Monchi, addio alla Roma

Alice Dionisi –  Attraverso un comunicato stampa sul sito del club la Roma ha comunicato di aver raggiunto un accordo per risolvere consensualmente il proprio rapporto lavorativo con il direttore sportivo Monchi. Lo spagnolo ha ringraziato tifosi, presidente, staff e giocatori, augurando il meglio alla Roma per il futuro. Monchi si è dimesso -come già anticipato- dopo l’esonero dell’allenatore Eusebio Di Francesco all’indomani dell’eliminazione dalla Champions League per mano del Porto, ma il rapporto con il presidente James Pallotta non era dei migliori già da tempo. Non a caso, infatti, nel comunicato della società, è stato l’amministratore delegato Guido Fienga a ringraziare lo spagnolo per il suo operato. La direzione passa momentaneamente nelle mani di Massara, ma al suo posto a giugno potrebbe arrivare Luis Campos dal Lille. Tra le mosse più contestate dell’ex Siviglia c’è la cessione di Alisson al Liverpool, sostituito con Olsen (“Se va via Alisson gioco io in porta” aveva dichiarato il 21 maggio 2018) e la vicenda di Malcom, mai atterrato nella Capitale nonostante sembrasse in dirittura d’arrivo, con il conseguente acquisto di Nzonzi al suo posto. “L’importante non è vendere, ma comprare bene” era il suo motto. Nella sua gestione, lo spagnolo ha chiuso con un bilancio in attivo: ha venduto per 333,65 milioni, di cui ne ha spesi 264,7. Al netto delle plusvalenze, il saldo recita +69 milioni. Da quando è arrivato nella Capitale, il ds ha portato in giallorosso a titolo definitivo Pastore, Kluivert, Coric, Bianda, Mirante, Santon, Zaniolo, Olsen, Marcano e Nzonzi, più il prestito con obbligo di riscatto per Cristante. Tra le cessioni invece, oltre a quella di Alisson, anche Strootman, Manolas, Luca Pellegrini, Gyomber, Radonjic, Ponce e Romagnoli, più i prestiti di Gonalons, Gerson, Defrel, Ponce, Bruno Peres, Seck e Sadiq.

Alice Dionisi

Lasciano Monchi e Di Francesco: pagano gli errori dopo il picco Champions

(Jacopo Venturi) – Con due freddi comunicati, arrivati a circa 24 ore di distanza, la Roma ha congedato, nell’ordine, Eusebio Di Francesco e Monchi. Il destino dei due era legato fin dall’inizio: il ds spagnolo si era assunto la responsabilità della scelta del tecnico ex Sassuolo e aveva ormai fatto intendere che l’eventuale esonero dell’allenatore avrebbe comportato anche il suo addio. Così è stato. E così si chiude un biennio particolare per la Roma, fatto di picchi ma anche di scelte controverse e sicuramente poco felici. La Roma di Monchi e Di Francesco è stata la Roma capace infatti di arrivare a tanto così dalla vetta d’Europa: la notte di Champions contro il Barcellona è impressa nel cuore di ogni tifoso romanista e la semifinale contro il Liverpool (di nemmeno un anno fa…) è ancora un sogno vivo nei ricordi. Quella era una squadra sulla quale il direttore sportivo aveva messo poco le mani, consapevole dell’ossatura solida ereditata dal buon lavoro del suo predecessore, Walter Sabatini. Di Francesco si era dimostrato all’altezza delle aspettative, seppur avesse già lasciato qualche perplessità per la gestione della squadra in campionato. Dopo pochi mesi il calciomercato ha cambiato molto la Roma, che ha perso certezze: a quel punto le debolezze mostrate a metà dal tecnico durante il campionato precedente si sono riversate su una squadra con meno punti di riferimento, tecnici e morali, e che ha quindi perso facilmente la bussola. Con l’addio di Monchi e Di Francesco dunque si chiude un periodo denso per i colori giallorossi. Adesso a Trigoria si è di fronte a un bivio: salvare il salvabile o ripartire da zero.

