(Jacopo Venturi) – La Roma ha iniziato il calciomercato di gennaio con buone certezze, sapendo che avrebbe dovuto mettere in rosa un paio di innesti intelligenti per proseguire una stagione, fino a quel momento, di buon livello. Un mese dopo, a mercato chiuso, la situazione sembra essere distante da quella di partenza: sconfitte pesanti e l’eliminazione dalla Coppa Italia hanno un po’ frenato una squadra che sembrava in ascesa. Questo però non ha cambiato le strategie giallorosse in sede di campagna acquisti. La Roma ha fatto tre acquisti, uno per reparto (escludendo la porta), guardando al futuro. Sono arrivati Ibanez dall’Atalanta, Villar dall’Elche e Carles Perez dal Barcellona. Tre acquisti diversi ma con una logica comune, quella di prendere giocatori buoni oggi per fare le seconde linee e forse un domani per essere qualcosa in più. Questo può piacere o meno, ma è comunque un piano di azione che ha pienamente senso. Sul fronte cessioni l’unica di rilievo è quella, pesante, di Florenzi. Il peso della cessione del terzino, e capitano, della Roma non deriva dal suo ruolo all’interno della squadra (e pure se ne potrebbe discutere), ma dal fatto che a prendere il suo posto sia un Bruno Peres di ritorno da due anni di poco calcio e sicuramente poche soddisfazioni. Ora, il brasiliano potrà anche ritrovarsi nella Capitale, ma la differenza di livello tra i due giocatori è evidente. Se invece si immagina una Roma con Spinazzola a destra, allora la coperta diventa corta a sinistra, dove l’unico giocatore di primo livello disponibile per Fonseca è Kolarov. Santon non sembra un’alternativa così affidabile.
(Jacopo Venturi)