Viaggiando nella Hall of Fame: Giuseppe Giannini, la favola del principe senza lieto fine

Pagine Romaniste (F. Belli) – Jean de La Fontaine diceva: “Spesso si incontra il proprio destino nella via che si era presa per evitarlo”. È proprio cercando di evitare un destino di delusioni e sofferenze che Giuseppe Giannini, chiamato il “principe” dal suo compagno di squadra Odoacre Chierico per i suoi movimenti eleganti e sopraffini, è stato sopraffatto. Un destino beffardo e triste scelto dal principio: non ha avuto nessun dubbio quel ragazzo nato al quartiere Trieste e cresciuto a Frattocchie ad anteporre l’amore per la Roma all’offerta del Milan, che già da tempo lo seguiva. L’esordio non è dei migliori: Liedholm lo fa esordire con il Cesena ma è un suo errore a regalare il gol della vittoria agli avversari. Il campione però non può essere fermato. La consacrazione sul campo avviene comunque pochi anni dopo, proprio col barone che di lui dirà: “Solo Rivera era più era più svelto nell’imparare”Nel 1988, a 24 anni, è già capitano e trascinatore di una Roma che stenta e incappa nelle mille difficoltà della fine di un ciclo glorioso, quello degli anni 80′. L’apice della carriera è sicuramente il mondiale delle “notti magiche” del 1990, dove indossa la 10 e proprio a casa sua, all’Olimpico, segna il gol della vittoria contro gli Stati Uniti. Nessuno può però cambiare il destino, e quello del principe è ormai inseparabilmente segnato. La finale di Coppa Uefa persa contro l’Inter nel 1991, il palo contro il Torino che avrebbe regalato una Coppa Italia con una rimonta impossibile nel 1993, e poi quel rigore…

IDI DI MARZO

Un anno dopo quel maledetto palo, il 15 marzo del 1994, giorno delle idi di marzo romane, il principe si trova a 11 metri dalla possibilità di scacciare le ombre della B vicina un punto. E lo può fare contro la Lazio, che sta conducendo la gara con l’idolo di quegli altri, Signori. Il rigore viene parato da Marchegiani e scatta il finimondo. “Se uno ha un rigore e lo sbaglia, non è degno di stare in questa squadra”, dice patron Franco Sensi a fine gara. Il capitano delegittimato dal suo stesso presidente, romano e romanista come lui. Pochi mesi dopo sarà comunque affar suo scacciare l’incubo della retrocessione segnando contro il Foggia. Nulla però gli toglierà quella macchia, che lo segnerà per sempre. La sua avventura nella squadra che tifa fin da bambino e che l’ha visto crescere sta per finire. Due anni dopo, nella sua ultima stagione con la maglia giallorossa, di nuovo a marzo, maledetto marzo, il principe sfiora il riscatto. Immaginiamo per un secondo se Messi, sul 3-0 contro il Barcellona, avesse segnato e portato i blaugrana in semifinale. Ecco, sostituite Messi con Vavra e Giannini con Manolas e avrete Roma-Slavia Praga“E poi c’è chi non crede alle favole, è un principe che ha preso sottobraccio la sua Roma”, l’indimenticabile commento di Cerqueti sul gol del 2-0, che portava la firma proprio di Giannini e che permetteva alla Roma di pareggiare la sconfitta d’andata. Si sbagliava però, perché il lieto fine non ci sarà nè quel giorno nè quattro anni dopo, nella cerimonia d’addio al calcio rovinata da alcuni tifosi e dalla Lazio campione d’Italia. Ma le storie a lieto fine, si sa, sono solo quelle che non iniziano mai.

Francesco Belli

Prima sconfitta dell’era Mourinho: a Verona la Roma stesa per 3-2

Pagine Romaniste (F. Belli) – Alla ricerca della settima meraviglia. Superate le prime sei prove – tra campionato e Conference League – la Roma era alla ricerca del settimo successo consecutivo. Davanti c’era il Verona, fresco di cambio di panchina passata da Di Francesco a Tudor. Mourinho non ha schierato la formazione titolare. Sulla fascia sinistra mancava Vina, ai box per una botta al ginocchio. A sostituirlo Calafiori. A completare la linea davanti a Rui Patricio Mancini ed Ibanez, Karsdorp a destra. Cristante e Veretout a giostrare a centrocampo. C’è stato anche un cambio sulla trequarti, dove Shomurodov ha preso il posto di Mkhitaryan, anche lui non al meglio per un affaticamento muscolare. Pellegrini ha diretto i lavori offensivi, aiutato da Zaniolo sulla destra. Abraham punta. Era inevitabile e tutti, Mourinho in primis, lo stavano attendendo. Così, “fatalmente”, la prima sconfitta della nuova gestione portoghese è arrivato proprio a Verona. Il solito “fatal Verona”. È successo in una partita spigolosa nella quale la Roma è andata avanti grazie a un gran gol di capitan Pellegrini, ancora una volta per lunghi tratti di un livello assoluto. Il capitano giallorosso ha messo in rete di tacco un gran pallone servito da Karsdorp. Ma il secondo tempo è di tutt’altro registro. La Roma viene raggiunta dal sigillo di Barak al quale fa seguito il vantaggio di Caprari, ma riesce di nuovo a rimetterla in piedi grazie all’autogol di Bessa, disastroso nel tentativo di chiusura su Abraham. Ci pensa il capolavoro di Faraoni a fissare il risultato finale su un 3-2. Un risultato che fa male, soprattutto per come è maturato, e che rischia di minare le certezze che la rosa aveva acquisito finora, a pochi giorni dall’Udinese e dal derby di domenica. Un capitolo a parte meriterebbe l’arbitraggio di Maresca, già al centro delle polemiche per come aveva condotto nella scorsa stagione Roma-Sassuolo. Un esempio: per tutti, gamba alta sul ginocchio di Simeone ai danni di Veretout; nulla. Poco dopo, protesta di Veretout che ha subìto un fallo: giallo. Nella sua partita almeno non ci sono errori che condizionano l’esito della gara. A Mourinho ora l’arduo compito di trovare dei correttivi. A partire da un nervosismo eccessivo che a Verona è stato dannoso e che non è bisogna confondere con la grinta. Queste le parole del portoghese a fine gara: “Loro hanno fatto uno sforzo tremendo per vincere la partita, noi ci siamo impegnati, non ho niente da dire sotto questo punto di vista, però non abbiamo giocato bene. Abbiamo perso tanti duelli individuali, e i calciatori del Verona hanno avuto più intensità di noi. Ho bisogno di rivedere la partita per cercare di capire con più dettagli cosa è successo. Abbiamo interpretato male alcune situazioni, gli attaccanti dovevano fare più pressing. Abbiamo avuto qualche difficoltà anche quando avevamo noi la palla. Abbiamo cercato troppo il gioco lungo e non ci siamo adattati al loro modo di giocare, ci è mancata un po’ di qualità. I tre gol voglio rivederli, ho avuto la sensazione che abbiamo avuto difficoltà a centrocampo. Ci aspettavamo una loro reazione nel secondo tempo, dovevamo gestire meglio i momenti di difficoltà ma come abbiamo vinto 6 partite e non 60, ne abbiamo persa una e non 10. Dobbiamo pensare alla prossima e provare a vincere la settima invece di perdere la seconda“. Lo Special One dovrà essere bravo a gestire una difficile situazione in vista della gara casalinga contro l’Udinese in programma giovedì e soprattutto in vista del derby di domenica alle 18.