(Jacopo Venturi)

Tutte le strade riportano a Roma

Margherita Bellecca – A Trigoria soffia un sturm und drang romantico che ha spinto ad optare per Claudio Ranieri come sostituto di Di Francesco. Testaccino classe 1951, torna nella capitale a quasi 10 anni dall’esperienza con cui coltivò, insieme a milioni di romanisti, il sogno del quarto scudetto romanista, svanito il 25 aprile 2010. Nel mezzo, il miracolo con il Leicester, campione d’Inghilterra nel 2016.

Ranieri è solo l’ultimo protagonista in ordine di tempo tra gli allenatori riportati nella capitale dalla proprietà americana. Il primo a inaugurare il ciclo dei Nostoi fu Zdenek Zeman, al quale fu affidata la guida della squadra nel 2012, 15 anni dopo la prima volta, con risultati scadenti che portarono all’esonero nel febbraio 2013. E’ stata poi la volta di Luciano Spalletti, anche lui di ritorno 10 anni dopo la prima volta. Gestione molto più profittevole di quella del boemo a livello di punti raccolti e piazzamenti, ma neanche il toscano riuscirà a riportare un trofeo nella capitale. E’ stata poi la volta di Di Francesco, ex sia da calciatore che da team manager, che torna sulla panchina romanista dopo anni felici a Sassuolo. E tutti sappiamo com’è finita.

Ma lo streben che spinge tanti allenatori a tentare un’esperienza bis ha sempre fatto parte della storia della Roma. Già Guido Masetti, una pietra miliare della storia giallorossa, dopo l’esperienza del 44 decise di riprovarci per ben due volte, nel 1950 e nel 1956. Vittima della nostaglia fu anche Gyorgy Sarosi, allenatore ungherese nel 55 e di nuovo nel 58. Si arriva poi al più grande esponente del romanticismo romanista: Niels Liedholm. Quattro volte alla guida del club: la prima nel 1973, l’ultima nel 1997 in staffetta con Sella. In mezzo uno scudetto e quattro coppe italia dal 79 all’84. Se a Lord Byron bastò appena un mese di permanenza dalle nostre parti per innamorarsi di Roma (città dell’anima), possiamo escludere che Luis Enrique e Rudi Garcia siano immunizzati dal fascino di un ritorno nella città eterna?

Margherita Bellecca

Roma, dopo Di Francesco salta anche Monchi: risoluzione consensuale tra le parti

Gianluca Notari – È caos totale in casa Roma: dopo l’esonero di Eusebio Di Francesco, termina anche il rapporto tra il club e il direttore sportivo Monchi. Lo spagnolo, appena dopo un giorno la decisione societaria di licenziare il tecnico ex Sassuolo, ha deciso di andarsene: tante le divergenze con la proprietà, soprattutto legate all’allenatore, a cui Monchi non ha mai fatto mancare il proprio appoggio.  “L’AS Roma e il direttore sportivo Monchi confermano di aver raggiunto un accordo per risolvere consensualmente il proprio rapporto lavorativo. Al dirigente vanno i ringraziamenti del Club per l’impegno profuso” la nota apparsa ieri sul sito ufficiale della squadra giallorossa, la cui direzione sportiva è stata momentaneamente affidata a Frederic Massara, scelto come direttore ad interim.

Anche Monchi, dal canto suo, ha voluto ringraziare club e tifosi per il tempo passato insieme: “Roma e la Roma sono una delle cose più passionali che possa offrire il calcio, ecco perché me ne sono innamorato subito. Ecco perché in questa avventura non ho mai diviso la passione dal lavoro. So che non abbiamo raggiunto tutti i risultati per i quali abbiamo lavorato, per i quali ci siamo appassionati, per i quali in alcuni momenti ci siamo anche scontrati. Vorrei ringraziare tutte le persone con cui ho lavorato in questi anni, non dimenticherò nessuno, tutti hanno contribuito a rendere Trigoria la mia casa” ha scritto il ds in un lungo posto sul proprio profilo Instagram. Una separazione dolorosa da entrambi le parti, che sembra tuttavia necessaria per provare a raggiungere l’obiettivo minimo stagionale, il quarto posto in campionato. Anche se, come molti tifosi fanno notare sui social network, questa doppia epurazione poteva (doveva?) avvenire prima che il cammino della Roma fosse irrimediabilmente compromesso.

