Il Sassuolo punta Thomas Meissner del Willem II. Come appreso nelle ultime ore, il club neroverde ha messo nel mirino il difensore tedesco e vorrebbe portarlo in Italia già nel mercato di gennaio in prestito.
G.Conflitti
Il Sassuolo punta Thomas Meissner del Willem II. Come appreso nelle ultime ore, il club neroverde ha messo nel mirino il difensore tedesco e vorrebbe portarlo in Italia già nel mercato di gennaio in prestito.
G.Conflitti
(Keivan Karimi) – Il mercato di gennaio sta per concludersi. Di già? Sembra proprio di sì, visto che domani scatterà l’ultima settimana di trattative. La Roma ha fatto ben poco, ha mosso il minimo indispensabile, ha ritrovato il figliol prodigo Sadiq Umar e lo ha spedito al Perugia. Niente di più, anche se i tifosi si aspettavano un paio di colpi per tornare seriamente a guardare in alto.
Eppure c’è l’impressione che Monchi stia preparando il gran finale, un centrocampista centrale che possa far sì che la panchina romanista si allunghi e che gente come De Rossi, Nzonzi e compagnia possa recuperare le forze e non rincorrere i fantasmi dei rientri lampo. Il nome che potrebbe spezzare il digiuno del mercato in entrata giallorosso è quello di Wilmar Barrios, volante colombiano classe ’93, da tempo nel giro della sua Nazionale e perfetto per l’attuale 4-2-3-1 romanista.
Barrios è un calciatore tecnicamente valido del Boca Juniors e la Roma pare aver messo sul piatto la prima offerta concreta: prestito fino a giugno e riscatto fissato a 24 milioni di euro. Nelle prossime ore sono attesi sviluppi, ma sembra che Monchi abbia davvero individuato nel colombiano il colpo perfetto per la mediana, spiazzando tutti gli ‘esperti’ di rumors e trattative che avevano parlato di tutt’altri elementi.
Simone Burioni – Prima delusione stagionale per la Roma Primavera. I ragazzi di Alberto De Rossi sono stati eliminati ai quarti di finale di Coppa Italiadall’Atalanta, in una partita assolutamente dominata dagli orobici. Il primo tempo si era chiuso col vantaggio nerazzurro, grazie ad un gol segnato da Kulusevski in avvio di gara. Nella ripresa la squadra di Brambilla dilaga e abbatte i giallorossi: in rete Colley, Piccolie Traoré. L’Atalanta elimina la Roma e vola in semifinale.
IL TABELLINO
ATALANTA BC (4-3-3): Carnesecchi; Zortea, Okoli (90′ Bencivenga), Guth, Girgi; Gyabuaa (45′ Colpani), Del Prato (C) (77′ Traoré), Kulusevski; Peli (77′ Capanna), Piccoli (84′ Cortinovis), Colley.
A disposizione: Gelmi, Bergonzi, Milani, Brogni, Cambiaghi, Kobacki, Moukam.
Allenatore: Massimo Brambilla.
AS ROMA (4-3-3): S.Greco; Parodi, Bianda (69′ Trasciani), Cargnelutti (C), Semeraro (69′ Besuijen); Riccardi, Pezzella, J.Greco; Cangiano (45′ Chierico), Celar, D’Orazio (69′ Darboe).
A disposizione: Zamarion, Coccia, Santese, Sdaigui, Simonetti, Bucri, Buso.
Allenatore: Alberto De Rossi.
Arbitro: Santoro di Messina.
Assistenti: Pappalardo e Salvatori.
Marcatori: 14′ Kulusevski (A), 63′ Colley (A), 72′ Piccoli (A), 89′ Traoré (A).
Ammoniti: 21′ Okoli (A), 32′ Cangiano (R), 71′ Cargnelutti (R).
Espulsi: -.
LIVE
SECONDO TEMPO
94′ – Triplice fischio del signor Santoro, l’Atalanta batte la Roma per 4-0 e si qualifica alla semifinale di Coppa Italia.
