(Jacopo Venturi) – Il 26 maggio ha lasciato Daniele, il 17 giugno Francesco. Due date che avevano già un peso nella storia della Roma, rispettivamente la sconfitta in Coppa Italia in finale contro la Lazio e la vittoria del terzo scudetto, che oggi assumono nuovi significati. Dell’addio di Daniele De Rossi si è già parlato e la bontà della decisione della società potrà essere valutata solo nel medio periodo, ma quello di Totti arriva come una doccia fredda. È vero che nel ruolo di dirigente l’ex numero 10 non ci si è mai riuscito a calare a pieno, ma sembrava potesse avere un’importanza crescente all’interno dei quadri dirigenziali. Evidentemente il piano che gli è stato prospettato non lo ha convinto. Anzi, lo ha offeso proprio, tanto che a poche ore dall’ufficialità delle sue dimissioni ha riversato parole pesanti contro l’attuale presidenza in una conferenza stampa nel Salone d’Onore del Coni. Il punto fondamentale è capire come ne esce la Roma da questi venti giorni travagliati e la risposta è tanto semplice quanto sconfortante: male. I giallorossi stanno vivendo un momento di passaggio importante, con una squadra da rifondare per cercare di rimanere competitivi e non dover ricominciare da zero un percorso che comunque in questi anni, seppur senza vittorie, ha portato delle soddisfazioni. Sarebbe stato certamente di supporto avere due bandiere così, una in campo e una dietro la scrivania, per rilanciare il progetto Roma, per accogliere chi arriverà e per segnare un nuovo corso. La Roma dovrà cavarsela “da sola” e non sarà facile.
(Jacopo Venturi)