SOSTITUTI – Archiviata la pratica Monchi, c’è ora da pensare al futuro. Ma se per quanto riguarda il ruolo di tecnico la casella è stata prontamente riempita con Claudio Ranieri – ufficiale da ieri il suo incarico, un milione di euro fino a fine stagione -, sono diversi i candidati per quello di direttore sportivo. I primi nomi usciti sono quelli dell’ex Milan Massimiliano Mirabelli, Daniele Faggiano del Parma, Piero Ausilio dell’Inter e Gianluca Petrachi del Torino. Ci sarebbe anche la pista estera che porta il nome di Luis Campos, ds portoghese del Lille, ma al momento sembra che la dirigenza giallorossa sia più orientata su un profilo che già conosca la Serie A. Infine, non è da escludere la possibilità che Massara possa essere il direttore sportivo anche nella prossima stagione, magari affiancato da figure di supporto come Federico Balzaretti e Morgan De Sanctis.

Gianluca Notari

La Roma esonera Di Francesco. Il bilancio del tecnico in giallorosso

Alice DionisiLa Roma comunica l’esonero di Eusebio Di Francesco, per cui è stata fatale la sconfitta e la conseguente eliminazione dalla Champions League contro il Porto. I giallorossi cercano di salvare il salvabile per avere ancora una chance di qualificarsi alla prossima edizione della massima competizione europea, affidando la guida tecnica della squadra a Claudio Ranieri. È il nono cambio sulla panchina della Roma in nove anni e mezzo e il nono cambio in Serie A dall’inizio della stagione. Di Francesco rimane il tecnico con il miglior piazzamento europeo della gestione americana, con il fiore all’occhiello della rimonta contro il Barcellona ai quarti in Champions, “L’allenatore sarà sempre ricordato dai tifosi per aver guidato la Roma fino alle semifinali di Champions League nella stagione 2017-18, il miglior piazzamento mai ottenuto in Europa dal Club dal 1984, grazie all’incredibile rimonta per 3-0 contro il Barcellona” si legge sul sito della società. Il bilancio dell’allenatore nelle 87 partite disputate sulla panchina giallorossa è di 46 vittorie, 23 sconfitte e 18 pareggi, per un totale di 156 punti ottenuti su 261 disponibili. L’abruzzese, dopo aver conquistato il titolo con la Roma nel 2001 nel corso della sua carriera da calciatore, non è riuscito a contribuire ad alcun trofeo da allenatore. La media punti è inferiore a quella di Spalletti e Rudi Garcia: 1.93 il bilancio del toscano, 1.84 quello del francese, a confronto con la media di 1.79 punti per Di Francesco, al terzo posto nella classifica degli allenatori. 151 i gol segnati nel corso della sua gestione, 104 quelli subiti. Se il percorso in Champions League nella stagione 2017/18 è tra i ricordi migliori che rimarranno ai tifosi, l’eliminazione dai quarti di finale della Coppa Italia per mano della Fiorentina con la disastrosa disfatta per 7-1 rimarrà una delle maggiori macchie della sua carriera. Tra i meriti di Eusebio anche quello di aver “scoperto” Nicolò Zaniolo, schierandolo per la prima volta da titolare al Bernabeu contro il Real Madrid, al suo esordio con la Roma. “Da parte mia e di tutta l’AS Roma, vorrei ringraziare Eusebio per l’impegno profuso” le parole del presidente James Pallotta, “ha sempre lavorato con un atteggiamento professionale e ha messo al primo posto gli interessi del Club rispetto a quelli personali. Gli auguriamo il meglio per la sua carriera”.

