Roma implacabile in trasferta: 3-1 sul campo del Genoa

(R.Rodio) – In casa soffre e perde colpi. In trasferta invece sembra volare. La Roma continua questo strano trend vincendo la prima gara di Serie A del suo 2020.

3-1 sul campo di un Genoa sempre più in difficoltà, approfittando degli errori rossoblu e della miglior qualità tecnica. Un successo però sofferto, soprattutto nella ripresa, anche per colpa delle tante assenze tra infortuni e squalifiche per Paulo Fonseca.

Parte forte la Roma nella gara del Marassi. Il turco Cengiz Under, che non segnava dal match d’andata ad agosto, si risveglia dall’agonia e trova un tiro-cross che dopo 5′ beffa Perin. Un vantaggio che porterà la Roma a comandare l’incontro.

Dopo alcune occasioni mancate da Dzeko, nel finale di tempo succede di tutto: al 44′ il figliol prodigo Spinazzola porta a spasso mezza difesa del Genoa e crossa in area, la deviazione di Biraschi è decisiva e porta la Roma al raddoppio. Un minuto dopo la difesa giallorossa dorme su un lancio lungo, ne approfitta Pandev che brucia Pau Lopez in uscita per l’1-2.

Nella ripresa Lopez diventa protagonista: suo il miracolo su Goldaniga che tiene la Roma in vantaggio. Il Genoa pressa e ci crede, ma gli ospiti sono spietati: a metà tempo su errore di Perin, Pellegrini recupera palla e offre a Dzeko un pallone facile facile da spingere in rete. Gioco, partita, incontro. La Roma vince ancora lontana dall’Olimpico e prepara al meglio la settimana in cui affronterà Juventus (Coppa Italia) e Lazio.

 

Il tabellino dell’incontro:

GENOA (3-5-2): Perin; Biraschi, Romero, Goldaniga; Ghiglione, Cassata (68′ Favilli), Schöne, Struraro (91′ Radovanovic), Barreca; Pandev, Sanabria (80′ Agudelo). All: Nicola.

ROMA (4-2-3-1): Pau Lopez; Santon (84′ Cetin), Mancini, Smalling, Spinazzola; Diawara, Veretout (73′ Cristante); Under (88′ Peres), Pellegrini, Kluivert; Dzeko. All: Fonseca.

Arbitro: Maresca di Napoli.

Marcatori: 5′ Under, 44′ aut. Biraschi, 45′ Pandev, 74′ Dzeko.

Spinazzola, andata e ritorno

Alice Dionisi – Antonello Venditti cantava “Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”. Così ha fatto Leonardo Spinazzola, partito il 15 gennaio in direzione Milano per svolgere le visite mediche prima di poter firmare con l’Inter. Antonio Conte ha richiesto che il terzino svolgesse un ulteriore test di condizione ad Appiano Gentile, dopo quelli di rito già previsti, ma la Roma ha negato il permesso al suo calciatore. È saltato lo scambio con i nerazzurri anche a causa del mancato accordo sui termini del prestito, costringendo Politano a rinunciare al suo sogno di tornare nella Capitale. Il danno d’immagine procurato a Spinazzola (ritenuto idoneo dal Coni) potrebbe spingere i giallorossi a fare causa all’Inter. Il terzino ha così fatto ritorno a Roma, dopo un’avventura durata appena due giorni, ed è già pronto per tornare ad allenarsi a Trigoria. “Deluso? Penso solo a domenica e al Genoa” ha dichiarato il calciatore, che cercherà la rivincita sul campo del Marassi. Tiene banco la questione legata alle foto ritraenti Politano nella clinica di Villa Stuart con la sciarpa della Roma, scattate prima della firma sul contratto. Il direttore generale dell’Inter Beppe Marotta lancia una frecciatina al club capitolino: “Non dipende dalla nostra gestione, Spinazzola non ha fatto nessuna foto con noi”. Amareggiato Matteo Politano, su cui adesso si è fatto avanti il Napoli. Il calciatore, classe 1993, è cresciuto nelle giovanili della Roma e avrebbe voluto fare ritorno nella sua squadra del cuore, ma le tensioni tra i due club per le questioni legate a Spinazzola lo hanno costretto a tornare a Milano. “Nella sua testa era già a Roma– ha dichiarato il tecnico nerazzurro Conte in conferenza stampa, in vista del match contro il Lecce- e voleva restare. C’è ancora tempo per trovare una soluzione. Io ho fatto una scelta tecnica”.

