Margherita Bellecca – Dopo un lungo periodo di apnea la Roma torna a respirare. A Genova, città di mare, non poteva che arrivare il gol del capitano. Una rete da tre punti che riapre anche il discorso Champions League quando sembrava ormai sepolto 20mila leghe sotto i mari. Gol decisivo, come molti di quelli messi a segno da De Rossi negli ultimi anni. Dopo un esordio di carriera nella quale aveva mostrato una buona confidenza con la porta avversaria, il contributo in termine di realizzazione del numero 16 è andato via via scemando, ma non per questo è calato il peso delle reti messe a segno.
Lo scorso anno una sola marcatura, contro il Torino, nella domenica speciale immediatamente successiva alla scomparsa di Davide Astori. Scivolata a ribadire in rete il momentaneo 2-0 e braccia alte a ricordare l’amico ed ex compagno di squadra e nazionale. La stagione precedente, 2016/2017, 4 gol nelle ultime 5 partite stagionali. Tutte importanti, soprattutto quella contro il Genoa, per permettere alla Roma di finire al secondo posto e far chiudere la carriera in giallorosso di Francesco Totti con un successo davanti al suo popolo. A fine partita il passaggio di consegne, la tradizione che prosegue sul filo invisibile della Romanità.
Ma anche con Garcia, DDR aveva messo a segno reti importanti. La prima in assoluto del campionato 2013/2014, quella della rinascita post 26 maggio e degli 85 punti, della Roma quasi imbattibile. “E’ un simbolo il fatto che abbia segnato Daniele” dirà il tecnico francese, mostrando di aver capito subito con chi aveva a che fare. Garcia che si aggrapperà a lui anche l’anno successivo, quando la squadra emerse nel pantano della pareggite proprio grazie ad un suo gol a Cesena.
Daniele De Rossi, il mare della Roma. Non certo il male, come qualcuno ha più volte tentato di farlo passare in quasi quattro lustri in giallorosso
Margherita Bellecca