Simone Burioni – Eusebio Di Francesco, tecnico della Roma, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della partita contro l’Inter. Queste le parole dell’allenatore giallorosso:
Quali sono le condizioni di Perotti e Pastore?
Sono entrambi disponibili, ma il tempo di impiego è relativo in questo momento, perché sicuramente non potranno essere utilizzati dal primo minuto, né Pastore né Perotti. Oggi faremo l’ultimo allenamento mi darà delle risposte definitive, ma sicuramente se dovessero essere della partita non sarà dall’inizio.
Come sta lavorando per rafforzare l’aspetto psicologico?
Non ho mai smesso. E’ un continuo lavoro, che a volte non da i suoi frutti. Ci sono tante componenti in questo momento, come le assenze e l’aspetto mentale, ma dobbiamo tirare fuori quel qualcosa in più. Lo diciamo spesso, ma bisogna dare continuità a questo pensiero, ma mentalmente bisogna uscire da queste difficoltà. E’ una squadra che con il Real fa un primo tempo in un certo modo ma alle prime difficoltà torna a quelle lacune che abbiamo avuto. Significa che bisogna ancora lavorare, che ci vuole ancora quel pizzico in più per fare entrare la palla dentro, ma sta a noi far girare questo in tutti i sensi.
Florenzi offensivo vi dà più equilibrio?
Dirlo darebbe un vantaggio a Spalletti, per questo non parlerò di formazione. E’ possibile, l’ha fatto e l’ho fatto anche io specialmente in questo momento dove ho qualche difficoltà. Guardavo le statistiche e ho visto che Perotti ha fatto 910 minuti in meno rispetto all’anno scorso. Questo ci ha tolto qualcosa come squadra e come soluzioni offensive che ci sarebbero servite. Avere Diego a disposizione è un grosso vantaggio, ma è chiaro che deve crescere per la condizione fisica. Per quanto riguarda Florenzi tutto è possibile.
Schick si gioca un pezzo di futuro in questo ciclo di partite?
Oggi sono venuto con un po’ di dati. Schick ha giocato 500 minuti in più rispetto allo scorso anno, che sono più di 4 partite, il che significa che ha avuto più continuità rispetto all’anno precedente. Quando l’ho fatto giocare ad Udine sono stato criticato perché dovevo far giocare Dzeko. Che cosa si vuole? In squadra abbiamo bisogno di tutti, ma abbiamo bisogno di giocatori che mentalmente, fisicamente e psicologicamente siano al top. Ora tante scelte non posso farle, ma Schick deve dare quel qualcosa in più e deve avere più determinazione in quello che fa, non solo calciare in porta. Deve credere nei suoi grandi mezzi, perché altrimenti stiamo sempre a dire che ha grandi qualità. Ma l’aspetto mentale in un giocatore deve essere predominante quando si va a fare una prestazione di alto livello. In questo deve migliorare e crescere.
Con questi calciatori la Roma che destino ha?
Al di là dei discorsi precedenti credo che abbiamo bisogno di uomini forti, o per lo meno dobbiamo aiutare quelli che in questo momento possono sentirsi più deboli. Io sono a capo di tutto questo e devo cercare di dare più forza e lavorare sulla testa con continuità, se pensassi il contrario e andassi dietro a questo discorso dovrei mollare. Credo che a questa squadra si può tirare ancora qualcosa fuori, anche se in questo momento ci sono poche scelte da fare ma quelle che devo fare le devo fare con grande convinzione per dare forza a questi ragazzi. C’è grande delusione, siamo in debito con i tifosi giallorossi, a cui dobbiamo dare qualcosa per il sostegno che ci hanno sempre dato e ora abbiamo anche bisogno di quello. Se indossiamo questa maglia dobbiamo dare il meglio cercando di ritornare dare grandi e gioie ai nostri tifosi. E’ un obbligo da parte di tutti e lo dobbiamo fare.
In che condizione è Fazio? Giocherà con l’Inter?
Non lo so, fa parte di una rosa di giocatori. E’ l’unico reparto dove posso scegliere di più, non lo so. Non so se Fazio farà parte della formazione come tanti altri. Potrei giocare a tre o a quattro, in base al sistema di gioco su cui sto lavorando vedrò quale sarà più opportuno. Avranno più chance i difensori se dovessi giocare con tre dietro.
El Shaarawy?
E’ infortunato non sarà né di questa partita né della prossima, vedremo, un po’ come Edin Dzeko.