93′ – Palo interno di Celar: Carnesecchi la tocca appena e riesce a dire no ad un gran tiro. Sfortunata la squadra giallorossa.
90′ – Assegnati quattro minuti di recupero. Okoly viene sostituito da Bencivenga.
89′ – GOL DELL’ATALANTA! Chierico tenta di anticipare Cortinovis, ma sfortunatamente serve Traoré, che elude il difensore con una finta e dai 16 metri trafigge Greco.
84′ – Piccoli è costretto a lasciare il terreno di gioco per crampi, entra Cortinovis.
82′ – Sussulto d’orgoglio della Roma: Trasciani pressa al limite dell’area avversaria e serve Pezzella, che calcia di collo sfiorando il gol della bandiera.
77′ – Brambilla fa riposare alcuni dei suoi in questo finale di gara: entrano Traoré e Capanna, fuori Peli e Del Prato.
72′ – GOL DELL’ATALANTA. Piccoli chiude i giochi ribadendo in rete una respinta di Greco su un tiro di Colpani dal limite dell’area. 3-0 con il più facile dei tap-in e partita finita.
71′ – Giallo per simulazione per Cargnelutti, crollato in area sugli sviluppi di una punizione in zona offensiva.
69′ – Tripla sostituzione per la Roma: dentro Darboe, Besuijen e Trasciani. Vanno a sedersi in panchina Semeraro, Bianda e D’Orazio.
63′ – GOL DELL’ATALANTA! Colley recupera palla con il pressing offensivo, poi scambia con Kulusevski e sul passaggio di ritorno calcia di prima ad incrociare. Nulla da fare per Greco, 2-0 degli orobici.
61′ – Colpani rischia di segnare con un tiro-cross su cui non arriva Greco. La palla va fuori per un soffio.
57′ – Sale il ritmo dei giallorossi: cross di Riccardi per l’accorrente Greco, tiro a botta sicura e muro di Zortea.
56′ – Si riaffaccia la Roma nell’area avversaria: Pezzella mira all’angolino sul passaggio di Celar, blocca Carnesecchi.
53′ – Altra parata di Stefano Greco, che respinge in angolo un tiro da fuori di Zortea.
50′ – Atalanta vicina al raddoppio in apertura di ripresa, ma Greco ferma Piccoli lanciato in contropiede.
45‘ – Inizia la seconda frazione di gioco. All’intervallo l’Atalanta sostituisce Gyabuaa con Colpani, la Roma toglie Cangiano e lancia Chierico.
PRIMO TEMPO
46′ – Finisce il primo tempo: 1-0 per l’Atalanta.
45′ – Ci sarà un minuto di recupero.
43′ – Buon tiro di Piccoli da fuori area. Greco segue la traiettoria e devia in calcio d’angolo.
42′ – Celar è bravo a tentare di sfondare la retroguardia bergamasca, ma Okoli ferma l’attaccante giallorosso facendo valere il proprio fisico.
36′ – Buona uscita di Greco fuori dalla propria area. Nell’occasione Piccoli era lanciato a rete.
32′ – Prima ammonizione per la Roma. Giallo a Cangiano che si prende il cartellino per un fallo tattico.
28′ – Ancora Celar! Il giallorosso sovrasta Okoli di testa, ma il pallone finisce tra le braccia di Carnesecchi.
27′ – Gran cross di Peli dalla destra, Piccoli impatta a pochi passi da Greco ma il portiere giallorosso è bravissimo a respingere con i piedi.
22′ – Celar batte la punizione, ma il tiro si infrange sulla barriera.
21′ – Ammonito Okoli dell’Atalanta per un fallo al limite dell’area nerazzurra. Buona occasione per la Roma.
18′ – Prova a reagire la Roma con Celar. Il tiro del giallorosso non trova la porta dopo che il pallone era rimasto a centro area per un rimpallo.