Alice Dionisi

Parma-Roma, 0-2. I giallorossi passano con la doppietta di Pellegrini: affronteranno la Juventus ai quarti

(Jacopo Venturi) – La Roma batte il Parma 0-2 e approda ai quarti di finale di Coppa Italia. I giallorossi, dopo un primo tempo povero di emozioni, sono scesi in campo nel secondo tempo con il piede giusto: è arrivato al 49′ la bella rete di Pellegrini che ha sbloccato la gara. Il trequartista della Roma si è avvicinato all’area di rigore, dove ha trovato una triangolazione rapida con Kalinic: ha chiuso l’azione dunque proprio Pellegrini, che ha bucato Colombi con un gran piatto destro all’angolino alla sinistra dell’estremo difensore. Di lì in poi la partita è proseguita con la squadra di Fonseca in costante pressing e con i padroni di casa pronti a ripartire, senza riuscire però a fare mai veramente male. A chiudere i giochi è stato lo stesso Pellegrini su calcio di rigore. Adesso ad aspettare la Roma nella competizione c’è la Juventus di Maurizio Sarri.

(Jacopo Venturi)

Politano e non solo: come cambia la Roma a gennaio – FOTO

(R.Rodio) – La Roma è tra le squadre più attive del mercato di gennaio 2020. Gli ultimi risultati negativi e soprattutto i tanti infortuni costringono il direttore sportivo Gianluca Petrachi a concretizzare nuovi innesti e qualche cessione di contorno.

La squadra capitolina cambierà parzialmente volto nella seconda parte di stagione, proprio grazie ai movimenti di calciomercato in corso. La prima operazione riguarda Matteo Politano: l’ex giallorosso, oggi all’Inter, è l’alternativa a Zaniolo (che tornerà in estate dall’infortunio). Tutto fatto? Forse, perché lo scambio con Leonardo Spinazzola è per ora in stand-by per volontà del club interista.

Politano sarà il nuovo titolare della corsia destra offensiva. La Roma poi curerà la difesa: spazio a Roger Ibañez, classe ’98 di origine brasiliana. Arriverà dall’Atalanta in prestito con obbligo di riscatto. Uno stopper che i giallorossi seguono da tempo e che sembrano aver strappato al Bologna.

In arrivo forse anche un terzino sinistro e un mediano, entrambi giovani e di prospettiva. Per la corsia sinistra la scelta primaria dovrebbe essere Borna Sosa, croato dello Stoccarda. In mezzo al campo Petrachi tratta ad oltranza per Gonzalo Villar, spagnolo che milita nell’Elche.

E in partenza? Oltre Spinazzola, la Roma può cedere diverse pedine. Cengiz Under non convince mister Fonseca e potrebbe diventare un nuovo rinforzo per l’attacco del Milan. I giovani Cetin e Antonucci andranno a giocare altrove in prestito, mentre Juan Jesus è sul mercato: la Fiorentina e la Sampdoria ci stanno seriamente pensando.

La Roma di gennaio 2020:

La Roma perde contro la Juventus e Zaniolo si lesiona il crociato: partita da incubo per Fonseca

