Roberto Gentili – Nella notte delle streghe la Roma vede i vecchi fantasmi. I giallorossi vengono rapiti dal Diavolo e trascinati agli inferi. Arriva un’altra sconfitta contro una big, che infrange anche l’imbattibilità casalinga. Passa il Milan per 2-1 in una partita viva, forse troppo visti gli episodi dubbi.
I rossoneri, comunque, superano Mourinho con la potentissima punizione di Ibrahimovic (101 km/h) ed il generoso rigore di Kessie. La Roma si accende veramente solo nel finale con il classico gol dell’ex firmato da El Shaarawy.
Tralasciando gli episodi – numerosi e tutti mascherati da scherzetto più che da dolcetto – la squadra capitolina è parsa inferiore a quella di Pioli. La costruzione ha stentato ad arrivare, così come vere chiare occasioni da gol. Qualche colpo ha provato a spararlo Pellegrini, tutti fuori misura. Rui Patricio è decisivo, nel male. Come lo stesso Ibanez, goffamente ed involontariamente. Il brasiliano spartisce comunque le colpe – pochi i meriti – con Mancini.
Cristante e Veretout annaspano nella confusione, l’attacco è assente. Il solo Zaniolo – più vivo nel finale – non basta. Ci sarebbe Pellegrini, vero. Ma il capitano spreca e man mano si incaponisce tralasciando la lucidità. Lucidità che di sicuro non alberga in Mkhitaryan – e si sapeva – e Abraham, che inanella un’altra prestazione vuota.
LE PAGELLE
Rui Patricio 4,5 – La disposizione della barriera è da rivedere, ma il tiro di Ibra lo fulmina, per i soliti e stucchevoli motivi. Gli sfugge la punizione di Theo nel recupero di primo tempo: per fortuna nelle vicinanze c’era solo Mancini. Impegna i compagni – soprattutto esterni – con rinvii imprecisi. Spiazzato dal rigore.
Karsdorp 5,5 – Costruisce la seconda occasione giallorossa con un doppio cross. Lancia in porta Pellegrini con una rapida, precisa ed illuminante verticalizzazione. Ammonito dal fiscale Maresca, rimane più basso fino all’uscita. È un bene perché ribatte due volte pericolosi cross a fine primo tempo. (Dall’80’ Shomurodov – sv).
Mancini 5,5 – C’è ad ogni occasione rossonera prima del gol. Troppo attendista sulla sponda di Leao per Kessie, situazione in cui lascia – con la connivenza di Ibanez – un’autostrada al centro, trovata dal tiro dell’ivoriano. Il portoghese gli sfugge poi poco dopo sul cross dalla destra, così come Ibrahimovic. Le uscite dal blocco difensivo sono passeggiate fuori porta, non richieste. E difatti viene ammonito. Il giallo però lo rimette in riga: da qui cresce, andando vicino al gol della bandiera.
Ibanez 5,5 – Il tiro di Kessie arriva in porta per lo spazio venutosi a creare dall’errore di posizione compiuto insieme a Mancini. Unica sbavatura del primo tempo: intercetta e blocca tutti i palloni che piovono in area. Toglie dalla testa di Ibra un’occasione a pochi passi con un ottimo terzo tempo. Suo malgrado causa il rigore del raddoppio.
Vina 5,5 – Non è la gara di Cagliari. Ed è già tanto. L’unica fiammata della gara arriva nei primi minuti: prende benissimo il tempo a Saelemaekers e serve Pellegrini che però manda a lato. Concentrato e piatto nel resto della gara, non commette errori rilevanti ma non si accende neppure. (Dal 68’ Perez 6 – Una ventina di misuri scarsi non gli sono sufficienti per mettere lo zampino. Ci prova all’ultimo impensierendo Tatarusanu).
Cristante 5,5 – Con calma tiene le fila del centrocampo per quanto può. Nella confusione dettata dall’alta intensità ha il compito di ordinare le sporadiche idee di gioco. Ci riesce, mancando però in copertura.
Veretout 5,5 – Asfissiato dall’importante pressing cucitogli addosso, perde qualche palla di troppo. Sbroglia i nodi che vengono a crearsi. Poco superiore la prestazione della ripresa, non quanto basta per la sufficienza.
Zaniolo 6 – Il giallo arrivato nei primi minuti per il duello con Theo Hernandez non influenza la gara. Continua a strappare il gioco, non riuscendo però ad impreziosire gli egregi spunti con il gol. Al netto di un errore di valutazione quando era solo in area, è prezioso anche in ripiego. Rabbiosa la sfuriata finale.
Pellegrini 5,5 – Dagli esterni arrivano le prime occasioni, non trova però lo specchio della porta. L’assenza della corretta misura lo accompagnerà anche nel resto delle conclusioni.
Mkhitaryan 4,5 – Quasi si fatica ad affidargli un voto. Non si smuove dalla sinistra e non si muove in campo. Due segnali di presenza arrivano solo alla mezz’ora, ma non bastano per impedire a Mou di sostituirlo nuovamente a fine primo tempo. Viene da chiedersi perché persiste nella scelta masochista di schierarlo dal 1′. (Dall’46’ Felix 6 – Debutta all’Olimpico, mostrando nuovamente carattere. Coraggioso il tiro).
Abraham 4,5 – Vuoto ed assente. Si contorce nella confusione faticando enormemente ad entrare nel gioco. Alza la testa con l’assist a tagliare il campo di Pellegrini: Kjaer è però un mastino e recupera con calma serafica. Accompagnato all’uscita da qualche timido e fugace fischio. (Dal 63′ El Shaarawy 6,5 – Due tiri: uno centrale, poi quello del gol dell’ex e della falsa illusione).
Mourinho 5 – “La formazione non sarà la stessa di Cagliari, ma non sarà molto diversa“. Tutto il contrario. Conferma la formazione tipo e la scelta è controproduttiva. Nel derby incrociato degli ex, perde il primo incrocio con Pioli. Non tanto (solo, anzi) per errori altrui. Incomprensibile, ad esempio, la scelta di scegliere nuovamente Mkhitaryan dal 1′. Al di là delle valutazioni arbitrali, ciò che più inquieta è l’assenza di un filo logico della squadra. Sterile l’attacco. E pensare che dovrebbe essere il carro trainante.