Uno degli intermediari dell’affare Smalling atteso a Roma domani. Possibile inserimento di Dalot

 

Pagine Romaniste (F. Belli) – La Roma prova a fare dei passi in avanti per regalare Chris Smalling a Paulo Fonseca. Oggi i giallorossi hanno alzato l’offerta al Manchester United e domani è atteso nella Capitale uno degli intermediari della trattativa. Il difensore è stato accostato anche all’Inter, ma nell’intervista pre-partita contro il Benevento il diesse Ausilio ha bloccato la sua partenza, così come quella di Ranocchia. Per Smalling, dunque, è in corsa soltanto la Roma. Nella trattativa tra Roma e Manchester United, potrebbe essere inserito anche il cartellino del laterale difensivo Dalot. L’inglese sarebbe un rinforzo fondamentale per Paulo Fonseca, che potrebbe cosi affiancarlo a dei compagni di reparto decisamente più giovani e immaturi: Kumbulla, Mancini e Ibanez. C’è però da vincere il braccio di ferro del Manchester United che come tutti i club inglesi è restio a cedere un giocatore a un prezzo inferiore al suo valore.

Francesco Belli

La meglio gioventù – Daniele De Rossi: 18 anni d’amore ed un futuro tutto da scrivere

(S. Valdarchi) – Prosegue il nostro viaggio attraverso i migliori talenti cresciuti nel vivaio romanista. Oggi è il turno di Daniele De Rossi, centrocampista nato nel 1983 ed approdato alla Roma nel 2000. Raccontare De Rossi in poche righe è un compito fin troppo complicato. Come si raccontano 18 anni d’amore in un breve testo? Come si spiegano le emozioni che un ragazzo divenuto uomo può suscitare nei cuori di così tante persone, sapendo che per lui, come per Totti, sono già state utilizzate tutte le parole possibili? La risposta è semplice, non si può. Per questo cercheremo di raccontare la storia del numero 16, solo attraverso due momenti ed alcune dichiarazioni, in attesa che lui scriva il suo futuro da allenatore.

Romanismo incarnato

Oltre alle straordinarie qualità in campo, a Daniele De Rossi è sempre stata riconosciuta una certa abilità nel parlare, nel saper toccare le corde giuste. Non sono mancate negli anni dichiarazioni dirette, esplicite, anche contro arbitraggi o parte della stampa romana, senza troppi peli sulla lingua. Ci sono state poi, una serie infinita di parole d’amore nei confronti della Roma e dei suoi tifosi. Parole a cui il ragazzo di Ostia però ha sempre dato un seguito sul campo, risultando genuino e non un personaggio costruito come tanti altri che popolano il calcio d’oggi. La vena al collo, le corse sotto al settore, i baci alla maglia, la decisione di rifiutare contratti faraonici per rimanere nella Capitale, questi sono soltanto alcuni dei gesti, quotidiani o straordinari, che testimoniano la sincerità di De Rossi nel rilasciare alcune dichiarazioni. Appurata la veridicità delle sue parole, ripercorriamo i 18 anni di Roma attraverso le sue frasi più belle e simboliche:

Il mio unico rimpianto è quello di poter dare alla Roma una sola carriera”.

Amo troppo la Roma, viene dopo mia figlia. Non è ruffianeria. Quando segno non posso fare il gesto dell’orecchio alla Toni, non ci riesco. Mi viene da baciarla la Roma”.

Questa è casa mia, vivo per la Roma. Amo questa città e questo club, tutto ciò che amo è qui, sarebbe difficile per me cambiare”.

Noi dobbiamo ringraziare di essere nati romanisti sempre, anche dopo i 7-1, non solo dopo le belle serate, sempre”.

Io sono di proprietà dei tifosi della Roma”.

La Roma va avanti, è andata avanti dopo Di Bartolomei, dopo Bruno Conti, dopo Giannini, dopo Falcao, dopo le peggiori partite perse e le peggiori delusioni. Stiamo andando avanti anche senza Francesco, figuratevi se non si può superare il post carriera del sottoscritto”.