Alice Dionisi

Porto-Roma 3-1 d.t.s.: le pagelle. Tanti errori in attacco, tanti in difesa, tanti errori del Var. Il risultato è l’eliminazione

Simone Indovino – È una nottata piuttosto amara quella che i tifosi della Roma si apprestano a vivere. L’Europa che conta, quest’anno, deve essere salutata già a inizio marzo. Forse troppo presto per quello che i capitolini hanno dimostrato nella complessità della doppia gara. Pur vero che anche questa sera si sono visti gli erroriche stanno contraddistinguendo la squadra di questa stagione. Troppe disattenzioni difensive che regalano circostanze favorevoli al Porto. Ai supplementari vengono fuori cuore e orgoglio, e i ragazzi meriterebbero di andare avanti nella competizione. A quel punto subentra il Var, mal utilizzato dall’arbitrorigore dubbio assegnato al Porto, penalty piuttosto netto negato a Schick. E si chiude il palcoscenico della Coppa dalle grandi orecchie, con la speranza di riaprirlo l’anno prossimo.

ROMA

Olsen 6 – Quello che può fare lo fa. Incolpevole sui gol subiti, è anzi bravo a sventare diverse situazioni pericolose.

Juan Jesus 7 – Generosissimo, ci mette il cuore in qualsiasi situazione e lotta come un leone contro Marega, una vera forza della natura.

Manolas 4.5 – Imperdonabile l’uscita sbagliata che causa la prima rete avversaria. Per il resto della partita è vigile, ma quella disattenzione pesa in maniera netta nell’ottica generale di gara e qualificazione.

Marcano 5 – Perché rimanere fermo nella propria posizione e non andare immediatamente ad aggredire l’attaccante avversario, quando parte il cross dalla trequarti? La sua partita si consuma in quell’errore lì, che permette a Marega di fare il 2-1.

Karsdorp 5 – Corona lo fa letteralmente impazzire per tutti i minuti in cui è in campo. Le marcature praticamente non esistono, proprio le basi della fase difensiva. La sua sciocchezza clamorosa dà il via alla seconda rete del Porto.

Nzonzi 5 – Lento, lentissimo. E questo non dà dinamicità al centrocampo della Roma, che spesso è in difficoltà. Non vince praticamente nessun duello aereo, nonostante sia decisamente più alto di tutti gli altri giocatori in campo. Aumenta il proprio rendimento nei supplementari, ma non basta.

De Rossi 6.5 – Primo quarto d’ora da dimenticare, in cui soffre la maggior fisicità degli avversari come del resto tutta la squadra. Poi qualche lampo, tra cui il pallone recuperato che porta al rigore che lui stesso trasforma con gigantesca freddezza. È purtroppo costretto ad arrendersi dopo appena 45 minuti a causa di un problema muscolare.

Kolarov 6 – Non gli si può che fare un plauso per l’applicazione che mette all’interno della gara dal primo all’ultimo minuto. Fino allo scadere è in proiezione offensiva per tentare di rivoltare la gara.

Zaniolo 5.5 – Paradossalmente gioca meglio nei supplementari rispetto ai tempi regolamentari. Troppi gli errori all’interno della gara, anche in occasioni semplici, parzialmente bilanciate con buone giocate in uscita.

Dzeko 5 – La stella europea del bosniaco, questa volta, non brilla. I 90 minuti sono complicati, e non riceve nessun pallone. Ma nei supplementari ha due occasioni troppo ghiotte che non riesce a trasformare.

Perotti 6 – La sua miglior qualità è la velocità sulla fascia, e la sfrutta a pieno considerata anche la non perfetta fase difensiva di Militao. Si procura il rigore, ed è pericoloso per tutta la partita. Eroico nei supplementari in cui, nonostante il debito di ossigeno, è pericoloso fino alla fine. Se solo avesse dato quel pallone al centro a Pellegrini…

Pellegrini 5 – Entra malissimo in gara, perdendo palle e contrasti. Non conferisce qualità al centrocampo, e si fa male dopo 45 minuti. Peggio di così…

Cristante 5.5 – Qualche uscita corretta, qualcuna spregiudicata. Fornisce un perfetto assist a Dzeko che il bosniaco non riesce a sfruttare.