Francesco Belli

Verona-Roma 3-2, le pagelle: Pellegrini unica luce, Mancini e la difesa singhiozzano. Abraham impalpabile

Roberto Gentili – Fatal Verona. La Roma incontra la sconfitta contro gli uomini di Tudor, vittorioso alla prima sulla panchina gialloblù. La gara è subito in salita, ma la magia col tacco di Pellegrini sembra indirizzarla dall’altra parte. In confusione, il Verona mette a segno il micidiale uno-due ad inizio ripresa: Barak pareggia (49’), l’ex Caprari (54’) raddoppia. I giallorossi di Mourinho si riaffacciano con l’autogol di Ilic (58’) propiziato da Pellegrini. Faraoni trova però una stupenda rete e firma il successo.

Pellegrini migliore in campo. Sotto la pioggia battente del Bentegodi, sprofonda la difesa, con Mancini a guidare. Karsdorp – al netto dell’assist per il vantaggio – è sovrastato, così come Abraham in avanti. Ibanez il meno peggio della retroguardia. Il motore della squadra – la trequarti – è inceppato: il solo Pellegrini non basta a colmare i balbettii di Zaniolo e Shomurodov, combattivo ma vacuo. Manca anche il centrocampo, crollato sotto l’asfissiante pressing. Cristante è connivente nei tre gol.

LE PAGELLE

Rui Patricio 6,5 – Tutte le conclusioni sono centrali, sbaglia qualche rilancio di troppo. Di riflesso c’è sulla deviazione di Mancini, non può sul rapido tap-in di Barak. Non perfetto sul gol di Faraoni, recupera con la successiva parata su Caprari.

Karsdorp 5 – Inizia in affanno. I primi cross sono troppo bassi per essere usufruiti e soffre Lazovic, che se ne va in area con una busta. Nel tentativo di restituirla, perde palla e lo manda in porta. È il campanello d’allarme che gli fa cambiare il ritmo: rimane più alto, recupera spesso palla. Tiene viva l’asse con Pellegrini: recupero più o meno fortunato, cui segue uno-due, il capitano va mezzo e viene servito da un altro assist perfetto, aiutato dal tocco di un avversario. Lo stato di affanno si rivede nel secondo tempo: ogni singolo affondo passa da lì. (Dal 78’ Smalling 6 – Torna anche in campionato, arriva due volte al cross: evidente che non sia il suo forte).

Mancini 4,5 – Aiuta Ibanez nel controllare la sfuriata clivense. Guida la difesa, soprattutto Calafiori. La deviazione sul cross dell’ex Roma Caprari è decisiva per il pareggio di Barak. Girandosi e rigirandosi, crea lo spazio necessario a Caprari per il bis.

Ibanez 6 – In campo aperto è pressoché insuperabile. Ne dà ampiamente prova nel primo tempo in quattro occasioni. Prezioso il temporeggiamento sul tiro di Lazovic.

Calafiori 5 – Il Verona cerca di trarre beneficio dal posizionamento scomposto, viene richiamato da Mancini. (Dal 78’ Mayoral 6 – Riesce a trovare il campo, non il quid in più necessario)

Cristante 5 – Con calma esce dal vortice di confusione del primo quarto d’ora. Apporta ragione e sostanza, vuole replicare l’azione del gol col Sassuolo: la traversa del Bentegodi non è d’accordo. Non riesce a stare dietro a Caprari: l’ex di giornata ottiene il fondo e mette dentro. È in ritardo anche sul raddoppio, firmato proprio da Caprari. Si gira – ed è ancora in ritardo – sul tris di Faraoni.

Veretout 5,5 – Prestazione non distante da quella del compagno di reparto. Timido nei primi minuti, un insidioso tiro di Lazovic al decimo parte da una disattenzione. Rispetto a Cristante, però, è maggiormente presente in interdizione. La solita grinta si rileva avversa: ammonito al quarto d’ora per (legittime) proteste. Abbassa i giri nella ripresa ed esce. (Dal 65’ Perez 6 – Subito al tiro, fuori misura. Ci mette il cuore, il migliore dei subentrati)

Zaniolo 5,5 – Fatica a sfondare l’out di destra. Si scioglie nel finale di primo tempo, quando cerca anche il tiro, intercettato involontariamente da Abraham. Lunghi i corner battuti. (Dal 64’ El Shaarawy 5,5 – Si getta nella partita, non trovando l’ossigeno necessario).

Pellegrini 6,5 – Nel primo tempo trova Cristante su punizione, ma il bello arriva dopo. Pulisce un pallone recuperato da Karsdorp, gli affida la palla che trasforma nel vantaggio con una magia di tacco, simile al gol di Mancini al derby. Si ripete nella ripresa propiziando l’autogol di Ilic. Ultimo lampo prima di spegnersi lentamente.

Shomurodov 5,5 – Debutto da titolare in campionato complessivamente positivo. Trovare spazi e tempi giusti non è facile. Quando arrivano non è preciso. (Dal 64’ Mkhitaryan 5,5 – Inutile ogni tentativo di portare brio).

Abraham 5 – Sovrastato da subito dalla serrata marcatura di Dawidowicz, è impossibilitato ad essere il punto di riferimento dei compagni. Preferisce toccarla di fino invece che con sostanza: la scelta non lo paga per gran parte del match, ma è un elegante e rapido tocco di prima che porta Pellegrini al cross del pareggio.

Mourinho 5,5 – La peggior prestazione – sotto ogni punto di vista – porta la prima sconfitta. Aveva avvertito del pericolo cui la Roma andava incontro, ma la sensazione è quella che tutti fossero impreparati per affrontarla al 100%. La difesa ha bisogno di un lavoro certosino: bene individualmente – soprattutto Ibanez – pecca però nel complesso.

Verona-Roma, le PAGELLE: Mancini e Karsdorp disastrosi.

