Pagine Romaniste (F. Belli) – Il Napoli e la Roma si affrontano per quello che una volta era conosciuto come il derby del Sole nella nona giornata di campionato. I giallorossi vengono da una lunga striscia di risultati utili consecutivi, ben 12 se non si considera la sconfitta a tavolino col Verona, e vogliono allungare sulle pretendenti in campionato in ottica quarto posto. I partenopei non sono un avversario semplice, nonostante vengano da due sconfitte interne in campionato contro Milan e Sassuolo infatti gli uomini di Gattuso hanno sempre dimostrato di essere una squadra tosta e compatta. Fonseca schiera i suoi con un 3-4-2-1, con Mirante in porta, Mancini, Cristante e Ibanez in difesa, Veretout e Pellegrini sulla mediana, Spinazzola e Karsdorp sulle fasce e con Dzeko punta con dietro di lui il duo Pedro-Mkhitaryan. Non poteva che essere un tango pieno di malinconia a restituire al Napoli vittoria e consensi, gol e conforto dopo la commozione. Azzurri vestiti come l’Argentina in uno stadio vuoto di persone ma pieno di cuori e pieno di Maradona, nell’arena che prenderà il suo nome al posto del santo. Quando segna Insigne, su punizione arcuata, va a prendere la sua maglia. Il Napoli si rimette in piedi in classifica, inserendosi nel gruppo delle inseguitrici del Milan. La Roma non si presenta proprio: arriva la prima sconfitta stagionale dopo cinque successi consecutivi. Un solo tiro in porta, nessuno da salvare e anche la zavorra di due infortuni nel primo tempo (Mancini e Veretout). Proprio a Napoli Fonseca perse per l’ultima volta in campionato, 16 partite fa. La Roma perde del tutto l’immagine della sicurezza, forse perché manca ancora Smalling e salta pure Mancini. E’ passiva a centrocampo e non innesca il trio avanzato con il rientrante Dzeko, che non ha aiuti da Mkhitaryan e Pedro, al di sotto dei livelli eccelsi recenti. Anche i cambi non fanno cambiare l’umore a Fonseca, il Sassuolo domenica dirà se è stata solo una notte storta.
Francesco Belli