Simone Indovino – Non è certo una Ferrari rosso fiammante, pronta a scattare dal primo metro di rettilineo disponibile. È più paragonabile a una classica auto diesel, confortevole, pratica, agile quando ha spazio davanti a sé. Lo spazio, in questo caso, non è altro che la fiducia generale acquisita da Bryan Cristante con il passare delle settimane, delle partite, delle prestazioni. Il centrocampo della Roma ha subito quest’estate una netta rivoluzione, per mano del metodo di operare di Monchi, e l’ex Atalanta è stato l’acquisto principale in quella zona del campo, sia per ruolo sia per investimento economico. La paura principale era soltanto una, che sulla falsa riga di Gagliardini e Kessie, entrambi partiti dalla squadra orobica per approdare in grandi club, anche Cristante potesse non rendere al meglio vanificando l’onerosa spesa.
MUGUGNI – Se già nel calcio in generale la pazienza è quasi nulla, figuriamoci a Roma. Qualche partita sbagliata ed immediatamente ecco i fischi verso un calciatore che sì, all’inizio non ha certo brillato, ma che avrebbe sicuramente meritato qualche settimana in più prima di essere giudicato. Non è neanche stato aiutato dal resto della squadra, poiché il periodo buio protratto da agosto non ha consentito a Cristante di rilanciarsi sul profilo personale. Serviva solo del tempo. Quello necessario per abituarsi a un cambio di realtà repentino, quello necessario per assimilare determinati meccanismi. Quello necessario per rendersi conto della responsabilità che si ha addosso indossando la maglia giallorossa.
SVOLTA – L’infortunio di De Rossi ha penalizzato in maniera importante la Roma. Provando però a mettersi nei panni di coloro che vedono sempre il bicchiere mezzo pieno, il suo stop ha contribuito a far crescere in maniera decisiva Cristante. Con Gasperini, l’annata scorsa, aveva fatto stropicciare gli occhi a tutti per le sue gesta offensive partendo da trequartista, sulla scia del modello Perrottiano, per intenderci. L’intuizione di Di Francesco (o meglio, la necessità), è stata di metterlo in posizione di regista, a completare il reparto con Nzonzi. Anche qui un inizio in sordina, ma partita dopo partita si è preso la scena. E, qualità fondamentale, non ha perso le doti darealizzatore che l’hanno sempre contraddistinto. Cresce l’intesa col compagno di zona e lui stesso l’ha recentemente confermato: «Con Steven è normale che il feeling cresca partita dopo partita, ci vuole ancora un po’ per conoscersi bene e dare il meglio. Quindi dobbiamo solo continuare su questa strada e continuare a giocare così».
BOMBER – Un dato che non può mentire sono i quattro gol già realizzati in campionato da Bryan. Tanti quanti messi a segno da Nainggolan nell’intera annata scorsa in Serie A. Di Francesco ha sentito non poco la mancanza delle marcature dei centrocampisti, e l’acquisto del classe ’95 è stato portato avanti anche in quest’ottica. Numeri alla mano, fino adesso, il colpo è stato vincente. I suoi gol hanno anche regalato diversi punti alla Roma, basti pensare a quello decisivo con il Genoa o quello fondamentale nell’ultima giornata col Parma volto a sbloccare una partita insidiosissima. E se Juan Jesus non gli avesse rubato (nel senso buonissimo del termine) un’ulteriore segnatura, lo score di Nainggolan sarebbe già superato. Con umiltà e caparbietà Cristante ha saputo portare la critica tutta dalla sua parte e per questo, il giocatore di 23 anni che sembra giocare come un veterano, merita solo applausi.
Simone Indovino