(R.Rodio) – Prima batosta stagionale per la Roma di Mourinho in casa del Verona. Ecco i voti e le pagelle del match:

-Hellas Verona-

Montipò 6.5; Dawidovicz 6, Gunter 7, Ceccherini 5.5 (Magnani 6.5); Faraoni 7, Bessa 6.5 (Tameze 6), Ilic 6, Lazovic 7 (Casale 5.5); Barak 7, Caprari 7.5 (Hongla s.v.); Simeone 6.5 (Kalinic 5.5). All: Tudor 7.

-Roma-

RUI PATRICIO 6,5 – Il suo l’aveva fatto, con l’ennesima prova in sicurezza. Incolpevole sulle tre reti dell’Hellas, prova a tenere in piedi la Roma con un super-intervento su Caprari. Ma non basta.

KARSDORP 5 – Se si toglie il buon cross sul quale Pellegrini inventa il tacco volante dello 0-1, l’olandese passa il tempo a sudare e soffrire sulle incursioni di Caprari e Lazovic. Non a caso due reti su tre del Verona nascono dalle sue parti. (78′ SMALLING 6 – Non concede nulla all’ex Kalinic sui tentativi di ripartenza veronese).

MANCINI 5 – Responsabile negativo in troppe occasioni. Come sul pareggio di Barak, quando con una deviazione sballata spiana la strada al gol dell’Hellas. O sul raddoppio di Caprari, lasciato entrare in area e calciare con tutta facilità. Giornataccia.

IBAÑEZ 5,5 – Marcature sempre attente e strette, ma fa correre più di un brivido ai suoi quando il pallone transita dai suoi piedi.

CALAFIORI 5 – Ad oggi il suo livello non è ancora all’altezza di certi impegni. Faraoni lo mette spesso in crisi, mentre quando c’è da spingere viene arginato troppo facilmente. Ne deve mangiare di polvere… (78′ MAYORAL s.v. – Impalpabile nel convulso finale).

CRISTANTE 5,5 – I suoi difetti tornano a bussare prepotentemente. Non trova mai la posizione giusta in marcatura, come dimostra l’azione dell’1-1 in cui Ilic lo aggira in rapidità. Lento nell’impostazione e nell’uscita in pressione.

VERETOUT 4,5 – Anonimo, mai nel vivo del gioco. Ci si aspetta da lui aggressività e velocità nel ripartire, invece lo si ricorda solo per un’ammonizione figlia di un ingiustificato nervosismo. (66′ MKHITARYAN 5,5 – Schierato da playmaker per far salire la squadra, viene limitato nella qualità e nella fantasia).

ZANIOLO 5,5 – Peccato. Si erano rivisti sprazzi del vero Nicolò nel primo tempo, con qualche sgasata niente male e partecipazione in quasi tutte le azioni offensive. Poi si spegne, annacquato dalla pioggia del Bentegodi. (66′ PEREZ 5,5 – Piazzato largo a destra, prova a puntare il baby Casale e andare sul fondo. Da ricordare solo un sinistro centrale e poco oltre).

PELLEGRINI 7 – Anche in un pomeriggio grigio come questo il capitano accende la luce. Gol spettacolare di tacco, degno del miglior Roberto Mancini. Merito suo anche il momentaneo 2-2 con un cross che costringe Ilic all’autorete. Predica nel deserto.

SHOMURODOV 5,5 – Tanta corsa, tanto sacrificio, ma poca carne al fuoco. Quando c’è da dialogare con Abraham perde la misura. Non ha mai l’occasione di ripartire con la sua consueta velocità. L’esperimento di vederlo largo nel 4-2-3-1 per ora è bocciato. (66′ EL SHAARAWY 6 – Volenteroso, ma non gli riesce il capolavoro della scorsa settimana).

ABRAHAM 5 – Lontanissimo parente del centravanti esplosivo delle prime uscite. Non riesce mai a vincere un duello con Gunter e Dawidowicz, fa salire poco la squadra e non va praticamente mai al tiro. Molto nervoso e fuori dal match, anche di testa. Un deciso passo indietro.

All. MOURINHO – Arriva la prima sconfitta ma non è figlia del caso. Nonostante per due volte si fosse messa bene (0-1 all’intervallo e subito pareggio del 2-2) il Verona è sempre stato in controllo del centrocampo. La Roma non riesce ad avere in mano il pallino e subisce la vena agonistica dei ragazzi di Tudor. Peccato aver vanificato il gioiello di Pellegrini. Forse sul 2-2 si poteva rinforzare il centrocampo e smorzare l’ondata gialloblù che sembrava incontenibile.

Verona-Roma, le probabili formazioni e dove vederla: Viña out, c’è Calafiori. Pronto El Shaarawy al posto di Mkhitaryan

Roberto Gentili – La macchina macina vittorie guidata da José Mourinho fa tappa in Veneto. Cominciato col piede giusto il girone di Conference League con la travolgente vittoria (5-1) contro il Cska Sofia, domani alle 18 la Roma sarà ospite del Verona al Bentegodi.

Sulla panchina gialloblù debutterà Igor Tudor. L’allenatore croato ha preso il posto di Eusebio Di Francesco. La goccia che ha fatto traboccare il vaso – già instabile dopo le sconfitte contro Sassuolo (2-3) ed Inter (1-3) nelle prime due gare di campionato – per l’ex tecnico della Roma è stato il ko contro il Bologna (1-0). Con il vento in poppa invece sin qui i giallorossi: tre successi in campionato e prima posizione in classifica, condivisa con Milan e Napoli.

Il momento d’entusiasmo nel mondo romanista alimenta ancor di più la voglia di Roma dei tifosi. Se le partite giocate sin qui all’Olimpico hanno fatto registrare il sold out, si preannuncia un’invasione romanista anche in quel di Verona dopo quella avvenuta a Salerno, nella prima trasferta di campionato. Il settore ospiti del Bentegodi sarà infatti vestito di giallorosso: i 1700 biglietti disponibili sono stati esauriti in poche ore.

LE PROBABILI FORMAZIONI DI VERONA-ROMA

Mourinho non ricorrerà al turnover visto giovedì, ma non schiererà  il blocco titolare. Viña non sarà infatti a disposizione. Durante la rifinitura della sfida contro i bulgari, il terzino uruguaiano ha riportato una botta al ginocchio. L’esterno non è stato convocato. C’è invece Mkhitaryan. L’armeno è alle prese con un affaticamento muscolare, ma sarà comunque agli ordini di Mourinho.