14′ – GOL dell’Atalanta con Kulusevski! Il nerazzurro si libera al centro dell’area e lascia partire un tiro apparentemente non irresistibile, ma che si insacca all’angolino prendendo in contro tempo Greco.
10′ – Ci prova l’Atalanta con Colley, ma la sua conclusione è centrale e facile preda di Greco.
4′ – Buona azione di Piccoli che si libera al centro e fa partire un tiro dal limite dell’area che Greco alza sopra la traversa.
0′ – Inizia il match. Atalanta alla battuta.
Simone Burioni
Margherita Bellecca – La prima settimana di attività del 2019 romanista inizia con una bella sorpresa: la riscoperta di Rick Karsdorp. L’olandese, arrivato a Roma nell’estate del 2017, è rimasto per oltre un anno e mezzo un oggetto giocante non identificato. Prima la grande attesa a causa dell’operazione al menisco, problema che si trascinava dai tempi del Feyenoord. Poi, la rottura del crociato in casa contro il Crotone a metà ottobre. Ferie forzate anticipate di 6 mesi e arrivederci al 2018.
L’estate dell’olandese procede a fari spenti, con la preparazione alla stagione a targhe alterne, tra qualche prova sul campo e molta, moltissima fisioterapia. Inizia il campionato, e per Karsdorp la prima occasione da titolare arriva il 31 agosto in casa del Milan. Prestazione da dimenticare e giocatore che sparisce completamente dai radar di Eusebio Di Francesco. Passano i mesi, la Roma affronta momenti difficili e Karsdorp accumula più presenze su Instagram che minuti in campo, facendo capolino solo nella gara di Plzen.
La svolta arriva in una fredda serata di metà gennaio. All’Olimpico c’è l’Entella negli ottavi di Coppa Italia e all’olandese viene finalmente concessa una chance da titolare. L’avversario è quello che è, ma il terzino dà l’impressione di poter essere un’arma in più nella seconda parte di stagione. Impressione confermata 5 giorni dopo, sempre all’Olimpico, in casa contro il Torino. Prestazione importante, impreziosita dall’assist per El Shaarawy in occasione del
rigore rimediato dall’attaccante. Uscito tra gli applausi dei tifosi sugli spalti, Karsdorp è pronto a dimostrare sul campo di valere il prezzo del bonifico versato dalla Roma nelle casse del Feyenoord e mettere in difficoltà Di Francesco nella scelta di una maglia da titolare per il ruolo di terzino. La speranza è che lasci i panni di protagoista di X Files per indossare una volta per tutte quelli di calciatore.
Margherita Bellecca
Alice Dionisi – Inizia il 2019 e torna la Serie A, con la Roma che ospita il Torino allo stadio Olimpico per la prima giornata del girone di ritorno. I giallorossi sono reduci dalle due vittorie contro Parma e Sassuolo, con il Torino che invece nel turno precedente ha fermato la Lazio, proprio all’Olimpico, con un pareggio per 1-1. Con Florenzi indisponibile, il tecnico Di Francesco è stato costretto a schierare Karsdorp (uscito all’80’ per lasciare il posto a Santon), insieme a Fazio, Manolas e Kolarov davanti alla porta protetta da Robin Olsen. Cristante e Pellegrini dietro al trio composto da Under, Zaniolo (preferito a Pastore) e Kluivert, a loro volta alle spalle di Edin Dzeko. Per i granata invece Mazzarri è stato costretto ad ovviare all’assenza di Izzo -squalificato- con Lyanco e schierando Parigini in attacco al fianco di Belotti e Iago Falque. Dura appena una manciata di minuti la partita di Cengiz Under, costretto a chiedere il cambio per un problema muscolare ed El Shaarawy subentra al suo posto. Dopo un quarto d’ora di gioco, la Roma si porta in vantaggio con una rete incredibile di Nicolò Zaniolo. Da una punizione di Kolarov, Fazio la mette in mezzo per il 22 che calcia col sinistro, ma trova i guantoni di Sirigu. Il portiere granata respinge sui piedi del calciatore della Roma: Zaniolo si gira da terra e mantiene palla, poi col sinistro la spedisce sotto la traversa, trovando la rete del vantaggio. Al 32’ Sirigu atterra El Shaarawy in area e per l’arbitro Giacomelli non ci sono dubbi: è calcio di rigore. Trasforma Kolarov dal dischetto, trovando la rete del 2-0. Palo del Torino prima dell’intervallo, ma i granata accorciano le distanze nella ripresa, con Rincon che al 51’ segna la rete del 2-1. Al 67’ è Ansaldi a trovare la rete del momentaneo pareggio, dopo aver già colpito il palo qualche minuto prima, calcia di prima dopo una respinta di Manolas e riapre la partita. Al 73’ è il Faraone, Stephan El Shaarawy, a regalare alla Roma i tre punti con un filtrante che non lascia scampo a Sirigu.