La Roma fa poche rimonte…
Queste statistiche non le conoscevo con questa precisione ma mi rendo conto che non siamo usciti fuori in tante occasioni. Sarebbe fondamentale per invertire questo trend andare in vantaggio che il contrario e mettere la partita in un certo modo, viste le carenze. Poi viene fuori paura e timore di non riuscire a venirne fuori, si lavora con continuità. A Firenze abbiamo preso gol e pensato al rigore che ci aveva dato l’arbitro per trenta minuti. Voi scrivete, pensate e dite, io non ho l’anello al naso. Cerco di trasmettere determinati concetti che avevo anche da calciatore, l’idea di prendere la palla e dire “ho preso gol, prendo palla e ora riparto”, questa deve essere la mentalità e questo dobbiamo trasmettere noi allenatori ma non sempre è facile. Noi ci incazziamo coi nostri figli dalla mattina alla sera e prima o poi arriva la risposta. Nel nostro ambito però il tempo è breve e perciò dobbiamo essere bravi a cercare di accelerare la crescita che ci deve essere. È vero che andiamo in difficoltà quando prendiamo gol.
Nainggolan?
E’ un grande giocatore, ha avuto un pizzico di sfortuna con gli infortuni e si vede durante la partita che non ha continuità, la forza e l’esuberanza che l’ha contraddistinto. Parliamo comunque di un giocatore di grandissimo livello.
Che cosa dovrebbe fare domani per non ripetere gli errori di un anno fa contro l’Inter?
Non posso pensare ad una partita giocata più di un anno fa con elementi diversi e con una mentalità completamente differente. Nella partita di un anno fa non avremmo meritato la sconfitta, mi auguro di fare come l’Inter, vincere anche senza meritare. In questo momento è importante cambiare e riportare a casa una vittoria.
Vi siete confrontati sugli infortuni con lo staff? Come si può ovviare?
C’è uno studio Uefa che parla di statistiche legate agli infortuni che avvengono sempre in questo periodo. Sono alti in tutte le squadre che fanno l’Europa. Noi li abbiamo avuti nello stesso momento, è il dato che ci ha fatto riflettere. Poi è normale che facciamo tante valutazioni. Perotti e Pastore sono problemi pregressi, su cui abbiamo aspettato di più per metterli dentro cercando di farli guarire. Dzeko mi ha chiesto di riposare, c’era stanchezza. Sento dire di ex calciatori che parlano, era un calcio differente, non pensate che perché questi guadagnano tanto possono fare 100 partite, ci sono diverse caratteristiche, un uomo, una fisicità e non tutti riescono a sopportare tutte queste partite di fila. I ritmi si sono alzati tanto rispetto al passato, il livello è molto più alto sia in Italia che in Europa. Il rischio è quello di alzare il livello di allenamento e di farsi male. El Shaarawy ha giocato di più, lo scorso anno meno, e la sua poca abitudine a fare tantissime partite ha influito. Quest’anno ho dovuto schierarlo spesso con il rischio di quello che è successo adesso, ovvero avere più infortuni. Il dato che ho detto prima è emblematico, in particolare ai flessori, che è il muscolo più stimolato.
Ha mai pensato di cambiare qualcosa dal punto di vista psicologico? Sentite troppo quello che viene da fuori?
E’ inevitabile quello che dici. E’ inevitabile cercare di tapparsi le orecchie il più possibile e cercare di giustificare, ma io voglio spiegare, non giustificare. Io non devo giustificare niente quando uno fa il lavoro cercando di dare il meglio di sé stesso. Si chiede scusa quando uno cerca di non essere sé stesso e di non dare una mano. E’ facile dire ‘lo avevo detto’, ma io da allenatore, come è giusto che sia, devo risolvere le cose. La situazione di Fazio in quanto tempo la puoi leggere? L’attenzione che avevamo avuto nel primo tempo è svanita in un attimo. Non l’ha visto. L’errore è di concetto non psicologico. Il primo pensiero che devi avere quando il tuo portiere rinvia male e corri verso la tua porta è di metterla lateralmente o tirarla dall’altra parte senza sapere quello che succede dopo. In quel momento è una lettura tattica, non solamente individuale. Spesso quando devo analizzare un errore non ne faccio un discorso di reparto, mi piacerebbe fosse così perché ci potremmo lavorare e rimediare, ma è mentale. Sto cercando di muovere il più possibile all’interno dei ragazzi. La forza è cercare di eliminare gli errori e rischiare meno certe situazioni di gioco. Come quando si dice ai ragazzini di giocare a due tocchi e non dribblare, poi ci lamentiamo che non c’è fantasia e i calciatori non saltano più l’uomo. Si insegna quando, dove e come fare certe cose e non si smetterà di insegnare questo. Dovrei dire a Fazio di giocarla da un’altra parte, mai indietro ed è un concetto un po’ generale. Non sono capace a nascondere i miei sentimenti, non sono capace a non dire quello che penso, ma lo faccio sempre con onestà.