Pagine Romaniste (F. Belli) – Dopo la brutta sconfitta contro il Torino, la Roma ha tentato invano di rialzarsi contro la Juventus di Maurizio Sarri. Fonseca ha pensato al cambio modulo, ma ha confermato il solito 4-2-3-1. In porta titolare Pau Lopez, con Smalling e Mancini che avrebbero avuto il compito di difendere la porta dello spagnolo. Ai loro lati hanno agito Florenzi e Kolarov con Veretout e Diawara che invece hanno occupato la zona mediana del campo. Davanti Edin Dzeko, con Zaniolo, Pellegrini e Perotti che hanno supportato il bosniaco nelle fasi d’attacco. E’ stata una serata dagli effetti devastanti per il popolo giallorosso. I propositi di riscossa della Roma, successivi alla batosta contro i granata di Mazzarri, si sono infranti sul muro dell’altra squadra di Torino e sulla sfortuna che sembra non voler dare tregua ai giallorossi, sconfitti per 2-1 e costretti a dare l’arrivederci alla prossima stagione a Nicolò Zaniolo, vittima di un grave infortunio. Per il numero 22 giallorosso si tratta infatti di una lesione al crociato che lo costringe a saltare l’Europeo e a tornare con ogni probabilità solo la prossima stagione. Per Maurizio Sarri sono 3 le vittorie in carriera contro i capitolini in 10 confronti: tutte ottenute allo Stadio Olimpico. Le due precedenti ai tempi del Napoli, il 4 marzo 2017 (1-2) e il 14 ottobre dello stesso anno (0-1). Il segno X dalle due squadre manca ormai dal 13 maggio 2018, dove ci fu un noioso zero a zero: fu l’ultima apparizione di Radja Nainggolan (espulso al 68’) con la casacca romanista. Un pareggio col quale Maurizio Sarri, allora allenatore del Napoli, perse definitivamente lo scudetto. Queste le parole di Fonseca a fine gara: “Penso che il problema della Roma non è stato un problema di organizzazione, non è stato un problema della squadra più grande o no. Il problema è che in 8 minuti abbiamo preso due gol, ma dopo la squadra ha reagito molto bene, ha fatto una buona partita. Penso che nel primo tempo abbiamo avuto difficoltà a fare pressing alto alla Juventus, perché loro si abbassano molto. Nel secondo tempo abbiamo fatto un pressing migliore, abbiamo creato occasioni, abbiamo dominato e abbiamo fatto una buona partita. I due gol cambiano tutto. Anche dopo il secondo gol della Juventus la squadra ha reagito bene, ha giocato bene ed ha attaccato molto più della Juventus. Ma non è facile contro una squadra come la Juventus”. La partita è stata decisa Demiral (che poi come Zaniolo si è lesionato il crociato) e Cristiano Ronaldo (che ha segnato ai capitolini con la terza maglia diversa, dopo quella di Manchester United e Real Madrid). Inutile il rigore che ha riaperto la gara di Diego Perotti.

Francesco Belli

Viaggiando nella Hall Of Fame: Guido Masetti, il ciancicone di Campo Testaccio

Pagine Romaniste (F. Belli) – Ognuno di noi è un eroe quando fa felice qualcuno. Il vero gesto eroico nel calcio, gesto capace di far scattare in piedi migliaia di persone dalla gioia, è il gol, di cui sopratutto l’attaccante è artefice. All’estremo opposto c’è il portiere che ha come ragion d’essere il negare questa gioia. Il “villain” di questa storia non ha bisogno di un vestito nero e nemmeno di un ghigno malvagio, ma solo di un paio di guanti. Ne ha avuti tanti la Roma di questi villain, ma pochi sono rimasti nella storia. Uno di loro è Guido Masetti, lo storico portiere dell’era Testaccio. “C’è Masetti ch’è primo portiere” diceva la canzone. Esordisce con la maglia del Verona e nel 1929 vuole trasferirsi nella Capitalegli viene negata la cessione e così, per ripicca, rescinde il contratto e va a giocare in un campionato alternativo, l’Unione Libera Italiana di Calcio, in una squadra da lui fondata. Già questo dice molto sul personaggio. Trascorre un anno sabbatico un po’ particolare e poi finalmente arriva il provino con la Roma. Non convince però l’allenatore Burgess“Di portieri come lei ce ne sono altri mille”. Ma “Fuffo” Bernardini si impunta e alla fine si arriva alla firma del contratto. Sarà il parametro 0 più importante della storia della Roma, anche se il parametro 0 all’epoca ancora non esisteva.