Alice Dionisi
Gianluca Notari – Chi ama un certo tipo di calcio, quello un po’ romantico, romanzesco e romanzato, non può non conoscere Paolo Sollier. Calciatore mediocre per sua stessa ammissione, in una chiacchierata di circa un annetto fa mi ha confessato di aver cenato, alla chiusura del mercato di gennaio del 2018, con il suo grande amico Walter Sabatini. A tal riguardo mi ha detto: «Il suo ruolo è enorme: ha dei poteri incredibili, ma anche tanti oneri. È a capo di un impero, io non ce la farei mai».
A quanto pare, anche il suo amico Walter non ha retto. O forse non ha voluto, ma cambia poco. Fatto sta che Sabatini, dopo neanche un anno da direttore sportivo del gruppo Suning (Inter e Jiangsu), ha mollato. Divergenze con la proprietà, si è detto. Che poi è la stessa cosa che si era detta a Roma con Pallotta e prima ancora a Palermo con Zamparini. Lavorare con l’ex patron rosanero non deve essere facile, ma neanche essere Walter Sabatini dev’essere la cosa più semplice del mondo.
Da quando ho visto il film di Spike Jonze “Being John Malkovich” mi sono sempre chiesto dentro la testa di chi volessi entrare e, per diverse volte, mi sono immaginato nella testa del ds umbro. Nei miei pensieri l’ho sempre immaginato come un cerbero a tre teste, ognuna di esse impegnata ad occuparsi di un lato della personalità sabatiniana, che dentro di me ho riassunto proprio in tre punti: giovani promesse – meglio se sudamericane; letteratura – meglio se politica; sigarette – meglio se Marlboro.
Parlare di una figura iconica come Walter Sabatini non è semplice. Non si sa da dove cominciare, e soprattutto dove il discorso possa finire – semmai esso possa davvero finire. Calciatore dalle buone doti tecniche e qualitative, i cronisti dell’epoca ne esaltavano il dribbling e l’estro. Ma per sua stessa ammissione, il ds Sabatini non avrebbe mai acquistato il calciatore Sabatini. «Non c’aveva voglia», mi confida Sollier. Negli spogliatoi Sabatini leggeva Dostoevskij, e nel tempo libero si occupava di politica. Non proprio i passatempi prediletti dai giocatori di calcio. Una volta appesi gli scarpini al chiodo, inizia la sua carriera da direttore sportivo nella squadra che lo aveva lanciato tra i professionisti nel lontano 1975, il Perugia. Sei anni lì, poi il ruolo di coordinatore dei vivai alla Lazio, un altro paio di esperienze da ds per poi tornare a Formello, stavolta con il ruolo che tutt’oggi ricopre. Poi Palermo, Roma, Suning e ora Sampdoria.
