato dai compagni. L’occasione ad inizio gara creata da Zaniolo è di fondamentale importanza in partite come queste. Appare e scompare come una meteora. Si accende attorno al trentesimo con un determinato recupero a metà campo, sparisce per il resto di una gara in cui esprime solamente vuoto.

Mourinho 4,5 – Già disponeva di poche armi per tentare di contrastare l’armata, così poi è impossibile. Pugnalato dall’amata ex. Anzi, peggio. Subisce un Triplete e scrive un’altra pagina nera della propria storia: mai aveva subìto 3 reti nel primo tempo. Merito degli avversari, certo, favoriti però dall’assenza di un vero avversario. La squadra di oggi fa acqua da tutte le parti. E la stessa entra a dismisura. Il posto Champions è un miraggio con questo andazzo. E stasera potrebbe anche aumentare la forbice di stanza con l’Atalanta.