Nella difesa che andrà a schierarsi davanti a Rui Patricio, sarà dunque confermato Calafiori. L’esterno classe 2002 ha fornito l’assist 3-1 a Pellegrini ed è uscito nei minuti finali per un problema fisico di lieve entità. Al centro Mancini ed Ibañez, che riprende il posto lasciato in Coppa a Smalling. Karsdorp confermato a destra nonostante il problema muscolare che lo ha costretto ad uscire all’intervallo nella sfida contro il Cska.

A fare da diga ecco Cristante e Veretout. Tenuti a riposo in vantaggio di Diawara e Villar, i due titolari sono entrati attorno al quarto d’ora della ripresa contro il Cska. Da quel momento la Roma ha dilagato, anche grazie a loro. L’inamovibile Pellegrini sarà affiancato da Zaniolo sulla destra e El Shaarawy a sinistra, in vantaggio già da prima dei problemi di Mkhitaryan. Trovato l’agognato gol davanti al pubblico dell’Olimpico, Abraham è pronto a ripetersi.

La prima versione del Verona targato Tudor differirà leggermente da quelle viste fin qui. Non tanto negli interpreti, quanto nella sistemazione. L’ex allenatore dell’Udinese – avversaria giovedì alle 20.45 della Roma – disegnerà i Butei con il 3-5-2 anziché col 3-4-1-2 usato sin qui. Montipò tra i pali, Dawidowicz, Gunter e Magnani in difesa. Esterni di centrocampo Faraoni a destra e Lazovic a sinistra, in mezzo Ilic con Hongla e Barak. La coppia Lasagna e Simeone in attacco. Per il primo c’è l’insidia Caprari, ex Roma.

DOVE VEDERE VERONA-ROMA

La sfida tra Verona e Roma verrà trasmessa da Dazn. Il fischio d’inizio è previsto alle 18, il collegamento comincerà trenta minuti prima. Ricky Buscaglia curerà la telecronaca, l’ex terzino giallorosso Federico Balzaretti si occuperà invece del commento tecnico.

VERONA-ROMA, ARBITRA MARESCA: DIECI GLI INCROCI

Fabio Maresca sarà l’arbitro della partita tra Verona e Roma. A coadiuvare il direttore di gara campano saranno Pasquale De Meo e Christian Rossi. Daniele Minelli ricoprirà il ruolo di quarto uomo. La Var sarà di competenza di Gianluca Aureliano, all’Avar Matteo Passeri.

Maresca e la Roma si sono incontrati già in dieci occasioni. Con il fischietto 40enne la Roma non ha mai incontrato la sconfitta: 5 vittorie ed altrettanti pareggi. Dello scorso campionato l’ultima direzione di gara: il pareggio a reti inviolate contro il Sassuolo. A tenere banco fu il rigore per fallo di mano di Ayah non fischiato e la mancata espulsione di Obiang per fallo su Pellegrini.

In perfetto equilibrio lo score con il Verona, diretto 6 volte: 2 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte. L’ultima è proprio contro la Roma nella stagione 2019-20: gol di Veretout e Dzeko.

LE PROBABILI FORMAZIONI

HELLAS VERONA FC (3-5-2): Montipò; Dawidowicz, Gunter, Magnani; Faraoni, Honglan, Ilic, Barak, Lazovic; Lasagna, Simeone.
A disposizione: Pandur, Berardi, Casale, Cetin, Ceccherini, Bessa, Tameze, Caprari, Kalinic, Cancellieri.
Allenatore: Igor Tudor.
Indisponibili: Frabotta, Sutalo, Ruegg, Veloso.
Diffidati:-.
Squalificati:-

AS ROMA (4-2-3-1): Rui Patricio; Karsdorp, Mancini, Ibañez, Calafiori; Cristante, Veretout; Zaniolo, Pellegrini, El Shaarawy; Abraham.
A disposizione: Fuzato, Boer, Reynolds, Smalling, Tripi, Kumbulla, Diawara, Villar, Darboe, Perez, Mkhitaryan, Zalewski, Shomurodov, Mayoral.
Allenatore: José Mourinho.
Indisponibili: Spinazzola, Viña.
Diffidati: -.
Squalificati:-.

Arbitro: Maresca.
Assistenti: De Meo-Rossi.
IV Uomo: Minelli.
Var: Aureliano.
Avar: Passeri.

La Roma a valanga sul CSKA Sofia: finisce 5-1 all’Olimpico

Pagine Romaniste (F. Belli) – La Roma non si ferma più. Nel primo impegno dei gironi di Conference League, la valanga giallorossa colpisce il Cska Sofia: finisce 5-1. A sbloccare il risultato sono però i bulgari con Carey (13’). In meno di un quarto d’ora arriva il sorpasso. Pellegrini riceve un delizioso assist da Kardsorp, controlla con cura per poi mettere alle spalle di Busatto con un incantevole tiro a giro. Ad appena tre giorni da quando Francesco Totti lo aveva incoronato come suo erede, ecco che il capitano della Roma ha tirato fuori dal cilindro una prestazione proprio stile “tottiano”. Il raddoppio viene firmato da El Shaarawy. Il Faraone ripete lo stesso copione col Sassuolo: tiro a girare col destro, che questa volta finisce a fil di palo. Nella ripresa la Roma dilaga. Ancora servito dalle fasce – da sinistra, con l’ottima discesa di Calafiori – Pellegrini colleziona un’altra doppietta dopo quella di Salerno. Il poker è invece calato da Mancini, al posto giusto ed al momento giusto dopo il palo colpito a distanza ravvicinata dal rientrante Smalling. Palo che nega la gioia a Shomurodov, il quale serve però Abraham: l’inglese si sblocca all’Olimpico e mette il timbro. Mou, visti i numerosi impegni, sceglie la via del turnover. Sette sono i cambi, in campo dall’inizio quattro titolarissimi trainanti, Rui Patricio, Karsdorp, Mancini e Pellegrini. E si vede, visto che i bulgari passano in vantaggio e per i primi venti minuti la Roma quasi non si vede. Partita semplice per l’arbitro Glenn Nyberg, alla prima direzione in Italia. Stesso discorso per i guardalinee Beigi e Sederqvist. Il terzetto svedese si difende egregiamente nonostante la mancanza del Var, prevista solo nella finale di Tirana. Il primo tempo è tranquillo, anche se al 5′ l’arbitro non vede una gomitata che procura un taglio sotto l’occhio a Carles Perez. Nel complesso però bene, con una direzione di gara molto inglese. E l’arbitro va avanti con coerenza nella ripresa. Giusta nel finale la scelta di espellere Wildschut per doppia ammonizione: prima atterra Ibanez allargando troppo il braccio, poi commette un fallo tattico fermando Perez in contropiede. Non è fuorigioco quello di Mancini sul quarto gol, più dubbi su Abraham ma nel dubbio giusto non alzare la bandierina. Mourinho a fine gara è stato estremamente sincero, criticando la prestazione dei suoi ma non l’atteggiamento: Non mi è piaciuta la qualità del gioco. Non abbiamo tenuto la palla come ci siamo allenati nei giorni scorsi, centrocampo con poca intensità e i terzini non hanno spinto molto. Abbiamo perso molti duelli difensivi. Non abbiamo giocato male, ma non abbiamo meritato il 5-1. Non mi è piaciuta la gara. Pellegrini? Cresciamo tutti insieme e anche io cresco con i ragazzi. E’ un giocatore di super qualità con grande potenziale. Vorrei dire molto di più, lui mi ha detto che firmerà il suo contratto nei prossimi giorni e potrà dare più forza al suo rapporto con i tifosi in modo decisivo. E’ un giocatore di qualità, è il capitano ed è importante l’empatia con i tifosi che sta creando. Se devo gestire l’entusiasmo? E’ vero. L’altro giorno scherzavo col mio staff dicendo che ogni giorno dobbiamo andare a San Pietro per pregare di non avere infortuni. Abbiamo dei limiti e una stagione è una maratona, dobbiamo gestire queste situazioni. Sei vittorie non sono sessanta, e se arriva la settima non saranno settanta. Felice di ciò che stiamo costruendo, ma la squadra deve migliorare e dobbiamo essere tranquilli. Questo rapporto tra la squadra e i tifosi è molto positivo per noi. Quando arriverà il buio, è lì che dovremo essere più squadra. Per il momento sono contento di ciò che stiamo costruendo anche se oggi non sono contento di come abbiamo giocato. Mancano nove punti per essere primi nel girone”. Lucido come sempre, lo Special One mette in guardia i suoi sul fatto che quando arriverà la prima sconfitta, i suoi uomini dovranno dimostrare di essere una squadra vera rispondendo immediatamente senza farsi abbattere dallo sconforto. E domenica al Bentegodi c’è il Verona di Tudor.

