(Jacopo Venturi) – Montagne russe all’Olimpico. La Roma di Fonseca fa il suo esordio ufficiale contro il Genoa e non annoia i suoi tifosi, che speravano di uscire però con i tre punti in tasca. Il risultato però è un 3-3 beffardo per una Roma tanto brillante in fase offensiva quanto insicura in quella difensiva, che però dà molti spunti su come potranno evolversi i giallorossi in futuro e soprattutto su che cosa potrà andare a correggere Fonseca. Innanzitutto la formazione non ha tradito le aspettative; dalla cintola in su il portoghese ha schierato Cristante, Pellegrini, Under, Zaniolo, Kluivert e Dzeko. I due mediani hanno caratteristiche da trequartisti e le due ali sono più che pure. Un undici che dunque non poteva deludere dal punto di vista della creazione del gioco. Proprio però una linea di centrocampo così leggera è sembrata essere il punto debole della Roma. La coppia difensiva ha mostrato qualche incertezza di troppo, ma i due mediani non hanno dato una copertura sostanziosa, sbagliando anche nel posizionamento spesso e volentieri. A giustificare Fonseca c’è il fatto che Veretout fosse indisponibile e proprio il francese potrà cambiare molto la squadra in questo aspetto. Altro dato interessante è la propensione ultra offensiva dei terzini. Kolarov e Florenzi hanno giocato in costante spinta ma questo, aggiunto ai discorsi già fatti, ha reso eccessivamente vulnerabile la squadra quando c’era da correre indietro. In questo senso è da capire se Fonseca sia flessibile a cambiare le sue idee e dunque ad abbassare eventualmente i suoi due esterni di difesa oppure se conta fondamentalmente sull’avere nei prossimi mesi una coppia centrale più performante, assumendosi dunque un rischio ma più contenuto. Insomma la prima partita di Serie A della Roma nella stagione 2019/20 ha dato tanto da riflettere. Sarà il resto a svelare realmente che cosa sia questa squadra.
(Jacopo Venturi)