Di Francesco e De Rossi caricano la Roma: “Contro il Porto per ritrovare sorrisi ed entusiasmo”

(K.Karimi) – La conferenza stampa prima di Roma-Porto, ottavo di finale di Champions League, con protagonisti Eusebio Di Francesco e Daniele De Rossi:

Per Di Francesco: Ritorna la sua competizione dove l’anno scorso ha tracciato insieme alla squadra un percorso importante. È l’occasione per vedere la squadra guarita?
“Il percorso è sempre lungo però è la partita giusta per ritornare entusiasmato nell’ambiente”

Per De Rossi: la difesa a Kolarov è un modo per risanare la ferita tra lui e i tifosi?
“Se si potesse sanare questa ferita nella Roma sarei contento. Alex lo considero un fratello. Quello che posso dire ai tifosi, che si sono sempre fidati di me, gli dico che è un grande professionista. Non dico che è romanista, ma è un grande professionista, dà sempre quello che deve dare, non  salta un allenamento, in condizioni anche difficili. Io preferisco gente del genere, piuttosto che quelli che baciano la maglia  o fanno dichiarazioni al miele e al primo dolorino si fermano. Comunque il tifoso va rispettato”.

Per Di Francesco: Senza Marega e Corona che Porto si troverà domani?
“Credo abbiamo degli ottimi sostituti. Ottavio e Soaves sono giocatori forti, anche se con caratteristiche differenti, con qualità importanti. Il Porto al di là dei singoli è una squadra compatta, tosta, dura. È delle squadre di Cgampions che ha vinto più duelli difensivi e questo indica che dal punto di vista di squadra stanno veramente bene. Sarà una partita che dal punto di vista fisico molto dispendiosa”.

Per De Rossi: che Champions League bisogna aspettarsi dalla Roma quest’anno? L’esperienza fatta lo scorso anno può essere un valore aggiunto?
“Ci fa arrivare a partite più pronte a partite che sono delicate. Lo abbiamo detto quando abbiamo affrontato Real Madrid, Barcellona, Liverpool che erano più abituate di noi, fermo restando che il Porto è abituata a giocare partite così da diverso tempo. Anche per noi può essere un  motivo di sicurezza con giocatori in più rispetto al passato. Si racchiude tutto nella parola ‘esperienza’ che è stata positiva. L’anno scorso poteva finire meglio perché siamo stati sfortunati però è totalmente un altro campionato e non possiamo attaccarci a quello che è stato e prepararci bene per domani”.

Per Di Francesco: Qual è la situazione degli infortunati?
“Di quelli che non ci sono stati a Verona con il Chievo sicuramente Manolas che si è allenato con la squadra, mentre Olsen è in dubbio fino a domani mattina. Abbiamo perso Schick per un infortunio muscolare. tutti gli altri infortunati rientreranno domani, ma speriamo di riaverli con il Bologna: parlo di Perotti in particolar modo”.

Per De Rossi: Cosa ti ha colpito positivamente e negativamente della Roma di questo periodo?
“Negativamente i risultati che non sono stati brillanti e a volte non hanno rispecchiato le prestazioni in campo perché secondo me abbiamo fatto delle gare molto buone e abbiamo portato a casa i punti che meritavamo come il Real Madird, con l’Inter in casa. Quelli che stanno fuori sono sempre i più bravi, si notava che quando predavamo gol in situazione già critica non riuscivamo a tirare fuori la testa, andando ancora più in difficoltà, cosa che non è avvenuta ultimamente perché, a parte Firenze, le prestazioni sono state positive”.

Per Di Francesco: Schick contro il Bologna non ci sarà? Recuperano solo Perotti e Under?
“Sinceramente sto pensando al Porto, quindi non so dire se contro il Bologna ci sarà, ma Schick difficilmente sarà disponibile”.

Per De Rossi: Sei starai bene fisicamente potrai continuare a giocare ancora per un altro anno?
“L’ho sempre detto. Se sto bene fisicamente continuerò a giocare. Per quanto riguarda quello che dicono i miei compagni e il mister, loro non si rendono conto quanto sono importanti per me. In questi ultimi due anni mi hanno fatto sentire importante più di quanto lo sia stato in carriera. Per questo devo ringraziare solo loto, poi mi accorgo che le prestazioni sono buone e sono buone quando ti senti importante e diventa più semplice”.

Per Di Francesco: Con il ritorno di De Rossi rischia il posto Nzonzi o come abbiamo visto negli ultimi minuti a Verona nel 4-3-3 c’è la possibilità di vederli insieme?
“Ho questo dubbio di poterli fare giocare insieme anche in questa partita, sto facendo delle valutazioni in base ai giocatori che ho a disposizione. Li ritengo dei titolari, sicuramente oggi Daniele farà l’allenamento con la squadra e se dovesse dare risposte positive giocherà sicuramente lui. Per il resto è tutto da vedere”.