La Coppa del Mondo e il Tricolore del ’42

È anche un uomo spogliatoio il “ciancicone”, cosi chiamato dai tifosi per quel vizio di masticare in continuazione. Lo dimostra più volte. Come quando all’esordio in maglia capitolina si assume la responsabilità per un gol preso anche se gran parte della colpa era di De Micheli. O come quando, alla vigilia della finale della Coppa del Mondo del 1938 contro l’Ungheria, ottiene dal ct Pozzo un ruolo particolare: “La sera prima della gara dopo il consuetudinario “rapporto”, avevamo sguinzagliato Masetti. Bisognava distrarre i giocatori, non lasciarli pensare troppo all’avvenimento di cui erano protagonisti, farli dormire sonni tranquilli. E Masetti aveva superato se stesso, sfoderando tutto il suo repertorio di barzellette, di imitazioni, di scherzi. Addormentandosi i giocatori ridevano ancora. Si andava bene”. Gli azzurri vincono 4-2 e bissano il titolo mondiale di quattro anni prima. Perché Masetti, pochi lo ricordano, è anche un due volte campione del Mondo. Ma la gioia più grande della carriera, ci perdonerà la buonanima di Pozzo, è lo scudetto del 1942. Il primo tricolore a Roma lo alza il ciancicone, anche se appena un anno prima era a un passo dal Padova. Messo in lista trasferimenti e fuori dal gruppo, dopo 6 mesi la squadra rischia di retrocedere e viene reintegrato. Siamo tra la fine del 1940 e l’inizio del 1941 e il resto, il finale di quella stagione e i trionfi di quella successiva, come si suol dire è storia. Una storia di calcio, una storia di coppe e di un campione, e di un amuleto. Perché dopo quello scudetto per rivivere quei momenti i tifosi giallorossi dovranno attendere altri 41 anni, incatenati in una sorta di limbo d’agonia sportiva. E nel 1983 a Genova Falcao e company decidono di portarselo dietro come portafortuna in tribuna, e non è finita male. E’ un ruolo ingrato quello del portiere, solitario e colmo di responsabilità. Un cattivo, appunto, non un eroe. Come diceva Barthez: “La vita è fatta di piccole solitudini, quella del portiere di più”. Pagine Romaniste (F. Belli)

La Roma inaugura l’anno nel peggior modo possibile: sconfitta col Torino e Lazio sempre più lontana

Pagine Romaniste (F. Belli) – La Roma ha affrontato il Torino tra le mura amiche. I giallorossi sono stati sconfitti per 2-0 dagli uomini di Walter Mazzarri che sono andati in vantaggio nel recupero del primo tempo con Belotti. La squadra di Fonseca ha provato a trovare la rete del pareggio per tutto il match, ma è stata beffata da un rigore trasformato dallo stesso Belotti all’85’. Falsa partenza: la Roma si è inceppata all’inizio del nuovo anno solare e riapre la corsa alla zona Champions. Perde anche di vista la Lazio (alla nona vittoria consecutiva) e concede la possibilità all’Atalanta di avvicinarsi. Fonseca è ripartito dalla formazione che aveva chiuso alla grande il 2019 a Firenze, ma non è riuscito a ripetere quel successo. Merito anche di Mazzarri, che ha lasciato il possesso palla alla Roma senza fare una piega e ha preparato delle verticalizzazioni su Belotti, autore di una doppietta. La partita è stata vivace nel primo tempo, con occasioni ben distribuite: il gol dei granata arriva 36 secondi dopo il minuto di recupero concesso da Di Bello. I giallorossi provano invano a sistemare il risultato nel secondo tempo. La formazione giallorossa aveva vinto le ultime 9 sfide interne col Toro in Serie A, segnando di media 3 gol a partita (27) ed era reduce da quattro vittorie interne consecutive in campionato. Una difficoltà evidente è quella di andare a segno con i propri attaccanti. Non tanto con Dzeko, che ha realizzato 7 gol, quanto con tutta la batteria di trequartisti che dovrebbe assisterlo. Considerando anche il bosniaco, sono 20 le reti provenienti dall’attacco della Roma. Il solo Immobile, per dire, è a quota 19. Fa riflettere anche il fatto che il secondo marcatore sia Kolarov con 5 gol. Queste le parole di Fonseca: Sono deluso perché abbiamo perso, ma devo dire che non è stata una questione di atteggiamento. I giocatori hanno lavorato, hanno fatto molte cose belle. Per me abbiamo sbagliato in due momenti: nella finalizzazione, abbiamo fatto 31 tiri in porta, e nel contropiede del Torino. Ma non è stata una questione di atteggiamento oggi. Il Torino? Abbiamo affrontato una buona squadra. Il Torino è molto veloce in contropiede. Avremmo potuto avere altri 90 minuti ma la palla non sarebbe entrata. Abbiamo attaccato molto, ma abbiamo sbagliato decisioni. Oggi è un giorno in cui la palla non voleva entrare. Inaugurare peggio l’anno sarebbe stato difficile, l’augurio dei tifosi della Roma è che la compagine giallorossa possa immediatamente riprendersi vincendo in casa contro la Juventus la prossima partita.