Quando ho conosciuto Sabatini, la cosa che più ricordo è stata la dicotomia secondo la quale divide i bravi giocatori: «Di talento e talentuosi», disse. In verità, lì per lì non trovai molto senso a questa affermazione. Così, avvicinandomi con timore reverenziale, chiesi lumi a tal proposito. «I giocatori di talento sono tanti, tantissimi: per arrivare a certi livelli devi avere talento, per forza. Ma sono quelli talentuosi riescono a metterlo a frutto: sono quelli che fanno la differenza, quelli che ti fanno vincere».
Pensandoci su, immaginavo la gioia o la profonda delusione che un direttore sportivo può provare nel momento in cui ‘azzecca’ o ‘sbaglia’ un giocatore. E la risposta è stata: enorme. Enorme come lo stress di cui si fa carico, ed ecco spiegate le care Marlboro, gli enfisemi polmonari e il malore avuto ad ottobre scorso. Tutto ciò era probabilmente inevitabile: essendo un uomo passionale e appassionato, Sabatini dà l’impressione di viver male ogni trattativa. «Se ‘sbaglio’ Lamela smetto di fare il direttore sportivo» è solo una delle tante frasi-simbolo del mood sabatiniano: tutto o niente, bianco o nero, sì o no, retaggio dell’aderenza ad un’ideologia politica che non lascia spazio a fraintendimenti. Prendere o lasciare. Chi ingaggia Sabatini lo sa: si fa carico di tutte le sue idee, del suo essere diverso da tutto ciò che lo circonda, del suo essere unico nel suo genere. Un pesce fuor d’acqua, che non perde occasione di dimostrarlo. Le sue dichiarazioni a mezzo stampa sono spesso originali, così come il suo linguaggio del corpo. Sfrontato ed irriverente, ha eretto la plusvalenza ad unico credo in cui avere fede, ma per farlo ha bisogno di libertà d’azione. E probabilmente anche di caos, situazione-limite in cui si mostra pienamente a suo agio. Non è un caso infatti che i picchi della sua carriera siano stati in società meno organizzate rispetto a quelle appartenenti alle élite del calcio: Palermo, Lazio e la prima Roma statunitense, non certo modelli di società vincenti.
Non si parla di traguardi sportivi, ma di trading efficace: Pastore al Palermo, Kolarov e Lichsteiner alla Lazio, Manolas, Alisson e Marquinhos alla Roma. Questi sono solo alcuni dei nomi che Sabatini può mostrare con orgoglio come stelle al merito, ma non va dimenticato che, così come tutto il resto, anche le sue intuizioni di mercato sono un saliscendi continuo: Meghni, Talamoni, Uçan, Doumbia e Ibarbo sono ad esempio investimenti sbagliati, che club di medio calibro come i sopracitati hanno dovuto pagare caro, obbligati di volta in volta a sanguinose cessioni.
Non smetto di pensare mai al fatto che Sabatini possa vedere nel suo lavoro una certa forma di missione sociale: in un’intervista a La Repubblica, dice: «Noi alla fine facciamo del bene. Famiglie che non avrebbero da mangiare trovano un aiuto grazie al calcio. Gervinho, della Costa d’Avorio, a Roma aveva una famiglia mostruosa, manteneva 25 persone, in Africa è così, se uno ha soldi e successo si trascina dietro una comunità. Quando si parla di calcio tutti vedono malaffare, intrighi, sfruttamento, dove invece c’è solo un’opportunità di lavoro. C’è sempre un certo razzismo culturale: se arrivi alla Scala per studiare danza sei un artista promettente, che sfrutta un’occasione, se arrivi dal Ghana in Italia per giocare a pallone sei vittima di chissà quali abusi, mazzette e delinquenti». “Fare del bene”, “opportunità di lavoro”, “razzismo culturale”: è evidente, nell’uomo Walter Sabatini, una consapevolezza civica e sociale, certamente figlia di quell’impegno politico giovanile che stona terribilmente se messa in relazione al mondo del calcio globale e manageriale.