Da ex calciatore mi troverete nel settore ospiti, col panino e la birra, per tifare i miei amici”.

Il cielo è azzurro sopra a Berlino

Nel percorso di maturazione di Daniele De Rossi, una svolta fondamentale è rappresentata dal Mondiale vinto nel 2006 in Germania. Viene convocato per la massima competizione calcistica a 23 anni ancora non compiuti da Marcello Lippi ed alla seconda giornata del girone, nella gara contro gli Stati Uniti d’America, si fa espellere per una gomitata a McBride, che riempe di sangue il volto dell’americano. La Fifa lo squalifica per ben 4 turni, dunque il centrocampista ostiense può tornare a disposizione solo per un’eventuale finale. I suoi compagni però, gli fanno e si fanno il regalo più bello e raggiungono l’obiettivo, guadagnandosi la possibilità di giocarsi la coppa contro la Francia il 9 luglio. Dall’esterno, sono tutto convinti del fatto che Lippi non darà una seconda chance a De Rossi e lo terrà in panchina per tutta la gara, ma i fatti smentiscono l’opinione generale. Nel corso del secondo tempo infatti, sul risultato di 1 a 1, il 16 giallorosso sostituisce Francesco Totti. Lui non ha intenzione di passare inosservato e, involontariamente, due minuti dopo essere entrato in campo, parte in posizione irregolare in una punizione battuta da sinistra, togliendo al futuro compagno di squadra Toni la gioia di segnare il 2 a 1. Il tempo scorre, la Francia domina, ma si va ai rigori. Gli azzurri siglano i primi due, con Pirlo e Materazzi, mentre Trezeguet, il secondo tiratore francese, viene fermato dalla traversa. Tocca a Daniele De Rossi, il classe ’83, come già detto ancora molto giovane, calcia ad incrociare e batte Barthez con un tiro sotto l’incrocio. Il resto è storia. L’Italia è Campione del Mondo per la quarta volta e la carriera di DDR passa dall’incoscienza dei primi anni all’autorevolezza dei successivi.

Il tramonto di una carriera, l’alba di un nuovo percorso

Il 26 maggio del 2019, in occasione di Roma-Parma, Daniele De Rossi dà il suo addio, o arrivederci, ai tifosi romanisti. Con un contratto in scadenza al 30 giugno, la società sceglie di non offrirgli un rinnovo, proponendogli un futuro da dirigente, che per il momento Daniele non sente suo. Per questo, dopo 616 presenze con la maglia della Roma, secondo soltanto a Francesco Totti (786), il numero 16 lascia la Capitale e qualche mese più tardi vola in Argentina per giocare con il Boca Juniors. Una scelta coerente con l’uomo ed il calciatore. Le cose in Sud America non vanno come sperava, almeno per quanto riguarda l’aspetto calcistico, De Rossi gioca 6 partite ed a gennaio 2020 lascia il calcio giocato, per tornare in Italia e stare vicino alla sua famiglia. Chiuso questo capitolo, ora si attende la nascita di un nuovo percorso, quello da tecnico, con una speranza nel cuore: “Mi piacerebbe un giorno allenare la Roma”.

(S. Valdarchi)

