(Keivan Karimi) – Pau Lopez, Mancini, Spinazzola, Veretout e Diawara. Possono bastare questi colpi estivi per dare un voto positivo al nuovo direttore sportivo romanista Gianluca Petrachi? Forse sì, più probabilmente no, perché la rosa della Roma al momento, al netto delle partenze di calciatori ‘centrali’ come Manolas, De Rossi e El Shaarawy, ha bisogno di qualcosa in più.
Il calciomercato giallorosso però ad oggi è bloccato, l’ultimo colpo in entrata Jordan Veretout, acquistato dalla Fiorentina, risale ormai a 18 giorni fa e l’inizio del campionato di Serie A si avvicina sempre più. Il motivo di questo stop? Una ‘tassa’ pesantissima che la Roma e Petrachi sembrano dover pagare senza riuscire a scrollarsela di dosso, ovvero il mercato dell’ex d.s. Monchi.
L’attuale dirigente del Siviglia nei suoi due anni di lavoro nella capitale ha fatto cose buone (poche) e movimenti pessimi (tanti), così da rendere difficile il lavoro del suo successore, che per esigenze di bilancio dovrebbe riuscire prima a cedere alcuni esuberi della rosa, proprio portati da Monchi, e poi rinforzare la Roma con quei 2-3 colpi che mancano per considerarsi al completo.
Una lista di calciatori che popolano ancora Trigoria e che bloccano il mercato in entrata dei giallorossi, visto che si tratta di elementi difficili da cedere per il rischio di minusvalenze e per gli ingaggi alti concessi dalla Roma all’epoca della gestione ispano-americana. Ecco di chi si tratta:
- Robin Olsen, portiere svedese classe ’90, acquistato per 8,5 milioni più bonus e reduce da una stagione da dimenticare, arduo da cedere a titolo definitivo;
- Rick Karsdorp, terzino olandese del ’95 mai esploso a Roma per via dei tanti infortuni. Costato ben 14,5 milioni, ora ne vale almeno la metà;
- Maxime Gonalons, mediano francese costato solo 5 milioni. Il suo Siviglia dopo il prestito dell’anno scorso avrebbe potuto riscattarlo, ma Monchi se n’è lavato le mani…
- Steven Nzonzi, uno degli acquisti più cari e contestati: 26,6 milioni più bonus, 3,2 milioni netti di ingaggio per questo centrocampista finora mai ambientatosi all’interno del club e del calcio italiano. Può partire soltanto in prestito;
- Ante Coric, oggetto misterioso e bocciato già da tre allenatori (Di Francesco, Ranieri, Fonseca). Il motivo per cui sia stato acquistato per 6 milioni è ancora ignoto;
- Javier Pastore, il vero ‘errore’ di Monchi, che invece di puntare su centrocampista di qualità giovani e frchi (vedi Ziyech o Barella) ha voluto spendere 25 milioni per questo fantasista ormai in calo atletico e motivazionale. Anche lui, ad oggi, impossibile da cedere;
- Gregoire Defrel, uno sbaglia da condividere con Di Francesco, che lo ha voluto fortemente senza saperlo sfruttare. Forse il più facile da vendere per una cifra intorno ai 15 milioni, ma ad oggi il suo passaggio al Cagliari è bloccato;
- Patrik Schick, flop totale. Operazione da 42 milioni complessivi, chiusa due anni fa con la Sampdoria tramite modalità intricatissime che rendono il ceco praticamente incedibile se non per un prestito gratuito. Un rebus di calciomercato che bloccherà la Roma almeno fino al 2020.
In sintesi un patrimonio da 150 milioni di euro investiti nelle ultime due estati che si è sgonfiato, quasi dimezzato, per colpe dei calciatori stessi e di chi ha puntato ciecamente su di loro. Senza dimenticare che gente come Olsen, Pastore, Nzonzi e Schick sono stati presi per sostituire campioni del calibro di Alisson, Nainggolan, Strootman e Salah.