Francesco Belli

Roma-CSKA Sofia 5-1, le pagelle: Pellegrini incanta, Abraham al battesimo dell’Olimpico. ElSha non si ferma, Shomurodov universale

Roberto Gentili –  L’uragano giallorosso si è abbattuto sul CSKA Sofia. Passati in vantaggio con Carey, i bulgari vengono travolti dalla doppietta di Pellegrini, El Shaarawy, Mancini e Abraham, al primo centro all’Olimpico.

Eccettuando i primi venti minuti, la prestazione può ritenersi soddisfacente. Spicca il reparto offensivo: l’alchimia è qualcosa di splendente. Pellegrini delizia con classe, El Shaarawy non si placa e firma il bis. Shomurodov non trova il gol, ma è comunque uno dei migliori. Oltre ad aver mandato in gol il Faraone, l’uzbeko porta Abraham al primo gol tra le mura di casa, sotto la Sud.

LE PAGELLE

Rui Patricio 6,5 – Il tiro di Carey gli passa sopra e finisce sul secondo palo. Senza il solito saltello forse avrebbe trovato il giusto tempo. Amministra le successive situazioni, soprattutto i due tiri (centrali) di Muhar. Bella la risposta sulla seconda conclusione nel finale.

Karsdorp 6,5 – Dal consueto fornimento di cross, esce la pennellata che porta al pareggio – altrettanto perfetto – di Pellegrini. Dalla destra, però, nasce anche un altro gol: quello del vantaggio bulgaro. Rimane negli spogliatoi per un affaticamento muscolare, che non sembra destare preoccupazione. (Dal 46’ Ibanez 6 – È assodato che sia lui il vice dell’olandese. Deve prendere però confidenza con il ruolo. Sbaglia subito un anticipo su Wildschut, che entra in area. Il duello con l’esterno lo vede in affanno, non presente comunque in un paio di chiusure finali).

Mancini 6,5 – Sia avanti che dietro sbaglia le misure ed i tempi. Al vantaggio bulgaro subisce tunnel da Carey, che lo supera con troppa facilità prima di insaccare. Propositive le verticalizzazioni, tutte però fuori misura. Non lo è sul palo colpito da Smalling, ribadito in men che non si dica in porta.

Smalling 6 – Messo alle spalle l’infortunio, torna a guidare la difesa. Sembra però un neo patentato per gran parte del tempo. Sul tiro di Carey si mostra spaesato, stesso atteggiamento in occasione di un invitante cross di Pellegrini. È ancora più evidente quando con un avversario che gli sta col fiato sul collo tenta il retropassaggio, a pochi passi dall’area. Ripassato il manuale del buon difensore, lo attua con dovere soprattutto nella ripresa. Negli ultimi minuti colpisce il palo: Mancini è lì e mette dentro.

Calafiori  6,5 – Le volate iniziali vengono tarpate sul nascere. Assestatosi con il passare dei minuti, trova il suo posto in campo. Dosa l’acceleratore, letale quando viene azionato: Pellegrini lo ringrazia per l’assist del tris, e della doppietta. Costretto ad uscire per un problema fisico. (Dal 76’ Kumbulla 6 – Mancava l’ultima tessera per completare una difesa formata da centrali. Supera il test da terzino).

Diawara 6 – Mou lamenta tocchi di troppo. Non fa tanto per far placare lo Special One: sbaglia passaggi semplici, ma chiude egregiamente i vari pericoli. Mourinho lo fa accomodare dunque in panchina. La sufficienza è per il risultato finale. (Dal 57’ Cristante 6,5 – Ordine e sicurezza, oltre a lanci ben calibrati. È l’architetto del quinto gol. Vede il posizionamento di Shomurodov, chiama Smalling ad avanzare: l’inglese serve l’uzbeko, che lancia poi Abraham).

Villar 6 – Nuovamente in campo dopo lo spezzone al ritorno con il Trabzonspor, l’avvio è negativo. Senza colpo ferire, fa passare Carey nell’azione del vantaggio. Pulisce immediatamente la macchia salendo in cattedra scodellando un morbido assist a Pellegrini  ed aperture per El Shaarawy. In mezzo ci mette anche qualche recupero: da mastino quello della mezz’ora. Per la motivazione del voto vedere quella di Diawara, anche se ha fatto meglio del compagno. (Dal 57’ Veretout 6,5 – Divide l’ordine con Cristante. Con la grinta spegne le piccole fiammate. Su angolo cerca il gol con un insidioso tiro-cross).

Perez 6 – Barcamenandosi qua e là strappa la sufficienza. In evidenza più per i falli – subiti e compiuti – che per gli spunti. Wildschut non lo tiene ed è costretto alla doppia ammonizione. Il giudizio finale segue quello di Diawara e Villar.