Florenzi 5 – Sarebbe uno scampolo di gara a dir poco splendido quello giocato dal romano, che attacca, difende, e compie diagonali perfette. Troppo, ma davvero troppo ingenua la trattenuta che causa il rigore (giusto o meno) che decide la qualificazione.

Schick 6 – Fa bene vederlo lottare con grinta, vederlo scivolare per riconquistare palla e guadagnare un rigore piuttosto netto che Cakir decide gentilmente di non assegnare.

Di Francesco 5.5 – Troppo remissiva la squadra in avvio. Timorosa, non ha il coraggio e la forza fisica e psicologica per provare a far gol. La sveglia arriva solamente dopo il primo gol subito, peccato solo che dopo il pari di De Rossi gli errori difensivi continuino a fioccare. Sfortunato poi l’epilogo: la squadra, con quel tipo di gioco dimostrato ai supplementari, non meritava certo di uscire.

Simone Indovino

Ranieri ha accettato l’offerta di tre mesi di contratto. L’allenatore domani mattina nella capitale, possibile un futuro da dirigente

Simone Indovino – Claudio Ranieri sarà il nuovo allenatore della Roma. L’ex tecnico del Leicester sbarcherà domani alle 12.50 a Fiumicino e firmerà un contratto fino al 30 giugno 2019 senza alcuna opzione di rinnovo automatico. La trattativa è stata portata avanti da Franco Baldini, che ha convinto Ranieri ad accettare un accordo fino a fine anno, con la possibilità di entrare nello staff dirigenziale una volta terminata l’avventura in panchina. L’ex difensore giallorosso ci ha messo giusto qualche ora per accettare l’offerta della sua squadra del cuore ed ha deciso di portare solo due membri del suo vecchio staff: Paolo Benetti, che sarà il vice-allenatore, e Carlo Cornacchia, collaboratore tecnico e match analyst.

Simone Indovino

Capolinea Di Francesco, la Roma lo esonera. Ora spazio a Ranieri

(K.Karimi) – Dopo un anno e otto mesi l’avventura di Eusebio Di Francesco come allenatore della Roma si è esaurita. Nel peggior modo possibile, nella peggiore settimana possibile, dopo un k.o. violento nel derby con la Lazio e l’uscita di scena sanguinosa con il Porto dalla Champions League. Non basta il discreto filotto di risultati utili di febbraio al tecnico abruzzese, sfiancato da una squadra mal costruita e mai capace di dare un gioco di qualità e brillantezza alla Roma, che quanto meno ha sempre amato e rispettato come il vecchio ‘DiFra’.

I giallorossi oggi hanno comunicato l’esonero con la classica nota ufficiale: L’AS Roma comunica che da oggi Eusebio Di Francesco non è più il responsabile tecnico del Club. La Società ringrazia l’allenatore per il lavoro svolto sulla panchina giallorossa e gli augura il meglio per il futuro. “Da parte mia e di tutta l’AS Roma, vorrei ringraziare Eusebio per l’impegno profuso”, ha dichiarato il presidente Jim Pallotta. “Ha sempre lavorato con un atteggiamento professionale e ha messo al primo posto gli interessi del Club rispetto a quelli personali. Gli auguriamo il meglio per la sua carriera”.

Il futuro immediato si chiama Claudio Ranieri, traghettatore romano di San Saba che tornerebbe dopo il quasi exploit della stagione 2009-2010. L’allenatore, da poco esonerato dal Fulham, è pronto a rientrare a ‘casa’ per cercare di portare i giallorossi in Champions prima di fare spazio, quasi certamente, ad un tecnico pronto per il futuro. Sul taccuino della società sono sempre forti i nomi di Sarri e Gasperini, ma non si escludono sorprese estive.

 

La Roma è atterrata a Fiumicino, Totti e Di Francesco con la squadra. La dirigenza esce da una porta secondaria

Luca Fantoni – La Roma ha fatto rientro in Italia sul charter Alitalia AZ8951, dopo essere decollata da Oporto alle ore 11.53 italiane e aver subito la contestazione pesante dei tifosi presenti nella città portoghese. La squadra, dopo essere atterrata nella Capitale alle ore 14.09, è salita immediatamente sul pullman per lasciare l’aeroporto. Normalmente presenti Di Francesco e Totti, mentre il resto della dirigenzanon è salita nello stesso mezzo, uscendo da una porta secondaria. Nessun supporter ad attendere la squadra a Fiumicino.

