SPAL-Roma 2-1: le pagelle. Ranieri, la motivazione non basta. Nzonzi impalpalbile, da preservare i lampi di Zaniolo

(Jacopo Venturi) – La Roma perde la prima partita dal ritorno di Claudio Ranieri sulla panchina giallorossa. I capitolini durante il corso della gara non sono quasi mai riusciti ad esprimere una chiara idea di gioco, diventando poco pericolosi negli ultimi metri. La difesa, oggi scesa in campo con l’inedita soluzione Karsdorp-Marcano-Fazio-Jesus, dimostra i soliti limiti evidenziati già nel corso della stagione e qualche scelta discutibile dell’arbitro Rocchi non basta a spiegare una sconfitta pesante in ottica quarto posto.

 Olsen 5.5 – Non ha particolari colpe sui gol, ma dà sempre l’impressione di non essere sicuro quando la palla transita dalle sue parti.
Karsdorp 4.5 – La sua partita non è brillante né nella fase offensiva né in quella difensiva ed è macchiata dall’errore sul gol dell’1-0 di Fares.
Fazio 5 – Una prestazione non al di sotto delle precedenti in questa stagione, ma questo non è un fatto positivo. Il centrale argentino rimane impreciso nei tempi delle uscite e delle giocate in diverse situazioni, pur senza commettere errori evidenti.
Marcano 6 – Un girone fa era un giocatore in confusione, anello debole di una difesa in difficoltà. Adesso il discorso sembra essersi invertito, con lo spagnolo miglior elemento di un reparto che continua a faticare, ma il risultato non è cambiato.
Juan Jesus 4.5 – Non incide in fase offensiva, in difficoltà costante quando deve difendere. A prescindere da chi lo punti, non tiene l’uno contro uno. La sua gara va giudicata in maniera ulteriormente negativa per il fallo da rigore, seppur non evidente, su Petagna.

Kluivert 5 – In un solo tempo in campo non entra mai in partita ed è spesso impreciso. I pochi spazi concessi dalla SPAL incidono sulla sua capacità di correre palla al piede che aveva acceso la manovra offensiva giallorossa contro l’Empoli.

Nzonzi 5 – Impalpabile. Il francese non riesce a incidere con giocate positive, ma non fa nessun danno. Non era comunque di certo questo il giocatore che serviva alla Roma a centrocampo per fare il salto di qualità.

Cristante 5.5 – Prestazione leggermente superiore a quella del compagno di reparto per intensità e ritmo, proponendosi anche in zona tiro negli ultimi minuti.

El Shaarawy 5.5 – La sua partita dura 45 minuti, nei quali non riesce ad essere concreto come nelle scorse partite. Il miglior marcatore della stagione della Roma sembrava però uno dei più attivi, avendo creato un paio di potenziali occasioni da rete.

Dzeko 5.5 – Partita nervosa quella del numero 9, che sembra soffrire ancora l’attacco a due punte. Da annotare però come si conquisti il rigore del provvisorio 1-1 e vada a un passo dal 2-2, fermato solo da un grande intervento di Viviano.

Schick 5 – Di sicuro l’atteggiamento dell’attaccante ceco è migliorato rispetto a qualche mese fa: pressing, aggressività sull’avversario e intensità.  Le giocate che hanno però convinto Monchi nell’estate del 2018 a puntare sul suo talento sono ormai una rarità.

Perotti 5.5 – Entra nel secondo tempo per fare quello che gli riesce meglio: trasformare in gol i calci di rigore. Oltre a questo però nella partita dell’argentino c’è poco altro.

Zaniolo 6 – Il suo ingresso è sembrata la mossa che avrebbe potuto far girare il match a favore degli uomini di Ranieri. La sua forza fisica e la sua imprevedibilità hanno subito dato nuova verve alla manovra giallorossa e la sua palla per Dzeko nell’occasione del rigore guadagnato dal bosniaco è di sicuro la giocata tecnicamente più importante della partita.

Santon s.v. – Entra nel finale al posto di Karsdorp senza incidere.

Ranieri 5 – È tornato a Roma per dare un’anima alla squadra, ma i risultati ancora non si vedono. I giallorossi non riescono ad esprimere un gioco convincente e sembrano spesso non sapere che cosa fare in campo. È presto per dire che il cambio di allenatore non abbia sortito gli effetti sperati, ma di certo non bastano le motivazioni invocate dal tecnico di Testaccio per invertire la rotta.