Pellegrini 8 – Altra prestazione da mettere negli archivi storici. Dopo i soliti tentativi di mandare in rete i compagni, ci pensa lui con una rete da standing ovation. Amministra con estrema cura il cross al bacio di Karsdorp e batte Busatto con un tiro a giro a scavalcarlo. Fortunato invece nella rete della doppietta – che vale il 3 a 1 – quando sporca il tiro, trovando comunque il gol. Meritatissimi gli applausi che hanno accompagnato l’uscita. (Dal 75’ Abraham 7 – Questa volta non c’è nessun palo o traversa a negargli il primo gol all’Olimpico, sotto Curva Sud. Di pregevole fattura il tocco a scavalcare il portiere brasiliano. Deve ringraziare anche Shomurodov per quel passaggio illuminante.

El Shaarawy 7 – Mourinho avrà un grattacapo in più. Ancora in rete, sempre servito da Shomurodov e con un tiro a giro. Va calando, ma la prestazione è positiva.

Shomurodov 7 – Universale. Questa la prestazione dell’uzbeko. Da centrocampo avvia una percussione che porta al raddoppio di ElSha. Cerca pure lui la gioia personale, il palo gliela nega. Può consolarsi con l’altro assist per Abraham.

Mourinho 7,5 – L’avversario non era proibitivo, ma una vittoria è pur sempre una vittoria. Il tempo di carburare, poi la squadra dilaga, anche se non in una maniera che lo appaga. La strada europea sembra essere ben indirizzata. Sull’approccio dei primi minuti c’è comunque da lavorare.

Roma-CSKA Sofia, le PAGELLE: Pellegrini “imbianchino”.

(R.Rodio) – La Roma inizia la propria fase a gironi di Conference League con una vittoria per 5-1 sul CSKA. Ecco le pagelle del match:

-Roma-

RUI PATRICIO 6,5 –  Sul gol è chiaramente incolpevole vista la traiettoria e la forza del tiro. Per il resto deve solamente controllare che tutto fili liscio. Qualche conclusione da fuori gestita con la solita tranquillità

KARSDORP 6 – Accompagna l’azione e difende la sua corsia con la solita generosità, senza guizzi particolarmente eccelsi. Meritato riposo nella ripresa. (46′ IBAÑEZ 5,5 – Non entra con la concentrazione delle ultime gare. Si fa superare da Wildschut troppo spesso e sbaglia pure qualche rinvio).

MANCINI 6,5 – Sbadato nell’azione del vantaggio bulgaro, è un episodio isolato nell’ennesima prova massiccia e grintosa, condita dal gol di rapina del 4-1 giallorosso. Chiude onorevolmente con la fascia al braccio.

SMALLING 6,5 – Finalmente il gigante inglese torna a troneggiare in difesa, dopo le settimane passate in infermeria. Non ha grossi problemi contro un Krastev rinunciatario, l’ideale per riprendere confidenza. Sfiora anche il gol con un palo che ancora trema.

CALAFIORI 6,5 – Poco coinvolto a sinistra nella prima frazione, intraprendente e determinante nella ripresa. Una delle sue sgroppate chiude di fatto l’incontro, con assist al bacio a Pellegrini. Il talento c’è, la gamba anche, ma chiude anche oggi con crampi e fatica. (76′ KUMBULLA 6 – Fa piacere rivederlo, seppur da terzino, con grinta e buona volontà).

DIAWARA 5,5 – Si sente da tempo il regista ideale della Roma e prova a dimostrarlo alla prima da titolare. Ma non va oltre i soliti dialoghi orizzontali e qualche stop affannoso. Nella ripresa lascia sguarnita la trequarti con regolarità, commettendo al massimo falli inevitabili. Mezza bocciatura. (57′ CRISTANTE 6,5 – Il feeling con la tifoseria è completamente cambiato rispetto al passato. Uno dei più acclamati al momento dell’ingresso in campo. Dona sostanza ed equilibro quando la partita era virtualmente ancora in bilico).

VILLAR 6 – Non era così dispiaciuto nel giro-palla dei primi 45′, impreziositi da uno scavetto che aveva mandato in porta El Shaarawy. I problemi sono sempre due: pecca in fase di contenimento, come si nota sul gol dello 0-1. E non ha la visione verticale chiesta da Mourinho, nonostante le doti tecniche incriticabili. (57′ VERETOUT 6 – Qualche accelerazione delle sue a mostrare la buona condizione e le giuste randellate in mediana. Padrone della situazione).

PEREZ 6,5 – Nessuna paura nel puntare l’uomo e con un buon margine di riuscita nel dribbling. Non sfrutta una buona punizione dal limite e sfiora il bersaglio grosso in un paio di occasioni al termine di azioni personali.

PELLEGRINI 8 – Ogni partita che passa, al di là dell’avversario, prende sempre maggiore consapevolezza. Tuttocampista, in grado di impostare e concludere. Infila il pareggio con un pallonetto magnifico. Trova la doppietta dopo una splendida discesa di Calafiori e con un pizzico di fortuna. Degno capitano, cit. Francesco Totti. (74′ ABRAHAM 7 – Si sblocca anche all’Olimpico dopo il centro di Salerno. Scatto sul filo del fuorigioco e palla in rete in anticipo sul portiere. La Sud è tutta per lui e ne ha ben donde).

EL SHAARAWY 7,5 – La testa è tutto nello sport. Dopo il gol da tre punti contro il Sassuolo scende in campo dal 1’ come trasformato. Paradossalmente la rete del 2-1, di pregevolissima fattura con il classico tiro a giro, non è la cosa più bella della sua prestazione. Insegue tutti anche in fase difensiva e mostra un verve mai ammirata dopo il ritorno dalla Cina. Definitivamente ritrovato.