Luca Fantoni

Roma, Panucci in pole per il dopo Di Francesco

Gianluca Notari – Sono giorni caotici quelli della Roma, che deve fare i conti con l’eliminazione dalla Champions League – fatale la sconfitta di Oporto – e, soprattutto, la ricerca forsennata di un nuovo allenatore pronto a rimpiazzare Eusebio Di Francesco. A questo punto della stagione non è cosa semplice: la priorità è quella di trovare un uomo che, visto il poco tempo che rimane alla fine dell’anno sportivo, sia in grado di lavorare principalmente sulla testa e sullo spirito della squadra più che sul gioco e sui tatticismi. Il problema, però, è che in questo momento non sembrano esserci tecnici liberi che riescano a convincere del tutto la Roma. Le strade percorribili dalla dirigenza giallorossa sono due: o prendere un allenatore che firmi un contratto di quattro mesi e che dopo una stretta di mano lasci la squadra senza pretese, oppure ingaggiare un tecnico su cui poter puntare anche nel prossimo anno. Dalle parti di Trigoria filtra una netta preferenza per la prima opzione, ma se già sono pochi gli allenatori liberi, ancor di meno sono quelli che accetterebbero senza riserve una soluzione di questo tipo.

PANUCCI – Per convincere un allenatore a firmare per soli quattro mesi – e in questa situazione – è evidente che le armi a disposizione della società siano ben poche. Una di queste, però, potrebbe essere il senso di appartenenza e la dedizione alla causa giallorossa. Per questi motivi, si stanno sondando i nomi di numerosi ex i quali, legati alla Roma da questioni sentimentali, potrebbero accettare l’incarico di traghettatore. Il nome che più sembra in voga al momento è quello di Christian Panucci, ex difensore della Roma e attuale ct dell’Albania.

Panucci, da quanto filtra, sarebbe entusiasta di giocarsi le proprie chance, e svincolarsi dal ruolo di ct non sarebbe un problema irrisolvibile. Lo spogliatoio – guidato da De Rossi – e parte della dirigenza – con Totti in prima fila – sembrano orientati verso questa scelta, anche se quello di Panucci non è l’unico nome in lizza.

RANIERI – Un altro tecnico a cui la dirigenza affiderebbe la guida tecnica della Roma fino a fine stagione è Claudio Ranieri. A lui i tifosi romanisti guardano sempre con ammirazione e con un pizzico di nostalgia, complice quello scudetto sfiorato nella stagione 2009/2010, quando l’allenatore testaccino subentrò a Luciano Spalletti. Reduce da un’esperienza piuttosto negativa con il Fulham, Ranieri è tornato disponibile solamente da pochi giorni: una sua risposta affermativa alla chiamata alle armi non è scontata, anche se il sentimento che lega Ranieri alla Roma potrebbe rappresentare un fattore.

ALTERNATIVE – Altre piste percorribili sono quelle che portano i nomi di Fabio Capello e Roberto Donadoni: per il primo sarebbe un clamoroso ritorno nella Capitale dopo il travagliato addio nel 2004, mentre per il secondo l’avventura sulla panchina della Roma rappresenterebbe un incredibile upgrade rispetto alle sue ultime esperienze. Infine, rimane appesa ad un filo la candidatura di Paulo Sousa: il suo nome è stato accostato prepotentemente alla Roma nei giorni precedenti all’ottavo di finale di Oporto, ma il tecnico portoghese non accetterebbe un contratto di soli quattro mesi. I dirigenti, dal canto loro, non sono affatto sicuri di voler puntare su di lui anche nella prossima stagione, per questo Sousa si sta allontanando sempre di più dalla Roma e si appresta a dire sì al Bordeaux.

Gianluca Notari