Francesco Belli

Il 2020 comincia male: Sirigu e Belotti fermano la Roma. Di Bello da censura

(R.Rodio) – Se il 2019 si era chiuso con una Roma scintillante e vincente, il nuovo anno parte invece in maniera grigia. Il 2020 si apre con una sconfitta interna inaspettata, subita ad opera del miglior Torino della stagione.

Uno 0-2 che frena le ambizioni della Roma. I giallorossi di Fonseca rischiano ora di essere avvicinati dall’Atalanta al quarto posto, mentre vedono allontanarsi i rivali della Lazio (vincente 2-1 a Brescia).

Gara sventurata all’Olimpico. Un Torino incerottato gioca bene di rimessa e punge: Belotti, grande protagonista di giornata, colpisce subito un palo. Avvisaglie per una Roma che nel primo tempo tiene botta e sfiora più volte il vantaggio: super Sirigu si salva più volte, in particolare su Zaniolo e Pellegrini.

Il gol del vantaggio lo segna Belotti allo scadere: lasciato libero da Mancini, il ‘gallo’ scaglia col sinistro il pallone dell’1-0 alle spalle di Pau Lopez.

Nella ripresa la musica non cambia: Roma imprecisa e confusa alla ricerca del gol, Torino che in contropiede è letale più che mai. Altro legno di Belotti in avvio, poi Sirigu si conferma uomo decisivo salvando ancora su Pellegrini e sventando un’occasionissima di Mkhitaryan.

Giallorossi nel finale affossati ancora da Belotti: rigore (assegnato dal VAR) per mani netto di Smalling. Il 9 granata non sbaglia dal dischetto e chiude il match. Un k.o. che riporta la Roma coi piedi per terra, anche in vista di una sfida difficilissima contro la Juventus tra sette giorni.

Nota a margine: pessimo l’arbitraggio del signor Di Bello. Indeciso, spesso in ritardo, ha provato a dirigere all’inglese usando due pesi e due misure. Imbarazzante la gestione dei cartellini e dei falli, ha spezzato il ritmo partita in modo sistematico. La Roma si faccia sentire, perché non è la prima volta.

 

Da Alisson a Totti: la TOP XI della Roma nell’ultimo decennio

(R.Rodio) – Un decennio di calcio si è concluso. La Roma in quest’ultima decade non ha raccolto grosse soddisfazioni personali. Un paio di finali perse di coppa, qualche secondo posto in campionato e quella semifinale di Champions League conquistata nel 2018 che resterà comunque negli annali.

Tanti i calciatori di spessore che hanno indossato la maglia giallorossa in questo periodo. Alcuni si sono espressi al massimo delle loro potenzialità, altri meno. Ma di certo dalle parti dell’Olimpico sono stati ammirati diversi talenti importanti.

Abbiamo voluto dunque creare una ipotetica TOP XI del decennio, i migliori calciatori che hanno indossato la maglia della Roma tra il 2010 ed il 2019. Coloro che negli ultimi dieci anni di storia calcistica si sono contraddistinti onorando il giallorosso.

In porta spazio ad Alisson: la Roma nella propria storia non ha avuto grandissimi numeri 1 (Tancredi e Antonioli tra i pochi ‘top’), ma il brasiliano è forse l’eccezione che conferma la regola. Portiere modernissimo, piedi educati e riflessi da superman. Impossibile non affidarsi a lui.

Terzino destro: Maicon, il brasiliano implacabile venuto a svernare nella capitale. Quantità, forza e ancora tanta voglia di fare.

Terzino sinistro: Aleksander Kolarov. Un carrarmato che ancora oggi miete vittime illustri, oltre ad un sinistro educato e mai banale.