SHOMURODOV 7,5 – Gli manca solo il gol. Incontenibile in velocità. Pregevole nel servire l’assist ad Abraham e sfortunato nel centrare il palo da ottima posizione. Un vero fattore del match

All. MOURINHO –  Arriva anche la sesta vittoria ufficiale in altrettante uscire. Non saranno 60 come dice lui ma di sicuro è un buon inizio. Anche dopo essere andati in svantaggio non c’è mai stato un momento in cui la gara è sembrata in bilico. Troppa la differenza tra le due squadre e ottima la consapevolezza del gruppo. Chi entra sa cosa fare e non demerita. La speranza è che a gennaio si possa veramente completare questa rosa per ambire a qualcosa di veramente importante

-CSKA Sofia-

Busatto 5.5; Turitsev 5 (Donchev s.v.), Mattheij 6, Galabov 5.5, Mazikou 5.5; Yomov 5.5 (Bai 6), Muhar 6, Lam 5, Wildschut 5; Carey 6.5; Krastev 5.5 (Ahmedov s.v.). All: Mladenov 5.5

(K.Karimi – A.Papi) – La Roma inizia la propria fase a gironi di Conference League con una vittoria per 5-1 sul CSKA. Ecco le pagelle del match:

-Roma-

RUI PATRICIO 6,5 –  Sul gol è chiaramente incolpevole vista la traiettoria e la forza del tiro. Per il resto deve solamente controllare che tutto fili liscio. Qualche conclusione da fuori gestita con la solita tranquillità

KARSDORP 6 – Accompagna l’azione e difende la sua corsia con la solita generosità, senza guizzi particolarmente eccelsi. Meritato riposo nella ripresa. (46′ IBAÑEZ 5,5 – Non entra con la concentrazione delle ultime gare. Si fa superare da Wildschut troppo spesso e sbaglia pure qualche rinvio).

MANCINI 6,5 – Sbadato nell’azione del vantaggio bulgaro, è un episodio isolato nell’ennesima prova massiccia e grintosa, condita dal gol di rapina del 4-1 giallorosso. Chiude onorevolmente con la fascia al braccio.

SMALLING 6,5 – Finalmente il gigante inglese torna a troneggiare in difesa, dopo le settimane passate in infermeria. Non ha grossi problemi contro un Krastev rinunciatario, l’ideale per riprendere confidenza. Sfiora anche il gol con un palo che ancora trema.

CALAFIORI 6,5 – Poco coinvolto a sinistra nella prima frazione, intraprendente e determinante nella ripresa. Una delle sue sgroppate chiude di fatto l’incontro, con assist al bacio a Pellegrini. Il talento c’è, la gamba anche, ma chiude anche oggi con crampi e fatica. (76′ KUMBULLA 6 – Fa piacere rivederlo, seppur da terzino, con grinta e buona volontà).

DIAWARA 5,5 – Si sente da tempo il regista ideale della Roma e prova a dimostrarlo alla prima da titolare. Ma non va oltre i soliti dialoghi orizzontali e qualche stop affannoso. Nella ripresa lascia sguarnita la trequarti con regolarità, commettendo al massimo falli inevitabili. Mezza bocciatura. (57′ CRISTANTE 6,5 – Il feeling con la tifoseria è completamente cambiato rispetto al passato. Uno dei più acclamati al momento dell’ingresso in campo. Dona sostanza ed equilibro quando la partita era virtualmente ancora in bilico).

VILLAR 6 – Non era così dispiaciuto nel giro-palla dei primi 45′, impreziositi da uno scavetto che aveva mandato in porta El Shaarawy. I problemi sono sempre due: pecca in fase di contenimento, come si nota sul gol dello 0-1. E non ha la visione verticale chiesta da Mourinho, nonostante le doti tecniche incriticabili. (57′ VERETOUT 6 – Qualche accelerazione delle sue a mostrare la buona condizione e le giuste randellate in mediana. Padrone della situazione).

PEREZ 6,5 – Nessuna paura nel puntare l’uomo e con un buon margine di riuscita nel dribbling. Non sfrutta una buona punizione dal limite e sfiora il bersaglio grosso in un paio di occasioni al termine di azioni personali.

PELLEGRINI 8 – Ogni partita che passa, al di là dell’avversario, prende sempre maggiore consapevolezza. Tuttocampista, in grado di impostare e concludere. Infila il pareggio con un pallonetto magnifico. Trova la doppietta dopo una splendida discesa di Calafiori e con un pizzico di fortuna. Degno capitano, cit. Francesco Totti. (74′ ABRAHAM 7 – Si sblocca anche all’Olimpico dopo il centro di Salerno. Scatto sul filo del fuorigioco e palla in rete in anticipo sul portiere. La Sud è tutta per lui e ne ha ben donde).

EL SHAARAWY 7,5 – La testa è tutto nello sport. Dopo il gol da tre punti contro il Sassuolo scende in campo dal 1’ come trasformato. Paradossalmente la rete del 2-1, di pregevolissima fattura con il classico tiro a giro, non è la cosa più bella della sua prestazione. Insegue tutti anche in fase difensiva e mostra un verve mai ammirata dopo il ritorno dalla Cina. Definitivamente ritrovato.

SHOMURODOV 7,5 – Gli manca solo il gol. Incontenibile in velocità. Pregevole nel servire l’assist ad Abraham e sfortunato nel centrare il palo da ottima posizione. Un vero fattore del match

All. MOURINHO –  Arriva anche la sesta vittoria ufficiale in altrettante uscire. Non saranno 60 come dice lui ma di sicuro è un buon inizio. Anche dopo essere andati in svantaggio non c’è mai stato un momento in cui la gara è sembrata in bilico. Troppa la differenza tra le due squadre e ottima la consapevolezza del gruppo. Chi entra sa cosa fare e non demerita. La speranza è che a gennaio si possa veramente completare questa rosa per ambire a qualcosa di veramente importante

-CSKA Sofia-

Busatto 5.5; Turitsev 5 (Donchev s.v.), Mattheij 6, Galabov 5.5, Mazikou 5.5; Yomov 5.5 (Bai 6), Muhar 6, Lam 5, Wildschut 5; Carey 6.5; Krastev 5.5 (Ahmedov s.v.). All: Mladenov 5.5

FIFA 22, gli overall ufficiali dei giocatori della Roma: Spinazzola e Mkhitaryan i più alti con 83

(Federico Sereni) – FIFA 22 è alle porte e tra pochi giorni saluteremo il titolo precedente. Le date previste: tra il 20 e il 21 la Web App per fare i primi movimenti, il 22 le 10 ore in esclusiva per chi ha EA Play, il 27 l’accesso anticipato per chi ha comprato la Ultimate Edition e il primo ottobre il gioco aperto a tutti. La EA Sports ha svelato, intanto, i primi 1000 giocatori per overall, quelli fino a 78. Andiamo a scoprire quelli della Roma.

I giocatori con valutazione più alta sono Spinazzola e Mkhitaryan con 83. Spicca soprattutto il terzino che rispetto a FIFA 21 ha ricevuto un bel +5 grazie all’ottima stagione giocata e all’Europeo da gran protagonista. Per l’armeno, invece, un +3 con tanto di cambio di ruolo (da ED a AT) che ce lo mette più al centro del campo. Per i nuovi abbiamo un 82 per Rui Patricio, 84 lo scorso anno, e un 78 per Tammy Abraham che sarebbe la stessa valutazione degli anni al Chelsea. Grande passo in avanti anche per Mancini che da 76 vola ad 80. + 2 per Veretout, Pellegrini e Zaniolo rispetto a FIFA 21. Sorprende quest’ultimo che ha ricominciato a giocare soltanto da questa estate.