Per De Rossi: Percepisci pure tu un rumore, un’emozione diversa dei tifosi diversa quando entri in campo?
“L’Olimpico è sempre stata casa mia e sento grande affetto ultimamente, una percentuale più alta di tifosi che mi vogliono bene. Questo è stato il percorso che ha fatto Francesco: a metà della sua carriera ha trovato qualche detrattore, poi però alla fine si sono inchinati davanti alla sua grandezza. Lo sento che la gente mi vuole bene e sono contento, però penso e devo continuare a pensare che derivi dal fatto di giocare bene a pallone, non posso pensare ad altro e che fra poco smetterò. Ci sta il rumore positivo quando fai le cose giuste e il rumore negativo quando fai le cose meno giuste: il calcio è così”

Per Di Francesco: Come giudica l’assenza di Marega e il suo ricordo di Conceiçao?
“Conceiçao sta facendo un grande lavoro, ha fatto benissimo anche a Nantes sta proseguendo il suo percorso di crescita. È un allenatore che sta dando un’identità alla squadra e ha anche dato al Porto qualcosa  dal punto di vista caratteriale, una squadra che era con più palleggiatori che andava alla ricerca della qualità. Adesso la vedo molto più concreta sotto tutti i punti di vista. Per quanto riguarda Marega è un attaccante differente rispetto a Suarez, più di fisicità, di gamba. Ovviamente quando c’è campo aperto diventa un calciatore pericoloso”.

Per Di Francesco: Zaniolo lo preferisci come esterno d’attacco o come mezzala?
“Non lo so come lo vedo. potrebbe giocare sia a destra che come centrocampista. Non è una novità perché lo ha fatto e potrebbe giocare anche lui a destra, ma non posso darvi altre indicazioni perché potrebbe essere un ruolo ricoperto anche da Kluivert e Florenzi. Ci sono tante soluzioni, dipende da me la partita che andremo a fare rispetto agli avversari che ho di fronte”.

Per De Rossi: tra l’anno scorso e quest’anno la Roma è stata sull’orlo del baratro 3-4 volte e siete riusciti a sollevare grazie anche a Di Francesco. Che cos’è che lui ha e che vi aiuta quando le cose vanno male?
“La sua idea di calcio e quella non cambia se le cose vanno male o vanno bene. Sa quello che succede in campo riconoscendo i nostri problemi. Se le cose vanno male e l’allenatore mette 10 attaccanti o 10 difensori sconvolgerebbe l’equilibrio della squadra e non si riuscirebbe a reagire e invece lui continua fare le cose normali. È ovvio che lui sia facile dopo aver vinto una partita importante: gli umori sono sempre ricchi d alti e bassi, più di quanto lo siano quelli dei calciatori, però ha sempre tenuto la barra dritta anche in una città dove con è sempre facile rimanere saldi di testa e di polso. Poi sull’orlo del baratro non ci siamo stati così tante volte, ci sono stati dei momenti negativi dove si è parlato tanto del suo futuro, ma essere sull’orlo del baratro vuol dire un’altra cosa: io ho vissuto momenti quando eravamo quintultimi in classifica e ogni competizione e mi sentivo più sotto pressione”.

Per Di Francesco: Domani è una partita più da gambe fresche o esperienza?
“È il mix giusto, però la gamba ci vuole sempre, non si po’ giocare solo con l’esperienza. Spesso scherzo con Daniele e gli dico che a fine carriera mi rendevo conto che mi si allungava la lingua e mi si accorciavano le gambe. Non possiamo pretendere che Daniele abbia una condizione ottimale perché ha già dato grande continuità, però l’esperienza, il saper vivere certe partite, a volte puoi avere grandi gambe però se ti tremano quando hai la palla poi è dura. La capacità sta anche nel preparare le gare in un certo modo perciò uniamo le due cose perché senza corsa non si va da nessuna parte”.

Per De Rossi: Hai mai pensato che fosse tutto finito?
“Cerco di essere il più realista possibile. Non ho mai pensato di smettere perché ho fatto 3 mesi da calciatore serio: mi sono allenato sempre, ho fatto tutto ciò che c’era bisogno di fare per rientrare nella maniera giusta. Se ho fatto questo tipo di sacrifici perché pensavo di poter rientrare, però il punto di domanda  che avevo, e che in parte ho ancora adesso, è quanto reggerà la mia condizione fisica, come reggerà il ginocchio perché un’operazione alla cartilagine non l’avrei sopportata a 35 anni. Se invece risponde bene come sta rispondendo, non vedo perché io debba smettere o debba farmi domande che il campo smentisce”.

Per Di Francesco: Quanto è importante ritrovare quella solidità difensiva che finora è mancata in questa stagione?
“Specialmente in queste due partite da 180 minuti, è importante nella prima gara avere grande solidità, giocando in casa dovremo fare ancor di più una grande fase difensiva per poter fare una grande fase offensiva. Sarà determinante mantenere inviolata la nostra porta. Rimanere inviolati non significa perdere l’identità di squadra:  vuol dire avere qualche accorgimento in più specialmente contro giocatori capaci di ripartire con grande velocità e con esperienza in queste gare perché, se ricordo bene, la Roma non ha mai avuto un buon rapporto con il Porto”.

Per De Rossi: Questa partita può essere il coronamento di un periodo difficile che è finito?
“Giorno dopo giorno, ogni risposta che mi dà il ginocchio sono piccoli coronamenti di un percorso che sto facendo. Io penso che biosogna pensare alla partita, il mio attaccamento alla maglia è pensare alla gara come qualsiasi altra gara, come ho sempre fatto quando ero fuori. L’importante non è se giocherò 6 mesi, un anno e mezzo o due anni e mezzo, ma è continuare a preparare bene questa partita e pensare da squadra. È logico che aggiornerò sempre il mister e il dottore sulle mie condizioni fisiche, ma non è il motivo principale per cui stiamo qui. Dobbiamo una partita da vincere e non dobbiamo fare dei test sulla mia condizione fisica”.