Difensori centrali: Kostas Manolas e Mehdi Benatia. Il greco è stato il protagonista assoluto del memorabile 3-0 al Barcellona. Il marocchino per media-voto il miglior centrale dell’ultima decade giallorossa.

Regista: Daniele De Rossi. Sarebbe imbarazzante non inserire in formazione l’ultimo grande capitano. Il leader del centrocampo, la parte più calda della Roma romanista.

Mezzali: Miralem Pjanic e Radja Nainggolan. Tralsciando i passaggi (voluti o meno) a Juve e Inter, i due sono stati forse i centrocampisti di maggior qualità e livello tecnico della Roma recente.

Ala destra: Mohamed Salah. Uno che a Liverpool segna come un’ira di dio. A Roma ha resto leggermente meno, ma gli scatti, l’imprevedibilità, la leggiadria dell’egiziano sono ancora negli occhi di tutti.

Centravanti: Edin Dzeko. Basti dire che rimarrà impresso come uno dei numeri 9 più forti della storia romanista.

Dulcis in fundo Francesco Totti. E’ stato il decennio conclusivo della sua carriera, del sentito addio, dello spettacolo giallorosso di quel 28 maggio da lacrimoni. Ma il capitano, anche da ultratrentenne, ha dato spettacolo. Quella doppietta al Torino da subentrato è una gioia. Da romanisti veri.

Viaggiando nella Hall Of Fame: Rudi Voeller, il tedesco volante solitario

Pagine Romaniste (F. Belli) – “In qualunque direzione tu vada, vacci con tutto il cuore” diceva Confucio. Corri, corri senza fermarti mai. Vai spedito verso la meta e arriverà in soccorso anche la buona sorte. Perché la fortuna è solo un dividendo del sudore, più si suda più la si ottiene. E allora corri, o al massimo vola. In altre parole: “Vola, tedesco vola”, il coro che la Curva Sud ha dedicato a Rudi Voeller modellato su “La notte vola” della CuccariniÈ lui l’ultimo acquisto di una certa rilevanza dell’era Viola. Arrivato nella Capitale nel 1987, nella sua prima stagione in Italia non ha brillato. Troppi infortuni e acciacchi, sono già pronte le sentenze dell’ambiente: “Avemo comprato un giocatore rotto”L’Eintracht è alle porte, la cessione è vicina. Ma il destino non ha fatto i conti con l’ingegner Dino Viola, che si impunta e lo costringe a restare realizzando una delle ultime meraviglie da presidente della Roma prima di spegnersi pochi anni dopo per un maledetto tumore all’intestino. Da quella stagione cambia tutto.

Il derby del Flaminio e le notti magiche

All’inizio non segna tantissimo ma fa reparto da solo in una squadra mediocre ormai vago ricordo di quella corazzata che era la Roma degli anni 80′. Significativo un racconto dell’ex compagno di squadra Rizzitelli“Una volta durante una partita mi si è avvicinato e mi ha detto: Ruggiero, stai qui. Sei stanco, ti vedo. Correrò io per te”. Il tedesco spicca il volo ma non dimentica quando è meglio restare a terra: il 18 marzo del 1990 decide il derby del Flaminio con un colpo di testa senza saltare. Indimenticabili in quella stagione testaccina quei due derby giocati lontani dall’Olimpico in ristrutturazione per le “notti tragiche”. Perché magiche lo sono state solo per i crucchi e per lo stesso Voeller, che avrà la gran bella soddisfazione di alzare la coppa del Mondo nel suo stadio, a casa sua. La stagione successiva è quella delle più grandi emozioni e delusioni personali per “Tante Kathe”, soprannome affibbiatogli dal compagno Berthold che proveniva anche lui da Francoforte dove le vecchie signore venivano chiamate così dai bambini. Segna 25 gol in stagione, più di chiunque altro in Europa, e trascina la Roma nelle finali di Coppa Italia e Coppa Uefa. La prima sarà vinta con i campioni d’Italia della Sampdoria. La seconda, ahime, persa contro l’Inter in una doppia sfida maledetta. Chi vola in alto è sempre solo, e lui è stato maledettamente solo in quella Roma più “de core” che altro. A proposito, oggi compie 60 anni. Tanti auguri Rudi Voeller! Pagine Romaniste (F. Belli)