Ma forse è meglio così. Come detto Sabatini è questo, prendere o lasciare. L’impressione, infine, è che una figura come la sua sia indispensabile per il lato umano del calcio. Perché a far mercato pagando le clausole da 200 milioni son buoni tutti. È quando il bilancio deve essere portato in positivo, o quando il club viene da una stagione fallimentare, che si vede la stoffa dell’uomo prima e del direttore sportivo poi. E quella Sabatini ce l’ha di certo. E no: almeno quella, non è in vendita.
Gianluca Notari
Simone Burioni – Le parole di Di Francesco nella conferenza stampa di venerdì sono servite da monito: “Monchi cerca opportunità, ma se non dovesse trovarne meglio restar così che comprare tanto per fare”. L’opportunità c’è e porta il nome di Gianluca Mancini. Alla Roma il difensore piace eccome e cerca di portarlo nella Capitale già a gennaio. L’idea del direttore sportivo è quella di anticipare un acquisto in programma per giugno in modo da poterlo mettere a disposizione del tecnico, alla luce delle condizioni di Juan Jesus e della poca fiducia in Marcano.
Come raccolto dalla nostra redazione, Monchi metterà sul tavolo una cifra vicina ai 25 milioni di euro bonus compresi, chiedendo il calciatore in prestito oneroso di 18 mesi con obbligo di riscatto. Stessa modalità con la quale l’Inter si è accaparrata Gagliardini nel gennaio 2017, pagando due milioni di euro per il prestito al club bergamasco prima del riscatto obbligatorio dopo due anni. In questo modo la Romapotrebbe accaparrarsi uno dei maggiori talenti del reparto difensivo italiano, dando al calciatore sei mesi per adattarsi al meglio alla realtà romana. Escluso dalla trattativa, per ora, Gregoire Defrel, la cui cessione è stata smentita dal tecnico della Sampdoria Giampaolo.
Resta ora da vedere se Percassi sarà disposto a rinunciare al difensore anzitempo rispetto alle previsioni, anche se la batteria dei difensori centrali, composta da Palomino, Toloi, Masiello, Djimsiti e Varnier, che tornerà arruolabile tra un paio di settimane dopo l’infortunio al crociato di luglio, garantirebbe comunque certezze dal punto di vista del rendimento. L’Atalanta in questo momento è in corsa per l’accesso alla Champions League e non chiuderebbe la porta ai giallorossi a fronte di una richiesta, ma sarà necessario uno sforzo economico per assicurarsi il difensore. Non ci resta che attendere.
Simone Burioni
(K.Karimi) – Un inizio di girone di ritorno davvero pazzesco quello della Roma; la squadra di Di Francesco vince una gara rocambolesca, tra cambi di fronte clamorosi, contro un Torino combattivo. 3-2 il risultato dell’anticipo della 20.a giornata di campionato.
Un primo tempo perfetto quello giocato all’Olimpico dai giallorossi, che perdono subito Under per infortunio ma si rifanno sul campo: vantaggio segnato dal solito Nicolò Zaniolo, sempre più uomo squadra della Roma ‘verde’. Il suo gol in mischia spalanca le porte ai padroni di casa che raddoppiano con Kolarov su rigore, dopo un netto fallo di Sirigu su El Shaarawy.
Un palo di Iago Falque a fine primo tempo fa invece da preludio alla reazione orgogliosa del Toro nella ripresa: nel giro di 20′ i granata prima accorciano con Rincon poi pareggiano con Ansaldi, entrambi autori di gol da fuori area. Ma la Roma non si dispera e ricomincia a macinare gioco: il gol-vittoria arriva poco dopo con El Shaarawy, freddissimo in area su pallone servitogli da Pellegrini. Sofferenza e tanto spirito per i giallorossi, che chiudono gli spazi e riescono a mantenere il 3-2 fino al termine. In attesa dei match di Milan e Lazio di domani, la Roma è momentaneamente di nuovo al 4° posto in classifica.
