Pagine Romaniste (F. Belli) – La necessità di cambiare e provare cose nuove ha accompagnato l’intera carriera di Mourinho, un allenatore vincente con decine di trofei e successi alle spalle. Del portoghese si può dire di tutto tranne che sia un integralista, lo dice la sua storia. Ha portato il Porto a vincere la Champions nella stagione 2003-2004 con il cosiddetto “rombo”, ha utilizzato spesso i tre attaccanti, specializzandosi nel 4-2-3-1 senza però negare l’utilità della difesa a tre col doppio centravanti. Si spiegano quindi in questo modo i movimenti di mercato romanisti: due punte, Dzeko e Mayoral, non basteranno ai progetti ambiziosi a breve-medio termine del portoghese. Lo Special One lo ha già detto a al general manager Pinto. Servono nuovi innesti che possano rafforzare una rosa che presenta ancora delle lacune evidenti. Per questo Belotti è in pole position. L’attaccante del Torino è in scadenza di contratto e proprio per questo i giallorossi cercheranno di strappare a Cairo un prezzo di favore. Poi magari ci sarà un posto per un quarto, più giovane, come il classe 1997 Joao Klauss dell’Hoffenheim. Nelle prime esperienze al Benfica e al Leira, Mourinho giocava col 4-3-3. Nel Porto ha sposato il 4-1-2-1-2. Lo ha portato anche al Chelsea per poi passare al 4-4-2, 4-3-3 o anche 4-2-3-1. All’Inter aveva iniziato proprio con questo modulo e ci ha vinto anche la Champions. In mezzo le cose sono cambiate però con il 4-4-2. Al Tottenham, infine, si è vista anche la difesa a tre con un 3-4-2-1. Fondamentale anche la presenza di un abile trequartista dietro le punte: per questo il rinnovo di Mkhitaryan non può che rasserenare Mourinho che non vede l’ora di mettersi alle spalle i dissapori di Manchester. L’armeno ha fatto attendere Trigoria ma alla fine il nuovo contratto sta per arrivare: pronto un contratto pluriennale per lui. Mancano ancora le firme, ma la situazione sembra orientata al verso giusto.
Francesco Belli