I segnali positivi dal pareggio contro la Juventus

(Jacopo Venturi) – La stagione giallorossa è decollata in mezzo a una turbolenza, ma sembra che le condizioni possano migliorare a breve. La sconfitta a tavolino contro il Verona ha levato un punto guadagnato da una partita non brillante, ma la squadra di Fonseca contro la Juventus ha messo in mostra alcune delle sue migliori qualità. È vero, i giallorossi non sono riusciti ad andare oltre al pareggio e le due reti sono arrivate entrambe su rigore, ma c’è da ricordare che dall’altra parte c’erano i campioni d’Italia e che le occasioni per i padroni di casa sono state diverse. La Roma infatti ha messo ripetutamente in difficoltà la squadra di Pirlo, sfruttando soprattutto quella che sembra essere la sua caratteristica migliore: la capacità di ripartire. Fonseca aveva impostato la partita per incidere proprio su contropiede e il suo piano avrebbe funzionato alla perfezione, se non avesse incontrato uno Dzeko poco ispirato in fase realizzativa. Il bosniaco ha infatti sbagliato due gol non perdonabili per un attaccante del genere, ma ha l’attenuante di essere sempre e comunque il miglior costruttore di gioco della squadra. Dunque è comprensibile talvolta meno lucidità negli ultimi metri. Sono positivi dunque i segnali per Fonseca, che anche in fase difensiva ha poco da recriminare i suoi, che sono riusciti per larghi tratti della partita a neutralizzare la potenza di fuoco juventina. Con questa impostazione la sua Roma può fare quello che non ha fatto nella scorsa stagione: giocare una stagione continua, rispettando il valore della sua rosa.

(Jacopo Venturi)

Perché ha poco senso parlare di Allegri per la panchina della Roma

(Jacopo Venturi) – Accostare il nome di Massimiliano Allegri alla panchina della Roma, a prescindere dall’attinenza alla realtà della voce che sta girando negli ultimi giorni, può avere un senso. Oppure può non averne nessuno. Dipende dai punti di vista. Il primo, quello che vede come sensato cambiare a stagione appena cominciata, prende in considerazione il fatto che su Allegri si voglia costruire. Il secondo, quello che non vede motivi per mettere da parte Fonseca, suggerisce che sarebbe quantomeno controproducente, per la stagione in corso, cambiare un allenatore con il quale la squadra in gran parte ha già lavorato un anno. Presa coscienza di queste due prospettive, c’è un punto che a Trigoria deve essere chiarito prima di procedere in qualsiasi direzione: se si vuole andare su Allegri per costruire e perché è un’occasione unica in questo momento, non c’è nessun motivo di proseguire il rapporto tecnico con Fonseca. Perché se questa è la chiave di lettura, non è un problema di quanto il portoghese possa andare bene o male, perché la scelta sarebbe semplicemente di andare avanti con un altro allenatore per prendere una strada diversa. I dubbi però sul fatto che a Trigoria il punto di vista dominante sia questo ci sono. Infatti, Allegri è libero da mesi e se i Friedkin avessero voluto dare questa svolta lo avrebbero potuto fare subito, senza aspettare una partita di campionato e una preparazione intera. Le voci dunque sembrano destinate a rimanere tali, a meno che la nuova proprietà della Roma non cambi idea repentinamente o che Fonseca non dimostri di aver completamente perso il controllo della situazione. Due scenari, che, al momento, sembrano abbastanza lontani dalla realizzazione.

(Jacopo Venturi)

Dzeko rimane, ancora

(Jacopo Venturi) – Edin Dzeko sarà un calciatore della Roma nella stagione 2020/21. Ancora una volta, con un piede e qualcosa in più fuori da Trigoria, il bosniaco ha deciso di rimanere nella Capitale. Era già successo nel 2018, con il Chelsea, e nel 2019, con l’Inter, ma questa sembrava davvero la volta buona perché il numero 9 salutasse malinconicamente i colori giallorossi. Perché la Roma aveva trovato in Milik un sostituto convincente e la cessione di Dzeko alla Juventus sembrava convincente per cifre ed età del giocatore. Ma il fallimento della trattativa con il Napoli per il polacco ha bloccato il bosniaco a Roma. Questo però non ha fatto una piega e scenderà in campo proprio contro la Juve nella seconda giornata di campionato. Con la fascia di capitano al braccio. Poco più di un anno fa, quando Conte non era riuscito a rubarlo a Fonseca, il numero 9 era rimasto rafforzando ulteriormente il suo ruolo di leader nello spogliatoio e il suo attaccamento alla causa. La speranza dell’allenatore portoghese è che anche questa volta la sua punta di diamante possa avere una reazione positiva e guidare la Roma in quella che si prospetta una stagione difficile. Una stagione che però sembra già essere più piacevole con Dzeko al centro dell’universo romanista.

