Simone Burioni – Eusebio Di Francesco, allenatore della Roma, ha parlato in conferenza stampa in vista della gara di domani contro il Genoa. Queste le sue parole:
Le condizioni di De Rossi…
Ieri ha fatto un terzo dell’allenamento, non tutto. Sarà sicuramente convocato al di là delle risposte che mi darà nel primo allenamento completo con la squadra. Ho il desiderio che lui stia con la squadra e lui ha il desiderio di stare con noi. Credo sia la cosa più importante al di là del suo utilizzo.
Che Genoa si aspetta?
Hanno avuto un’ottima reazione domenica scorsa essendo sotto di un uomo e di un gol, sono stati bravi a riprendere la partita. Hanno due attaccanti che si integrano benissimo, un grande uomo d’area come Piatek e Kouame, giovane di grandi prospettive Dobbiamo stare molto attenti a questi due calciatori.
Le dichiarazioni del post Plzen hanno lasciato scorie?
Al di là che non credo che siano state parole esagerate, quando si analizzano le partite ci si mette tutti davanti a quella che è la realtà. Abbiamo valutato gli errori fatti e gli atteggiamenti sbagliati che ci sono stati, che vanno al di là della voglia di fare una prestazione differente da quella di Plzen. Ci siamo confrontati e ci siamo parlati, ho visto dai ragazzi una grande voglia di rivalsa e voglia di dimostrare che non sono quelli dell’ultima gara.
Domani si può tornare alla difesa a tre?
Tutto è possibile, al di là del discorso tecnico-tattico, dobbiamo ritrovare grande spirito di squadra e abnegazione, attenzione e la capacità di vincere i duelli individuali, che è quello che ci è mancato nella gara di Plzen. Abbiamo perso troppi duelli individuali. Tutto l’aspetto tecnico-tattico va a morire se non ci sono determinate caratteristiche. Abbiamo lavorato sia sulla difesa a tre che quella a quattro nell’ultimo periodo, possiamo metterci in base a quelli che saranno i giocatori in campo, può essere una soluzione.
Che cosa rappresentano questi 90 minuti?
Rappresenta il pensiero di vincere una partita importante, che deve essere un nuovo inizio, una ripartenza. Giustamente siamo tutti in discussione, fa parte del nostro lavoro, a partire dalla partita col Milan sono in discussione. Fa parte del nostro lavoro e bisogna affrontarla nel modo giusto. Bisogna caricarla, ma non troppo dal punto di vista emotivo.
Perotti in che condizioni è?
Diego dopo quella partita ha avuto bisogno di due giorni di recupero dopo aver fatto un quarto d’ora, per far capire che la sua condizione non era ottimale. Avendo la necessità e poca scelta, sia davanti che in mezzo ho cercato di metterlo in campo. Ma ci siamo resi conto con il calciatore che aveva bisogno di più tempo. Il fatto che sia andato in tribuna a Plzen significa che non ha ancora la condizione ottimale. L’ho rivisto negli ultimi due-tre giorni si è allenato con maggiore continuità, ricercare la sua qualità migliore, il dribbling mi auguro di avere da lui risposte importanti per utilizzarlo domani a partita in corso.
Sentite la distanza fisica con Pallotta? Sarebbe meglio se fosse qui?
Questa società è stata strutturata sempre in un certo modo, dirlo adesso che le cose non vanno bene serve a poco. E’ un concetto di fondo che andrebbe attuato anche quando le cose vanno bene. I miei riferimenti in società ce l’ho, in primis è Monchi.
Come sta affrontando lei questo momento a livello personale? In che circostanza farebbe un passo indietro lei?
Io credo di sentire molto vicini i ragazzi, a volte si vuole dare tanto ma non sempre ci si riesce, come nella vita, si vuole dare quel qualcosa in più che non riesce. Adesso pi che loro a darmi qualcosa devo essere io bravo a dare qualcosina in più a loro, è il mio lavoro ed è giusto che lo debba fare. Io personalmente sono abituato ad affrontare le cose e non scappare, in tutti i sensi, il rispetto della maglia e del lavoro è guardare le cose in faccia, negli occhi, e affrontarle. Per quanto riguarda i tifosi, al di là che non siano soddisfatti, mi aspetto grande sostegno al di là del loro pensiero, abbiamo bisogno dei nostri tifosi, e ho anche ricevuto messaggi da tifosi veri di sostegno e vicinanza per quello che sono e ho rappresentato per questa squadra. Oltre a essere l’allenatore della Roma sono Difra, chiamatemi come vi pare, e sento il dovere di dover dare ancora qualcosa a questa squadra.
Che bilancio si può fare su Schick dopo diverse partite giocate di fila? Cosa gli manca per fare il salto di qualità?
Mi avete fatto sempre domande su Schick quando non giocava, adesso me le fate perché gioca, si parla sempre di Schick, è l’argomento cardine di ogni conferenza. A me interessa prima di tutto la Roma. Ha certe caratteristiche, ma può avere in certi momenti determinate difficoltà, da lui tutti quanti noi, l’ho detto anche prima di Plzen, ci aspettiamo molto di più. Sta al ragazzo e anche a noi cercare di dargli una mano. Non so se possa giocare o meno domani, nessuno ha il posto assicurato. Domani non scenderanno in campo dei nomi, ma una squadra, che porta una maglia prestigiosa dove c’è scritto AS Roma.
Che cosa l’ha deluso di più fino a questo momento? Lo scarso attaccamento o il calciomercato?
Non ho tempo di pensare alle delusioni, devo pensare solo in maniera positiva cercando di concentrarmi sulla gara. Nella vita ci sono persone che possono deluderci ma che staranno al nostro fianco tutta la vita. Bisogna avere la capacità e l’intelligenza di farle passare e capire realmente chi si ha davanti. Voi magari estrapolate le mie dichiarazioni quando vengo a parlare a fine partita della squadra. Io analizzo. Non posso dire che se prendiamo il secondo gol a Plzen “oh poverini ci siamo sbagliati”, si analizza e ci prendiamo le nostre responsabilità. In primis sono io, poi nello stesso tempo analizzo, cerco di far capire perché c’è l’errore, non per puntare il dito su qualcuno. Quando si responsabilizzano i ragazzi si va direttamente alla persona, non si va per giri di parole. Si responsabilizzano i ragazzi e si fanno maturare, questo è un momento di grande crescita.
Che cosa manca ai nostri giovani per essere continui?
Credo che dipenda da un insieme di cose. Dalla cultura che c’è in Italia, a partire dalla stampa e dai settori giovanili. Il giovane ha un tempo di maturazione dove ci sono anche gli errori che fanno crescere. Qua nessuno ha mai detto che i giovani sono responsabili o che i giovani ci hanno fatto pareggiare a Cagliari, non condivido questo aspetto. Dico che i giovani hanno un tempo differente e metterne tanti tutti insieme non è giusto. Come chi mi ha detto di far giocare Riccardi in certe partite, non è giusto responsabilizzare dei ragazzi in un momento come questo. Io lo farò perché spno costretto a farlo e credo che alcuni giovani abbiano caratteristiche veramente importanti. A Cagliari abbiamo preso gol con una linea difensiva di grande esperienza, non è giusto analizzare dare la colpa ai giovani. In Italia si fanno errori. L’Ajax è vero che fa maturare i giovani, ma poi quando arrivano da noi ci sono altri passaggi, non è che sono completi. Ogni nazione ha un suo gioco. Stiamo cercando di fare dei passi in avanti.
Simone Burioni