https://www.youtube.com/watch?v=2QSo71cxR-U
Gianluca Notari – Non convince, ma vince la Roma che batte il Torino per 3-2. Gara complicata dall’inizio per i giallorossi, che dopo i primi minuti di sofferenza riescono però a mettere la testa fuori dalla propria metà campo. Poco dopo, in una delle prime azioni pericolose, arriva il gol di Nicolò Zaniolo: sugli sviluppi di una punizione calciata dalla trequarti da Kolarov, Fazio fa la sponda sul secondo palo per l’accorrente Zaniolo, ma il suo tiro è ribattuto da Sirigu. Ma il giovane centrocampista è lesto nell’andare sulla palla vagante, e dopo l’aggancio con la suola del piede destro, infila il portiere granata con un sinistro da terra che si infila sotto la traversa: 1-0 Roma. La squadra di Mazzarri accusa il colpo e comincia a sbandare: così, dopo una palla geniale di Karsdorp, El Shaarawy anticipa Sirigu che butta giù il classe ’92. Dal dischetto si presenta Kolarov, che prende la mira e batte l’ex PSG. Il primo tempo si conclude sul velluto per gli uomini di miste Di Francesco, che lasciano spazio anche ad alcuni preziosismi come il dribbling sulla trequarti di uno Zaniolo sugli scudi.
Ma come troppe volte accade, la Roma si trasforma e nel secondo tempo torna sul campo di gioco molle ed impacciata. Il Torino ne approfitta dopo pochi minuti e trova il gol con Rincòn, che sfrutta la ribattuta della difesa giallorossa dopo una conclusione del capitano granata, Andrea Belotti. I capitolini accusano il colpo e non riescono a ritrovare il filo del gioco, complice anche una pioggia torrenziale che si abbatte sullo Stadio Olimpico. Gli uomini di Mazzarri capiscono che il momento è propizio e si fiondano in avanti cercando il gol del pari, che non tarda ad arrivare: dopo una punizione dal limite di Ansaldi che sfiora il palo alla sinistra di Olsen, è lo stesso argentino a punire il portiere svedese con un sinistro da fuori, sul quale l’estremo difensore ex Copenaghen si fa trovare leggermente impreparato, complice anche la foresta attraverso cui sfila il pallone. La Roma però non si dà per vinta, in primis il suo allenatore: fuori uno spento Kluivert e dentro Patrik Schick, che dopo pochissimi minuti dal suo ingresso in campo riceve palla sulla destra, smista al centro per Pellegrini il quale serve una palla perfetta in verticale per El Shaarawy che segna e raggiunge quota 6 reti in campionato.
Il finale della partita non vede particolari momenti di interesse, con una Roma attenta e con la difesa sempre alta, che non permette al Torino di avvicinarsi troppo alla porta difesa da Olsen nonostante la trazione super-offensiva data dagli ingressi in campo di Zaza, Edera e Berenguer. La Roma vince quindi la terza vittoria di fila in Serie A, tante quante nelle ultime 10 partite del torneo. Per il Torino, invece, arriva la prima sconfitta in trasferta.
Gianluca Notari
Simone Indovino – Pagine Romaniste (S.Indovino) – La sofferenza in casa romanista non manca mai. La Roma entra in campo questo pomeriggio con un piglio più che positivo, macinando un ottimo gioco e andando in vantaggio di due reti grazie a un’altra perla di Zaniolo e un rigore di Kolarov, abilmente procurato da El Shaarawy. L’inizio ripresa è da shock: il rendimento dei calciatori scende vertiginosamente e il Torino ne approfitta, accorciando le distanze prima con Rincon e poi con Ansaldi (in entrambi i casi un Olsen non perfetto). I capitolini si rimboccano così le mani, fino a salire nuovamente in cattedra e mettendo la freccia per il sorpasso grazie ancora ad El Shaarawy. Quattro vittoria nelle ultime quattro gare, adesso bisogna non fermarsi.
ROMA
Olsen 5 – I gol subiti non sono di certo papere da parte sua, ma lo svedese non appare troppo in giornata, almeno tra i pali. Sia Rincon Sia Ansaldi lo beffano con forse troppa facilità, anche se non è aiutato dal gran traffico davanti ai suoi occhi in entrambe le occasioni.