(Jacopo Venturi)

Serie A, Sassuolo-Sampdoria 3-5. Goleada al Mapei Stadium, ventunesimo gol per Quagliarella

Gianluca Notari – Si è concluso il lo spettacolare anticipo delle ore 15 tra Sassuolo e Sampdoria. Gli ospiti vincono la sfida per 3-5, con un Quagliarella in forma stratosferica che sigla il 21° gol stagionale, ribadendo il suo primato in classifica marcatori, momentaneamente davanti a Cristiano Ronaldo e Piatek, entrambi a quota 19 reti.

Pronti via, la gara si sblocca al quarto d’ora: azione corale della Samp con Gabbiadini, che dalla destra serve un cross alto verso il secondo palo; Quagliarella con un contromovimento riesce a smarcarsi agevolmente del giovane Demirel e appoggia di sponda all’accorente Defrel, il quale stoppa con il petto e insacca con il sinistro alle spalle di Consigli. Il raddoppio arriva al 36° con il solito Quagliarella, che spara in porta con un destro dal limite dell’area. Dopo due minuti è Boga ad accorciare le distanze, che con un tap in raccoglie e spinge in rete la palla di Lirola. Prima della chiusura del primo tempo, però, gli ospiti vanno ancora in gol: azione simile a quella del primo gol, con Gabbiadini che dalla destra serve un assist ai compagni nel centro dell’area; Quagliarella fa il velo, Defrel stoppa e serve per Linetty, che di destro segna il 3-1 per i liguri.

Nel secondo tempo la musica non cambia, con i doriani sempre in pieno controllo del match. Dopo appena un minuto, infatti, è ancora la Samp ad andare in gol, con Praet che in spaccata raccoglie al volo il bel cross di Murru. Poco dopo è Duncan a siglare il più classico gol dell’ex, con un sinistro da fuori area che supera Audero con la complicità di Andersen, che devia la traiettoria del pallone. Ancora la gli uomini di Giampaolo arrivano in rete con Gabbiadini, mentre l’ultimo acuto della partita è di Babacar, che segna uno splendido gol a giro da fuori area. Da segnalare, al momento della sua sostituzione, la standing ovation di tutto lo Stadio Mapei per Fabio Quagliarella, che festeggia con questa bella prestazione il suo ritorno in Nazionale.

Gianluca Notari

Nainggolan contro Monchi: “Via per colpa sua”. Ma è stata l’unica buona mossa del D.S.

(Keivan Karimi) – Domani c’è il derby Milan-Inter, il centrocampista nerazzurro Radja Nainggolan è in forte dubbio e probabilmente partirà al massimo dalla panchina. Ma lo stesso ex romanista è tornato a parlare del suo addio alla squadra giallorossa, forzato e quasi obbligato, dando ogni colpa al direttore sportivo Monchi che avrebbe deciso quasi autonomamente di mandarlo a giocare altrove.

“Se fossi rimasto a Roma sarebbe scoppiata una guerra mondiale ogni giorno – ha ammesso Nainggolan al portale belga Hln.be – Sono andato via per Monchi, con il quale ho avuto uno screzio e non si è comportato in modo professionale nei miei confronti. Se mi avesse detto che voleva cedermi in faccia lo avrei accettato senza problemi, invece ha mandato degli intermediari a trattarmi in Turchia a mia insaputa, quindi ho capito che Roma non era più il mio posto”.

Altra carne al fuoco per l’ormai ex DS romanista, ormai pronto a tornare a Siviglia. Ma in realtà la cessione di Nainggolan all’Inter in cambio di 24 milioni più i cartellini del disordinato Santon e della stella nascente Zaniolo è forse l’unica vera operazione riuscita a Monchi nella sua esperienza romanista. Quattro sessioni di mercato scellerate, negative, senza guizzi salvabili al 100%, ma la scelta di rinunciare all’indisciplinato e ormai stanco Nainggolan è stata decisamente azzeccata. Non a caso il belga all’Inter è una sorta di fantasma che ogni tanto fa parlare di sé più fuori che dentro al campo, mentre Zaniolo nella Roma di oggi è già un titolare e con una valutazione già vicina ai 50 milioni di euro. Ogni altra parola per ora è superflua.