(Jacopo Venturi)

Le PAGELLE di H. Verona-Roma: Spinazzola ad alta velocità. Pedro, prime perle. Diawara farraginoso

(R.Rodio) – Ricomincia il campionato e così anche le nostre pagelle: ecco i voti assegnati ai calciatori di Verona e Roma dopo il match del Bentegodi terminato 0-0:

-HELLAS VERONA-

Silvestri 6.5; Cetin 6, Gunter 6.5 (Ruegg s.v.), Empereur 6 (Lovato 6.5); Faraoni 6.5, Danzi 6, Veloso 6.5, Dimarco 6; Tameze 6 (Barak 6), Tupta 5 (Zaccagni 6); Di Carmine 5.5 (Ilic s.v.). All. Juric 6.

-ROMA-

Mirante 7 – Fonseca sceglie la sua esperienza per difendere la porta giallorossa. Ci mette il gambone e salva il gol fatto di Tameze. Dignitosissimo numero uno.

Mancini 6 – Tosto ma ancora troppo falloso. Ci mette sempre il fisico e ingaggia bei duelli con Di Carmine prima e Zaccagni poi.

Cristante 6 – Nel complesso positivo il suo apporto da difensore centrale. Rischia di compromettere la prova lasciando completamente solo Di Carmine nel finale, che però grazia la Roma. Encomiabile per impegno, ma la squadra ha bisogno di un centrale vero e proprio.

Ibañez 6 – La sua velocità è molto importante per il reparto ma deve capire fino a che punto spingersi con le giocate. A volte parte palla al piede alla carica dimenticandosi del ruolo che ricopre. Se disciplinato può togliere soddisfazioni.

Karsdorp 6,5 – Zittisce gli scettici con una prova positiva a tutto tondo. Tira fuori due chiusure difensive determinanti e tecnicamente dimostra di poter giocare a certi livelli. Bello il duello ingaggiato con Dimarco. Peccato che le sue fibre muscolari tendano, come oggi, troppo spesso a frenarlo sul più bello. (72′ Santon 6 – Onesto finale di gara, buoni anticipi difensivi e qualche cross fuori misura).

Diawara 5 – È il regista della squadra ma gioca come un terzino. Tocchi semplici e quasi spesso a due metri in orizzontale. Mai una fiammata, mai un’intuizione. Quel ruolo deve dare il quid alla squadra per elevarsi ma se la qualità non c’è diventa un bel problema. Analizzando la squadra forse la prima necessità è proprio lì in mezzo. Torreira cercasi. (88′ Villar s.v. – Pazzesco che il miglior romanista del precampionato venga gettato nella mischia solo per un paio di minuti).

Veretout 6 – Stasera meno qualità e più quantità. Gli tocca fare a sportellate contro la mediana del Verona. Pericoloso solo su un calcio di punizione che Silvestri neutralizza senza affanni.

Spinazzola 7,5 – Di gran lunga il migliore in campo. Si divora spesso e volentieri Faraoni, tiene da padrone la fascia e regala assist invitanti, che però Mhkitaryan e Pedro non sfruttano. La volée sulla traversa nel finale ricorda un Candela d’annata.

Pellegrini 6 – Lievi segnali di leadership. Gioca un buon primo tempo, trovando trame interessanti sullo stretto. Nella ripresa, prima di uscire stremato, sfiora il colpaccio con un destro a girare. (78′ Kluivert 6,5 – Entra bene e dimostra voglia di fare con un paio di sgroppate da manuale. Poteva servire anche prima).

