Margherita Bellecca – Sedotta e abbandonata. E’ così che Monchi lascia la Roma. A poco più di una settimana dalla rescissione con i giallorossi, il ds spagnolo torna a Siviglia. Salta tutto quindi con l’Arsenal, con Londra che sembrava il terreno adatto per sperimentare ed esportare il ruolo del direttore sportivo in una realtà da sempre restia a certe figure.
E’ durata soltanto un anno e mezzo la sua avventura alla Roma. Non abbastanza per lasciare un’impronta indelebile, ma sufficiente per convincere i tifosi, e come sembra anche a lui stesso, di aver sbagliato le scelte e la piazza nella quale operarle. Troppe le trattative dilatate nel tempo e sfumate all’ultimo (Mahrez prima e Malcom poi), troppi gli acquisti che non hanno reso come ci si sarebbe aspettato e per i quali si è speso tanto. Troppo facili le plusvalenze accumulate con quel parco giocatori messo sul mercato. Troppe anche le dichiarazioni alle quali non è seguito un risvolto pratico: “Qui non si vende, si vince!” una promessa disattesa dalla prima all’ultima parola.
Di Monchi resta il rammarico per ciò che sarebbe potut essere e che invece non è stato. Una delusione paragonabile al peggiore dei primi appuntamenti in una storia d’amore. Un ritorno il suo per certi versi inspiegabile, nell’unica realtà Evidentemente il richiamo del giardino di casa è troppo forte per dirgli di no. Il compito del prossimo direttore sportivo, al di là della figura che la dirigenza sceglierà, sarà quello di farsi carico del fallimento di Monchi e, con anche optando per scelte impopolari, riallestire le impalcature di un progetto iniziato con grandi annunci ma le cui fondamenta non sono state ancora costruire. Il ds spagnolo lascia una sola certezza nella capitale: la Roma può farcela benissimo anche senza di lui.
Margherita Bellecca