E’ tutto pronto, quindi, per la Roma FC visto che la licenza esclusiva è posseduta da Konami (almeno fino al prossimo anno). All’uscita del gioco manca sempre meno e qualcosa di interessante c’è anche per quanto riguarda i colori giallorossi.

 

Roma-CSKA Sofia, le probabili formazioni e dove vederla: El Shaarawy e Perez dietro a uno tra Mayoral e Shomurodov. Rientra Smalling

Roberto Gentili – Il cammino europeo entra nel vivo. Sbarazzatasi del Trabzonspor nel playoff, la Roma inaugurerà l’avventura della neonata Conference League. Il primo avversario dei gironi sarà il CSKA Sofia, già ostacolo nella scorsa Europa League.

La squadra di Mourinho si presenta all’appuntamento di domani (ore 21) con un immacolato ruolino di marcia: 5 partite ufficiali ed altrettante vittorie, di cui l’ultima nella pazza sfida di domenica con il Sassuolo. Il CSKA Sofia arriva invece dal pareggio (1-1) nel derby contro il Slavia Sofia.

L’entusiasmo nel mondo romanista è alle stelle, sia per l’ottimo avvio stagionale che per l’effetto Mou. L’Olimpico dovrebbe essere quindi riempito in ogni ordine di posto disponibile. Sono stati infatti staccati più di 30.000: si va verso un altro sold-out.

LE PROBABILI FORMAZIONI DI ROMA-CSKA SOFIA

Sì al turnover, ma moderato. Mourinho darà la possibilità di mettersi in mostra a chi ha avuto meno possibilità, permettendo così a parte del blocco dei titolari di riposare. Con la porta di proprietà di Rui Patricio – i cui interventi con il Sassuolo sono stati fondamentali – il primo reparto a cambiare interpreti sarà la difesa. Ibanez lascerà il posto a Smalling, al debutto stagionale dopo l’infortunio (lesione al flessore della coscia sinistra) rimediato alla fine della preparazione. 

In conferenza Mou ha fatto sapere che non cambierà entrambi i centrali: Mancini, quindi, affiancherà l’inglese. Bisognoso di recupero è anche – e soprattutto – Vina. Tornato a Roma nella tarda mattinata di sabato dall’Uruguay, il terzino sinistro è comunque sceso in campo contro il Sassuolo, mostrando però vari segnali di stanchezza. Domani, però, dall’inizio partirà Calafiori. Sull’altro versante non sembra essere in dubbio la presenza di Karsdorp.

Cambi anche al centro del campo, dove ci saranno Diawara e Cristante, insidiato comunque da Villar. “Se un giorno dovesse giocare Perez al posto di Zaniolo, per me non è turnover, è un’opzione”, ha confessato Mourinho nella conferenza pre-Sassuolo. Per il CSKA lo Special One utilizzerà quindi questa possibilità. Cambierà anche l’out di sinistra: dentro El Shaarawy – mattatore contro i neroverdi – e fuori Mkhitaryan. In mezzo Pellegrini. Duello infine per il posto di centravanti, conteso tra Shomurodov e Mayoral. Lo spagnolo è candidato a spuntarla.

Importanti defezioni in casa CSKA. Dopo neanche un quarto d’ora della gara di domenica contro il Slavia Sofia, Jefferson è stato costretto ad abbandonare il gioco per un problema fisico. Certa la sua assenza, così come quella di Caicedo e Youga.

Il primo ha accusato problemi muscolari nel finale di gara, ma non sarebbe stato comunque del match causa squalifica. Anche il secondo è uscito malconcio dal derby: ha infatti riportato un affaticamento muscolare, dal quale dovrebbe recuperare entro due settimane. Iscritti alla lista degli indisponibili anche Koch (dovrebbe rientrare a gennaio), Charles (che ha subìto un’artroscopia) e Vion, reduce dall’operazione dell’8 settembre per la frattura malleolare. Formazione dunque ampiamente rimaneggiata: a Roma Stojčo Mladenov è riuscito a portare solamente 15 giocatori e due portieri.

Il tecnico bulgaro schiererà quindi Busatto in porta, Turistov, Matheij, Lam e Denchev a formare la difesa. Possibile il centrocampo a due con Carey e Muhar, mentre dietro Krastev agiranno Yomov, Varela e Wildschut.

DOVE VEDERE ROMA-CSKA SOFIA

La prima gara del girone C di Conference League verrà trasmessa da Sky. Due i canali di riferimento: Sky Sport Arena (canale 204) e Sky Sport (canale 253). Il match dell’Olimpico sarà anche visibile su Dazn. Possibile la visione in streaming su Sky Go – riservata agli abbonati Sky – e Now. La telecronaca sarà a cura di Riccardo Gentile su Sky, Edoardo Testoni e Simone Tiribocchi su Dazn.

ROMA-CSKA SOFIA, ARBITRA NYBERG: PRIMO INCROCIO CON I GIALLOROSSI

Gleen Nyberg sarà l’arbitro di Roma-CSKA Sofia. Il fischietto svedese verrà coadiuvato dai connazionali Mahbod Beigi e Andreas Söderqvist. Victor Wolf ricoprirà il ruolo di quarto uomo. Non presente la Var, disponibile solamente nella finale di Tirana. Esordio di Nyberg con entrambe le squadre.

LE PROBABILI FORMAZIONI

AS ROMA (4-2-3-1): Rui Patricio; Karsdorp; Smalling, Mancini, Calafiori; Diawara, Cristante; Perez, Pellegrini, El Shaarawy; Mayoral.
A disposizione: Fuzato, Boer, Reynolds, Ibanez, Kumbulla, Vina, Veretout, Villar, Darboe, Bove, Zaniolo, Mkhitaryan, Zalewski, Abraham, Shomurodov.
Allenatore: José Mourinho.
Indisponibili: Spinazzola.
Diffidati:-.
Squalificati:-.

PFK CSKA SOFIA (4-2-3-1): Busatto; Turistov, Matheij, Lam, Denchev; Carey, Muhar; Yomov, Valera, Wildschut; Krastev.
A disposizione: Evtimov, Mets, Nzila, Catakovic, Krastev.
Allenatore: Stojčo Mladenov.
Indisponibili: Charles, Vion, Koch, Jefferson, Youga, Caicedo.
Diffidati:-.
Squalificati:-.

Arbitro: Nyberg.
Assistenti: Beigi-Söderqvist.
IV Uomo: Wolf.