Roberto Gentili – Sempre più giù. Il finale di stagione è in picchiata. Dopo la debacle contro il Manchester United di giovedì, la Roma esce malconcia anche da Marassi. La Sampdoria dell’ex Ranieri vince 2-0. Oltre agli evidenti demeriti, da menzionare anche i tre gol annullati – due a Dzeko ed uno a Mayoral – per fuorigioco. Adrien Silva firma il vantaggio agli sgoccioli del primo tempo dopo l’azzardato passaggio di Fuzato per Kumbulla. Al 65’ Jankto raddoppia. Poco dopo Dzeko viene ipnotizzato da Audero. Il Sassuolo rimane a -2.
LE PAGELLE
Fuzato 5 – Nella girandola dei portieri trova spazio anche a lui. Rivede i pali dopo un anno (ultima presenza nell’ultima gara dello scorso campionato contro la Juve) ma non lo dà a vedere. È reattivo nell’uscire e sul tiro di Thorsby alla mezz’ora. Meno lucido quando forza il passaggio per Kumbulla che vale il vantaggio di Silva. Rilevante la responsabilità anche sul raddoppio di Jankto dove viene battuto sul primo palo.
Mancini 5,5 – Si fa sentire dietro come si fa vedere avanti. Si occupa di Gabbiadini concedendogli poco spazio. Giocando d’anticipo lancia due azioni. Ammonito, salterà l’impegno casalingo col Crotone.
Smalling 5,5 – Da centrale si trova più a suo agio. All’inizio, però, non lo si nota. Si perde Gabbiadini, che per sua fortuna non riesce a coordinarsi. Tira su la testa usando il fisico. Nel secondo tempo è disattento, pur restando tra i più positivi. O meglio, tra i meno peggio.
Kumbulla 5 – Di nuovo titolare dopo poco più di un mese, inizia con qualche affanno. Riprende aria compiendo due buone chiusure. Scivola quando viene forzatamente cercato da Fuzato: Thorsby gli ruba palla e Adrien Silva firma il vantaggio. Subisce un colpo al fianco nella ripresa ed esce. (Dal 64’ Ibanez 5,5 – Non riesce a chiudere i buchi della difesa)
Santon 5 – Bello cross per Mayoral, bene anche dietro. Questo fino al ventesimo. In avanti Augello gli impedisce le discese, dietro soffre quelle dell’esterno blucerchiato, soprattutto sul finire di primo tempo. (Dal 69’ Karsdorp 6 – Ci mette l’impegno, ma non basta).
Cristante 5 – Torna a centrocampo con la fascia da capitano. Smista e verticalizza i palloni che gli arrivano sui piedi con costanza ed ordine. I mesi da difensore si fanno sentire e si fa vedere anche in difesa. La scivolata in ritardo su Colley gli costa l’ammonizione. Cala e non poco nella ripresa.
Villar 5 – È ancora bloccato nel tunnel della confusione. Ad inizio gara sbaglia troppi passaggi, soprattutto semplici. Mette in difficoltà Mancini che lo richiama a più ordine e concentrazione. La strigliata funziona parzialmente e compie un paio di verticalizzazioni. (Dall’82’ Darboe sv – Serata negativa per la Roma, positiva per lui visto che esordisce in Serie A)
Peres 5,5 – Prova ad imbastire qualche azione con Mkhitaryan, ma l’armeno non lo aiuta. Una sua uscita con i tempi sbagliati porta Kumbulla a fare fallo e ad essere ammonito.
Mkhitaryan 5 – L’ultima volta che aveva messo piede a Marassi aveva realizzato una tripletta (a novembre, contro il Genoa). Questa volta fatica a sciogliersi e a trovare brillantezza. Si abbassa spesso, ma non riesce a creare spunti. Peres lo cerca spesso, ma non riesce a chiudere i triangoli.
Dzeko 4,5 – C’è sempre una prima volta. Ed ora lo sa anche lui, partito titolare con Mayoral. La coppia non si accende. Con caparbietà ed eleganza crea qualche scompiglio alla difesa ligure, manca l’ultimo step. Ci sarebbe, ma è in fuorigioco. Manca anche dagli undici metri dove sul 2-0 si fa neutralizzare il pur debole tiro da Audero.
Mayoral 5,5 – La prima occasione del match arriva capita a lui. È bravo a spostare la difesa con la finta, meno nel concludere. Cerca di rifarsi aprendo il piatto sinistro per colpire al volo il cross di Santon che termina sul fondo. Si muove in attacco senza concludere nulla di concreto. Lascia spazio a Pastore. (Dal 69′ Pastore 5,5 – Seconda presenza stagionale. Il suo ingresso non sposta granché gli equilibri).
All. Fonseca 5 – Schiera in campo una formazione che dire rimaneggiata è dir poco. Alla quinta sconfitta in otto partite c’è poco da dire. Si crea poco e non lo si sfrutta. Si deve finire con dignità. Al netto di tutto.