Karsdorp 6.5 – C’è ancora tantissimo da lavorare, sopratutto dal punto di vista difensivo, ma nella gara di oggi arrivano altri segnali incoraggianti da parte sua. Buone giocate con la palla al piede e un buon passo, fino a quando la condizione fisica lo abbandona e il mister lo richiama in panchina.
Manolas 7 – Gioca una partita nella partita contro Belotti, ed eccezion fatta per un’occasione esce sempre vincitore. Le sportellate non lo spaventano, ed è bravissimo a sovrastare sia in velocità sia negli stacchi aerei il diretto concorrente.
Fazio 6.5 – Si batte tantissimo con gli attaccanti avversari e spesso ha la meglio, dimostrando un incremento non indifferente del suo rendimento.
Kolarov 6.5 – Con l’assenza di Perotti e De Rossi il rigorista è lui, e i risultati parlano chiaramente. Un’esecuzione perfetta, che si aggiunge a un’ottima prestazione messa in atto dal serbo. Spinge fino agli ultimi secondi sulla fascia, ed è bravo ad arginare le discese sulla destra dei ragazzi di Mazzarri.
Cristante 6 – Non è preciso come le ultime uscite, ma il suo lavoro è comunque molto prezioso. Qualche pallone perso di troppo che non gli permette di superare una normalissima sufficienza, come quello che gli avversari gli hanno scippato in occasione del primo gol subito.
Lo.Pellegrini 7 – Col passare dei minuti è lui a prendere la squadra sulle spalle, macinando gioco su gioco e pulendo ogni pallone che gravita nella sua zona. L’assist decisivo per El Sha è la semplice ciliegina sulla torta di una partita giocare in maniera encomiabile a tutto tondo.
Under s.v. – Appena 4 minuti per il turco, che si fa male al quadricipite sinistro dopo uno scatto sulla corsia.
Zaniolo 7 – Un gioiello che continua a brillare. Il primo tempo è di rara bellezza: un gol con un grandissimo gesto atletico e una gestione del pallone a dir poco perfetta. Ripresa così così, poiché accusa il ritorno del Torino come tutta la squadra, ma è ormai un punto assolutamente fermo dello scacchiere giallorosso.
Kluivert 6 – È costretto, causa infortunio a Under, a dirottarsi dopo 5 minuti nella corsia che predilige di meno. Partita sufficiente, senza particolari spunti ma con un buon ordine tattico. Ingenua l’ammonizione per proteste che rimedia nella ripresa.
Dzeko 5.5 – Non brilla ancora fisicamente e si vede, spesso arriva in fase di finalizzazione con poco ossigeno. Ci sono circostanze in cui potrebbe essere decisamente più incisivo, ma non è da sottovalutare il lavoro degli ultimi minuti, utile a mantenere il risultato.
El Shaarawy 7 – Buttato nella mischia praticamente da subito per “colpa” di Under, ci mette un po’ a carburare. Ha diverse occasioni nel primo tempo ma le spreca, salvo poi rivelarsi decisivo in ottica match nella ripresa. Con freddezza buca Sirigu riportando avanti la Roma e regalandole 3 punti importantissimi.
Schick 6 – Un buon ingresso in campo da parte del ceco, che mette molta grinta sul terreno di gioco e aiuta i suoi a riaffacciarsi in avanti.
Santon s.v. – Rileva un esausto Karsdorp, rispondendo presente.
Di Francesco 6.5 – Avrà sicuramente da strigliare i suoi giocatori, perché è imperdonabile farsi recuperare due gol per pure disattenzioni. Per fortuna la sua squadra si fa trovare poi pronta mentalmente e riesce a staccare nuovamente il Torino e guadagnare tre punti a dir poco fondamentali. Un plauso per il buon approccio iniziale.
Simone Indovino