Pedro 6,5 – La qualità è superiore e si vede nel debutto in Serie A dell’ex Chelsea. Nonostante non giocasse 90′ da tempo, dimostra di essere una spina nel fianco. Corre, dribbla e sfiora il gol, ma manca di lucidità. Quando sarà al top ne farà vedere delle belle.

Mkhitaryan 6 –  La sintesi tra un 5 per la precisione e un 7 per la vivacità. Da falso nueve dimostra di poter essere attivo e pericoloso, ma non sfrutta le occasioni capitate negli ultimi 16 metri. Sarà tutt’altra storia con un riferimento offensivo a dargli manforte.

all. Fonseca – La scelta di portare Dzeko in panchina con l’idea di non poterlo schierare già di per sè lascia perplessi. Buona la proposta di gioco con palla a terra e fraseggio stretto con i pesi leggeri davanti. Quando il ritmo si mantiene alto il Verona soffre la qualità tecnica espressa, purtroppo però manca un pizzico di precisione. Inspiegabile iniziare le sostituzioni al 72’ vista la possibilità di effettuarne 5 e con mezza squadra sulle gambe. Diawara, tra i peggiori in campo, lascia il campo troppo tardi a Villar, uno dei più brillanti in questa pre-season. Al di là della punta e dei rinforzi sul mercato c’è la sensazione che qualcosa debba migliorarla anche il mister. Quando il piano A non funziona, non esiste un piano B in corso d’opera. Non brillantissimo nelle letture durante il match e spesso troppo silenzioso.

Dzeko-Milik in stand-by e intanto arriva Kumbulla

Alice Dionisi – Il “sì” di Arkadiusz Milik alla Roma sblocca anche Edin Dzeko in ottica Juventus. Da Trigoria è stata decisiva la chiamata del tecnico Fonseca all’attaccante polacco, che lo ha persuaso a scegliere il trasferimento nella Capitale, promettendogli “Sei il nostro numero 9 ideale”. Mancano ancora da limare gli ultimi dettagli tra Milik e il Napoli. De Laurentiis non vuole rinunciare alla multa relativa all’ammutinamento dei giocatori partenopei dopo Napoli-Salisburgo in Champions League (quando non vollero tornare a Castelvolturno per il ritiro), ma ci sarebbero anche degli stipendi in arretrato da pagare. Il polacco ha svolto la prima parte delle visite mediche all’estero, in Austria, dove alcuni giorni fa è stato operato anche Nicolò Zaniolo. Il costo totale dell’operazione sarà di 27 milioni, suddivisi in prestito (3 milioni), riscatto obbligatorio (15) e bonus (9), mentre il calciatore percepirà uno stipendio da 4.8 milioni netti a stagione. La Roma attende Milik prima di poter dare il via libera alle visite di rito di Dzeko con la Juventus. Il costo dell’operazione che porterà il bosniaco alla corte di Pirlo è di 15 milioni, con un contratto da 7.5 milioni netti a stagione per due anni. I giallorossi così facendo non si libereranno solo dell’ingaggio -pesante- del numero 9, ma potranno mettere a bilancio anche una plusvalenza da 12.5 milioni. In attesa che Milik e Napoli risolvano le loro querelle, la Roma accoglie Marash Kumbulla nella Capitale: al Verona vanno in prestito Cetin, Diaby e Cancellieri. Prestito biennale per il difensore, con riscatto fissato a 13.5 milioni più 3.5 di bonus. Cengiz Under invece andrà in prestito al Leicester: alla Roma 3 milioni per il prestito, con il diritto di riscatto (e non obbligo, come inizialmente pattuito) fissato a 24 milioni. Resta in una situazione di stallo la trattativa con il Manchester United per il ritorno di Chris Smalling a Roma.