Politano? La Roma poteva crederci?
Sono stato uno di quelli che l’ha mandato via dalla Roma. Nel senso che quando ero a Sassuolo ho subito detto che bisognava riscattarlo. Sono quello che l’ha lanciato, non nel calcio giocato perché stato scoperto da Bruno Conti. Veniva a vedere le partite di nascosto quando giocava a Sassuolo. È legato a questa squadra e a questa città. Ha grande potenzialità inespresse da ragazzo, ha lavorato benissimo con grande abnegazione e si sta togliendo soddisfazioni purtroppo da un’altra parte. Ha avuto una grandissimo crescita sotto tutti i punti di vista. Gli faccio i complimenti, sono veramente affezionato a lui.
L’Inter?
Ha dimostrato di essere più forte della Roma in campionato, in Champions simili con dei gironi differenti come potenzialità. L’Inter è cresciuta tanto. Ha dei giocatori forti, lo erano anche prima. Spalletti sta facendo un ottimo lavoro, la squadra si è modificata, ha un atteggiamento aggressivo ed è in crescita. Ha grandi potenzialità. Doveva essere quella che poter competere con la Juve poi la Juventus ha dimostrato di avere un passo differente, ritengo stia dimostrando di essere più forte di noi.
Come si arriva a giocare una partita che può condizionare il suo futuro?
Ho già parlato prima. Cercherò sempre di dare il massimo per quello che sarà, mi girano tanto per tutte le situazioni. Ma voglio una squadra con il sangue agli occhi per dimostrare che cambiamo passo. Mi auguro che scatti domani quel qualcosa per cambiare questa squadra.
Hai pensato come si batte questa Inter?
Si può fare di tutto. Possiamo farci gol da soli ma anche agli avversari. Dobbiamo dimenticare gli errori ma farne tesoro. Dobbiamo affrontare la partita con determinazione. Nella difficoltà è importante non poter rimproverare di non aver dato tutto.
Questa squadra può invertire la rotta? Ha delle soluzioni per la fase offensiva?
Siamo mancati nell’andare a chiudere, ma nelle giocate e nell’essere dall’altra parte è un sinonimo di voler fare la partita. Le situazioni le creiamo e non siamo stati bravi ad andarle a chiudere, ma il problema non è stata la fase offensiva, ma mentale. Il fatto di prendere gol facilmente, il gol da fallo laterale di Udine, ma sono errori di reparto e individuale. Non fai gol al 50esimo ma magari all’80esimo come hai fatto in tante occasioni. Per quanto riguarda il ritardo, c’è sempre il tempo di recuperare ma ogni volta che lo diciamo è una partita di meno. Quattro punti non sono tantissimi dalla Champions, ma possono diventarlo se non cambiamo marcia.
Quanto è importante cercare di costruire una manovra di reparto?
L’Inter è una squadra che cerca di fare la partita, non parte solamente in contropiede. Anche noi abbiamo ribaltato l’azione quando trovi squadre che vengono di più a giocare, ma dobbiamo sfruttare le possibilità e gli spazi che ci lascerà l’Inter. La serenità ti permette di sbagliare meno e di avere più qualità nel palleggio, le insicurezze in più. Le squadre che sbagliano meno vincono, dobbiamo farlo perché di errori nel calcio ce ne saranno sempre ma dobbiamo ridurli.
Under è sembrato molto triste. E’ giusto farlo giocare per dimenticare?
Non è che ho tante soluzioni (ride, ndr). Giocherà titolare, gli ho dato uno schiaffo affettuoso ieri, ma giocherà. Ha bisogno di sostegno, ma è uno di quelli che prende sempre iniziativa, deve migliorare perché ogni tanto sbaglia scelte e deve migliorarle. Noi possiamo dare delle soluzioni, ma la differenza sta nel chi la fa e dove la fa. Qualche errore ancora lo commettiamo, ma lo esamineremo anche oggi.
Simone Burioni