Alice Dionisi

Kumbulla è della Roma: l’acquisto che serviva

(Jacopo Venturi) – La Roma batte un colpo e acquista Marash Kumbulla dall’Hellas Verona. In un mercato un po’ statico per la Roma, a causa anche del cambio di proprietà poco prima dell’apertura della finestra dei trasferimenti, i giallorossi hanno messo a segno una buona operazione. Nonostante il costo elevato, il difensore albanese era esattamente quello che serviva alla causa romanista. Un difensore moderno, completo e giovane. In quello che è stato il suo primo anno in Serie A ha dimostrato una gran forza fisica e atletica, nonostante una struttura corporea ancora da costruire; la cosa che ha colpito di più però è stata la maturità, ancor più impressionante se abbinata alla qualità generale. Nell’ottica della difesa a tre inoltre, era essenziale aggiungere una pedina di livello a Mancini e Ibanez. Nella speranza che si riesca a riportare Smalling a Trigoria, Fonseca avrebbe a disposizione 4 giocatori di gran qualità da poter intercambiare indifferentemente. Logico che senza Smalling la coperta risulterebbe essere corta, ma comunque l’acquisto di Kumbulla garantisce alla Roma il minimo indispensabile per continuare a lavorare sul “nuovo” modulo.

(Jacopo Venturi)

La Roma attende Milik prima di dare l’ok per le visite mediche di Dzeko con la Juventus

Pagine Romaniste (F. Belli) – La Roma attende per autorizzare le visite mediche di Edin Dzeko con la Juventus. I giallorossi aspettano prima il via libera dalla clinica di Innsbruck dove Milik effettuerà una prima parte delle visite mediche e che il calciatore polacco risolva gli ultimi dettagli con il Napoli prima di poter addio al bosniaco. Il polacco dopo le chiamate degli ultimi giorni di Fonseca e Fienga aveva già aperto in maniera importante ad un trasferimento nella Capitale, dopo quasi sei ore dall’inizio della riunione, è arrivato l’ok finale del calciatore e del suo entourage, che è riuscito a strappare un contratto quinquennale da circa 5 milioni netti a stagione più bonus. Dopo il sì del classe 1994 sono iniziate una serie di chiamate per risolvere alcuni problemi di natura contrattuale con il Napoli: i partenopei dovranno rinnovare di un anno il contratto di Milik, che poi si trasferirà alla corte di Fonseca in prestito con obbligo di riscatto (3+15 milioni) e altri 10 milioni che possono entrare in futuro nelle casse dei campani. De Laurentiis ha dato il permesso a Milik a svolgere le visite mediche, ma si è impuntato in particolare sulla questione delle multe per l’ammutinamento dello scorso novembre. Gli intermediari proveranno a risolvere la questione con il Napoli in giornata. Nella stessa operazione lasciano la Roma i giovani del 2003 Modugno e Meloni, i cui agenti ieri sera hanno già firmato i contratti, da ratificare oggi con il Napoli.

Francesco Belli

Zaniolo ha deciso: lunedì l’operazione in Austria

AS Roma Italian midfielder Nicolo Zaniolo celebrates after scoring during the UEFA Champions League round of 16, first leg football match AS Roma vs FC Porto on February 12, 2019 at the Olympic stadium in Rome. (Photo by Andreas SOLARO / AFP) (Photo credit should read ANDREAS SOLARO/AFP via Getty Images)

Si era voluto prendere qualche giorno di tempo per riflettere su quando e dove effettuare l’operazione Nicolò Zaniolo, ancora molto scosso dopo la rottura del legamento crociato sinistro. Come riporta l’emittente satellitare, il 22 giallorosso ha scelto l’Austria, più precisamente Innsbruck dal prof. Christian Fink, nella stessa clinica dove si sono già operati Chiellini e Demiral per lo stesso problema. L’operazione sarebbe già in programma per lunedì prossimo, mentre domani la famiglia comunicherà ufficialmente la decisione scartando definitivamente gli Stati Uniti, in particolare Pittsbourgh, e soprattutto Villa Stuart. 

Fonte: Sky Sport